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note sul servizio ciclistico COR.AL.IT.

di Marino Bignami ( www.postaesocieta.it )

Verso la metà del 1944 nei territori della R.S.I. il servizio postale civile era quasi normale nei centri abitati, mentre era quasi impossibile il trasporto a distanza per lo strapotere aereo degli Alleati che interrompevano qualsiasi tentativo di collegamento ferroviario o stradale, mitragliando tutti i veicoli in movimento. La corrispondenza dei ministeri e degli enti pubblici e militari veniva trasportata dalla "Posta da Campo" che era un servizio militare o militarizzato che ne faceva un servizio riservato a limitate utenze. Gli utenti civili che avevano necessità di comunicazione, spesso si rivolgevano alle poche società di autotrasporto privato che viaggiando di notte si sostituivano (a pagamento) al servizio postale in "corso particolare", con la corrispondenza regolarmente affrancata ed annullata all'ufficio postale di partenza (non sempre venne affrancata!). Per sopperire alle necessarie comunicazioni molti enti non militarizzati, in particolar modo le province, gli istituti di previdenza e gli enti preposti alla distribuzione delle derrate alimentari, per mancanza di carburante e dei mezzi di trasporto che erano stati destinati alle necessità belliche, organizzarono dei servizi di staffetta ciclistica che dal capoluogo si diramavano ai comuni dei paesi dipendenti. Sull'esempio di questi servizi che sopperivano anche alla paralisi dei trasporti postali, fu costituita (fra le altre) la società Coralit (S.r.l. a capitale di £ 60.000) che ottenne l'autorizzazione (il 26 Febbraio 1945 dal Ministero delle Comunicazioni della R.S.I.) ad effettuare il recapito della corrispondenza a mezzo di "corrieri ciclisti" per le necessità civili di aziende, banche, privati. (I tempi di consegna promessi erano molto brevi: uno o due giorni, ma in pratica furono dell'ordine di una decina). La Coralit per la sua "affrancatura" aveva approntato due vignette da 14 e 28 lire, in funzione del peso e della distanza di consegna. La concessione da un punto di vista normativo si rifaceva sia al corso particolare sia all'antica norma che permetteva il trasporto della corrispondenza ai privati nei tratti non coperti dal servizio pubblico fino al più vicino ufficio postale che poteva effettuare la consegna. La società Coralit (Corrieri Alta Italia) fu autorizzata inizialmente a collegare postalmente Venezia con quattro città vicine: Treviso, Padova, Verona e Vicenza; constatata la fattibilità e la forte richiesta del pubblico, venne potenziato ed esteso il servizio alle località giacenti sull'asse stradale che da Torino arrivava a Trieste. Ebbe le sedi nelle principali città della pianura: Torino, Vercelli, Novara, Milano, Bergamo, Brescia, Ferrara, Rovigo, Venezia, (con le già citate Treviso, Padova, Verona e Vicenza) e Trieste. L'asse viario, al pari delle antiche "strade postali", venne suddiviso in stazioni di scambio della corrispondenza fra le staffette che percorrevano il tragitto in bicicletta (nel caso non fosse possibile altrimenti). La tariffa che l'utente pagava alla Coralit comprendeva l'affrancatura in porto semplice da bollare in ufficio postale di partenza; il trasporto a mezzo ciclista fino all'ufficio postale più vicino alla destinazione e il costo della raccomandazione effettuata all'arrivo (così facendo si poteva avere una ricevuta per controllo). L'agenzia Coralit che riceveva l'invio lo "affrancava" al retro con la sua etichetta (lire 14 ogni 10 gr.) e con i francobolli necessari al servizio postale richiesto (sul fronte). Dopo il trasporto nella località di arrivo, lo consegnava all'ufficio postale locale dove era bollato, censurato e consegnato a destino dal servizio postale. Dopo il 25 Aprile con la sospensione di tutto il servizio postale ordinato dal G.M.A., venne sospeso anche il trasporto Coralit. Nell'immediato dopoguerra, causa notevoli impedimenti nel trasporto postale, la Coralit riprese il servizio, ma dovette richiedere una nuova autorizzazione alla Direzione Provinciale delle Poste; la ottenne il 21 Maggio 1945 quando anche il servizio postale era ripreso da poco fra mille difficoltà. La Coralit cessò il servizio il 30 Giugno 1945 quando la situazione postale cominciò a normalizzarsi. I documenti postali trasportati dalla Coralit sono compresi in queste date: dal 26 Febbraio 1945 al 25 (?) Aprile1945 e nel dopoguerra dal 21 Maggio al 30 Giugno 1945, in totale circa 100 giorni, prima e dopo la fine della guerra.

La procedura completa della spedizione prevedeva tra l'altro:
A)- Che il ciclista addetto fosse munito di tesserino di riconoscimento per superare eventuali controlli militari.
B)- Nel periodo R.S.I. che l'addetto fosse munito di "foglio di viaggio" bilingue italiano-tedesco con segnate tutte le tappe percorse ed i tempi impiegati .
C)- Che gli invii fossero accompagnati da una doppia distinta delle corrispondenze raccomandate trasportate, da bollare come ricevuta dall'ufficio postale d'arrivo con copia da trattenere in ufficio.
D)- Nel periodo R.S.I. che tutte le corrispondenze fossero sottoposte a censura. Nel dopoguerra con il GML la censura avvenne a campione.

Le modalità di applicazione delle tracce dei bolli e dei segni di trasporto variarono da una stazione Coralit all'altra, sia nelle marche di pagamento applicate. Ne vennero emesse tre serie: la prima come etichette con stampa in colore, diverse per l'andata e il ritorno del percorso da effettuare, la seconda composta da due etichette colorate con valore di uno e due porti inscritti in un ovale, rispettivamente lire 14 e lire 28. Il terzo tipo era una serie di cinque marche simili ai francobolli ma non dentellate con valori di lire 14, 28, 56, 70 e 140. Su tutte era previsto l'annullamento con bollo a data nominativo da parte dell'ufficio Coralit di partenza. Contemporaneamente erano in uso timbri rettangolari in gomma con intestazione della città di partenza da applicare al retro (alcune volte applicate sul fronte) su cui veniva segnata la cifra incassata e la data di partenza; successivamente il bollo venne sostituito da un cartellino figlia con numero di serie con evidenti scopi di controllo (senza località di partenza perchè la madre rimaneva in ufficio Coralit), su cui riportare la solita data di partenza e la somma incassata. Alla fine del conflitto e dopo i tempi di esistenza del servizio ci furono commercianti filatelici che, ritirate le giacenze della Coralit e i relativi timbri, si sbizzarrirono applicando le etichette di valore, i cartellini e gli annulli a data per "abbellimento" di corrispondenze viaggiate normalmente per posta. Bisogna quindi essere molto guardinghi nell'accettare pezzi da collezionare.
Nella valutazione della genuinità dell'oggetto "Coralit" va tenuto presente anche che gli uffici postali nell'immediato dopoguerra ritiravano la corrispondenza anche prima delle date ufficiali di ripresa del servizio, spesso la bollavano ma non potevano nè inoltrarla nè distribuirla, quindi le date di partenza e di arrivo a volte sono molto distanti fra loro. Nel Nord-Est in alcuni periodi sono stati permessi e usati normalmente i valori della caduta R.S.I. per assoluta mancanza dei nuovi francobolli dell'imperiale stampati a Novara. Per la carenza di francobolli nelle Venezie (nel Nord-Ovest i valori della R.S.I. erano stati messi fuori corso dal giorno 14 Maggio 1945), a volte la prescritta affrancatura di partenza in posta ordinaria era rimandata all'arrivo a destino quando era applicata anche la raccomandazione.

marche della terza serie in uso dalla ripresa del servizio, dopo l'interruzione provocata dall'insurrezione popolare del 25 Aprile e dal blocco postale ordinato dal G.M.A.
l'affrancatura di questa corrispondenza raccomandata e censurata a Milano è composta dalla serie dei primi francobolli (con il fascio) del dopoguerra stampati presso la De Agostini di Novara su ordine del G.M.A.
partita da Brescia il giorno 19 Maggio è arrivata a Milano il 28, dopo censura è stata consegnata il giorno seguente.

 
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