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Storie di caduti in Russia

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Sottotenente Matteucci Mario

Samuel Rimoldi

IV PARTE

Il fortunoso ritrovamento tra i cassetti di casa di altre 17 missive inviate dalla Russia dal nostro Mario ci permette di fare un breve passo indietro. Quasi tutta questa corrispondenza è indirizzata alla sorella Marta e per questa ragione è rimasta separata dal resto dell’epistolario, indirizzato al padre o in generale alla famiglia.
Il passo indietro che dobbiamo compiere è breve in quanto il primo biglietto è dell’11 luglio 1942.

11.7.1942 XX

Carissima Marta, da ieri mi trovo in primissima linea assieme a reparti di Bersaglieri e di Milizia. Come vedi, dopo venti giorni esatti, ho ricevuto il battesimo del fuoco e l’ho ricevuto veramente, perché assieme al mio Capitano e ad un Tenente, mi sono trovato in mezzo ad un fuoco nutritissimo di artiglieria, allo scoperto. Le schegge ci piovevano addosso da tutte le parti e vicinissime, tanto che una di esse hanno ferito un Bersagliere a pochi metri di distanza, che noi abbiamo subito soccorso e portato al posto di medicazione. Anche il tenente che era con me ha preso una scheggia sulla testa, senza elmetto, ma non lo ha nemmeno scalfitto. Ora però siamo al sicuro nelle nostre tane in linea, che qui si chiamano “Buncher”. Sai sono delle vere casette con i tetti di legname spessissimo e due metri di terra sopra e quindi non abbiamo più nulla da temere. Io sono in osservatorio presso un plotone della Milizia che è comandato, pensa combinazione, dal C.M. Verzegnassi che Calogero conosce molto bene, poiché è stato a Salcano come istruttore premilitare. Egli è avvocato a Gorizia ed ha lo studio assieme all’avv. Miagostovich. Noi due dormiamo insieme nello stesso “Buncher” con un altro ufficiale della Milizia. Che bella combinazione no, trovarsi in linea nella Russia lontana con un concittadino, non ti sembra ? Anche lui, che già mi conosceva di vista, poiché frequentava il circolo, è stato molto contento di vedermi e di dover vivere per qualche tempo con me. Combattimenti, qui per il momento non ce ne sono; solo l’Artiglieria, si fa sentire giorno e notte, anche adesso sta sparando tremendamente, ma già oggi al secondo giorno, ci ho già fatto l’orecchio e quindi non mi preoccupa affatto. Anche voi non dovete affatto preoccuparvi per me, poiché spero che, come Iddio mi ha assistito al battesimo del fuoco, vorrà continuarmi ad assistere ancora. E poi Marta, più passa il tempo e più esperienza posso acquistare per non combinare fesserie commettendo imprudenze. Anche con l’aviazione abbiamo già fatto la conoscenza, fin da ieri; qui volano spesso ma molto alti, quindi senza poter perseguire risultati. Fino a ieri abbiamo lavorato parecchio, ora penso che per me sia venuto il momento di poter riposare un po’, poiché anche se in linea il lavoro e la fatica sono di moltissimo ridotte. L’altroieri dopo Stalino abbiamo ricevuto la prima posta, e là ho avuto il tuo quadrifoglio; grazie. Là ho pure ricevuto la vostra cartolina, una lettera di Mamma, una cartolina di zio Fernando ed una lettera di Lada. Oggi proprio, quassù in linea, ho avuto una lettera di Papà ed una di zia Gemma. Marta, baciami tanto tanto Mamma, Papà e Alda e dì loro che io sto sempre bene e sono sempre allegro pur sentendo la loro lontananza, quindi voglio che loro facciano altrettanto. A te, Peppino e Calogero un bacio caro e affettuoso. Un saluto alla Signora e se vuoi, anche ai conoscenti. Di nuovo Marta ti abbraccia affettuosamente tuo fratello Mario.

Immagine 1: Biglietto postale in franchigia inoltrato attraverso l’ufficio di Posta Militare n. 6 in data 14.7.42. L’ufficio di Posta Militare n. 6 è assegnato al Comando dell’8^ Armata ed ha sede, in quei giorni, a Makaievka, oggi Makiivka in Ucraina.

 

18.7.1942 XX

Bacioni e saluti carissimi. Mario

Immagine 2: Cartolina in franchigia inoltrata attraverso l’ufficio di Posta Militare n. 6 in data 22.7.42. L’esagono con lo stemma reale nel cartiglio di franchigia è stato rimosso per gioco dall’allora giovane nipote Giuseppe.


8.8.1942 XX

Carissima Marta, come ho scritto oggi stesso a papà, ieri ho ricevuto, assieme a due sue lettere, la tua cartolina del 20 e la tua lettera del 30 luglio, perciò ti ringrazio moltissimo e ringrazio pure la mamma di Calogero, Calogero e Peppinello per le loro affettuosità. Ed ora, dopo i preamboli di rito, a noi due! Innanzitutto sappi, e te lo dico con faccia feroce e voce grossa e tu dillo alla stessa maniera a chi pensava, come te, che il mio entusiasmo non è scemato affatto ed è sempre allo stesso livello e forse superiore di quando sono partito dalla nostra bella Italia, anche se di questa ne sento, certo, la nostalgia. Il fatto che a te possa essere sembrato ciò possibile deve ritrovarsi nella causa che dopo circa 3000 (dico tremila) chilometri di autocarro per città e paesi nuovi, per strade brutte e polverose, in località nuove e mai neppure immaginate, sbattuto subito in linea e sotto il fuoco, uno deve essere certamente stordito, sconnesso nei suoi pensieri e quindi anche un po’ sconclusionato. Non ti pare? Quindi questo punto è chiarito anche se io non ripeto più le solite frasi che ormai mi sembrano anche superflue. In secondo luogo poi, non voglio da parte tua, né degli altri di casa alcuna preoccupazione per me, perché non è neppure il caso, poiché come già ho scritto a papà dopo quell’azione, non siamo più stati impiegati e se anche abbiamo girovagato, siamo sempre rimasti a riposo. Per quanto tempo chissà, speriamo ancora poco. Qui le cose, come saprete meglio di me, vanno sempre a meraviglia e vanno sempre avanti e ciò mi fa anche invidia, poiché noi non siamo dei primi. Della puntura, si trattava di vera puntura e non di altro. Credimi che io vi scrivo sempre la verità e non vi nascondo mai nulla. A che scopo? Quindi Ripeto nessuna preoccupazione! Dì a papà che per la delega ed i libretti va benissimo e come già ho scritto in un’altra mia, non voglio nessun resoconto. Il vaglia di 400 £ non l’ho più fatto perché mi sono comperato un fucile da caccia, ma 5 giorni fa ne ho fatto uno di 500 £ che credo arriverà fra qualche giorno. Del passamontagna, per ora non te ne preoccupare, caso mai ne avrò bisogno, te lo farò sapere in tempo. Se mi mandate invece qualche fotografia di quelle che non conosco, cioè dei rotoli che vi ho mandato e di quelle di Milano, mi farà piacere. Del diario, dì a papà che non ne faccio niente, perché non ho proprio voglia di scrivere. Alla Signora Schobert, manderò qualche cartolina, ma non ricordo il numero della sua casa se è 15 o 17. Speriamo le arrivi ugualmente. Verzegnassi non l’ho più visto, poiché è andato avanti se lo rivedrò dì a Calogero che lo saluterò per lui. Salutatemi tutti coloro che mi ricordano ed a voi bacioni vostro aff.mo Mario Ho appreso ora che sono stati sospesi i pacchi dall’Italia. Pazienza! Informatevi se è vero.

Immagine 3: Biglietto postale in franchigia inoltrato per via aerea attraverso l’ufficio di Posta Militare n 108 in data 9.8.42. Il francobollo applicato per assolvere al porto aereo risulta caduto.


Nel testo di quest’ultima missiva si fa riferimento alla sospensione del servizio pacchi dall’Italia al fronte: ciò corrisponde al vero in quanto il servizio è sospeso dal 23 luglio al 16 ottobre 1942 (Stato Maggiore Regio Esercito, Ufficio Servizi I, lettera n. 214750 del 23 luglio 1942 e Stato Maggiore Regio Esercito, Ufficio Servizi I, lettera n. 241832 del 27 settembre 1942) e successivamente dal 15 novembre al 5 dicembre 1942 quando riprese con difficoltà a causa del clima e degli eventi bellici. La causa di queste continue sospensioni è dovuta all’elevato volume di invii che intralciava di molto l’attività postale: per diverse cause vi era scarsa disponibilità di mezzi per il trasporto dei pacchi, complicata dal fatto che le strade spesso erano impraticabili.
Nei periodi di sospensione si continuava ovviamente a smistare ed inoltrare i pacchi già accettati in precedenza.

Samuel Rimoldi
17-01-2023