IL POSTALISTA I miscellanea I glossario I introduzione I un po' di storia
STORIA
POSTALE - 1945 IL DOPOGUERRA
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Ad un'iniziale unità
nazionale espressa da un governo presieduto da Ferruccio Parri , con
Nenni vicepresidente, De Gaspari ministro degli esteri e Togliatti
ministro della giustizia, seguirono battaglie politiche durissime
e le alleanze fatte ebbero vita breve, perchè ogni partito
in disaccordo con gli altri perseguiva un suo fine politico diverso.
Il
28 Giugno 1946 venne nominato Enrico De Nicola "capo
provvisorio dello Stato" e l'assemblea costituente
elaborò una costituzione in senso moderno. Per la prima volta
nella storia italiana le elezioni furono a suffragio universale
comprensive delle donne.
Gli enormi danni causati dalla guerra al sistema produttivo italiano e un abnorme aumento della circolazione monetaria causarono un’inflazione senza precedenti: i tedeschi durante la loro occupazione avevano stampato lire in così grande quantità, che non avevano nemmeno il tempo di tagliare i biglietti e li usavano in rotoli. Questo fece ipotizzare il cambio della moneta, ma il progetto era subito rientrato per l'impossibilità materiale di farlo. Aveva aggravato il tutto anche l'introduzione delle monete di occupazione americane, poche tedesche e inglesi. Il governo provvisorio già nel 1945 si adoperò per mettere la situazione sotto controllo.Gli Stati Uniti cominciarono a mandare anche in Italia gli aiuti necessari per allontanare lo spettro della fame.
Gli aiuti dell'UNRRA
(United Nations Relief and Rehabilitation Administration) cominciarono
il 13 Gennaio 1946; era un organismo dell'ONU creato per soccorrere
i Paesi messi alla fame dalla guerra e per l'invio di generi alimentari,
materie prime e semilavorati (tessuti, pelli conciate, grano ecc.).
Ci furono anche molte iniziative private americane come il C.A.R.E. che contribuirono a farci superare i primi tempi; il CARE era una organizzazione che spediva pacchi dono a chi li sollecitava con una cartolina personalizzata ai cittadini U.S.A.che avevano offerto la loro disponibilità. I
pacchi avevano un valore dichiarato di circa 15 $ (2.500 lire italiane
dell'epoca) e contenevano soprattutto viveri, indumenti e medicinali;
non erano accompagnati dal bollettino di spedizione ma da una dichiarazione
doganale collettiva del contenuto (tutti i pacchi della spedizione
in arrivo erano uguali). Il numero del pacco era assegnato in Italia
(anche se da noi il servizio pacchi non era ancora stato ripristinato),
l'ufficio postale di destinazione provvedeva all'invio di un modulo
speciale di avviso (oppure Mod. 26) al destinatario; dopo il secondo
avviso in caso di mancato ritiro il pacco era donato alla C.R.I.
(vedi retro cartolina) La
situazione ebbe risvolti inconcepibili agli occhi moderni, mancavano
non solo le cose essenziali ma proprio tutto; mancava la carta per
scrivere, la farina per il pane, mancavano il carbone e la legna per
cucinare, l'energia elettrica era erogata per poche ore al giorno,
l'acqua mancava spesso, continue erano le interruzioni della circolazione
dei treni e dei mezzi di trasporto urbani; l'unica cosa che non mancava
era il lavoro (a bassa remunerazione). Tutto era da ricostruire, l'Italia
divenne un cantiere immenso, anche se la vita era dura, il ritorno
alla normalità dopo la guerra passata sembrava un sogno. La
ripresa del servizio postale al Nord , nelle regioni ex R.S.I.,
fu attuata dopo circa venti giorni dall'interruzione, cominciata con
l'insurrezione partigiana e continuata al passaggio del fronte delle
forze Alleate, venne poi confermata dal Governo Militare Alleato
che decretò la ripresa alla metà di Maggio.
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