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precisazioni sul fuorisacco |
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di Marino Bignami | |||||||||||||||
E' luogo comune che il servizio "fuori sacco" potesse essere utilizzato solamente dal servizio editoriale dei giornali e dei loro corrispondenti; in effetti quello editoriale è stato di gran lunga il più diffuso e appariscente per le vistose e regolamentari scritte riportate dagli involucri, ma non mancano esempi del servizio fuori sacco utilizzato anche dai privati. -"Le corrispondenze per le quali il mittente richiede che abbiano corso fuori dispaccio, per essere consegnati direttamente agli incaricati del trasporto, sono assimilate agli espressi e sottoposte al pagamento della soprattassa relativa. Fuori sacco, cioè non rientranti nella normale procedura postale, erano perciò corrispondenze da ricevere anche se i dispacci (sacchi) dell'ufficio postale erano già chiusi per la spedizione. A ricevere la corrispondenza "fuori sacco" (sia del primo che del secondo tipo) erano stati delegati gli uffici postali di stazione e in mancanza dell'ufficio postale il capostazione o il capotreno, oppure il messaggere collettore al passaggio in stazione (se l'utente aveva la possibilità di imbucare personalmente nella cassetta delle lettere dell'ambulante postale, non era richiesto il supplemento di affrancatura). Ne discende che una consegna di corrispondenza effettuata da chiunque in ufficio postale fuori orario (come previsto dal regolamento) era sottoposta al diritto espresso per poter essere ritirata, (con l'applicazione della scritta "DOPO LA PARTENZA" se i dispacci postali del giorno erano già partiti) così come anche la corrispondenza consegnata al capostazione delle ferrovie (da consegnare poi al servizio ambulante) oppure direttamente al messaggero postale come fuori dispaccio (il messaggere era sprovvisto di buca delle lettere, ne consegue che tutti gli espressi consegnati al messaggere appartenevano al servizio fuori sacco, anche se non riportano altre tracce del servizio). Dopo il trasporto fuori sacco (per ferrovia, per natante o per corriera) la corrispondenza affrancata come espresso rientrava nel canale consueto e veniva consegnata normalmente. I giornali, che da sempre lottavano contro il tempo per avere velocemente notizie recenti e ambivano trasportare le loro copie in tutto il paese al prezzo minore possibile, vennero ammessi al servizio "fuorisacco" di secondo tipo che garantiva la massima velocità col pagamento della sola affrancatura ordinaria. Questo tipo di spedizione si poteva applicare all'invio di stampe periodiche editoriali (giornali spediti in abbonamento postale ai distributori locali e alle edicole), stampe e lettere normalmente affrancate che il giornalista o il corrispondente dovevano trasmettere urgentemente alla redazione per la pubblicazione. Per l'espletamento del servizio era richiesta la partecipazione dei mittenti e dei destinatari che si incaricavano della consegna e del ritiro dei plichi alle stazioni ferroviarie concordate (concordate perchè nelle stazioni principali gli uffici postali erano muniti di caselle nominative dei giornali per la consegna e il ritiro delle corrispondenze); era richiesto anche che la tratta di trasporto non richiedesse "scambi o trabalzi" cioè nessun cambio di vagone. Per la spedizione delle corrispondenze o delle stampe doveva essere utilizzata una busta regolarmente affrancata, sulla quale una vistosa iscrizione a stampa avvisava "FUORI SACCO" ed il nome del giornale; in tutti i casi l'indirizzo doveva necessariamente essere localizzato presso la stazione ferroviaria di destinazione (all'arrivo le corrispondenze erano bollate dal reparto espresso, ovviamente senza numerazione perchè ritirate dal destinatario).
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