MEMORIE
di Antonio Rufini

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori
Memorie di un anziano collezionista di storia postale (XC parte):
A.M.R.Dir.Comp………….che passione !
Antonio Rufini

S 4) – Seguito e termino di mostrare altre impronte di tassazione “rosse” A.M.R.Dir.Comp. della mia collezione.
Si tratta di oggetti postali circolati, cioè presentati per la spedizione raccomandata (o altro) ad un qualche Ufficio Postale delle Regioni (più propriamente degli ex Compartimenti Postali) di Lazio, Campania, Puglia-Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna; le A.M.R.Dir.Comp. le ho classificate come da precedente § 1).(1)

Dal vecchio elenco di Mario Pozzati scoprii che vennero preparate alcune macchine Citis per il Compartimento Abruzzo e Molise(2): non ne ho nessuna e non ne ho visto mai alcuna circolata (naturalmente nel web, ebay o Delcampe); saranno state mai usate? Ignoro se qualche Socio A.I.C.A.M., per primo il citato Pozzati, possano avere notizie in merito; gli U.P. di quel Compartimento dotati di A.M.R. Citis sono stati pochissimi(3); avranno lavorato tanto pesantemente da costringere la Direzione Compartimentale ad impiegare una delle quattro macchine A.M.R.Dir.Comp.? Non so cosa pensare.

Mi ripeto: da quando compii 75 anni mi dedico a fare solo lo scambista e non vendo e non compro più nulla ma ho sempre fatto un’eccezione per le sole A.M.R.Dir.Comp (la solita eccezione che “conferma” la regola generale): il primo giorno ed il quindicesimo di ogni mese controllo sia ebay che Delcampe per trovarne qualcuna, un lavoraccio perché le A.M.R., tutte le A.M.R., sono “affogate” in un oceano di A.M. private ed in Delcampe anche di A.M. straniere.

Conclusione: ho trovato finora da acquistare una busta raccomandata affrancata con una A.M.R.Dir.Comp. per me mancante un anno sì ed uno no perché codesti invii non sono proprio comuni o perché nessuno mette in vendita tali oggetti.

Può succedere anche di peggio: trovai in ebay una A.M.R.Dir.Comp. lombarda in colore nero; io ce la ho in regolamentare colore rosso e quella nera mi interessava; mandai una e-mail di richiesta al venditore professionale (un milanese, con tanto di Partita IVA e con cognome meridionale, probabilmente calabrese o siciliano e con feedback 100%); forse il prezzo era troppo misero (€ 5,99 + postali) e non acquistavo, non volevo acquistare null’altro delle sue decine e decine di cose in vendita; non mi ha nemmeno risposto ed una misera e-mail di riscontro, anche se negativa, è gratis!

Ho da anni un corrispondente di Castel Bolognese, un chimico mio coetaneo che colleziona A.M.R.; con me è stato sempre ultra disponibile e non solo ha fatto “cambi” con me ma mi ha bellamente e spontaneamente regalato decine di altre belle corrispondenze che misi in collezione; però di A.M.R.Dir.Comp. non solo ce ne ha forse meno di me ma non ne ha di doppie.

Vorrei sperare che non solo gli ultra addetti ai lavori ma tutti i lettori del IL POSTALISTA siano a conoscenza del fatto che l’A.I.C.A.M., ad ogni nuova uscita del suo notiziario realizzato a stampa e a colori “AICAM NEWS” (4 o 5 volte l’anno e compreso nella modestissima quota di iscrizione annuale) offra gratuitamente tantissime corrispondenze con A.M. ai soci, praticamente a qualche misero centesimo di €uro più del rimborso materiale delle spese postali, cosa che tante altre associazioni filateliche dovrebbero imitare, se non proprio “copiare” ad litteram (per provare a mantenere il numero degli associati al di sopra del numero minimo di “sopravvivenza” del sodalizio, cosa ardua, dati i tempi e generalmente l’età non proprio giovanissima dei Soci); però nel decennio che all’A.I.C.A.M. fui associato anch’io non vennero mai offerte A.M.R.Dir.Comp..

Mi ripeto di nuovo: del più volte citato elenco (per matricola) di Mario Pozzati di macchine A.M. delle Poste con macchine tipo Citis mi mancano una cinquantina di A.M.R.Dir.Comp. per “chiudere” eventualmente la collezione, per completarla.

Ho 81 anni e, come già detto, per la mia collezione incompleta di A.M.R.Dir.Comp. trovo da comprare, sempre a prezzi umanissimi, una sola A.M.R.Dir.Comp. ad anni alterni; fatevi Voi due conti per comprendere quanto tempo necessiterebbe, quanto me ne occorrerebbe……Vorrei considerare la cosa come beneaugurante, per non dire proprio “scaramantica” ma è chiaro che la collezione la lascerò “aperta”, con qualche decina di buchi qua e là da provare a riempire.

Per paura di annoiare i lettori de IL POSTALISTA passo a mostrare le restanti scansioni delle A.M.R.Dir.Comp. che ho (Italia centro-sud ed isole).

















Per le A.M.R.Dir.Comp. della Sicilia debbo fare una precisazione: solo una è stampata in colore nero (delle 10 mostrate), mentre in molti uffici siciliani le A.M.R. che ho reperito (cioè quelle normali, ordinarie per l’uso giornaliero) sono in colore nero; cosa può essere successo? Mi sono dato un’unica risposta: di certo le Officine Provinciali (o del Compartimento) consegnavano all’U.P. che ne avesse bisogno delle Citis A.M.R.Dir.Comp. con cilindro inchiostrante ben umettato in rosso, sufficiente per il breve periodo di impiego della macchina che poi, riportata in Officina, veniva nuovamente inchiostrata e sempre con inchiostro rosso (prima di essere assegnata al altro Ufficio “bisognoso”); altra spiegazione non ho!

E’ stato proprio arduo reperire l’unica A.M.R.Dir.Comp. della Calabria che possiedo! Avrei dovuto ricontrollare l’elenco per matricola redatto da Mario Pozzati per scoprire quante macchine vennero prodotte per la Calabria; ma ne varrebbe la pena? Ho ciò che ho: una sola impronta calabrese A.M.R.Dir.Comp.; vada bene anche così.

Con la Sardegna ho terminato la “panoramica delle A.M.R.Dir.Comp. italiane messe fuori uso 23 anni or sono e rese inutilizzabili, assieme a tutte le macchine affrancatrici tipo Citis, dal primo gennaio 2002; il fatto è che tassavano in Lire e non era possibile modificarle; forse avevano anche qualche problemino nei datari (per l’anno), ma le macchine tipo Citis hanno lasciato un buon ricordo di loro, sia nell’utenza che negli impiegati postali che le usarono. Di certo un confronto tra le impronte che esse stampavano sulle corrispondenze e quelle delle loro “eredi”, le TPLabel, è impietoso per queste ultime. Chissà se avrò la approvazione dei lettori oppure se taluno scuoterà la testa?

 

NOTE:

1) - Per comodità dei lettori riporto, come appresso, la casistica relativa all’uso, generico, delle A.M.R.:
- tipo “A.” (sola accettazione, senza tassazione, per lettera affrancata con AM Privata o con francobolli <obliterandi in Ufficio Postale con B.T.C.>);
- tipo “A.T.” (Accettazione e Tassazione <lettera da raccomandare presentata all’U.P. “nuda”>, senza francobolli e senza A.M. di privato);
- tipo “A.T.INT.” (Accettazione e Tassazione per Integrazione della Tassa <valori o AM Privata di importi inferiori alla tassa vigente>; tipologia rarissima); talvolta l’integrazione fu necessaria per l’aumento della tariffa, entrato in vigore quasi “nottetempo”;
- tipo “A.A.” (Accettazione e Annullamento totale o parziale dei francobolli preincollati dal mittente sull’oggetto o sulla busta da raccomandare).

2) – Le macchine per Abruzzo/Molise tipo Citis contenenti “Dir.Comp. + il numero” nel datario (che, come mostrato, è a sinistra del riquadro contenente numero-raccomandata) dovrebbero aver avuto queste matricole (al di sopra del numero della raccomandata): 1668, 1669, 2391 e 2409. Non ho notizia se verso la fine degli anni ’90 ed in previsione della messa “fuori uso” con l’introduzione dell’€uro possano essere state date in uso a qualche U.P. come macchine ordinarie da sportello. Se qualche “vero” esperto del settore A.M. delle Poste (penso “di getto” a qualche Socio dell’A.I.C.A.M.) ne sappia di più sarebbe opportuno che lo pubblichi o che comunque chiosi questo mio piccolo e quasi superficiale scritto.

3) – Dando una scorsa superficiale all’elenco Pozzati ed a quanto è in mie mani, gli U.P. della Direzione Compartimentale Abruzzo e Molise dotati di A.M.R. tipo Citis dovrebbero essere stati poco più di 110: abbisognavano di 4 macchine A.M.Dir.Comp. di sostegno? Ebbero a lavorare talmente tanto da mandare in stallo le Macchine Citis? Non riesco nemmeno a spiegarmi perché a certi U.P. venne data in dotazione la Macchina Citis e di gran lunga prima di certe Succursali, oberate di lavoro, di Torino, Milano, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo. Taluni U.P. di Abruzzo e Molise ebbero di certo accettazione sporadica di Raccomandate (Scerni e Gissi, Comuni entrambi in Provincia di Chieti, tanto per citarne un paio, avevano meno di 3.000 abitanti; Nereto in Provincia di Teramo 5.000 abitanti; in Provincia dell’Aquila Pescina ne aveva 4.000 e anche Raiano 4.000)……ma vennero dotati, tutti, di Macchine Citis. In quegli U.P. per accettare più di 5.000 raccomandate al mese (limite che l’Azienda postale si era autoimposto per dotare l’Ufficio di Macchina affrancatrice Citis) avrebbero dovuto spedire più di una lettera Raccomandata cadauno tutti gli abitanti del Comune, compresi bambini e neonati! Non sarà stato che Macchine Citis e Macchine A.M.R.Dir.Comp. vennero date in uso, dall’Azienda postale all’epoca “ministeriale”, per compiacere qualche personaggio politico dell’epoca, sicuramente legato e radicato all’Abruzzo e il quale poteva pensare, in cotal modo, di farsi pubblicità elettorale gratuita, di vantarsi del proprio potere o carisma sull’Azienda Postale con i propri elettori e simpatizzanti? Se qualche lettore abbia parere discorde che lo pubblichi! Per mio uso personale ho redatto un elenco manuale, ma in file Word, di tutti gli U.P. di Abruzzo e Molise a suo tempo dotati di macchine affrancatrici tipo Citis; chi vuole, chi intenda ricontrollare cosa io abbia qui scritto ed affermato me lo chieda e lo invierò tramite e-mail (rufini44@libero.it).

Antonio Rufini
23-10-2024

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori