Uno degli elementi chiave in
una ricerca sugli uffici postali italiani, compresi quelli militari, è
il numero frazionario, che individua univocamente ogni ufficio dotato
di contabilità autonoma. Questo numero identificativo, rimasto
invariato per la maggior parte degli Uffici fin dall’epoca della prima
attribuzione, presenta per altro alcuni aspetti ancora sconosciuti,
che hanno resistito ad anni di ricerche. Dato che tale argomento
riguarda anche gli uffici postali militari italiani pensavo di
riassumere, anche sulla nostra rivista, le conoscenze in merito,
frutto tra l’altro di ricerche condotte dai soci ANCAI, riassunte in
alcuni articoli apparsi sulla relativa rivista “L’Annullo”. Ricordo
che un articolo in merito apparve anche sul n. 76 del novembre 1997
della nostra rivista a firma di Bruno Deandrea.
La struttura di questo codice matricolare è quella di una frazione
(da cui il nome), e precisamente reca prima un numero che individua la
provincia e poi un numero che individua l'ufficio nell’ambito di
quella provincia.
Il nostro
numero lo troviamo oggi comunemente sulle ricevute dei conti correnti
accettati con le nuove macchine (si veda sopra il 24/21 corrispondente
al 21° ufficio – Codigoro – della 24^ provincia – Ferrara), oppure sui
vecchi vaglia e sui documenti dei servizi a risparmio. E’ anche
comparso negli anni ’20 nei timbri postali al posto della provincia
(altra vicenda non ancora chiarita). Da tutto ciò avrete capito che
era nato per i servizi a danaro, e precisamente per individuare
univocamente ogni ufficio postale che potesse avere a che fare con
tali servizi nell’ambito delle relative contabilità. Vediamo quindi un
po’ meglio qual è stata la sua storia.
Il
28/05/1905 venne nominata una commissione di studio sull’ordinamento e
la pratica delle Casse di Risparmio, e questa commissione, tra le
altre cose, studiò come numerare gli uffici postali per evitare gli
errori dovuti alle omonimie o comunque ai nomi simili. A questo
proposito voglio qui ricordare un fatto che noi spesso ci
dimentichiamo: all’epoca tutti i documenti venivano redatti a mano in
corsivo, e sbagliare a leggere una lettera era facile; ora, dopo
decenni di macchine da scrivere prima e computer dopo è facile
dimenticare questo particolare…
La
soluzione venne pensata attribuendo ad ogni ufficio che poteva tenere
una contabilità un numero scritto sotto forma di frazione: come dicevo
prima sopra c’è un numero indicativo della provincia e dopo un numero
indicativo dell’ufficio. Per far ciò le provincie vennero numerate in
ordine alfabetico (da 1 a 69, in quanto all’epoca mancava il Trentino
e la Venezia Giulia, Zara, e le varie provincie costituite dagli anni
’20 in poi), tenendo il 70 per gli uffici all’estero, e il 71, 72 e 73
per le Navi, i Consolati, e forse qualcos’altro (queste notizie sono
in parte ancora dubbie). A seguire vennero attribuiti i numeri alle
provincie via via create (ma solo quando veniva aperto il reparto
ragioneria delle relativa Direzione provinciale delle Poste). Per una
panoramica completa dei numeri oltre il 69 si veda lo specchietto
finale.
Gli uffici vennero anch’essi numerati progressivamente in ordine
alfabetico, e quelli aperti successivamente alla prima attribuzione
del 1905 ricevevano via via il primo numero libero.
Da quanto detto risulta chiaro che questo numero (confrontato con
gli altri della stessa provincia) ci dà varie informazioni
sull’ufficio, ad esempio se era nella prima serie (in ordine
alfabetico) ci dice che quell’ufficio era già aperto ad inizio ‘900.
Però a livello collezionistico tutto ciò non è mai interessato più di
tanto, anche perché a noi
collezionisti, di solito, interessano i pezzi che abbiano a che fare
coi francobolli, mentre il nostro frazionario coi francobolli ha a che
fare solo per puro caso (ed esempio per gli annulli numeralizzati, o
per il breve periodo in cui fu in vigore la tariffa del diritto di
ricevuta di 10 lire sui vaglia). Per capire meglio la storia degli
uffici postali italiani, invece, è necessario, secondo me, considerare
il frazionario come una chiave primaria per comprendere meglio le
cose.
Ricordo poi che
ultimamente il nostro frazionario è stato chiamato ad individuare gli
uffici postali, oltre che per tutti i servizi a danaro, anche per
altri servizi, come quelli di corriere (postacelere, paccocelere,
pacco postale, ecc.), nella ricerca nel database degli uffici postali
presente sul sito Internet delle Poste, ed ha cominciato a ricomparire
(sporadicamente) in alcuni timbri.
|
Tornando alle
vicende iniziali vediamo però che nell’elenco degli uffici del 1909 non
ce n’è ancora traccia, ed infatti la legge che emana tutta la materia è
la n. 719 del 24/12/1908, in vigore dal 1/8/1909 (Riforma della
contabilità delle Poste). Le disposizioni operative agli Uffici
relativamente ai nuovi libretti di risparmio sono impartite col § 314
del Bollettino Ufficiale n. 13 del 1909, vari richiami seguono poi nel
B.U. n. 25 del 1909, e col § 429 del B.U. n. 18 del 1910 viene
annunciata la distribuzione di un “timbrino” da mettere sui vari moduli
di servizio.
prima attribuzione
data istituzione
attribuzioni successive
(denominatore da 1)
provincia. frazionario
e domande
70 Uffici
all'estero 1905
? perché non riattribuito?
71 Casse
Navali 1905
? dal 1971 Isernia (prov. dal 1971)
72 Casse risp. it. all'estero
? 1905 ? dal 1974
Oristano (prov. dal 1974)
73 Casse risp. it.
all'estero 1905
? perché non riattribuito? ancora esistente?
74 Trento 1923
1923 ? (poi scorporato Bolzano)
75 Trieste 1923 1923
? (poi scorporate Pola e Fiume)
76 Zara 1923
1923 ? dal 1951 Asti (prov. dal 1935)
77 Pola 1923
1923 ? perché non riattribuito?
78 La
Spezia 1923 1923
? -
79 Taranto 1923 1923
? -
80 Fiume 1924
1924 ? dal 1951 Nuoro (prov. dal 1927)
81 Frosinone
1927 1927 ? ebbe il frazionario perché gli
furono passati
gli uffici della ex provincia di Caserta (?)
82 Etiopia – poi Scioa
1936 1936 perché non riattribuito?
da
1/10/36 scorporati gli altri Governatorati
83 Eritrea 1936 ?
1936 dal 1951 Enna (prov. dal 1927)
84 Amara 1936
1936 dal 1951 Pescara (prov. dal 1927)
85 Galla e Sidamo
1936 1936 dal 1951 Pistoia (prov. dal
1927)
86 Harar 1936
1936 dal 1951 Savona (prov. dal 1927)
87 Somalia 1936 ?
1936 dal 1951 Brindisi (prov. dal 1927)
88 Bolzano 1927 1936/’41
? perché disaggregato da Trento?
89 Spalato 1941
1941 dal 1951 Varese (prov. dal 1927)
90 Cattaro 1941
1941 dal 1951 Vercelli (prov. dal 1927)
91 Lubiana 1941
1941 dal 1965 Pordenone (prov. dal 1968)
92 P.d.C.
1943/’44 1943/’44 dal 1951 Terni (prov. dal 1927)
93 dal
1951 Matera (prov. dal 1927) perché dal 101?
94 dal
1951 Rieti (prov. dal 1927) perché dal 101?
95
dal 1951 Viterbo (prov. dal 1927) perché dal 101?
96
dal 1951 Latina (prov. dal 1934) perché dal 101?
97
dal 1951 Ragusa (prov. dal 1927) perché dal 101?
98
dal 1951 Aosta (prov. dal 1927) perché dal 101?
99
dal 1951 Gorizia (prov. dal 1927) perché dal 101?
Come si
vede le cose sono fin qui abbastanza dettagliate, ma a tutt’oggi
rimangono però dubbi alcuni aspetti. Riferendoci alla tabella
riassuntiva dei numeri provinciali assegnati successivamente al 69
vediamo quali sono queste lacune:
1.
All'epoca dell'attribuzione (che
ricordo venne fatta per l’uso solo per i servizi di risparmio, e
all’inizio non per i vaglia) le 69 province allora esistenti furono
elencate in ordine alfabetico, ma le attribuzioni successive rimangono
oscure per vari aspetti; precisamente, riferendomi all’ultima colonna
della tabella precedente, i dubbi sono i seguenti:
a)
nel 1905 vennero attribuiti già
anche i numeri 70, 71, 72 e 73? Il 72 venne dato anch’esso al Ministero
degli Affari Esteri per le rimesse degli emigrati? E se sì, perché, dato
che c’era già il 73?
b)
perché venne attribuito un
frazionario nuovo (74, 75, ecc.) per le provincie costituite od annesse
fino al 1924, mentre quelle costituite dopo il 1927 vennero aggregate
contabilmente ad altre già esistenti, ed ebbero un reparto Ragioneria e
di conseguenza frazionario proprio (dopo varie vicissitudini) solo dal
1/7/1951 (B.U. n. 15/1° suppl. del 21/5/1951 e B.U. n. 20 § 194
dell'11/7/1951, che riproduce la circolare 7/AG-231del 20/6/1951)?
c)
perché (e da quando) tra le
province istituite nel 1927 solo Frosinone ebbe un frazionario proprio
prima degli altri? Forse perché gli vennero aggregati parte degli uffici
della soppressa provincia di Caserta?
d)
perché e quando Bolzano ebbe un
proprio frazionario venendo disaggregato da Trento?
e)
perché le province che ebbero i
frazionari da 93 a 99 ebbero un denominatore che partiva da 101, benché
quei frazionari non fossero mai stati prima attribuiti ad altre
provincie?
f)
perché certi numeri (70, 73, 77,
82) non vennero riattribuiti dopo la guerra?
g)
perché le province metropolitane
della Libia ed il Fezzan mantennero il frazionario 70 (assieme
all'Egeo), a differenza di Eritrea e Somalia che passarono
rispettivamente dal 70 all'83 ed dal 70 all’87?
h)
Mentone ebbe un frazionario,
analogamente a Lubiana, Spalato e Cattaro? Nessuno l’ha mai visto
finora, però i servizi a danaro venivano effettuati: fu forse aggregato
alla provincia di Imperia? Con che numeri? Forse con il 50/79 e
seguenti?
i)
l'Albania
(compreso il Kossovo annesso) ed il Montenegro, benché non annessi
direttamente all'Italia, ebbero anch'essi il frazionario? Se sì, quale?
Pare proprio di no, anche perché i relativi ordinamenti postali erano
diversi da quelli italiani. Idem per le Isole Jonie.
2.
Gli uffici di Posta Militare che
frazionari ebbero? Vari esempi sono stati riprodotti nell’articolo di
Emanuele Gabbini “Pacchi e servizi a danaro” pubblicato nel n. 85 del
marzo 2001.
Non abbiamo
ancora trovato nessun dato per gli uffici operanti durante la campagna
di Libia (1911/12), mentre durante la prima guerra mondiale i libretti
di risparmio richiesti agli uffici di posta militare venivano emessi
direttamente dal Ministero, e quindi probabilmente non vennero dotati
del frazionario né di Bologna né di Lecce, provincie cui erano
contabilmente aggregati.
Durante la
guerra di Spagna il frazionario era già in uso anche per i vaglia, ed
agli uffici venne attribuito il 55/ (che individua la provincia di Roma,
o meglio la Ragioneria della Direzione Provinciale delle Poste di Roma);
si conoscono il 55/658 per l’U.P.S. 2 ed il 55/666 per l’U.P.S. 8 (si
veda anche il lavoro di Cadioli e Cecchi sulla guerra civile spagnola –
Quaderno n. 18 dell’I.S.S.P.).
Durante la
guerra d'Etiopia (1935/36) gli uffici postali militari ebbero il
frazionario 40/ (Napoli), mentre durante la seconda guerra mondiale
(1940/41) gli uffici postali militari in A.O.I. ebbero l’82/ (Addis
Abeba).
Gli uffici
P.M. aperti per la campagna d’Albania ebbero il 55/ (Roma), e
conservarono il medesimo frazionario anche durante la 2^ guerra
mondiale.
Per la seconda
guerra mondiale, infine, i nostri uffici postali militari ebbero il
frazionario 55/ (Roma); ciò dovrebbe implicare una dipendenza contabile
dalla Ragioneria della Direzione Provinciale di Roma, mentre sappiamo
che le dipendenze contabili sono variate sia nel tempo che per i vari
uffici. Tutto ciò vale per il periodo 1940/1943, e per il Regno del Sud
anche per il 1943/46.
La Posta da Campo
della R.S.I. ebbe invece il 92/ (primo frazionario libero dopo il 91/
attribuito a Lubiana), anche se la cifra sotto non era progressiva ma
era il numero dell’Ufficio (ad esempio la P.d.C. 827 aveva il
frazionario 92/827 – v. articolo di Buzzetti e Vironda sulla “Tribuna
del Collezionista n. 260).
Abbiamo cercato
per anni gli elenchi di tali frazionari, ed anche la Direzione
Provinciale di Roma, da noi interpellata, che proseguì la richiesta
all'ex Direzione Centrale per i Servizi Ispettivi, tramite la sua Div. IV / Sez. IV / Uff. "M"
ci rispose che tutti gli incartamenti erano stati passati all'Ufficio
Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, che a sua volta li aveva
passati all'Istituto di Studi Storico Postali di Prato. In effetti gli
incartamenti sono nella biblioteca dell'Istituto, e contengono
indicazioni di tutti i tipi, ma non sul frazionario attribuito.
Durante l’AMG-FTT
gli uffici mantennero il frazionario 75/, ed anche Sgonico
(aperto nell’ottobre 1947 – si veda. nel timbro la dicitura
T.L. Trieste al posto dell’indicazione della provincia)
proseguì con le regole italiane.
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|
3.
Sempre a proposito della
provincia di Roma, sia il grande numero di uffici urbani sia il fatto
che ebbero frazionario 55/ varie altre provincie aggregate nonché vari
uffici di Posta Militare (vedi punti precedenti) fece sì che al 1/7/1951
(data di attribuzione dei nuovi frazionari alle provincie ex aggregate)
si fosse già arrivati al 55/971. Dopo questa data i frazionari
attribuiti ai nuovi uffici via via aperti seguono due vie: in piccola
parte proseguono, in parte "ripescano" numeri più bassi (pochi 300 e
400, poi dal 512 in su). Il 999 viene comunque raggiunto nel 1986, e
quindi da vent’anni si "ripesca" e basta: ma cos'erano questi numeri
liberi? Forse quelli degli ex Uffici di posta militare? I numeri degli
Uffici delle ex provincie aggregate non li abbiamo mai visti
riutilizzati. Questo argomento meriterebbe una disamina più
approfondita, che mi riprometto di fare in futuro, tempo e dati
permettendo.
Nel caso
dei ripescaggi, però, uno stesso numero viene ad individuare due diversi
uffici, sia pure in diversi periodi di tempo; identica situazione si
verifica per i frazionari riattribuiti alle provincie ex aggregate, dove
si è sì ripartiti dal denominatore 101, ma spesso la vecchia
attribuzione arrivava ben oltre (ad esempio la provincia di Lubiana
arrivava a 91/148, mentre Pordenone ricomincia da 91/101, quindi con ben
48 frazionari "doppi").
4.
Da quando alle ricevitorie (ex
collettorie) non è più stato attribuito il frazionario? Forse dal
1/10/1952, con la riforma del D.P.R. 5/6/1952 n. 656 e relativo
Regolamento D.P.R. 20/10/1953 n. 1234? Inoltre perché anche ad alcuni
uffici principali non è stato attribuito un frazionario (ad esempio Bari
Porto)?
A
tali curiosità ed anche ad altre avrebbe potuto rispondere facilmente
l’elenco dei frazionari che senz’altro le Poste hanno, ma solo nel 2005
siamo venuti a sapere che, incredibile ma vero, tale numero viene
attribuito ancora oggi come cent'anni fa (infatti funziona bene…), e
precisamente con un "librone", una pagina per provincia, e aggiornato a
penna. Dopo aver saputo chi fisicamente ce l'ha e lo aggiorna (all’epoca
la Divisione Rete Territoriale nelle persone di due dipendenti, di cui
in questa sede tralascio i nomi), abbiamo chiesto di farne aver una
copia non direttamente a noi ma al Museo, all'istituto di Prato, alla
Biblioteca delle Poste, insomma a chi gli pareva e che istituzionalmente
ne avesse diritto. In un primo momento è sembrato tutto facile, poi
improvvisamente il terrore burocratico-manageriale della segretezza ha
mandato tutto a monte. Sconsolati abbiamo provato anche direttamente con
Sarmi (l’amministratore delegato), a cui è stato consegnato un piccolo
promemoria spiegato anche a voce, ma evidentemente da quell'orecchio non
ci sente... Anche l'Ufficio Stampa (interpellato per altra via) ha
dovuto comunicarci un no. Da notare che il frazionario è esposto
all’ingresso di quasi tutti gli uffici postali, e che viene impresso su
qualsiasi documento passi in una macchina delle poste, dalla
raccomandata al bollettino al versamento. E’ sempre stato pubblicato nei
Bollettini Ufficiali e negli Elenchi degli uffici pubblicati
periodicamente, e quindi il rifiuto di tale informazione ormai storica
non è dovuto a segretezza ma secondo noi soprattutto a
quell’atteggiamento di arroganza che molto spesso esercita chi ci vuole
chiamare “clienti” ma ci considera solo limoni da spremere, e magari
fossero solo le Poste… Quindi, come ogni thriller, finisco questo
racconto lasciandovi in sospeso, col seguito alla prossima puntata…
sperando che ci sia!
prima del 1.7.1951: mostro sopra Montefiascone con il vecchio
frazionari 55/ di Roma.
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Per completare la
panoramica sul nostro frazionario elenco di seguito in ordine alfabetico
le 69 provincie esistenti nel 1905, ricordando che le discrepanze fra
l’ordine numerico e quello alfabetico derivano dal fatto che tre città
avevano nomi diversi da adesso, e precisamente Agrigento (Girgenti),
L’Aquila (Aquila) e Imperia (Porto Maurizio, in seguito unita ad Oneglia
per creare l’attuale Imperia):
29 Agrigento, 1 Alessandria, 2 Ancona,
4 Arezzo, 5 Ascoli Piceno, 6 Avellino, 7 Bari , 8 Belluno, 9 Benevento,
10 Bergamo, 11 Bologna, 12 Brescia, 13 Cagliari, 14 Caltanissetta,
15 Campobasso, 16 Caserta, 17 Catania, 18 Catanzaro, 19 Chieti, 20 Como,
21 Cosenza, 22 Cremona, 23 Cuneo, 24 Ferrara, 25 Firenze, 26 Foggia,
27 Forlì, 28 Genova, 30 Grosseto, 50 Imperia, 3 L'Aquila, 31 Lecce,
32 Livorno, 33 Lucca, 34 Macerata, 35 Mantova, 36 Massa Carrara,
37 Messina, 38 Milano, 39 Modena, 40 Napoli, 41 Novara, 42 Padova,
43 Palermo, 44 Parma, 45 Pavia, 46 Perugia, 47 Pesaro, 48 Piacenza,
49 Pisa, 51 Potenza, 52 Ravenna, 53 Reggio Calabria, 54 Reggio Emilia,
55 Roma, 56 Rovigo, 57 Salerno , 58 Sassari, 59 Siena, 60 Siracusa,
61 Sondrio, 62 Teramo, 63 Torino, 64 Trapani, 65 Treviso, 66 Udine,
67 Venezia, 68 Verona, 69 Vicenza.
******
l'intervento di Paolo Saletti,
"Articolo molto interessante, che precisa alcune cose che cercavo da anni. Fra le poche domande a cui posso rispondere io, dopo le ricerche che feci sulla provincia di Siena, segnalo che la riattribuzione dei numeri di uffici chiusi avvenne solo nei primissimi anni (diciamo prima della I G.M.) e che dopo, tutt'oggi, restano vuoti perché ai nuovi uffici danno un nuovo numero, anche talvolta saltandone uno o due senza apparente motivo. Volevo anche ribaire che, come per le mie ricerche, l'unico ente che non collabora mai, nemmeno con le cose più banali quali l'elenco degli uffici di una provincia, è Poste Italiane ad ogni livello !!! L'unica possibilità è cercare gli elenchi sul loro sito perché lì ci sono (forse loro non lo sanno..) e con tanto di codice frazionario... semmai è bene fare le stesse ricerche per due o tre volte. magari iniziando con una provincia che si conosce bene, in quanto i risultati non sono sempre univoci (altro mistero)."
*******
Il contributo di Gerardo Cacciari,
Scrivo a proposito del vostro recente articolo sui frazionari postali. Tempo fa mi ero costruito anche io un elenco di numeri frazionari, partendo da varie fonti trovate su internet, e il mio elenco è quasi del tutto coincidente col vostro fatte salve alcune piccole differenze:
Fraz. 70: nel mio elenco l'ho registrato come Venezia Tridentina o come Egeo, voi lo segnate come Uffici all'estero. Vedete inoltre quanto scrivo dopo.
Fraz. 71: io l'ho come Venezia Giulia, poi passato a Isernia (attuale). Voi invece lo assegnate alle Casse navali.
Fraz. 72: io l'ho come Zara (che voi invece mettete al numero 76 che ora è di Asti). Voi invece lo indicate come Casse di risparmio per italiani all'estero.
Non ho certo la pretesa di avere informazioni più precise, voglio solo condividere quel che so e mi chiedo quali siano le informazioni più esatte.
Inoltre, ho scoperto quasi per caso che il famoso frazionario 70/xxx, non più utilizzato dai tempi della seconda guerra mondiale, è stato finalmente riutilizzato, forse da poco, per un ufficio della provincia di Roma! L'unico che sono riuscito a trovare facendo un po' di prove empiriche è il 70/001 che corrisponde a Filacciano. Forse il 55/xxx è talmente pieno che si sono infine decisi a riciclare il 70/xxx. Guardate:
http://www.poste.it/online/cercaup/imprese/dati_ufficio.php?fraz=70001
Dato che ci sono vorrei chiedervi che informazioni avete a proposito di frazionari "anomali" tipo 11/001A01 (vedere link seguente). Ho visto che ce ne sono parecchi nella provincia di Roma, la mia impressione è che vengano utilizzati per uffici speciali o temporanei. Mi sapete dire qualcosa in più?
http://www.poste.it/online/cercaup/imprese/dati_ufficio.php?fraz=11001A01
Grazie,
G. Cacciari (Bologna)
**********
ancora un contributo di Paolo Saletti,
Quelli che Cacciari definisce frazionari anomali (non vedo perché anomali... forse perché sono diversi dai soliti...) sono dei nuovi frazionari, in uso da pochissimo tempo, che sostiuiscono i frazionari originali quando un Ufficio non dipende più direttamente dalla Direzione Provinciale ma da un altro Ufficio, prendendone il frazionario (ovviamente per tutte le implicazioni contabili che ciò comporta) con l'aggiunta della A ed un numero progressivo in ordine alfabetico... faccio un esempio pratico che è meglio: in provincia di Siena oggi gli Uffici di Campiglia d'Orcia e Vivo d'Orcia dipendono direttamente dall'Ufficio di Abbadia San Salvatore e non dalla Direzione di Siena quindi hanno, rispettivamente, i frazionari 59002A01 e 59002A02, dove 59002 è il frazionario di Abbadia San Salvatore ed il resto quanto detto sopra, ma credo sia importante rimarcare che gli originari frazionari dei due Uffici, rispettivamente il 59013 ed il 59080, sono stati soppressi. Spero d'aver risposto esaurientemente...