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La forza delle donne 2020

Diamo voce alle donne

1522: un numero
contro la violenza

Violenza sulle donne: spiragli di speranza

Due francobolli virtuali per Maria Beatrice Giovanardi

Le emissioni de "il Postalista" valide per "affrancare" le donne dalla violenza

 

Diamo voce alle donne  
di Maria Grazia Dosio

Stalking e violenza sulle donne durante il lockdown 2020: in Italia le richieste di aiuto al servizio telefonico 1522 da marzo a giugno 2020 hanno subito un incremento del 119% rispetto all'anno precedente (fonte Istat). Eppure si osserva che questo dato sia di fatto molto più basso rispetto alla reale emergenza, perché il lockdown, resosi necessario a causa della pandemia di Covid19, ha forzato la compresenza delle vittime e dei conviventi violenti, e ha tolto la voce a quelle donne che non hanno avuto la possibilità concreta di trasmettere la propria richiesta verbale di aiuto.

Ogni strumento di comunicazione è utile per restituire voce alle donne in difficoltà: mass media, comunicazione sociale, linguaggi artistici, e non per ultima anche l’iconografia filatelico-postale, in quanto francobolli e timbrature si rivelano strumenti perfetti anche per veicolare messaggi di promozione sociale, dando in qualche modo voce a chi non ne ha. Non mancano gli esempi a livello internazionale.

Tra le varie esperienze citabili, nel 2019 l’Amministrazione Postale delle Nazioni Unite ha emesso una serie di tre francobolli, due dei quali per dire “stop” a sfruttamento e ad abusi sessuali e per favorire la parità di genere, affiancati ad un terzo francobollo dedicato alla migrazione. Significativamente, il francobollo da 85 c. veicola il messaggio "Speak out" (Esprimiti).


La Germania ha gridato “Keine Gewalt gegen Frauen” (Nessuna violenza contro le donne) utilizzando caratteri di colore rosso sangue stampati sopra i toni di grigio del profilo femminile raffigurato sul francobollo emesso nel 2000.


Una mano alzata per dire "stop" e una analoga impronta insanguinata sono comparse rispettivamente sulla vignetta del francobollo emesso nel 2008 dalla Spagna, che fa riferimento al numero telefonico locale 016 dedicato all’emergenza femminile, e sull'emissione congiunta del 2015 di Venezuela, Ecuador, Guatemala, Repubblica Dominicana e El Salvador.






La Francia nel 2010 ha dedicato la sua attenzione a donne e bambine rappresentandole nella loro multiculturalità sulle vignette di 12 francobolli, dove i volti femminili con tutta la loro bellezza e intensità rivendicano il proprio diritto al rispetto e all’aiuto "HELP ME!".


La Tunisia ha esposto il fiocco bianco e ha prestato voce alle donne vittime di violenza sulla vignetta di questa cartavalore emessa nel 2013.


Nel 2019, il francobollo italiano emesso in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne raffigura una pittura murale su cui sono disegnate silhouette di donne alle quali una bambina tinge le scarpe di rosso, colore che rappresenta la voce tolta alle donne vittime di violenza nonché il sangue che macchia il loro corpo, simbolo nato da una idea dell’artista messicana Elina Chauvet che nel 2012 disseminò di scarpe rosse lo spazio antistante il consolato messicano di El Paso, in Texas, in una installazione per ricordare le numerose donne uccise nella città messicana di Juarez.


Di nuovo la Spagna dice "No" alla violenza di genere nel 2020, con un francobollo dove ancora una volta figura una mano aperta nell’atto di fermare l’abuso, sullo sfondo di un gruppo eterogeneo di donne.


E ricordiamo ancora che le Poste Italiane con un annullo speciale hanno diffuso il numero telefonico 1522, numero verde gratuito antiviolenza promosso dal Dipartimento italiano per le Pari Opportunità, che offre ascolto telefonico 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, alle donne vittime di ogni forma di violenza e di stalking, garantendo loro, in pieno anonimato, aiuto e accompagnamento verso le strutture presenti sul territorio, in raccordo diretto con i servizi di emergenza delle forze dell’ordine e della sanità.

 

Perché le donne vittime di violenza hanno bisogno di aiuto, e, ancor prima,

hanno bisogno di voce