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STORIA POSTALE - LA PUBBLICITA'

 

Con l'unificazione italiana e l'alfabetizzazione della popolazione si crearono nel nostro Paese le condizioni per il diffondersi di una coscienza nazionale, tutto questo venne rafforzato dalle innovazioni tecnologiche del diciannovesimo secolo introdotte nel territorio italiano. Fecero da moltiplicatori al progresso i trafori transalpini (la galleria del Fréjus era stata terminata nel 1870) che unirono commercialmente e culturalmente l'Italia con l'Europa, la rete ferroviaria sempre più estesa, la diffusione dei giornali e il telegrafo. Contribuirono allo sviluppo commerciale le tecniche pubblicitarie legate all'industria e al commercio, la fotografia, le nuove tecniche di stampa e di riproduzione delle immagini.

Chiudilettera del 1906 traforo del Sempione
Con il traforo del Sempione le comunicazioni internazionali ebbero un grande impulso.
La sua realizzazione presentò enormi ostacoli, specialmente a causa della elevata temperatura della roccia e delle abbondanti sorgenti fredde e calde.

Iniziati i lavori nell'agosto 1898, essi furono portati a termine solo nel febbraio 1906, con quasi due anni di ritardo.
L'apertura al traffico ferroviario avvenne il 1 giugno 1906 col passaggio del treno Simplon-Orient-Express. L'inaugurazione si tenne a Milano contemporaneamente ad una grande esposizione a carattere internazionale.
Chiudilettera che pubblicizza la grande opera ferroviaria

 

L'introduzione della pubblicità si intrecciò con la trasmissione dei messaggi familiari e commerciali; è in questo periodo infatti che vedono la luce nuove tecniche pubblicitarie postali realizzate con la cessione di buste e cartoline pubblicitarie a prezzo ridotto o gratuite. Questi supporti erano offerti al pubblico in cambio della pubblicità apposta agli involucri postali.
La posta con la sua capillare penetrazione nazionale si rivelò il nuovo mezzo pubblicitario per eccellenza con illustrazioni e disegni spesso a colori, diffusi sia in ambito nazionale che coloniale.
Le aziende commerciali, fino ad allora costrette in angusti mercati, ne approfittarono immediatamente usando il canale postale per far conoscere i loro prodotti ed anche utilizzando il nuovo servizio pacchi delle Regie Poste per le consegne.

Sul finire dell'Ottocento si diffuse anche l'abitudine presso le ditte di personalizzare le buste e le cartoline (allora agli albori), con disegni stemmi e loghi sul fronte e sul retro degli invii postali. Anche i giornali ne trassero beneficio; per mezzo dei servizi postali aumentarono la diffusione sul territorio nazionale offrendo spazi pubblicitari che altrimenti sarebbero rimasti confinati in ambito locale. Da parte sua il servizio postale da un punto di vista pubblicitario, si limitò all'uso di annulli o timbri celebrativi degli avvenimenti nazionali.

La pubblicità che la posta aveva trasportato e diffuso per anni, entrò nel servizio postale solo durante la prima guerra mondiale, per dare con il ricavato assistenza economica ai numerosi orfani di guerra. Consci della potenzialità che la pubblicità inserita negli stampati postali e nei francobolli avrebbe avuto nel reperimento fondi, con decreto luogotenenziale (il Re allora era impegnato sul fronte di guerra) del 25 Aprile 1918 si stabilì che la Croce Rossa Italiana potesse gestire la pubblicità postale per cedere agli orfani la metà del ricavato.

Vagliate varie possibilità, prese infine corpo l'applicazione della pubblicità su cartoline e biglietti postali. Le scritte e le immagini vennero applicate al retro dei biglietti postali su una superficie pressochè totale del biglietto, mentre sulla cartolina, per non occupare troppo spazio, venne riservato dalla parte indirizzo uno stretto rettangolo alla estrema sinistra delle dimensioni di 80 x 20 millimetri circa.
Dopo qualche anno (siamo nel 1923) i cospicui introiti realizzati dalla Croce Rossa con la pubblicità fecero revocare all'amministrazione postale la concessione alla C.R.I. per gestire a proprio vantaggio i servizi pubblicitari sulle cartoline postali; anzi fu emesso un decreto che estendeva il campo di applicazione della pubblicità e i relativi introiti furono incamerati dalle Regie Poste. E' in questa occasione che nascono le targhette annullatrici meccaniche pubblicitarie (furono una cinquantina), per la cui gestione venne istituito anche un apposito ufficio.

Francobollo pubblicitario  Columbia
Francobollo pubblicitario  Abrador
Francobollo pubblicitario  Tantal
     

 

Fra le molte altre possibilità pubblicitarie vi furono anche i francobolli (gli altri spazi da dedicare erano in sostanza i moduli postali e le superfici degli spazi e delle cassette postali o dei pali dove posizionare i messaggi promozionali).
Per i francobolli si ricorse al sistema delle aste cedendone la gestione al miglior offerente. Vennero emessi una ventina di francobolli che in contrasto con le norme U.P.U. avevano la vignetta pubblicitaria unita al corpo del francobollo e non separata da dentellatura, come invece avrebbe dovuto essere, per poterla staccare (l'utilizzo su corrispondenza inviata all'estero era vietato; infatti il principio di reciprocità dello scambio postale non poteva essere esteso alla pubblicità).


Dopo molte polemiche e a causa della sfavorevole accoglienza del pubblico che considerava poco dignitoso per la nazione che il Re fosse associato al messaggio pubblicitario, l'anno dopo tutta la normativa per la pubblicità postale venne abolita.
E' passato invece fra l'indifferenza generale un decreto legge del 1929 che permetteva la pubblicità sui moduli dei telegrammi Mod.30 (quelli da consegnare al destinatario). Iniziando dal 1930 (?) vennero emessi dei moduli, letteralmente tappezzati di pubblicità (soprattutto quelli destinati alle grandi città) e per alcuni anni ebbero un uso intenso, per poi scomparire durante il conflitto. Ricomparve la pubblicità dopo la guerra sui moduli telegrafici nel periodo 1950 - 55 quando iniziarono ad essere stampati dall'O.C.V. (Officina Carte Valori). Si ebbero per poco tempo un numero limitato di inserzionisti e precisamente "arance di Sicilia", Sanremo , Marsala, Totip, Rabarbaro Zucca, Yomo e Olivetti. Successivamente e su una limitata superficie rimase solo la ditta Olivetti che reclamizzava le sue calcolatrici e le macchine da scrivere.
Nello stesso periodo le poste ci riprovarono con scarso successo con le cartoline postali con i marchi Leocrema e Chlorodont e gli impermeabili Barbus.
Anche gli annulli postali a targhetta continuano a mostrare pubblicità (a pagamento) sulle corrispondenze con una miriade di tipi delle più svariate categorie merceologiche, intercalati da vignette celebrative e commemorative degli avvenimenti dal dopoguerra fino al 1° Dicembre 1961 quando con un decreto si decise di eliminare la pubblicità postale.

Dopo avere sospeso la pubblicità commerciale, il Poligrafico dello Stato emise a più riprese delle cartoline celebrative e commemorative anche se in minor numero rispetto ai francobolli.

 

Alcuni tipi di annulli meccanici a targhetta
Bollo postale meccanico  1911
1911- Tipo precursore della pubblicità
Bollo postale meccanico  1924
1924 - Pubblicità ...della pubblicità postale
Bollo postale meccanico  con pubblicità 1928
Per un certo periodo si accettarono solo le pubblicità delle manifestazioni e quelle del regime fascista
Bollo postale meccanico  con pubblicità 1949
Con la Repubblica si ebbe la reintroduzione postbellica della pubblicità

 

 

Cliccare per ingrandire
Cartolina del 1906 traforo del Sempione
Cartolina che esprime lo spirito dell'epoca sui benefici indotti dal traforo del Sempione nel 1906.
Nello stesso anno venne terminata la ferrovia Transiberiana, e potenziato l'Orient Express diventato dal 1906 Simplon-Orient-Express
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Busta lettera postale fronte
Busta lettera postale con servizio speciale espresso aggiunto.
Era (come si vede anche sotto) un foglio di corrispondenza contenuto in un "biglietto postale" di fattura privata zeppo di pubblicità e data in omaggio d'uso
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Busta lettera postale  con pubblicità
Busta lettera postale, parte esterna con il solo riquadro libero per scrivere l'indirizzo.
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Busta lettera postale interno con pubblicità
Busta lettera postale, parte interna completamente ricoperta di pubblicità. Anche il foglio bianco ripiegato per la corrispondenza era per buona parte ricoperto di pubblicità.
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cartolina postale dello stato con pubblicità
Pubblicità su cartoline postali 1920; ne fu concesso lo sfruttamento alla Croce Rossa Italiana a favore dei mutilati e reduci della Grande Guerra.
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Francobollo pubblicitario 1924
1924 - Pubblicità sui francobolli con l'effige del Re, motivo delle polemiche che portarono le Poste a sospenderne lo sfruttamento.
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Cartolina postale dello stato con pubblicità  1947
Della stessa serie pubblicità Leocrema Chlorodont e Barbus (impermeabili).
Edizione 1947
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cartolina postale dello stato con pubblicità 1953
Terminato il periodo pubblicità le poste iniziarono la serie delle cartoline commemorative.
Edizione 1953
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1934 Telegramma con pubblicità
1934 Telegramma con pubblicità esterno
1934 - Fronte e retro di telegramma tipo del periodo. Concessionaria in esclusiva è stata una agenzia di Milano che si pubblicizza. (vedi nel riquadro dell'immagine inferiore )
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1937 Telegramma con pubblicità
Nel 1937 la pubblicità si fa discreta, (nel segno grafico) ma la superficie rimane la stessa
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1951Telegramma con pubblicità
Mod 30 del 1951 con varia pubblicità colorata, la nuova introduzione coincise con la stampa dei moduli effettuata dall'O.C.V. e continuò fino al 1961.