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STORIA
POSTALE - BOLLI ANNULLATORI E DATARI
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Osservando le corrispondenze antiche (prefilateliche), si nota che i segni impressi sulle lettere, i cosidetti "bolli" sono quasi sempre realizzati con inchiostro oleoso di vari colori, qualche volta in rosso, altre volte sono impressi a secco; sono per la massima parte traccia di operazioni di controllo interno alla posta, mentre i segni di tassazione sono riportati in penna. In queste considerazioni non teniamo conto naturalmente della bollatura effettuata dai mittenti e richiesta dalle amministrazioni postali per godere della franchigia. In tempi più vicini a noi, i bolli postali diventarono
soprattutto datari di origine, segni di tassazione e datari di
arrivo e consegna, uniti a volte ad una moltitudine di altri bolli
accessori di servizio nati successivamente, e che sono analizzati
nei vari capitoli dedicati al servizio di competenza. A questi bolli
iniziali, dopo l'introduzione del francobollo, si aggiunse il bollo-annullatore
che doveva esercitare la sua funzione specifica, diversa dalle altre
impronte, perciò da non applicare se l'invio era effettuato
senza francobolli ( per franchigia, per le stampe editoriali o in
"conto
corrente colla posta" e simili). Sugli
interi postali (cartoline postali) del primo periodo mancanti del
francobollo di valore, ne fu specificata l'esclusione bastando il
bollo a data del giorno (a patto che non fossero stati aggiunti altri
francobolli). Dopo prove accurate atte a selezionare inchiostri che
nel tempo non deteriorassero i timbri e che non potessero essere cancellati
con lavaggi chimici, si decise su suggerimento della ditta londinese
De La Rue, di rivolgersi al mercato inglese per le prime forniture
di inchiostro indelebile. E' noto e comprensibile che nei primi tempi dell'unità italiana venissero utilizzati i timbri delle amministrazioni statali precedenti, in genere però furono sollecitamente sostituiti con modelli uniformi su tutto il territorio nazionale. Con tutta evidenza il problema della sicurezza nella bollatura di annullo dei francobolli fu un problema assillante, perchè fu fatta una ricerca continua che portò a parecchi nuovi tipi di timbri (ispirati per lo più dall'estero) con forme e impressioni diverse che ne sostituirono altri; alcuni ebbero breve vita, altri sostituirono i modelli precedenti per lungo tempo, poi a loro volta vennero cambiati. Una variazione negli annulli di "origine a data" in uso successivamente, si ebbe con i cosiddetti annulli "muti" ; erano questi costituiti quasi sempre da un bollo a date di piccolo diametro, tondo, senza località (definiti "a ditale" dai collezionisti), oppure da un timbro di tipo solito non ancora inciso, che lasciava perciò un bollo con corona nera e la sola data, la località sarebbe stata impressa a parte con un bollo lineare. Questo sistema era ufficialmente utilizzato quando il normale timbro era stato restituito alla Direzione Postale per riparazioni o modifiche. Altra nota da ricordare è che dopo la caduta di Mussolini il 25 Luglio "43 vennero asportate dai Guller le cifre romane dell'era fascista. Nella scelta dei modelli dei timbri da previlegiare,
un motivo non secondario era quello di sapere (quando si effettuavano
controlli di servizio dei bolli) quando e quale anello della catena
postale avesse effettuato quella determinata operazione. Dopo anni
e molte prove l' amministrazione postale scelse il modello chiamato
tipo Guller (in origine un modello di origine tedesca ma per
le nostre poste era fabbricato in Italia). Esso era la sintesi di
tutte le necessità delle amministrazioni postali sopra esposte:
essere facilmente aggiornabile nella data (rigorosamente del giorno
e dove richiesto anche dell'ora), lasciare un segno "sufficientemente
annullatore" ma nitido per la sua lettura, avere lo spazio per
poter incidere il nome della città di origine e la provincia
o del reparto che aveva "lavorato" la corrispondenza. Come conclusione, volendo quantificare il tipo ed il loro approssimativo periodo di maggior uso, limitandoci ai bolli annullatori e annulli-datari tipo, senza specificarne il servizio ed eventuali usi o varianti, possiamo considerare il seguente elenco cronologico.
Agli inizi del secolo ventesimo oltre ai bolli manuali
sopra elencati e ai bolli "duplex" con placchette doppie
(annullo-datario e datario-datario), applicate meccanicamente,
si introdussero gli annulli meccanici con targhetta effettuati con
bollatrici elettriche. Il primo esempio ebbe una bandiera sventolante
con stemma Sabaudo, dedicata al nuovo Re dopo l'assassinio del padre
Umberto I°; successivamente lo spazio della targhetta venne utilizzato
per comunicazioni agli utenti, poi negli anni "20 massicciamente
per la pubblicità e successivamente fu sostituito da righe
ondulate oppure diritte.
Una precisa regola sugli annullamenti specificava che, se per errore, una corrispondenza non aveva i francobolli abliterati, l'ufficio ricevente prima della consegna era obbligato ad annullarli con il bollo a data, o se visto dal portalettere (sprovvisto di bollo a data) con tratti di matita blu; era altresì vietato dalla normativa postale l'annullamento dei francobolli esteri applicati in Italia,era anche vietato annullare quelli fuori validità ed i francobolli che segnalavano un servizio che non poteva essere svolto; in questo caso dovevano essere segnalati circondandoli con un tratto a matita colorata rossa (era invece obbligatorio annullare quelli impostati all'estero e sfuggiti all'annullo).
"Art.796 Gli uffici di transito, quelli
di destinazione ed i messaggeri debbono apporre a tergo di ciascun
oggetto il bollo a data. Le cartoline però debbono essere bollate
dal solo ufficio di destinazione, nel modo indicato nell'articolo
786." cioè "....Le cartoline per corrispondenza
e quelle illustrate da distribuirsi dall'ufficio debbono essere bollate
dal lato indirizzo, di fianco al bollo d'inpostazione, senza coprire
veruna indicazione dell'indirizzo o l'illustrazione". "Art.813 .....a) le lettere ed i pieghi raccomandati
e le lettere assicurate, sia in transito che a destinazione dell'ufficio
che ha aperto il dispaccio, debbono essere bollate a tergo col bollo
del giorno ; Queste normative vennero abolite nel 1954 con
una notizia sul Bollettino postale N° 25:" Nel tempo con l'intensificarsi della quantità di posta "da lavorare" si introdussero le macchine per rendere il lavoro di annullatura meno gravoso. Inizialmente venne usate un tipo a pedale che utilizzava una impronta doppia; con un solo colpo imprimeva l'impronta annullatrice e quella del datario, e per questo fu definita "duplex". Queste impronte si distinguono facilmente dalle manuali perchè le due impressioni sono molto vicine e appaiate perfettamente parallele. Successivamente le impronte duplex con annullatore a barre e datario furono sostituite da annulli-datari di diametro maggiore. La comodità della macchina annullatrice era tale, che alcune "teste timbranti" furono dotate di due annulli-datari uguali, aderendo con ciò alla normativa che prescriveva di imprimere un bollo su ogni valore e uno sulla busta per maggior chiarezza di lettura.
Vedi anche "bolli
accessori e segnalazioni manoscritte" |
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