Era la definizione di un servizio applicato ad un invio
postale contenente oggetti di valore; la corrispondenza di questo tipo
era sottoposta ad un trattamento particolare di affrancatura e di sigillatura
effettuato secondo regole di sicurezza contro le manomissioni.
Dal punto di vista storico il termine “assicurata”, prima della legislazione
postale dell'Unità, corrispondeva come normativa alle raccomandate.
La prima forma di assicurazione non faceva riferimento al valore
contenuto, ma era da affrancare in misura fissa per la tariffa di
assicurazione e fisso (di 50 Lire) il relativo rimborso in caso
di smarrimento; la normativa era già stata prevista dal primo
regolamento approvato per il regno d'Italia in data 1° Marzo
1861. In questo primo periodo, secondo le norme, le corrispondenze
assicurate dovevano essere sigillate con almeno tre sigilli di
ceralacca e l'addetto postale poteva solo consigliare in via "ufficiosa"
come sigillare al meglio.
Successivamente dal 1° gennaio 1863 fu modificata la normativa
(anche per la sigillatura) ed introdotta una tariffa legata al valore
assicurato in scaglioni di valore.
Dopo la registrazione di accettazione da parte dell'ufficio postale,
ogni passaggio dell'oggetto era “descritto” cioè elencato in
registri firmati dagli addetti che li prendevano in consegna con procedure
che li rendevano responsabili dell'invio.
In caso di smarrimento o sottrazione, la trafila di carico-scarico rendeva
individuabile l'addetto responsabile dell'oggetto fino alla sua consegna
al destinatario che lo ritirava controfirmando il registro di ricevuta.
Tutte le assicurate potevano essere ritirate solamente
dai destinatari (con documento di identificazione se non consegnati
al domicilio) o dai loro rappresentanti muniti di delega autenticata
da pubblico ufficiale (nel caso non fossero conosciuti dal personale
postale).
Successivamente bastò una delega sul Mod.26 accompagnata
dal documento di identità del destinatario.
L'affrancatura, oltre all'assicurazione, comprendeva obbligatoriamente
il porto o i porti di posta ordinaria e la raccomandazione
(eventualmente anche il supplemento espresso o aereo). La ricevuta
di ritorno era del tutto simile a quelle delle raccomandate, in
più (non sempre eseguito) doveva riportare al retro l'annotazione
che si trattava di ricevuta di assicurata ed anche il valore in cifre
sul fronte lettera , le assicurate erano escluse dal servizio di
posta pneumatica.
Il valore dichiarato dal mittente veniva scritto sul frontespizio,
la tariffa di assicurazione era proporzionale al valore dichiarato in
scaglioni di valore crescenti con limiti superiori di cifre fisse per
l'accettazione; queste erano stabilite secondo la categoria degli uffici
postali, cioè più l'ammontare era elevato, più l'ufficio postale
accettante doveva essere importante.
Il dovuto per l'affrancatura di assicurazione era applicato dall'addetto
postale in francobolli sull'involucro della spedizione in aggiunta al
porto in P.O. corrispondente agli scaglioni di peso dell'invio e
al diritto obbligatorio di raccomandazione. Gli estremi della spedizione
ed il valore dichiarato erano riportati sulla ricevuta che faceva fede
in caso di smarrimento. La dichiarazione del mittente sul valore contenuto
era accettata dalla posta senza controllo ma doveva corrispondere al
valore reale. In caso di perdita dell'invio, l'amministrazione postale
era obbligata a rimborsare quanto dichiarato sul frontespizio, (riportato
anche sulla ricevuta consegnata al mittente).
In caso di smarrimento e dopo rimborso del valore, se il plico era
ritrovato, le poste erano autorizzate (essendo diventate proprietarie)
ad aprire l'oggetto postale per controllare che corrispondesse realmente
al valore segnato sul frontespizio. In caso di non corrispondenza del
valore e nel caso il mittente avesse dichiarato un valore superiore
a quanto contenuto, avevano la facoltà di procedere legalmente
contro il mittente che aveva dichiarato il falso; in caso che il bene
ritrovato fosse posto in vendita dall'amministrazione postale, l'ex
proprietario (mittente) aveva diritto di prelazione.
L'indirizzo e il nominativo del destinatario non poteva essere tracciato
con matita ma vergato con inchiostro; era anche vietato scriverlo su
foglio incollato sull'oggetto ma doveva essere scritto direttamente
sull'involucro (per evitare sostituzioni di destinatario). Anche l'applicazione
dei francobolli era regolamentata, dovevano essere applicati singolarmente
distanziati tra loro dall'addetto postale e da esso annullati manualmente
(era agevole risalire all'addetto); nell'eventualità che l'invio
fosse presentato in posta già affrancato, l'addetto allo sportello
doveva accettarlo solo dopo avere fatto firmare dal mittente una dichiarazione
scritta sull'involucro ("francobolli applicati dal mittente")
seguita dalla firma del mittente.
L 'oggetto, lettera o pacco, andava presentato in posta già sigillato
con almeno 5 sigilli a ceralacca "forte" effettuata con ceralacca
fusa a caldo e marcati con impronte di sigilli personalizzati;
questa operazione doveva essere effettuata dal mittente, ma in mancanza
era effettuata dall'ufficio postale in sua presenza, (a salvaguardia
del mittente e dell'accettante con sigillo personalizzato).
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I due sigilli regolamentari in ceralacca "forte"
che fissano lo spago della cucitura con (nel 1954) l'impronta ufficiale
della Repubblica Italiana ed il nome dell'agenzia postale
di partenza , S. Margherita Ligure (vedi sopra). |
Poi, prima della presa in carico, era eseguita la legatura ed
una addizionale sigillatura a "fuoco" con sigillo ufficiale
dell'agenzia postale che accettava l'oggetto. La legatura era effettuata
applicando solitamente uno dei due sistemi possibili secondo il caso:
"l'ammagliatura o la cucitura" (vedi)
, ed infine era riportato sul frontespizio in alto a sinistra il peso
iniziale dell'oggetto ed il peso finale, risultante dopo l'applicazione
della cordicella e della ceralacca necessarie alla sigillatura.
Le spedizioni delle assicurate ordinarie per l'interno (sottoposte
ad affrancature con francobolli separati, sigillatura con ceralacca
o nastri di sicurezza ecc.) erano contraddistinte da una etichetta
di colore verde su cui, a stampa, era riprodotta una grande A
con gli estremi dell'ufficio postale mittente, mentre per l'estero l'etichetta
era di colore arancione (da quando?) con la lettera V
(valeur).
Quando tutte le operazioni erano state eseguite, veniva compilata la
ricevuta di colore verde che riportava i dati essenziali dell'assicurata
in duplice copia: una restava sul registro, l'altra era consegnata al
mittente. Bisogna ricordare infine che non tutte le nazioni accettavano
il rischio di trasportare invii con valore dichiarato.
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1952 - Mod. 22B. di ricevuta per assicurata,
riporta tutti i dati per poter risalire (tramite registro dell'ufficio
postale) al mittente. Sono riportate tutte le opzioni applicabili
all'assicurata e la cifra totale pagata per l'invio. |
ASSICURATA CONTRO I RISCHI DI FORZA MAGGIORE.
La perdita dell'assicurata per cause estranee all'amministrazione postale
non dava luogo ad alcun rimborso, per questi rischi era prevista una
ulteriore tassa assicurativa contro i rischi di forza maggiore
che potessero causare danni o la perdita dell'oggetto in seguito a scioperi,
naufragi, disastri, alluvioni, terremoti ecc.. L'assicurazione contro
i rischi di forza maggiore ebbe una sua tariffazione a partire dal 1913;
il pagamento della specifica tariffa si otteneva addizionando
alla somma prevista per l'assicurazione, una maggiorazione del 50%,
questa forma assicurativa prevedeva la restituzione totale dell'ammontare
dichiarato sugli involucri, si distingueva dalla assicurata normale
perchè riportava sul frontespizio la dicitura "assicurata
contro i rischi di forza maggiore" oppure semplicemente
sul tagliandino verde una "F.M"..
ASSICURATA CONVENZIONALE – Per favorire la spedizione di documenti,
titoli di credito non al portatore, carte importanti, ma non oggetti
di valore monetario, a mezzo di lettere, plichi o pacchi chiusi con
sigillatura a ceralacca o comunque eseguita, dal 16 Febbraio
1921, venne istituita l'assicurata convenzionale con valore assicurato
modesto.
Il trattamento era lo stesso delle altre assicurate ma a priori si sottintendeva
la mancanza di valori sottraibili, riportava anch'essa l'etichetta di
riconoscimento di colore verde e la scritta sul frontespizio A.C.
(non sempre applicata)
Durante il secondo conflitto mondiale le assicurate convenzionali di
valore fino a lire 200 (che, come oggetto raccomandato, erano controllate
nei contenuti dalla censura prima della chiusura), erano esonerate
dalla sigillatura a ceralacca.
ASSICURATA D'UFFICIO – Era un invio ordinario chiuso normalmente,
prelevato dalle cassette postali e dichiarato contenente valori dall'
addetto postale perchè supponeva contenesse dei valori, di
conseguenza lo assicurava d'ufficio (senza emettere ricevuta). In tal
caso l' assicurata d'ufficio era gravata per il doppio della cifra mancante
per l'assicurazione ordinaria del valore stimato (da tale cifra era
sottratto l'importo dell'affrancatura precedentemente applicata ed era
vergata sull'involucro).
L'invio da quel momento era a tutti gli effetti una assicurata quindi
era sigillata secondo le norme, con le sigillature a ceralacca e con
l'ammagliatura o la cucitura come da regolamento, l'invio era descritto
ad ogni passaggio fino all'ufficio destinatario che, effettuata l'applicazione
dei segnatasse, procedeva alla consegna contro firma del registro di
ricevuta e pagamento della tassazione dal destinatario. Questi era invitato
ad aprire la missiva per verificare l'esattezza del sospetto; in caso
si rivelasse infondato, non pagava la tassazione e il portalettere ritirava
la busta vuota per avviare la procedura di storno
dell'affrancatura alla Direzione Postale di competenza.
ASSICURATA PRIVATA AGGIUNTIVA - Oltre alle assicurazioni previste
e applicate dall'Amministrazione Postale nell'ambito del servizio di
cui sopra, dal 1927 venne istituito un servizio assicurativo
privato (gestito dalla Posta) da utilizzare per l'integrazione assicurativa
dei pacchi (oltre il limite di valore previsto dalla Posta) e delle
lettere raccomandate dirette negli stati esteri che non accettavano
invii di valore.
Tale assicurazione era stata affidata all'Istituto di Assicurazione
e Previdenza Postelegrafonici. L'Istituto di Previdenza a sua volta
si rivolse ad una assicurazione
(Le Assicurazioni d'Italia) affidandole la gestione, con ciò
scaricandosi del rischio e accontentandosi di una percentuale. Le somme
assicurate aggiuntive (a scaglioni di valore) erano pagate applicando
delle Marche speciali a due sezioni molto simili ai francobolli per
pacchi.
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Marche speciali a due sezioni. A sinistra
un esempio di quelle delle Assicurazioni d'Italia, a destra
quelle dell'Istituto di Previdenza Postelegrafonici. |
Tali marche avevano una gestione postale uguale ai francobolli ed erano
applicate sulle assicurate in partenza solo su richiesta degli
utenti, le due parti delle marche erano divise, l'ufficio accettante
ne applicava una metà sul bollettario postale e l'altra metà
su una specifica ricevuta da rilasciare al mittente dell'assicurata.
Per i pacchi postali le marche erano incollate a cavallo delle
due sezioni del bollettino pacchi e divise allo stesso modo dei valori
dei pacchi postali, dopo essere annullate dal solito bollo a data variabile
usato per i francobolli della spedizione pacco.
Dopo alcuni anni l'Istituto di Previdenza Postelegrafonici valutò
il rischio accettabile e lo gestì in proprio, emettendo una nuova
serie di Marche doppie sostanzialmente simili alle prime ma con intestazione
dell'Istituto di Previdenza Postelegrafonici.
ASSICURATE A CARICO. Come per quasi tutte le corrispondenze governative
o statali, il regolamento postale (oltre alla franchigia) aveva previsto
anche la possibilità che alcuni uffici statali potessero inviare
oggetti di valore od importanti documenti facendo pagare la tassa al
cittadino (eccetto l'espresso). Anche le assicurate rientravano in questa
possibilità, in tal caso era prevista la tariffa semplice come
fosse stato il mittente ad affrancare, così come si applicava
la tariffa semplice a carico anche per la posta ordinaria e per le raccomandate
spedite da enti od uffici pubblici.
ASSICURATA DI SERVIZIO Le assicurate di servizio erano invii
di servizio esenti dal pagamento di ogni addebito. Erano effettuati
da uffici postali ed indirizzati ad altri uffici postali per l'invio
di documenti particolarmente importanti, oppure oggetti postali di valore
come moduli vaglia, cartoline postali, francobolli, ecc.. Altri invii
potevano essere effettuati con le stesse norme da uffici statali che
per regolamento godevano della franchigia e non potevano effettuare
la spedizione con spese a carico del destinatario. L'esempio classico
sono stati gli invii del Ministero del Tesoro che nella sua corrispondenza
con "creditori e debitori dello Stato" doveva corrispondere
in franchigia; altro esempio sono state le corrispondenze assicurate
delle casse di risparmio postali con i loro correntisti, dipendenti
delle poste o no; in tali casi le assicurate di servizio per lungo
tempo erano state assicurate per la cifra simbolica di Lire 100
ma nel trattamento seguivano lo stesso iter delle assicurate normali
con l'applicazione del talloncino verde consueto.
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1954 - Fronte e retro di
assicurata con ricevuta di ritorno, realizzata secondo i regolamenti;
sul fronte busta: affrancatura con francobolli applicati
separati, sono riportati il peso di prima e dopo la sigillatura
e la cifra del valore assicurato.
Al retro i cinque sigilli del mittente in ceralacca
rossa come da normativa e al centro i due sigilli di colore
diverso, che fissano lo spago della cucitura che trapassa l'invio,
recanti l'impronta ufficiale dell'agenzia postale di partenza.
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1944 - Fronte di
assicurata convenzionale. Nel periodo era previsto un valore
fino a 200 lire. La busta è stata usata dalla parte della
chiusura; per la sigillatura sono stati usati gli stessi francobolli
(secondo il regolamento "comunque eseguita"). Notare il
peso di gr. 9 segnato sul fronte, una sola cifra perchè
senza cucitura e senza ceralacca di sigillatura.
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1943 - Fronte di assicurata convenzionale
a carico; nel periodo era prevista fino al valore di 200
lire. La busta è partita come assicurata in franchigia
con sigillatura ridotta, ma all'arrivo non è stata accettata
come tale e gravata di tassa semplice a carico del destinatario
perchè munita di timbro ovale militare.
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1955 - Fronte e
retro di di assicurata convenzionale a carico con R.R.;
nel periodo era prevista fino al valore di 1000 lire. E' partita
con un unico sigillo della filiale della Banca d'Italia di Milano.
Sul fronte non è segnato il peso.
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1924 - Fronte e
retro di ricevuta di ritorno di assicurata con R.R.; è
del tutto simile alla ricevuta delle raccomandate, gravata della
stessa tariffa, al retro però è specificata la natura
dell'oggetto postale ed il valore dell'assicurazione. Sul fronte
spesso, ma non sempre, reca il bollo a data dell'ufficio "Assicurate".
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1935 - Fronte e
retro di busta assicurata internazionale; sul fronte è
segnato il valore in Lire, il valore in franchi oro, e dichiarato
il contenuto di 10 sterline. Rispedita al mittente perchè
non potuta recapitare.
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1949 - Fronte e
retro di assicurata respinta al mittente; assicurata per
lire Mille è ancora cucita e sigillata, contiene (non
ho saputo resistere e l'ho aperta su un lato senza rompere i sigilli)
due biglietti da 500 lire in cartamoneta della Banca d'Italia, sul
fronte è segnato il valore. I sigilli centrali hanno ancora
l'impronta del Regno. Rispedita al mittente
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1977
- Fronte e retro di assicurata internazionale; riporta il
peso, l'etichetta arancione con la V , il valore della cifra
assicurata in lire italiane ed in franchi (francesi) oro
(valore internazionale). E' stata aperta dalla dogana Tedesca e
risigillata, al retro è riportata la spesa per lo sdoganamento
a destino.
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1929 - Fronte di assicurata
anche per causa di FORZA MAGGIORE
segnato con timbro esplicativo.
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1915 - Fronte di
assicurata anche per causa di FORZA
MAGGIORE segnato con sbrigativo F.M. sull'etichetta
verde
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1956 - Fronte di
assicurata esente dall'affrancatura per servizio elettorale.
Al pari delle assicurate di servizio con valore minimo di £
100 |
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1953 - Fronte di
assicurata di servizio interno alle poste.
Per parecchi anni tutte le buste di servizio che necessitavano di
assicurazione lo sono state per un bassissimo valore formale di
£ 100 |
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