E' la storia di una nave mercantile italiana sorpresa dallo scoppio della seconda guerra mondiale fuori dal Mediterraneo,in Brasile: il 10 giugno 1940 oltre duecento navi mercantili italiane furono costrette per non cadere nelle mani del nemico, alcune ad autoaffondarsi, altre a rifugiarsi in porti neutrali. Alcune di queste seguendo precisi ordini di operazione lasciarono i porti neutrali per intraprendere le lunghe e rischiose navigazioni oceaniche che avevano quale meta i porti atlantici della Francia occupata dai tedeschi. Queste navi furono denominate" violatori di blocco".
Nei porti del Brasile, dell'Argentina e dell'Uruguay erano concentrate ben 36 navi italiane allo scoppio della guerra e Supermarina, in accordo con il Ministero degli esteri, aveva mobilitato gli Addetti Navali presso i Governi di Rio de Janeiro, Buenos Aires e Montevideo per studiare la possibilità di recuperare una parte del naviglio mercantile.
Il MONBALDO si trovava nel porto di Belen sul fiume Parà nel nord del Brasile: era un piroscafo da carico della Società di Navigazione Italia, di 6.213 t.s.l. e 10 nodi di velocità con una autonomia massima di 3.900 miglia.
Completato il carico di 8000 tonnellate di materie prime e merci varie, partì nelle prime ore del 28 giugno 1941 dalla località Pinheiro a 20 km da Belem ed alle ore 16.00 il piroscafo italiano aveva già guadagnato il mare aperto. La nave venne camuffata in modo da poter essere scambiata per il piroscafo inglese "Castelmoor" pitturando anche lo scafo con il colore grigio dei mercantili inglesi. Al comando del capitano di l.c. Virgilio Bertello,la nostra nave navigò praticamente indisturbata, nonostante numerosi avvistamenti di navi mercantili all'orizzonte, ed al mattino del 20 luglio 1941 venne avvistato Capo Finisterre. Da questo punto la navigazione si svolse a breve distanza dalla costa spagnola, il 23 luglio raggiunse S. Jean de Luz, dove venne raggiunta dagli M Boote tedeschi per la scorta fino alla Gironda. Il Monbaldo proseguì la navigazione alla volta di Bordeaux che venne felicemente raggiunta alle ore 22 del giorno 24 luglio 1941.
Alcuni giorni dopo,terminata la discarica, la nave passò ai tedeschi e gran parte dell'equipaggio italiano venne rimpatriato. Successivamente, con ancora a bordo il capitano Virgilio Bertello, la nave forzò il blocco di Dover, ma rimase colpita dalle schegge dei proiettili dei cannoni di grosso calibro inglesi, riportando danni minori sopra al galleggiamento, e con due feriti fra l'equipaggio, raggiunse il Baltico. L'8 settembre 1943 il Monbaldo si trovava nelle acque di Stettino: la nostra nave continuò a navigare fino al 24 marzo 1945, quando, sempre a Stettino, venne affondata da bombe di aereo.
Le lettere che qui riproduco hanno la medesima destinazione, Stettino: due hanno il medesimo indirizzo ( Johs Fritzen e Sohn- Bollwerk 1), la terza è destinata al console italiano di Stettino.
La lettera indirizzata al Comandante Spinetta Arnaldo- Ital.D."Monbaldo" - Stettin - Germania, è una raccomandata espresso, affrancata per lire 5 ( lettera primo porto per Germania 1 lira- raccomandata 1,50 lire - espresso 2,50 lire) parte da Genova il 12/6/1944 ed arriva a Stettino il 24/6/1944, porta i segni della censura italiana di Genova e quella tedesca di Monaco.
|
La seconda parte da Milano il 12/12/1944 ed arriva a destinazione il 23/01/1945, è affrancata per lire 2,50 ( lettera 1 lira - raccomandata 1,50), porta la censura italiana di Milano e quella tedesca di Monaco.
La terza lettera parte da Chiavari(GE) il 27/3/1944 ed arriva a Stettino il 15/04/1944, sempre affrancata per lire 2.50.
Dal mio punto di vista i tre destinatari facevano parte dell'equipaggio misto italiano-tedesco, a bordo della nostra nave, che partita dalle acque calde del Brasile nel lontano 1941, finì i propri giorni nelle gelide acque del Baltico.