(QUARTA ED ULTIMA PARTE)
MODELLO PECHINO
II
Le caratteristiche tecniche sono simili al precedente tipo: spessore
della carta, filigrana, o caratteri e le sigle del Paese. L’esemplare ha
validità limitata al 31 dicembre 2009.
I colori sono l’azzurro, anche per le istruzioni in francese, ed il
giallo per lo sfondo.
Il nome del Paese, con il relativo codice in lettere maiuscole, è in
nero.
Il modello Pechino II. Caratteristica cinese la presenza
della stampigliatura del prezzo di vendita
in rosso, rilevabile anche sui modelli Losanna e successivi Nairobi e
Doha
Al verso i nuovi testi nelle consuete sei lingue in rosso, così come i
termini di validità, in caratteri più piccoli raggruppati in basso. Il
testo arabo è a bandiera a destra.
Completa l’insieme un codice a barre con il corrispondente codice
alfanumerico a seguire, preceduto dal codice assegnato al Paese su due
lettere.
La numerazione, per tutti i Paesi, inizia con il 3 (dunque dal
3.000.001) e le lettere HA.
Rispetto al precedente è stato aggiunto un ologramma che comprende al
proprio interno tre cerchi:
nel maggiore è inserito il simbolo dell’UPU; accanto i due minori,
sovrapposti e di eguale misura, nel superiore le lettere UPU ripetute ad
incrocio con la P in comune, mentre in quello inferire una
busta stilizzata.
Va segnalata l’adesione al servizio anche di amministrazioni postali che
godono di autonomie, per
esempio le danesi “Iles Féroé” e francesi “Nouvelle-Calédonie” inserite
nell’elenco pubblicato a
febbraio 2007.
MODELLO PECHINO
II “CENTENARIO”
Su iniziativa dell’UPU, per celebrare il centenario dell’introduzione
del servizio, viene distribuito a
far data dal 1° febbraio 2007 un modello del tutto simile al tipo 32,
con l’introduzione di un testo
inserito nel riquadro centrale giallo che imita il francobollo “100 ans
1907-2007”.
Il modello Pechino II modificato per il “Centenario”
Alla fine del 2006 un certo numero di Amministrazioni postali avevano
espresso la propria disponibilità alla distribuzione di questo
esemplare, tra cui l’Italia. La prima fornitura riporta la data di
stampa 20072401 uguale per tutti i Paesi aderenti.
In Italia i primi esemplari iniziano a circolare nel mese di marzo. Come
per gli altri tipi simili, le
forniture sono avvenute in pacchetti da cento pezzi. A titolo di
curiosità segnaliamo che il “primo”
pacchetto (n. A000001 – 100 GA) è stato inviato alla Filiale di Isernia
la cui distribuzione è iniziata
il 12 maggio, mentre i primi esemplari distribuiti dovrebbero essere
quelli della Filiale di Benevento
(n. A000501 – 600 GA) il 14 marzo.
Una seconda fornitura riporta la data 20070222 effettuata alla Spagna ed
una terza il 22 marzo per il Senegal.
Rispetto al tipo 32 risulta modificata la numerazione che in questo tipo
è sempre su sette campi ma anteponendo a sei numeri la lettera A, mentre
il gruppo di lettere è GA.
Il modello Pechino II modificato per il “Centenario” e la
speciale numerazione al verso
MODELLO NAIROBI
Il 24° Congresso era stata previsto nella capitale del Kenia: Nairobi.
La decisione di spostare la sede a Ginevra è stata assunta nel febbraio
del 2008, a seguito delle
violenze che si diffondevano nel Paese africano.
Ha le stesse caratteristiche del modello Pechino: misura mm. 149 x 103,
la filigrana è capovolta e
posizionata orizzontalmente quasi al centro, alternando UPU a forma di
croce ed una stella a otto
punte. Per tutti i Paesi la distribuzione è stata fissata al 1° luglio
2009, ma non ovunque è stata
osservata.
Il modello Nairobi
L’esemplare ha validità limitata al 31 dicembre 2013. Al verso è
impressa la data di predisposizione
del modulo nel primo gruppo numerico con il sistema AAAAMMGG.
Il colore prevalente è il viola, ma sono presenti anche il giallo per la
dentellatura stilizzata di un
francobollo. Il nome del Paese, con il relativo codice in lettere
maiuscole, e le istruzioni in francese sono in nero.
Al verso i testi nelle consuete sei lingue in rosso, così come i termini
di validità, in caratteri più
piccoli raggruppati in basso. Completa l’insieme un codice a barre con
il corrispondente codice
alfanumerico a seguire, preceduto dal codice assegnato al Paese su due
lettere. Il sistema
alfanumerico è del tutto uguale al tipo “Pechino”.
Gli esemplari distribuiti si distinguono in due tipi, a seconda della
presenza della bandiera del Paese, che nel primo tipo manca.
MODELLO DOHA
Il 25° Congresso si è tenuto a Doha, capitale del Qatar.
Ha le stesse caratteristiche degli ultimi modelli: misura mm. 149 x 103,
filigrana poco visibile.
Per tutti i Paesi la distribuzione è stata fissata al 1° luglio 2013, ma
non ovunque è stata osservata.
Il modello Doha
L’esemplare ha validità limitata al 31 dicembre 2017. Al verso è
impressa la data di predisposizione
del modulo nel primo gruppo numerico con il sistema AAAAMMGG.
Il soggetto è opera dell’artista ceco Michal Sindelar che propone due
mani in cui scorre un flusso di acqua.
Il nome del Paese, con il relativo codice in lettere maiuscole, e le
istruzioni in francese sono in nero.
Al verso i testi nelle consuete sei lingue in rosso, così come i termini
di validità, in caratteri più
piccoli raggruppati in basso. Completa l’insieme un codice a barre con
il corrispondente codice
alfanumerico a seguire, preceduto dal codice assegnato al Paese su due
lettere. Il sistema alfanumerico è del tutto uguale ai tipi precedenti.
Gli esemplari distribuiti si distinguono in due tipi, a seconda della
presenza della bandiera del Paese, che nel primo tipo manca.
UTILIZZI DURANTE
I CONFLITTI
Durante i conflitti, soprattutto nei due principali conflitti mondiali
del XX secolo, i coupons sono stati utilizzati largamente proprio per la
possibilità offerta di poter comunicare anche se molti Paesi erano
belligeranti.
Dalle statistiche UPU risulta che le richieste di coupons avanzate dalle
varie amministrazioni nei periodi di guerra, subiscono delle impennate
di acquisti.
Non ho elementi particolareggiati sui vari fronti a seguito di
occupazioni. Vale la pena segnalare
l’utilizzo di moduli tedeschi nella Alsazia ed in una parte della Lorena
nel 1918, territori francesi,
noti Metz e Mulhouse. Analoga distribuzione di moduli tedeschi si ebbe
anche in Lussemburgo e
Belgio. L’Italia li ha distribuiti nel Veneto, in occasione
dell’occupazione militare che seguì alla
dichiarazione delle ostilità nel 1915. In alcune località se ne
conoscono diversi. Ad esempio ad Ala
risulta rilasciato un 30c il 9 agosto 1915 ed a Borghetto sull’Adige il
9 ottobre 1915 (riproduzioni su “Poste Militari” di L. Buzzetti,
pagg. 276 e 280), entrambe località sotto la sovranità austriaca,
occupate il precedente 27 maggio. Mi sono noti anche utilizzati nel 1917
nelle stesse località ed a Cervignano, Cormons, Aquileia, Cortina
d’Ampezzo e Caporetto, tutti con stampigliature occasionali per elevare
il nominale a 40 centesimi.
Mostar, 9 dicembre 1907. Rilascio da ufficio postale
militare austro-ungarico.
La Bosnia era affidata all’Austria-Ungheria. Sul finire del 1907 vi
furono dislocate truppe in previsione
dell’annessione completata nel 1908, ma non gradita dalle popolazioni
locali.
Occupazione greca di Mythilene.
Durante la I guerra balcanica le truppe greche occuparono la città
sull’isola di Lesbo. Furono soprastampate tutte le carte valori, tra cui
i pochi coupon che recano la soprastampa “Ελληνική Κατοχή Μυτιλήνης”
(Occupazione Greca di Mythilene).
Bruxelles-Brussel, 18 maggio 1915. Tipo IV tedesco,
utilizzato a seguito dell’occupazione iniziata nel 1914.
Anche durante il secondo conflitto sono avvenuti “sconfinamenti”. Un
modulo italiano risulta
utilizzato il 9 agosto 1943 a Lubiana (riproduzione su “I buoni
risposta internazionali” di V. Altavilla, pag. 76). I giapponesi,
nelle Indie Olandesi, utilizzarono il modulo locale di centesimi 17½
apponendovi un timbro violetto con un’ancora sormontata da tre
ideogrammi.
Vale la pena segnalare anche altri utilizzi pacifici a seguito di
operazioni miliari. E’ il caso dell’Austria che nel 1938 fu annessa alla
Germania con un plebiscito che suscitò molte dubbi sulla
correttezza.
ALLESTIMENTI
DIVERSI
Ognuno dei tipi veniva allestito secondo un standard unico per tutti i
Paesi. Questo standard talora
veniva meno su richiesta dell’Amministrazione postale richiedente.
Del modello “Roma” tipo I possiamo segnalare il caso dell’Austria con la
presenza sul fronte del solo testo francese nella parte superiore,
riservata normalmente alla lingua nazionale, per evitare rigurgiti
nazionalistici da parte di qualcuna delle popolazioni che facevano parte
dell’impero. La
Germania invece elimina il numero dei pfenning da un tipo “Roma” tipo
III in quanto la svalutazione ne modificava il valore giornalmente o
quasi. A seguito della sottrazione delle giacenze durante l’occupazione
tedesca durante la I guerra mondiale, il Belgio richiese un diverso
posizionamento dell’indicazione del Paese rifiutando il rimborso degli
esemplari del tipo precedente rilasciato dopo il 1915. Per motivi che
non sono noti, il Belgio continuò anche in seguito a richiedere un
allestimento diverso, con la caratteristica posizione alle estremità,
anche con il tipo “Stoccolma”.
I Paesi che facevano parte delle colonie francesi hanno tale lingua come
ufficiale, per cui i coupons
si presentano con la medesima grafica della madrepatria. Analogamente i
Paesi facenti parte delle
colonie inglesi e non fa eccezione la Somalia i cui coupons emessi
durante l’Amministrazione fiduciaria italiana (1.01.1950 – 30.06.1960)
recano il testo italiano con la stessa grafica del tipo
italiano. Questi moduli risultano utilizzati da questi Paesi anche nel
periodo successivo alla dichiarazione di indipendenza, come il Marocco,
che è stato protettorato francese fino al 1° marzo
1956.
Nella parte superiore del modulo, dedicata alla lingua nazionale del
richiedente, nel caso di Cipro,
dopo la proclamazione dell’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1960,
appaiono due testi come lingue ufficiali: greco e turco. Analoga
situazione per la Svizzera che dalla metà degli anni ’50 ha inserito sul
fronte pure due testi: il tedesco e l’italiano. Per entrambi i Paesi la
situazione si protrae anche con il modello “Vienna”.
Bibliografia
Paolo Balestra “I buoni risposta internazionali”, ed. Abafil, Milano
1983.
Numeri vari della rivista del FIAS, Forschunhsgemainschaft
Internationale Antwortscheine, Germania.
Vincenzo Altavilla “I buoni-risposta internazionali”, UFI, 2005.
Le riproduzioni fotografiche provengono dalla collezione dell’autore.
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