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Filatelia e matematica ricreativa

 

Filatelia Tematica

Il Cinema di Alberto Caminiti

Sergio De Benedictis

 

Sono centinaia le emissioni che hanno come tema la matematica. Partiamo dalle primissime forme di calcolo per arrivare ai moderni computer.


Ogni materia scolastica ha la sua importanza nel formare il nostro sapere e nel prepararci alla futura vita lavorativa, ma sicuramente “saper far di conto” è un sapere che ci portiamo sempre con noi e che ci accompagna in ogni momento della nostra quotidianità.


Ma la matematica può anche essere legata a momenti più spensierati della nostra giornata, quando è giusto riposare la mente e concedersi qualche ora di svago.

C’è una particolare categoria di giochi, i cosiddetti “boardgameso giochi da tavolo che più di altri sottendono regole, strategie e comportamenti che necessitano di una adeguata analisi matematica.

Le radici affondano migliaia di anni prima di Cristo come testimonia questo pezzo emesso dalla Repubblica Araba Unita e che ci mostra un tavolino su cui si giocava una antica forma di backgammon; risalente al 1350 a.C. fu ritrovato nel famoso sepolcro del faraone Tutankhamen.


Noto col nome di Senet, metteva alla prova due giocatori su una tavola 3x10 con pezzi a forma di leone.

Antico anche quest’altro gioco sempre di origine africana noto come eklan, qui in un pezzo della Costa d’Avorio, con un tavolo di gioco che presenta 24 fori, posizionati in quadri concentrici, in cui vengono inseriti piccoli bastoncini, seguendo regole ben precise.

A volte si giocava anche sprovvisti di un tavoliere in quanto tribù nomadi improvvisavano il piano di gioco disegnandolo sul terreno e usando come pedine piccoli sassi: è il caso del “mancala” o “morabaraba” che fu poi inseguito trasformato in un preciso oggetto in legno come ci mostra il francobollo indonesiano.


Un antesignano della moderna dama fu ritrovato in Nepal; noto come Baghchal, si rifà a sua volta ad un gioco arabo risalente al 1400 a.C. noto col nome di “alquerque” o “el-quirkat”. Giocato su una scacchiera 5x5, prevede che i pezzi si muovano lungo le linee tracciate e catturino i pezzi avversari saltando al di là degli stessi.

 

Abbiamo però due esempi che chiamarli giochi risulta alquanto riduttivo; pur avendo poche regole e semplicissime, nel loro svolgersi sviluppano una serie di tatticismi che trasformano il campo di gioco in un vero campo di battaglia. Stiamo parlando del gioco del GO e degli SCACCHI.


L’antico gioco del Go ha le sue origini in Cina, circa tremila anni fa, e fu in seguito introdotto in Giappone e in Corea, per poi trovare la via per l’Europa. Giocato su una scacchiera 19x19 offre ai due contendenti la possibilità di posizionare alternativamente sull’incrocio delle linee pedine nere e bianche; ogni pedina che risulta circondata cambia colore permettendo di controllare aree sempre più larghe della scacchiera. Come per gli scacchi si inizia a giocare in tenera età come dimostra il francobollo coreano.

Il gioco degli scacchi ha invece probabili origini indiane intorno al VI secolo ed era conosciuto col nome di “chaturanga”. Passato in Persia col nome di “shatranj” fu presto giocato in tutto il mondo arabo. Arrivato in Spagna nel IX secolo fu presto conosciuto in tutta Europa.

 


Ma se lo scopo è quello di rilassarsi forse è meglio porre attenzione su discipline ludiche più “soft” come il classico gioco del Tris, giocabile anche con solo foglio e penna; consigliabile anche il domino, in cui poniamo delle semplici tessere, una di seguito all’altra, in accordo con i pallini disegnati che indicano il punteggio. Ma anche qui i matematici hanno messo lo zampino calcolando che le 28 tessere che compongono il gioco possono essere posizionate in più di tre milioni di modi!

 


Forse è il caso di tornare al sempre divertente gioco dell’oca.

 

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