storia postale

 

 

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Posta via radio

di Maria MARCHETTI

(terza parte)

I messaggi all'interno di trasmissioni radiofoniche

Lo sviluppo delle trasmissioni radiofoniche fu ancora più rapido di quello della telegrafia senza fili: iniziato negli anni '20, nel giro di due decenni aveva già dimostrato tutta la sua potenza al servizio dell'intrattenimento, dell'informazione, della propaganda.
L'esistenza di trasmissioni dedicate alla diffusione di brevi messaggi provenienti dai militari al fronte o destinati agli italiani prigionieri oltremare ha lasciato tracce postali sia perché quasi sempre alla trasmissione radiofonica seguiva l'invio su modulo scritto o del messaggio trasmesso o della conferma dell'avvenuta trasmissione, sia perché l'invio alla stazione radiofonica del testo da trasmettere avveniva per posta.
Dall'esame di alcuni di questi moduli si possono mettere in luce le diverse situazioni di emergenza nelle comunicazioni personali che caratterizzarono la vita degli italiani in quei terribili 5 anni e le opportunità offerte dal servizio radiofonico per alleviarle.
Vi furono anche trasmissioni in cui l'obiettivo propagandistico non era meno importante di quello di favorire la comunicazione personale, anzi era il vero obiettivo della trasmissione, come nel caso di “Notizie a casa” dell'EIAR o del programma di lettura dei messaggi dei prigionieri all'interno di “Radio Londra” della BBC.

Cartolina del Ministero dell'Interno, spedita il 2 aprile 41, diretta al Podestà di un comune della provincia di Verona, attraverso la quale si comunica che l'EIAR, all'interno del programma radiofonico “Notizie a casa”, ha trasmesso un messaggio di un combattente in Albania.

Biglietto postale di Stato con cui il Commissariato per le Migrazioni e le Colonie presso la Presidenza del Consiglio, in data 29 aprile 1942, comunicava l'avvenuta trasmissione all'interno del programma “Servizio radiofonico per i lavoratori civili” di un messaggio destinato ad un civile ormai non più “lavoratore”, ma detenuto in un campo in Tanganika (dato ricavato dalla sua corrispondenza).

Mod. 45 della Croce Rossa Italiana da utilizzare per fare richiesta di trasmissione radiofonica di messaggi predefiniti per prigionieri di guerra. L'ordinario servizio postale dei prigionieri di guerra aveva un tempo di consegna variabile da 2 mesi a 6-8 mesi e la tempestività non migliorava nemmeno nei casi in cui era possibile l'uso della posta aerea, che era un servizio a pagamento. Il radiomessaggio fu l'unico mezzo a garantire la tempestività e fu intensamente usato nel 1941 e nel 1942 per gli italiani rimasti intrappolati nell'Africa Orientale Italiana, dopo che fu conquistata dagli inglesi .

Modulo dell'EIAR spedito da Milano, in territorio della Repubblica Sociale, in data 9 febbraio 1945 diretto in provincia di Cuneo, per comunicare l'avvenuta trasmissione di un messaggio ad un congiunto che si trovava nelle “Terre Invase”, cioè nell'Italia controllata dagli Alleati.

Modulo della Delegazione Apostolica di Bangalore (India) datato 20 aprile '43 con la trascrizione di un messaggio di Radio Vaticano, destinato ad un prigioniero nel campo 14. Sul retro il modulo fu usato per la risposta, che, invece, fu spedita per posta.

Modulo della Delegazione Apostolica di Bloemfontein (Sudafrica), datato 6 marzo 1944, riportante la trascrizione di un messaggio di Radio Vaticano. Poiché il destinatario era internato nel campo n. 5 di Fort Victoria nella Rodesia del Sud, gli fu inviato con la posta aerea a cura della Delegazione stessa.

Cartolina della parrocchia di Sassuolo (MO), affrancata 50 cent. RSI, diretta in un paese in prov. di Reggio Emilia. Nel testo il parroco di Sassuolo dà comunicazione di aver ascoltato un messaggio del figlio, datato 11 luglio '44, trasmesso da Radio Vaticana il 9 ottobre '44. Sono conosciuti i moduli utilizzati per altre iniziative come questa, a cura di diversi Enti cattolici. In Sicilia è noto il caso di un privato che si fece carico di questo compito, accollandosi le spese di stampa dei moduli e di affrancatura.

Airgraph datato 25 marzo '43, proveniente dal Sudafrica, destinato a Londra, con il testo composto da brevissimi messaggi di alcuni prigionieri italiani del campo di Zonderwater, da trasmettere a cura della BBC. L'attività di propaganda della BBC era attiva fin dall'inizio della guerra, quella destinata all'Italia era a cura dell'Italian Service, il quale aveva diversi programmi, uno dei quali era quello della lettura dei messaggi dei prigionieri di guerra nelle mani degli inglesi. A partire dal '44 i prigionieri in Gran Bretagna ebbero la possibilità di leggere essi stessi i loro messaggi. L'ascolto della BBC in Italia era vietato, ma è evidente che si faceva conto su un ascolto clandestino e la lettura dei messaggi dei prigionieri era un ottimo mezzo per attirare ascoltatori.

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