IL POSTALISTA I miscellanea I glossario I introduzione I un po' di storia
STORIA
POSTALE - CONTO .CORRENTE
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Il conto corrente postale venne introdotto nel 1918, era un deposito di denaro fruttifero aperto presso gli uffici postali; gli utenti di tale servizio erano definiti "correntisti". Il conto aveva una denominazione (intestazione) ed un numero da utilizzare nelle operazioni di sportello (questo servizio non deve confondersi con il servizio particolare di abbonamento di inoltro delle stampe che prescriveva la frase "conto corrente con la posta"). Per accendere un conto corrente si doveva compilare un apposito modulo Mod. ch1 e depositare la firma della o delle persone titolari del conto. Completata l'istruttoria, l'ufficio preposto comunicava al candidato (azienda o privato) l'accettazione della domanda e il numero di conto, recapitandogli dei libretti di assegni postali (precedentemente pagati) su cui, a cura dell'amministrazione, era già stata stampata l'intestazione del conto ed il numero del conto, indispensabili per operare (dopo avere depositata una somma di denaro). Tutta la modulistica era caratterizzata dalla sigla Mod. ch
seguita da un numero e spesso anche da una lettera o da un bis
.
A differenza del libretto di risparmio che era gestito dalla posta
sia per prelievi che per depositi, nel servizio conti correnti la Posta
aveva la custodia e la gestione di una somma che sarebbe stata "variabile"
in funzione degli accrediti e dei prelievi effettuati dal titolare del
conto. Per prelevare delle somme il titolare emetteva assegni postali,
Mod. ch 16. Dagli anni "50 per il trasferimento di denaro
fra correntisti postali, si usarono gli assegni di giroconto
Mod. ch 20, di colore rosa sostanzialmente simili ai precedenti.
Inoltre era possibile accreditare somme da ogni ufficio, sia da parte del titolare che da altri utenti, usando i moduli di versamento Mod. ch.8-bis per conto corrente presenti in ogni ufficio postale (occasionalmente sono stati adattati a sostituire i moduli di postagiro). L'operazione di versamento era gravata da una tassa fissa. Per favorire i propri accrediti ed evitare errori nei numeri dei bollettini
di versamento, le aziende potevano stampare bollettini (secondo il modello
postale) già compilati nell'intestazione e col numero di conto;
per questo motivo si trovano moduli di ogni colore. L'estrema praticità
del servizio (più semplice del sistema bancario) e la capillare
presenza degli uffici postali ne ha favorito la diffusione su tutto
il territorio nazionale. Si può dire che la maggior parte degli
enti pubblici ha adottato gradualmente questo comodissimo sistema di
esazione. A questo riguardo è da sottolineare anche la creazione
di moduli speciali creati dalle poste, dedicati agli enti previdenziali
assicurativi. Gli assegni di conto corrente postale Mod. ch 16 , utilizzati
per trasferimenti di danaro, potevano essere "localizzati"
cioè pagabili in un determinato ufficio postale, oppure "all'ordine"
(tipo assegno circolare) perciò in un qualsiasi ufficio; potevano
riportare girate ma circolare solo in Italia. Per le numerose operazioni del servizio erano stati previsti diversi tipi di buste, ognuna da usarsi in casi specifici. Inoltre erano in uso attestazioni di emissione assegno e attestazione
di versamento, pagando i relativi diritti con francobolli per "diritto
di attestazione".
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