Per un certo periodo erano stati previsti telegrammi d'ufficio in franchigia ad uso degli enti statali che godevano della franchigia postale nei loro rapporti epistolari.
A causa dell'abuso di tale servizio da parte degli enti in questione, esso venne soppresso e fu creata in sostituzione una particolare procedura che non era assolutamente telegrafica ma postale, anche se molto celere, denominata "telegramma espresso di stato" (vedi sotto il collegamento).

Questi invii erano stati creati per favorire le vere urgenze, ma troppi uffici ne vollero approfittare usando il trattamento di favore in franchigia anche quando non era necessario. Era un servizio ibrido molto celere che utilizzava la notte per i trasferimenti ed una precisa strategia ferroviaria. Da ogni parte d'Italia la corrispondenza partita era consegnata la mattina successiva con la prima distribuzione postale.

In seguito ad un uso abnorme anche di questo servizio espresso, la procedura venne modificata e il servizio declassato a posta ordinaria avendo la qualifica di "biglietto urgente di servizio". Questo era utilizzato in franchigia (con il relativo bollo ovale dell'ufficio) da alcuni utenti pubblici e ministeriali, viaggiava come posta ordinaria, ma ne era separato come gli espressi e godeva della precedenza nella consegna come posta ordinaria.
Sul modulo era stampata la raccomandazione (spesso ma non sempre) diretta all'Ufficio Statale destinatario "da recapitarsi coi mezzi ordinari e da aprirsi subito dall'ufficio destinatario ".

I moduli che non recavano impronta di valore furono stampati da tipografie private, originando una moltitudine di tipi con varianti di colore, dimensioni e scritte.
Questi ultimi a volte sono stati utilizzati a tariffa ridotta dai sindaci e giustamente affrancati come lettere a tariffa ridotta e occasionalmente affrancate per il servizio espresso.

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Il Ministero delle Giustizia e degli affari di Culto (?) consiglia l'ufficio destinatario di aprire subito l'invio. Ha viaggiato anch'esso in posta ordinaria. .

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