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STORIA
POSTALE - I FRANCOBOLLI DE LA RUE
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Gli eventi che portarono alla riunificazione italiana furono molto
complessi perchè la storia del periodo fu segnata da guerre
e moti insurrezionali.
Alla proclamazione dell'Unità nel "61, al Regno
d'Italia mancavano ancora il Veneto e parte del Lazio.
Il primo fu annesso con la terza Guerra d'Indipendenza nel 1866, il
rimanente territorio del Lazio lo fu definitivamente nel 1870 con
la conquista di Roma.
In previsione dell'aumento consistente dei consumi che si sarebbero verificati con la nuova metodologia di tassazione (era in progetto l'affrancatura preventiva della corrispondenza) ed anche in conseguenza dell'aumento considerevole della popolazione del nuovo Regno, si decise di fabbricare i nuovi francobolli con un metodo economico e rapido da definire. Nella intricata vicenda della fabbricazione della prima serie di francobolli dell' Unità d'Italia gli attori in gioco furono quattro: il Ministro delle finanze Sella, il direttore generale delle poste Barbavara, il tecnico ing. Perazzi. ed il conte Sparre come fornitore (anche il Matraire come quinta figura collaterale ebbe molta importanza). Pressati dall'urgenza i tre personaggi "servitori dello stato"
(Sella, Barbavara e Perazzi) affrontarono la questione con opinioni
spesso diverse e con iniziative personali non sempre coincidenti.
Fra i pretendenti in lizza per l'incarico, fu prescelto il conte
Sparre, era costui uno svedese che aveva sposato un' italiana.
Il Conte, presi gli accordi, si associò ad una ditta di Genova
specializzata nella stampa e offrì a prezzi vantaggiosi la
fornitura dei francobolli preparati con colori diversi per ogni valore,
ma basati su un unico disegno dello stemma sabaudo, come figura centrale,
circondata da scritte laterali e cifre di valori. Da sempre attento alle nuove tecnologie, l'ingegner Perazzi ebbe
occasione di vedere (anzi ammirare) i lavori che la casa tipografica
De La Rue presentava all'esposizione (la "casa" era
la stamperia dei francobolli inglesi). Nel frattempo i lavori della De La Rue per le marche fiscali erano a buon punto, la preparazione del conio con l'effige del sovrano incisa in originale sull'acciaio da cui ricavare le matrici di stampa era quasi terminata (il ritratto del sovrano era stato scelto per l'impossibilità della sua contraffazione, ed anche per diffondere il ritratto del nuovo re d'Italia); si chiese alla ditta londinese di subentrare allo Sparre anche nella fornitura dei francobolli, ma il tempo richiesto per la preparazione dei francobolli avrebbe superato la data decisa per legge del 1° Gennaio 1863. Si dovette supplire con una emissione provvisoria a causa del cambio di tariffa richiesto dal nuovo sistema di tassazione. Si diede incarico (facendo appello anche al suo patriottismo) al Matraire di preparare un francobollo provvisorio in attesa che il lavoro della ditta De La Rue fosse pronto. La tariffa lettere, con il nuovo sistema di affrancatura preventiva, era stata abbassata da 20 cent. a 15 cent.. Il Matraire mantenne gli impegni e fornì il vecchio valore a rilievografia (da 20 cent. azzurro) con il valore cambiato in 15 cent. che entrò in uso il 1° Gennaio 1863 con la nuova legge postale Italiana. Per il forte incremento del traffico postale e per l'aumentato numero
delle missive affrancate in partenza, si dovette ancora una volta
ricorrere ad un valore provvisorio. Per la fretta estrema si ricorse
ad un valore in litografia inciso dal Matraire stesso, questo valore
per la semplicità dell'incisione fu falsificato massicciamente.
Le questioni territoriali ancora aperte con l'Austria sfociarono
nel 1865 nella terza Guerra d'Indipendenza; per finanziare
le spese militari extra si decise l'aumento delle tariffe postali
per le lettere e per la raccomandazione. |
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