IL POSTALISTA I miscellanea I glossario I introduzione I un po' di storia
STORIA
POSTALE - CARTOLINE POSTALI
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La cartolina postale (dal regolamento postale definita
"cartolina per corrispondenza") venne introdotta
in Italia il 1 Gennaio 1874 dopo che da alcuni anni era in
uso all'estero. Inizialmente per le norme U.P.U. solo quelle emesse
dalle amministrazioni statali potevano fregiarsi di tale appellativo. Al suo esordio in Italia la Cartolina Postale emessa dall'amministrazione postale era di formato ridotto, aveva impressa una immagine di Re Vittorio Emanuele II°, con il valore postale dell'oggetto impresso sulla cartolina. Per regolamento, da allora, sulle cartoline del Regno fu sempre impressa l'immagine reale. L'impronta con il ritratto Reale era stata scelta per evitare falsificazioni, inoltre era di un colore inedito che non assomigliava a nessun francobollo per evitare ritagli da incollare sulle buste. La cartolina era divisa burocraticamente in un recto o fronte ad uso della posta con l'indirizzo del destinatario (lato su cui era stampata l'immagine o il valore postale) e da un verso o retro ad uso del mittente per gli scritti. Era stato specificato dalla normativa che poteva essere scritta a matita o a penna con colori a piacimento, che era esonerata dall'obbligo di firma e poteva essere raccomandata. Questo nuovo oggetto postale ufficiale, creato prevalentemente per comunicazioni delle aziende e dei professionisti, ebbe molto successo anche per comunicazioni tra privati; nella fase iniziale però venne usato pochissimo nelle corrispondenze circolanti nel distretto per il suo costo, infatti una lettera nel distretto in quel periodo pagava la metà esatta della tariffa delle cartoline; questa incongruenza venne annullata il 1° Agosto1889 con la regolamentazione definitiva del settore cartoline postali e illustrate. La cartolina postale, all'epoca, era destinata dalla
normativa U.P.U.ad essere usata (a tariffa ridotta) solo all'interno
degli stati, mentre per l'estero era considerata e doveva essere francata
come lettera; inoltre godevano della facilitazione solo quelle "somministrate"
dall'amministrazione postale. Poichè nel tempo qualcuno pensò
di usare cartoncini simili alle cartoline postali affrancandoli con
la stessa tariffa ridotta, l'amministrazione, con opportune circolari
ribadì agli uffici postali ed agli utenti che le uniche cartoline
a godere della tariffa ridotta erano solo quelle ufficiali,
le altre di fattura privata dovevano essere (come quelle provenienti
dall'estero) trattate come lettere e tassate di conseguenza
in carenza di affrancatura. Per lo stesso motivo vennero emesse anche delle "Cartoline
Postali di Stato" con impresso il valore a tariffa civile,
una cartolina era di tipo semplice di colore rosso, ed una di colore
verde con risposta, ambedue da inviare previa applicazione del bollo
ovale di franchigia; anche sulla risposta l'ufficio statale che rispondeva
doveva applicare l'ovale di franchigia, per dimostrare di poter godere
della facilitazione. Finalmente il 1° Agosto 1889 su insistenza degli editori e adeguandosi a quanto richiesto dai partecipanti dell'Unione Postale Universale, anche l'Italia introdusse nella normativa la francatura ridotta anche per le cartoline postali di produzione privata, specificando che le dimensioni e il peso dovevano essere uguali a quelle dell'amministrazione postale, che non dovevano portare stemmi dello stato e, se di dimensioni e peso diverso, dovevano essere tassate come lettere. Si specificò anche: "Non è concesso alle industrie private emettere cartoline con risposta". Nell'occasione venne stabilita la tariffa ridotta per le cartoline circolanti nel distretto. Altro problema sorse per la poca chiarezza delle norme
nello specificare la differenza fra stampe e cartoline postali.
Il confine non era stato ben tracciato dalla normativa e spesso avvenivano
abusi da parte degli utenti, ma anche tassazioni irregolari da parte
degli addetti.
La prima cartolina celebrativa venne preparata per
il 25° della liberazione di Roma. Per ritardi nell'approntare
l'apposito francobollo con l'immagine dei reali lo si trasformò
in vignetta applicata sul fronte in stampa monocromatica e stampata
al retro l'impronta rossa di valore con l'immagine del Re in ovale
che poi fu utilizzata anche per le cartoline postali future. Si decise
di applicare al verso l'impronta di valore per mancanza di spazio
sul fronte, in aperto contrasto con la normativa U.P.U. che prescriveva
l'applicazione dei francobolli o delle impronte di valore dal lato
indirizzo. Questo pasticcio grafico creò grossi problemi alle
amministrazioni postali estere, provocando tassazioni per invii di
oggetti regolarmente affrancati. La normativa delle cartoline per corrispondenza
venne mutata nel tempo con continui aggiustamenti; per esempio si
mutarono anche le misure, nel regolamento postale del 1908 troviamo
che le cartoline prodotte dall'industria privata non devono
essere superiori a quelle dell'amministrazione postale che erano di:
mm 140 X 90, peso massimo grammi 5, nè essere inferiori
ai mm 100 X 70 (le cartoline postali "piccole" da
Cent 5 dell'89 per il distretto erano state emesse di mm 110 X
70).
Dimenticato l'utilizzo pubblicitario degli oggetti
postali effettuato nel periodo degli anni Venti (vedi)
per lucrarne gli introiti pubblicitari, utilizzo che era poi
stato sospeso a causa delle proteste popolari, negli anni "30
e "40 il regime fascista senza alcuna remora usò ampiamente
la posta e i servizi postali per la sua propaganda (vedi).
Nell'occasione si approntarono serie complete di cartoline "opere
del regime", di "propaganda turistica" ed
anche una serie "Pro milizia" con sovrapprezzo.
Una notazione interessante è rilevare che le
cartoline postali con risposta pagata provenienti dall'estero,
sono uno dei due soli casi in cui un oggetto postale è annullato
legittimamente con bollo a data di ufficio postale estero. L' 8 Settebre 1943 e la divisione dell'Italia fra
Nord e Sud. Al Nord, quando gli eventi dell'otto Settembre
provocarono il cambio di regime alla "Repubblica Sociale",
le cartoline postali disponibili erano praticamente solo quelle da
30 Cent. imperiale che riportavano la parola "VINCEREMO"
(quelle da 15 cent. da qualche mese non erano più in uso se
non integrate a 30 cent. anche nel distretto). Quelle da 30 cent.
vennero sovrastampate in rosso con il fascio repubblicano che copriva
il vecchio stemma regio con fasci e per sfregio la scritta "REPUBBLICA
SOCIALE ITALIANA" sull'immagine del Re per sottolinearne la discontinuità. Finita la guerra, alla ripresa del servizio postale, vennero messe fuori corso le cartoline "Mazzini" (nel Nord-Est, causa carenza di francobolli e di cartoline, furono mantenute eccezionalmente in validità ancora per un certo tempo). Le due parti dell'Italia erano state divise da un fronte di guerra, ambedue sotto il controllo straniero; si comportarono anche dopo la guerra in modo dissimile: al Nord furono stampate delle cartoline postali senza stemma reale e con impronta di valore dell'Italia Turrita utilizzando una immagine della serie imperiale e portando il valore a 50 Cent.. Come per la cartolina emessa precedentemente (Mazzini) si usò tal quale senza francobolli aggiunti per poco tempo, perchè la tariffa venne aumentata quasi subito a lire 1,20; come integrazione di affrancatura si usò una coppia di 35 Cent con fascetto della serie di 3 nuovi francobolli della serie imperiale ( Cent. 15, Cent. 35 e 1 lira) che gli americani, non volendo far usare quelli della R.S.I., fecero stampare per poter sopperire alle necessità più urgenti subito dopo la fine della guerra nella stamperia stessa della R.S.I. locata negli stabilimenti della De Agostini di Novara. Meglio riusare quelli del Regno che quelli R.S.I. alleati dei tedeschi !. Al Sud le cose procedettero esattamente all'opposto. Nel "44 dopo la liberazione di Roma e con la cessione del territorio prima occupato dagli alleati al governo italiano, si diedero alle stampe delle cartoline postali con l'effigie del Re a tariffa distretto da integrare con francobolli. In pratica si rifecero le impronte di valore della serie imperiale con l'immagine del Re raddoppiandone la tariffa, togliendo i fasci ed applicando lo stemma sabaudo utilizzato prima dell'avvento fascista. Successivamente per necessità impellenti e avendo rinvenuto forti quantitativi di cartoline postali da 15 Cent. ante 8 Settembre, si decise di sovrastamparle in attesa delle nuove emissioni; nella stampa si nascose sia il VINCEREMO che lo stemma con i fasci, per mezzo di parentesi e un nuovo stemma sabaudo. I fascetti dell'impronta di valore con il Re furono nascosti con la scritta del valore di 1,20 della nuova tariffa interno per la cartolina postale. Durante il periodo Regno del Sud, si diedero poi alle
stampe al poligrafico di Roma delle nuove cartoline della serie "Italia
turrita" e anche della serie "Democratica" (furono
stampate entrambe con stemma sabaudo); al Nord durante la Luogotenenza
per la necessità di cartoline, come già detto, si fece
approntare inizialmente una cartolina da 50 cent (stessa tariffa R.S.I.),
poi dopo quasi un anno una nuova serie emessa per l'aumento delle
tariffe. Queste ultime come per la precedente non si vollero stampare
con lo stemma sabaudo perchè al Nord era poco gradito
e, si disse, per non influenzare le votazioni del referendum. |
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