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STORIA POSTALE - GLI INDIRIZZI

Scrivere l'indirizzo del destinatario sulla corrispondenza è sempre stato ovviamente indispensabile perchè l'invio affidato alla Posta (in buca od in ufficio postale) potesse arrivare alla persona destinataria. Questa indispensabile operazione è stata quasi (dico quasi) sempre rispettata, la completezza dell'indirizzo in senso moderno però non è stata sempre eseguita col risultato di complicare spesso il lavoro della posta e talvolta rendere impossibile l'inoltro.

Ancora alla fine del Settecento a Milano le strade non avevano denominazione, ma erano utilizzati indirizzi tipo "dopo il ponte di San Damiano a destra per la strada degli orti" Fu nell'Ottocento dopo il periodo napoleonico che sull'esempio della città di Vienna, anche Milano (era tornata sotto il dominio Asburgico e contava 156.000 abitanti) venne divisa in quartieri denominati "contrade" , "corsie" e "strade". Si diedero nomi e numeri alle piazze e alle vie al fine di facilitare la vita ai messaggeri e agli addetti al censimento edilizio. I nomi adottati per le strade e le piazze erano prevalentemente dei santi a cui erano dedicate le chiese o dei palazzi delle grandi famiglie, degli edifici pubblici con il nome della funzione amministrativa che vi si svolgeva, delle strade dove erano concentrati gli artigiani con i nomi delle attività.

Una brevissima nota di richiamo sulla persistenza di forme ampollose e servili del passato adottate dai mittenti nel vergare gli indirizzi nel periodo preso in esame non è fuori luogo benchè nel tempo abbiano subìto una notevole semplificazione. Sull'indirizzo (che è la parte ufficiale della missiva) i titoli e le formule deferenti sono puntigliosamente riportate perfino sulla corrispondenza di tipo famigliare ed amicale anche se poi all'interno ci si rivolge con un semplice e confidenziale "tu". Qualche volta in verità, all'interno delle corrispondenze di tipo famigliare sono ancora usate espressioni che denotano un distaccato e cerimonioso voi rivolto anche ai più stretti parenti (soprattutto in campo nobiliare) con espressioni tipo Veneratissima sorella.....per concludere la lettera con un "....vostro figlio o ....vostra sorella" o "...Suo obbligatissimo fratello " (sic) .

La necessità della completezza dell'indirizzo era evidentemente sorta nel passato quando si è cominciata la distribuzione a domicilio, specialmente nelle grandi città e soprattutto per gli invii raccomandati ed assicurati; infatti quest'ultime corrispondenze erano accettate dall'addetto postale che emetteva ricevuta solo se il mittente oltre all'indirizzo del destinatario declinava le proprie generalità, (veramente fino al primissimo Novecento si potevano spedire raccomandate senza mittente, in tal caso la ricevuta d'impostazione era considerata "al portatore" e chi la possedeva era considerato mittente); per la notificazione degli atti giudiziari erano necessarie anche altre precisazioni come la professione e la paternità (a volte l'imprecisione dell'indirizzo è stato motivo di furbesco rifiuto da parte del destinatario).

L'indirizzo poteva essere anche approssimativo quando, antecedentemente alla distribuzione a domicilio, la corrispondenza era richiesta in posta dai destinatari, questa era una modalità usuale praticata specialmente in piccoli o piccolissimi centri dove tutti si conoscevano (specie dagli addetti postali), oppure successivamente anche nelle grandi cittą perchè indirizzata a persone note ben conosciute in particolare dai portalettere, con la certezza della consegna (ricordo che fino al 1913 il fermo posta era gratuito ed era abitudine degli utenti recarsi in posta per richiedere eventuali arrivi, perchè spesso all'epoca la corrispondenza era indirizzata con il solo nominativo e quello della località). Per questi motivi molte lettere restavano "inesitate" e se mancanti del mittente mandate al macero, con notevole danno economico dell'amministrazione postale se non erano state affrancate.

Una delle maggiori preoccupazioni postali dell'esercito in armi in occasione della guerra "15 - 18" , fu la corretta applicazione dell'indirizzo sulle corrispondenze, sia quello compilato da parte dei militari mobilitati, ma soprattutto da parte dei famigliari che scrivevano al fronte; questo per non avere corrispondenze da non potere recapitare. Gli uni e gli altri spesso avevano poca dimestichezza con lo scrivere, inoltre erano abituati alle piccole comunità dove molti si conoscevano ed anche un indirizzo non completo era sufficiente. La nuova realtà della mobilitazione militare con centinaia di migliaia di combattenti in corrispondenza, costrinse le autorità ad emettere cartoline in franchigia con un formulario da compilare dal mittente, corrispondente all'indirizzo a cui rispondere, ed inoltre invitava i famigliari ad utilizzare le buste speciali a tariffa ridotta con un altro formulario propedeutico similare.

L'impossibilità alla consegna della corrispondenza ha sempre lasciato traccia sui frontespizi delle lettere con bolli lineari sul tipo: "Sconosciuto al portalettere" , "destinatario sconosciuto" "Via che non esiste a ...." "indirizzo insufficiente". ecc ed al retro con piccoli bolli con il numero del personale addetto alla distribuzione e giustificazioni manoscritte dei portalettere per la mancata consegna.
In alcuni periodi e in alcune località la solerzia, (e il regolamento) nel tentativo di arrivare alla consegna, spingeva gli addetti a fare ricerche anche negli archivi anagrafici comunali.
Queste ricerche hanno lasciato tracce sulle corrispondenze con impronte di timbri comunali degli uffici anagrafe e bolli degli addetti postali alla ricerca, tipo: "sconosciuto all'anagrafe" ecc. oppure addirittura sugli elenchi telefonici, con "indirizzo non in elenco": sono le formule pił comuni delle impronte di questi bolli.

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segno di servizio postale sconosciuto all'anagrafe
Busta con segno di servizio postale sconosciuto all'anagrafe
Cartolina raccomandata recante le tracce della ricerca all'anagrafe comunale del destinatario nel tentativo di consegna
non andata a buon fine
Lettera di posta ordinaria recante le tracce della ricerca effettuata all'anagrafe comunale del destinatario, consegna non andata a buon fine

Gli invii con indirizzo incompleto o senza indirizzo stradario e non consegnate (come già detto, fino all'inizio Novecento erano considerati fermo posta) venivano rimessi ai mittenti se rintracciabili, in caso contrario inviati alla distruzione previa apertura delle buste da parte di una commissione postale per confermare l'impossibilità dell'inoltro anche dopo aver letto il testo contenuto. A questo riguardo soprattutto per i famigliari degli emigranti (agli inizi del secolo ventesimo erano numerosissimi) l'amministrazione postale appose avvisi negli uffici postali con indicazioni di come scrivere l'indirizzo, ed anche stampati al retro delle buste di servizio Mod. 38A contenenti le lettere non potute recapitare e restituite al mittente; queste buste di servizio con consigli e spiegazioni al retro (vedere a lato per il testo) vennero utilizzate anche durante la prima guerra mondiale per i motivi sopra accennati.
Il Mod. 38A era in uso nel 1915, precedentemente il numero delle buste per tale servizio era stato: - 59 poi - 48 e successivamente 94A).

A volte la corrispondenza non arrivata a destino, destava altrettante sorprese quando ritornava ai mittenti perchè qualche volta erano irreperibili anche loro, oppure erano sconosciuti all'indirizzo mittente segnato.

Altro argomento interessante è stato il modo corretto (del momento) di comporre l'indirizzo durante le varie vicende storiche. Dalle formule ridondanti e cariche di servilismo settecentesche ancora in uso nell'Ottocento, si era passati alle formulazioni brevi e stringate entrate in uso dopo la rivoluzione francese ("Al Cittadino") . Anche i caratteri e l'abilità grafica del mittente si evidenziavano nell'indirizzo; si possono avere degli indirizzi disadorni e incomprensibili, altri stilati in bella calligrafia, in stampatello o in ricercati caratteri di "gotico" o "corsivo inglese rotondo".

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Alcuni sono veramente ordinati
scrivendo l'indirizzo in un corsivo
inglese da manuale.
Altri per farsi notare (?) fanno sfoggio di calligrafie poco usate.

Nel primo Novecento entrarono in uso le macchine da scrivere a risolvere il problema degli indirizzi incomprensibili per cattiva calligrafia.

Integrazione alle didascalie sotto le immagini a lato

Fig. 1) - Su una sovraccoperta del 1856 è usato un vecchio modo di indirizzare; benchè in modo abbreviato il mittente scrive:
All'Illustrissimo Signore Signore Padrone Colendissimo
Al Signore Dottore Serafino Falugi Gonfaloniere
..Massa Marittima

Fig. 3) - "Un vero peccato che una busta così ordinata sia stata sfregiata dal segno di matita"; ho poi scoperto che è un segno di servizio, infatti il regolamento così recita:
Art 494 - Sull'indirizzo delle corrispondenze che hanno i francobolli applicati a tergo deve scriversi in modo visibile: "vedi a tergo", o tracciare un segno trasversale per evitare che le corrispondenze stesse possano essere indebitamente tassate.


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Indirizzo modo antico
Su una sovraccoperta del 1856 è usato un vecchio modo di indirizzare.
(spiegazione in fondo pagina fig. 1)
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segno di servizio postale
Un vero peccato che una busta così ordinata sia stata sfregiata dal segno di matita copiativa, poi ho scoperto che è un segno di servizio.
(spiegazione in fondo pagina fig. 3)
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Cartolina in franchigia
Cartolina in franchigia con formulario da compilare dal militare mittente.
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Busta a tariffa ridotta  per corrispondenza  Regio Esercito 1915 - 18
Busta a tariffa ridotta, edita dall'esercito per l'utilizzo da parte dei famigliari dei militari mobilitati, riporta un formulario con spiegazioni per l'esatta stesura dell'indirizzo.
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Mod. 38A per corrispondenza non potuta recapitare
Fronte e retro di busta di servizio Mod. 38A per corrispondenze non potute recapitare con consigli per gli utenti "...contenente lettera aperta a termine di Legge perchè priva d'indirizzo, diretta a destinatario sconosciuto..." Continua con consigli che vale la pena leggere.
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con segni  di servizio postale  ritornare al mittente
Corrispondenza non potuta recapitare per cambiamento di indirizzo (il portalettere N°3 annota "trasferito") è resa al mittente ricavando l'indirizzo dal testo (secondo la normativa delle cartoline con corrispondenza).
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Busta con segni  di servizio postale  ritornare al mittente
Busta di raccomandata ritornata al mittente perchè sconosciuto (inviato Mod.42). Anche il mittente risulta sconosciuto all'indirizzo segnato a stampa sulla busta!.
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Busta con segni  di servizio postale  di consegna
Busta di raccomandata ritornata al mittente dopo aver spedito il Mod.42 e aver compiuto diligentemente vari tentativi di consegna, oltre il consentito, il regolamento ne prescriveva solo due (i numeri impressi sono lasciati dai portalettere).
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Busta con segno di servizio postale sconosciuto alla guida telefonica
Tentativo, di rintracciare l'indirizzo del destinatario sconosciuto, con verifica effettuata sulla guida telefonica di Roma.
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1942 - Veneratissima sorella.....per finire con ....Suo obbligatissimo fratello.