Seconda edizione

Riveduta, corretta ed ampliata

Pubblicazione didattica del CIFO - Collezionisti italiani di francobolli ordinari
 

LESSICO FILATELICO ITALIANO

 Vocabolario dei termini e dei modi di dire del linguaggio filatelico italiano

  

A cura di Giovanni Riggi di Numana

Copyright ©2003 Giovanni Riggi di Numana


     
il postalista

PREMESSA

Lettera
"A"
"B"

"C"
 "D"
"E"
"F"
"G"
"H"
"I"
"J"
"K"
"L"
"M"
"N"
"O"
"P"
"Q"
"R"
"S"
"T"
"U"
"V"
"W"
"X"
"Y"
"Z"

 

 

 

"T"

 

TABACCAIO/CHERIA - Sostantivi. In Italia il tabaccaio e' una persona specializzata ed autorizzata dallo Stato nella vendita di tabacchi e di carte valori (ambedue generi prodotti e/o controllati dallo Stato) su cui la cosa pubblica ha imposto ed impone ancora un monopolio al fine di imporre delle gabelle. I tabaccai possono quindi vendere al pubblico su concessione statale i valori bollati, tra cui i francobolli,da cui traggono un aggio, ed insieme alle Poste, sono i distributori istituzionali del francobollo. Lo fanno all'interno di negozi aperti sulla pubblica via, denominati Tabaccherie (distinte da particolari targhe e simboli, compreso quello di stato), rispettando dei turni di chiusura e di apertura stabiliti e controllati da uffici di Stato, in quanto esercitano per la societa' un pubblico servizio. L'importanza delle Tabaccherie nel nostro paese e' grande in quanto permette a chiunque di acquistare dei generi di largo consumo a prezzi fissi, tra cui appunto i francobolli anche quando gli uffici postali sono chiusi. Per divenire tabaccai sono necessari molti requisiti, primo fra tutti l'avere una fedina penale pulita in quanto chi esercita questo mestiere rappresenta lo Stato gestendo in suo nome e a prezzi stabiliti i valori bollati che la cosa pubblica richiede su molti documenti e sulla posta. I francobolli prodotti e venduti dallo Stato ma oggi al servizio di un suo concessionario (le Poste Italiane Spa), sono una voce non marginale del bilancio dei tabaccai perche' dalla loro vendita in esclusiva ottengono un discreto guadagno. Di recente alcune Tabaccherie particolarmente attive ed attrezzate, dislocate in aree mal servite dalle Poste pubbliche sono state abilitate a funzionare anche come ufficio postale con la possibilita' di accettare anche posta pregiata. Questa innovazione e' stata avviata nel 1999 ed ha buona possibilita' di espansione futura se non verra' mantenuta la copertura postale che nel 2002 sembra essere soddisfacente.

TABELLA - Sostantivo. Quadro riassuntivo di dati o di indicazioni utili a molte persone, spesso raccolti in un reticolo cartesiano che li separa e li ordina. La piu' nota e' la tabella della moltiplicazione, ma ne esistono infinite altre, utili anche in filatelia, per riassumere dati complessi e articolati come tariffe ed emissioni. Le tabelle possono svilupparsi graficamente in semplici elenchi, ma sopratutto in reticoli cartesiani a due dimensioni incrociando due dati diversi. L'informatica e le scienze esatte hanno sviluppato e facilitato enormemente l'espressione di concetti sotto forma di tabelle, aiutando la lettura e la comprensione essenziale e riassuntiva di dati multipli incrociati. Le tavole piu' utili alla filatelia sono relative alle tariffe postali in relazione al tempo, disponendo ad esempio in ascissa gli oggetti postali e in ordinata i periodi tariffari o viceversa, ed inserendo nel reticolo derivato le tariffe relative.

TABULATO - Sostantivo. Forma di tabella espressa in genere
in lunghi elenchi molto spesso prodotti da elaboratori elettronici. A differenza delle Tabelle con cui possono esser confusi, i tabulati non sono solo un elenco riassuntivo di cifre e parole ma possono anche contenere dati che derivano da una elaborazione di altri dati e informazioni che richiedono o l'opera lunga e complessa di personale specializzato o piu' breve di macchine elettroniche, colcolatori e ordinatori che facilitano il lavoro e riducono enormemente i tempi di realizzazione. Seppur gia' utilizzati in filatelia non hanno per ora in questa materia un grande sviluppo ma in futuro, specialmente per ottenere dati complessi (p. es. dati sul movimento postale, dati statistici o conclusivi di carattere commerciale e mercantile o altro ancora) dovranno essere piu' utilizzati.

TAGLIANDO - Sostantivo. Pezzo di carta o di cartoncino in genere di piccole dimensioni contenente alcune diciture, staccato o tagliato da un blocchetto contenente numerosi multipli simili in genere numerati progressivamente che ha il significato di ricevuta o di garanzia per un pagamento o un servizio acquistato,restando una parte in mano del concessionario e una parte in mano al fruitore. Puo' essere anche sinonimo di cedola, coupon, talloncino o ricevuta, in relazione a cio' che garantisce. Talvolta e' la frazione di un documento realizzato in una sola copia che si taglia dal documento stesso (o biglietto, o azione ecc.) che serve per dimostrare che il documento e' stato veramente redatto ed esiste o per vantare un diritto. In questa ottica puo' essere soprattutto considerato come una ricevuta. In filatelia non ha molti riferimenti, ma in Posta puo' aver importanza in relazione ad alcuni documenti che vengono abitualmente utilizzati negli uffici postali, come ad esempio le ricevute delle raccomandate e di altri invii pregiati, che possono prendere il nome di tagliandi o tagliandini (specilamente in passato quando le ricevute dovevano esser veramente tagliate dai modulari). In alcuni rari casi i tagliandi di ricevute postali sono importanti per il collezionismo non solo per dimostrare la reale spedizione di corrispondenze pregiate o l'avvenuto pagamento dei servizi a cui si riferiscono ma perche' possono avere su di se l'applicazione di francobolli in pagamento di diritti o disposizioni postali particolari o qualche annotazione utile alla storia da cui traggono origine.

TAGLIARE - Verbo. Azione di suddivisione di un oggetto in parti, in genere effettuata con strumenti da taglio. Nel caso che ci interessa maggiormente, il materiale da tagliare e' carta o cartone e quindi gli strumenti piu' idonei sono lame, forbici, o taglierine, la cui azione tende dividere il materiale seguendo linee precise e nette anche adatte ad evitare sprechi o a seguire delle tracce. In genere con strumenti comuni come quelli citati vengono "tagliate" carte sottili o tenere ma alcuni tagli si possono realizzare senza strumenti se sono gia' stati previsti nella fabbricazione deli oggetti, ossia se la separazione di parti e' gia' insita nell'oggetto. E' il caso dei francobolli che in genere, fin dal tempo degli Antichi Stati, dopo i primi infelici esempi di produzioni senza facilitazione nella separazione degli esemplari contenuti nei fogli, vengono realizzati in fogli contenenti molti esemplari che, per essere facilmente separati, dispongono di perforazioni lineari (dentellatura) o di tagli non passanti (fustellatura) che circondano ogni francobollo. L'operazione di separazione si dice volgarmente "rompere" o "tagliare" il foglio, probabilmente originando quest'ultimo termine dal primigenio reale taglio con stumenti a lama che doveva esser effettuato per separare i primi francobolli emessi senza dentellatura. Il taglio manuale dei fogli riesce quasi sempre bene grazie alla distanza tra le perforazioni predisposta nella maggioranza dei casi, ma talvolta e' rischiosa a causa di perforazioni troppo distanti tra loro (dentellatura inferiore a 11) oppure da caratteristiche insite nella fabbricazione della carta filatelica. In quest'ultimo caso, se la carta ha fibre di cellulosa lunghe e grossolane (non fini e corte) la possibilita' di danneggiare qualche esemplare e' elevata in quanto la resistenza delle fibre lunghe e spesse tende a "guidare" la linea di separazione anche sui ponti cartacei che uniscono i francobolli tra loro e quindi a uscire dalla linea teorica ideale predisposta dalla dentellatura. Il "tagliare" quindi fogli di francobolli a mano per ottenere esemplari sciolti o a piccoli gruppi non e' sempre facile e sicura : per fare cio' con maggiore sicurezza e' sempre bene piegare piu' volte gli esemplari da separare sulle linee di dentellatura per sfibrare e indebolire la carta dei ponti tra un dentello e l'altro prima di "tagliare" o "rompere". L'uso delle forbici o di lame per compiere la stessa operazione, seppur e’ teoricamente molto corretto, risulta comunque sconsigliabile per la fermezza e l'orientamento con cui è necessario usare uno strumento che non lascia scampo anche in caso di modestissimi errori. L'esempio della facilita' con cui si puo' tagliar male i francobolli con forbici e lame a mano e' fornito dalla grande quantita' di esemplari corti, lunghi, larghi ancora esistenti delle emissioni non dentellate del primo periodo filatelico degli antichi stati, oggi considerati di scarto o di scelta inferiore.

TAGLIO - Sostantivo o presente del verbo tagliare da cui deriva. E' l'effetto del tagliare, ossia e' la conseguenza di una sforbiciata o di una coltellata. In filatelia, ed in altre arti grafiche, puo' pero' avere significati particolari e specifici che stanno nel gergo e nel linguaggio filatelico. Ne citiamo due molto diversi fra loro ma di grande rilevanza filatelica. Il primo si riferisce al valore di facciale contenuto nelle vignette che in alternativa si dice infatti anche "taglio". Si usa specialmente quando ci si riferisce a francobolli di una stessa serie realizzata in molti esemplari con vignette simili per disegno ma diverse per colore o per altre caratteristiche (per es. Siracusana). E' frequente leggere in letteratura che una emissione si esprime in 3,15,25 "tagli": cio' vuol dire che quella emissione ha 3 o 15 o 25 valori di facciale diversi in genere su una sola vignetta, ma non significa nella maggioranza dei casi che l'emissione dispone di 3, 15 o 25 francobolli diversi. I due dati possono coincidere, ma il piu' delle volte i valori di facciale sono quantitativamente meno dei francobolli tipo dell' emissione perche' nel tempo possono nascere francobolli dallo stesso valore di facciale con caratteristiche diverse (ad es. il taglio da 100 L. della Siracusana o il 450 L. dei Castelli). La parola "Taglio" viene utilizzata anche per indicare una particolare varieta' filatelica pregiata : il "Taglio di rasoio" o "taglio chirurgico" filatelico e' una doppia traccia colorata (di uno dei colori utilizzati nella stampa) che si puo' vedere su qualche raro francobollo stampato in rotocalcografia. Si tratta di un modesto doppio spruzzo di inchiostro che e' trafilato da una fessura delle macchine da stampa, spinto dai meccanismi pneumatici che lo polverizzano in minute goccioline e che si esprime in due linee colorate e sfumate parallele, tra loro distanziate da una linea non colorata spessa qualche decimo di millimetro o poco piu', per una lunghezza di qualche centimetro (fino a 20). La colorazione e' in genere molto visibile e modifica sensibilmente l'aspetto del francobollo, rendendolo diverso, talvolta unico, ma sopratutto poco comune e quindi ricercato dai cultori delle varieta'. I tagli di rasoio si sviluppano in altezza o in larghezza del francobollo (raramente in leggera diagonale) in quanto vengono prodotti dalle macchine mentre i fogli corrono sull'impianto e quindi seguono la direzione dello scorrere della carta. Per quanto riguarda l'Italia e' trasversale o parallelo al dritto della vignetta, ma ne esistono alcuni lievemente inclinati rispetto ad uno due assi della vignetta, originati dagli stessi spruzzi di inchiostro ma verificati mentre la carta per qualche causa accidentale non era perfettamente allineata alla direzione di avanzamento.

TALCO - Sostantivo. Minerale tenero di colore bianco verdastro che si sfalda e si riduce in polvere finissima utile all'uomo in vari impieghi tra cui la cosmetica. Viene spesso combinato con l'acido borico per ottenere il Borotalco, una polvere finissima utilizzata come dopobagno profumato per ottenere un effetto igroscopico e la sensazione di pulito. Il Talco in polvere finissima ha la caratteristica di non graffiare e risulta pertanto molto utile per separare superfici lisce che a diretto contatto fra loro tenderebbero rigarsi e a saldarsi anche senza collanti per la sola forza di coesione fornita dall'umidita' atmosferica. In questo uso molti filatelisti hanno utilizzato il talco, piu' spesso il borotalco, pensando di conservare fogli di francobolli fra loro strettamente impilati senza temere di ritrovali incollati fra loro. I fogli di francobolli cosi' trattati scivolano tra le dita, spesso profumano e mostrano un aspetto cromatico attenuato a causa della polvere finissima che li ricopre. A parte azioni accurate di pulizia che devono esser compiute per eliminare la polvere, il rischio legato all'uso di polveri fini per creare una sottilissima intercapedine tra fogli di carta e' legato al fatto che l'umidita' atmosferica viene da queste attirata e concentrata e quindi l'impiego di talco o borotalco (ancora peggio) e' sconsigliato. Molti fogli si sono comunque salvati da danni rilevanti a causa di questo trattamento solo perche' l'ambiente di conservazione era secco, ma se fosse stato umido o molto umido il talco avrebbe attirato l'accqua ambientale e si sarebbe unito ed impastato alla colla, e avrebbe fatto aderire con maggiore facilita' i fogli contigui. In conclusione l'uso del talco e del borotalco, un tempo consigliato, e' da evitare e da sostituire con dei fogli di carta velina, di carta seta, di pergamino o similari da frapporre fra fogli di francobolli nuovi con gomma integra da conservare a lungo.

TALLONCINO - Sostantivo. Piccolo frammento di carta con diciture stampate o scritte, staccato da un foglio o da un blocchetto di cui faceva parte, in genere rilasciato come ricevuta o dimostrazione dell'esistenza del documento da cui deriva o ancora di un servizio acquistato. Ha significato simile a "Tagliando" (a cui rimandiamo il lettore) ma rispetto a questo e' termine piu' vicino alle cose filateliche e postali. Talloncino era ad esempio il nome del piccolo rettangolino di carta staccato da un bollettario, contenente un numero e una lettera (R - raccomandata, A - Assicurata, V - Valore ecc.) che veniva applicato agli invii pregiati fino al 1998 o poco dopo, prima dell'informatizzazione e della tracciatura delle corrispondenze accettate agli sportelli, oggi adottato per questi gli iinvii pregiati. Questi talloncini, di vario colore in relazione al servizio fornito (bianchi per raccomandate a pagamento, rosa per raccomandate in franchigia, verdi per assicurate, aracioni per assicurate per l'estero ecc.), avevano una corrispondenza alfanumerica sui bollettari degli uffici postali accettanti e sulla ricevuta rilasciata ai clienti. Ancora oggi il rettangolino di carta autoadesiva applicato alle corrispondenze pregiate accettate dagli uffici postali e' denominato talloncino, anche se le procedure e il materiale utilizzato allo stesso scopo oggi e' diverso dal passato.

TAMPONE - Sostantivo. Ha diversi significati ma in quello per noi piu' interessante, indica un oggetto da scrivania che contiene l'inchiostro utilizzato per la bollatura su cui appoggiare o battere i timbri per inchiostrarli. Possono esser di qualsiasi forma e sono costituiti in genere da una scatola impermeabile che,aprendosi,mostra un panno forte a trama molto fine che copre una imbottitura tessile compatta e robusta, su cui si versano i liquidi colorati adatti alla bollatura. L'inchiostro o il liquido da bollatura viene versato sulla tela esterna, e viene assorbito dall'imbottitura lentamente ma in grande quantita', distribuendosi negli interstizi delle fibre tessili che la compongono in cui rimane protetto per non macchiare e per evitare una evaporazione rapida. La tela esterna rimasta intrisa dall'inchiostro e continuamente rifornita dall’imbottitura sottostante, permette ai timbri battuti su di essa di ricoprirsi di un velo di inchiostro fresco che puo' essere ribattuto su francobolli e posta, asciugandosi poco dopo, riproducendo l'impronta del bollo stesso in modo indelebile. Questa tecnica di bollatura utilizzata in tutti gli uffici ma sopratutto dalle Poste e' rimasta praticamente immobile dal lontano passato ma da qualche anno (dal 1992) sono stati adottati anche dalle Poste italiane per le bollature di precisione, dei timbri autoinchiostranti con un meccanismo s molla, di nuova concezione, che contengono i tamponi nel loro interno e che permettono di bollare le corrispondenze con una semplice pressione, in una sola operazione, senza l'uso di un tampone tradizionale.

TAPPA - Sostantivo. Ha un doppio significato. In un caso indica un posto, un luogo assistito, in cui viaggiatori, sportivi, escursionisti fanno una sosta per riposare, nell'altro indica anche un percorso limitato tra una sosta e la successiva per interrompere un lungo viaggio. Viene qui ricordata perche' nel periodo prefilatelico, ma anche successivamente la posta si fermava ai posti di tappa, luoghi attrezzati in sequenza su un percorso stabilito, denominati piu' brevemente come "poste", dove si sostituivano i corrieri ed i cavalli e dove i passeggeri delle corriere si riposavano e trovavano ristoro. In gergo piu' strettamente postale e piu' vicino al nostro tempo erano luoghi di scambio postale, attrezzati con uffici e con personale.

TAPPETO - Sostantivo. Tessuto morbido e robusto, frutto di tessitura di fibre naturali (lana, canapa, ecc.) adatto ad essere calpestato o a ricoprire pareti e superfici, con disegni colorati, spesso geometrici, variabili in relazione alla provenienza. Il vocabolo,seguito da una specificazione, e' stato adottato anche dalla filatelia per indicare i diversi tipi di carta filigranata (ossia contenente nel suo spessore disegni paragonabili a quelli dei tappeti). La carta filatelica filigranata assume quindi denominazioni diverse in relazione al disegno contenuto. Per l'Italia esistono fondamentalmente 4 tipi di carte filigranate : a tappeto di corone, di esagoni, di ruote e di stelle (con alcune varianti) : ogni francobollo contiene in trasparenza uno o piu' disegni di uno dei tipi suddetti, regolarmente ripetuti e distribuiti nella sua superficie, in modo da garantire l'autenticita' della carta e quindi degli esemplari. In qualche raro caso esistono esemplari dallo stesso disegno, colore e valore di facciale stampati su carte dal diverso tappeto filigranato (p.es. Siracusana) : a causa di questa diversita' produttiva, questi francobolli sebbene di uguale aspetto assumono un proprio numero di catalogo e sono considerati, ciascuno, come francobolli tipo.

TARIFFA - Sostantivo. E' la definizione letterale piu' precisa del costo o del prezzo di una merce o di una prestazione. Normalmente, da quando non si usa piu' lo scambio delle merci e delle prestazioni e si e' adottato il denaro come valore di scambio, la tariffa e' una cifra, un ammontare in moneta corrente, che si deve pagare per ottenere una merce o un servizio. Nel mondo attuale le tariffe piu' importanti, quelle che condizionano la vita della popolazione, sono intese come cifre fisse, ossia la merce o il servizio possono esser ottenuti da chiunque, su un territorio vasto, nelle stesse quantita' e con lo stesso risultato,pagando la stessa cifra. Si preferisce usare il termine tariffa, e non costo o prezzo, proprio quando l'ammontare e' fisso ed e' stabilito dalle autorita' della nazione. I servizi strategici di ogni nazione moderna (energia, trasporti pubblici, poste ecc.) possono essere ottenuti contro il pagamento di tariffe stabili che restano in vigore a lungo e permettono a chiunque di calcolare i costi delle altre merci, dei servizi e del lavoro di tutti. La variazione delle tariffe che avviene ogni tanto, e' conseguenza di molti fattori il cui principale e' l'inflazione o la deflazione monetaria conseguente alla bilancia dei pagamenti con l'estero. A parte queste considerazioni che vanno oltre lo scopo di questo testo, le tariffe interessano la posta e quindi la filatelia, poiche' ad ogni tipo di spedizione postale corrisponde un costo diverso e ad ogni francobollo viene assegnato un valore per pagarlo. Le migliaia di francobolli che nel tempo sono nati, sono la conseguenza principale della variazione delle tariffe. Le tariffe postali sono contenute in genere in grandi tabulati detti "tariffari" i quali hanno un periodo di validita' piu' o meno lungo in relazione all'andamento dell'economia nazionale, e devono essere sostituiti da uno nuovo, nel momento in cui si verificano sostanziali variazioni dei costi delle materie prime e dell’energia. In Italia le variazioni tariffarie postali di una certa consistenza che si sono verificate dall'origine al 2002 sono circa 120 ed hanno interessato in qualche caso anche oltre 500 voci diverse. Tutte le variazioni tariffarie postali importanti (quelle cioe' che hanno interessato molte voci contemporaneamente), eccetto una nel periodo fascista, modificarono le tariffe in crescendo, ossia furono conseguenza di un periodo inflattivo monetario. Specialmente nel periodo repubblicano compreso fra gli anni 1970/90 le variazioni si intensificarono a causa di una lunga crisi economica e dell'aumentare del debito pubblico e le voci tariffarie si moltiplicarono per l'incremento del numero dei servizi offerti dalle Poste. Anche periodi difficili successivi a fatti straordinari (come le guerre 1914/25 e 1940/46) hanno portato a variazioni tariffarie piu' frequenti ed economicamente piuttosto consistenti. Se alle origini le tariffe postali italiane erano poche ed essenziali (meno di 30), col crescere delle pretese dell’utenza e del miglioramento delle tecnologie postali aumentarono quantitativamente sempre piu' fino a raggiungere negli anni ’80 quasi 500 voci diverse. Soltanto negli ultimi anni si e' avuta una contrazione del numero delle voci tariffarie in attuazione del passaggio della gestione da pubblico a privato e della costituzione dell'Unione Europea. La politica di riduzione, di assimilazione o di eliminazione di alcuni tipi di invio e' ancora in atto all'alba del 3° millennnio, ma ha stravolto il tariffario postale che tradizionalmente era in uso nei decenni precedenti. L'arrivo del sistema prioritario, l'eliminazione di infinite tariffe distinte per distanza, la riduzione del numero degli scaglioni di peso e l'assimilazione di molti invii postali tra loro (lettere, stampe, cartoline, fatture, cedole ecc.) in precedenza con tariffe proprie, ha oggi ridotto enormemente il numero complessivo delle tariffe e promette di ridurlo ancora in futuro.

TARIFFARIO - Sostantivo. Tabella stampata o tabulato di pubblica conoscenza, contenente, in un certo ordine e suddivisione, un elenco di tariffe, espresse in moneta corrente, ciascuna corrispondente ad un ammontare in denaro per ottenere una merce o un servizio. Il Tariffario postale e' uno dei tanti tariffari esistenti ; contiene soprattutto tariffe semplici, ossia direttamente corrispondenti all'ammontare da impiegare in francobolli o surrogati per la spedizione di corrispondenze semplici e pacchi ordinari divisi in scaglioni di peso e in alcuni casi in gruppi o per distanza, ma contiene anche i dati per conoscere tariffe complesse ottenute dalla somma dei porti semplici suddetti con i diritti postali ossia per pagare i servizi aggiuntivi eventualmente richiesti. Possono anche contenere tariffe o diritti relativi ad altri servizi postali che non postali effettuati dalle Poste. La lettura del tariffario non sempre e' facile perche' spesso deve essere interpretato, in quanto in molti casi e' necessario conoscere molte regole postali non riportate nei dati aggregati al tabulato stesso. Inoltre in esso molti termini sono abbreviati o legati ad un gergo postale particolare non conosciuto dalla maggioranza dei cittadini. Nel nostro paese i tariffari postali devono eser pubblicati dalla G.U., sono elaborati dalle Poste in particolari bollettini informativi in forma completa e contemporaneamente sono anche ridotti in forma di tabelle riassuntive essenziali per i clienti normalivengono anche prodotti da editori privati specializzati per la vendita al dettaglio. Forme piu' ridotte di tariffari sono anche riportate sui cataloghi filatelici, cronologicamente intercalate alle emissioni filateliche, o in tabelle compresse all'interno di altre pubblicazioni filateliche. Dal 1980 numerosi cultori di storia postale hanno pubblicato volumi e tavole contenenti la storia ed elenchi dettagliati delle variazioni tariffarie postali italiane di particolari periodi o di tutti i tempi e moltissime collezioni storico postali complesse, di rcente realizzazione contengono spesso parti piu' o meno grandi del tariffario generale italiano a chiarimento e giustificazione del materiale contenuto. I tariffari sono infine assolutamente necessarie per controllare e classificare il materiale postale in vendita o trovato.

TASSA/RE/TO/A - Sostantivo, verbo e aggettivi derivati. La tassa e' un ammontare di denaro che si paga per ottenere un servizio o per annullare una multa. Nel parlare comune non si differenzia molto da "Imposta", e per molti ha lo stesso significato perche’ comunemente indica un tributo dovuto allo Stato per contribuire, ciascuno con le proprie capacita', alla vita pubblica. La tassa, in gergo postale, puo' anche essere sinonimo di tariffa per pagare un servizio, ma indica per la maggioranza degli utenti postali il pagamento di una una multa dovuta alle poste per qualche infrazione. Nel linguaggio corrente si dice anche che per usufruire del servizio postale bisogna pagare le tasse postali e che per effettuare la regolare spedizione di un invio bisogna pagare un ammontare che corrisponde ad una tariffa ma si dice anche che se non si affranca o si affranca con meno del dovuto si rischia una punizione che nel passato corrispondeva ad una multa o meglio ad una tassa pari al doppio del mancante. La confusione non e' poca ed e' sostenuta anche da frequenti modi di dire imperfetti del linguaggio filatelico che non hanno ancora trovato una definizione chiara. Citiamo a sostegno di questa osservazione che per le lettere prefilateliche che mostrano sul fronte o sul retro grandi numeri manoscritti o alcune formule scambiate spesso per scarabocchi, si dice comunemente che contengono "segni di tassa" che in realta' rappresentavano l’ammontare delle tariffe nella moneta con cui il servizio postale era pagato inizialmente o doveva esser incassato a destino (bajocchi, soldi, quattrini, kreuzer ecc.). ll tassare e' invece una operazione finanziaria che indica l'applicazione di una tassa o di un tributo. Per quanto riguarda la Posta e la filatelia "Tassare" indica l'applicazione di punizione pecuniaria per una infrazione tariffaria o normativa scoperta dai funzionari postali sulle corrispondenze spedite. Anche se dall'agosto 1998 la tassazione della Posta non e' piu' possibile per il cambiamento delle norme postali, per circa 140 anni le corrispondenze non affrancate o sottoaffrancate venivano evidenziate con segnalazioni scritte (tra cui la "T" di Tassata) da un gruppo specializzato di impiegati postali,i verificatori, che lavoravano in qualsiasi punto della rete. Queste corrispondenze venivano "tassate" per un ammontare doppio del mancante con l'applicazione da parte degli uffici postali delle citta' di destino di speciali francobolli nati solo per questo uso, chiamati appunto segnatasse. Le corrispondenze tassate o piu' semplicemente "le Tassate" sono quelle che mostrano non solo segni di tassa (tassa o multa segnalata ma non ancora richiesta), ma sopratutto l'applicazione di segnatasse o di loro surrogati (tassazione meccanica) per poter chiedere al destinatario finale il denaro corrispondente ai segnatasse applicati. Dal punto di vista collezionistico le corrispondenze tassate sono sempre interessanti e sono spesso oggetto di particolare collezionismo storico postale in quanto non solo mostrano spesso francobolli insoliti come i segnatasse, ma perche' permettono di indagare sul motivo della tassazione e di risalire alle regole postali vigenti al momento della spedizione.

TASSATIVO - Aggettivo. Si aggrega in genere a sostantivi come "ordine", "disposizione", "norma" la cui esecuzione non consente deroghe o eccezioni e che quindi e' assoluta. Nel corso del periodo filatelico nel servizio postale e nel mondo filatelico italiano non si ricordano disposizioni realmente tassative, ma ne sono esistite alcune, definibili come obbligatorie, che in particolari periodi furono applicate con fermezza e decisione. L'affrancatura delle corrispondenze passo' ad esempio da facoltativa a obbligatoria (ma non tassativa) all'inizio del regno d'Italia e rimase tale fino al 1998 poiche' chi non affrancava o affrancava male non rischiava molto : al massimo il destinatario pagava una tassa (parola da cui origina quella che esaminiamo) consistente nel doppio del mancante ma la corrispondenza arrivava comunque. Dall'agosto 1998, con la nuova gestione delle Poste italiane, la norma che richiede l'affrancatura obbligatoria e' divenuta invece praticamente tassativa in quanto le corrispondenze non affrancate o sottoaffrancate se non hanno riferimenti del mittente, vanno al macero, ossia non consentono un perdono o un rimedio anche costoso. Da un lontano tempo in cui le Poste private o pubbliche avevano norme tassative e la mancata consegna delle missive era punita con pene gravi come la fustigazione e l'impiccagione dei corrieri inadempienti, dopo un rilassamento delle pene ammorbidite col correre dei secoli, consentendo sempre una giustificazione al ritaro o alla perdita delle corrispondenze o alla inesattezza delle tariffe sempre rimediabile con una tassa pecuniaria o con nulla, all'inizio del 3° millennio si sta tornando gradualmente alla tassativita' delle norme in quanto per ridurre i tempi di consegna ed accontentare clienti sempre piu' esigenti, bisogna affidarsi a norme non solo piu' restrittive ma anche assolute che non ammettono eccezioni, ossia tassative.

TASSELLO - Sostantivo. Piccolo pezzo di materiale solido, compatto e robusto spesso cubico o cuneiforme che si inserisce in una fenditura per bloccare, fermare, stabilizzare delle parti instabili. E' oggi anche il nome di una specie di chiodo o gancio a vite che serve per appendere in modo robusto e definitivo cose alle pareti. Per quanto riguarda la filatelia e' un piccolo oggetto utilizzato nella produzione dei francobolli, originato dall'esperienza delle antiche tipografie, che serve per bloccare e fissare stabilmente le matrici di stampa di tipo piano (in qualche caso anche cilindriche) alle rotative. Si tratta di blocchetti cubici o parallelepipedi di varie dimensioni che vengono fermati con viti o altri meccanismi alle matrici per fissarle alla struttura ma anche per centrare la matrice rispetto alla carta da stampa. In alcuni casi che interessano direttamente il disegno nei fogli di alcuni francobolli, esattamente i segni contenuti nei bordi di foglio. In questi casi si tratta di blocchetti spaziatori che contengono tratti, segni, numeri, disegni da stampare sulla carta contemporaneamente ai francobolli. Sono mobili e sostituibili in modo da consentire la stampa di segni e disegni diversi. Nella produzione dei francobolli italiani hanno avuto largo uso per stampare segni sui bordi di foglio al fine principale di impedire ai falsari di utilizzare la carta filigranata bianca che li contorna. I disegni a Guilloche, a Greche, a Onde e altri che contornano i gruppi di francobolli contenuti in un foglio, sono prodotti quindi da tasselli spaziatori contenenti motivi di stampa diversi in relazione alle dimensioni dei fogli, alle disponibilita' esistenti, alla macchina da stampa utilizzata e al formato dei francobolli. Questi tasselli hanno avuto particolare sviluppo con le emissioni repubblicane e tra queste ricordiamo l'emissione Alti Valori Cifre prodotta in foglietti di piccolo formato contenenti 20 esemplari con un margine inferiore piuttosto ampio. In questi francobolli, per ciascun taglio e senza una regola fissa, sono state utilizzate in tirature successive numerose serie di tasselli (una decina) con segni grafici diversi (greche) che caratterizzano appunto le tirature e che sono oggetto di studio filatelico e di collezionismo specializzato. Conclusivamente i segni ed i disegni di stampa presenti sui bordi di foglio di numerosi francobolli italiani sono prodotti a mezzo di serie di tasselli coerenti (con disegni continui su tasselli accostati) e mobili, applicati ai cilindri o alle tavole di stampa.

TAVOLA - Sostantivo. Vocabolo con molti significati nel linguaggio comune. In filatelia viene utilizzato per indicare la pietra, il cilindro metallico o plastico inciso (ossia la matrice) con le impronte dei francobolli contenute in un foglio intero o addirittura di piu' fogli (quando erano prodotti contemporaneamente piu' fogli insieme - sui cataloghi indicati con la sigla 50x4, 100x4, 100x3 ecc.).Fin dall'origine della produzione filatelica, qualsiasi fosse il metodo utilizzato per la stampa, per ogni francobollo nato ed anche per alcuni non emessi, fu realizzata almeno una tavola piana o cilindrica contenente tutte le impronte dei francobolli di un foglio (o di piu' fogli) che doveva servire per stamparli. In Italia per molti decenni a ciascuna tavola via via prodotta nel susseguirsi delle emissioni,fu assegnato un numero o una sigla marcata sul margine della tavola stessa che compare sul bordo di foglio finito stampato con uno dei colori utilizzato per la vignetta, che permette di stabilire la tiratura e in molti casi l'anno di produzione. Nel passato, quando la tecnologia produttiva era ancora primitiva, venivano assegnati anche piu' numeri di tavola allo stesso francobollo : cio' perche' l'usura o la rottura delle impronte richiedeva la realizzazione di altre matrici e quindi di altre pietre o cilindri che consentissero la produzione di francobolli perfetti nel tempo. Esistono pertanto francobolli particolari con bordo di foglio che mostrano (ovviamente se hanno ancora il bordo di foglio integro e leggibile) dei numeri (romani o arabi) che li rendono preziosi, supervalutati e particolarmente ricercati dal collezionismo filatelico avanzato. L'uso dell'applicazione del numero di tavola che era regolare sui francobolli italiani dalle origini fino a circa il 1930, divenne saltuario nel decennio successivo e fu abbandonato dopo il 1940 per la sostituzione delle macchine e dei sistemi produttivi superati dal tempo. Il numero di tavola veniva assegnato non solo per documentazione interna della stamperia di Stato, ma sopratutto per il magazzinaggio delle
tavole e dei cilindri, per ritovarli in caso di ripresa della produzione, cosa estremamente comune nel lontano passato quando le produzioni erano realizzate su richiesta e sui consumi, e quando i francobolli erano sopratutto di tipo ordinario definitivo, dalla tiratura non prestabilita. A partire dal secondo dopoguerra i fogli di francobolli italiani presentano un altro tipo marcatura : si tratta di una numerazione sul bordo di foglio non dipendente dalla tavola o dal cilindro, ma da un contatore che permette al Poligrafico dello Stato di controllare la quantita' di produzione giornaliera, mensile, o totale. Questo numero, talvolta combinato con lettere dell'alfabeto, anche se non e' piu' il numero di tavola, viene inesattamente ancora da molti definito come tale. I primi francobolli d'Italia hanno numeri di tavola molto bassi stampati sul bordo di foglio contenuti in piccoli cerchi o in piccole cartelle colorate, ma nel giro di pochi decenni i numeri applicati ai francobolli piu' comuni raggiunsero le 4 cifre. In qualche caso ad alcuni francobolli rimasti in validita' per decenni, come ad esempio i 3 esemplari dell'emissione Leoni e i francobolli derivati, furono assegnati alcune decine di numeri di tavola diversi la cui ricerca ed individuazione e' ancora in corso oggi.

TELAIO - Sostantivo. Oltre ad una macchina da tessitura indica uno strumento di lavoro di varie tecnologie produttive che in genere e’ realizzato in legno o metallo dalla diversa forma e dimensione (comunque sempre chiusa), il cui compito e’ tenere ferma e stabile una rete di fili,delimitando uno spazio o un volume. Nel caso che interessa la filatelia, e' uno strumento utilizzato nella fabbricazione della carta secondo il procedimento manuale, o comunque non troppo automatizzato, che serve per stendere su una reticella a maglia fine, sottesa appunto dal telaio, l'impasto semiliquido di fibre di cellulosa per trattenerle e impilarle in strato sottile ed essiccarle facendo trafilare l’acqua attraverso la reticella, al fine di creare un foglio di carta alla volta. La rete, in genere molto fine e ralizzata in filo di rame, permette lo sgocciolamento dell'acqua dell'impasto ed il telaio stabilisce la dimensione del foglio di carta. Nelle antiche cartiere ed in quelle che ancora oggi lavorano a mano, i telai sono numerosissimi e vengono adoperati da maestranze molto specializzate che riescono a produrre molti fogli della stessa dimensione e quasi dello stesso peso. Le reticelle sottese dai telai, possono esser realizzate secondo una trama regolare (come una stoffa o una tela) a cui possono esser aggiunti disegni, loghi, stemmi e scritte per poter ottenere, fogli di carta che presentano in trasparenza gli stessi disegni,loghi e scritte inserite nelle reticelle. Questi telai producono quindi carta a mano detta filigranata per usi personalizzati o piu’ spesso per usi di sicurezza come quella per la stampa di banconote o di valori bollati, compresi molti francobolli. I telai per la produzione di carta nobile filigranata vengono nella maggior parte dei casi conservati per essere riutilizzati in caso di produzioni ripetitive anche distanti nel tempo ed esistono quindi nelle cartiere specializzate nella produzione di carta a mano, degli archivi di telai tanto piu' importanti quanto piu' antica e' la cartiera.

TELECOMUNICAZIONE - Sostantivo. Definisce ogni procedimento adatto a trasmettere informazioni, dati, suoni, immagini ecc. a distanza superiore di quanto possa fare la voce e la vista umana. Le telecomunicazioni si dividono in gruppi quali quelle telefoniche, telegrafiche, televisive, radiofoniche, ogni altro tipo derivato adatto a trasmettere dati chiari o criptati (trasmissione dati, telecomandi a distanza ecc.) e postali. Le Telecomunicazioni sono per ogni nazione strategiche in quanto piu' e' attivo ed efficiente lo scambio di dati, notizie, informazioni ecc., tanto piu' la nazione e' avanzata nel contesto mondiale. Fin dalle origini i governi si sono occupati di regolare e migliorare le telecomunicani sopratutto per controllarle e per non consentire a gruppi privati di influire troppo pesantemente nelle sorti della nazione. In Italia intorno al 1860/70 quando stava iniziando la storia di telegrafo e telefono, il Ministero dei Lavori pubblici da cui dipendava il servizio postale fu suddiviso e nacque il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni che con varie denominazioni, aggiornamenti e funzioni e' giunto fino ai giorni nostri per governare e regolamentare l'intricata e non sempre chiara storia dei vari sistemi di trasmissione via via nati. Si puo' dire che il Ministero delle Telecomunicazioni e' stato o e' ancora in Italia il padrone dei sistemi di trasmissione e o li gestisce in proprio o attraverso concessionari controllati,ossia attraverso aziende private di interesse pubblico o a capitale misto pubblico/privato. Le Poste che ebbero perfino una parte nella definizione del Ministero (Min. delle Poste e delle Telec.) dal 1996 sono state concesse a privati, Le Poste italiane spa, che gestiscono e stanno trasformando il vecchio ed elefantino sistema statale economicamente passivo in una azienda piu' agile adatta a mantenere un livello di servizio elevato ottenendo anche degli utili. Questa trasformzione e' ancora in atto ed e' sorvegliata per il Governo nazionale dal Ministero delle Telecomunicazioni che pero' ha altre e piu' importanti precedenze ed urgenze quali ad esempio la telefonia e le emissioni televisive ed informatiche che avranno in tempi brevi la parte preponderante nella trasmissione dei dati, delle informazioni e anche delle corrispondenze e stanno quindi relegando gradualmente ma rapidamente in secondo piano il tradizionale e secolare scambio della posta. Il passaggio da Pubblico a Privato delle Poste italiane iniziato nel 1995,definito nel 1996, si sta completando col tempo : nel 2002 anche se la maggior parte delle questioni sono definite non è ancora concluso per il forte debito contratto nei decenni precedenti con la Banca d’Italia e quindi con la cosa pubblica.

TELEFONO/FONICO - Sostantivo e aggettivo derivato. E' uno strumento elettrico che permette di trasmettere suoni e voci a distanza mediante cavi sottili. E composto da un microfono da un altoparlante,da un circuito elettrico e da una tastiera alfanumerica, che, riunite in una scatola, sono collegate attraverso un cavo ad un altro strumento identico distante. I due strumenti possono quindi ricevere e trasmettere voci e suoni permettendo una conversazione tra persone lontane. In versioni piu' recenti di grande successo puo' trasmettere e ricevere nello stesso modo ma senza collegamenti diretti (senza fili) ossia si comporta come una radio ricetrasmittente ed e' quindi portatile ed autonomo. E' uno strumento che ormai ha raggiunto praticamente ogni luogo ed abitante del mondo ed e' prodotto in infiniti esemplari che per essere distinti uno dall'altro hanno necessita' di numeri di identificazione assegnati a ciascun possessore dello strumento. I telefoni sono collegati con una rete incredibilmente fitta di cavi e di collegamenti che avvolgono oggi tutto il mondo abitato che spesso si congiungono in punti strategici (le centrali telefoniche) necessari per dividere le linee, per moltiplicarle e per ripararle in caso di guasti. La rete telefonica fissa (quella con cavi) e' di proprieta' suddivisa in tante parti (gestori), sopratutto nazionali, che, ai confini, si collegano tra loro permettendo di connettere popoli distanti di lingua diversa che cosi' si possono parlare annullando le distanze. L'invenzione del telefono che insieme al telegrafo ha iniziato la globalizzazione delle attivita' umane si deve all'italiano Antonio Meucci e risale al 1871, ma le prime applicazioni su scala industriale si devono allo statunitense A.G. Bell. Le industrie nate dalle applicazioni telefoniche sono oggi tra le più potenti e ricche del mondo e sono considerate strategiche dai governi nazionali dove prevalentemente operano e sono quindi controllate da specifici Ministeri (Min. delle Telecomunicazioni). L’ evoluzione dell'industria telefonica e’ oggi di grande importanza in quanto la rete telefonica fissa si sta lentamente ma sicuramente trasformando in "mobile" permettendo a qualsiasi cittadino del mondo di possedere uno strumento svincolato dalla rete di cavi originariamente necessaria. Oggi i telefoni portatili sono comunissimi e di relativamente basso costo per i vantaggi nelle cumunicazioni che portano sopratutto in aree sguarnite di cavi telefonici, rendendo possibili conversazioni e comunicazioni tra persone che si spostano sulla superficie del globo. Questa trasformazione e' stata resa possibile a mezzo della miscelazione delle comunicazioni radio con quelle telefoniche e attraverso la tecnologia spaziale che a mezzo dei satelliti fissi in orbita terrestre rimbalzano le comunicazioni telefoniche in qualsiasi punto della terra praticamente in tempo reale. Il telefono lentamente ma certamente sta rosicchiando una parte consistente delle comunicazioni scritte, un tempo le uniche possibili. L'immediatezza ed il rapporto diretto tra le persone, nonche' la velocita' di comunicazione stanno sostituendo buona parte dei messaggi brevi che non richiedono la trasmissione di documenti e materiali ; in conseguenza la massa del corriere postale a causa del telefono si sta gradualmente riducendo ponendo in crisi i sistemi postali in tutto il mondo e minando l'esistenza del francobollo cosi' caro alla filatelia. Con alta probabilita' nel giro di qualche anno (siamo nel 2002) pur continuando ad esistere le comunicazioni scritte, il francobollo sara' eliminato imputando al telefono ed ai suoi derivati la causa principale della sua morte.
Dal punto di vista strettamente filatelico e storico postale il telefono ha avuto una parte rimarchevole in almeno un paio di settori : ricordiamo ad esempio che intorno agli anni 1950/60 il telefono in Italia fu utilizzato per trasmettere i telegrammi sia nel senso della spedizione che del ricevimento (trasmissione da centri senza uffici postali- ricevimento per via telefonica dei testi prima di ricevere a domicilio i moduli scritti a mezzo dei postini). Una scelta simile fu anche effettuata in Francia che ammise e tariffo' un servizio di lettura urgente delle lettere ordinarie per via telefonica prima della reale consegna delle missive a casa dei destinatari. In questo caso, piuttosto costoso, le lettere dovevano essere consegnate agli sportelli postali e dovevano esser corredate di una speciale etichetta contenente il numero telefonico del destinatario in modo che giunta nella citta' di destinazione, l'ultimo ufficio postale ricevente potesse leggere (essendo autorizzato ad aprirla) per via telefonica il contenuto al destinatario finale prima di consegnare la lettera al suo domicilio. Il sistema non ebbe successo sia per questioni di privacy che per la modesta riduzione dei tempi che consentiva e dopo breve tempo fu abbandonato.

TELEGRAFO/GRAFICO - Sostantivo e aggettivo derivato. Come sostantivo e' un dispositivo ottico,meccanico o elettromeccanico per lo scambio di messaggi mediante la trasmissione di segnali in codice che scorrono visivamente o all'interno di fili. In piu' recenti versioni il telegrafo senza fili e' una combinazione del telegrafo tradizionale con le trasmissioni radio che possono fare a meno dei fili. Il telegrafo a filo e' costituito essenzialmente da un interruttore, da un tasto telegrafico,che permette o interrompe il passaggio della corrente elettrica per periodi brevissimi o piu' lunghi attraverso il filo che collega la stazione trasmittente a quella ricevente. Un sistema scrivente ad elettrocalamita permette di tracciare su carta una serie di punti e linee che in varia combinazione e sequenze e secondo pause prestabilite trascrivono le lettere dell'alfabeto, i numeri e la punteggiatura oggetto della comunicazione. Il codice che permette di trasformare lettere e numeri in punti e lineette e' il codice Morse (dal nome del suo inventore). I telegrafo ottico, utilizzando impulsi luminosi visibili simili a quelli Morse, permette a persone e a veicoli di comunicare a vista (fu ed e' ancora utilizzato in Marina per le comunicazioni tra navi in navigazione vicina). Il telgrafo fu una delle prime dotazioni importanti delle Poste che effettuarono un servizio telegrafico tra uffici collegati da fili (p. es. terraferma/isole) e successivamente un servizio radiotelegrafico tra mezzi in movimento ed alcuni uffici attrezzati di radio ricetrasmittenti (p.es. navi/terraferma e viceversa). In quest'ultimo caso fu di grande importanza l'ufficio radiotelegrafico di Genova che permise la trasmissione di lettere tra i piroscafi intercontinentali e l'Italia nel periodo 1920/30 e la trasmissione delle lettere oceaniche (fino al 1960 circa). Il telegrafo che nella sua versione in codice ha avuto utilizzo fino a circa il 2000 e' ora stato completamente sostituito per le poste dal servizio telex e fax (vedi voce "telescrivente"). Le lettere oceaniche italiane dispongono di una soprascritta dedicata, hanno affrancatura interna perche' partivano da Genova, potevano esser richieste a bordo delle navi presso l'ufficio radiotelegrafico di bordo, pagando una tariffa particolare legata al numero delle parole contenute. Sono rare ed in genere ormai reperibili solo nelle aste. Il telegrafo fu inventato dal francese C.Chappe intorno alla fine del 18° secolo mentre il telegrafo elettrico fu sviluppato da Morse intorno al 1850 e perfezionato da E. Baudot. Intorno al 1930 il telegrafo pur mantenedo i principi originali si e' trasformato in telescrivente applicando in cascata macchine che possono trasmettere e ricevere messaggi e testi in chiaro piuttosto che in codice Morse e da quel momento fini' l'epoca dei telegrafisti e dei radiotelegrafisti che avevano una grande abilita' manuale nel comporre i messaggi con punti e linee.

TELEGRAMMA - Sostantivo. Modulo postale apposito, adatto a contenere un messaggio in genere breve ed in forma letteraria ridotta, trasmesso per via telegrafica elettrica tra quasi tutti gli uffici postali italiani e del mondo. E' in realta' l'espressione in chiaro di un messaggio scritto da un mittente,trasmesso dall'ufficio postale accettante all'ufficio postale piu' vicino al destinatario per via telegrafica, riscritto dall'ufficio ricevente su un modulo particolare e consegnato al destinatario nel piu' breve tempo possibile a mezzo di postini appositi o a mezzo del telefono e poi consegnato con la posta ordinaria quotidiana. I telegrammi sono contenuti in un settore particolare della storia postale in quanto in genere non sono affrancati e quindi sfuggono in qualche modo alla classificazione postale abituale, ma ne fanno parte a pieno titolo, anzi permettono la costruzione di collezioni specializzate di gran pregio che attraversano anche il periodo prefilatelico e giungono ai nostri giorni. Alcuni moduli postali italiani ed esteri del passato predisposti per la trascrizine dei telegrammi hanno un aspetto molto grazioso, hanno piacevoli e complesse decorazioni variabili in relazione all'occasione dell'invio (auguri, nascite, matrimoni ecc.), altri hanno inserti pubblicitari a pagamento che consentono loro di rientrare anche in altre collezioni storico postali e tematiche. I telegrammi si effettuano negli uffici postali e in Italia si pagano in relazione alla lunghezza del testo con denaro contro ricevuta ma sono esistiti anche i telegrammi pagati in francobolli da applicare sui moduli : risalgono agli anni 1958/65 e sono stati realizzati in un'area del centro Italia (Macerata e dintorni) in cui gli uffici postali erano molto distanti fra loro. In questa area alcuni recapiti pubblici come bar/tabaccherie e posti telefonici pubblici furono autorizzati dalle Poste all'invio di telegrammi al posto degli uffici postali. In questi luoghi attrezzati di moduli,di francobolli e di telefono,i titolari dei locali accettavano i telegrammi facendo pagare in francobolli l'ammontare delle tariffe postali (un tanto a parola) che applicavano sul modulo stesso e trasmettevano per via telefonica il testo all'ufficio postale attrezzato di telegrafo piu' vicino il quale poi inoltrava il messaggio a destino. L'affrancatura era annullata dai gestori con bolli simili a quelli postali autorizzati dalle Poste Italiane. Non sono comuni e sono ricercati per le collezioni di storia postale del periodo Siracusana/Michelangiolesca.

TELESCRIVENTE - Sostantivo. Macchina scrivente a distanza. Per molto tempo, a partire dagli anni '50, ed ancora oggi all'inizio del III millennio, serve a scrivere messaggi e sopratutto notizie urgenti da trasmettere immediatamente in altri luoghi o uffici, dove e' richiesta una copia in chiaro dattiloscritta. Utilizza una evoluzione dei sistemi telegrafici, trasformando automaticamente impulsi elettrici (oggi anche elettronici) in caratteri alfanumerici in chiaro quindi immediatamente leggibili. Ha funzione bidirezionale, ossia la macchina che riceve puo' anche trasmettere e si utilizza come una semplice macchina da scrivere, disponendo di una tastiera praticamente identica. Ad ogni battuta sulla tastiera si innesca una combinazione di 5 impulsi che via cavo telegrafico viene trasmessa a distanza ad una macchina corrispondente che, a sua volta trasforma gli impulsi ricevuti in caratteri, stampando il messaggio su carta. Puo' in funzioni automatiche avanzate trasmettere oltre 400 caratteri al minuto ma ha bisogno di una serie di impulsi particolari per riconoscere esattamente il destinatario e per avviarsi e stopparsi. E'utilizzata sopratutto dal giornalismo, da grandi aziende che hanno molte sedi da informare identicamente e contemporaneamente, dalle Poste e da numerosi altri grandi comunicatori per trasmettere informazioni e testi
urgenti. Il sistema, come quello telegrafico, telefonico e televisivo e' controllato in Italia dal sistema pubblico essendo una delle forme di comunicazione ancora molto utilizzate. I testi prodotti dalle telescriventi non sono oggetto di collezionismo filatelico, ma stanno nella storia delle comunicazioni.

TELEX - Sostantivo. Nome con cui si definisce la rete telegrafica che consente di stabilire collegamenti automatici fra telescriventi nazionali ed internazionali. La rete italiana e' pubblica ed e' la stessa rete che consente di trasmettere le corrispondenze telegrafiche e quindi anche i telegrammi, ma viene divisa in "telex"(quella pubblica - funzionante anche tra pubblico e privato), "publitelex" (quella postale) e "telestato"(quella per comunicazioni tra enti di stato). Il traffico internazionale e' infine convogliato sulla rete denominata "gentex". Le reti publitex e telestato non sono raggiungibili dalla rete telex anche se tutte sono connesse tra loro e utilizzino le stesse centrali operative. Se non in casi estremamente ridotti i messaggi telex non hanno ancora avuto grande attenzione da parte dei filatelisti e degli studiosi di storia postale, anche se l'affinità e' molta.

TEMA - Sostantivo. Sinonimo accettato dai filatelisti per definire un "argomento" o un "soggetto" per realizzare una trattazione filatelica o una collezione. Da questo termine nasce la "classe tematica" che contiene tutte le collezioni filateliche a tema o a soggetto, anche se quest'ultima definizione e' stata abbandonata da tempo essendo troppo limitativa. Molti temi o argomenti possono permettere la costruzione di collezioni filateliche in quanto molti francobolli, bolli e altri oggetti postali nascono per commemorare, festeggiare, ricordare, persone e fatti o per illustrare argomenti di interesse generale. In conseguenza puo’ esser considerato abbastanza facile affrontare un tema con fantasia e cultura,miscelando parole a francobolli, bolli e posta, raccontando una storia ; in questa ottica il collezionismo tematico, che appare piu’ descrittivo che tecnico, sembra essere il metodo collezionistico preferito dalla maggior parte dei filatelisti nel mondo. Per molti infatti aggiungere al francobollo,al bollo,alla posta una grande quantita' di dati culturali connessi, con una buona dose di fantasia e di originalita' e' il massimo del soddisfacimento filatelico possibile e li induce a costruire collezioni piu' personali,meno fredde, meno tecniche e scontate di quelle dei filatelisti tradizionali o storico postali o anche delle altre classi in cui la filatelia e' suddivisa. Inoltre i temi sono infiniti e consentono di spaziare con francobolli e posta di tutto il mondo e di tutti i tempi, ed anche se piu' collezionisti affrontassero lo stesso tema, gli elaborati che potrebbero nascere sarebbero tutti diversi in quanto ciascuno inserirebbe testi, sequenze, interpretazioni del materiale scelto diversi, seguendo la propria cultura e personalita', facendo delle loro collezioni degli unicum. Le collezioni a "soggetto" sono oggi aggregate a quelle tematiche ma sono ormai superate in quanto si e' compreso che il francobollo non vale solo per cio' che raffigura e che puo' essere interpretarlo ed inserito in un contesto culturale, storico, tecnico scientifico e artistico molto piu' ampio del solo aspetto estetico della sua vignetta.

TEMATICA - Sostantivo. In senso generale indica un complesso di concetti tra loro connessi, o motivi artistici o ideologici di un autore, di uno studioso o di un'epoca o di un testo, ma in linguaggio filatelico indica una Classe filatelica in cui inserire un genere collezionistico particolare, precisamente quello che fa riferimento ad un "tema" per costruire una collezione, concatenando una sequenza logica francobolli, bolli, posta e quant'altro concerne il mondo postale. (vedi "Tema"). La Tematica e' una delle classi piu' frequentate dalla filatelia perché offre ai collezionisti di unire francobolli all’intelligenza e alla cultura con molta fantasia e grandi capacita' narrative, piuttosto che dati strettamente tecnici o storici, prevalentemente richiesti dalle altre classi filateliche. Nella tematica si riconoscono moltissimi filatelisti anche se molti non si rendono conto che e' il sistema piu' complesso, difficile e meno guidabile per collezionare bene francobolli e posta. Per i buoni conoscitori di filatelia la tematica e' dunque la specialita' filatelica meno favorevole per realizzare una buona collezione filatelica.

TEMPERATURA - Sostantivo. Caratteristica fisica dei corpi solidi,liqui e gasosi che esprime lo stato termico in cui si trovano e che dipende dalla quantita' di calore in essi contenuta. La temperatura condiziona lo stato dei corpi, tanto da modificarlo in presenza di grande caldo o grande freddo (vedi acqua che da liquida diventa solida ecc.). La temperatura ha proprie unita' di misura : si misura in gradi Celsius (C°) o Farenheit (F) in relazione all'area culturale in cui si misura. In qualsiasi caso lo "zero assoluto" (la temperatura minima possibile) e' comune ad ambedue le scale e corrisponde a -273 C° circa, sotto la quale non si puo' scendere e che e' la temperatura dei corpi che si trovano nel vuoto cosmico. La temperatura si trasferisce da un corpo all'altro in relazione alla loro vicinanza e quindi influenza moltissimo lo stato dei corpi non soltanto in senso cosmico, ma anche in senso pratico. La vita umana e' possibile e ragionevole solo se la temperatura ambientale e' compresa entro certi limiti (compresi mediamente tra 0 e +40 C°) ma l'uomo ha reso possibile la sopravvivenza anche a temperature inferiori o maggiori per tempi tanto piu' brevi quanto maggiori sono i limiti raggiunti. Il sole e' il grande motore della vita sul nostro mondo : la temperatura della terra dipende dai raggi solari che la scaldano e dal calore assorbito dagli oggetti colpiti dai raggi stessi che trasmettono il calore per irraggiamento intorno a loro grazie alla loro inerzia termica (caratteristica propria di ogni materiale). Se i raggi del sole non raggiungessero la terra quotidianamente, in meno di 48/60 ore la temperatura terrestre raggiungerebbe valori cosi' bassi da distruggere la vita. In conseguenza all’importanza della temperatura nelle cose umane, anche francobolli e posta dipendono dal caldo e dal freddo presente negli ambienti di lavorazione e conservazione. Temperature troppo alte (superiori a 40 C°) o troppo basse (inferiori a 0 C°) rendono i francobolli e la carta fragile o attaccabile da agenti esterni che normalmente non sono dannosi. La temperatura ideale per la conservazione e la manipolazione e' compresa fra +15 e +25 C°. Il grande freddo indurisce la gomma e la carta che si frammentano e si rompono, mentre il grande caldo tende a rammollire, a imbrunire e a cuocere e quindi a distruggere ogni cosa. Inoltre la temperatura ambientale e' contemporaneamente influenzata dalla quantita' d'acqua presente nell' ambiente : se il caldo e' molto secco (poca umidita')la fragilita' e l'imbrunimento si accelerano e se il freddo e' altrettanto secco la possibilita' che carta e gomma si frantumino piu' rapidamente si accentua. Al contrario se caldo o freddo si trovano in presenza di forte umidita' ambientale inosorgono danni di natura diversa. Il calore umido provoca l'insorgenza di muffe e ruggine mentre il freddo umido provoca condensa e quindi penetrazione d'acqua nella carta e lo scioglimento o il rammollimento della gomma con danni irreversibili a francobolli, buste e collezioni. In conseguenza allo stretto rapporto che lega temperatura e umidita' si consiglia quindi di conservare e manipolare francobolli e posta in condizioni di temperatura compresi tra 15 e 28 C° e di umidita' relativa compresa fra il 40 e 70 %. Altre situazioni termoigrometriche non esasperate e mantenute a lungo, comunque al di fuori dei limiti citati, possono facilmente provocare danni che si sviluppano lentamente in tempi mediamente lunghi (qualche anno).

TEMPO - Sostantivo. Nozione astratta a cui si riferiscono gli avvenimenti secondo una sequenza riferibile al passato, al presente e al futuro. Come tutti sanno e' misurabile secondo delle formule matematiche che legano il sorgere ed il calar del sole, le leggi del pendolo e la rotazione della terra intorno al sole. Anche se esiste il concetto di tempo assoluto,il tempo che conta per l'uomo e' quello "relativo" che scorre in una sequenza di avvenimenti e che e' strettamente connesso al luogo in cui gli avvenimenti si verificano. Nel mondo moderno il luogo non e' solo il posto ove si verificano i fatti, ma una serie di luoghi vicini e coerenti tra loro in cui il fatto ha le ricadute piu' immediate : sono quindi state create aree del mondo in cui, per convenzione, il tempo scorre identicamente, indipendentemente dal tempo astronomico. Per questo motivo localita' distanti tra loro disposte sui paralleli hanno la stessa ora e lo stesso giorno anche se il sole sorge e tramonta in momenti diversi. La suddivisione del globo terraqueo in spicchi con il cambio orario secondo delle linee che vanno da un polo all'altro (meridiani) e' frutto della convenzione mondiale sullo scorrere del tempo.
L'unita' di misura e' il minuto secondo (1") che ha sottomultipli e multipli. Nelle questioni postali e filateliche i sottomultipli non hanno senso mentre assumono molta importanza le ore ed i giorni, anzi le piu' recenti leggi sull' affidamento dei servizi postali ad aziende capaci di effettuarli sono vincolate al tempo di trasmissione che, in relazione alle distanze e agli oggetti, varia e permette perfino una differenziazione tariffaria. Il tempo e' importante perche' non torna mai indietro, non si puo' recuperare e condiziona ogni storia ed avvenimento che si verifica successivamente condizionando le notizie ed i fatti che invecchiano rapidamente. La sequenza degli avvenimenti piccoli e grandi e la velocita' dello scambio delle comunicazioni condizionano cio' che sta per avvenire ed e' il motivo principale per cui la posta deve passare attraverso leggi temporali precise. I bolli postali a datario mobile registrano il tempo di passaggio e di trasmissione della posta (nel passato anche le ore avevano importanza) ed hanno valore assoluto e garantito perfino nelle controversie legali in quanto i bolli non possono essere anticipati o posticipati per inderogabile norma postale universale.

TEMPORANEO - Aggettivo. In genere si riferisce a soggetti non definitivi, che hanno una limitata, provvisoria e transitoria durata temporale. Il caso postale e filatelico piu' comune si riferisce ad uffici o a trasporti postali istituiti provvisoriamente, in attesa di una stabilizzazione delle situazioni contingenti o per una nuova sperimentazione. In rari casi italiani sono stati anche prodotti bolli speciali nelle cui diciture compare anche la parola "temporaneo", ma i casi piu' famosi si riferiscono agli "sportelli avanzati" ossia ad uffici postali temporanei istituiti o per questioni eccezionali o per stagionalita'. A questo termine si puo' assimilare anche un gruppo di emissioni Vaticane prodotte per affrancare la posta partita dagli uffici postali della Citta' del Vaticano nei periodi di mancanza di un Pontefice, ossia tra la morte del precedente e la nomina del successivo Papa. In questi casi le serie di francobolli vengono denominate "provvisorie" perche' hanno validita' ed uso temporaneo negli interregni tra due pontefici. Anche tutte le emissioni sovrastampate, in questa ottica, sono da considerare temporanee in quanto sono state realizzate per superare un breve periodo, in attesa di un mutamento della situazione per cui sono nate e quindi di una loro sostituzione definitiva.

TENACE - Aggettivo. Caratteristica fisica di sostanze liquide, fluide o plasmabili a seccare (oppure se gia' divenute secche a rinvenire a mezzo di un solvente) adatte a consentire un rapido e robusto incollaggio tra due superfici solide su almeno una delle quali furono spalmate. Aggettivo che quindi in filatelia si riferisce specialmente alle colle o alle gomme solubili, spalmate ed essiccate al verso di francobolli per consentir loro di divenire tenacemente adesivi ai supporti cartacei su cui devono esser applicati. Per motivi pratici, incollaggi tenaci si possono ottenere tra francobolli e carta con collanti a solvente acquoso che rinvengono facilmente con l'umidificazione senza nascondere insidie per la salute umana. In periodo recente per evitare l'umettazione delle gomme filateliche spesso effettuato con la saliva secondo una prassi comune ma considerata antigienica, sono state poste in uso da parte di molte amministrazioni postali, compresa quella italiana, colle sintetiche autoadesive (con solventi non acquosi) che permettono incollaggi tenaci e robusti senza o con scarsa possibilita' di recupero degli esemplari passati per posta ma non bollati, La colla di questi francobolli pero’ tende ad essiccare col tempo, senza una possibilita’ di rinvenimento alla portata di tutti, imponendo un uso non troppo tardivo di questi francobolli rispetto al momento di produzione e creando non pochi problemi di magazzinaggio e di scorte.

TENERO - Aggettivo. Caratteristica fisica di sostanze solide che al contrario di quelle dure, si lasciano piegare o rompere facilmente e perfino plasmare modificando la loro forma. In filatelia e' parola poco usata ; si adatta talvolta ad indicare una caratteristica della carta di francobolli e posta, che tende a rompersi o a strapparsi con l'applicazione di forze anche molto modeste. Accade spesso in francobolli realizzati in carta poco robusta e spessa con dentellatura inadatta (minore di 11) quando anche la minima forza applicata per la loro separazione provoca la perdita di parte dei denti o strappi indesiderati della carta stessa. I tali casi la carta piu' che tenera si definisce sottile e fragile in rapporto alla dentellatura applicata.

TERMITE - Sostantivo. Piccolo animale dell'ordine degli Isotteri. Assomiglia alle formiche ma in genere e' leggermente piu' grande. Vive in colonie sociali come parassita del legno in cui scava lunghe e complesse gallerie. Nutrendosi di cellulosa e' un grave pericolo per le biblioteche e la carta. Infestazioni di termiti sono possibili nel
sud dell'Italia e si conoscono casi in cui anche francobolli e posta a lungo dimenticati siano stati/a distrutti/a dalle termiti. Possono esser effettuati trattamenti antitermite preventivi, ma quando il danno e' gia' stato effettuato non c'e' piu' molto da fare. Libri, albums e carte impilate vengono traforati/e da gallerie di ampie dimensioni e quindi pagine o fogli presentano fori irregolari difficilmente ricostruibili. Per evitare questo raro flagello, in Italia e' sufficiente areare le biblioteche, sfogliare qualche volta libri e albums e lasciare qualche granello di timolo o di equivalente sostanza tra i piani degli armadi (come per i Pesciolini d'argento o altri insetti infestanti parassiti della cellulosa).

TERREMOTO - Sostantivo. Fenomeno terrestre e marino (in tal caso si dice maremoto) per il quale il terreno si scuote anche molto violentemente, provocando modificazioni geofisiche e danni alle strutture costruite dall'uomo. Allo stato attuale e' largamente imprevedibile e quindi oltre alla paura provocata dall'improvvisa instabilita' del terreno puo' provocare morti e feriti per il crollo improvviso dei manufatti umani. Il movimento tellurico provocato dalla forza geotermica della terra, spesso in aree particolarmente dense di vulcani, parte da un centro, detto epicentro, e si propaga negli strati superficiali del terreno di una vasta area secondo onde di carattere ondulatorio o sussultorio di varia ampiezza spesso tali da far sobbalzare e ondulare montagne, città ed edifici, fessurando la terra e creando nelle popolazioni appunto panico, distruzione e morte. I terremoti sono frequentissimi ma spesso non sono avvertiti dall'uomo ; quando i movimenti tellurici sono avvertiti dalla popolazione entrano in una scala di pericolosità crescente (Scala Mercalli e/o Richter) che indica il rischio e i danni che possono provocare o che hanno provocato. L'Italia ha una parte del suo territorio a rischio sismico ed ha subito nel corso dei secoli terremoti devastanti che hanno provocato migliaia di morti e enormi rovine. In epoca filatelica si ricorda il terremoto di Messina del 1908 e altri terremoti di minore entità nella seconda meta' del XX secolo ma comunque molto distruttivi in Campania, Sicilia e nel Veneto. Immediatamente dopo i terremoti piu' gravi degli ultimi 20 anni, le Poste hanno, nelle aree colpite, reso franche le corrispondenze dei mittenti per un breve periodo (qualche mese) con la semplice applicazione di scritte come "zona terremotata" o simili sugli involucri ed ha raccolto e distribuito la Posta a mezzo di veicoli mobili sul territorio. L'esenzione tariffaria e' stata anche concessa agli sfollati nei campi di assistenza realizzati dallo Stato in aree distanti da quella terremotata (Vedi terremoto della Campania e dell'Irpinia - 1980). In alcuni casi sono stati anche applicati dei bolli amministrativi che spiegavano i motivi per cui la posta dei terremotati poteva esser inviata senza il pagamento delle tariffe postali. Corrispondenze con diciture, bolli o altre annotazioni, senza affrancatura, partite da aree terremotate per qualche mese dopo il fenomeno tellurico, non sono comuni e vengono ricercate dai collezionisti per documentare le esenzioni tariffarie postali autorizzate.

TERRITORIO - Sostantivo. Regione geografica in genere di grande estensione con aree dalle caratteristiche simili (t. montagnoso, pianeggante ecc.) o simili per motivi sociali (t.francese, italiano ecc.). Anche le poste hanno diviso le aree di competenza in territori che spesso non coincidono con le divisioni geografiche o geopolitiche in quanto seguono criteri di economicita' e di praticita' nel lavoro di scambio postale quotidiano a cui sono predisposte. Tale criterio fu anche adottato ai primordi dei servizi postali ed e' ancora attivo negli scambi internazionali nelle aree di confine ma e' particolarmente presente negli scambi postali interni facilitati o al contrario resi difficili da strade, passi montagnosi o dalla vicinanza o lontananza dalle grandi strutture postali direzionali e di lavorazione. Ad esempio la città di Novara ed il suo circondario, seppur si trovano nella Regione Piemonte, dipendono postalmente da Milano, citta' lombarda, piuttosto che da Torino in quanto la distanza e' molto minore e le strade sono molto veloci. Suddivisioni geografiche postali di questo tipo sono storicamente state create anche nel lontano passato (1840/60), quando lo scambio postale tra aree confinanti di alcune nazioni potevano usufruire di scambi e di tariffe postali ridotte (raggio limitrofo - eccezione alle Convenzioni internazionali) in conseguenza delle brevi distanze che le lettere dovevano compiere anche se erano dirette all’estero.

TESSERA - Sostantivo. Piccolo frammento regolare e sottile di un mosaico, ma anche piccolo cartoncino (o anche un libretto) stampato,spesso completato a mano, contenete le generalita' di una persona e la sua fotografia (non sempre) che serve come documento di riconoscimento o come attestato per fruire di servizi particolari. In genere e' un documento che documenta l'iscrizione di una persona ad un gruppo o ad una associazione. Nel caso filatelico piu' rilevante, oltre a dimostrare l'appartenenza di una persona ad un club o a un circolo filatelico, si riferisce alla Tessera di riconoscimento Postale ossia ad un documento rilasciato dalle Poste del nostro paese per facilitare ai possessori il ritiro di posta pregiata o lo scambio di denaro attraverso tutti gli sportelli postali sul territorio nazionale. Questo documento e' un oggetto postale con tariffa propria, pagata in francobolli e quindi contiene francobolli in quantita' e valore variabile in relazione al momento del suo rilascio. Le tessere di riconoscimento postale sono pezzi importanti, necessari in tutte le buone collezioni storico postali, non rari, ma spesso dimenticati.

TESTO - Sostantivo. Oltre ad altri significati che non interessano questa trattazione, e' l'insieme delle parole che costituiscono uno scritto completo o uno stampato unitario ed e' il nome specifico di alcuni scritti importanti come alcune leggi complesse dello Stato o di alcuni documenti ufficiali ossia quelli che fanno "Testo" e sono il vangelo in una specifica materia. Per i Francobolli e per le regole postali sono i Testi Unici, i decreti legge, le leggi in genere che sono stati scritti per imporre norme certe e valide per chiunque sul territorio di una nazione. In un significato piu' ampio indica anche il nome di un libro che contiene tutto o la maggior parte dello scibile su una materia.

TESTONE/I - Sostantivo. Indica genericamente una testa grossa ma in filatelia e' il nome di due francobolli italiani repubblicani che presentano appunto il disegno della testa dell'Italia turrita di dimensioni maggiori rispetto a quelle della stessa testa nei francobolli di piu' basso taglio. Si tratta dei due ultimi valori della Siracusana nati nel dicembre del 1954 nei valori da 100 e 200 L. con filigrana ruota su carta di piu' grande formato rispetto ai francobolli della stessa emissione e di minor facciale nati nel 1953. Per distinguerli da quelli di minor formato ma dello stesso valore nati successivamente, sono stati battezzati "Testoni". Sono francobolli ordinari prodotti in calcografia, dalla dentellatura lineare e dalle varietà numerose. In questa versione ebbero vita breve in quanto tra il 1956 ed il 1957 furono ristampati su carta filigranata a tappeto di stelle, rimanendo in validita' fino all'inizio del 1988. Anche in queste nuove versioni i due francobolli sono abitualmente denominati "Testoni", ma ovviamente, per distinguere i due tipi oltre alla numerazione che e' diversa, nel parlare e nello scrivere devono esser definiti con la specifica della filigrana (per es. Testone ruota da 100 L. - Testone stelle da 200 L.).

TETE BECHE - Sostantivo. Termine esclusivamente filatelico di origine francese adottato anche dalla filatelia italiana per indicare una coppia orizzontale o verticale di francobolli ancora uniti tra loro le cui vignette sono state stampate l'una al contrario dell'altra, ossia con una rotazione delle figure di 180°. Queste coppie sono rare e si riferiscono a francobolli piuttosto datati, in genere del 1860/70, di altri stati (essenzialmente della Francia che li ha quindi battezzati). La produzione di questi francobolli e' conseguenza del processo di stampa inizialmente realizzato a tasselli mobili da accostare gli uni agli altri per costituire il foglio di francobolli. In questa operazione di accostamento poteva essere invertita per errore la posizione di qualche esemplare permettendo la realizzazione di un foglio con esemplari Tete Beche (accento circonflesso sulle "e" centrali delle due parole). Al controllo, dopo la stampa del foglio, l'errore normalmente veniva corretto e tutti i fogli successivi quindi non possedevano piu' esemplari contrapposti, rendendo raro il reperimento di molte coppie siffatte.

TIGNOLA - Sostantivo. Nome di una larva di farfalla che in relazione alla specie si sviluppa in ambienti diversi e si nutre della cellulosa del legno, di tessuti, di carta ecc., recando loro grave danno (rotture, perforazioni ecc.). A questo gruppo di animali appartengono ad esempio le tarme che se non disturbate per lungo tempo possono danneggiare intere biblioteche e grandi archivi cartacei. Contro le Tignole sia in forma di larva che di farfalla si puo' agire con degli antiparassitari a lenta vaporizzazione lasciati accanto alle carte e ai tessuti da proteggere (ad es. timolo o simili). L'uso di antitarme tradizionali di uso domestico per la carta filatelica e' sconsigliabile in quanto reazioni chimiche lente tra i vapori delle varie sostanze chimiche combinate ed i componenti della carta stampata, scritta e colorata, possono danneggiare la carta stessa piu' delle tarme, producendo viraggi di colore e riducendo la brillantezza degli inchiostri di stampa, senza possibilita' di recupero.

TIMBRARE - Verbo. Indica l'azione della timbratura, ossia la battuta o la compressione con una certa forza di un timbro avente ad una estremita’ un'impronta contenente disegni e scritte, umida di inchiostro su una superficie assorbente che accetta l'impronta stessa. La timbratura e' in genere una azione che richiede una modesta forza o compressione ed e' quindi possibile effettuarla a mano, impugnando il timbro e schiacciandolo o battendolo con un colpo secco e deciso sulla superficie da marcare. In relazione al tipo di timbro e alla superfice su cui imprimere l'impronta, cambia la forza con cui abbattere o schiacciare il timbro sull'oggetto da marcare ma normalmente, per usi correnti come la marcatura superfici piane di carta, cartone, legno, stoffe ecc., la forza rimane modesta ed e' possibile quasi sempre applicarla manualmente. Ovviamente se le operazioni di timbratura sono da applicare con particolare cura o forza e sono molto frequenti richiedendo una buona qualita' dell'impronta, e' necessario utilizzare dei meccanismi o delle macchine timbratrici piu' o meno complesse che rendono costante e sempre leggibile l'impronta del timbro sulle diverse superfici possibili. L'azione del timbrare e' tipico dei sistemi postali in quanto le corrispondenze devono contenere indelebilmente su di se i dati del loro viaggio a garanzia del buon funzionamento del sistema stesso. Il marcare la posta con simboli, nomi di luoghi e date e' stato fin dalle origini dei sistemi postali organizzati una esigenza dei gestori ed una garanzia degli utilizzatori e quindi a partire dalla fine del 1700 circa il timbrare e' divenuto una operazione necessaria a tutti sistemi postali del mondo che perdura fino ai nostri giorni ma che oggi presenta delle alternative dallo stesso significato e funzione (vedi p.es. etichette prestampate con i dati di avviamento) adatte a far risparmiare tempo e denaro riducendo i tempi di lavorazione avvantaggiando contemporaneamente la velocita’ dlle consegne. In ogni ufficio postale esiste almeno uno specialista di bollatura e talvolta le Poste italiane hanno effettuato concorsi tra i dipendenti per controllare la velocita' e la qualita' di bollatura, ma per la grande quantita’ di posta ordinaria raccolta in buca sono stati realizzati dei grandi centri di bollatura meccanizzati strategicamente sparsi sul territorio che permettono di marcare con i dati di partenza, di transito e talvolta di arrivo la grande massa delle corrispondenze affidate alla Posta. L'operazione manuale o meccanica deve esser compiuta presto e bene (con bolli chiari e leggibili) per dimostrare che il sistema ha funzionato e che puo' esser controllato dagli utenti e anche (da pochi anni) dall'affidatario pubblico (il Ministero delle Comunicazioni) che per legge deve controllare il livello di servizio delle Poste italiane, prelevando campioni casuali di posta bollata da trasportare in tempi stabiliti in Italia o all'estero (J+ 2,3,4 ecc.). Avendo le impronte dei bolli postali ancora oggi validita' legale, la bollatura dovrebbe sempre esser di buona qualita', ossia l'impronta del timbro deve esser leggibile perche' il bollo postale fa fede nel contenzioso. In conseguenza il "timbrare" la posta e' una operazione responsabile per le Poste ed ha per la filatelia importanza capitale.

TIMBRO - Sostantivo. Strumento di piccole dimensioni, composto in genere da una impugnatura manuale che sostiene una incisione, una impronta negativa di materiale duro (metallo plastica o gomma dura) che se portato a contatto con superfici lisce assorbenti, in genere piane e di varia natura (carta, cartone, stoffa, legno ecc.), imprime scritte e/o dati, utilizzando inchiostri applicati o spalmati sull’impronta stessa. E’ realizzato in modo resistente e duraturo per marcare con le stesse diciture e disegni cose diverse in usi multipli e ripetitivi. Il timbro e' uno degli oggetti piu' comuni negli uffici e nelle industrie di qualsiasi tipo, ove spesso ne esistono molti con diverse funzioni e diciture. La loro applicazione su documenti o oggetti tende a dimostrare che l'oggetto sulla cui superfice appare la sua impronta e' stato prodotto, transitato, passato, visto da o in quell'ufficio o azienda produttrice e che quindi qualcuno ha preso in carico l’oggetto su cui e’ stato applicato e per un tempo determinato o indeterminato ne e' o e’ stato anche il responsabile. I timbri quindi sono oggetti indispensabili per il lavoro di moltissime officine e soprattutto della maggior parte degli uffici pubblici e privati e sono affidati a funzionari responsabili della loro funzione e significato. Gli uffici pubblici dispongono di timbri ufficiali riconosciuti dalla legge che validano ad esempio atti e documenti che senza la loro impronta non hanno valore. Sono timbri assegnati dallo Stato alle autorità pubbliche, hanno uso riservato a una o a poche persone ed hanno spesso il potere di spalancare porte o penalizzare persone. La maggior parte degli uffici privati hanno solo dei timbri di servizio le cui impronte servono a segnalare questioni di lavoro interne, ma alcuni uffici, come quelli postali, dispongono di numerosi bolli, suddivisi in tipi, che servono a marcare indelebilmente la posta ed i documenti accettati, che transitano o che vengono consegnati ai clienti. Alcuni timbri postali hanno impronte fisse mentre altri, hanno una impronta composta da una parte fissa ed una mobile, che permette di variare le scritte dell'impronta stessa. Hanno in genere una impugnatura in legno ed una parte terminale piana di metallo duro temperato che sopporta migliaia di colpi ripetuti, applicati con la forza delle braccia degli operatori o con l'ausilio di piccoli meccanismi. Le diciture fisse e/o mobili sono incise o fuse sull’impronta metallica in negativo, e se premute su un tampone inchiostrato e battute con forza su superfici lisce e assorbenti, lasciano la loro impronta positiva sulle superfici. Nel caso postale, lasciano la loro impronta sulla carta o sul cartone degli involucri postali. Il timbro postale piu' comune e' l'annullatore dell’affrancatura detto anche "datario" o guller in quanto tra le scritte contiene la data del giorno in cui il bollo fu applicato. I bolli a datario hanno ovviamente un meccanismo mobile che permette di variare la data quotidianamente e nel passato anche l'ora della bollatura. La parte fissa, abitualmente denominata "corona",porta in genere diciture di localita' o di appartenenza del bollo o sigle e costringe quindi il timbro a rimanere sempre nello stesso ufficio anche se si sposta di localita'. Gli inchiostri postali, di vario colore ma prevalentemente neri, si imprimono sulla carta, su documenti e su francobolli e grazie alla loro indelebilita' restano impressi per decine e centinaia di anni dimostrando in forza di legge che quell'oggetto postale in quel giorno e in quell'ora fu visto e lavorato in quell'ufficio. Esistono numerosi tipi di timbri postali : in Italia, oltre agli annullatori di varie forme (tondi,quadrati,esagonali,ottagonali,a bandiera a sbarre,a punti,a data,a canocchiale,meccanici,manuali,muti ecc.) e dimensioni (in genere comprese tra i 3 e gli 6 cmq. per i rotondi manuali e i 3x10 per i meccanici rettangolari meccanici o meccanico/manuali), esistono i bolli lineari,gli ovali, gli amministrativi, quelli a targhetta e numerosi altri adatti a funzioni diverse nell'ambito dell'organizzazione e della suddivizione dei compiti nell'espletamento del servizio.

TINTA - Sostantivo. Sinonimo di tintura ossia di un materiale che serve per tingere e per colorare stabilmente oggetti e cose, di varia consistenza e stato fisico (liquido o solido). Le tinte solide sono adatte ad esser addizionate a solventi liquidi in varie proprorzioni per produrre i colori dell’intensita’ necessaria ai processi di coloritura. Le tinte si possono miscelare tra loro per creare colori intermedi e varianti cromatiche e possono anche esser diluite con liquidi incolori che non modificano i colori ma che li rendono più o meno intensi e vivi. L'arte della tintura e' complessa, richiede alta specializzazione e segue molte leggi fisiche la cui conoscenza e' indispensabile per l'industria della stampa, della tessitura e di altre produzioni. Si puo' affermare che una tinta gradevole rende gli oggetti, oltre che meglio riconoscibili, piu' appetibili, apprezzati e commerciabili e quindi le tinte, la tintura (in questo caso l’arte di utilizzare le tinte) hanno fondamentale importanza nella produzione degli oggetti, compresi i francobolli e la carta su cui scrivere. Anche se all'origine furono utilizzate tinte forti e scure per colorare i primi francobolli, oggi e' stato compreso che e' meglio produrre esemplari dalle tinte piu' delicate e chiare per consentire agli inchiostri dei bolli annullatori di esser piu' facilmente visti e quindi per evitare riutilizzi di quelli gia' usati. Anche la carta su cui scrivere, non puo' avere nell'uso normale tinte forti e scure in quanto sarebbero necessari inchiostri da scrittura di colore contrastante per poter distinguere bene lettere e parole. Esistono comunque carte colorate anche intensamente e infiniti inchiostri di colori diversi che permettono giochi cromatici graziosi, forse artistici ma che non rientrano nella normalita'. La carta bianca o tenuemente colorata e' quella che contrasta meglio con gli inchiostri neri o blu e che percio’ viene piu’ frequentemente utilizzata per consentire una piu' facile lettura dei messaggi e della carta stampata. La combinazione e l'accostamento artistico delle tinte ha permesso di realizzare quadri, dipinti ed anche tutti i francobolli esistenti ed e’ per questo che per inventare francobolli sono necessari veri e propri artisti che conoscono perfettamente i diversi tipi di colori esistenti e l'arte della tintura.

TIPO - Sostantivo. E' sinonimo di alcuni altri sostantivi come "Modello" (p.es. Mercedes tipo 200) o come "Forma originale" o anche "originale di riferimento" che fa testo o da cui prendono origine altre forme simili derivate. Nel contesto filatelico questa parola e' fondamentale in quanto se riferita a Francobollo, per es. "Francobollo tipo" indica il francobollo originale nella forma in cui e' nato, dalla quale possono esserne derivate altre simili ma non identiche. I francobolli tipo sono i piu' importanti tra tutti in quanto sono gli originari ed hanno diritto ad un numero di classificazione proprio (nei testi e nei cataloghi. La sequenza numerale dei cataloghi segue l'emissione dei francobolli tipo e non per. es. quella delle loro varieta' o delle varianti che possono derivare dall'originale nel tempo. Nel caso dei francobolli gia’ classificati come tipo la variazione di una delle caratteristiche fondamentali di produzione (come dentellatura, carta, filigrana, formato, fluorescenza, colori base ecc.) definisce un nuovo tipo mentre altre caratteristiche secondarie (come ad es. varianti occasionali di colore, forma di distribuzione come ad es. libretti o fogli, errori di produzione nella dentellatura, gomma, stampa ecc.) non definiscono un nuovo tipo ma una varieta’. Cio' pero’ dipende spesso dall'importanza e dallo scopo della variazione. Ad es.,in genere variazioni cromatiche dello stesso francobollo sono varieta', ma se la stampa dello stesso francobollo in un altro colore e' conseguenza al raggiungimento di uno scopo, p.es. per un'azione antifalsificazione, il nuovo francobollo diventa Tipo. La produzione dello stesso francobollo in fogli con gomma vinilica e in libretti con gomma autoadesiva da luogo a due tipi diversi in quanto si e' modificata la caratteristica fondamentale di forma distribuitiva e di caratteristica fisica. Non lo da se lo stesso francobollo viene prodotto in parte con gomma arabica e in parte con gomma vinilica senza modificare altre caratteristiche di produzione. Se quindi e' di estrema importanza stabilire se un francobollo è "tipo" o no, non sempre e' facile ed automatico farlo. La regola generale dominante per l'Italia stabilisce che tutti i francobolli annunciati,definiti e nati dalle Poste in forma ufficiale sono francobolli Tipo. A questi se ne aggiungono altri, definiti Tipo dai filatelisti e dai cataloghisti, che seppur non annunciati dalle Poste nascono in grande quantita’ (ad es. una tiratura)con qualche variante, perfettamente riconoscibile ; citiamo ad esempio nell'emissione Castelli il 50 L. che e' nato in una tiratura millesimato o i tagli da 50, 100 e 550 L. che per un periodo ristretto sono nati in grande quantità con dentellatura P 13 1/4 x 13 1/4 anziche' 14 x 13 1/4. Non tutti i cataloghi ed i filatelisti sono d'accordo su queste definizioni e quindi esistono per alcuni francobolli disparita' di vedute che danno luogo a diversita' nella numerazione dei francobolli tipo nei cataloghi. A nostro parere se il francobollo e' annunciato descritto e prodotto dalle Poste, nella sua versione orinaria e' un francobollo tipo, ma lo e' anche quando la variante, nata senza annuncio, e' importante e ben riconoscibile e la quantita' di pezzi prodotti e' grande. Non lo e' nei numerosissimi altri casi, specialmente nel caso di piccole differenze occasionali, di anomalie presenti in quantita’ ridotte di esemplari o delle curiosita', che in genere derivano da errori o irregolarita’ di produzione occasionali. Per la maggioranza dei filatelisti e per molti cataloghisti questi esemplari sono inseriti negli elenchi delle piccole o grandi Varieta'.

TIPOGRAFIA - Sostantivo. Procedimento di stampa che utilizza matrici o forme in rilievo per marcare carta o altri supporti (differenza fondamentale dagli altri sistemi di stampa). E' prevalentemente utilizzato per stampare lunghi testi con poche illustrazioni (libri, giornali) in molte copie. Nel lontano passato fu anche utilizzato per produrre qualche francobollo ma fu abbandonato per la facilita' della sua riproducibilita' e quindi per il timore di falsificazioni. Nel linguaggio comune pero' il termine indica anche uno stabilimento di stampa e quindi appare ambiguo quando lo produce stampati anche con altri sistemi di stampa (rotocalcografia, offset ecc.). Il sistema tipografico di stampa utilizza in genere caratteri e forme mobili che si accostano tra loro secondo un progetto di lavoro su un piano o su un cilindro sul quale viene schiacciato il foglio di carta da stampare. In macchine piu' complesse lo schiacciamento della carta non avviene direttamente dal cilindro o dalla lastra portaimpronte ma attraverso 1 o 2 cilindri in gomma intermediari che trasferiscono le impronte inchiostrate catturate sulla matrice. Il processo tipografico puo' anche assere a piu' colori se si mettono in sequenza piu' macchine tipografiche ciascuna attrezzata per stampare un solo colore. In filatelia non ha grande rilevanza in quanto, come gia' detto, i francobolli prodotti con questo sistema nel mondo ed in Italia sono pochi e piuttosto datati.

TITOLARE - Sostantivo. Indica una persona che ha ottenuto un titolo, un riconoscimento, una nomina ufficiale in virtu' della quale esercita stabilmente una professione (medico, professore scolastico ecc.) o e' il responsabile di un ufficio riconosciuto dalla cosa pubblica (catasto,tributi ecc.) o ancora il gestore di un negozio che vende valori e merci prodotte dallo stato (tabaccaio) o anche il responsabile di un Ente di una Azienda per le quali ha la rappresentativita' e la responsabilita' ecc.. E' quindi anche riferibile ad una categoria di funzionari o dirigenti o responsabili di uffici postali centrali e periferici. In passato il riconoscimento ufficiale della titolarieta' e dell'incarico all'interno del sistema postale era stabilito oltre che da una nomina, anche dal possesso di un timbro con il quale siglava i documenti che visionava e approvava. L'impronta di questo bollo (di forma quadrata o rettangolare verticale) conteneva la dicitura "Il Titolare" che poteva anche apparire su corrispondenze ma non come annullatore dell'affrancatura. In genere era apposto al retro di corrispondenze di provenienza o di avvio insolito, che richiedevano l'autorizzazione del responsabile dell'ufficio. Tali corrispondenze sono rare e ricercate dai collezionisti di storia postale, specialmente militare, dato che tale impronta e' stata impiegata piu' o meno regolarmente in genere su corrispondenze provenienti da uffici di Posta Militare.

TITOLO - Sostantivo. In genere e' la scritta posta al di sopra di un testo, di un articolo o di un libro e che spesso indica o suggerisce cio' che lo scritto contiene ma ha anche molti altri significati in relazione al contesto in cui si trova o alle parole con cui questo termine e' unito (Titolo cavalleresco, professionale, di credito, di Stato ecc.). Per quanto si riferisce alla Posta si inseriscono molti "titoli" negli indirizzi, talvolta pomposi, altri di cortesia, altri ancora di diritto, spesso utili per individuare bene i destinatari ed evitare spesso delle omonimie. Specialmente nel lontano passato si usava e si abusava dei Titoli, ma bisogna ricordare che per buona parte del periodo prefilatelico coloro che scrivevano e leggevano erano solo i notabili ed erano loro che prevalentemente si scambiavano corrispondenze. Tra queste hanno particolare pegio e rarita' quelle dirette o scritte a/da grandi personaggi che richiedevano obbligatoriamente i titoli ( a Sua Eccellenza, Maesta',ecc.)

TOLLERARE/TO/ANZA - Verbo, aggettivo derivato e sostantivo. In genere indica il subire, il sostenere, il sopportare qualcosa senza troppo spiacevoli conseguenze. Nel contesto filatelico e postale indica normalmente un uso di francobolli e di regole impreciso o effettuato per es. oltre una data stabilita. L'uso, ad esempio, di francobolli scaduti di validita' e' o puo' esser tollerato per qualche tempo dopo la loro scadenza in quanto e' possibile che gli avvisi effettuati dalle Poste non hanno raggiunto tutti i cittadini e quindi qualcuno, seppur a torto, ha continuato ad usare i francobolli usciti di corso. Nel tempo sono anche state tollerate tariffe imprecise (anche in meno ma se per poco denaro) nel caso in cui non esistevano tagli di francobolli tali da raggiungere l'esatto ammontare. In letteratura filatelica o nelle descrizione di materiale si usa spesso definire molte tariffe inesatte per mancanza o eccedenza di piccoli ammontare come "tariffe tollerate" o "affrancatura tollerata", approfittando del fatto che, specialmente in caso di lieve insufficienza o altra irregolarita',le Poste non applicarono tassazioni per evitare spese maggiori e fatica per recuperare poco denaro. Le Poste, se per principio devono essere severe e intransigenti, devono tollerare talvolta qualcosa di poco rilevante, specialmente in questioni di denaro, per non subire un danno maggiore.

TOMO - Sostantivo. Sinonimo di "Libro" ma col sottinteso che si tratta di un libro piuttosto voluminoso, impegnato, corposo, difficile, spesso suddiviso in parti separate (piu' volumi) e forse anche un poco noioso. Termine letterario riferibile anche ad opere filateliche, quando si tratta di libri complessi, prevalentemente tecnici, divisi in parti, dal contenuto molto dettagliato, composto da moltissime pagine.

TONALITA' - Sostantivo. Termine prevalentemente musicale ma utilizzato anche nella grafica e nell'arte per indicare un particolare colore diverso da quello base, attraverso un'accurata scelta di qualche aggettivo o sostantivo da aggregare al colore base per descriverlo. Per es. per indicare varie differenze cromatiche del colore Verde, si puo’ specificare Verde limone vivo, intenso, oppure carico, smorto, opaco ecc.. E' una definizione complessa spesso utile in filatelia nel definire una classificazione o la data di nascita di qualche francocobollo italiano del lontano passato utilizzando le gradazioni e la tonalita' riconoscibili da specialisti del colore impiegato. Molti filatelisti e numerosi periti si sono cimentati ad esempio con i colori della "Quarta emissione di Sardegna" avendo compreso che le tirature sono distinguibili dal tono del loro colore degli esemplari, ma ancora oggi molti appassionati compongono pagine dello stesso francobollo, accostando esemplari di diverse gradazioni di colore per seguirne le varianti nel tempo. Se fino a qualche decennio fa tale collezionismo era molto valutato e solo alla portata di specialisti, oggi e' invece molto limitato in quanto l'avanzamento delle tecnologie chimiche ed ottiche hanno prodotto molti dubbi di originalita’ e quindi hanno ridotto l'interesse sulle varianti cromatiche dei francobolli, imputabili molto spesso a manipolazioni provocate o a fattori occasionali senza particolare significato filatelico. Spesso le varianti di tonalita' rispetto all'originale piu’ evidenti sono infatti conseguenti a manipolazioni nascoste di filatelisti per ottenere vantaggi economici e sono diventate molto pericolose ed insidiose in quanto e' difficile stabilire a prima vista se si tratta di originali o di trucchi. In genere i trucchi effettuati anche con metodi moderni sono scopribili, ma la loro scoperta richiede l'intervento di specialisti e di strumenti costosi che rendono questo tipo di collezionismo dubbio e quindi tanto meno frequentato quanto piu’ le definizioni delle tonalita' risalgono a molti anni fa. Inoltre la classificazione delle tonalita' anche se effettuata da periti, ha subito nel recente passato gravi critiche in quanto anche senza manipolazioni artificiose i francobolli modificano il loro colore col passare del tempo, con l'esposizione alla luce naturale e con l'invecchiamento. Anche se il cercare di collezionare scale cromatiche dello stesso francobollo puo' esser un grande divertimento ed una piacevole ricerca, la validita' di tali collezioni e' ormai considerata relativa se non si conoscono analisi colorimetriche precise della stampa nel giorno in cui fu effettuata e strumenti popolari e poco costosi in mano ai filatelisti che permettano di rilevarne la loro variazione naturale nel tempo o la loro modificazione forzata effettuata da qualcuno a scopo di inganno.

TOPONIMO - Sostantivo. Indica il nome proprio delle località, quello che viene riportato sulle carte geografiche e, in genere, anche su molti bolli degli uffici postali. Ad es. Roma e' il toponimo della capitale d'Italia. Non sempre i bolli postali annullatori riportano il toponimo completo delle città e cittadine italiane, ma ne riducono spesso la lunghezza o ne eliminano una parte per poterlo contenere in forma comprensibile nel ridotto spazio delle corone dei bolli postali.

TORCHIARE/TURA - Verbo e sostantivo derivato. Indica l'azione dello spremere, dello schiacciare a mezzo di un torchio (vedi "torchio"). Oltre ad esser utilizzato in molte attivita’ umane (p.es. per ottenere l’olio e il vino) fu uno dei primi sistemi di stampa e fu il sistema anche applicato in filatelia per imprimere immagini a secco in rilievo all'interno delle vignette di alcuni francobolli degli antichi Stati, stirandone la carta. In genere la torchiatura filatelica utilizzo’ e nel caso potrebbe ancora utilizzare un meccanismo a vite che schiaccia lentamente una matrice in rilievo in metallo dura, mobile e negativa sulla carta appoggiata su una superfice fissa e tenera o perfettamente corrispondente ad un incavo duro e fisso, speculare rispetto alla matrice. Essendo la carta un materiale tenero e duttile, si stira facilmente (prima di rompersi) e la forza da applicare per ottenere immagini in rilievo non e' grande, ma per produrre immagini precise e dettagliate i meccanismi devono essere precisi ed e' necessario utilizzare stampi e controstampi accuratamente combinati tra loro. L’altezza o l’incavo delle impronte rispetto alle due superfici dello stesso foglio, anche se leggermente variabili, ma sempre contenute in qualche decimo di millimetro, non possono superare certi livelli perché condizionati dalla qualita’ e dallo spessore della carta e dalla potenza del torchio.

TORCHIO - Sostantivo. Macchina semplice che utilizzando due piani,uno fisso e l'altro mobile dotato di guide e di una vite che lo fa alzare e scendere, o di un sistema meccanico comprimente, schiaccia, spreme,frutti e prodotti naturali oppure stampa e imprime parole e disegni sulla carta facendo aderire il piano mobile all’altro, schiacciando con forza una matrice o dei materiali. In relazione alla lavorazione e al materiale da schiacciare ha dimensioni variabili, da tavolo o da industria. Serve per estrarre succhi da vegetali (uva, olive), per spianare delle superfici raggrinzite, per stringere e compattare vari componenti tra loro ( p. es. fogli di carta in legatoria), per stampare comprimendo matrici inchiostrate alla carta su cui imprimere scritti e figure e per infiniti altri lavori. E' una macchina universale dalla storia che risale alla notte dei tempi e che ha anche alcuni riferimenti alla filatelia. Non soltanto servi' per produrre e stampare la carta, ma nel caso che ci interessa di piu' fu utilizzata per imprimere delle immagini a secco su alcuni francobolli italiani e su alcune corrispondenze pontifice riferibili al servizio postale. In questi casi si tratta di impronte con diciture ed immagini schiacciate con piccole matrici negative (come i bolli a secco), che restano impresse nello spessore della carta, considerate difficilmente contraffattibili e che quindi forniscono una garanzia di origininalita' elevata. I piu' importanti uffici pubblici producono ancora oggi documenti marchiati con bolli a secco dalla difficile riproducibilita', prodotti con piccoli torchi manuali o con macchinette a leva. Nel settore postale esistono esempi di bolli a secco utilizzati solo su documenti importanti (p. es. sulle tessere di riconoscimento postale) ma esiste un capitolo storico postale antico e controverso che prende in considerazione alcune lettere prefilateliche dello Stato Pontificio, del periodo 1560/1700 circa, che recano impresse nella carta delle sigle a secco (in genere delle lettere dell’alfabeto), realizzate con piccoli torchi da tavolo. Alcuni studiosi pensano che siano riferibili ai corrieri pontifici che trasportavano la posta degli alti prelati di quel tempo ma altri contestano questo parere in quanto in molti casi furono applicati a lettera aperta (censura?, archiviazione?). A parte il possibile lavoro postumo di abili falsari di questo specifico caso, esiste un forte interesse generico sui bolli a secco perche' molte antiche lettere non solo di area pontificia, presentano impronte in rilievo prodotte da piccoli torchi che servivano per chiudere e siglare le lettere e che rappresentavano il marchio o la firma del mittente, garantendone la provenienza. Queste lettere non sono comunissime e sono oggetto, specialmente se di alcuni periodi e zone (vedi ad es. Repubblica di Venezia) oltre che di studi anche di collezionismo specializzato.

TRACCIA
- Sostantivo. In genere piccolo segno poco riconoscibile e visibile, lasciato da qualcuno o qualcosa su una superficie. Parola utilizzata spesso in letteratura filatelica per indicare piccoli ma significativi segni su posta e francobolli. Quando ad esempio un francobollo nasce quasi perfetto ma lievemente incompleto e' possibile intravedere parti della vignetta incomplete o alcuni colori attenuati che sfumano verso il bianco della carta sottostante alla stampa. In questi casi si dice che parte della stampa o dei colori sono in traccia. La parola viene anche utilizzata in riferimento ai bolli, quando non sono leggibili, ma si vede che furono comunque applicati. Le corrispondenze con bolli in traccia ma poco o per nulla leggibili perdono fortemente valore documentario e venale. La parola viene anche spesso usata collegata alla parola Linguella : si dice che alcuni francobolli hanno "traccia di linguella" quando il dorso gommato di esemplari nuovi risulta spelacchiato o intaccato (non danneggiato, assottigliato o rotto) per l'asportazione di una linguella. Questi francobolli, non rotti o difettosi non sono pero' piu' integri e quindi per molti non hanno piu' il valore teorico assegnato dai cataloghi agli esemplari perfetti ; nei listini di vendita e nei cataloghi hanno un simbolo distintivo composto da un cerchietto con un punto o un altro cerchietto piu' piccolo all'interno ed una quotazione spesso molto inferiore a quella del corrispondente nuovo illinguellato.

TRADIZIONALE - Aggettivo. Si associa spesso a sostantivi per indicare un modo di fare che si fonda sulla tradizione o su una lunga e antica consuetudine. Nel contesto in cui ci troviamo viene fondamentalmente associato alla parola Filatelia per definire un modo di collezionare francobolli e per individuare una precisa Classe filatelica in cui inserire alcune collezioni da concorso. In "Filatelia tradizionale" sono inserite le collezioni di francobolli che accostano principalmente in ordine cronologico francobolli nuovi o usati o su frammento, accettandone solo i loro impieghi tipici originari, possibilmente isolati, trascurando completamente tariffe e annullamenti. In questa classe filatelica sono anche ragionevolmente inseribili invii postali completi se dimostrano per es. i primi o gli ultimi impieghi e le localita' insolite dove i francobolli, oggetto della collezione, furono straordinariamente utilizzati o dove per caso giunsero. La maggioranza delle collezioni mondiali sono di questo tipo e si puo' affermare che la classe filatelica tradizionale e' la regina della filatelia (in rapporto alle altre classi filateliche) ma si deve anche ricordare che la classe storia postale e' la madre storica della F. tradizionale e che la tematica, l'altra classe filatelica molto frequentata, deriva dalla tradizionale accostando francobolli a bolli e posta con riferimenti, soggetti e temi comuni o collegabili. Malgrado l'attuale maggior interesse a collezionare i francobolli attraverso il loro uso e quindi un odierno maggior interesse per la storia postale, il modo "tradizionale" cronologico resta ancora il piu' semplice, il piu’ ovvio e praticato nel mondo.

TRAFFICO - Sostantivo. Nel comune modo di dire indica la circolazione di veicoli e persone, o anche un movimento di merci o di denaro, spesso sottintendendo che e' ai limiti del lecito, ma data l'ampiezza e la genericita' del suo significato, e' un vocabolo adottato anche dalle Amministrazioni postali per indicare il movimento provocato dagli scambi postali. Per traffico postale si intende il movimento delle corrispondenze e dei pacchi scambiato tra enti, nazioni, uffici, località ecc. in ambedue i sensi di spostamento. L'esistenza di linee postali dirette e' indice di grande traffico postale, mentre l'affidamento a terzi o a linee derivate indica nella maggioranza dei casi un traffico postale ridotto o modesto.

TRAFORO/ARE/TO - Sostantivo, verbo e aggettivo derivato. Sinonimi di "Foratura","Forare" e "Forato" (trapassare da parte a parte un oggetto). Nel linguaggio filatelico queste parole indicano comunemente una perforazione puntiforme continua, spesso articolata secondo un disegno preciso, effettuata con speciali meccanismi su francobolli e posta, nonche’ l'azione complessa per effettuarla o ancora l'aggettivo derivato. I francobolli erano e possono ancora essere traforati a mezzo di aghi cilindrici di piccole dimensioni taglienti e scaricati (che eliminano il truciolo) - o con fustelle - allineati in file regolari in modo da seguire sigle,loghi e semplici disegni contenuti nello spazio delle vignette. I francobolli traforati con sigle e scritte, autorizzati e consentiti da molte amministrazioni postali del mondo sono quindi privi di un parte delle vignette, ma non possono renderla irriconoscibile e devono quindi avere dimensionamenti complessivi contenuti. Grandi traforature circolari centrali furono uilizzate p.es. dalla Svizzera per distinguere alcuni esemplari ordinari di alcune emissioni,o per impedire il riciclaggio della carta filatelica contenuta nei ponti di fogli contigui, ma le perforazioni piu' comuni, piuttosto frequenti in passato, oggi realizzate solo per vezzo, furono realizzate per inserire nei francobolli piccoli loghi e lettere dell'alfabeto che permettevano di riconoscere ai corrispondenti e alle Poste la proprieta' degli esemplari utilizzati sulle corrispondenze, ossia indicavano chi era stato l'acquirente del francobollo. Serviva p.es. in molte aziende per evitare i furti di francobolli da parte dei dipendenti (dovevano esser utilizzati su carta intestata) o come segno distintivo di qualche persona. Le Poste fino al 1910 circa permisero la perforazione dietro una autorizzazione e controllavano attraverso i verificatori la corrispondenza dei clienti che usavano francobolli perforati. Se la busta non era intestata al titolare dell’autorizzazione alla perforazione, avvisavano l'azienda o il titolare stesso che scopriva cosi' l'ammanco e il dipendente o il ladro che sottraeva francobolli. Dopo il 1910 perforare i francobolli con loghi e sigle fu liberamente consentito dalle Poste alla condizione che la carta mancante non fosse superiore al 10% della superfice del francobollo. I francobolli traforati sono molti e stanno nella storia filatelica italiana e di molte nazioni del mondo. Filatelicamente vengono denominati "Perfin" e sono oggetto di classificazione e di collezionismo specializzato ; salvo eccezioni hanno un valore leggermente superiore all'equivalente nuovo o usato. In Italia la perforazione fu anche utilizzata dalle Poste per inviare esemplari nuovi come campioni o saggi con la perforazione "Saggio" o Specimen" all'interno della vignetta ma le perforazioni piu' importanti, rare e significative della nostra filatelia risalgono al periodo 1887/1915 e si riferiscono ai cosi' detti "francalettere", ossia ad alcuni francobolli di Umberto II, della floreale e dell'emissione Leoni con perforazioni in lettere e cifre autorizzate dalle Poste (C1, C4, 8 8, C18, CC e R.D.M.) che riducevano il valore di acquisto rispetto al valore di facciale se applicati a particolari carte postali contenenti avvisi pubblicitari che pagavano la differenza di valore e contemporaneamente fornivano sostegno ad associazioni di invalidi civili e di guerra. I francbolli a prezzo ridotto, cosi' vengono denominati, sono rari, si trovano praticamente solo sulle buste pubblicitarie per cui furono realizzati, molto saltuariamente sciolti,e sono contenuti in un capitolo particolarmente importante della filatelia italiana.

TRAM - Sostantivo. Mezzo di trasporto urbano in genere alimentato da energia elettrica ma originariamente a trazione animale. Si ricorda in flatelia in quanto questo mezzo fu utilizzato per trasportare posta all'interno delle città sfruttando le linee che collegavano la periferia con le stazioni ferroviarie o con alcuni centri postali dai quali la posta veniva inoltrata piu' celermente. I tram di alcune citta' tra il 1910 ed il 1930 e successivamente tra il 1950 ed il 1960 furono attrezzati di piccole cassette postali che potevano esser utilizzate alle fermate di tutto il percorso. Quando il veicolo giungeva vicino alle stazioni o ai centri di smistamento postale le casette venivano svuotate e la posta poteva immediatamente essere lavorata riducendo molto i tempi di giacenza delle lettere nelle buche cittadine o negli uffici postali periferici. In alcuni casi la posta cosi' trasportata in alcune citta' (Roma e Bergamo) nel periodo 1910/30, disponeva di un bollo talvolta annullatore in cartella piccola senza datario che, riportando la scritta "casette postali sui tram" o simile, segnalava il trasporto veloce cittadino iniziale. Le corrispondenze ancora esistenti con questo bollo non sono molte, hanno un discreto valore venale e sono ricercate attivamente dal collezionismo storico postale del periodo "Leoni".

TRAMITE - Sostantivo. Ha vari significati tra cui "sentiero, percorso" oppure indica "per mezzo di..." o anche "fare da intermediario, da collegamento" ecc. In questi due ultimi significati ha una straordinaria importanza postale in quanto specifica il modo o il mezzo con cui molte corrispondenze del passato ed anche del presente sono state portate a destino. "per tramite del sig. X.Y." "per la cortesia del...." erano ad esempio delle diciture scritte sui frontespizi di corrispondenze del passato per descrivere ai destinatari il modo con cui i mittenti avevano inviato le loro corrispondenze, in genere non utilizzando il canale postale pubblico. Sono pero' esistiti ed esistono infiniti modi di trasmissione postale pubblica effettuati per tramite, ossia attraverso
l'opera di un sistema postale diverso da quello che avvia la posta. Gli accordi postali (Convenzioni) tra amministrazioni sovrane sono la piu' grande espressione del significato della parola. Gia' alle origini dei sistemi oganizzati era difficile che l'amministrazione postale accettante potesse portare le corrispondenze internazionali fino a destino quindi doveva appoggiarsi alle amministrazioni postali confinanti o ad altre piu’ lontane in relazione alle destinazioni finali, con le quali doveva trovare accordi di amicizia, di reciprocita' ed economici per stabilire le tariffe di accettazione e garantire il servizio sulle lunghe distanze internazionali ai propri cittadini. Nacquero cosi' i primi trasporti postali "per tramite" ossia che richiedevano un affidamento successivo ad amministrazioni postali diverse da quella originaria. Ad es. tra il 1840 ed il 1859 agli albori del sistema postale sardo, la posta per le Americhe doveva essere affidata alle Poste francesi o inglesi e quella per gli stati nordici alla Svizzera che a sua volta aveva accordi con le amministrazioni postali tedesche in una catena di affidamenti e di suddivisione tariffaria complessa e difficile da ricostruire. Attualmente il mondo postale internazionale vive di trasporti postali "per tramite", superando perfino l'intermediazione dell'UPU, ente che il mondo civilizzato del passato aveva istituito per facilitare gli accordi internazionali sul trasporto per tramite. Con la privatizzazione attuale di molti sistemi postali nazionali, oggi la posta per tramite assume un aspetto ancora piu' complesso in quanto le triangolazioni postali possibili con l'attuale "remailing" sono infinite. Oggi e' possibile che posta Milano per Milano possa raggiungere l'Olanda o l'Ungheria per poi tornare vicino al luogo della partenza seguendo leggi dell'economia spesso incomprensibili ma certamente esistenti e valide in funzione al minor costo e alla maggiore velocita’ possibile richiesto dai mittenti.

TRANSATLANTICO - Aggettivo e sostantivo. Come aggettivo In genere e' riferibile a qualcosa o a persona che sta al di la dell'Oceano Atlantico o ancora a trasporti che collegano le due sponde di questo Oceano. In filatelia l'aggettivo viene utilizzato per trasporti e per posta che collega l'Europa con le Americhe e viceversa. L'aggettivo sostantivato singolare, il transatlantico, e' una nave che compie traversate dell'Atlantico con passeggeri e merci. Negli anni '30/'60 del secolo scorso queste navi disponevano di uffici postali di bordo, con bolli propri per la posta ordinaria e di altri servizi postali innovativi (posta oceanica, telegrafo, posta catapultata ecc., in genere citati sugli involucri) che rendono questa posta pregiata e rara. Bisogana qui ricordare che le navi sono territorio delle nazioni di cui battono bandiera e quindi le corrispondenze dalle navi dovevano e devono ancora esser affrancate con i francobolli della nazione di appartenenza anche se le spedizioni si verificavano molto lontano dal territorio nazionale. Per l'Italia bisogna anche ricordare alcuni bolli a targhetta di grande effetto che contenevano la pubblicità dei transatlantici di linea verso le Americhe. Il sostantivo, al plurale, i transatlantici, oltre a significati ovvi, e' stato utilizzato in letteratura per ricordare i piloti italiani che nel 1933, guidati da Italo Balbo, fecero per la prima volta la traversata atlantica in formazione di stormo, stupendo tutto il mondo, a dimostrazione che all'epoca l'aviazione italiana era la piu' tecnologicamente avanzata del mondo. (vedi "trasvolata") Per questa straordinaria vicenda storica del volo mondiale, l'Italia produsse alcune serie di francobolli, i famosi trittici che affrancarono la posta trasportata con quel volo. Questa posta e' rara, costosa e ancora oggi contestata dalla filatelia internazionale in quanto i Trittici per molti anni non vennero considerati francobolli ma vignette. Oggi la questione e' praticamente superata e anche i cataloghi piu' restii hanno classificato questi rettangoli dentellati nelle loro pagine come francobolli a tutti gli effetti.

TRANSITARE - Verbo. Sinonimo di "passare". In filatelia e' verbo utilizzato per indicare il passaggio di corrispondenze in un luogo postale preciso, come ad es. un uffico postale, un centro di smistamento, un nodo postale, in genere garantito dalla presenza di un bollo, detto di transito, applicato al retro, raramente sul fronte delle corrispondenze stesse. Tale bollo dimostra che l’invio, durante il suo viaggio, ha sostato o e' passata di mano in un certo luogo, in una certa citta' e in un certo ufficio postale e serve non solo per dimostrare il lavoro postale compiuto o per rintracciare la posta scomparsa o ritardata, ma anche per indicare la strada che ha fatto per raggiungere la destinazione, passando in un luogo piuttosto che in un altro. Questa pratica era abituale in passato quando le vie postali erano diverse, alternative e diversamente costose e la posta era quantitativamente limitata, ma con l'esplosione delle comunicazioni postali, per evitare perdite di tempo e accelerare l'avviamento o il riavviamento,la bollatura in transito in Italia e' lentamente stata eliminata per cui la presenza attuale di bolli di transito e' insolita e rara, anzi nel 2002 e' quasi nulla. Il bollo di transito ed il transitare della posta in certi luoghi, facendo parte della storia della posta e della storia postale, e' straordinariamente utile per il collezionismo filatelico e in conseguenza nelle descrizioni dei pezzi si dovrebbe far sempre riferimento a questi bolli per stabilire il percorso ed i tempi di trasporto delle corrispondenze.

TRANSITO - Sostantivo. Sinonimo di passaggio di attraversamento. In genere si riferisce a cose o a mezzi di trasporto piu' che a persone (solo in linguaggio burocratico). Spesso si collega ad altre parole, come nel caso filatelico che piu' ci interessa : si riferisce in questo caso spesso ad un tipo di bollo che viene applicato in uffici postali o in centri di raccolta postale in cui la posta si ferma per breve tempo e poi prosegue per raggiungere la destinazione. (vedi "Transitare"). Si tratta dei bolli di transito che furono applicati sul retro, raramente sul fronte, della posta che passava in certi punti della rete postale, ossia in alcuni nodi presso i quali la posta veniva passata di mano da un trasportatore postale all'altro per cambiare spesso direzione di viaggio. I bolli di transito erano utilizzati per garantire i tempi e la sicurezza della posta e per segnalare le strade postali alternative che poteva percorrere. Nelle indagini storico postali questi bolli sono fondamentali in quanto permettono di ricostruire la storia del viaggio delle corrispondenze collezionate. La mancanza di bolli di transito al verso delle lettere italiane dalle origini al 1995 circa, in storia postale e' considerata un punto debole del materiale, perché dovendo quasi sempre esserci, nasconde talvolta qualche insidia filatelica (p. es. posta non viaggiata). L'abitudine di applicare i bolli di transito in Italia risale alle piu' antiche origini del sistema postale ma con la privatizzazione delle Poste avvenuta a partire dal 1995, l'applicazione dei bolli di transito (come anche quelli di arrivo) e' stata gradualmente abbandonata nel trattamento della posta per l'interno, costando troppo denaro e tempo. Solo la corrispondenza internazionale ha ancora nel 2002 qualche traccia del sistema di riscontro fornita dai bolli di transito.

TRANSITORIO - Aggettivo. Indica nei sostantivi a cui e' connesso una sorte o una vicenda passeggera, di breve durata o provvisoria. In filatela si puo' significativamente associare per es. a Periodo (vedi anche "transizione") o a bollo o ancora a sistema e via dicendo, indicando che l'oggetto a cui si riferisce ha avuto vita breve e non definitiva. Si puo' affermare che qualsiasi oggetto o soggetto filatelico definito transitorio e' normalmente non comune e piuttosto ricercato dal collezionismo in quanto in genere non ha avuto molto tempo per esprimersi.

TRANSIZIONE - Sostantivo. Indica in genere un periodo o uno stato di cose che si frappone fra uno originario ed un'altro successivo, completamente diverso,normalmente detto definitivo ed indica uno stato o un periodo provvisorio, limitato nel tempo, adatto a consentire un passaggio piu' tranquillo da una situazione spesso difficile ad una successiva in genere migliore ma comunque fortemente diversa. In filatelia in genere si riferisce ad un periodo breve in cui si sono verificate emissioni filateliche legate prevalentemente a sostanziali variazioni di regime. Ad esempio il periodo tra la caduta della Monarchia e l'avvento della Repubblica in Italia (maggio 1946) e' un tipico periodo di transizione di breve durata che individua un certo tipo di affrancature e di bollature. Per la Città del Vaticano la morte di un papa e la sua sostituzione sottintendono un periodo di transizione in genere distinto da emissioni provvisorie o di transizione.

TRANVAI/VIA - Sostantivi. Sinonimi di "Tram" o di "Linea tranviaria". (vedi "Tram").

TRASCRIVERE/ZIONE - Verbo e sostantivo. Come verbo indica la ricopiatura di uno scritto ma in un significato di carattere legale significa riportare su un altro documento o su un registro gli estremi del documento originale in modo da poter risalire all'originale e al suo contenuto. La trascrizione serve per realizzare altri documenti totalmente o parzialmente copiati dall'originale che servono in pratiche diverse per risalire alle origini delle storie legali o pubbliche a cui si riferiscono. Se un tempo il ricopiare era l'unico modo per allargare la conoscenza degli scritti, recentemente il trascrivere e la trascrizione sono operazioni burocratiche adatte, talvolta obbligatorie, per permettere a molti interessati di risalire attraverso piu' archivi allo stesso scritto originario. Molti atti pubblici devono essere infatti "trascritti" per legge su appositi registri e tutte le ricevute postali ad esempio devono essere duplicate per poter consentire al mittente e alle Poste di risalire agli estremi di una spedizione. L'operazione di trascrizione e' oggi spesso materialmente evitata dalle fotocopie, dalla carta copiativa o da moduli autocopiativi, ma con alcuni limiti per atti di particolare rilevanza (per es. la legalizzazione delle copie) in modo da poter inserire i documenti o i loro estremi in posti diversi come se fossero originali.

TRASLUCIDO - Aggettivo. Riferibile a superfici lisce e lievemente lucide che in qualche caso possono anche essere semitrasparenti (se il materiale è molto sottile). Si usa talvolta per descrivere le caratteristiche di qualche francobollo che malgrado una stampa opaca ha una superficie patinata piuttosto brillante e lucida.

TRASMETTERE/MISSIONE - Verbo e sostantivo derivato. Come verbo e' comune sinonimo di "inviare" o "spedire" ma indica piu' esattamente "far passare o trasferire" da un luogo o da una persona ad un'altro/a qualcosa. La differenza seppur sottile e' evidente per le trasmissioni radio o televisive che trasferiscono notizie musica o immagini e non oggetti, ma non lo e' quando nel linguaggio corrente si sente dire "ti trasmetto la posta, un documento, un libro ecc.". Il modo di dire e' oggi ambiguo perche' essendo possibile, non si comprende bene se la posta viene consegnata, spedita, trasportata o se, tradotta in onde elettromagnetiche, viene trasferita per via radio o telefonica. Questo spostamento di significato e' il risultato di un grande avanzamento tecnologico e di una adattamento del linguaggio da comune e letterale a burocratico, in genere assunto da alcuni ambienti tecnici di lavoro che hanno bisogno di parole convenzionali degli addetti ai lavori ed hanno pochi rapporti con un vasto pubblico. Nel campo filatelico e per le Poste ha infatti significato ambiguo in quanto indica o una spedizione di materiale postale vero e proprio o l’invio di una comunicazione elettromagnetica di qualsiasi tipo, derivata da una comunicazione scritta, mentre per l'utente postale indica nella stragrande maggioranza dei casi solo la spedizione reale di lettere e documenti. Le stesse osservazioni si possono riferire al sostantivo "trasmissione" che genericamente ha il significato di inviare notizie o musica attraverso onde elettromagnetiche via radio, televisione e telefono, mentre in un contesto postale, indica, quasi sempre una materiale spedizione di corrispondenze e pacchi da un luogo ad un altro.

TRASPARENTE - Aggettivo. Caratteristica fisica di solidi, gas e liquidi che seppur frapposti alla vista, lasciano vedere o intravedere che cosa c'e' oltre il loro spessore. In filatelia e numismatica hanno interesse alcune vernici trasparenti applicate per vario motivo ad alcuni francobolli e alla carta valore che permettono di vedere la stampa o le scritte coperte dal loro spessore. Ad esempio le vernici trasparenti fluorescenti che applicate ai francobolli, sfruttando le caratteristiche di alcuni speciali minerali, da qualche decennio (i primi esperimenti risalgono al 1944) permettono la bollatura automatica delle corrispondenze ed una protezione antifalsificazione dei valori postali. (Vedi "Fluorescenza"). Esiste una seconda vernice trasparente, detta interferenziale, utilizzata su alcune parti dei francobolli successivi al 1998 (Emissione ordinaria Donne e francobolli per il servizio Prioritario), che sono realmente trasparenti se guardate diagonalmente, ma che diventano cangianti (color oro metallizzato) e poco trasparenti se guardate verticalmente (all'interno di un cono di pochi gradi). Queste costosissime vernici dal mercato ristretto, hanno fondamentalmente funzione di sicurezza antifalsificazione nel campo dei valori postali e nella cartamoneta ma servono sopratutto per impedire la riproduzione a colori dei francobolli e della carta moneta a mezzo delle moderne fotocopiatrici che realizzano copie quasi indistinguibili dagli originali ma che in questo caso producono copie difettose nelle aree verniciate con le vernici interferenziali.

TRASPORTO - Sostantivo. nome generico di una operazione di spostamento di cose e persone da una localita' all'altra a mezzo di veicoli o persone. I trasporti postali sono complessivamente le operazioni di spostamento della posta da un luogo all'altro, effettuato con mezzi e persone di una struttura che nel caso italiano si chiama "Poste" (oggi Poste Spa). I trasporti, nonche' i mezzi e le strutture che li permettono, sono considerati strategici per una nazione, tanto da aver meritato a lungo nel nostro paese l’interesse di più Ministeri (Trasporti, Telecomunicazioni, Lavori pubblici, ecc.). In storia postale sono piuttosto interessanti alcuni trasporti di posta effettuati eccezionalmente o straordinariamente in occasioni particolari in concomitanza o in relazione ad esempio con viaggi unici, p.es, voli iniziali o sperimentali, oppure vicende militari, sportive e scientifiche temporanee (vedi p.es. trasvolate o anche piu' recentemente la ripetizione del viaggio di terra Pechino Parigi effettuato con mezzi delle Poste italiane). Citiamo anche un bollo del periodo fascista creato per i giochi sportivi di Livorno diventato famoso per un errore nelle diciture (Eccezzionale oppure Eccezionale).

TRASVERSALE ed anche TRAVERSO - Aggettivo, raramente sostantivato. Si connette con molte parole (via, partito, concetto, linea, ecc.). In filatelia si attribuisce talvolta a via, strada, cammino e simili per indicare un flusso postale che attraversa fisicamente un altro flusso in genere di piu' grande entita'. Ad esempio i "cammini traversi" sono quelli che in Sicilia in epoca prefilatelica percorrevano vie interne poco battute ma spesso piu' rapide per raggiungere, in alternativa alle strade costiere, le stesse destinazioni o anche destinazioni non raggiunte dai cammini normali. L'avvio dei cammini postali traversi e' in genere legato a nodi postali importanti laddove le corrispondenze devono esser divise per andare su strade diverse diagonali o ortogonali alla via principale.

TRASVOLATA/RE - Sostantivo e verbo derivato. Attraversamento di un territorio o di un oceano per via aerea e verbo connesso. Lungo volo aereo, senza sosta per mancanza di basi di rifornimento o di appoggio intermedie che rihiede tempo, grande conoscenza delle rotte e in alcuni casi anche di grande preparazione. Specialmente le prime trasvolate di mari e territori ebbero grande difficolta', incertezza e preparazione e sono considerate delle vere imprese storiche. La posta ebbe grande interesse a queste imprese in quanto il superamento per via aerea degli oceani (Atlantico, Pacifico) permetteva di ridurre enormemente i tempi di trasmissione delle corrispondenze e significava anche metaforicamente ridurre le distanze. Le prime trasvolate tentarono spesso infelicemnte di trasportare posta quale iniziale scopo e giustificazione dell'impresa e quindi sono oggetto di particolari studi filatelici in quanto la posta trasportata, se esistente, e' in genere poca e di grande valore documentario e venale. Anche se i primi trasporti postali aerei furono sulla terraferma o su mari interni, le prime vere trasvolate si effettuarono sull'Atlantico (Lindbergh, 1927, senza posta) e poi sul pacifico ma prima furono precedute da numerosi tentativi falliti, ricordate anche con
trasporti postali, francobolli e bolli speciali oggi rari che avviano le numerosissime collezioni di "trasvolate" realizzate da molti aerofilatelisti di molte nazioni. Per l'Italia esiste un grande capitolo collezionistico di grande interesse e valore dedicato alle "Trasvolate" in quanto agli esordi dell'aeronautica non piu' sperimentale (1925/35) il nostro fu uno dei primi paesi al mondo che tentarono e riuscirono ad effettuare trasporti postali aerei non solo interni e su mari vicini ma anche su oceani e su lunghe distanze (Trittici, Balbo ecc.).E' infatti italiana la prima trasvolata atlantica in formazione di stormo (1933) che apri' la strada a servizi aerei regolari per le Americhe, ma esistono anche trasvolate compiute dai francesi (Africa, Asia) e poi dagli Inglesi (India, Australia), dai tedeschi (Zeppelin) e poi dagli Statunitensi (Pacifico) che ereditarono,con lo sviluppo della loro aviazione militare dopo la II guerra mondiale, l'arte di aprire le strade del cielo alla posta, alle merci e ai passeggeri. Le Collezioni dedicate alle trasvolate sono difficili, la storia che sottintendono e' complessa, il materiale dei primi voli e' raro e costoso e quindi e' una specialita' per pochi Nei concorsi e' contenuta nella classe "Aerofilatelia".

TRATTA - Sostantivo dai numerosi significati. Quello che ci interessa si riferisce ad una distanza geografica fra due punti congiunti da uno o piu' sistemi di trasporto o di un percorso lungo da effettuare in qualsiasi modo ma a tappe. I viaggi, tra cui anche quelli postali, possono esser suddivisi in piu' tratte (o tappe) in relazione ai tempi di percorrenza, ai cambi dei mezzi di trasporto, alle condizioni delle vie e di altre combinazioni possibili. Specialmente i viaggi postali sulle grandi distanze, vengono divisi in più tratte, con soste e ripartenze nei nodi postali ove i sacchi postali sono scambiati e dove devono cambiare direzione, responsabilità di gestione o ancora attendere le coincidenze d'imbarco sui successivi mezzi di trasporto per giungere a destino. Nodi postali importanti sono i punti di scambio internazionale (confini, aereoporti, porti ecc.) o gli uffici postali che concentrano la posta proveniente da varie città per separarla in relazione alla direzione che devono ancora prendere o anche per cambiare sistema di trasporto (per es. passando da via di terra a via di mare o aerea o viceversa). Per una corrispondenza transoceanica italiana dal 1928 in poi, le tratte principali che si possono distinguere sono in genere 3, una di terra in Italia, una marittima o aerea ed un'altra di terra nel paese di destinazione. In passato le tratte erano piu' complesse di oggi ed erano sopratutto condizionate dall'esistenza o meno di convenzioni postali tra paesi confinanti e di tassazioni spesso pagate in parte in partenza e in parte in arrivo, in relazione agli scambi postali possibili tra paesi vicini o per trasporti effettuati per tramite di altre nazioni. Le tratte, specialmente ai primordi dei sistemi postali nazionali moderni (1840/60), distinguono quindi spesso le frazioni di tariffe postali spettanti alle diverse amministrazioni postali interessate al trasporto e sono quindi di particolare rilevanza nelle descrizioni del materiale nelle collezioni di storia postale.

TRATTAMENTO - Sostantivo. Indica l'insieme delle operazioni e dei procedimenti che permettono di raggiungere determinati risultati in qualsiasi materia. Il termine si usa frequentemente anche in filatelia per indicare per es. un metodo tecnico di lavoro (p.es. lavaggio dei francobolli) e in storia della Posta per indicare il sistema di movimentazione delle corrispondenze. Il trattamento delle corrispondenze e' per le Poste di qualsiasi paese fondamentale per ridurre i costi e accelerare il servizio. Viene in genere espresso in manuali di lavoro o di servizio che indicano al personale quali sono ad esempio le sequenze delle operazioni, da quante persone devono esser compiute, per quantita' stabilite di invii, e in quanto tempo devono esser concluse. Ottimizzando il trattamento delle corrispondenze si risparmia denaro e si velocizza il sistema. In gergo postale puo' essere sinonimo di lavorazione.

TRATTATO/ZIONE - Sostantivi. Il primo ha diversi significati Indica in un caso un'opera scritta, in genere sistematica di carattere tecnico scientifico, compresi anche alcuni studi ponderosi ed analitici di filatelia, in altri casi indica un documento complesso stipulato fra stati sovrani per regolare rapporti o patti reciproci, come ad esempio i trattati di pace o commerciali. Spesso nei patti fra Stati viene anche ricordato lo scambio postale che viene poi regolamentato con accordi specifici e dettagliati successivi tra i tecnici specialisti delle nazioni coinvolte. Per trattazione si intende lo svolgimento approfondito e sistematico scritto, ma anche verbale, di un argomento tecnico specialistico. Molti articoli filatelici lunghi sono delle trattazioni se non sono troppo superficiali su una materia troppo vasta e se esaminano tutti risvolti di un argomento ben definito.

TRATTEGGIO - Sostantivo. Modo di disegnare e di esprimere la profondita' di campo nella grafica, consistente nell'accostamento di linee sottili, in genere parallele, dalla diversa intensita' che possono definire sia la sagoma principale dell'immagine che i chiaroscuri. E' un sistema proprio di alcuni artisti o in genere dell'arte grafica che ha utilizzato il metodo anche per realizzare alcuni francobolli. Quasi tutti i francobolli calcografici utilizzano ampiamente nell'incisione delle lastre il tratteggio per dare il senso della terza dimensione o della profondita', con l’accostamento di linee sottili e parellele di diversa intensita', lunghezza, andamento o inclinazione, all’interno delle sagome dei disegni contenuti nelle vignette.

TRATTENERE - Verbo. Far ritardare qualcuno o qualcosa che si vuol muovere o anche tenere fermo qualcosa in un luogo per un certo tempo, oltre quello tecnico necessario alla normale attività. Il trattenere la posta significa fermarla nel suo cammino e ritardarla con grave danno per i corrispondenti. Fermare a lungo la posta puo' esser casuale o incidentale, e talvolta e' obbligatorio perche' legato a fatti importanti come ad esempio il controllo del contenuto o le censure politiche, economiche militari ed amministrative, superando anche il principio di riservatezza che il mondo riconosce alla posta. La presenza di fascette o nastri o ancora di bolli che indicano una apertura e una successiva richiusura degli invii, indica che le lettere sono state trattenute per un certo tempo in cui non hanno viaggiato durante il quale ne sono stati controllati i contenuti. In genere la posta trattenuta per qualche motivo giustificato ha delle segnalazioni su di se, per es. bolli o le suddette fascette o indicazioni che giustificano il ritardo ; quella trattenuta per errore in genere non ha altre segnalazioni che le date dei bolli di partenza e arrivo, mente quelle trattenute e ritardate per incidente contengono spesso bolli con la motivazione del ritardo (incidente areo, naufragio, incendio ecc.). (Vedi anche "trattenuta")

TRATTENUTA - Aggettivo spesso congiunto alla parola corrispondenza per indicare che l'invio fu fermato nel suo cammino per qualche motivo casuale o giustificato. Molta posta censurata del periodo della II guerra mondiale porta su di se un bollo in cartella che dice "corrispondenza trattenuta dalla censura dal..., al..." in modo da giustificare il ritardo nella consegna. In una forma addolcita utilizzata nella prima guerra mondiale, talvolta la parola trattenuta e' stata sostituita da "ritardata" che comunque ha lo stesso significato. In tempo di pace puo' verificarsi lo stesso problema ma legato a fondati motivi fiscali. I controlli di corrispondenza sospetta per contenere valuta o sostanze proibite o pericolose, comporta la fermata dell’invio, qualche controllo a vista o al tatto, altri controlli con macchine a raggi X, ma non permette alle autorita' di polizia l'apertura. La lettera viene quindi trattenuta, il destinatario viene chiamato negli uffici della polizia postale e intimato di aprirla in presenza di funzionari e quindi consegnata nelle parti consentite al destinatario. Se si rifiuta l’apertura pubblica l'invio viene ancora trattenuto per un tempo indeterminato o fino a quando qualche elemento di controllo consente alle autorita' la consegna o anche viene resa al mittente.

TRATTINO - Sostantivo. Piccolo segno in genere ad andamento orizzontale, un breve segmento di linea, utile nella grafica e nella scrittura (si frappone per es. tra due parole o frasi o indica l'inizio di un capoverso). Nel disegno delle vignette dei francobolli italiani sono stati talvolta impiegati dei trattini,specialmente per separare parole o concetti di alcune diciture. Ad esempio quelle al pedice delle vignette.

TRATTO - Sostantivo e aggettivo (dal verbo trarre). In genere come sostantivo indica un breve segmento di linea diritta o curva utilizzato nel disegno e nella grafica. Nei disegni essenziali l'accurata e sapiente disposizione e miscelazione dei tratti compone figure e chiaroscuri formando l'immagine. Specialmente nelle immagini di piccole dimensioni, come nelle vignette dei francobolli, l'uso del tratto e' determinante per dare forma e ombre ai soggetti e rendere le figure riconoscibili. Lunghezza, ondulazione, spessore e accostamento di piu' tratti (il tratteggio - vedi voce dedicata) sono quindi alla base della realizzazione delle vignette e, in alcuni tipi di stampa (calcografia), sono il sistema migliore per dare in pochissimo spazio tridimensionalita' e profondita' di campo al soggetto. La grande abilita' dei bozzettisti e degli incisori delle matrici delle vignette filateliche sta proprio nella distribuzione spaziale ed artistica dei tratti con i quali dare forma alle immagini.

TRENO - Sostantivo. Nel linguaggio comune indica un mezzo di trasporto pubblico composto da una motrice motorizzata che trascina dei vagoni su una strada metallica fissa (binari) propria ed esclusiva che tocca citta' e cittadine per trasportare merci e passeggeri da un punto all'altro di una nazione su brevi e lunghi percorsi, a orari stabiliti. Fa parte di un sistema di trasporti a rete e a nodi, strategico e insostituibile ovunque ci siano persone e merci, adatto a facilitare i loro spostamenti a basso costo. Nella storia della posta i treni hanno avuto sempre importanza straordinaria in quanto, specialmente dalle origini, ad essi fu affidato il compito di trasferire la maggior parte del corriere postale nazionale ed internazionale. Anche se i treni non toccano tutte le citta' e cittadine, riducono comunque le distanze e accelerano i tempi di consegna della posta. Il legame tra posta e treni e' sottolineato dal fatto che molti vagoni ferroviari sono ancora oggi appositamente costruiti ed attrezzati per i trasporti postali e per decine di anni, dalle origini fino al 1980 circa, alcune speciali vetture furono attrezzate di veri e propri uffici postali viaggianti, detti Ambulanti, dotati di personale e di bolli (con la dicitura "Ambulante" - vedi voce dedicata su questo stesso testo) per accettare sulle banchine delle stazioni la posta direttamente dagli speditori. Inoltre nello stesso periodo ed ancora oggi sulle tratte piu' importanti alcuni vagoni dei convogli o addirittura interi convogli sono stati e sono tuttora destinati al solo trasporto dei sacchi postali. Tra il 1950 ed il 1980 gli uffici ambulanti sui treni furono gradualmente eliminati ma fu mantenuto su qualche tratta il solo servizio di bollatura delle corrispondenze (non quello dell'accettazione) consegnate dai mittenti alle banchine ferroviarie o caricate dalle Poste sui treni senza bollatura (treni "Messaggeri - vedi voce su questo stesso testo). Gli uffici postali ambulanti ed i messaggeri ebbero numerosi bolli propri, che sono stati e sono ancora oggetto di studi e di collezionismo specializzato. Anche i bolli con la dicitura "Turno" nella corona (vedi voce dedicata su questo stesso testo) hanno origine dagli uffici postali sui treni. Le collezioni marcofile esistenti, dedicate alla posta bollata sui treni sono molte e la letteratura specializzata e' ampia permettendo la costruzione di elaborati complessi e varabili in relazione al tempo in quanto la rete postale italiana e' cresciuta e si e' adeguata a quella ferroviaria col passare degli anni, dalle origini fino all'avvento della rete postale aerea notturna che ha gradualmente ridotto l'importanza dei trasporti postali ferroviari nazionali sulla media e lunga distanza. La prima ferrovia fu realizzata in Gran Bretagna utilizzando locomotive inventate da Stephenson (1830 circa). In Italia la prima ferrovia congiunse Napoli con Portici (1839) ma non ebbe funzione postale ; solo piu' tardi, col crescere della tecnologia ferroviaria i treni ebbero il compito dei trasporti postali, come ad es. accadde per le Ferrovie del Granducato di Toscana (La Leopolda e altre) che divennero anche esclusiviste postali, potendo affrancare e consegnare la posta in proprio per oltre un decennio prima dell'unificazione dell'Italia. Gli antichi Stati italiani avviarono praticamente i trasporti postali ferroviari che furono ereditati dai sardi e che sono, in parte, ancora oggi il nucleo principale del trasporto postale ordinario nel nostro paese. Anche se tra il 1970 ed oggi si e' avviata la rete postale aerea notturna che copre le maggiori distanze allo stesso prezzo con maggiore velocita' e che ha ridotto il rapporto Poste/Ferrovia, l'arrivo dei treni ad alta velocita' puo' far tornare il massimo interesse delle Poste ai trasporti postali ferroviari in quanto le stazioni, tutte dotate da tempo immemorabile di strutture postali funzionanti, si trovano all'interno delle citta' e quindi sostanzialmente piu' vicine, ai centri di ripartizione, distribuzione e di arrivo o di partenza delle corrispondenze trasportate.
In filatelia hanno anche importanza oltre ai vari bolli citati, anche quelli, in genere amministrativi, di alcuni treni speciali che furono talvolta preparati per avvenimenti straordinari (treni militari, ospedale) o anche i bolli legati a disastri ferroviari (crash) che provocarono la distruzione o il danneggiamento di molte corrispondenze, poi ugualmente recapitate. Le corrispondenze che li contengono hanno grande interesse e discreto valore commerciale ed un buon numero di collezionisti specializzati che le associano a quelle simili, derivate da disastri marittimi ed aerei.

TRIANGOLO/ARE - Sostantivo e aggettivo derivato. Come sostantivo indica una superficie piana delimitata da tre lati rettilinei, che puo' essere regolare o irregolare. I Triangoli regolari si possono distinguere in T. Rettangoli (con un angolo retto), Ottusangoli( con un angolo ottuso) e Acutangoli (con tutti angoli acuti) o anche in T. Equilateri (i lati lunghi uguali), Isosceli (due lati uguali) o Scaleni (tutti i lati diversi). Le superfici triangolari anche in filatelia possono essere infinite, ma solo le forme regolari hanno avuto utilizzazione per realizzare francobolli in quanto solo queste possono essere stampate in multipli su superfici piu' grandi contenenti piu' triangoli senza avere un forte sfrido della carta pregiata. Solo alcune nazioni (come ad es. Capo di Buona Speranza, San Marino, Lituania ecc.) nel tempo hanno prodotto francobolli triangolari, in genere di forma isoscele, ma si sono complicate la vita ed hanno avuto costi superiori alla media in quanto per produrre fogli di francobolli con le macchine da stampa e dentellatrici esistenti, hanno dovuto ricorrere ad artifici (francobolli tete beche) a punzoni speciali, a separazioni complesse e via dicendo. La forma triangolare e' oggi pressoche' dimenticata ma potra' forse ancora essere utilizzata in futuro per produzioni filateliche limitate e speciali non adatte al consumo quotidiano. L'aggettivo "triangolare" ovviamente si riferisce a superfici delimitate su tre lati.

TRICOLORE - Sostantivo ed aggettivo. Come sostantivo e' la denominazione volgare della nostra bandiera nazionale, ma puo' esserlo di qualsiasi altra nazione che nel suo vessillo contiene tre colori diversi. Come aggettivo e' in genere riferto a oggetti che nella loro unita' contengono tre colorazioni distinte. In Filatelia l'aggettivo talvolta accompagna la parola affrancatura,volendo significare che i francobolli applicati (tre o piu' di tre) su un invio sono di tre colori diversi. Le affrancature tricolori composte da tre o piu' francobolli della stessa emissione hanno grande pregio ed un forte plusvalore rispetto alle affrancature singole e multiple e sono quindi molto ricercate dal collezionismo avanzato. Sono possibili in genere nell'uso di francobolli ordinari definitivi che disponendo di un ventaglio di valori di facciale, talvolta si combinano tra loro in affrancature corrispondenti a tariffe perfette. Affrancatura tricolore e Tricolore si possono confondere in un unico caso filatelico,per il quale, per ironia della sorte, nel Lombardo Veneto percorso dall'anelito rivoluzionario nazionale alcuni patrioti realizzarono con emissioni filateliche (quindi filoaustriache) alcune affrancature in tariffa con francobolli di colore bianco, rosso e verde (quindi con i colori della desiderata bandiera italiana). L'affrancatura era possibile utilizzando un intero e due francobolli che in barba all'invasore, proponevano una affancatura perfetta che sottintendeva un'espressione patriottica pubblica e"legale".

TRIELINA - Sostantivo. Nome popolare del Tricloroetilene, liquido volatile appartentemente simile all'acqua, prodotto dall'industria chimica per uso industriale (solvente) o per uso domestico (per smacchiare e sgrassare) che permette il viraggio di alcuni tipi di colori e modifica altre sostanze. E' praticamente presente in tutte le case ed e' quindi uno dei piu' disponibili prodotti chimici per tentare di intaccare le caratteristiche fisiche dei francobolli. La trielina modifica per esempio i colori di stampa di moltissimi francobolli e provoca l'abbattimento della fluorescenza variandone sensibilmente le caratteristiche fisiche originarie, consentendo quindi a qualcuno di spacciare gli esemplari cosi' modificati come varieta' pregiate. Il raggiro perpetrato non e' spesso facilmente scopribile, ma alcuni specialisti possono riconoscere il materiale modificato e scoprire il trucco utilizzato da persone di pochi scrupoli per gabbare dei filatelisti a caccia di rarita' inesistenti.
L'azione della trielina sui francobolli e' normalmente rapida poiche' bastano pochi minuti di immersione nel liquido incolore per provocare variazioni irreversibili ma le variazioni provocate sui francobolli sono tanto piu’ evidenti e quindi scopribili, quanto piu’ a lungo gli esemplari rimasero immersi nella trielina.

TRITTICO - Sostantivo. Nome filatelico, ereditato dalla storia dell'arte, di gruppi di tre francobolli composti da tre vignette diverse, spesso anche graficamente coerenti, congiunti tra loro a mezzo della dentellatura. Nella filatelia italiana i trittici finora prodotti non sono molti perche' sono costosi e di non agevole realizzazione. Il piu' celebre fu realizzato nel 1933 per ricordare la trasvolata atlantica in formazione di stormo compiuta da 20 idrovolanti dell'aeronautica militare guidati dal Gen. Italo Balbo e da altri comandanti e relativi equipaggi che ebbero anche il compito di trasportare posta affrancata in tariffe particolari con i trittici in questione. Questi francobolli furono pero' a lungo contestati dall'Upu e dalla filatelia di altre nazioni in quanto prodotti su iniziativa privata, solo sostenuta dalla Poste Italiane per ragioni di Stato. I trittici di cui si dice sono in realta' 20 diversi, in quanto in ogni foglio composto da 20 esemplari completi, ne fu sovrastampato uno col nome abbreviato del comandante di ogni aereo che fece la trasvolata. Da questi primi esemplari ne derivarono altri tra cui il servizio di Stato n.1 italiano, francobollo utilizzato solo per posta di stato e alcuni francobolli coloniali italiani. Nel tempo, nel periodo repubblicano, ne furono prodotti altri che pero' non sono cosi' famosi ed importanti come quelli citati. Il problema che tali emissioni pongono sono relativi al fatto che i trittici possono esser considerati una unita' (nei cataloghi talvolta lo sono malgrado che si tratti di tre vignette diverse spesso dal diverso disegno e valore di facciale) oppure tre francobolli diversi ciascuno con numero di catalogo proprio. Per i trittici Balbo il problema e' maggiore in quanto soltanto i tre francobolli insieme potevano coprire la tatariffa postale della lettera trasportata nel volo verso l'America, ma esistono esemplari separati dello stesso trittico e perfino corrispondenze di vario genere e destinazione affrancate con trittici incompleti. Nel periodo repubblicano che ha qualche emissione effettuata in trittico, il problema e' minore in quanto ogni francobollo componente e' stato considerato dalle Poste separabile e quindi ha numerazione e impieghi propri. Come i trittici Balbo, quelli repubblicani hanno avuto la sorte di affrancare ancora uniti un solo tipo di corrispondenza in perfetta tariffa. I francobolli nati in trittico per il collezionismo dovrebbero essere conservati congiunti ed hanno maggior valore ed interesse se sono anche applicati su corrispondenze ancora uniti tra loro. Fanno eccezione solo gli impieghi disgiunti dei francobolli dei trittici Balbo che se utilizzati all'epoca su corrispondenze naturali hanno maggiore rarita' e valore degli usi congiunti. In epoca repubblicana sono anche nati francobolli diversi congiunti in numero superiore a tre. Per questi valgono le stesse osservazioni qui riportate per i trittici repubblicani.

TRUCCO/CARE/CATO - Sostantivo e verbo ed aggettivo collegati. Hanno diversi significati in relazione al contesto in cui le parole vengono impiegate. Se utilizzate per esempio nella Cosmetica indicano un sistema di abbellimento delle persone a mezzo di creme, belletti e profumi ; se utilizzate nel gergo teatrale e nello spettacolo indicano una materia di studio e un'arte per creare personaggi completamente diversi dagli attori che li interpretano. Se pero' sono utilizzati come termini generici, tendono ad indicare un imbroglio, una truffa, un sotterfugio, una operazione nascosta adatta a far apparire una cosa al posto di un'altra per ingannare il prossimo e per ottenere denaro indebito. In filatelia assume quasi esclusivamente quest'ultimo significato in quanto indica una manipolazione per nascondere difetti o mancanze in francobolli e posta per poterli vendere con un maggior utile. I francobolli truccati a cui quasi per magia sono scomparsi difetti (di dentellatura o assottigliamenti o tracce di linguella), sono piuttosto frequenti in quanto i francobolli perfetti hanno una quotazione di mercato molto piu' elevata ; posta con bolli postumi o anticipati applicati nascostamente per creare una rarita' postale o francobolli a cui e' stata sostituita una filigrana con un'altra sono altri tipi di trucchi filatelici che per alcuni imbroglioni sono un buon sistema per sbarcare il lunario. In genere i trucchi filatelici non sono considerati falsificazioni perche' si tratta sempre di materiale originale abilmente e nascostamente manipolato approfittando di qualche facilitazione insita nel materiale stesso, ma dal punto di vista legale rappresentano sempre, come le falsificazioni, una truffa. La difesa del collezionista si attua inviando il materiale dubbio, sospetto o dal prezzo molto inferiore al ragionevole ai periti, ma anche se le perizie filateliche spesso scoprono il trucco, talvolta l'abilita' dei "truccatori" e' cosi' grande da ingannare intere generazioni di collezionisti e schiere di periti. Specialmente in caso di acquisti importanti e' sempre il caso di chiedere la perizia del materiale prima di pagare.

TRUPPA - Sostantivo. Denominazione generica dei militari di bassa forza, denominati soldati, che si distinguono dagli ufficiali che li comandano. Questa distinzione e' importante per la filatelia in quanto i soldati di truppa e non i graduati e gli ufficiali, hanno avuto diritto per decenni alla tariffa postale ridotta sulle corrispondenze ricevute (non per quelle spedite). Dalle origini d'Italia,fino al 1998 solo i soldati semplici in Italia potevano infatti ricevere posta ordinaria (senza servizi aggiunti) affrancata con la meta' della tariffa corrente e in tempo di guerra delle speciali cartoline da spedire in franchigia. Contemporaneamente gli ufficiali in tempo di guerra ebbero uno sconto tariffario attivo del 50% sulle stesse cartoline o su altri interi preaffrancati (vedi caso della busta da 10 c. Leoni della I guerra mondiale) ma nessuna tariffa agevolata in arrivo. Riassumendo, i militari di truppa hanno goduto sempre, dalle origini fino all’agosto del 1998,di una riduzione tariffaria passiva pari al 50 % delle tariffe semplici ordinarie e di una franchigia totale contingentata attiva in tempo di guerra. I graduati invece hanno goduto di una tariffa ridotta attiva pari al 50% solo in tempo di guerra ma nessuna tariffa ridotta attiva o passiva in tempo di pace.

TURACCIOLO - Sostantivo. Parola che indica un piccolo strumento in genere di sughero, di forma cilindrica, adatto a chiudere e sigillare bottiglie o contenitori, che non ha molto a che fare con la filatelia. Esiste pero' un riferimento storico interessante che racconta di un turacciolo di sughero, idoneamente scolpito su uno dei suoi lati tronchi, utilizzato, in mancanza di altri strumenti idonei, come bollo postale. Si tratta di un bollo utilizzato dalle truppe di occupazione francesi quando cacciarono le truppe italiane dal Fezzan, che fu "inventato" da un solerte militare per bollare ed inoltrare con la parvenza della realta' le corrispondenze spedite nei giorni successivi all'occupazione degli uffici postali ex-italiani in Fezzan. Le corrispondenze con l'impronta di questo bollo non sono molte e sono ricercate dal collezionismo storico postale italiano e francese specializzato che si occupa di quell'area africana.

TURCHESE - Sostantivo. Nome di una pietra semipreziosa di colore azzurro/verde che e' divenuto per questo motivo il nome di un colore, il Turchese, spesso impiegato in varie tonalita' nelle vignette di molti francobolli di tutto il mondo. Molti cataloghi internazionali del passato nel definire i colori dei francobolli citano il turchese intendendo una tinta azzurro verdastra, ma con le nuove scale cromatiche,adottate anche dalla filatelia, e sapendo che le miscele e le sovrapposizioni di colori utilizzate per la stampa dei francobolli sono oltremodo variabili,i nuovi cataloghi hanno adottato altre definizioni per tutti i colori, compreso il turchese che risulta però troppo generico per definire le sue numerose tonalità. Ad esempio una cosa e' dire azzurro verdastro ed un'altra dire verde azzurro o verde azzurrastro. Seppur in ambedue i casi si intende un colore simile al turchese),il primo e' un azzurro con infiltrazioni verdi, il secondo e' un verde con infiltrazioni azzurre, distinguendo cosi' un esemplare piu' azzurrastro da un'altro prevalentemente piu' verdastro.

TURISMO/STICO - Sostantivo e aggettivo derivato. Il sostantivo indica lo spostamento temporaneo di persone dalla loro sede abituale ad altre sedi provvisorie, in genere per brevi periodi a scopo di vacanza o di svago. Le conseguenze del Turismo sono importanti anche per la posta in quanto le localita' turistiche modificano sensibilmente la loro necessita' di servizi e di rifornimenti in relazione all'affluenza turistica e quindi pongono in difficolta' le strutture postali per l'irregolarita' dei bisogni (p.es. rifornimenti di francobolli) e per volumi e frequenza di trasporti. Questi periodi sono quasi sempre prevedibili e coincidono spesso con l'estate ed i periodi di vacanza degli italiani e del turismo internazionale. Il rafforzamento temporaneo di molti uffici a maggior traffico estivo e' ormai diventato di routine, ma nel passato (anche recente-1950/90) fu necessario alle Poste italiane perfino la formazione di uffici postali temporanei in località non servite (sportelli avanzati) o l'invio di speciali uffici postali mobili su camion e pullmann attrezzati. I particolari bolli postali di questi speciali uffici sono piuttosto rari e ricercati dal collezionismo specializzato. Anche l'infelice esperimento delle macchinette distributrici di francobolli (f. in bobina) in Italia nacque sopratutto in funzione al flusso turistico, ma fu rapidamente abbandonato per il continuo danneggiamento e furto effettuato dal pubblico in luoghi non sorvegliati da maestranze postali o dalla polizia. L'aggettivo si aggrega a molti sostantivi : ricordiamo nel settore che ci interessa le numerose emissioni filateliche dette "Turistiche" in quanto furono previste per promuovere il turismo celebrando localita' ad alta vocazione turistica.(vedi "Turistica").

TURISTICA - In genere aggettivo ma in filatelia italiana la parola e' stata sostantivata per indicare una serie di emissioni annuali del periodo Repubblicano che avevano l'intendimento di promuovere la conoscenza nazionale ed internazionale di alcune cittadine storiche, culturali, montane, marine, climatiche ecc. a forte vocazione turistica. Le vignette di queste emissioni contengono esclusivamente scorci o panorami delle localita' interessate. Secondo la classificazione ufficiale delle Poste italiane la prima emissione "Turistica" e' del 1973 (Carnevale di Viareggio), seguita da un'altra sempre nel 1973 (Torre di Pisa) e poi ancora seguite regolarmente, anno dopo anno,fino ad oggi (2002) da 28 emissioni spesso composte da diversi esemplari (anche di 4 francobolli) in genere dallo stesso valore di facciale, la cui espansione ha permesso un particolare collezionismo specializzato di vario tipo (tradizionale, storico postale, tematico) che considera soltanto queste emissioni. Le "turistiche" qui ricordate non devono infine esser confuse con altre simili dedicate dall'Italia alla celebrazione di localita' e citta'. Ne esistono infatti altre intitolate p. es. "Turismo" o simile che non fanno parte di questo gruppo perche' non non ebbero, per la loro nascita, la motivazione della promozione turistica come invece fu per queste.

TURNO - Sostantivo. Periodo di tempo di molte occupazioni e lavori che richiedono la copertura del servizio oltre le otto normali ore lavorative. In tali casi molti lavoratori si alternano in periodi, detti turni, in modo da mantenere stabile la continuita' del servizio. Alcune grandi aziende e molti servizi di interesse pubblico, richiedono un lavoro a turni successivi e continui, suddiviso spesso in 4 periodi giornalieri di 8 ore per coprire tutto l'arco della giornata. Si definisce in genere 1° turno quello che va dalle ore 6,00 alle 14,00, il 2° dalle 14,00 alle 22,00 e via dicendo fino alla copertura delle 24 ore giornaliere, ma possono esser adottati altri metodi di divisione in relazione a lavori piu' pesanti o a coperture del servizio inferiori alle 24 ore. Il lavoro a Turni e' tipico anche delle Poste e di alcuni servizi connessi con i trasporti postali che devono esser espletati nell'arco delle 24 ore. In alcun casi la Parola "Turno" seguita in genere da un numero, e' stata perfino utilizzata in alcune scritte in alcuni bolli postali annullatori. Si tratta o di bolli interni alle Poste o di altri applicati su corrispondenze bollate su uffici postali mobili come quelli sui treni ambulanti o messaggeri. Le corrispondenze che mostrano tali annulli sono piu' pregiate di altre essendo stato sempre limitato il loro impiego e pertanto sono diventate oggetto di collezionismo e di letteratura specializzate. Ad essi e' collegata per es. la velocizzazione dei trasporti postali degli anni 1960/80, ma con l'avvento della rete aerea postale notturna che dal 1970 ha sostituito in parte il trasporto postale sui treni, i bolli annullatori con la dicitura "Turno n...." si sono gradualmente ridotti fino a cessare la loro funzione intorno alla fine del 2000 col termine del lavoro di bollatura sui treni.

TURRITO/A - Aggettivo. Riferibile a qualsiasi cosa che ricordi o abbia la forma o contenga riferimenti alle torri, ossia a edifici a sviluppo verticale e a base ridotta rispetto al corpo dell'edificio a cui sono connesse e che quindi emergono in altezza. Non ha particolari riferimenti filatelici ad esclusione del fatto che l'aggettivo, in questo caso soggettivato, e' una delle denominazioni volgari di una importante emissione filatelica italiana repubblicana: la Turrita, altrimenti detta "Siracusana" o anche "Italia Turrita" nella quale l'unico soggetto delle numerosissime vignette prodotte e' il volto di profilo di una donna (l'Italia) con il capo cinto da una corona di torri (immagine tratta da una moneta dell'antica Siracusa).
Si tratta di una emissione complessa, nata originariamente nel 1953, vissuta fino all'inizio del 1988, a cui appartengono oltre 170 francobolli tipo diversi che hanno accompagnato gli italiani per ben 36 anni e che quindi si e' sviluppata in cosi' numerosi esemplari per seguire l'andamento dell'inflazione monetaria di questo lungo periodo.
 

 

il postalista