E’ davvero curiosa la storia della prefilatelia, se confrontata con la filatelia classica.
Poco dopo l’introduzione del Penny Black, inizio’ il collezionismo filatelico e, con esso, dopo non molti anni, comparvero i primi listini e poi, i veri e propri cataloghi.
L’abitudine di proporre cataloghi per ogni continente, per ogni nazione, poi per le varie tematiche si è mantenuta e , direi intensificata , a giudicare dagli aggiornanenti, che, per alcuni settori, sono a volte mensili.
La prefilatelia, almeno nel Lombardo-Veneto, è terminata circa 160 anni fa, ma gli interessi per questo tipo di collezionismo, sono iniziati successivamente, quasi che la passione per la filatelia classica l’avesse fatto apparire, troppo precocemente, un interesse obsoleto. Molti hanno recitato dei requiem prematuri, dimenticando che la prefilatelia rappresenta un ponte fra la classica filatelia e la storia postale, che si proietta all’indietro fino alle tavolette sumeriche, secondo un’interpretazione allargata della storia postale. Anche considerando solo i documenti su lettera o pergamena la prefilatelia data da diversi secoli, a fronte di una fase filatelica che non è ancora arrivata a due.
Il primo catalogo dei bolli postali del Lombardo –Veneto è opera di Max Kleb e Anton Kumpf Mikuli, pubblicato tra il 1934 e 1936 nella rivista SAVO di Vienna.
Seguirono poi quelle del Banci e dell’Alianello: ora il riferimento è quello classico di Paolo Vollmeier (1979) più aggiornato. Da allora nessuno ha mai più pubblicato un catalogo organico adeguato. E dire che i ritrovamenti, in questi ultimi decenni, si sono succeduti e sono stati continuamente segnalati annulli non catalogati, varianti, integrazioni, aggiornamenti di date di utilizzo dei vari bolli.
Sono anche stati scoperti nuovi archivi, sono stati messi all’asta lotti di prefilateliche che, per molti anni, erano noti ai solo proprietari. Talvolta solo la valorizzazione di un lascito ereditario ha permesso di conoscere impronte inedite.
Nella storia della posta sono riportati recenti, importanti scoperte. E’ solo che nel 1950 che vengono scoperti i bolli a secco sulle lettere del Ducato di Milano. Eppure i bolli come “Mediolanum Cursores“ c’erano sempre stati sulle missive degli Sforza, come il relativo stemma inscritto.
Il piu’ antico sembra quello di Galeazzo Visconti del 1358, con il “Biscione” e la lettera “G”.
Questi, insieme agli altri timbri a secco, sono stati considerati, da alcuni studiosi, precursori dei timbri dell’era filatelica, a sottolineare la continuita’ e sovrapposizione delle storie di posta.
Di seguito vengono proposti aggiornamenti e integrazioni della prefilatelia di Milano, con riferimento alla numerazione proposta dl Vollmeier nel suo volume “Catalogo dei bolli postali del territorio Lombardo –Veneto dalle origini all’introduzione del francobollo”-Sirotti editore-Milano
1979.
6.35
LETTERA DA MILANO A VIENNA DATATA 7 MARZO 1844
CHE ANTICIPA DI CIRCA UN MESE LA PRIMA DATA NOTA (APRILE 1844- FEBBAIO I846
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6.74
LETTERA DAL TRIBUNALE DI MILANO ALLA PRETURA DI BRIVIO DEL 31 GENNAIO 1846.
E’ UN TIMBRO UTILIZZATO PER CORRISPONDENZA UFFICIALE DI VALORE FRA IL 1845 E IL 1850.
LA PARTICOLARITA’ DI QUESTA LETTERA RISIEDE NELL’INVERSIONE NEL DATARIO DI MESE E GIORNO
( FIRMATA VOLLMEIER)
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