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Posta via radio

di Maria MARCHETTI

(seconda parte)

Il marconigramma

Come si è visto nei brevissimi cenni storici, all'inizio l'attività di G. Marconi si era concentrata soprattutto per comunicare con le navi in navigazione e i messaggi trasmessi dai suoi apparecchi venivano definiti “marconigrammi”.
A livello internazionale questo termine non si impose, anche perché Marconi non ebbe il monopolio della radiotelegrafia e il suo non fu l'unico brevetto a consentirne lo sviluppo. Pertanto, i telegrammi trasmessi o ricevuti da una nave, trasmessi su tutto o su parte del percorso con la radiotelegrafia del servizio mobile marittimo sono definiti sia marconigrammi che radiotelegrammi. Il termine “marconigramma” si trova sui telegrammi affidati alle società di G. Marconi, negli altri casi fu usato il termine radiotelegramma.
In Italia, un ordine del Ministro della Marina del 1932 stabilì che i radiotelegrammi venissero chiamati “marconigrammi”.
Il termine è presente anche nella modulistica telegrafica militare nel caso di telegrammi ricevuti dalle stazioni radiotelegrafiche militari italiane, come evidente dal modulo della immagine seguente, ricevuto da una stazione di Tripoli.





Marconigramma del servizio radiotelegrafico militare. Presentato il 9 marzo del 1942 a Torino, fu ricevuto l'11 marzo dalla stazione Radio Molo di Tripoli, come evidenzia il timbro. Da qui fu inviato all'Ufficio di Posta Militare n.56, assegnato alla Divisione “Trieste” in Libia, dove giunse il 15 marzo '42. Questo Ufficio provvide al recapito al militare destinatario del telegramma.

Cartolina illustrata raffigurante Radio Molo a Tripoli

Reti telegrafiche wireless al servizio delle comunicazioni personali durante la guerra

Dopo questa interminabile introduzione, della quale spero mi saranno perdonate le imprecisioni, mancandomi le competenze tecniche per descrivere i processi scientifici e dovendo riassumere un lungo, intensissimo e complesso periodo in poche righe, nelle due parti che seguono presento alcuni documenti postali che testimoniano il ruolo delle varie trasmissioni via etere nel surrogare, integrare, rendere tempestive le comunicazioni degli individui separati dalla guerra.
Premesso che il servizio con le navi è solo una delle applicazioni della radiotelegrafia e che non verranno presentati marconigrammi/radiotelegrammi in quanto servizio quantitativamente limitato anche in tempo di pace, sicuramente ancor più ristretto in tempo di guerra e, perciò, non rilevante quale sostituzione o integrazione dei normali canali postali interrotti dalla guerra, quelli che seguono sono telegrammi inviati da italiani o ad essi destinati, che hanno viaggiato su reti di collegamenti wireless.

Telegramma inviato da Bankog, in Tailandia, il 30/07/1940, ricevuto dall'agenzia Italo Radio di Trieste il 31/07/1940, sottoposto a censura prima della distribuzione. Il mittente era imbarcato sulla nave “Sumatra”, che si trovava in navigazione fuori dal Mediterraneo quando, il 10 giugno 1940, l'Italia dichiarò guerra alla Gran Bretagna. Obbedendo agli ordini ricevuti dall'Italia, come tutte le altre navi che si trovarono nell'analoga situazione, si diresse nel porto amico o neutrale più vicino. Il capitano Mosco inviò un telegramma via radio per rassicurare la sua famiglia, poi comunicò con la stessa per lettera attraverso la “via Siberia”, fino a quando l'Unione Sovietica non fu invasa dagli eserciti dell'Asse. La sua corrispondenza è abbastanza nota perché ne sono già stati pubblicati dei pezzi in altri articoli.

Telegramma inviato da Roma il 24 aprile 1943 ad un prigioniero di guerra in India, ricevuto a Bombay il 25 aprile. In verticale a sinistra si può vedere la conferma del ricevimento attraverso la Indian Radio Communications. Sono presenti, oltre ai timbri postali di Bombay, il timbro ottagonale della censura inglese in India e quello triangolare del campo n. 24 di Clement Town. La comunicazione per lettera con i prigionieri di guerra in India aveva un tempo di consegna di svariati mesi. L'uso del telegramma inviato per radio per comunicare con i nostri prigionieri in paese nemico è assolutamente raro, a guerra in corso limitato all'India.

I moduli usati non lasciano dubbi sul fatto che si tratti di telegrammi inviati/ricevuti attraverso la radiotelegrafia.
In altri casi la modulistica è quella del servizio telegrafico pubblico italiano, ma la provenienza da zone servite dalla telegrafia senza fili e/o la presenza di timbri delle stazioni radiotelegrafiche, sono indicativi del fatto che, fino ad una stazione situata sul territorio nazionale, il messaggio viaggiò attraverso l'etere. E' evidente che provengono da zone che in quella data si trovavano in una situazione geopolitica o militare tale da rendere impossibile un collegamento via cavo.

Telegramma presentato a Samo, isola greca occupata dall'Italia nel 1941, il 18 marzo 1943 e ricevuto a Rodi, possedimento italiano nel Dodecanneso, il 19 marzo. In alto a destra è presente il timbro viola della Stazione Radiotelegrafica di Rodi.

Telegramma inviato da un militare l'11 ottobre 1940, da Hargheisa, nella Somalia Britannica occupata per breve tempo dalle truppe italiane all'inizio della seconda guerra mondiale, diretto a Roma dove fu avviato alla consegna nella stessa data (timbro postale in alto a destra). .
Oltre a considerare che proviene da una zona, l'Africa Orientale, servita da collegamenti wireless, è evidente che un telegramma inviato da una zona nemica occupata per breve tempo non avrebbe potuto essere stato trasmesso via cavo. Sarebbe interessante scoprire quale fu la stazione radiotelegrafica che lo trasmise.

Telegramma presentato a Gondar (Etiopia) il 16 maggio 1941, avviato per la consegna a Vizzini, in Sicilia, il 20 maggio (data del timbro postale). Si può notare come si faccia riferimento al circuito attraverso cui è stato inoltrato e, nel testo, all'invio di denaro attraverso un vaglia telegrafico. Alla data in cui questo telegramma fu inviato, Gondar era uno degli ultimi caposaldi in cui erano asserragliati gli italiani nell'A.O.I. ed era circondato da territori nelle mani degli inglesi, dopo che tutta la Somalia, gran parte dell'Etiopia compresa Addis Abeba e quasi tutta l'Eritrea, comprese Asmara e Massaua, erano state conquistate dalle truppe britanniche.


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