il corsaro e la
regina
di
Paolo Roveri
Una fitta coltre di nebbia, nel dicembre
1587, saliva dal Tamigi, ovattando l’atmosfera e occultando le grigie mura
della Torre di Londra, attenuando, perfino, i passi cadenzati delle
sentinelle di ronda.
“Entrate, Sua Maestà Vi attende” ordinò il capo dei beefeaters di guardia
alla Sala del Tesoro, rivolgendosi all’uomo in attesa. Questi - senza
dubbio un uomo di mare - lo rivelavano la carnagione abbronzata e la
tipica camminata ondeggiante, bussò ed entrò deciso nella sala.
“Benvenuto Sir Francis, l’Inghilterra ed Io abbiamo - ancora - bisogno dei
vostri servigi” lo accolse una voce tagliente ed autoritaria, tipica di
chi è abituato al comando.
La Virgin Queen e il famoso corsaro Drake (*) si
fissarono per un attimo in silenzio; non era la prima volta che si
incontravano e quindi conoscevano bene i rispettivi caratteri.
A Drake bastò gettare una rapida occhiata
sul tavolo al centro della sala per capire il motivo della chiamata
regale: una carta dettagliata del porto di Lisbona era spiegata davanti ad
Elisabetta.
“Vedete” disse quest’ultima, accennando alla mappa, “le nostre spie mi
hanno comunicato che Filippo sta terminando di raccogliere le sue navi in
questo porto, pronto ad invadere l’Inghilterra”. “La chiama l’Invincibile
Armada!” disse con ironia la Sovrana e, battendo il palmo della mano sul
tavolo, gridò: “ Noi dobbiamo sconfiggerlo, anche se siamo più deboli ed
inferiori di numero.”.
Drake, prima di rispondere, attese che la
Sovrana si fosse calmata: “Maestà Vi ricordate la mia Golden Hind?”
al cenno positivo, continuò: “La nostra
flotta dovrà essere composta da navi agili, facilmente manovrabili,
montate da equipaggi ben addestrati e valorosi, munite di artiglierie a
lunga gittata come la mia vecchia nave“. Drake sorrise e, osservando i
forzieri ricolmi del tesoro del regno, non poté fare a meno di pensare che
molte di quelle ricchezze provenivano dalle scorrerie da lui dirette
contro gli Spagnoli e in parte finanziate dalla stessa Regina. “Lord
Howard che ha il comando della nostra flotta” –continuò- “saprà attuare le
misure e le strategie idonee a respingere e battere il nemico”.
Gli occhi decisi e crudeli della Regina si fissarono in quelli di Drake e
questi quasi tremò nel leggervi il suo destino. “Drake” ordinò seccamente
“ho deciso di nominarvi Vice Ammiraglio. La sorte dell’Inghilterra è nelle
vostre mani e nelle nostre navi. Fate ciò che ritenete più opportuno per
preparare una flotta potente. Avete carta bianca e il mio incondizionato
appoggio. Ora andate, ma ricordate che Io voglio solo la vittoria”.
Scattando sull’attenti il Corsaro gridò: ”God Save the Queen” ed uscì con
passo deciso, mormorando a bassa voce: “…. ed anche il mio collo!”
pensando all’uso disinvolto che la Regina faceva del boia nei confronti
dei perdenti.
Il seguito di questo “verosimile” colloquio è storicamente noto.
A fine Maggio 1588 la flotta spagnola (130 galeoni) agli ordini di Alfonso
de Guzman, duca di Medina e Sidonia salpò dal porto di Lisbona per
invadere l’Inghilterra.
Gli Spagnoli, ripetutamente attaccati e sconfitti fra Luglio e Agosto
dalle agili navi inglesi nella Manica, incapparono in tempeste subendo
naufragi e riuscirono a rientrare in patria con solo 67 vascelli
superstiti dopo aver seguito una rotta assurda che li portò a
circumnavigare a nord l’Inghilterra e a costeggiare l’Irlanda.
Il trionfo inglese fu completo e decretò
l’inizio di un impero sui mari destinato a protrarsi fino ai giorni
nostri. Il sogno di egemonia mondiale di Filippo II tramontò
definitivamente.
Francis Drake, il Vice Ammiraglio vincitore, continuò a godere dei favori
della regina e si spense - con la testa ben salda sul collo - nel 1595 al
largo del Panama per le febbri contratte durante una spedizione nelle
Indie Occidentali. Elisabetta gli sopravvisse alcuni anni, spegnendosi nel
1603.
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(*): Francis Drake è stato il primo inglese a
circumnavigare il globo (il secondo uomo dopo Magellano) negli anni dal
1577 al 1580; la sua nave stazzava 100 tonnellate era lunga 30 metri e
larga 6, con un equipaggio di circa 80 uomini ed era armata con 18
cannoni.
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