Casteltermini, comune della provincia di
Agrigento, nel 1859 contava 7549 abitanti,
all'incirca quanto ne conta oggi. All'epoca, la
distanza di circa 30 km da Agrigento (allora chiamata
Girgenti) e di 100 km circa da Palermo, veniva percorsa
dalla diligenza postale, tre volte la settimana,
lungo strade a mala pena percorribili e con grandi
disagi per passeggeri e vetturini.
La partenza da Palermo avveniva il martedì, il giovedì e il sabato al calare del sole.
Il 1° gennaio 1859 era sabato e quel giorno partì da Palermo, come programmato, la vettura corriera a
cui a Casteltermini sarebbe stata affidata l'indomani,
che era domenica, la lettera sopra illustrata diretta a
Girgenti.
Mentre la officina postale di Palermo, così come
quella di Messina, era dotata di bollo datario di partenza
che dava contezza della data, oltre che del
luogo di partenza, le altre officine postali avevano
solo il bollo nominativo, in genere ovale, e non il
bollo datario circolare.
Le officine di posta - come conseguenza della
riforma postale che introduceva l'uso dei francobolli
- a partire dal 1° gennaio 1859 - furono dotate anche
del timbro a cornice a ferro di cavallo, disegnato e
ideato dal pittore Carlo La Barbera, per obliterare i
francobolli emessi in pari data per evitarne un nuovo
utilizzo, e contemporaneamente rispettare la sacra
effigie del Re.
La frequenza delle corse postali era trisettimanale,
motivo per cui il 2 gennaio 1859 non parti da
Palermo o da Messina alcuna lettera, affrancata,
schiava (con tassa a carico del destinatario) o di "Real Servizio" (cioè d'ufficio) che fosse, e conseguentemente,
non è stato dato trovarne nei centocinquanta
anni che sono trascorsi dalla emissione. Cioè oggi non si hanno lettere timbrate col datario di partenza
del 2 gennaio 1859, peraltro in uso solo a
Palermo e a Messina, che erano le città più importanti
del Regno.
Dato che quasi tutte le corse postali avevano frequenza
trisettimale, con esclusione di quella per
Messina per la via delle marine che era bisettimanale,
ed erano partite regolarmente da Palermo e da
Messina sabato 1° gennaio 1859, le uniche lettere che
si può ipotizzare siano partite il 2 gennaio 1859 sono
quelle inoltrate da officine postali che distavano da
Palermo o da Messina circa 24 ore di viaggio, comeè il caso di Casteltermini che ricadeva lungo la corsa
Palermo Licata, per le lettere dirette verso Girgenti.
Già l'avv. Gaetano Russo, studioso dei francobolli
siciliani, aveva evidenziato l'estrema rarità delle lettere partite il 1° gennaio 1859, giorno dell'introduzione
dell'uso dei francobolli in Sicilia
con l'effigie di Ferdinando 2°, giorno si ripete
coincidente col giorno di avvio della riforma postale,
sull'esempio inglese. Da quel giorno la tariffa
per la spedizione delle lettere non era più basata
sulla distanza, oltre che sul numero dei fogli, ma
era unica, qualsiasi fosse la distanza per tutte le
destinazioni del Regno delle due Sicilie: domini di
qua e di la del Faro. In buona sostanza la tariffa
unica per le lettere era di 2 grana per ogni foglio, e
veniva assolta con l'uso di un francobollo di colore
azzurro, splendido per le gradazioni del cobalto,
caratteristico delle prime stampe e dei primi giorni
d'uso, nonché per la finezza della incisione calcografica.
Rare sono le lettere affrancate partite il 1° gennaio
1859, di cui oggi se ne conoscono appena 11 partite
da Palermo, e solo 3 partite da Messina, ma ancora
più rare sono quelle partite il 2 gennaio 1859, individuabili
solo, leggendo lo scritto interno, evidenziante
la località e la data di partenza, come è il caso della
lettera che si illustra, e di cui si riproducono i particolari
più rilevanti.
L'avv. Gaetano Russo, particolarmente attratto
dalle lettere viaggiate nei primi giorni d'uso e più generalmente, nel primo mese d'uso, ne aveva rintracciato
solamente tre affrancate partite il 2 gennaio
1859, e le custodiva gelosamente nella propria collezione,
lettere che poi dopo la sua morte arricchirono
nuove collezioni:
• Lettera partita da Catania (ovale) diretta a Messina
di cui riportava il datario di arrivo al verso del 4
gennaio 1859 affrancata con 2 grana "cobalto
scuro" 1ª tavola pos 56:
• Lettera partita da Modica (ovale) diretta a
Siracusa affrancata con 2 grana "cobalto" 1ª tavola pos R81 caratterizzata dall'apposizione
dell'ovale "FRANCA" secondo l'uso prefilatelico,
peraltro non più necessario per la presenza
dei francobolli;
• Lettera partita da Modica (ovale) diretta a
Siracusa affrancata con 2 grana "cobalto" 1ª tavola
pos 53;
A queste tre lettere, che sono andate ad arricchire
le collezioni di grandi collezionisti, e sono sinora le
uniche conosciute, ora se ne aggiunge una quarta,
partita da Casteltermini proprio il 2 gennaio 1859
come chiaramente si rileva dall'incipit della lettera,
peraltro confermato dalla registrazione del destinatario
che l'aveva ricevuta l'indomani che era il 3 gennaio
1859. (Fig. 1).
Fig. 1 - Annotazione della data di ricevimento 3 gennaio 1859 |
La lettera indirizzata a Gaetano Carrano di Girgenti
fu scritta dall'avv. Tommaso Pintacuda di Casteltermini
che possedeva alcune importanti miniere di zolfo della
zona la cui coltivazione era iniziata proprio nei primi
decenni dell'ottocento, ed il cui materiale estratto veniva
esportato in tutto il mondo con "barchi" a vela che
partendo da "Molo di Girgenti" (oggi Porto
Empedocle) raggiungevano anche gli Stati Uniti
d'America, dopo avere attraversato l'oceano Atlantico.
A testimoniare l'evento straordinario che rappresentò la introduzione dell'uso dei francobolli, a
cui dal 1° gennaio 1859 sarebbe stato necessario
fare l'abitudine per la spedizione della posta,
l'avv. Pintacuda nel dare debito registrato nel
conto intrattenuto dal Carrano presso di Lui, scrisse
fra l'altro "Vi compiacerete mandarmi cento
bolli lettera di due bajocchi e venti di un grano
napolitano". (Fig. 2).
Fig. 2 - Richiesta dei francobolli: 100 da 2 grana e 20 da 1 grano (Spese postali a carico del destinatario).
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Richiesta esaudita dal Carrano che annota la risposta nella stessa lettera e cioè "…vi rimetteremo i bolli".
(Fig. 3).
Fig. 3 - Annotazione: Vi rimetteremo i bolli.
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Nel fronte della lettera si può notare un'altra particolarità e cioè la mancanza del bollo ovale nominativo
di Casteltermini. Questo evento, è molto raro da
riscontrare nelle lettere partite da officine di posta intermedie
delle corse postali, perché l'ufficiale postale contravveniva
ad una precisa tassativa disposizione del
regolamento postale che obbligava ad apporre l'impronta
nominativa. In genere tale mancanza è giustificata
solo nel caso di lettere imbucate al battello, e viaggiate
quindi con i vapori in partenza dai porti di Palermo,
Messina e Catania, quando i francobolli furono timbrati
in arrivo nelle officine postali di destinazione.
Nel caso che esaminiamo, l'evento deve essere attribuito
indubbiamente alla novità dell'uso dei francobolli
adesivi, innovazione che indusse in errore l'officiale
postale non facendogli apporre il timbro nominativo
caratteristico di Casteltermini, ma facendolo concentrare
sull'apposizione che avveniva per la prima volta del
timbro a ferro di cavallo, come comunemente viene
chiamato, che fu apposto però correttamente rispettando
la sacra effigie del Re Ferdinando, ed è quello che,
con le sue linee eleganti e con l'apposizione da manuale,
entrò in uso quel giorno a Casteltermini.
Infine occorre aggiungere che in seguito dal 1861 al
1863 l'avv. Pintacuda, eletto sindaco di Casteltermini,
promosse la realizzazione di importanti opere pubbliche,
quali un acquedotto per l'approvvigionamento
idrico della cittadina, l'illuminazione pubblica a gas, la
scuola elementare del comune gratuita per tutti gli abitanti
maschi o femmine che fossero.
Fig. 4 - Palermo 1° gennaio 1859 Giornale IL VAPORE spedito il 1° gennaio 1859 (sabato) a Montevago al Sig Baldassare
Tumminelli che non fu dallo stesso letto stante la integrità della fascetta. Affrancatura con ½ grano "arancio". (UNICO
GIORNALE NOTO SPEDITO NEL PRIMO GIORNO DI EMISSIONE).
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In conclusione la lettera testimonia l'uso a
Casteltermini dei francobolli appena emessi. Inoltre
dalla lettera traspare il fascino e la bellezza dei francobolli
con l'effigie di Ferdinando 2°.
I francobolli siciliani che hanno da sempre goduto
di grande successo, tanto da essere ritenuti fra i più belli mai emessi, si possono collegare a quelli inglesi
con l'effigie della Regina Vittoria, perché ambedue
sono stampati in calcografia. Tale sistema di stampa
ha fatto risaltare l'aspetto del disegno molto fine, e
nitido in ogni dettaglio, proprio dell'incisione su
lastra di acciaio. I colori giallo, bruno, verde, cobalto,
carminio, vermiglio, indaco, cioccolato dei francobolli
siciliani ne hanno esaltato la bellezza, specie se
confrontati a quello inglese da un penny cioè nero,
colore poi sostituito con il rosso in una nuova seconda
emissione inglese per evidenziare le obliterazioni
pure in nero e quindi l'avvenuto uso postale dei francobolli.
A completamento del presente articolo si riproduce
l'unico giornale (Fig. 4), giunto sino a noi, spedito da
Palermo il 1° gennaio 1859 primo giorno dell'emissione.
Il giornale è viaggiato lungo la stessa corsa
postale della lettera. L'esiguo numero di giornali giunti
integri sino a noi, rispetto al numero complessivo
delle lettere affrancate con francobolli da 2 grana, giustificano
e mettono in luce la grande rarità e l'unicità del giornale.
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