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La figura femminile … (solo ?) in filatelia
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La figura femminile … (solo ?) in filatelia  
di Sergio De Benedictis

Frequentemente si incontrano collezioni e articoli sulla figura femminile in filatelia perché, anche se abbiamo un establishment filatelico coniugato prevalentemente al maschile, innumerevoli sono le emissioni che hanno commemorato nei momenti di riposo (1), generiche figure femminili nel loro quotidiano e utile lavoro (2) o donne famose: Maria Curie, fisica polacca due volte premio Nobel (3), o figure allegoriche che dietro una immagine esprimono un concetto astratto (4), che in campo filatelico è quello dello Stato emittente, lasciando alla donna il compito di incarnare l’idea del concetto stesso di nazione in allegorie di cui non è difficile riconoscere una matrice unitaria pur nella varietà delle forme; questo francobollo che richiama esplicitamente il Deutsches Reich e riproduce le sembianze della cantante Anna Fuhring.

(1)
(2)
(3)
(4)

Perchè è il caso di ricordarlo, visti gli ultimi anni di emissioni “sciagurate” da parte di molte Nazioni, che il francobollo, e ciò che vi è riprodotto, rappresenta lo Stato emittente in tutto il mondo.

Ma ritornando al titolo ci piaceva portare alla vostra attenzione alcuni oggetti postali che hanno utilizzato la figura femminile e che entrarono sul mercato in un periodo di transizione tra il prefilatelico e l’introduzione del francobollo, che ricordiamo fu ideato e utilizzato in Gran Bretagna per la prima volta nel 1840.

Come è noto ai più il periodo prefilatelico è caratterizzato dalla presenza su gran parte del territorio europeo al servizio delle più potentate Case Reali di un importanti gruppo familiare, quello dei Thurn und Taxis, che partiti come Della Torre dalla Valsassina e Tasso dalla Val Brembana, avevano unite le loro famiglie raggiungendo di fatto il monopolio del Servizio Postale.

Verso la fine del loro operare stamparono delle lettere note col termine “The Ladies”, finemente disegnate e certamente indirizzate verso un uso di “amorosi scambi”.

Successivamente fu l’amministrazione britannica a adottare un supporto simile caratterizzato anche da un valore impresso in basso sul fronte che pagava il servizio.

Sir Rowland Hill, che nel 1837 aveva dato alle stampe un libretto intitolato “ Post Office Reform: its importance and practicability”, commissionò a William Mulready, noto pittore e membro della Royal Academy, un disegno da riprodurre sul frontespizio delle lettere. L’artista cercò di rappresentare al centro, anche qui in maniera allegorica, l’Impero Britannico con una figura femminile che tiene in giogo sotto di sé un leone, rappresentante la potenza dell’Impero, immagine che negli anni vedremo ripetersi anche nelle vignette dei francobolli del regno Britannico.
Altre immagini femminili sono riprodotte, che ritraggono scene di vita quotidiana.

La scelta non fu delle più indovinate e la scena alquanto confusa suscitò estrema ilarità tra gli utenti producendo in seguito delle “Mulready caricaturali” dove le figure femminili originali venivano prese in giro e trasformate in immagini di donne fatue e ridanciane.

Il risultato portò subito alla conseguente adozione del francobollo, come lo conosciamo ancora oggi, aprendo sì la strada a figure femminili ma inizialmente solo di regine e principesse. Ma questa è un’altra storia.

Sergio De Benedictis
25-11-2024