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STORIA
POSTALE - RICEVUTA DI RITORNO
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Uno dei primi servizi utilizzato dal servizio postale
delle Regie Poste Italiane fu la ricevuta di ritorno o avviso
di ricevimento. E' stato un servizio eseguito con moduli postali
ufficiali che poteva su richiesta accompagnare la raccomandata e l'assicurata,
ma era utilizzato anche come servizio accessorio alla spedizione dei
pacchi e all'avviso di pagamento dei vaglia. Il foglio o il cartoncino erano allegati (spesso incollati)
all'oggetto postale raccomandato o assicurato, servivano ad attestare
l'avvenuta consegna, perchè erano restituiti al mittente controfirmati
dal destinatario al ritiro dell'oggetto. I moduli erano forniti gratuitamente
dalle poste se in numero esiguo oppure a pagamento per quantitativi
importanti; l'importo era trasformato in francobolli applicati e annullati
sulla copertina dei blocchetti o su apposito modulo. Il modulo (Mod. 24) inizialmente era
un foglio di carta pesante marrone di dimensione grande (quasi A4)
poi è diventato meno ingombrante (più o meno la
metà), di colore giallo ed in carta leggera (Mod. 24 bis).
Veniva affrancato a carico del mittente; dopo la firma del destinatario
attestante il ricevimento, era restituito al mittente in una busta
Mod 24 Bis in raccomandata di servizio con cartellino rosa
che doveva essere spedita aperta (successivamente si sostituì
con la busta Mod 23 Bis di maggiori dimensioni). Finalmente nel 1923 entrarono in uso dei cartoncini formato cartolina compilati su due facciate che inizialmente erano di colore viola (Mod. 23 I) per l'interno e (Mod. 23 E) per l'estero di maggiori dimensioni perchè bilingue. Con l'introduzione di questa novità di formato (che si mantenne poi per tutto il periodo di cui ci occupiamo) cambiò anche l'intestazione della "cartolina" , non più solo come ricevuta di ritorno ma con la doppia definizione di "Ricevuta di ritorno o avviso di pagamento" perchè alle volte la corrispondenza di cui si richiedeva la ricevuta inviata era contrassegno. Col tempo la dizione stampata si trasformò in
"Avviso di ricevimento o pagamento". Altra nota da
tenere presente è che le tirature iniziali del modulo formato
cartolina postale, non riportavano come fecero in seguito la data
di stampa, il numero della tiratura ed il nome dello stampatore. Successivamente
questi dati vennero sempre impressi. Da queste note si è visto
che nel dopoguerra e precisamente dal 1948 anche il Poligrafico
dello Stato contribuì alle forniture delle cartoline Mod.23
- I stampando gli estremi dell'ordine e la data. Nel 1923 ebbe inizio il servizio notificazione atti giudiziari che adottò lo stesso tipo di cartolina di risposta, ma di colore verde con modalità di affrancatura diverse. Anche il recapito autorizzato ebbe le sue ricevute di ritorno potendo consegnare (con personale espresso, nel senso di appositamente ) in città le sue raccomandate che ebbero le proprie ricevute di ritorno che, come le corrispondenze, bisognava affrancare con la marca di recapito secondo le norme. Nella ricevuta di ritorno (o avviso di pagamento) il
colore viola divenne in seguito rosa, colore che si mantenne per tutto
il periodo di nostro interesse ad esclusione di alcuni periodi inerenti
alla seconda guerra mondiale per carenza di carta rosa, sostituita
da carta grigia o beige. In caso di smarrimento (distacco dall'invio) l'ufficio postale destinatario ne emetteva un duplicato che pertanto non riportava nè affrancatura nè bollo a data dell'ufficio mittente a cui si ritornava l'avviso di ricevimento per la distribuzione.
Le ricevute di ritorno o avviso di ricevimento riportavano descritti eventuali importi di contrassegno e potevano essere restituite (pagando il servizio) per espresso, per via aerea e in fermo posta. Per alcuni brevi periodi è stato possibile ad alcuni uffici statali metterle a carico del destinatario similmente alle stesse raccomandate (però se ambedue gli uffici corrispondenti godevano della possibilità di mettere a carico del destinatario, chi spediva e richiedeva la R.R. doveva affrancare la ricevuta di ritorno a lui indirizzata).
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