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100 anni di onorato servizio

di Marino Bignami


Dall'Unità d'Italia, per evidenziare il servizio delle raccomandate, era prescritto di imprimere sul frontespizio della busta un bollo in cartella contenente la parola RACCOMANDATA, poi il numero di registrazione e il peso in alto in un angolo (comprendente la sigillatura con ceralacca che era ancora obbligatoria). L'addetto allo sportello doveva poi registrare l'invio con nome e cognome del presentatore, l'ora di accettazione (era nella bollatura di ricevuta), il numero della ricevuta, il numero ed il colore dei "suggelli", il tipo di impronta, la tassazione riscossa e consegnare copia al mittente.


Ricevuta di raccomandata del 1873 con tutti i dati della accettazione.


Dal 1883 per accordi U.P.U. la modalità di accettazione delle raccomandate venne cambiata, furono introdotti dei cartellini da incollare sul frontespizio che avevano stampato una lettera R, in rosso, un numero progressivo, la località di partenza dell'invio e la ricevuta da consegnare al mittente venne semplificata. Alla stessa data fu abolita anche la sigillatura e il peso.
La nuova procedura facilitava il lavoro degli addetti perchè le operazioni di registrazione erano diminuite. Dopo alcuni anni ci si accorse però che il sistema era molto costoso perchè per ogni ufficio postale (erano migliaia) si dovevano stampare dei cartellini personalizzati con grave spesa per l'amministrazione. Perciò dal primo luglio 1890, si sostituirono i cartellini con un timbro che imprimeva una grande R. N. sulla busta, l'addetto avrebbe poi vergato il numero progressivo della raccomandata ed applicato l'usuale bollo a data con la località. Nel 1893 per ulteriore semplificazione e chiarezza, agli uffici delle principali città si distribuirono i bolli che oltre alle lettere R. N. riportavano anche il nome della località.

Il timbro R. N. seguito dal numero è il classico bollo applicato alle raccomandate a cavallo del Novecento, successivamente, prima della Grande Guerra, si ritornò alle etichette e specialmente nei grandi uffici cittadini anche con bolli numeratori in cartella completi di località (spesso impressi in rosso). Il nostro timbro R.N., rimasto negli uffici, ha continuato ad assolvere il suo compito nei momenti di emergenza specialmente negli uffici minori. Le immagini sottostanti documentano la longevità del suddetto bollo centenario.


1892 - R.N°. nel periodo di uso normale

1956 - R.N°. usato dopo oltre mezzo secolo

1992 - COLOGNO AL SERIO - R.N°. usato esattamente un secolo dopo la busta in alto. (la raccomandata da 45 Cent di lira nel 1892 è arrivata dopo 100 anni a 3950 lire; quasi ottomila volte superiore!!)

 

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