(NdR: al termine dell'articolo sono riportati gli interventi precedenti sull'argomento)
Roberto ha insistito nel tirarmi dentro nella “discussione” tra Bortolin e Cilio sulla quotazione dei francobolli e di conseguenza su quanto indicano i cataloghi. Per fortuna hanno (penso solo per ora) tagliato fuori l’argomento Poste e emissione dei francobolli (che vanno sì trattati a parte, ma che non sono certamente estranei alla generazione dell’attuale situazione). Proverò a dire la mia sperando di non essere immediatamente “fucilato”. Mi auguro che anche altri entrino nella discussione portando le loro opinioni e le loro idee.
Come scrive Bortolin le sue sono “lamentazioni” ed effettivamente non trovo nella sua risposta a Cilio delle possibili soluzioni costruttive perché come conclude “presentare prezzi scontati del 30 o 50 % rispetto agli altri cataloghi …forse non è sufficiente.” Cosa vuol dire? Che sarebbero stati da ridurre del 80 o 90 %? Forse che in questo modo “quei pezzettini di carta…non saranno carta straccia…” e che Bortolin domani li potrebbe vendere meglio e ricavare di più?
Chiaramente rivolgendosi a Cilio, Bortolin si riferisce al catalogo Unificato. E lo fa pur scrivendo che “…quasi tutte le aste, nazionali e internazionali… i listini di vendita che diversi negozianti italiani…. si riferiscono al Sassone. Trent’anni fa tutti si riferivano al Bolaffi…” e aggiunge perfino che “quando la maggioranza dei venditori si orienterà sull’Unificato mi allineerò anch’io”. Visto quello che scrive, potrei suggerire a Bortolin di provare a fare i suoi acquisti avvalendosi di un catalogo Unificato e di vendere con un Sassòne.
Curioso quindi che la discussione sia non con i cataloghi Sassòne e Bolaffi, ma con un rappresentante del catalogo Unificato. Forse perché solo Cilio ha creduto di “metterci la faccia” e di rispondergli. Mi pare che non si debba negare al catalogo Unificato il merito di cercare di meglio delineare la situazione del mercato proponendo un valore per quella che è la “condizione normale” in cui è reperibile un francobollo, oltre a quella per una “qualità ideale” forse nemmeno reperibile.
Ora potrebbe darsi che l’indicazione di valori maggiormente allineati a quella che è la situazione del mercato, quindi più bassi, induca maggiormente qualcuno a collezionare, ma dobbiamo tener conto che le società (ed i mercati) non sono più quelli di una volta. Se il numero dei collezionisti è diminuito e continua a calare è difficile che le “eccedenze di francobolli” degli scorsi anni possano essere assorbite e che di conseguenza i prezzi aumentino o almeno restino gli attuali.
Occorrerà pertanto un’azione da parte dei commercianti (dei quali il sig. Cilio è Presidente) che favorisca (o almeno non ostacoli) questa iniziativa del catalogo Unificato.
Se poi, capovolgendo il comportamento seguito da altri cataloghi (Sassòne e Bolaffi), in un domani, una volta consolidato l’uso di questi “nuovi valori normali” e soprattutto assorbita da commercianti e collezionisti la “filosofia” seguita nel crearli, Unificato volesse togliere la colonna dedicata alla ”qualità ideale” per sostituirla con note generali per i francobolli di particolare qualità, si arriverà ad una semplificazione che oltre a rendere i valori più comprensibili anche al collezionista neofita, li renderà più vicini a quelli reali .
Lorenzo Carra - FRPSL, AIFSP
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