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I Buoni Internazionali Di Risposta
cento anni di servizio

di Nicolino PARLAPIANO

(PRIMA PARTE)
 

Vennero istituiti al Congresso di Roma, organizzato nella Città Eterna nel maggio 1906, da cui il primo tipo prende il nome. La distribuzione iniziò, appunto, il 1° ottobre 1907. Per consuetudine poi i collezionisti daranno ad ogni nuovo modello il nome del Congresso che l’ha introdotto: Roma (1906) dal 1° ottobre 1907, Londra (1929) dal 1° luglio 1930, Vienna (1964) dal 1° gennaio 1966, Losanna (1974) dal 1° gennaio 1975, Pechino (1999) dal 1° gennaio 2002, Pechino II dal 1° luglio 2006, Pechino II “Centenario” lo stesso, Nairobi dal 1° luglio 2009 ed il Doha dal 1° luglio 2013 ed attualmente in corso.
Lo scopo del modulo è quello di offrire la possibilità ad un corrispondente estero di risponderci senza pagare la risposta, ma consegnando il modulo all’ufficio postale unitamente alla lettera da spedire. E’ il prodotto di un insieme di esigenze. Il progetto francese prevedeva un biglietto postale a cui era accluso un biglietto per la risposta. La scelta, però, andò alla cedola proposta dalla delegazione delle colonie inglesi dell’Asia e Australia ed accettata dai convenuti, anche se alcuni di loro espressero riserve sulla vendita, anche se si impegnarono al cambio.

MODELLO ROMA
Il 1° ottobre 1907 inizia la vendita del buono risposta internazionale.
Si conosce l’utilizzo nel primo giorno d’uso in alcuni Paesi tra cui Germania, Paesi Bassi e Francia (I tipo); Gran Bretagna e Svizzera (II tipo).
In effetti vengono forniti due tipi diversi, distinti per una lineetta di separazione dei testi al verso, nota per l’esemplare definito I tipo e sconosciute per tutti i modelli successivi. In alto la denominazione COUPON-RÉPONSE INTERNATIONAL, in basso l’indicazione del Paese, in carattere stampatello corsivo, in francese e nella lingua del medesimo. Eccezione per gli Stati Uniti d’America in stampatello diritto, stante la lunghezza della denominazione. Nella parte centrale una donna che vola tra due emisferi con una lettera nella mano destra in stile liberty.

 


Modello Roma, I tipo

 

Al verso, nell’ordine, i testi su quattro righe quello tedesco e su tre quelli inglese, spagnolo ed italiano. Sul fronte, in alto il testo nella lingua del Paese e, in basso, in francese, lingua ufficiale dell’UPU.
I tipi successivi presentano modifiche. Nel III tipo il testo tedesco si presenta su tre righe e l’indicazione del Paese in “grassetto”.

 


Il verso parziale dei primi tre tipi

 

Come eccezione esiste anche con il carattere utilizzato per il Paese più piccolo.
Il IV tipo fu distribuito poco prima dello scoppio della I guerra mondiale e presenta il carattere del Paese e del nominale in stampatello.

 


Modello Roma, IV tipo

 

Non era stata prevista alcuna modifica manuale al modulo. Il problema si pose soprattutto alla fine del conflitto e fu risolto modificando a penna il prezzo di vendita. In Italia le variazioni intervenute durante il conflitto si presentano soprattutto con stampigliature, ma anche con timbri ed a penna.
La mancata indicazione di una scadenza ne favorì l’uso anche contemporaneamente al tipo successivo, introdotto dal Congresso di Madrid nel 1920. Ora veniva prevista una scadenza della validità dal momento del rilascio: due mesi nei rapporti continentali e sei per l’oltremare. Una prima provvista, cosiddetta “provvisoria” reca il nuovo testo sul fronte, ma una soprastampa in rosso al verso sui testi precedenti.

 


Tipo Madrid, Stati Uniti con riproduzione parziale del verso “soprastampa rossa”


Certamente la tipografia stampava prima il verso i cui testi erano uguali per tutti i Paesi e solo al momento della fornitura il fronte. In questa occasione ed in quella successiva furono adoperate tali scorte.
Di lì a poco fu distribuita la nuova edizione con i testi rifatti anche al verso.

 


Tipo Madrid, Stati Uniti, definitivo, con riproduzione parziale del verso


L’Italia, che pure aveva partecipato al Congresso, non fu dotata del nuovo tipo, avendo sospeso la vendita ufficialmente alla fine di febbraio 1920, anche se è noto un esemplare rilasciato nei primi giorni di aprile.
Il Congresso di Stoccolma del 1924, con effetti dal 1 ottobre 1925, rivede la validità che passa a sei mesi ovunque, la filigrana che viene modificata da “25c” a “40c”. Nel provvisorio i nuovi testi vengono soprastampati in rosso al verso ed il modulo ha lo stesso formato.

 


Tipo Stoccolma, provvisorio, con riproduzione parziale del verso

 

Il definitivo si presenta in un formato ridotto a 105x74 mm e dai due globi scompaiono i meridiani e paralleli.
Nel 1927 il servizio viene riammesso in Italia, a cui sarà fornito il “definitivo” che risulta utilizzato per molti anni, contestualmente all’esemplare successivo di analogo nominale.

 


Tipo Stoccolma, Italia, definitivo

 

 

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