VI PARTE
3.10.1942 XX
Sempre in gamba! Salute ottima e morale altissimo. Vi bacio tutti. Vostro aff.mo Mario
5.10.1942 XX
Carissima Marta,
ho ricevuto ieri la tua lettera del 19 ed oggi, unitamente ad una lettera di papà, la tua cartolina del 24 settembre. Per ambedue ti ringrazio moltissimo. Come certamente già sai da Mammà, io mi trovo da quindici giorni in linea, anzi in primissima linea sul Don, in un osservatorio. Quassù, poiché sono in collina, mi trovo veramente bene e relativamente non in pericolo poiché siamo in posizione dominante. Io tutto il giorno, con il potente cannocchiale a mia disposizione, non faccio altro che osservare la zona nemica e mi diverto a seguire i movimenti, i lavori e scoprire le postazioni dei Russi che poi comunico al mio Comando. Assieme a me ho cinque Artiglieri con i quali divido il servizio; la casa, costituita da una larga buca scavata nel gesso ed il giaciglio, fatto di tavole con un po’ di paglia, nel quale nonostante sia duro, schiacciamo sonni saporitissimi. I Tedeschi, ai quali abbiamo dato il cambio, già da dieci giorni se ne sono andati ed al loro posto sono venute le “Penne nere”. Qui con me, c’è un plotone del Battaglione comandato dal Ten.Col. Avenanti. Lui è già stato quassù a visitare i suoi uomini e così io ho avuto modo di presentarmi a lui. Quando ha inteso il mio nome, mi ha incaricato di salutare molto te e Papà. Se gli volete scrivere, il suo indirizzo è: T.C. A.g. comandante il Battaglione del 1° Regg. Alpini “Ceva” P.M. 203. Capito? Io l’ho già rivisto e mi ha detto ancora di salutarvi. Con il Tenente che comanda il Plotone, ci facciamo spesso compagnia. È un genovese molto simpatico. Poi in guerra sai, sono tutti simpatici! Un’altra compagnia è costituita da varie fotografie di attrici o belle donne, ritagliate da qualche giornale, che adornano le pareti, altrimenti troppo monotone del nostro “Bunker”. Ora sai, ci stiamo un po’ preparando per l’inverno. Stiamo provvedendo a fare la stufa che ci servirà, oltre che per il riscaldamento centrale, anche per cucinare, poiché andando avanti con la stagione, che per ora a dire la verità si mantiene ancora ottima, sarà più difficile avere il rancio già cotto, dato che il nostro reparto è un po’ lontano. Poi stiamo provvedendo anche a fare un po’ di riserva di viveri ed i miei 5 uomini hanno già pensato a stipare (in una buca sotto terra) ben 3 q. di patate e parecchie zucche che serviranno per il miglioramento. Anche oggi ne ho mandati fuori due, in cerca di grano, che qui non è raro trovare già tagliato in numerosi covoni sui campi, con il quale faremo la farina per poi confezionarla nei vari generi. Non avevo mai pensato che i soldati si sapessero industriare tanto bene, ma tu ci vedessi all’opera, cara Marta! Noi con niente ci facciamo le case, le chiusure, i carretti, i fornelli; e tutto, proprio tutto ciò che ci occorre. La farina, per esempio, la otteniamo pestando il grano dentro l’elmetto. Certo che tutto ciò che facciamo è primitivo ma ciò nonostante è utile e per noi ben fatto. Anch’io mi ingegno e do la mia opera. Tu che mi conosci, già mi puoi immaginare con un piccone in mano o con un martello, o con una accetta e non è raro con qualche pentolino sul fuoco. Certo questo quando la mia opera non serve per il servizio, s’intende. Oggi pure, poco fa, prima di mettermi a scrivere, mi era venuta la voglia di qualche cosa di caldo ed allora mi sono messo a cucinare quattro o cinque patate in un rustico fornello all’aperto e due pannocchie di granoturco. E così mi sono riscaldato lo stomaco. Tu sapessi anche le zucche cotte nell’acqua, quanto sono buone! Sai quelle grosse e gialle. Io non le avevo mai mangiate, ma i miei uomini mi hanno quasi costretto ad assaggiarle ed ora le mangio con loro molto volentieri. Sono dolci e quasi fredde; sembrano proprio una crema magnifica, rinfrescante e saporita. Proprio ora un mio artigliere è tornato con un carretto e 12 magnifiche zucche. Come vedi, non c’è male no ? E così spero di stare quassù tranquillo e pacifico. Salutami sempre chi mi ricorda, in modo particolare tua suocera. A te, Mammà, Papà, Alda, Calogero e Peppinello un bacio affettuoso. Ti abbraccia tuo fratello Mario
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24.10.1942 XX
Carissima Marta,
ho avuto, come ultima vostra, la tua lettera del 5 corr. Io ti ho già scritto a quest’ultima ti risponderò domani. Ma come mai da casa, non ricevo più niente? Che sia ritardo, oppure perché non scrivono? La mia posta vi giunge regolarmente, oppure no? Io mi trovo sempre al solito posto ed oggi è già un mese e quattro giorni che mi trovo in primissima linea. Credo però, che alla fine del mese avrò il cambio, così mi potrò riposare un po’ con tranquillità. Io sto sempre benissimo e grazie a Dio, godo ottima salute. Anche il morale è sempre alto e speriamo sia sempre così. Tu dì anche a casa che mi scrivano più spesso. Come già ho detto domani scriverò più a lungo a te e scriverò anche a casa. Salutami caramente tutti. Ti bacio con affetto Mario
26.10.1942 XX
Carissima Marta,
ho scritto giorni addietro ed anche ieri a casa, ma come sempre da voi ricevo pochissima posta. Sarà forse per istrada e ritarderà, speriamo sia così. L’altro ieri ho avuto la tua lettera del 5/10 e ieri una lettera di papà del 10/10 ed una di zio Fernando. Quassù credimi, l’unico problema che ci assilla è quello della posta e tutto il giorno io sono al telefono, per sapere se ce n’è per noi dell’osservatorio e per mandarla a prendere, ma la risposta è sempre la stessa: non è arrivata, non ce n’è per voi sig. Tenente; per voi c’è una cartolina oppure un giornale o cose del genere. Di rado c’è una lettera e sempre di data vecchia. Per me non so proprio darmi altra spiegazione, che la posta ora vada molto a rilento, oppure che non mi si scrive abbastanza spesso. Beh lasciamo le malinconie e parliamo un po’ di noi. Io compio oggi trentasei giorni di primissima linea e credo di rimanervi fino alla fine del mese per avere poi il cambio da qualche collega qui all’osservatorio. Sto sempre benissimo, sia in salute, come ben puoi vedere dalla fotografia che ieri ho mandato a casa, sia come morale. Il servizio è un po’duretto perché si dorme poco ed ogni notte, ogni due ore sono sveglio per dare il cambio ai miei uomini. Ma tu conosci il mio spirito di adattamento e quindi puoi capire facilmente che ciò per me non è un sacrificio. Circa il mangiare, non c’è proprio male e per me è abbondante, ma sempre la solita… minestra. Verdure neppure più l’ombra, tranne le patate che mettiamo giornalmente nel minestrone e che sono quelle che da tempo abbiamo raccolto e che ancora ci durano. Io, ora, mi sono abituato a mangiare qualche cipolla assieme alla carne lessa, così credo mi facciano bene. Come cambiano i gusti, vero cara Marta? Il bisogno compie veramente miracoli. Quando tornerò, vi potrò raccontare tante cosette ed allora capirete che cosa veramente è la vita in prima linea. Io qui sono come il padre della famigliola dei miei sei artiglieri e mi sento veramente bene e contento. Da una ventina di giorni, anche Pietro il mio attendente è quassù con me e quindi siamo al completo. Ieri papà mi ha scritto di Leo. Dice che lo vorrebbe dare via per le ragioni giustissime che lui adduce. Tu capisci benissimo che ciò a me dispiace veramente molto. Io avrei caro, che fino acché durano questi tempi anormali, fosse dato presso qualche famiglia, magari di campagna, che lo potesse tenere a pagamento e poi tornando io ed i tempi normali, riprendermelo. Vedete un po’ voi pure che cosa si può fare di meglio in proposito e sappiatemi dire qualche cosa quanto prima. Tu mi capisci vero? Io vorrei evitare a casa il fastidio di tenerlo e nello stesso tempo vorrei ritrovarlo al mio ritorno. Vedete voi. Salutami tanto tua suocera e tutti i conoscenti che mi ricordano. A te, Calogero e Peppinello un abbraccio. Vostro aff.mo Mario
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28.10.1942 XXI
Nel XXI annuale, ho motivo di gioire. Bacioni Mario
30.10.1942 XXI
Marta carissima,
ieri assieme ad una lettera di Mammà ho ricevuto la tua del 17 che mi ha fatto molto piacere. Io già ti ho scritto di aver ricevuto la tua precedente, che come hai visto non è andata smarrita anche se mancava l’indirizzo del mittente. Io domani, compiendo il quarantunesimo giorno di servizio all’osservatorio, scenderò al gruppo poiché mi danno il cambio per dieci giorni credo. Mi dispiace allontanarmi di qui, ma come mi ha scritto zio Fernando non insisto di rimanere e faccio ciò che mi viene comandato. Ho piacere che zia Gina sia a Gorizia, così al mio ritorno o anche prima, la potrò rivedere fra noi. Sai, ho fatto domanda di essere inviato in Italia per licenza per esami, come ho diritto per le disposizioni ministeriali e se niente contrarierà i miei progetti, spero poter essere fra voi a dicembre o a gennaio. Sarebbe bello vero? Ho scritto in proposito a papà per avere i documenti, mentre a mammà non ne ho parlato, perché se poi non potessi venire, non vorrei provasse una delusione o pensasse male. Certo che se potessi venire, tornare poi qui sarebbe una cosa non tanto bella, ma pazienza, intanto passerei un mesetto assieme a voi, non ti sembra, e questo ripagherebbe lo strapazzo del lunghissimo viaggio ed il dolore del nuovo distacco. No? Per questo motivo ho scritto anche a casa di non inviare più pacchi, perché spero di poter venire a prendere da me ciò che mi occorre. Ad ogni buon conto, vi farò sapere qualche cosa non appena anch’io saprò di sicuro quello che farò. Ed ora una notizia importante! Sai, sono stato promosso finalmente Tenente. Che carriera rapida che fa tuo fratello, non ti sembra? Non è che ci tenessi molto, ma sai due strisce sono sempre di più che una sola ed hanno sempre più valore. Non sembra anche a te? Marta cara, ringrazia sempre e saluta per me chi mi ricorda; ringraziami e salutami molto tua suocera ed a te, Calogero, Peppinello, Mammà, Papà, Alda e zia Gina, pervengano i miei saluti più cari. Vi bacio tutti con affetto e vi abbraccio. Vostro Mario
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Samuel Rimoldi
20-03-2023 |