LA POSTA A SETTIMO TORINESE
dal Regno di Sardegna al Regno d'Italia di Gian Franco Mazzucco
A.N.C.A.I., Settimo Torinese 2018, pp. 80 a colori, 21x30, € 13,00 copmrese spese postali.
Da richiedere a:
gianfrancomazzucco1@alice.it
Mansio ad septimum...
La località si trovava, e si trova tuttora, a circa 12 km a nord est di Torino, tra la sponda sinistra del Po e la
destra dei Sangallo, lungo la strada romana che da Torino portava a Pavia. Il toponimo Settimo Torinese
deriva da Septimum Taurinense, documentato esattamente così fin dal 1198, più spesso come Septimo, con
omissione del determinante.
La voce ricorda una "mansio ad septimum lapidem ab Augusta Taurinorum", posta lungo la strada romana, nel
Medioevo 'francexia'. La distanza da Torino è di qualche centinaio di metri superiore all'equivalente di sette miglia
romane, da cui la denominazione, come per Settimo Rottaro e Settimo Vittone, questi ultimi però in relazione alla
distanza dalla città di Ivrea.
Settimo appartenne ai marchesi di Cirié e nel 1159 fu donata al vescovo di Torino. Nel 1269 fu data in feudo
ad Alberto di Biandrate, poi passò al marchese dì Monferrato e nel 1435 ad Amedeo di Savoia. Sotto questa
casata seguì, di fatto, le vicissitudini del capoluogo torinese.
Nel 1599, durante una di quelle frequenti epidemie che colpivano con frequenza l'Europa (pensate alla
peste manzoniana del 1630), S.A. Carlo Emanuele emanò un'ordinanza (20.5.1599) con la quale si stabilivano
i tributi che le città, le ville e le terre dello Stato dovevano versare per collaborare a far fronte al "malcontagioso".
Esso imperversava e aveva costretto le autorità torinesi a trasferirsi in quel di Chieri abbandonando
Torino e, di fatto, a sospendere il più possibile le comunicazioni con gli altri Stati ed anche all'interno
dello stesso Stato.
Il tributo per la comunità di Settimo Torinese fu di soldi 102 e denari 1, mentre quello per la vicina città di
Chivasso (via via Civazzo, Civasso, Civasco ecc.) fu di soldi 145 e denari 10. Questo per sottolineare la differente
importanza tra le due comunità. Chivasso era più popolata ed anche nei successivi sviluppi postali
ebbe un servizio molto prima di Settimo Torinese. Nel 1772, infatti, risultava già funzionante in Chivasso
un servizio per la posta delle lettere.
L'importanza di Settimo consisteva soprattutto nella sua posizione. Nel Regio Editto per il regolamento
della Posta delle lettere e dei cavalli del 14 gennaio 1720 Settimo era sede di una stazione della "posta" dei
cavalli, come prima tappa della gran rotta maestra da Torino a Vercelli (il novarese e il milanese erano
all'estero).
Nel Manifesto del Conservatore generale delle poste "per lo stabilimento della cambiatura o sia mezzo
posta" sulla rotta di Vercelli, a una posta da Torino si trovava Settimo Torinese, da cui, dopo un'altra posta,
si giungeva a Chivasso. La situazione si evidenzia con maggior chiarezza grafica nella cartina tratta dalla "Guida per il viaggio d'Italia in posta" del 1793.
Italo Robetti
Presidente onorario Associazione Collezionisti Annullamenti Italiani
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COLLEZIONISMO E INVESTIMENTO NELLA FILATELIA DEL SECONDO DOPOGUERRA
ATTI del CONVEGNO FILATELICO ROMANO AFI - Polo culturale MISE 21 Aprile 2018
A.F.I. "Alberto Biena", 2018, pp. 54 colori, 17x24, si può scaricare da qui >>>
PRESENTAZIONE
La presente edizione degli ATTI è dedicata ai lavori presentati durante la
Manifestazione congiunta AFI-Polo culturale del MISE tenutasi il 21 aprile del 2018
presso la Sala del Parlamentino del MISE. Come per le precedenti edizioni, la
Manifestazione è stata sviluppata nell 'ambito del Convegno Romano AFI, che ha visto il
giorno successivo, 22 aprile, l 'Incontro Filatelico e Numismatico AFI presso la nostra
Sede:
Il tema trattato quest 'anno nell 'ambito della Manifestazione presso il MISE dal titolo: "Collezionismo e investimento nella filatelia del secondo dopoguerra " ha voluto
ricordare un periodo importante della storia filatelica italiana.
Negli anni '50 e '60 del secolo passato, al dilettevole piacere del collezionismo si
aggiunse l 'idea dell 'investimento ed il fattore economico assunse una rilevante
importanza, con tutte le conseguenze che questo status comportò.
La Manifestazione ha visto la presentazione di quattro relazioni e la proiezione di due
filmati RAI degli anni '60, relativi a due momenti di cronaca come: l 'emissione del
Granchi rosa e l 'incenerimento dello stock ministeriale.
Gli interventi hanno ricordato quei momenti di euforia dettata dalla speculazione
intorno alle nuove emissioni filateliche, ma anche le scelte per quei francobolli di
interesse storico postale ancora oggi ampiamente collezionati.
Al termine della Manifestazione il Presidente del CIFO, Claudio Ernesto Manzati ha
voluto sottolineare il commento di Danilo Bogoni che a conclusione della giornata ha
avuto parole di apprezzamento sia per il contributo alla filatelia offerto dalla
responsabile del Polo culturale del MISE, la Dr.ssa Gilda Gallerati e sia per il ruolo
del Presidente dell 'AFI che ha saputo rilanciare la storica Associazione romana. In
particolare vorrei riportare le parole utilizzate da Bogoni: " ... era da molto tempo che
non partecipavo ad un Convegno così interessante ed in una sede istituzionale così bella
ed importante, purtroppo io che vivo a Milano non posso provare lo stesso piacere ".
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La Grande Guerra nel centenario di Beniamino Cadioli, Bruno Crevato-Selvaggi, Piero Macrelli (2 volumi e catalogo dei bolli postali)
Associazione italiana collezionisti posta militare, Rimini 2018, il costo di copertina dei tre volumi comprese postali: € 90,00 - (€ 50,00 per i soci AICPM).
Volume I: 422 pp. a colori, cm. 22x30,50
Volume II: esce a gennaio 2019
Catalogo:
272 pp., cm. 16,50x24, valutazione in punti con scala in euro
Da richiedere a info@aicpm.net
Dalla Presentazione degli autori
Com' è ben noto, i primissimi studi sulla
posta militare italiana durante la Grande
guerra comparvero già nell immediato
dopoguerra. anche se poi non si svilupparono
pienamente.
l collezionisti italiani, salvo rare eccezioni, non
ne furono particolarmente attratti sino alla fine
degli anni Sessanta, quando si riscontrò un generale
risveglio d'interesse sia per la posta militare
sia per altri aspetti legati alla partecipazione italiana
al conflitto. Certo, diversi collezionavano
semplicemente ordinando i bolli per Unità o per
numero, ma mancavano ancora molte informazioni
e un'organizzazione della materia.
I momenti di svolta per il tema furono diversi.
L'interesse di alcuni fece sorgere una associazione
di collezionisti specializzati che a sua volta alimentò
le ricerche e le collezioni; alcuni cataloghi
pionieristici contribuirono a muovere il mercato;
lavori scientifici, frutto cli ricerche d'archivio,
a cura di Aldo Cecchi e di uno di noi , consolidarono
il sapere. Contemporaneamente. altri
ricercatori si mossero in settori affini (come per
esempio le cartoline in franchigia) e oggi il settore
è maturo e consolidato. Seguirono, infatti, e
sono luttora pubblicati diversi studi specializzali:
era uscito vent'anni fa un fortunato catalogo
che guardava alla materia cercando di tenere
conto. pur se in modo stringato. delle conoscenze
storiche e delle esigenze collezionistiche.
Insomma, i tempi sono maturi, riteniamo, per
un'opera come questa che ora presentiamo, che
ambisce ad essere un contributo definitivo al
tema, almeno per diversi anni.
I criteri con cui è stata realizzata si ispirano infatti alla completezza e all'eccellenza - grafica e
di contenuti - secondo stili e criteri già adottati
in opere simili realizzate da alcuni cli noi, che
hanno incontrato un largo favore e su cui vale la
pena spendere qualche riga.
Prima di tutto vi è un testo introduttivo che affronta
l'argomento in modo sintetico e rigoroso
con stile scorrevole e piano, senza affastellamenti
di minuzie e sovraccarico di dati, riccamente
illustrato per la piacevolezza del dire, che dà per
noti i principali fatti storici ma li ricorda negli
aspetti più inerenti al tema.
Poi la schedatura degli uffici di posta militare,
disposti in ordine logico. Di ciascuno vi è la cronologia
storica dell'Unità, per quanto riguarda i
suoi grandi spostamenti nel teatro d'operazioni
(argomento d'interesse storico e collezionistico)
e la cronologia dell'ufficio, con le date di costituzione
e chiusura, comprese eventuali riaperture
e chiusure intermedie, nonché tutte le dislocazioni.
Dati, è persino ozioso il ricordarlo, desunti
solo dalle più attendibili fonti archivistiche e
utilissimi allo studioso come al collezionista.
A seguire. le immagini di tutti i bolli noti usati
dall'ufficio, riprodotti da originali in scala al naturale,
disposti tipologicamente in ordine logico
e infine una selezione di documenti significativi
bollati con i tipi appena visti, accompagnati
quando necessario - e solo in quel caso - da didascalie
espicalive.
Al termine, una bibliografia critica e ragionata
- che nulla ha a che vedere con un mero elenco
di titoli - i riassunti in lingua inglese per i lettori
internazionali e, in chiusura, un indispensabile
indice analitico per muoversi con agio nei due
tomi.
L'opera, infatti, è distribuita in due tomi , per
mere necessità tecniche di dimensioni. Introduzione,
tutti gli uffici esclusi quelli divisionari nel
primo tomo; i rimanenti e gli apparati nel secondo.
Il tutto, in una veste grafica raffinala e in un'edizione
di pregio editoriale.
Non è finita, perché l'opera è accompagnata
da un terzo tomo, ovvero il catalogo con valutazioni. Dedicato agli aspetti più collezionistici,
questo volumetto riproduce tutti i bolli, ne propone
le date estreme d'uso ad oggi conosciute e
li quota con un sistema a punti tradizionale.
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LA POSTA DI MILANO 1849-1859 - Catalogo annullamenti e bolli dell'Ufficio Postale di Milano di Luca DE BATTISTI e Luca SAVINI - con la collaborazione di Gabriele Cafulli, Massimiliano Ferroni, Francesco Luraschi, Giuseppe Antonio Natoli
VACCARI Editoria Filatelia, pp. 480 a colori, formato cm 21x29,7 - carta patinata di alta qualità - ril. - ed. 2018
collana "la Storia attraverso i documenti" - € 50,00
Disponibile presso: Edizioni Vaccari S.r.l.
Dal comunicato stampa
Descrizione e catalogazione dei bolli di Lombardo Veneto dell'Ufficio Postale di Milano, dal quale
transitava tutta la corrispondenza, nel periodo dall'introduzione dei francobolli alla liberazione del I 859.
Una grande varietà di usi, forme, colori, una continua sperimentazione di nuove tecnologie per la
produzione di tipari, inchiostri, bollini, carte.
Per ogni timbro, le caratteristiche dell'impronta (dimensioni e tipologia dei caratteri); eventuali modifiche
apportate nel tempo e, quando significativa per la classificazione, l'evoluzione dell'impronta nel periodo
d'uso con i diversi gradi di usura; la destinazione d'uso specificando se e quando il timbro è stato
utilizzato; il periodo d'uso complessivo e il periodo riscontrato per ogni destinazione d'uso; il grado di
rarità per ogni tipologia d'uso (bollo o annullamento). Massimo spazio agli annulli e ai bolli "tipologici",
cioè quelli regolarmente usati per un certo periodo di tempo o anche occasionalmente in ben determinate
situazioni. Solo un cenno viene dato per gli errori nelle date (mancanti, rovesciate ecc.) Esauriente e
completa la classificazione dei bolli riquadrati e di quelli a cerchio piccolo basata su diversi tipi in
perfetta sequenza cronologica.
Alcune sezioni completano il catalogo: "simpatico datario" (esempi delle varie casistiche di errore di
composizione dei datari), "repertorio delle raccomandate", "approfondimento".
Grazie anche alla collaborazione di appassionati e studiosi delle discipline più differenti, l'opera presenta
un'ampia sezione dedicata all'ufficio postale di Milano con contributi che forniscono al lettore un
inquadramento storico di Gabriele Cafulli, spunti di storia postale dalle origini al XIX secolo di Francesco
Luraschi, una introduzione illustrata ai francobolli del periodo a cura di Massimiliano Ferroni, i servizi, i
documenti e i regolamenti postali, le tariffe del periodo, per finire con il racconto di Giuseppe Antonio
Natoli, attraverso i documenti e i giornali dell'epoca, di come le amministrazioni postali sono riuscite ad
assicurare le comunicazioni durante e dopo la Seconda guerra di indipendenza.
Estratto della pubblicazione dal sito di Vaccari Editoria
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LE GUERRE BALCANICHE (1912-1913) di Alberto CAMINITI
PreGi Editore, pp. 88 a colori, formato 17x24, 2018, € 7,00, postali incluse tariffa piego libri (€ 12,00 se racc.ta
da richiedere a Libreria Internaz. Frasconi, Corso Gastaldi 193 rosso, 16131 Genova; tel. 010 5220147, oppure 3356928773;
INTRODUZIONE
Origine dei due conflitti e che cosa essi rappresentarono e i dovrà pur essere un buon motivo se a distanza di quasi un secolo le due guerre balcaniche sono tuttora oggetto di studi, analisi profonde, seminari e tesi di laurea. Il persistere in campo accademico di studi sull'argomento è segno che vi fu qualcosa in esse che incise profondamente sui settori della diplomazia, della strategia militare, della costituzione di nuovi Stati e della conferma del principio nazionalistico secondo il quale con le armi (o con la rivoluzione) si possono ottenere risultati che non si otterrebbero mai con snervanti trattative e lenti processi politici. Nasce quindi legittima la domanda: ma cosa rappresentarono in definitiva i due conflitti con i loro scontri sanguinosi seppur di breve durata?
1) Indubbiamente furono i segni premonitori di un ben più grande conflitto (la Prima guerra mondiale);
2) in linea generale, fornirono una prova concreta che i piccoli Stati nei confronti delle grandi potenze non hanno possibilità di ottenere buoni risultati mediante le solite estenuanti trattative diplomatiche e quindi apparve loro, con un rischio calcolato, necessario usare le maniere forti gettando sul tavolo, come ulteriore elemento, la sorpresa;
3) nel caso specifico, misero in evidenza la coraggiosa ribellione delle piccole etnie contro lo strapotere assoluto che la Sublime Porta esercitava - anche a livello religioso - sui territori del suo immenso Impero;
4) fu l'inizio dei gravi sconvolgimenti sociali che si acuiranno nel successivo scontro mondiale del 1914-18. I massacri, le pulizie etniche, gli stupri di massa, segneranno per sempre i Balcani e si ripeteranno nel 1991 in Bosnia e contro tutte le minoranze delle popolazioni disseminate a macchia di leopardo nell'inestricabile distribuzione etnica balcanica. Tutti contro tutti, fu il comportamento del 1912 che si ripeté identico nel 1991;
S) nella regione fu spazzato per sempre il dissennato assetto sudeuropeo venutosi a creare col Congresso di Berlino del 1878. Tutti i luoghi nevralgici di discordia (come la Tracia, la Macedonia, il Rodope, il Kosovo ecc.) vennero sconvolti e poi parzialmente riequilibrati;
6) decisivo, inoltre, si rivelò l'argine che gli Stati della Lega balcanica posero all'influsso islamico sull'Europa centro-meridionale. L'Occidente allontanò per sempre l'Oriente musulmano preservando le radici della civiltà occidentale, della Chiesa di Roma e di quella greco-ortodossa;
7) le due guerre balcaniche renderanno possibile la costituzione di nuovi Stati, come l'Albania, e consentiranno, dopo la fine della Prima guerra mondiale, una più equilibrata sistemazione della penisola dinarico-danubiana;
8) infine, segneranno il ridimensionamento di due grandi potenze: l'AustriaUngheria (miscuglio etnico senza alcun solido collante) e la Russia zarista, che finirà da lì a poco nella morsa della Rivoluzione bolscevica e del totalitarismo di Lenin e poi di Stalin.
Si possono peraltro fare ancora delle considerazioni:
a) all'epoca, si affermò che la Lega balcanica fosse stata spinta allo scontro con la Sublime Porta per via del contemporaneo conflitto italo-turco. Nulla di più falso. Il Regno d'Italia si tenne sempre lontano dalle vicende balcaniche, stretto com'era dal patto segreto col suo alleato nella Triplice (l'Austria), in base al quale l'Impero aveva dato mano libera agli italiani contro la Turchia purché il conflitto non fosse esteso ai territori europei;
b) è inoltre falso che si trattasse soprattutto di uno scontro fra religioni. I contrasti religiosi naturalmente ebbero la loro importanza in quelle guerre, ma la Lega balcanica si mosse per motivi prevalentemente politici e di ridefinizione del territorio. Inoltre, la Chiesa greco-ortodossa non fu l'antagonista principale dell'Islam, ma si ebbero furiosi diverbi e scontri al suo interno, fra il Patriarcato di Costantinopoli e quelli (nuovi, ma pur sempre ortodossi) di Sofia e Belgrado.
Le motivazioni furono perciò molteplici ed è possibile usare una chiave di lettura diversificata. Tutto comunque si rifaceva all'insoddisfacente spartizione dei Balcani operata a Berlino nel 1878. Se si vuole trovare per forza un punto d'origine per i due conflitti, esso va ricercato nelle malaugurate decisioni assunte in quell'occasione dalle maggiori potenze europee.
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La GRANDE GUERRA narrata al femminile di Rosalba PIGINI
Editore UNIFICATO, 64 pagine a colori, formato cm. 21 x 29,7, 2018, € 16,00
Disponibile presso: Unificato/Cif: https://www.unificato.it/la-grande-guerra-narrata-al-femminile/
É già trascorso un secolo dalla fine della Grande Guerra.
Innumerevoli sono state le voci che negli ultimi mesi hanno rievocato la tragedia che il nostro Paese, come tanti altri, ebbe a
soffrire per mesi ed anni. Anche la posta, e con essa ovviamente la filatelia, fu testimone di tanti eventi che hanno meritato
di essere ricordati.
Nel nostro settore, come più in generale in quello storico, le voci al femminle sono però assai rare. Da alcuni anni, invece, la
nostra splendida rivista L'Arte del Francobollo, l'unico mensile italiano che tratta di francobolli e monete, ospita fra i propri
autori Rosalba Pigini, giovane collezionista e scrittrice assai conosciuta.
La serie di suoi articoli da noi pubblicati negli ultimi tempi e dedicati alla Grande Guerra ha così trovato adeguato compimento in questo volume. Interessante e insolito, si distingue da quanto fino ad oggi disponibile in libreria per l'inedito punto
di vista: l'occhio e la sensibilità femminili riescono infatti a svelarci aspetti fino ad oggi trascurati e di notevole interesse del
conflitto mondiale.
Ed è con orgoglio che sottolineiamo come anche il Presidente Sergio Mattarella, nell'ambito delle celebrazioni dello scorso
4 novembre, abbia voluto sottolineare come l'apporto delle donne italiane (ma, ne siamo certi, la cosa è senz'altro valida in
tutti i Paesi e in tutte le epoche) sia stato estremamente importante non tanto per l'esito delle ostilità ma soprattutto per
l'umanità che l'universo femminile ha saputo mettere in campo per sopravvivere fisicamente e moralmente alla tragedia
della guerra.
Federico Kaiser
Amministratore delegato
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ROMA POSTALE Gli uffici postali della Capitale d'Italia di Luigi Ruggero Cataldi
Copertina cartonata telata blu con scritte in oro e con sovraccoperta su carta patinata opaca con alette.
Prezzo: 90,00 EUR (per eventuale spedizione a domicilio, aggiungere: € 6,00 a mezzo piego di libri raccomandato; € 13,00 a mezzo paccocelere 3; € 16,00 a mezzo paccocelere 1.
da richiedere a: Luigi Ruggero Cataldi (luigiruggerocataldi@gmail.com) Tel. 3383692227 - Via Giacomo Favretto, 8 - 37138 VERONA VR
Presentazione
Di Roma è stato detto praticamente tutto, da Romolo a oggi.
Tutto, tranne dello sviluppo di Roma capitale d'Italia nel campo delle comunicazioni, dal 1870 in poi.
Anche la posta, data la sua rilevanza per la storia della civiltà nell'ultimo millennio, ha avuto attenti studiosi come Pio Fabri, Fernando Ceccarelli e Mario Gallenga, ma il loro interesse si è concluso con il potere temporale dei papi. Tralasciando la parte forse più affascinante della storia postale, sociale, economica e politica di Roma, che vide il passaggio da un solo ufficio di posta a tutta una serie di uffici, succursali, agenzie, recapiti aperti al pubblico o interni.
Una storia certo non semplice da ricostruire, per la gran mole di ricerche da affrontare e di dati da analizzare e le notevoli e continue variazioni dovute alle necessità operative, alle esigenze politiche e allo sviluppo di una capitale qual'è Roma.
Sintomatico in proposito il capitolo sui cambi di denominazione degli uffici che, unitamente alle inedite segnalazioni relative alle loro variazioni di indirizzo, rappresentano una vera impresa, tentata ma mai realizzata da Mario Gallenga.
Un'impresa che Luigi Ruggero Cataldi ha affrontato abbinando la passione collezionistica alla competenza maturata come funzionario delle Poste e dei Telegrafi, e facendo tesoro delle sue precedenti pubblicazioni sia storiche che postali, tra cui il monumentale volume del 2001 sulla posta di Verona e della sua provincia.
Ne è nata così la storia di una città raccontata dall'evolversi di quel fenomeno epocale che è stata la posta fra Ottocento e Novecento, unico mezzo di comunicazione veramente accessibile a tutti.
Una storia di umana quotidianità che, nel caso di Roma capitale, riesce persino a dare un tocco di ulteriore fascino alla Città eterna.
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CAMPO LIGURE E L'INUTILE STRAGE, nel centenario della fine della Prima Guerra Mondiale di Paolo Bottero e Lorenzo Oliveri
Comune di Campo Ligure, A4, pp. 192 - ed. 2018, € 15,00
Disponibile presso: Comune di Campo Ligure: info@comune.campo-ligure.ge.it (la pubblicazione sarà spedita con allegato bollettino postale per il pagamento)
Premessa
Questo libro, nato nella ricorrenza del primo Centenario dalla fine della Prima Guerra Mondiale, è motivato soprattutto dalla volontà di non dimenticare.
In molti paesi piccoli e grandi sono già stati pubblicati libri più o meno celebrativi in ricordo del Centenario. Varie riviste (si vedano, ad esempio, alcuni numeri di “Urbs, Silva et Flumen”, trimestrale dell’Accademia Urbense di Ovada) hanno ospitato saggi e articoli mirati a riportare alla memoria dei lettori i nomi dei protagonisti, loro malgrado, della grande tragedia.
Quasi tutti, tuttavia, libri, saggi, articoli non ricordano che i soli “caduti” e dimenticano tutti gli altri soldati che pure penarono due, tre, quattro anni nel fango e nel sangue delle trincee.
Ci è sembrato estremamente ingeneroso dimenticare nonni e antichi zii che, a trenta e più anni, ormai padri di famiglia, si ritrovarono nel “radioso” maggio 1915 a dover indossare nuovamente la divisa militare, lasciare nel pianto e nella miseria mogli e bambini, abbandonare a metà il lavoro in cascina o nella fabbrica, per andare verso luoghi lontani e ignoti “per far contro il nemico una barriera”.
Campo Ligure lasciò sul terreno un’ottantina di morti; un altro centinaio di reduci morì poco dopo la fine della guerra che aveva portato in eredità malattie, invalidità, ferite, dolori materiali e spirituali.
Circa duecento soldati, rientrati a casa, ripresero stentatamente il lavoro, incapparono nella dittatura, furono travolti dalla grande crisi economica del 1929, “strinsero la cinghia” durante gli anni Trenta; alcuni ripartirono per l’avventura dell’Abissinia, continuarono in Albania e in Grecia; qualcuno si ritrovò a dover sparare anche tra il 1940 e il 1945.
Quasi tutti videro partire i loro figli, anche questi travolti da una volontà crudele e assassina.
Ci furono famiglie campesi che nella Prima Guerra Mondiale persero il padre; famiglie che persero due o tre figli; famiglie che videro i piccoli orfani crescere per essere poi, a distanza di vent’anni, anch’essi trascinati nell’immane tragedia della Seconda Guerra Mondiale.
Abbiamo cercato di ricreare l’atmosfera in cui viveva il Paese durante la guerra, sia a livello locale, sia al fronte; per questo abbiamo dato ampio spazio al materiale iconografico e abbiamo rivolto un’attenzione particolare al servizio postale, l’unico mezzo che allora permetteva di intrattenere rapporti tra le famiglie e i soldati. In uno dei testi riportati si dice: “Un bacio dalle sorelle che vanno sempre incontro al postino, ma tornano a casa a mani vuote”. Quanti genitori, figli, spose, fratelli in tutti i paesi d’Italia saranno andati incontro al postino trepidanti, nella speranza di ricevere uno scritto dal fronte? Riusciamo ad immaginare l’ansia in cui viveva la popolazione? L’unica certezza, in caso di arrivo della corrispondenza attesa, era che, almeno alla data della missiva, il congiunto era ancora in vita!
“La storia non è magistra di niente”, scriveva il nostro poeta Eugenio Montale, rovesciando completamente, a fronte dell’evidenza bimillenaria, l’antico aforisma di Cicerone per il quale “la storia è maestra di vita”.
Gli uomini non hanno imparato mai nulla!
Ecco, questo libro, insieme ai “caduti”, vuole ricordare i nomi degli oltre 350 soldati campesi che hanno subito la violenza della volontà perversa dei governanti. Perché dimenticare il loro sacrificio? Perché dimenticare la loro tremenda esperienza di vita? Perché dimenticarli?
Nonostante accurate ricerche, con tutta probabilità i nomi di alcuni antichi nostri soldati non appariranno nelle pagine seguenti. Ce ne rammarichiamo, ma non è stato facile a cent’anni di distanza ritrovare tutti, ricostruire famiglie, situazioni e reperire tutte le foto di quegli uomini valorosi.
Il tempo e l’incuria hanno distrutto la memoria.
A noi piace non dimenticare.
Lorenzo e Paolo.
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Tariffe, franchigie, leggi e decreti postali nel Regno d'Italia napoleonico 1805-1814 di Marco Panza
Circolo Filatelico Bergamasco, pp. 124 - ill. a colori - brossura - ed. 2018, € 25,00
Disponibile presso: C.F. Bergamasco - Edizioni Vaccari S.r.l. - Sintoni S.r.l.
Premessa
Il libro di Marco Panza Tariffe, franchigie, leggi e decreti postali nel Regno d'Italia napoleonico 1805-1814 offre ai collezionisti un valido strumento per conoscere meglio alcuni aspetti difficili della storia postale di questo periodo.
L’occupazione francese cambiava molti elementi sistematici nel quadro degli Antichi Stati Italiani, uniformando e riformando l’amministrazione della posta.
La pubblicazione convince dalla sintesi, in quanto segue la traccia della collezione esposta dall’autore, e che è utile a chi ha ancora poche nozioni di questi aspetti.
L’autore illustra i diversi periodi tariffari (cinque, dal 1805 al 1814) e spiega ogni singola fattispecie della lettera in maniera precisa e dettagliata.
Anche il complesso ed interessante tema della franchigia postale, spesso sottovalutato nella storia postale, trova il suo giusto rilievo.
Infine un appendice di decreti e leggi postali completa l’opera: il collezionista ha dunque la possibilità di approfondire alcuni dettagli con il testo della norma, che sono difficili da trovare, ed è spesso di grande aiuto quando si devono interpretare lettere ed altri documenti d’epoca.
Ringrazio l’autore per questo lavoro, che arricchisce senza dubbio il panorama della letteratura storico-postale italiana.
Thomas Mathà FRPSL
Introduzione e ringraziamenti
Napoleone I Bonaparte ha rappresentato un punto di svolta nella storia moderna.
Basti pensare alle riforme da lui attuate in svariati campi, come quella del sistema giuridico, che pose le basi per la moderna giurisdizione civile.
Per restare all’argomento a noi caro, è da sottolineare l'influsso che la riforma postale da lui voluta ha avuto anche dopo la sua caduta.
Da qui il mio interesse per quel breve ma importante periodo storico che ha vissuto una parte dell’Italia, dapprima con la nascita della Repubblica Cisalpina, poi divenuta Repubblica Italiana, trasformatasi nel Regno d’Italia.
La pubblicazione riprende quasi integralmente la mia collezione “The postal rates and the free franks in the napoleonic Kingdom of Italy 1805 – 1814” e documenta l'evoluzione delle tariffe postali e della franchigia durante il Regno d'Italia napoleonico (Marzo 1805 - Aprile 1814).
Sono state ampliate la parte storica e le parti introduttive di ogni singolo periodo tariffario, anche con informazioni non propriamente di carattere storico – postale, non presenti nella collezione, così come la franchigia è trattata in modo più descrittivo ed analitico.
L’ultima parte vede la riproduzione dei testi originali di tutte le leggi e di tutti i decreti che hanno trattato la materia e che sono stati la mia fonte primaria per affrontare tale studio.
Il lavoro non ha la pretesa di esaurire l’argomento trattato, sarò quindi lieto se gli
appassionati ed i cultori della materia m’invieranno eventuali aggiornamenti, nuove scoperte o qualsiasi altra informazione che possa completare ed integrare l’argomento.
Da quando ho iniziato a trattare tale argomento ho avuto la fortuna di avvalermi del consiglio di tre persone che hanno saputo indirizzarmi in modo giusto e corretto nell’affrontare sia lo studio dell’argomento che l’impostazione della collezione e che qui mi pare doveroso ringraziare.
Il primo è stato Emanuele Mario Gabbini. I suoi consigli mi sono stati molto utili e mi hanno consentito di approfondire meglio la materia e di strutturare la collezione nel migliore dei modi.
Il secondo, in ordine cronologico, è stato Lorenzo Carra che mi spronò nell’approfondire il tema delle franchigie napoleoniche, argomento di fatto inesplorato.
Il terzo, sempre in ordine cronologico è Mario Mentaschi, per le preziose indicazioni che mi sono state fornite in vista delle varie partecipazioni internazionali a concorso.
Un ringraziamento va anche a Thomas Mathà che ha accettato di scrivere la premessa della pubblicazione.
Infine, ma non per importanza, un ringraziamento agli amici del direttivo del Circolo Filatelico Bergamasco che hanno deciso di pubblicare quanto vi apprestate a leggere, in particolare a Mario Bonacina per avere seguito e curato tutti gli aspetti di editing della pubblicazione.
Marco Panza
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I LUOGHI DELLA POSTA Sedi ed Uffici dalla Cisalpina al Regno d'Italia - Catalogo delle timbrature, primo aggiornamento di Federico Borromeo - Clemente Fedele
Gruppo di Studio sulle Poste Lombardo Venete, pp. 136, ill. b/n e a colori - brossura, Rende, febbraio 2018, € 16,00
Disponibile presso: Edizioni Vaccari S.r.l.
A mo' di prefazione ...
Timbrare Timbrare Timbrare
ovvero
immagini performative di bolli postali
In effetti, anche presso ambiti accademici attenti alla materialità
delle carte e dei documenti, o dediti alla critica dei testi, risultano
scarsamente meritevoli di studio le timbrature (più altri segni caratterizzanti)
che il servizio postale ha impresso e ancora imprime sugli
involucri degli oggetti che trasporta, sui suoi moduli, o magari direttamente
sui fogli.
Per diversi motivi sono come scivolati in fondo al cassetto i magistrali
suggerimenti di Yves Metman nel saggio Sigillographie et marques
postales contenuto nel volume L'histoire et ses méthodes della prestigiosa
Encyclopédie de la Pléiade (Parigi 1961). Eppure il significato-valore
impresso da tali segni è confermato sia dalle funzioni materiali che il
bollo è chiamato a svolgere sia dallo spessore delle tracce sottostanti
l'inchiostro. Basta evocare il caso extra-aziendale della valenza come "data certa" o marca temporale attribuito dalla giurisprudenza all'avvenuta
timbratura di scritture private o altri documenti con il guller o
datario della posta. Anche in una dimensione di storia sociale il ruolo
attivo dell'impiegato, o quello della macchina obliteratrice, sta in relazione
a qualcosa di più complesso, a un vero e proprio campo semantico
la cui presenza non può sfuggire al collezionista intelligente e che
qui queste righe si sforzano di evocare al lettore curioso che magari si interroga sul senso di una pubblicazione apparentemente enigmatica.
Si potrebbe dire che l'impronta lasciata da un timbro sul foglio di
carta sta nei confronti della storia come uno spettatore a teatro che dal
piccolo del suo palco si gode l'operatività della macchina postale, consapevole
di assistere a un atto performativo che ha veicolato piaceri e
dispiaceri, apportato utili alla cassa dei gestori, giovato a più ampie
strategie di disciplinamento sociale. E tutto ciò perché tra una matrice - tipario - incisa sia nella forma sigillo sia in quella timbro - e la sua
impronta o impressione sempre scorre un flusso denso di significati.
Il concetto di bollo come timbratura, postalmente marca storie di
lungo periodo...
Clemente Fedele
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Cartoline buste annulli dell'Unione stampa filatelica italiana di Beniamino Bordoni con la collaborazione di Claudio Baccarin
Prodigi Edizioni, pp. 172 a colori, 30x21, Gallarate, agosto 2018. € 25,00
Disponibile presso: Prodigi Edizioni
"Semplici" cartoline che raccontano una storia
Ci sono diversi modi per raccontare un'associazione, come l'Unione stampa
filatelica italiana, particolarmente attiva sia tra i soci sia con l'ambiente
esterno. Uno è stato sviluppato da Claudio Baccarin con il supporto di
Beniamino Bordoni lungo il 2016, quando - pensando al mezzo secolo
raggiunto dal sodalizio - scrissero il libro Penne da collezione. Usfi: 50
anni sulla notizia, puntuale ricostruzione di contesti, incontri, dibattiti,
inaugurazioni, mostre, iniziative.
Un po' come le ciliegie, contemporaneamente emerse un'altra esigenza:
classificare le cartoline edite cosi da testimoniare, di volta in volta gli stessi
contesti, incontri, dibattiti, inaugurazioni, mostre, iniziative ma in modo
differente. Un compito facile solo a parole, perché nel tempo tante cose sono
accadute, i protagonisti spesso risultano cambiati ed il rischio di perdere la
memoria storica è ben evidente. La raccolta ed il confronto hanno richiesto
parecchio impegno, ed una prima lista venne pubblicata sul sito sociale, poi
integrata con i ritrovamenti e naturalmente con le nuove produzioni. Ma, si
sa, la carta ha un altro fascino, da qui il desiderio di arrivare ad un repertorio
di quanto noto sotto forma di pubblicazione. Ci ha pensato Beniamino
Bordoni, con la collaborazione di Claudio Baccarin (questa volta, i ruoli si
sono invertiti!). È nato cosi questo volume, Cartoline buste annulli dell'Unione
stampa filatelica italiana.
Non è una semplice lista dell'esistente, ma l'occasione per rivivere e narrare le
vicende dell'Unione con un ulteriore taglio. Perché ogni cartolina (talvolta la
ricerca si è allargata alle buste del primo giorno, piuttosto che ad altri supporti
paragonabili) è si illustrata e descritta, anche dal punto di vista tecnico grazie alla
competenza specifica dimostrata. Però, ciascun elemento viene approfondito al
fine di documentare le circostanze per cui venne stampato, le scelte che furono
adottate in quell'incontro, le conseguenze che quell'appuntamento provocò
all'interno o al di fuori del sodalizio. Insomma, anche con delle "semplici" cartoline si può raccontare una storia. E gli autori l'hanno fatto. Complimenti!
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UNIFICATO SUPER 2019 - Catalogazione e quotazione dei francobolli dell'Area italiana
Cif, Commercianti italiani filatelici s.r.l. - pp. 1050 a colori, 17x24, Milano, 2018, € 33,00
Disponibiule presso: Unificato - Cif
Dalle premessa:
Moderato ottimismo e attenzione alla qualità
Per tradizione la stagione filatelica s'inaugura con i nuovi Cataloghi Super e Junior. Anche per questa 45ª edizione ci siamo chiesti come evidenziare ai
collezionisti quel quid che rende nel complesso unici i nostri volumi. La risposta
è stata anche questa volta una sola, sempre la stessa, cioè quella di continuare a
catalogare con la massima serietà solo ciò che merita di essere catalogato e di
aggiungere tutte le informazioni utili e necessarie, dando quotazioni che siano
quanto più possibile attendibili e rispondenti alla realtà.
Inoltre, come cerchiamo di
fare quasi sempre per ogni
nuova edizione, abbiamo
deciso di mettere mano a un
importante capitolo del
catalogo, rinnovandolo e
rendendolo più attuale: ecco
quindi che la prima parte del
Regno è stata resa ancora più
leggibile e fruibile. La sua
impaginazione è stata
impostata allo stesso modo
degli Antichi Stati, mentre le quotazioni sono state riviste con un occhio di
riguardo alle condizioni specifiche di ogni serie.
I collezionisti e gli operatori troveranno quindi due differenti prezzi per i
linguellati e altrettanti per gli integri. Più, ovviamente, uno per gli usati e uno per
gli esemplari su busta. Ciò riflette le differenze facilmente riscontrabili tra le
varie qualità e centrature che proprio nella prima parte del Regno sono molto
importanti e discriminanti. Una quotazione per la qualità normale e una per la
qualità da noi definita "ideale" e indicata con il nuovo simbolo(!)
Sul fronte delle quotazioni, registriamo una sostanziale tenuta della collezione
più popolare, quella della Repubblica. Non mancano qui alcuni aumenti e minime
diminuzioni, ma l'ottimismo è quest'anno di casa. Grande attenzione alla qualità
si segnala per il periodo degli Antichi Stati e del Regno. Colonie, Uffici all'estero e
Occupazioni risultano sostanzialmente stabili, mentre il diffuso interesse per
entrambe le zone di Trieste ne sostiene bene le quotazioni. San Marino e
Vaticano restano depressi negli ultimi decenni pre euro; la rarità sostiene i
prezzi di molte emissioni dei primi periodi, mentre è migliore l'andamento per le
produzioni post 2001. Prezzi decisamente in aumento, infine, per lo SMOM: la
mancanza di grandi giacenze e le basse tirature sono attualmente un volano per
l'intera collezione, in particolare per le emissioni del XXI secolo.
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STORIA E ATTIVITÀ 1993-2018, Circolo Culturale Numismatico - Filatelico Roveretano
Circolo Culturale Numismatico - Filatelico Roveretano, Numero unico, giugno 2018, non in vendita
Chi interessato può richiederlo a
info@ccnfr.it - spese postali e di spedizione € 5,00
Saluto del Presidente
Cari Soci,
quest'anno il nostro Circolo compie 25 anni, infatti nel 1993 il Circolo
filatelico e il Circolo numismatico, nati entrambi negli anni '60, si fusero
in un'unica associazione, aprendosi anche a collezionisti di cartoline e più
avanti a tutti i collezionisti. Questa apertura ci ha permesso di spaziare
sulle più ampie forme di collezionismo moderno e così non restare legati
al lieve declino della filatelia.
Ecco pertanto, in questo opuscolo stampato in occasione del 25mo di
fondazione, i momenti più significativi di quanto costruito in questi anni.
È mio dovere ricordare tutti i soci che non ci sono più; quattro in
particolare. Il mio predecessore: Alberto Giori che ebbe il coraggio di
inventare e organizzare la nostra prima mostra annuale. Quindi Mario
Gerosa che fu il segretario del Circolo nei primi anni del mio mandato.
Gaspare de Lindegg, per anni revisore dei conti e prodigo di consigli. Ed
infine Roberto Ponticello, grande esperto e cultore di numismatica.
Di questi 25 per ben 22 anni ho avuto il piacere e l'onore di essere il
vostro Presidente, tuttavia non un Presidente padrone, ma per usare un
termine latino solo «Primus inter Pares». Infatti ho avuto la fortuna di essere
aiutato nella gestione del Circolo da ragazzi esperti ed appassionati: Remo
Zaccagnini, sempre alla ricerca della perfezione; Renzo Bianchi e Amerigo
Pedrotti, lavoratori instancabili; Carmelo Nuvoli, un pozzo di scienza; Maurizio Cumer, pronto ad assumere gli incarichi più ostici; Angiolino
Cozzaglio, che nei primi anni dormiva nel palazzo della mostra per
evitare furti; Giuseppe (Pino) Verde, che nel compito del Servizio novità è
diventato più bravo dei trentini; Fabio Sottoriva, che ogni anno ci porta le
più belle collezioni d'Italia. Ho lasciato per ultimo Nereo Costantini, per
definire il quale non riesco a trovare aggettivi adeguati.
Ai loro nomi aggiungo tutti i Soci sempre pronti a dare una mano e un
sostegno.
Un augurio a tutti di continuare la nostra bella storia.
Marco Turella
presidente
CIRCOLO CULTURALE NUMISMATICO FIIATELICO
ROVERETANO
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1848 Curtatone e Montanara, Pagine di storia vissuta di Maura BERNINI e Sergio LEALI
Editoriale Sometti - pp. 262 a colori - formato cm 21x29,7 - Mantova, ed. 2018 - € 22,00
Disponibile presso: Editoriale Sometti
INTRODUZIONE
La Battaglia di Curtatone e Montanara costituisce uno degli episodi più
noti del Risorgimento italiano. I nomi delle due località sono presenti nella
toponomastica di quasi tutti Comuni a testimonianza di come essi siano entrati
nel cuore e nella mente degli Italiani.
Molto è stato scritto su questa battaglia ma ancora molto è da scrivere.
Infatti non sono infrequenti ritrovamenti di lettere e documenti che arricchiscono
la già ricca storiografia e gettano nuova luce su determinati avvenimenti.
Questo libro si basa in larga misura proprio su documenti (mappe, disegni,
bandi ecc.) originali e su lettere scritte dai protagonisti di quei giorni per
ricostruire, in particolare, come allo scontro abbiano preso parte i militi regolari
e volontari inviati dai regnanti dei vari Stati italiani. Ci si è soffermati principalmente
sull'intervento degli studenti universitari toscani e del contingente
napoletano-abruzzese-siciliano. Si è cercato di mettere un po' d'ordine nei
vari elenchi dei partecipanti che compaiono su pubblicazioni di autorevoli
autori. Infatti le cifre e i nomi da loro riportati non sempre collimano anche
se, a detta degli stessi, sono basati su dati ufficiali.
Un approfondimento è stato dedicato ai prigionieri e alle traversie da loro
affrontate per raggiungere le lontane fortezze austriache dove furono "ospitati" per alcuni mesi.
Nell'appendice alcuni studiosi hanno poi analizzato temi non sempre adeguatamente
sviluppati in precedenza come quello riguardante le armi usate
dagli eserciti contrapposti. Riteniamo che questo studio, redatto da due fra i
più noti esperti nazionali di armi, Alberto Riccadonna e Alessandro Minardi,
per la descrizione minuziosa dei particolari e per la vasta documentazione
fotografica, costituisca una tappa fondamentale su questo argomento.
Un altro intervento decisamente simpatico è stato fornito dal noto giornalista
fiorentino, Cesare Calamandrei, il quale descrive quanto gli fu narrato
da un abitante di un villaggio dove sostarono le truppe toscane durante il loro
avvicinamento alle "Terre di Lombardia".
L'appendice termina con una raccolta di poesie dedicate alla battaglia e
di canti che accompagnarono le marce dei soldati.
Molte notizie sono state attinte da testi di noti studiosi, in particolare da
quelli dello storico Mario Villa di Torino al quale rivolgiamo il nostro più vivo
ringraziamento.
Maura e Sergio
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LE CARTE SPARSE - Corrispondenze garibaldine di Ippolito Nievo. Approfondimenti di storia postale siciliana 1859-1861 di Alberto BARCELLA e Pietro AMORELLI
Vaccari s.r.l. Filatelia - Editoria, 112 pp. - immagini a colori - formato cm 21x29,7 - brossura - ed. 2018 - € 25,00
Disponibile presso:
Vaccari s.r.l. Filatelia - Editoria
UN VALORE AGGIUNTO
Le ultime lettere di (e per) Ippolito Nievo
testimonianza inconsapevole per la storia postale
Ippolito Nievo trascorre gli ultimi mesi della sua vita al seguito delle truppe di Garibaldi in Sicilia tra il
maggio 1860 e i primi giorni del marzo 1861. Molte delle lettere di quel periodo, da lui scritte o a lui
dirette, sono conservate alla Biblioteca Civica "Vincenzo Joppi" di Udine e offrono un punto di vista
privilegiato sulla situazione politica italiana alla vigilia dell'Unità.
Le carte sparse. La corrispondenza di Ippolito Nievo dal 5 maggio 1860 fino alla sua morte, il testo che
Alberto Barcella e Pietro Amorelli dedicano a quegli ultimi mesi di Ippolito, accende l'attenzione su
alcuni aspetti quasi inesplorati di questi scritti, ossia sugli elementi e segni "convenzionali" che si trovano
sulle buste, o all'esterno della carta da lettere usata con funzione di busta; non vengono tralasciati però i
testi delle missive che sono ripresi e citati per far meglio comprendere il signifiato di quei segni esterni.
Sono questi i francobolli, i bolli, diversi per tipo e per colore, alcune sigle o numeri che all'occhio di
un profano della storia della filatelia suscitano molte domande che invariabilmente rimangono senza
una risposta. Il saggio dei due autori ci viene in soccorso e ci apre un mondo inedito, guidandoci dal
luogo di partenza della lettera alla sua finale destinazione, attraverso le varie tappe di posta in un'Italia in
formazione, con normative postali diverse, in parte già stabilite o in parte modificte nel corso di quel
periodo, nel passaggio tra Regno borbonico. Regno di Sardegna e Lombardo Veneto. Valori diversi, a
seconda degli Stati interessati, per i francobolli superstiti di cui spesso malauguratamente rimane solo
il segno della loro esistenza sulle buste, vista una certa abitudine ancora spesso in uso di asportare il
francobollo o, ancor peggio se possibile, di strapparlo, mutilando la busta, considerata abitualmente
(anche ai nostri giorni) come un effìmero contenitore di un documento, e non come un portatore di
informazioni singolari. Testimonianze parlanti (e direi quasi urlanti) di questo diffuso costume sono le
raccolte epistolari conservate nelle biblioteche e negli archivi che mostrano come un gesto abitudinario
abbia in realtà oltraggiato le carte, che hanno valore e significato pieno solo nella loro completezza e
integrità.
I due esperti e consapevoli filatelici offrono pertanto di questi documenti di Ippolito una lettura aggiuntiva, dando alfine senso e significato a quegli elementi esterni, quasi del tutto estranei per chi scrive e per chi
riceve le lettere, troppo spesso trascurati e sottovalutati.
Francesca Tamburlini
Responsabile Sezione manoscritti e rari
Biblioteca Civica "Vincenzo Joppi" di Udine
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STORIA POSTALE DEI COMUNI DELLA COMUNITÀ MONTANA DEI "MONTI AZZURRI" di Roberto Cruciani
Federazione Filatelica Numismatica "Monti Azzurri", Piazza San Francesco 1 - 62020 LORO PICENO MC, novembre 2005, numero unico da richiedere alla stessa Federazione - costo euro 5,00 compresa spedizione per piego di libri
LA PRESENTAZIONE
La realizzazione di un Museo di Storia Postale nel territorio della Comunità Montana "Monti Azzurri" è l'esaudirsi di un desiderio, che coltivo da diversi anni.
L'uscita di questa pubblicazione mi riempie di gioia, perché segna l'imminente
inaugurazione di questa opera.
Sono più di due anni, che la Federazione Filatelica Numismatica dei "Monti Azzurri" lavora per questa realizzazione, unica nel suo genere nelle Marche, esposizione di
materiale autentico, ricco di storia e di pregio, selezionato con cura e competenza.
Sono orgoglioso di aver contribuito all'allestimento di un museo diverso, un museo
che non vuole essere in competizione con nessuno, ma con il desiderio che questa diversità
venga captata ed apprezzata non solo dagli esperti collezionisti ma anche da comuni
visitatori e dai giovani.
Agli studenti in modo particolare dedico questa realizzazione, perché li vorrei
vedere numerosi con i loro docenti ad ammirare questi documenti ed apprezzare tutti i
vari processi ed avvenimenti storici, che hanno inciso e trasformato il sistema postale
negli anni.
Oltre alla preparazione ed all'allestimento, non è stata cosa facile reperire il materiale
a causa dell'esaurimento dei pezzi sul territorio, specialmente dei piccoli comuni;
comunque è mio impegno continuare, nei prossimi anni, a cercare d'arricchirlo con altri
pezzi di pregio.
Il Museo di Storia Postale, come ho già detto, è allestito con documenti autentici,
riguardanti i quindici paesi della Comunità Montana dalle prefilateliche del periodo
napoleonico fino ai nostri giorni.
Questa semplice pubblicazione, curata in ogni particolare, deve considerarsi come
guida a questo museo, in modo che tutti i visitatori dall'esame dei documenti esposti
abbiano un quadro completo del susseguirsi dei vari avvenimenti storici e postali.
Come Presidente della Federazione Filatelica Numismatica dei "Monti Azzurri" mi corre l'obbligo ringraziare tutti collezionisti di storia postale, perché solo grazie a loro
si e potuto realizzare questo museo, utilizzando quei documenti storici, salvati da una
loro sicura distruzione.
Ringrazio il Comune di Loro Piceno, che gentilmente ha messo a disposizione i locali;
ringrazio, inoltre, tutti coloro che hanno collaborato anche economicamente alla sua
realizzazione.
Presidente Federazione FU. Num. "Monti Azzurri"
Brandi cav. Giovannin
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ATTI DEL V CONVEGNO DI STUDI FILATELICO-NUMISMATICI "SALERNOPHIL" Salerno 15 dicembre 2017 a cura di Sergio Mendikovic e Giuseppe Preziosi
Associazione Salernitana di Filatelia e di Numismatica, PreGi Editore, Salerno 2018, pp. 206 a colori, il costo è 10 € (comprese spese postali) quale rimborso spese.
Per richiederlo: inviare la somma sul c.c.p. 18938845 intestato a Preziosi Giuseppe, Via Cacciatori dell'Irno, 3 - Salerno o 10 € in francobolli allo stesso indirizzo.
LA PRESENTAZIONE
Dopo ben 4 edizioni finalmente siamo riusciti a produrre su carta gli atti del nostro armuale congresso. E' un grande traguardo per una piccola associazione come la nostra che vive grazie alla volontà dei propri soci.
Il percorso cominciato nel 2013 ha visto di anno in anno la partecipazione di
relatori di caratura nazionale e il coinvolgimento anche di altri scenari culturali
che nulla, apparentemente, hanno a che fare con i l nostro mondo filatelico. Ma
proprio perché sono "soggetti culturali" essi hanno saputo trovare i giusti
agganci con esso. Parliamo, ad esempio, del mondo accademico universitario, e
in particolare dell'ambito geografico/cartografico che ha meglio saputo
interagire con la filatelia presentando una cartografia che ha stretti legami con
la posta e la comunicazione in genere. Non c'è chi non veda in ciò il proporsi di
nuovi scenari di studio.
Non c'è dubbio che Salernophil è divenuto un importante appuntamento
proprio per chi è riuscito a coinvolgere e per ciò che è riuscito a proporre.
Si sono succeduti relatori provenienti dalla editoria filatelica, dal mondo
accademico, dall'Istituto Storico Postale di Prato, e anche amici che hanno
approfittato dell'occasione per presentare libri di storia patria locale.
Qualificato è stato l'intervento di Poste Italiane che, nel 2016, si è concretizzato
con la figura del dr. Pietro La Bruna, responsabile nazionale, all'epoca, del
settore filatelico.
A questo punto siamo ben lieti di presentare gli amici che ci hanno voluto
onorare con la loro presenza e soprattutto con i loro scritti che noi siamo
orgogliosi di pubblicare in questo volume. Innanzitutto (e anche per un
doveroso omaggio al suo esser donna) la prof. Silvia Siniscalchi, docente di
Geografia presso i l nostro ateneo, che ci onora ormai da qualche anno con i suoi
originali interventi. Filatelista onoraria ma reale cultrice di storia postale, intesa
nella più alta accezione del termine, questa volta è intervenuta con un non
facile studio che sottolinea quanto la cartografia abbia interagito coi sistemi di
comunicazione postale per lunghi secoli. Il nostro più profondo rimpianto è di
non aver potuto pubblicare le sue partecipazioni degli anni precedenti. Ma,
magari, avendole, l'"Occhio di Arechi" si potrebbe arricchire di pagine
interessantissime.
Nel nostro ambiente è del tutto superfluo presentare l'amico Emilio Simonazzi
vero signore della filatelia italiana ("signore" in tutti i sensi), studioso di storia
postale, che già in occasione delle "giornate" USFI, abbiamo avuto occasione di
ascoltare in un altro suo originalissimo intervento. Quest'anno ha approfondito
una tematica che lo ha tenuto impegnato per alcuni anni e che da pochissimo si
è concretizzata in un volume di avvincente lettura e di dotto contenuto. Anche
lui, amico della nostra città, si è mostrato sempre disponibile ad intervenire ai
nostri convegni e noi abbiamo la certezza che con questi primi due pilastri la
manifestazione si manterrà a livelli alti e degni di porsi a confronto con altri
convegni che, tenendosi in località più "comode" dal punto di vista geografico,
hanno da sempre monopolizzato l'attenzione degli appassionati.
Quest'anno poi si è aggiunto un terzo pilastro a rappresentare, in modo degno,
la numismatica con la quale vorremmo che gli incontri fossero più frequenti.
L'intervento dell'amico Pierluigi Canoro, anche lui facente parte degli ambienti
universitari salernitani, è stato molto originale, orientandosi verso un periodo
storico, quello alto-medievale, studiato ma sempre affascinante, e una lettura
dei conii assolutamente originale e alternativa. Speriamo che anche questo
intervento non resti isolato nel panorama delle nostre pubblicazioni.
in quanto a me e all'amico Preziosi non abbiamo fatto altro che portare avanti
due tematiche cui tenevamo molto. Il mio affronta, anch'esso, un argomento di
storia postale in cui i francobolli, strumenti di comunicazione, finiscono con
l'essere utilizzati per diffondere la comunicazione a mezzo stampa. L'amico
Preziosi porta invece avanti un tema che agita molto i filatelisti contemporanei,
quello dei sequestri di materiale storico postale ordinati da alcune procure su
segnalazione dei dirigenti degli Archivi di Stato. Egli dimostra come il
materiale da noi amato e studiato vi sia giunto in modo del tutto legittimo
anche se praticamente improvabile.
Ci auguriamo che lo sforzo di quest'anno possa incontrare un positivo riscontro
negli ambienti filatelici e numismatici, cosa che ci incentiverebbe ancor più a
portare avanti i l nostro intento di fare di Salerno uno dei poli di eccellenza
dell'esperienza filatelica italiana.
SERGIO MENDIKOVIC
Presidente dell'ASFN
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Le Missioni Militari all’estero dell’Armata Sabauda e del Regio Esercito (18/25-1940) di Alberto CAMINITI
Pagine 144 con illustrazioni a colori,
Prezzo 15,00 € per i soci CIFR, 25,00 € per i non soci.
Per acquisti contattare la segreteria CIFR:
Francesco Maggi - a.francomaggi@libero.it
oppure il Presidente CIFR: Ignazio Lavagna – nestor46@alice.it
ANTEFATTO
C'è ancora un punto da stabilire, un preciso paletto da fissare: quando una spedizione
all'Estero può legittimamente essere denominata "Missione di pace", anziché un
unilaterale colpo di mano di una potenza su uno Stato più debole?
La risposta è la seguente: per essere Missione deve trattarsi di un'operazione richiesta
o autorizzata da un organismo soprannazionale, sia esso la Società delle Nazioni,
oggi ONU, o un Comando Supremo Interalleato (come per la G.G.) o comunque
conseguente a Trattati di Pace o a decisioni di Commissioni o Comitati diplomatici
composti da più potenze. Senza questa caratteristica tipica, la spedizione rimarrebbe un
semplice intervento unilaterale a danno di un paese terzo.
Rimane un ultimo problema da risolvere: la Dedica del libro.
Mi sia consentita una considerazione personale. Non appare bello fare un elenco di
personaggi a cui destinare il volume. Ho deciso quindi di dedicarlo ai "Caduti di tutte le
Missioni del Regno sabaudo e del Regio Esercito italiano".
Tanti ragazzi sacrificarono la
loro giovane vita per l'onore e la gloria dell'Italia, anche in terre lontane dalla Madrepatria,
nelle gelide steppe artiche o siberiane, o nei sabbiosi deserti d'Asia e d'Africa.
Logicamente ricorderemo però taluni nostri Maestri, come il grande Nino Barberis,
Errani e Giuseppe Marchese, autori di testi ponderosi ed esaustivi nei vari settori
tematici; ad essi il nostro affettuoso e commosso ricordo.
Alberto Caminiti
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LE TRINCEE INSANGUINATE DELLA GRANDE GUERRA - Storia postale e filatelia tematica di Alberto Caminiti
Stampato in proprio, Genova, 2018, edizione numerata
LA PREMESSA DELL'AUTORE
In questi ultimi mesi in tutte le riviste tematico- filateliche sono apparsi articoli relativi alla Grande
Guerra, per via del corrente 100° armiversario. Io stesso ne ho scritto parecchi per le Riviste con cui
collaboro. Ad un tratto mi sono accorto di avere un libro già pronto, solo se avessi messo insieme i
16 articoli sulla 1^ G.M. da me scritti per vari Sodalizi. Detto, fatto.
Li ho qui riuniti in un volume che ho intitolato alla maggiore protagonista della 1^ G.M. : la
TRINCEA, in cui milioni di giovani hanno trascorso i migliori anni della loro gioventù e - purtroppo - vi hanno versato il loro generoso sangue.
Nel mentre dedico ad Essi il presente volume, auspico che futuri, nefasti, contrasti vengano risolti
pacificamente senza ulteriori spargimenti di sangue.
AI CADUTI DELLA G.G. DI ENTRAMBE LE PARTI IN CONFLITTO
Alberto Caminiti
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GLI ANIMALI DELLA BIBBIA, Citazioni dalle Sacre Scritture, santi e curiosità di Lorenzo Bortolin
Effatà editrice, Cantalupa (TO), 2018, pagine 336, euro 15. Disponibile presso: EFFATA' Editrice
PRESENTAZIONE DELL'AUTORE
All’origine, una curiosità: sapere quanti e quali sono gli animali
nominati nella Bibbia. Tutti, non soltanto i venti o trenta presentati
nella maggior parte delle ricerche sull’argomento. Poi, conoscere
quante volte sono citati e perché. Ed anche, dove possibile, il
loro ruolo nella vita quotidiana dell’epoca ed i richiami simbolici.
Ebbene, scorrendo la Bibbia nella versione della Conferenza
Episcopale Italiana – la più diffusa, oltre che usata nelle celebrazioni
cattoliche – è emersa una sorpresa dietro l’altra. A centinaia.
Perché nella grande «arca» della Bibbia tutte le 161 «voci» – comprese
alcune nominate indirettamente, come la chiocciola, ed altre
generiche, come branco o ruminanti – hanno la loro curiosità o
stranezza. A cominciare proprio dal loro numero: nessun altro testo
dell’epoca nomina così tanti animali.
Tutti sono noti alla nostra cultura: dall’ape alla volpe. Alcuni,
però, sono menzionati molte volte (il record è del cavallo, 183 citazioni,
seguito dell’agnello, 179), altri soltanto in un’occasione, come
il bisonte e il camaleonte. Poi, ci sono animali il cui nome è usato
raramente, come l’iràce e la iena, ed altri che un tempo vivevano
nell’areale biblico, ma poi relegati in altre zone o estinti dall’uomo.
Altri ancora sono tipici dell’Africa, come il coccodrillo e l’ippopotamo,
ma nella Bibbia si cercano invano la giraffa o la zebra. Ed
ancora, quasi a dimostrare il loro dominio numerico tra tutte le
specie viventi, la prima e l’ultima citate nell’ordine alfabetico sono
insetti: acrìdi e zanzare.
Come non bastasse, bisogna tener conto delle traduzioni. Alcune
volte la parola ebraica o greca che identifica un animale è resa in
modo diverso a seconda delle versioni o degli specifici passi biblici:
i «volatili ingrassati», ad esempio, sono tradotti anche con oche o
cuculi. Altre volte il termine è corretto, ma per qualche studioso
non indica la specie vera e propria: forse il pellicano di qualche versetto
era in realtà un capovaccaio.
Insomma, per tutte le 161 voci bibliche ecco una larga scelta
dei versetti che le riguardano (oltre duemila); poi i santi ad esse
collegati (quasi duecento), fatti storici, stemmi, loghi e quant’altro.
Perché non c’è animale senza sorpresa. A conferma, se ce ne
fosse bisogno, dell’infinita fantasia di Dio. Pagine necessariamente
senza digressioni esegetiche o teologiche, e scritte volutamente con
linguaggio semplice, ma non banale. Con la speranza che possano
incuriosire anche insegnanti ed educatori, animatori di gruppi e
di comunità religiose e, perché no, amanti della natura ed etologi.
Buona lettura.
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EMILIO SIMONAZZI (con la collaborazione di Beniamino Cadioli), LA CENSURA POSTA ESTERA in Italia NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
(Catalogo dei bolli e delle etichette)
I Quaderni dell'Aicpm, n. 8, Rimini, 2018 - Soci Aicpm € 15,00 compreso postali
Dall'Introduzione dell'Autore
Il segreto epistolare è sempre stato una garanzia per coloro che sono soliti ricorrere
al messaggio scritto per comunicare i propri pensieri, le notizie, le impressioni,
gli affetti o quant'altro. Il segreto epistolare conseguentemente è sempre stato protetto, ad eccezione di casi di estrema gravità quando sia subentrata un'esigenza
superiore a tutela di un principio ancor più elevato, quale ad esempio la salvaguardia
dello Stato, in nome del quale sia necessario imporre un vulnus al segreto stesso ed
all'inviolabilità della corrispondenza, istituendo la censura postale al fine di evitare
che possano essere divulgate, anche involontariamente, notizie attinenti la sicurezza
nazionale.
Questa evenienza si presentò all'Italia all'alba del conflitto mondiale, quando
il 23 maggio 1915, il giorno prima dell'entrata in guerra, il Governo propose al Sovrano
l'emanazione del regio decreto n. 689 con il quale verme istituita la censura
postale, demandandone l'espletamento ad apposite commissioni civili e militari.
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FRANCESCO GIULIANI, LA PAROLA ‘PESANTE’. Lingua e letteratura nei francobolli italiani, pref. di Rosario Coluccia
Edizioni del Rosone, Foggia, 2018, pp. 308, euro 20. Disponibile presso: Edizioni del Rosone
È appena arrivato in libreria l’ultimo lavoro di Francesco Giuliani, intitolato La parola ‘pesante’. Lingua e letteratura nei francobolli italiani. Il libro, edito dalle Edizioni del Rosone di Foggia, si avvale della prefazione del linguista Rosario Coluccia, membro dell’Accademia della Crusca e docente emerito dell’Università del Salento.
L’opera è divisa in due parti. Nella prima, L’Italiano nei francobolli, abbiamo uno studio sistematico condotto sulle diciture dei francobolli italiani, dunque sulle parole utilizzate nelle vignette. Si parte dal 1850, quando l’unità nazionale era ancora di là da venire, per arrivare fino ai giorni nostri, seguendo un lungo ed articolato periodo storico, che trova un pregnante riflesso nelle diciture dei francobolli.
Il francobollo, inteso come fusione di testo ed immagine, possiede delle molteplici potenzialità, dal momento che è in grado di essere uno strumento di propaganda politica e di informazione, ma anche un raffinato ed efficace mezzo di diffusione della cultura. Dalla letteratura alla musica, dalla storia alla scienza, dall’astronomia all’arte, tutto passa attraverso il francobollo. Non a caso la parola utilizzata nei francobolli è definita ‘pesante’ da Giuliani, dal momento che il francobollo riveste un’importanza che va ben al di là del suo mero uso postale.
Il libro, pertanto, si apre seguendo l’origine e l’etimologia del termine, che, contrariamente a quanto comunemente si afferma, è di origine italiana, come documentato. Le parole e le immagini dei primi francobolli sono di norma attentamente curate, anche se non presentano una grande varietà. Una vera svolta arriverà solo con l’introduzione dei commemorativi, a partire dal 1910, che aprirà nuovi orizzonti alla produzione dei francobolli, ma sempre sotto l’attento controllo delle autorità politiche. Di qui le scelte, e anche la retorica, di certe emissioni, che testimoniano di un processo di utilizzo della filatelia a fini politici che il Fascismo porterà al suo culmine, ma non inventerà dal nulla.
Le parole ‘pesanti’ dei francobolli sono uno specchio straordinario della cultura e dei cambiamenti in atto nella società, rivelandosi una fonte preziosa di scoperte e di conferme, oltre che di curiosità. Nel primo periodo della Repubblica avremo delle emissioni in cui rifulge nitida la volontà di utilizzare il francobollo a sostegno della nuova fase storica, poi la tensione si stempererà, e le parole ci racconteranno di un’Italia che trova il suo posto nel contesto politico occidentale, che si apre progressivamente, e in modo non indolore, alla modernità.
La prima parte è completata da una sezione iconografica, nella quale sono inclusi i più importanti francobolli di cui si parla nel testo.
Nella seconda parte, intitolata Nella miniera dei francobolli, si colgono e si approfondiscono delle tematiche letterarie, anche queste legate ai francobolli italiani. Si parla, pertanto, di autori come Dante Alighieri, Giacomo Leopardi, Italo Calvino ed Umberto Eco, ma anche dei rapporti tra didattica e filatelia e del libro come oggetto celebrato nei francobolli, per finire con una querelle linguistica del 1879 (Francobollomania e Timbrofilia).
Talvolta, riecheggiando il Verga di Fantasticheria, bisogna guardare con attenzione alle cose piccole, per scoprirne la particolare importanza.
Il libro nasce dall’approfondimento e dalla sistemazione di un lavoro che ha trovato un primo spazio in un convegno nazionale dell’Usfi e nella collaborazione con le riviste “L’Arte del Francobollo” e “Il collezionista”.
Nella sua dotta presentazione, il prof. Rosario Coluccia, dopo aver ricordato che uno studio simile non era mai stato realizzato, aggiunge, tra l’altro: «È affascinante seguire la lenta ma costante evoluzione delle emissioni filateliche. […] Modi svariatissimi di adoperare l’italiano, rapporti intensi e non sempre agevoli dell’idioma nazionale con le lingue straniere e con i dialetti, attenzione alle nuove forme della comunicazione. Se consideriamo la storia linguistica dal 1946 ai nostri giorni, anche le «parole pesanti» dei francobolli, che per la prima volta vengono così bene analizzate in questo libro, contribuiscono a farci riflettere sui movimenti e sulle tendenze in atto nella società».
FRANCESCO GIULIANI (San Severo, 1961) è docente a contratto di Letteratura Italiana Contemporanea nel Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia e docente liceale.
I suoi interessi vertono in particolare sull’Ottocento e sul Novecento (Leopardi, Carducci, Verga e il Futurismo), ma non disdegna anche studi su Dante Alighieri.
Si è occupato a più riprese della valenza culturale della filatelia, studiando il rapporto tra letteratura italiana e immagine attraverso i francobolli; di qui, sempre per i tipi delle Edizioni del Rosone di Foggia, i volumi Il canone dei francobolli. Gli scrittori italiani nella filatelia nazionale (collana "Studi e Testi", 5, diretta dal prof. Sebastiano Valerio, docente ordinario di Letteratura Italiana, Univ. di Foggia), apparso nel 2014, e Sulle rotte dell'aquila. Gli scrittori italiani nella filatelia mondiale (collana Studi e Testi", 6), apparso nel 2015.
Giuliani è membro dell’Accademia Italiana di Filatelia e Storia Postale e dell’USFI (Unione Stampa Filatelica Italiana); collabora al mensile dell’Unificato “L’Arte del Francobollo” e al trimestrale della Bolaffi “Il Collezionista”.
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LE MISSIONI MILITARI DI PACE DELL'ITALIA 1991-1995, AA.VV. coordinamento e testi di Giovanni Riggi di Numana
Edito da U.FI.NU.MA., Macerata, 1997, 21x29,30, pp. 186 bn - € 10,00
da richiedere a Roberto Cruciani email: rocruciani@yahoo.it
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UN MONDO DI NOVITÀ ADF, Catalogazione, riproduzione e quotazione dei francobolli mondiali e dell'Area Italiana, pubblicati negli undici numeri del 2017 de l'Arte del Francobollo - Ed. 2018
Ed. Cif/Unificato, Milano - Grande formato (cm 21 x 29,7) – 210 pagine a colori – cod. 245 – copertina 29 euro
Disponibile su www.unificato.it
Una nuova pubblicazione, realizzata per la prima volta in Italia, edita dalle Edizioni Cif/Unificato. Una pubblicazione annuale che comprende la catalogazione, riproduzione e quotazione dei francobolli emessi dai Paesi pubblicati nelle pagine degli undici numeri dell’Arte del Francobollo nel corso del 2017. Un catalogo, a cadenza annuale, che consentirà ai collezionisti, soprattutto tematici, di visionare tutto ciò che di ufficiale viene emesso al mondo, comprese naturalmente anche le novità dei Paesi dell’area Italiana. Elencati in ordine alfabetico, in ogni paese viene quindi raggruppato tutto ciò che è stato pubblicato nella rubrica “Un mondo di novità” della rivista L’Arte del Francobollo nel 2017. Un catalogo che, anno dopo anno, racconterà la storia del nostro pianeta attraverso i francobolli emessi in tutto il mondo.
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IL NOVELLARIO, volume 5°, La Prima Repubblica in Posta 1949-1993 di Franco Filanci
Ed. Cif/Unificato, Milano - 352 pagine a colori, formato 21x30, 39,00 euro.
Disponibile su www.unificato.it, I primi quattro volumi in offerta a 89 euro.
Franco Filanci racconta, con il suo stile scorrevole e spesso intrigante, tutti i francobolli e gli altri valori dell'Amministrazione postale italiana apparsi nei primi 45 anni della Repubblica; compresi i vari aspetti del servizio postale attraverso la storia italiana e internazionale che spesso ne sono la base:
In Sintesi
È tempo di parlar chiaro
un'analisi storico-personale che giustifica delle nuove regole per potersi godere la filatelia. Assolutamente da non eludere!
CAPO XIV -
RITORNO A PIENO REGIME 1949-1954
dove le poste tornano quelle di prima, nel bene e nel male.
Capo XV -
IL TEMPO DELLE STELLE 1955-1967
in cui anche la posta segna il cosiddetto boom economico italiano e l'assestarsi di un sistema
politico che è un'eco all'italiana di quello internazionale.
Capo XVI -
MECCANICAMENTE SUO
1968-1978
in cui inizia l'aggiornamento della struttura postale operativa ai più alti livelli di
meccanizzazione offerti dalla tecnica e dalle nuove tecnologie.
Capo XVII -
UN CASTELLO DI DEFICIT 1979-1993
in cui l'adeguamento ai nuovi sviluppi industriali e tecnologici e un panorama socio-politico-economico italiano sempre più inadeguato portano a una situazione che costringerà a cambiamenti radicali come il passaggio al privato
iniziando con il trasformare l'Amministrazione postale in Ente Pubblico.
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L'EVOLUZIONE DELLA COMUNICAZIONE ATTRAVERSO LA POSTA - ATTI del CONVEGNO FILATELICO ROMANO AFI - Polo culturale MISE, AA.VV.
Editore: A.F.I. Associazione Filatelica Numismatica Italiana "Alberto Diena" - fuori commercio
Il giorno 8 Aprile 2017 l'AFI e il Polo culturale del MISE hanno promosso la Conferenza dal titolo: " L'evoluzione della comunicazione attraverso la posta".
Per l'occasione sono stati presentati sei interventi sul tema del messaggio scritto e viaggiato in un arco temporale di circa 4000 anni, quindi dai primi messaggi incisi sulle tavolette d'argilla alle prime missive private del periodo medioevale, per arrivare al secolo della rivoluzione industriale con l'invenzione del francobollo e le prime deliberazioni della Unione Postale Universale.
La Conferenza ha voluto ricordare l'importanza della comunicazione viaggiata per posta, come grande testimone storico della evoluzione umana.
In un momento in cui è inarrestabile l'impiego dei messaggi informatici che generalmente non lasciano traccia scritta, parlare della posta vuol dire rammentare l'importanza di una delle prime grandi invenzioni dell'uomo ma anche ricordare il fascino offerto ancora oggi dalla lettera.
LE ORIGINI DELLA COMUNICAZIONE E DELLA POSTA -
Antonello Cerruti
LA POSTA PRIMA DEL FRANCOBOLLO
APPUNTI PER UNA CULTURA NEO-POSTALE -
Clemente Fedele
LA CONVENZIONE AUSTRO-ITALICA
ED IL DUCATO DI MODENA - Emilio Simonazzi
IL RISORGIMENTO SCRITTO DALLA POSTA -
Rocco Cassandri
LA POSTA TRANSOCEANICA DA UNO
STORICO CARTEGGIO -
Angelo Piermattei
UNIONE POSTALE UNIVERSALE
LA POSTA SI DA' LE REGOLE -
Gilda Gallerati
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COMUNICAZIONI TRA REGNO UNITO E REGNO DELLE DUE SICILIE 1743-1850: UN SECOLO RACCONTATO ATTRAVERSO LA CORRISPONDENZA TRA LE CASE REALI di Martino LAURENZI
Editore: C.I.F.O., 2017, pp. 40 a colori, 29,5 x 20,5 - edizione fuori commercio: pubblicata in numero di 210 copie per i soli soci del CIFO e per eventuali nuovi iscritti.
Breve nota storica
La storia del meridione di Italia è lunga e complessa, ed attraversa molte diverse dominazioni. Nei secoli più recenti il Regno di Napoli e quello di Sicilia furono nel 1720 sotto il dominio dell'imperatore Carlo VI di Austria. Pochi anni dopo, nel 1734 Carlo di Borbone, Duca di Parma e figlio di Filippo V di Spagna e di Elisabetta Farnese, durante la Guerra di Successione Polacca conquistò le corone di Napoli e di Sicilia strappandole all'Austria. Quando nel 1759 Carlo divenne re di Spagna come Carlo lii lasciò I due regni dell'Italia meridionale a suo figlio di nove anni, il quale fu prima Principe Reggente e poi re di Sicilia col nome Ferdinando lii e re di Napoli col nome Ferdinando IV.
L'Italia meridionale rimase sotto il dominio dei Borboni fino al 1860, con una breve interruzione durante il periodo napoleonico. Infatti nel 1806 il fratello di Napolone, Giuseppe Bonaparte, fu messo sul trono di Napoli dopo la conquista del sud della penisola con la Guerra della Terza Coalizione.
Ferdinando fuggì da Napoli e si rifugiò a Palermo, la capitale del suo altro regno. Qui rimase al sicuro grazie alla protezione britannica, ottenuta in virtù dell'alleanza stipulata con il re Giorgio lii e col primo ministro conservatore il Conte di Liverpool. La presenza della marina inglese, la Royal Navy contro la quale Napoleone non la spuntò mai, valse a proteggere la Sicilia dalle mire dell'Impero francese.
Nel 1808, quando a Giuseppe Bonaparte fu affidata la corona di Spagna il trono di Napoli passò al cognato di Napoleone, Gioacchino Murat. Dopo la sconfitta di Napoleone a Lipsia Murat per qualche tempo abbandonò Napoleone al fine di salvare il' suo trono, ma poco tempo dopo tornò nelle file Napoleoniche e dichiarò Guerra all'impero Austriaco (Guerra di Napoli del 1815).
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Queste pagine presentano alcune lettere scambiate tra le corti di Gran Bretagna e delle Due Sicilie nel periodo compreso tra la metà del 18° e del 19° secolo. Si tratta di copie ottenute decenni fa negli USA la cui qualità purtroppo non è delle migliori. Vengono comunque presentate al lettore in quanto forniscono una prospettiva insolita combinando eventi politici ed ufficiali con quelli di natura personale e privata, ed aiutano a ricostruire aspetti diversi di un periodo storico affascinante.
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LA REGIA MARINA NEL BASSO ADRIATICO 1915 / 1918 di Alberto Caminiti
Cooperativa Tipografica, Savona, 2017 - pp. 174 a colori, 17 x 24
reperribile presso libri@libreriafrasconigenova.it € 22,00
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Presentazione dell'autore
Non si può scrivere un testo sulla Regia Marina nella Grande Guerra se non si conosce prima il grande quadro strategico navale nel Mediterraneo. Per le fortune dell'Italia era allora Capo di Stato Maggiore della R.M. l'Ammiraglio Paolo Hiaon di Revel, mente eccelsa di stratega, uomo d'alto impegno morale e di elevata intelligenza; quindi l'uomo giusto al posto giusto e nel momento esatto.
Egli sapeva che l'adesione dell'Italia alla Triplice Alleanza (Vienna — Berlino — Roma) costringeva il nostro regno ad entrare in guerra al fianco di tali alleati.
Analoga situazione si presentò per il settore Esercito col Luogotenente Generale Alberto Pollio (Caserta 1852-Torino 1914), Capo di S.M. del Regio Esercito che esteriormente risultava rispettoso della Triplice Alleanza, ma in segreto preparava piani per una guerra non contro la Francia ma contro l'Austria- Ungheria nella zona alpina, dove fece svolgere per più anni le manovre estive dell'esercito.
Proseguiamo ora per il comparto navale.
Allora Thaon astutamente predispose un piano che avrebbe portato l'Italia tra le grandi potenze navali.
Giocò le sue carte in occasione delle periodiche adunanze degli Ammiragliati della Triplice. In buona sostanza il piano messo a punto prevedeva quanto era
qui appresso evidenziato.
Facendo parte della Triplice Alleanza avremmo dovuto batterci nel Tirreno contro la Marina francese e nel Mediterraneo contro la Flotta britannica, pur se era previsto che i nostri alleati austro-ungarici e tedeschi ci avrebbero dato una mano. Thaon quindi dimostrò la necessità di potenziare il naviglio da guerra della nostra Marina al fine di fronteggiare la potenza marittima anglo- francese.
Nacque allora negli ambienti navali la massima: "Occorre cambiare la Marina mettendola in relazione alla politica e non viceversa". Grande ed accorta fu quindi l'opera di Thaon che fece in modo di avere - nella probabile ipotesi di guerra contro l'Austria - molte navi da battaglia potenti e veloci ed in numero maggiore rispetto alla Flotta di Vienna. L'Amm. Thaon di Revel ottenne, per vari anni successivi, notevoli stanziamenti di bilancio ed in tutti i nostri cantieri navali vennero impostate nuove e potenti navi da guerra.
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LA POSTA NELLA PROVINCIA DI BERGAMO dall'amministrazione Lombardo-Veneta a quella Sardo-Italiana 1850-1866 di Francesco Dal Negro
Zanaria Editori / Unione Filatelica Lombarda, Milano, 2017 - pp. 208 a colori, 21,5 x 30,5
reperibile presso: Vaccari s.r.l. € 50,00
La presentazione di Lorenzo Carra
Ho tra le mani le ultime bozze pronte per la stampa di questo libro di Francesco Dal Negro. È una delle ultime fatiche di un grande collezionista che si è già fatto apprezzare anche internazionalmente per le sue diverse collezioni e le sue pubblicazioni sulla hotellerie alpina e sugli alberghi della posta.
Uomo di vasta e profonda cultura con interessi che spaziano anche oltre i confini europei, si è dedicato in quest'occasione a trattare un periodo limitato di una sola provincia: quella di Bergamo, ma è la sua provincia, quella scelta dai suoi genitori di origine veneta, dopo che i suoi avi veneziani avevano tenuto un piede in laguna e l'altro a Costantinopoli. E la severa educazione bergamasca addolcita solo un poco dalla gentilezza materna fa emergere nelle descrizioni e presentazioni dei luoghi il suo profondo amore per la terra natia.
Le precise schede relative od ogni ufficio postale forniscono specifiche informazioni sui bolli
ed i francobolli usati. Un lavoro questo particolarmente accurato ed una ricerca sistematica anche presso grandi e piccoli collezionisti che ha permesso di redigere un quadro completo della situazione della provincia di Bergamo nel fondamentale periodo di cambiamento dall'amministrazione postale austriaca a quella sarda, poi italiana, conseguente la Seconda Guerra d'Indipendenza del 1859.
Alla fine il bravo ed instancabile Francesco ha dovuto ricordare ed obbedire all'insegnamento del suo grande amico Beppe Ermentini che, con l'esperienza maturata con tante pubblicazioni solo in piccola parte di carattere postale, lo incitava a "Chiudere! Chiudere! Chiudere!".
Auspico e sono certo che questo studio di Francesco Dal Negro possa risultare di ulteriore stimolo non solo agli specialisti del settore, ma anche ai tanti cultori di storia locale, bergamasca in questo caso.
Segno di particolare interesse potrà risultare la segnalazione di bolli non ritrovati ed anche suggerimenti per eventuali integrazioni, perché, come diceva un imprenditore mantovano di successo "non è mai finita!"
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IL GRANDUCATO DI TOSCANA tra illuminismo leopoldino e occupazioni napoleoniche e murattiane 1765-1815 di Franco Baroncelli
Istituto Geografico militare, Firenze 2017 - pagg. 346 a colori, 16x24 - supplemento al n. 6/2016 della rivista L'Universo (anno XCVI), per informazioni: casezcomm@geomil.esercito.difesa.it e nel sito: www.igmi.org
Presentazione del Direttore Responsabile Gen. B. Giuseppe Poccia
Il 96° anno di attività di L'Universo si chiude con la pubblicazione di questo ricco supplemento, dedicato ai principali eventi che caratterizzarono la storia del Granducato di Toscana, nella seconda metà del Settecento e nel primo Ottocento.
Si tratta in realtà di un periodo storico già ampiamente illustrato da molti autori, parte di quella grande epopea che dalla Rivoluzione Francese portò all'avvento di Napoleone e all'istituzione del 'suo' Impero, esteso, citando Manzoni, «dall'Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno», e che offre ancora spazi per ulteriori chiarimenti in merito alle vicissitudini della Toscana granducale, dall'Età dei Lumi, alle vicende che videro protagonista il generale Gioacchino Murat, Re di Napoli e Maresciallo dell'Impero Francese, fino alla Restaurazione.
Con questo lavoro dal titolo Il Granducato di Toscana tra illuminismo leopoldino e occupazioni napoleoniche e murattiane 1765-1815, Franco Baroncelli vuole ricordare l'appena trascorsa doppia ricorrenza del 250à anniversario dell’ascesa al trono granducale di Pietro Leopoldo di Lorena (1765-2015) e il bicentenario del celebre Proclama di Rimini, di Gioacchino Murat (1815-2015).
L'Autore offre in questo testo di agevole lettura lucide ricostruzioni storiche, riccamente illustrate con l'ausilio di documenti originali, in larga parte del suo archivio personale, tanto si tratti di editti leopoldini e pagine di riviste come Il Caffè o Il monitore fiorentino, quanto di proclami napoleonici e murattiani e documenti prettamente postali.
Il ricco materiale documentario impiegato per l'illustrazione dei momenti più importanti della storia qui narrata è poi integrato da una non meno preziosa selezione di documenti cartografici storici, tratti dalle conservatorie dell'Istituto Geografico Militare.
Si tratta in sintesi di un volume che, attraverso singoli episodi, racconta il susseguirsi degli eventi in quel cruciale cinquantennio 1765-1815, così importante per la storia non solo della Toscana, ma dell'Europa e dell'umanità intera. Un bel volume, denso di storia, che spero possa trovare anche utilità in ambito didattico, con una diffusione preferenziale nelle scuole della Toscana e d'Italia. Un volume che va ad arricchire la serie di supplementi al nostro storico bimestrale l'Universo che, nell'ormai prossimo 2020, festeggerà i suoi primi cento anni di attività.
Sono pertanto grato all'autore, per questo contributo geostorico e per la sua palese dedizione all'argomento, e alla Redazione de l'Universo che, con altrettanta passione e professionalità, ha portato a compimento quest'opera.
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PACCHI POSTALI di Emanuele M. Gabbini
Associazione italiana collezionisti posta militare e storia postale, Rimini 2017 - pagg. 208 a colori, 21,60x30,50 - € 40,00 + spese spedizione. Da richiedere a A.I.C.P.M.
Presentazione di Piero Macrelli
La nostra Associazione ha pubblicato uno o più volumi ogni anno a partire dal 2002: è stato uno sforzo notevole e continuativo che ha determinato anche l'aumento esponenziale del numero dei nostri Associati che apprezzano la varietà degli argomenti trattati e la serietà di queste pubblicazioni.
I volumi dei primi tre anni (ormai quasi esauriti) sono stati curati da Emanuele Gabbini ed è quindi un piacere, a quindici anni di distanza, poter pubblicare il suo ultimo lavoro. Si tratta dello studio di un settore della filatelia importante ed ampio, ma finora poco conosciuto e quindi poco collezionato: i l servizio dei pacchi postali.
Sull'argomento non esistono pubblicazioni e quello che è stato scritto è frammentario e si è dimostrato non sempre corretto.
Emanuele Gabbini, come spiega nella sua introduzione e come sottolinea Bruno Crevato-Selvaggi, ha voluto fare uno studio del servizio basandosi su tutte le fonti legislative e normative dei primi trentacinque anni del servizio (1881-1914) raccogliendo e analizzando, prima, e sintetizzando, poi, una mole enorme di documenti ufficiali: circa 10.000 pagine!
Ci sono voluti quasi tre anni di lavoro, ma alla fine ne è scaturito un volume che:
a) inquadra la situazione storica che ha determinato l'avvento del servizio con la firma della convenzione di Parigi del 1880;
b) chiarisce quali leggi, norme e disposizioni disciplinano i l servizio per l'interno, per l'estero, per gli uffici italiani all'estero e per le colonie;
c) spiega l'evoluzione dei vari tipi di bollettini postali e la modalità della loro affrancatura;
d) dettaglia l'evoluzione dei servizi e delle tariffe per l'interno e per l'estero (le tariffe per l'estero sono raccolte in ben 44 pagine e non erano mai state pubblicate prima d'ora);
e) quantifica l'evoluzione del servizio con i dati statistici ufficiali delle spedizioni e presenta un quadro delle merci spedite (forse pochi immaginano che nei primi 35 anni di servizio, sono stati spediti dall' Italia 275 milioni di pacchi, dei quali 26 per l'estero, per un trasporto complessivo di oltre 1 milione di tonnellate di merci);
f) espone interessanti considerazioni filateliche incluso la stima del materiale esistente e la rarità dei vari bollettini di spedizione;
g) fornisce l'elenco completo dei paragrafi dei Bullettìnì postali attinenti al servizio dei pacchi emessi dal 1881 al 1914;
h) riproduce 64 bollettini postali particolarmente interessanti con la relativa descrizione.
Come Presidente dell'Associazione sono orgoglioso d'aver potuto offrire agli Associati un volume che può stimolare interessanti nuove aree di collezionismo e di essere riuscito a contenere il prezzo ad un livello che sicuramente permetterà una larga diffusione del volume.
Ringrazio Emanuele ed auguro buona lettura a tutti!
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Giuseppe Garibaldi Voi siete il più prode cittadino generale d'Italia di Sergio Leali e Alberto Riccadonna
Editoriale Sometti, Mantova, 2017 - pagg. 66 a colori, 21x29,7 - € 12,00 (+ spese di spedizione) da richiedere a Sergio Leali (leali.g.s@libero.it) oppure a: Editoriale Sometti
Presentazione a cura di ASSOCJAZIONE POSTUMIA di Gazoldo degli Ippoliti
Roma. Il pensiero fisso di Giuseppe Garibaldi, che tentò tenacemente di conquistare la città eterna per farne la capitale del nuovo regno d'Italia.
Per tre volte era arrivato vicino all'impresa: nel 1849 con la partecipazione alla difesa della Repubblica romana: nel 1861 dopo la liberazione dell'Italia meridionale, quando era stato fermato dalla politica cavouriana; nel 1862 sull'Aspromonte dove venne ferito ed esiliato a Caprera.
150 anni fa l'ultimo tentativo a Mentana, dove le sue speranze s'infransero contro gli chassepots francesi!
Straordinario combattente Garibaldi mise la sua passione patriottica al servizio del proprio paese, sacrificando, quando fu necessario, anche i suoi ideali repubblicani.
Denis Mack Smith, storico inglese profondo conoscitore delle vicende risorgimentali italiane, descrive Garibaldi «...come un uomo dall'aspetto soldatesco, con grandi e miti occhi color nocciola e la voce profonda, ... con un viso ruvido ma espressivo, specchio di un cuore gentilissimo e generoso». Egli continua sottolineandone il grande disinteresse, l'assenza di ambizioni personali e «il carattere semplice, con illusioni quasi puerili sulla natura umana».
Le sue idee di rado si sollevano sopra un sentire popolaresco, ma proprio questa semplicità e autenticità sono le ragioni del suo influsso su chi lo ascolta. Sarebbe però ingeneroso e falso dimenticare le sue intuizioni sugli Stati Uniti d'Europa, che ne fanno un precursore assoluto.
Garibaldi è cosciente dei suoi limiti, non vuole contrastare altri grandi personaggi risorgimentali (Mazzini) sul piano dell'elaborazione teorica, ma non vuole sacrificare all'ideologismo le occasioni concrete che gli si presentano per avvicinarsi all'ideale dell'unità italiana. Sa di avere grandi doti organizzative e spiccate capacità militari e su queste punta per dare il suo contributo (e quale!) alla causa: anche sotto questo aspetto dà anche ai posteri un esempio di umiltà e di grandezza.
La mostra: Giuseppe Garibaldi. Voi siete il più prode cittadino generale d'Italia, ha voluto riprendere nel titolo la memorabile ammirazione di un fervente patriota quale fu Attilio Mori. Questo libro ripercorre brevemente la leggendaria vita dell'eroe, dalle sue imprese sudamericane alle ultime vittoriose battaglie in Francia che era stata invasa dalle truppe prussiane. Aiutò in questo modo la nazione, amica-nemica, le cui truppe lo avevano battuto proprio a Mentana.
Documenti originali, stampe, oggetti guidano il visitatore in un percorso strutturato sulla cronologia degli avvenimenti.
Un percorso che è un doveroso omaggio, oggi che ogni valore etico sembra superato da interessi egoistici, a colui che generosamente e disinteressatamente ha posto l'amor di patria sopra ogni altro sentimento.
3 novembre 2017
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