Come per il servizio postale anche i telegrafi (inizialmente
elettrici) vennero posti sotto l'amministrazione dei lavori pubblici
ma in comparti separati; successivamente, dal 1889 vennero riuniti
creando un ministero apposito, che prese il nome di Ministero delle
Poste e dei Telegrafi.
Il "telegramma" propriamente detto era un modulo postale consegnato
al destinatario su cui era vergato un testo trasmesso con il servizio
telegrafico e recapitato immediatamente a destino (dal 1927 l'Italcable
aveva messo a punto il servizio "Lampo" che garantiva
la consegna in 15 minuti dalla presentazione nelle città
più importanti italiane dove aveva una agenzia) .
L'orario normale di consegna "immediata" dei telegrammi delle
poste era previsto per il periodo estivo dalle 6 del mattino alle 22
della sera, quello invernale dalle 7 alle 21, per alcuni tipi di servizio
era prevista anche la consegna notturna se espressamente richiesta.
Da una certa data (?) venne attivato anche il servizio telegramma-lettera
molto meno costoso, che consentiva testi meno "contratti e telegrafici".
Le sigle del telegramma-lettera (detto anche differito) erano
ELT - NLT - DLT: ELT Lettera-telegramma proveniente
dalla zona Europa; NLT e DLT Lettere-telegramma provenienti
da zona fuori dall'Europa. Le stesse sigle erano usate anche dai
servizi telegrafici internazionali via radio e via cavo, perchè
concordate in organismi internazionali U.P.U..
Con l'introduzione del servizio di ascolto dei messaggi radiotelegrafici
inviati dalle navi a terra denominato "lettera
radiomarittima" fu aggiunta la sigla SLT.
Il testo presentato era trasmesso nelle ore notturne di minore traffico
e consegnato al mattino (o inviato in P.O. alla località di destinazione)
con la prima consegna della posta.
Naturalmente come tutte le comunicazioni, in tempo di guerra erano controllati
e sottoposti a censura anche i telegrammi.
Per effettuare la trasmissione il mittente compilava l'apposito
Mod. 25 comprendente nome e cognome e indirizzo del mittente,
il testo e l'indirizzo del destinatario, lo presentava all'addetto telegrafico
che, stabilito il numero di parole e la modalità di trasmissione,
riceveva il pagamento in contanti rilasciando ricevuta. Il testo era
avviato immediatamente alla trasmissione con precedenze rigorosamente
rispettate (ovviamente i telegrammi emessi per il regolare svolgimento
del servizio telegrafico riportanti le sigle "postgen"
o "szio" erano trasmessi immediatamente); dopo quelli
di servizio postale la precedenza era riservata prima ai servizi
di stato e all'amministrazione statale, perciò i telegrammi
ufficiali quando usavano i canali telegrafici avevano la precedenza
assoluta ed erano contraddistinti dalle lettere SS (servizio
di stato) o dalla frase "DI STATO" posta nella casella in
alto a sinistra del modulo che precedeva la destinazione ( per il PAPA
e per i servizi statali urgenti la sigla era SSS pari a precedenza
assoluta ). Poi era la volta degli utenti che avevano chiesto il servizio
urgente, per un certo periodo (a cavallo della due guerre mondiali)
si ebbe anche l'urgentissimo UGS (con tariffa altissima,
cinque volte il normale!). Era prevista anche la possibilità
di inviare telegrammi con la risposta pagata per l'interno (specificando
il numero delle parole o una cifra preordinata segnata sul modulo telegramma),
viceversa per l'estero era riportata sul telegramma la cifra spendibile
per la risposta in franchi oro. Come è ovvio, la cifra
versata dal mittente era spedita telegraficamente in franchi oro all'amministrazione
telegrafica del paese estero di destinazione che avrebbe provveduto
alla risposta.
Per utenti di grande traffico telegrafico era possibile
l'uso di un indirizzo contratto e meno costoso, per es. CONSAGER
Milano poteva sostituire l'indirizzo completo (Consorzio Agrario
Provinciale via S. Clemente, 1 ) che pagava due sole parole e aveva
minori problemi di trasmissione; all'arrivo a Milano il testo dell'indirizzo
completo era stampato sul modulo da consegnare con un timbro metallico
giacente in archivio.
Tutta una serie di indicazioni di servizio che servivano
per qualificare il telegramma erano trasmesse prima del testo e riportate
sui moduli e se necessario anche prima dell'indirizzo che precedeva
il testo come si può vedere da questa tabella (le sigle erano
unificate con accordi a livello internazionale) .
|
Tabella delle abbreviazioni
su modulo Mod. 30 Telegr. del 1934
Notare la voce T.F.... per il servizio di anticipo del
testo comunicato al destinatario a mezzo telefono
|
C'era la possibilità, per essere sicuri che il
testo fosse correttamente trasmesso, di richiedere il telegramma
collazionato (così era definita la raccomandazione del servizio
telegrafico). Con questo ordine il telegrafista inviava sia al destinatario
che al mittente lo stesso messaggio perchè il mittente potesse
controllarlo (era usato soprattutto per comunicazioni di carattere finanziario
ed era obbligatorio per i telegrammi cifrati; era poi possibile, in
caso di necessità, bloccare il telegramma in partenza).
Dal 1934 era prevista la possibilità che dall'ufficio
telegrafico finale venisse anticipato per via telefonica al destinatario
il testo ricevuto. Per questo servizio il testo trasmesso riportava
all'inizio del messaggio il numero di telefono, preceduto da
TF,
una volta comunicato il testo via telefono, il modulo del telegramma
Mod.25 era introdotto in busta apposita e consegnato in franchigia
con la prima distribuzione della posta; poi per comodità si ridusse
di dimensioni e si incollò sul Mod. 30 (quello giallo dei telegrammi)
e successivamente prese la forma di un modulo
telegramma di colore azzurro da consegnarsi sempre con la stessa
modalità.
Inizialmente negli uffici telegrafici destinatari dei
piccoli centri, il testo ricevuto era manoscritto dall'addetto alla
ricezione direttamente sul modulo di consegna (che era stampato da tipografie
private), successivamente vennero utilizzate tecniche diverse che invece
dei punti e delle linee riportavano già le lettere raggruppate
a formare delle parole stampate direttamente su strisce di carta che
erano incollate sui moduli; ciò era possibile con il metodo creato
da David E. Hughes (1831-1900), che fu introdotto già
nel 1855 negli Stati Uniti con la denominazione di "telegrafo a
sincronismo". In un periodo di miglioramenti del metodo Morse il
suo apparato superò ogni altro per perfezione e ingegnosità e si diffuse
per la sua grande praticità.
Intorno agli anni "30 con il consolidarsi del fascismo i moduli
telegramma cambiarono stemma dello stato; si passò, come in altri
settori, dallo stemma Savoia agli stemmi appaiati, poi sostituiti dallo
stemma Savoia con fasci laterali. Nello stesso periodo si stamparono
moduli utilizzando della carta gialla filigranata con lo stemma
ufficiale e la scritta " Provveditorato Generale dello
Stato" .
Dal 1933 e fino al 1938 sui moduli consegnati al destinatario comparve
la pubblicità, tutti gli spazi liberi vennero coperti di annunci
pubblicitari per ricuperare il deficit economico accumulato dal servizio.
Subito dopo il secondo conflitto mondiale a Roma nel "44
si stamparono moduli sul tipo in uso negli anni di guerra ma con misure
ridotte per carenza di carta, mentre negli anni "50, quando si
introdusse nuovamente la pubblicità sugli oggetti postali, i
moduli vennero stampati in esclusiva dal solo Poligrafico dello Stato,
.
L'operatore telegrafico, ricevuto il messaggio, lo riportava
sul modulo, parte in esterno (l'indirizzo) parte all'interno (fra cui
le indicazioni di servizio). Il modulo da consegnare era ripiegato e
sigillato, la sigillatura nei periodi iniziali era effettuata nelle
buste di spedizione e per maggior sicurezza spesso erano colpite da
un bollo a secco che attraversava tutto il modulo ripiegato. Successivamente
si abolirono le buste e si adottò un modulo ripiegato e chiuso
con sigillo colorato di diverso tipo (continuando l'applicazione del
sigillo a secco). Successivamente si provvide a modificare il Mod.30
con un tipo avente un lembo gommato e per sicurezza si applicava un
bollo tipico del servizio telegrafico senza data (i tipi furono molti:
tondi, ovali, rettangolari ecc).
In tempi più vicini a noi, sulla parte incollata era impresso
il solito bollo a data variabile dell'ufficio emittente; il modulo,
sul fianco dell'indirizzo, riportava anche l'ora di consegna al fattorino
addetto che provvedeva, come già detto, immediatamente alla consegna.
Per alcuni periodi si effettuarono consegne nel periodo estivo dalle
6 alle 22, e in quello invernale dalle 7 alle 21 (salvo consegnare quando
specificato sul modulo anche di notte).
Dopo l'introduzione nelle grandi città del servizio di posta
pneumatica (Torino, Milano, Roma, Napoli) si usarono dei tubi sotterranei
per trasportare con l'aria compressa i moduli dal centro alla periferia
senza impiegare i fattorini su tratte troppo lunghe o senza dover ritrasmettere
il messaggio all'ufficio periferico.
Bollo di posta pneumatica applicato all'interno
del telegramma, probabilmente il messaggio fu ricevuto da un ufficio
centrale e trasferito fisicamente ad un ufficio periferico sprovvisto
di ricezione telegrafica ma collegato dal sistema pneumatico. |
|
|
. |
Verso il
1870 le buste Mod. 114 che contenevano i testi trascritti su Mod.
41 per la consegna ai destinatari, vennero sostituiti da moduli
prestampati in carta (secondo normativa U.G.P.) resistente gialla
da ripiegare e sigillare con etichetta di vario tipo e munita di
sigillo "a secco".....
ZOOM
|
|
ALTRI TIPI DI SERVIZIO
Telegramma espresso di servizio.
Per un certo periodo erano stati previsti invii di telegrammi d'ufficio
in franchigia degli enti statali che godevano anche della franchigia
postale.
A causa dell'abuso del servizio da parte degli enti in questione, venne
creato un particolare servizio che non era assolutamente telegrafico,
ma postale anche se celere e denominato "telegramma
espresso di servizio". Questi invii avevano un trattamento
di favore ed erano una mescolanza fra il "fuori sacco" , "l'espresso"
ed il "telegramma".
Oltre al servizio telegrafico elettrico nazionale (via filo), statale
e internazionale (Italcable), successivamente si ebbe il servizio radiotelegramma
(marconigramma), con messaggi trasmessi via radio dalla società
italiana Radiomarittima. Furono anche create alcune interessanti combinazioni
fra il telegrafo (elettrico o via cavo) e il telefono ( Vedi
)
Servizio Italcable, Italoradio,
Commissioni telefoniche, Fonotel.
Una di queste fu la possibilità, negli anni "30
del Novecento, di far consegnare dal servizio telegrafico un messaggio
telefonico a chi era sprovvisto di telefono, attraverso il Servizio
delle Commissioni telefoniche; il servizio si basava sulla comunicazione
telefonica tra abbonati al telefono e uffici telegrafici i quali si
limitavano a trascrivere il testo e a recapitarlo per mezzo dei fattorini
del servizio telegrafico. Questa possibilità era limitata agli
abbonati del telefono privati e ai Posti Telefonici Pubblici che inoltravano
le comunicazioni a mezzo di operatori telefonici manuali (centralinisti).
Un'altra possibilità di collaborazione tra telegrafo e telefono
si ebbe negli anni "50 col servizio "Fonotel"
reso presso le agenzie postali munite di telefono pubblico (e senza
servizio telegrafico); il servizio era a costo fisso per un massimo
di sedici parole trascritte su modello telegrafico Mod.25.
Alla consegna del testo telegrafico da trasmettere, l'addetto
rilasciava la ricevuta dell'avvenuta accettazione del testo dal sistema
telegrafico e della somma pagata dal mittente.
Cliccare
per ingrandire
|
|
Le tre ricevute mostrano che
nel corso degli anni non è cambiata la normativa, tutte
hanno un numero d'ordine, l'ora di consegna e la cifra riscossa.
Il numero 230 del 1876 porta l'annotazione "risposta
pagata".
|
Vedi anche Il Servizio TELEGRAFICO
Cliccare
per ingrandire
|
|
|
Telegramma con risposta pagata
di 50.00 Franchi oro.
E' indirizzato in Brasile dove ITALCABLE aveva nel "52
sei uffici di cui tre a
Rio de Janeiro e gli altri tre a
San Paolo, Santos e Recife.
. |
Telegramma ITALO RADIO
Proveniente dal Cairo riporta le sigle
LC più RP 5.75 prima dell'indirizzo, secondo le
convenzioni significa:
LC = messaggio differito (lettera)
RP = risposta pagata con Franchi oro 5.75
. |
|
Cliccare
per ingrandire
|
|
Modulo telegramma (modello verticale)
del servizio statale del 1868 quando era ancora una amministrazione
staccata dalle Regie Poste (l'immagine del documento è stata
accorciata verticalmente per una migliore visibilità)
. |
|
Modulo telegramma del
1880 prima di confluire con Regie Poste. E' il Mod. 41
del servizio statale con relativa busta di consegna Mod.114
.
. |
|
Dopo qualche tempo il
Mod. 41 fu modificato secondo le norme internazionali,
e successivamente fu ribattezzato Mod. 30
(quando?).
. |
|
Telegrammi dell'Ottocento
Mod 41 ripiegati e chiusi (rinominato poi Mod.30 ) con sigilli
ufficiali gommati di vario tipo e con timbro a secco applicato sul
modulo ripiegato e chiuso.
. |
|
Per applicare la sigillatura
si passò dall'etichetta gommata e applicazione di sigillo
a secco, ad un modello di modulo con un lembo traforato e gommato
da completare con un bollo nominativo della località dell'ufficio
emittente, successivamente si usò il bollo a data variabile
.
|
|
Telegrammi chiusi spediti
fra le due guerre, notare l'indirizzo del destinatario: uno è
stato vergato a mano, l'altro applicato con striscia di carta incollata
direttamente sul modulo come testo stampato, questo dopo l'istallazione
del metodo Hughes.
. |
|
Mod. 25
per la richiesta di emissione telegrammi direttamente in ufficio,
erano richiesti nome e cognome e indirizzo del mittente, il testo
e l'indirizzo del destinatario. Con il servizio fono (emissione
di telegrammi con testo telefonato) una copia del modulo era inviata
al mittente.
Nella parte bassa si nota la ricevuta relativa all'invio del telegramma.
|
|
1938 -
"DD" sigla di urgente essendo lo spazio
dedicato alla pubblicità spostato a destra, si ripiegava
applicando un talloncino rosso con URGENTE.
. |
|
Modello in uso negli anni
"30 con pubblicità. Il testo
del telegramma è stampato direttamente su striscia con apparato
Hughes.
. |
|
PRECEDENZA ASSOLUTA
"STATO" la parola è manoscritta nella casella apposita
in alto a sinistra. Altra sigla è SSS prima della
provenienza, ed infine è esternamente applicato il timbro
"DI STATO" e quindi in franchigia.
|
|
PRECEDENZA ASSOLUTA
la parola "ETAT" è stata manoscritta nella casella
apposita in alto a sinistra, altra sigla è SS prima
della provenienza, seguita da ISTZN trasparente: contrazione di
istituzione, quindi in franchigia.
. |
|
1945 - Modulo di telegramma
di colore rosso perchè URGENTISSIMO Mod. 30 A Telegr.
1929.
La sigla UGS è stampata nell'apposito spazio e precede
la provenienza come da normative.
. |
|
1946 alla
ripresa del servizio si usarono ancora i moduli del 1942
di misura ridotta per penuria di carta come in tempo di guerra.
. |
|
Dopo il 1945 la
definizione di telegramma urgente venne trasformata in chiaro con
la scritta urgente
I moduli telegrafici erano da sempre stampati da tipografie private.
Nel 1944 il poligrafico fu restituito all'amministrazione statale
italiana, per penuria di carta si cominciò ad avviare la
stampa dei moduli telegrafici anche all'officina carta valori. Nel
1950 con il ritorno massiccio alla pubblicità ci fu
anche l'esclusività dello stato della fabbricazione dei moduli
telegrafici.
. |
|