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La via di Ancona (1834)
Il Del Bianco (5) afferma che, nel secondo decennio dell’800, bastimenti a vela privati provenienti da Corfù attraccavano ad Ancona. Come vedremo successivamente funzionava anche una linea di vascelli militari austriaci. Nel 1825 il governo ionico organizzò una Flottilla Ionia soprattutto per collegare le sette isole, ma uno o più vapori, tra i quali l’Eptanisos (o Eptaissos (6), facevano servizio fino ad Ancona. Tutte le tipologie navali su elencate trasportavano posta, ma le navi commerciali, dopo l’avvento dei servizi governativi e austriaci, non ne ebbero più diritto e poterono continuare a svolgere un servizio postale solo a condizione che la corrispondenza avesse preventivamente assolto i diritti ionici, se in partenza, o fosse consegnata subito all’ufficio di sanità, se in arrivo (7).
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fig. 5 |
La lettera di fig.5 è del 15 marzo 1834 e ha viaggiato probabilmente sull’Eptanisos, meno probabile che abbia usato un vascello militare austriaco poiché non è sicuro che facesse scalo ad Ancona, né che trasportasse posta non “austriaca” e, infine, le date di partenza stabilite (il 12 e il 25) non coincidono. Il vapore jonico, invece, partiva da Corfù tra il 20 e il 25 di ogni mese e copriva la tratta di andata in circa due giorni (8). Siccome la lettera è giunta a Modena il 23, il vapore dovrebbe essere partito il 20 e i tempi di percorrenza coincidono. La testimonianza del passaggio per Ancona è data dai bolli di disinfezione al verso, identificabili anche se illeggibili, e dall’assenza di bolli napoletani. La lettera ha scontato in partenza 6 pence; in transito il diritto di profumo di 5 baj segnato al verso e infine, in arrivo, 25 centesimi per il diritto di distribuzione estense. Si ripropone anche in questo caso una domanda simile a quella posta in precedenza; chi ha pagato i 5 baj ad Ancona? L’ipotesi che si può fare, però, è diversa perché la somma fu pagata subito e non indicata a credito verso un’altra amministrazione. Sembrerebbe, in questo caso, che abbia pagato il trasportatore jonico o un ignoto forwarder.
Ricevere e mandare erano questioni diverse e per i modenesi spedire lettere verso le Isole via di Ancona era una scelta dall’esito molto aleatorio. Ne abbiamo due testimonianze di prima mano (cfr figg. 1 e 2 precedenti):
“Siccome il mio amatmo figlio Cesare, che trovasi ora costà, si lagna di non aver ricevute parecchie mie lettere che ho ad’esso lui inviato via Ancona, e Venezia, ...”
“Sono per sperare che queste mie due righe non andranno perse come le diverse lettere che tempo fa ti scrissi, impostandole a Modena. La presente la imposterà l’amico Bovio in Bologna ...”
Abbiamo visto che, nonostante le indicazioni dei mittenti, entrambe le lettere furono mandate a Napoli per seguire il più sicuro invio via Otranto. Due lettere in partenza e due lamentele di oggetti non ricevuti: un record!
La via di Trieste (1856)
Vediamo brevemente perché la via di Trieste diventò importante per il nostro Ducato solo dal 1837 e perché divenne esclusiva. Il 16 maggio 1820 partì da Trieste il primo Paketboot dell’Imperial Regio Comando della Marina austriaca diretto a Corfù, il Dalmata (9). Secondo i programmi, esso sarebbe partito con lettere, gruppi, merci e passeggeri ogni martedì della terza settimana di ogni mese, e non si faceva alcun riferimento a scali ad Ancona. Gli auspici non furono dei migliori se il primo Pacheboot andò a fondo nel viaggio di ritorno per “un improvviso colpo di vento”. Gli utenti, comunque, fatti i debiti scongiuri, apprezzarono il servizio, poiché esso riprese dalla metà di agosto con la Goletta Arianna, esteso con il tratto Trieste – Venezia, e continuò per diversi anni (10).
Il Lloyd Austriaco soppiantò, sulla linea per Trieste, i vascelli militari (11) con navi a vapore. Il primo bastimento, forse in via sperimentale, l’Arciduca Ludovico, partì da Trieste il 16 maggio 1837 e arrivò a Corfù il 19. Ad esso ne seguirono molti altri, come il brigantino a vapore Giovanni Arciduca d’Austria. Il passo successivo, già dal 1° settembre 1837, fu l’apertura a Corfù di un’Agenzia Marittima. La medesima società, qualche anno più tardi, scalzò con la sua efficienza anche le altre navi sulla linea per Ancona. I vapori partivano da Trieste il 1° e il 16 di ogni mese e arrivavano quattro giorni dopo a Corfù; nel viaggio di ritorno, prendevano il mare ogni 13 e 28, e ci impiegavano in teoria anche solo tre giorni (12). Il servizio era già originariamente esteso a Costantinopoli con uno scambio tra piroscafi diversi in genere a Sira.
Ovviamente il quadro che ho fornito della situazione al primo anno di servizio lloydiano ebbe modo di cambiare molte volte frequenza e scali. Ad esempio nel luglio 1845 partiva da Trieste ogni martedì un bastimento che fermava a Corfù, una volta via di Ancona e una volta diretto. Sarebbe molto interessante ricostruire le rotte e gli orari del Lloyd ma qui ho voluto solo sottolineare come la questione sia molto articolata. Saltiamo dunque al 1851, anno in cui l’Amministrazione austriaca stipulò un’importante convenzione postale con i Lloyd. In essa (13) si
stabiliva che l’impresa diventava un Istituto delle I.R. Poste, che il porto (marittimo) tra Trieste e Isole Jonie era di 9 kreuzer per lettere fino a un lotto di peso e che la frequenza di tale viaggio era settimanale, con scalo a Corfù.
Dell’anno successivo è l’importante convenzione postale tra il Ducato di Modena e l’Austria, dove si stabiliva, all’articolo XXVII, che la corrispondenza trasportata col mezzo dei battelli a vapore pagasse la stessa soprattassa pagata dai sudditi austriaci con l’aggiunta del diritto di porto per la corrispondenza destinata oltre le 20 leghe; in altre parole 9 kreuzer di sovrattassa e 9 kreuzer di porto o, se preferite, 40 più 40 centesimi italiani.
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fig. 6 |
In figura 6 vi mostro una lettera scritta a Corfù il 25 agosto 1856 ma impostata martedì 26, indirizzata a Mirandola, vicino Modena. È possibile constatare le tassazioni di 3 pence, per le competenze joniche, come da tariffario del 1845 e, al verso, i 9+9 kreuzer per le competenze marittime e terrestri. Gli importi sono scritti a matita, usanza caratteristica di Corfù. Le linee dei vapori dei Lloyd erano tante e stabilire quale abbia caricato la lettera in questione non è semplice. La convenzione del 1851 tra Austria e Grecia stabiliva che il vapore tra Atene e Trieste passasse da Corfù il secondo giovedì del mese, mentre quello proveniente da Costantinopoli il venerdì. Una tabella pubblicata dal Del Bianco (14) indica un vapore che faceva cabotaggio con Prevesa e che partiva bisettimanalmente, il mercoledì, per Megline da dove, con cambio di bastimento, si raggiungeva Trieste. L’assenza di bolli in arrivo non aiuta a farsi un’idea anche se sembrerebbe più probabile la seconda combinazione.
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(5) U. Del Bianco, Il Lloyd Austriaco e gli annulli marittimi dell’Austria – Ungheria, I e III voll., Sorani Ed., 1976/82.
(6) Nella Gazzetta di Zara del 1° maggio 1835 è citato anche un vapore Evlanaissos.
(7) La forte attenzione delle autorità ioniche verso il contrabbando di lettere, minacciando multe salatissime e controlli serrati, è sintomo che naviganti di tutti i tipi continuarono ad essere particolarmente attivi nel commercio illegale.
(8) Come si vedrà nel capitolo successivo, la tratta Trieste – Corfù era coperta in circa quattro giorni, perciò ritengo che la mia affermazione sia una buona approssimazione. Inoltre una carta geografica d’Italia del 1849, per il tragitto marittimo Corfù – Ancona, indicava un viaggio di 47 ore.
(9) Circolare n° 9351, Trieste 11 maggio 1820, che, però, non cita il nome del vascello.
(10) Le informazioni e la terminologia particolare sono tratte da Il Messaggere Tirolese del 2 giugno, 13 giugno, 7 luglio e 22 settembre 1820.
(11) La linea militare fu abolita nel 1840.
(12) Notificazione della IR Amministrazione Aulica delle Poste, 7 luglio 1837.
(13) Convenzione del 9 luglio 1851, in vigore dal 1° agosto, artt. I, XV sub 3 e Appendice.
(14) U. Del Bianco, Op. citata, Tavola V, vol. I.
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