Il servizio telegrafico nella Prima Guerra Mondiale era organizzato in due branche:
integrate servizio a) civile dello Stato e b) servizio militare, il regolamento recitava:
“a) il servizio sulla rete telegrafica permanente fatta con personale e materiale dell'Amministrazione dei telegrafi dello Stato (uffici telegrafici civili, rinforzati all' occorrenza da telegrafisti militari);
b) il servizio sulle linee e stazioni telegrafiche militari, fatto esclusivamente da
personale e materiale del Genio militare (uffici telegrafici militari o da campo).
Il servizio telegrafico della rete permanente mantiene il collegamento fra il territorio nazionale e l'Esercito mobilitato, adattandosi, specialmente in prossimità di questo alle esigenze militari; il servizio sulla rete militare o da campo, innestandosi sulla rete permanente, provvede esclusivamente alle comunicazioni celeri dell'Esercito operante”.
Come per la corrispondenza da e per la zona di guerra anche i telegrammi affluivano ai concentramenti militari attraverso la telegrafia di Stato. I più importanti inizialmente erano Verona e Treviso, poi si diramava fino alle località minori con telegrafia a filo ed anche con radio telefono.
La censura postale venne istituita Il 24 maggio 1915 su tutta la posta, sia militare che civile. I telegrammi sia civili che militari erano controllati alla partenza se possibile, oppure all'arrivo; nel primo caso all'interno della trasmissione era inserito nelle indicazioni d'ufficio la parola VISTATO oppure VVV, viceversa se controllato alla stazione telegrafica d'arrivo, prima della chiusura era applicato il bollo personale del censore che firmava il modulo.
Riferendoci al secondo conflitto mondiale, la censura postale venne introdotta dal 12 ottobre 1939 ben prima, perciò, che l'Italia entrasse in guerra il 10 giugno 1940.
La normativa venne tenuta segreta e ufficializzata il 15 giugno 1940, la modalità per i telegrammi era simile alla Prima Guerra Mondiale.
Nel 1939 venne creato il servizio MILIT, servizio telegrafico privilegiato creato per i militari in Africa Orientale Italiana e i loro parenti in patria per difficoltà di comunicazione. Per ridurre i costi e non intasare le linee radio, si trasmettevano solamente gli indirizzi e dei numeri corrispondenti a brevi messaggi preordinati dal costo totale ridotto di £ 2,10 per invio. Nel “42, con le forze armate sparse sui fronti di guerra, se ne consentì l’uso a tutti i militari ovunque ubicati ed anche ai civili che corrispondevano con i soldati. Nell’occasione per limitare il traffico telegrafico in patria, si vietò l’invio dei telegrammi normali a tutti, escluse le autorità governative e politiche di rilievo, ne fu consentita la trasmissione solamente agli urgenti D o DD (dal costo triplicato) e gli urgentissimi vale dire UGS (quintuplicato).
Nel Nord Italia la censura cessò solo alla fine del 1945 con la fine della occupazione militare degli alleati e la restituzione del Nord alla sovranità italiana (esclusi i territori orientali in contestazione con i Titini) ma non ne ho trovato tracce sui telegrammi.
con "Italcable e Italoradio"
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