LUIGI SIROTTI
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La realizzazione della nuova struttura e l’apertura ufficiale dei nuovi uffici La nuova struttura stabilita nel dicembre del 1943 venne completata fra la metà di gennaio e la metà di febbraio del 1944 quando, di fatto, con la restituzione avvenuta formalmente il giorno 11 febbraio 1944 con il “Proclama n° 16” del Governatore Generale H. R. Alexander del territorio dell’Italia continentale al sud dei confini settentrionali delle Provincie di Salerno, Potenza e Bari, della Sicilia ed isole dipendenti (salvo Pantelleria, Lampedusa e Linosa), si venne a creare una ampia aerea di scambio della corrispondenza postale. Gli uffici, alcuni dei quali avevano incominciato ad operare nella nuova veste limitatamente ad alcuni servizi fin dal mese di gennaio erano formati con personale civile italiano posto sotto la supervisione di ispettori della Commissione Alleata di Controllo “Allied Control Commission”. Le norme per la censura della corrispondenza
Tutta la corrispondenza, prima dell'inoltro, andava trasmessa all’ufficio di censura della provincia di origine dove veniva sottoposta ad un primo spoglio: su quella non ritenuta meritevole di una ispezione interna, veniva applicato come prova dell’avvenuto transito il bollo "A.C.S.", mentre quella selezionata anche per l’ispezione interna veniva consegnata ai censori che dopo la verifica la richiudevano con la fascetta e il bollo a “ponte” contenente il numero, di quattro cifre, di identificazione personale. Questo trattamento consentiva di ridurre sensibilmente i tempi del controllo e dava anche il vantaggio di poter accertare che non fosse inserita nei sacchi della posta corrispondenza sottratta alla censura. Di questi bolli (alcuni comuni e altri rari) ne esistono numerosi tipi gran parte dei quali sono riprodotti nelle tavole illustrative. Nove uffici fecero uso del bollo “A.C.S.” e solo cinque di essi fecero uso anche del bollo a “ponte”.
La prima data conosciuta del bollo "A.C.S." appare su una lettera scritta da un prigioniero di guerra da Orano (Algeria) il 3 dicembre 1943 diretta a Capaci (Palermo) dove giunse il 20 gennaio 1944; a fianco del bollo di arrivo doppio cerchio con data di Capaci, è impresso molto nitidamente il bollo “A.C.S.” a cerchio semplice dell’ufficio di Palermo (fig.13).
Per le ultime date viene riprodotta una lettera del 13 giugno 1945 del Comune di Spadafora diretta a Caltavuturo dove giunse il giorno successivo e che reca l’impronta del bollo “A.C.S.” a cerchio semplice dell’ufficio di Palermo(fig.15).
La prima data del bollo a “ponte”, è stata riscontrata su una lettera inoltrata da Messina il 28 gennaio 1944 e diretta a Trapani dove venne sottoposta alla locale censura provinciale. Sulla lettera la fascetta della censura, il bollo A.C.S., il bollo a ponte “1612” del censore dell’ufficio di Trapani; mancando il bollo con data dell’ufficio di arrivo, riteniamo che la lettera sia pervenuta all’ufficio di censura entro la prima decade di febbraio (fig.16). Entrambi i bolli “A.C.S.” e a cerchio con “ponte” sono presenti sia sulla corrispondenza destinata all’interno dell’isola sia su quella diretta all’esterno e per l’estero. Nei primi giorni in alcuni uffici di censura, in attesa della fornitura dei bolli, la dicitura "A.C.S." venne apposta manualmente dai censori.
Poiché l’applicazione delle rigide norme stabilite dal Comando Alleato stavano provocando un ulteriore rallentamento del servizio, già penalizzato dai limitati mezzi di trasporto e dalle cattive condizioni delle vie di comunicazione, numerosi dispacci della corrispondenza locale venivano avviati a destinazione senza transitare dall’ufficio provinciale della censura. Dopo vari solleciti per ridurre i ritardi del servizio, il 17 maggio 1944, la Direzione Generale delle Poste comunicava che il Comando Alleato aveva disposto l'esonero dalla censura della corrispondenza scambiata all’interno dello stesso Comune o fra Comuni confinanti. Considerazioni sull'uso dei bolli "A.C.S." Il bollo "A.C.S." è spesso assente sia sulla corrispondenza locale anche prima del 17 maggio 1944 (quando la censura era ancora obbligatoria), sia sulla corrispondenza con destinazioni oltre la provincia di origine (censura sempre obbligatoria).
La presenza contemporanea del bollo "A.C.S." e del bollo a “ponte” può essere dovuta ad una errata applicazione del bollo "A.C.S." o a corrispondenza verificata da due uffici diversi. Alcuni casi dubbi possono essere risolti con l'identificazione dell'ufficio di appartenenza del bollo "A.C.S." e di quello del bollo a cerchio con il numero del censore. A volte il bollo non è del capoluogo di origine ma di un ufficio di transito o del capoluogo di destinazione. Fino al 17 maggio 1944 questo bollo si trova anche sulle corrispondenze locali. Era infatti obbligatorio. Dopo il giugno 1944 l’uso dei bolli “A.C.S.” diminuisce progressivamente fino a cessare nel mese di ottobre contemporaneamente alla chiusura di molti uffici di censura. Considerazioni sull'uso dei bolli a "ponte" Le corrispondenze chiuse (lettere e plichi) possono presentare il bollo “A.C.S.” o la fascetta di censura con il bollo a “ponte”: la presenza di entrambi i bolli dovrebbe indicare che l’oggetto è transitato in due diversi uffici di censura. In qualche caso l’oggetto venne ispezionato da due diversi uffici di censura e presenta due fascette e due bolli a “ponte”.
L’uso dei bolli a “ponte” si esaurisce per gli uffici di Agrigento e di Messina nei mesi di maggio e giugno, per l’ufficio di Trapani continua fino ai primi di settembre, mentre per l’ufficio di Palermo le poche impronte dei primi mesi del 1945 si trovano quasi tutte su corrispondenze censurate dall’ufficio di censura “U.M.C.G.” illustrato nel paragrafo seguente. Per gli uffici di Caltanissetta e di Enna non si possono esprimere valutazioni sull’uso del bollo essendo note solo pochissime impronte.
La mancata soppressione degli uffici provinciali di censura e la ritardata attivazione degli uffici di censura militare “U.M.C.G.” Con una circolare del 14 giugno 1944 il Ministero delle Comunicazioni comunicava a tutte le Direzioni provinciali che a decorrere dal 1° luglio sarebbe stata abolita la censura postale in tutto il territorio sotto la giurisdizione del Governo Italiano con esclusione delle provincie di Bari, Brindisi, Salerno, Taranto, Palermo, Siracusa, Cagliari e Sassari dove dal 1° luglio 1944 la verifica della corrispondenza sarebbe stata eseguita dagli Uffici Militari di Censura di Guerra “U.M.C.G.” di nuova istituzione posti alle dipendenze dello Stato Maggiore Generale S.I.M.
Ma così non fu: gli uffici provinciali continuarono ad operare (fig. 20), mentre gli uffici U.M.C.G. vennero attivati con molto ritardo e operarono in misura alquanto ridotta. La loro attività ebbe termine nel giugno 1945, quando cessò definitivamente la censura per la corrispondenza interna nell’Italia del Centro e del Sud.
Non è stato possibile rintracciare una documentazione attendibile sulla data di apertura degli uffici U.M.C.G. anche perché non subito e non tutti fecero uso dei nuovi bolli: le prime impronte appaiono nel mese di settembre del 1944: la prima data è dell’ufficio di La Maddalena (Sassari) su una lettera del 5 settembre 1944. Per la Sicilia la prima data è dell’ufficio di Palermo del 29 settembre 1944. I bolli dell’ufficio di Palermo sono normalmente accompagnati dal bollo a ponte con il numero della serie “1.000”; quelli di Siracusa con il bollo “Verificato per censura N° 14”. L'ufficio di Palermo utilizzò anche un bollo con al centro la scritta "SMISTAMENTO”.
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