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Anno Domini MDLXII - LE POSTE NECESSARIE A CORRIERI ...

di Marino Bignami

Ho avuto la ventura di entrare in possesso di un libriccino edito nel 1562, che è la più antica guida alle poste dei corrieri.
E' realizzato in stampa anastatica nel 1972, (il curatore è stato Vito Salierno). Il libriccino elenca: " Le poste necessarie a corrieri, per l'Italia, Francia, Spagna , & Alemagna,...". Come si sa il sistema delle "poste" è un'innovazione Cinquecentesca, inizialmente nata spontaneamente presso le "hosterie" (forse Hostellerie, nel senso di ricovero) esistenti sulle strade frequentate dai viaggiatori e dai pellegrini dove questi potevano sostare per riposare e rifocillarsi.
Gli osti delle "poste", sollecitati da corporazioni mercantili, ordini religiosi, o da corrieri governativi che facevano servizio "ordinario" (ripetitivo) di trasporto missive, si offrirono anche di ricevere la corrispondenza da consegnare ai corrieri che transitavano dalla loro osteria munendosi di cassette dedicate ai vari percorsi; perciò come naturale evoluzione in breve si trasformarono essi stessi in fornitori di corrieri appiedati denominati "fanti". Gli osti come fornitori del servizio fecero convenzioni con le "Universitas Mercatorum" per servizi di trasporto internazionale in abbonamento collettivo chiamate "scarselle", sorta di zaini con scomparti sigillati dalle corporazioni che i fanti trasportavano a destino.

Da questo libriccino si apprende (misurate da me sulla carta geografica) che le poste erano dislocate a distanze variabili dai 7 ai 25 Km circa, calcolate secondo la difficoltà del percorso sia per chi procedeva a piedi sia cavalcando a lento passo con i muli e i cavalli di proprietà. Solo in seguito vennero organizzate le poste con noleggio della cavalcatura fino alla posta successiva. Le cavalcature erano costose e richiedevano una spesa aggiuntiva per stalle e e foraggio ed i corrieri che trasportavano la corrispondenza non sempre le utilizzavano; spesso poi erano inadatte a percorrere le pessime e malconce strade romane ridotte oramai a sentieri impervi. I cavalli poco resistenti al trotto (oltre al pericolo di farseli portar via dai briganti) erano inadatti anche a lento passo sugli accidentati e lunghi tratti di montagna percorsi giornalmente su strade erte e spesso sconnesse su cui soltanto i muli, benchè fossero animali lenti, erano usati dai corrieri delle merci; per le lettere si preferiva perciò andare a piedi e spesso di corsa. Alcuni percorsi riportati in letteratura hanno dell'incredibile anche se rapportati ai tempi moderni. Per esempio da Milano a Parigi occorrevano 16 gg. su un percorso di circa 800 Km in linea retta, perciò con la sinuosità delle strade compreso il passagio delle Alpi diventavano molti di più!. Altro esempio, occorrevano 7 gg. da Genova ad Avignone (Km 350) sempre in linea retta.



Frontespizio e pagine interne del libretto in oggetto, datato 1562 stampato in Brescia.

Incuriosito di questa edizione ho letto sia gli itinerari postali fra le città italiane della pianura, sia le poste alpine dei passaggi montani utilizzati dai corrieri delle grandi strade postali internazionali. Ho notato che alcuni nomi hanno una diversa grafia ed altri hanno cambiato totalmente nome (specialmente le località sede di poste del Nord-Est italiano). Bisogna ricordare che in quel periodo il Brennero era il solo passo munito da una strada ( mulattiera) mentre tutti gli altri erano attraversati da sentieri di montagna. Ho notato che stranamente manca la cosidetta "Via Francigena o Romea"; tale famosissimo itinerario (la sua origine è da far risalire al VI secolo), era il percorso religioso e mercantile che da Canterbury attraverso la Francia e il passo del Gran San Bernardo arrivava a Roma e quindi in Terrasanta. Da Canterbury a Roma, contava ben 79 tappe (le poste). Il nostro libriccino ci fa notare che su uno sviluppo dell'arco alpino di centinaia di chilometri i valichi indicati da questa pubblicazione del XVI° secolo sono pochi, ( Maddalena, per l'itinerariorio Genova-Spagna, Moncenisio per Torino-Lione con l'alternativa del Monginevro, Sempione per Milano-Losanna, Bernina per Bologna-Zurigo e Brennero per Trento-Innsbruck). Veramente pochi e stranamente come accennato manca il passo del Gran San Bernardo. Cercando notizie su questo valico ho appreso che verso il 1550 l'ospizio era andato a fuoco (pare per una vendetta dei malviventi che rapinavano i viaggiatori) e completamente distrutto. Presumo che all'epoca non fosse ancora stato ricostruito e la via del Gran San Bernardo senza ricovero fosse impraticabile. Mi sono immaginato le difficoltà incontrate dai corrieri postali sia per l'insicurezza sulle strade che per possibili aggressioni, non bisogna dimenticare che nei racconti dell'epoca si narra di viaggi fatti dai corrieri e dai pellegrini con scorta armata. Si ricordi inoltre che eravamo nel pieno freddo della piccola glaciazione, (come è noto è durata dal 1400 al 1850 circa) che ha fatto aumentare l'estensione dei ghiacciai e delle nevi eterne come non si era verificato nei mille anni precedenti.

Sulla cartina sottostante ho riportato i passi alpini e i percorsi, restando più fedele possibile all'itinerario, senza segnare tutte le "poste" delle località riportate (La Bologna-Zurigo-Lione, per esempio, aveva un totale di 68 poste).

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