Per busta di servizio si intende un involucro ufficiale della Amministrazione Postale destinato a contenere uno scritto, spesso accompagnato da un allegato, spedito in franchigia da un ufficio postale impersonalmente ad un altro ufficio postale oppure ad un destinatario privato per trasmettere un oggetto tassato oppure una comunicazione con o senza risposta.

Si è specificato "impersonalmente ad ufficio postale" perchè le comunicazioni "ad personam" anche se inviate su modulo postale e con busta di servizio non erano viste di buon occhio dai verificatori che dovevano effettuare controlli per verificare che non trattassero argomenti privati (a volte era inevitabile che si riferissero alla funzione per fatti specifici del servizio). Nel caso di corrispondenza fra dipendenti postali ciò che esulava dallo stretto servizio doveva essere affrancato anche dal personale dipendente dalle poste.
Il servizio delle casse di risparmio postali rientrava nella categoria della franchigia anche se indirizzato alla persona.

Le buste di servizio ebbero tutte un numero identificativo corrispondente ad un modello specifico per il servizio effettuato, tali moduli erano di tipo depositato dalle poste ma potevano essere stampati (dopo gli anni 1920) da varie tipografie private, pertanto soggette a variazioni di stampa e di colore.

Le buste di servizio usate fra uffici postali non sempre furono usate per l'uso loro destinato, a volte erano corrette a mano nel numero del modello ed adattate alla bisogna (la normativa prescriveva per ogni operazione postale un modello specifico) .

E' sorprendente che alcune buste di servizio e moduli interni ad uso degli uffici postali siano in possesso di privati, giacchè erano destinati all'esclusivo uso fra gli uffici postali e non scambiati con gli utenti; ma si sa, le vie del Signore sono infinite..... per fortuna dei collezionisti (dopo l'uso finivano, o avrebbero dovuto finire tutti al macero, altri alla "distruzione col fuoco" ).

I più comuni biglietti ad uso interno postale sono stati:

• Mod. A-A ter e bis (biglietto dell' Ispezione delle Poste e Telegrafi)
• Mod. 116 (modulo tipo biglietto a domanda e risposta da piegare e rinviare)
  

Le più comuni buste ad uso interno (ed esterno) postale sono state :

• Mod.23 B (Busta per ricevute di ritorno)
• Mod.24 bis (Busta per ricevute di ritorno 1860)
• Mod.38A (Busta per le corrispondenze non potute recapitare)
• Mod.62 (Busta per invio dei telegrammi o telegrammi-vaglia c.a. 1900)
• Mod.94 (Busta per corrispondenze ordinarie tassate)
• Mod.94A (Busta per comunicazioni fra uffici postali, anche esteri)
• Mod.94B (Busta per comunicazioni interno fra uffici postali e le direzioni)
• Mod.114 (Busta per consegna telegrammi nel 1880)
• Mod.147A (Busta per corrispondenze raccolte dai messaggeri)
• Mod. 490 (Busta per il servizio incassi di tratte o cambiali)

Mod. 94 - Busta per invio di corrispondenze tassate. Furono le più usate anche adattate per altri servizi. .	Nel periodo della R.S.I. le buste di servizio non vennero differenziate nei vari modelli ma intestate e fu applicato lo stemma con fascio repubblicano. .
Mod_94 A per corrispondenza fra uffici postali. Edizione del dopoguerra emessa dopo la proclamazione della Repubblica (ancora senza stemma). Si può notare anche il bollo ovale di franchigia da cui è scalpellato il fascio repubblicano.	Benchè spedita dall'Ispettorato Movimento Poste ad un capo ufficio per questione postali, fu affrancata perchè trattava argomenti che interessavano il destinatario ma non l'ufficio postale (notare la mancanza del bollo ovale di franchigia).