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Vite corsive di Marco
Nundine - Ibiskos Editrice Risolo,
www.ibiskoseditricerisolo.it
, Empoli 2008, 178 pagine, brossura, ISBN 978-88-546-0448-3, euro 13,00
Pubblicato nella collana Minimal Yellow narrativa, il testo
può essere paragonato ad un giallo poliziesco ambientato nel futuro. Questa
volta invece del solito, il protagonista è un filografo (neologismo generato
per gemmazione dal termine “filografia”) a cui è demandato in qualità di
esperto di risolvere la lettura di un brano di lettera scritta in corsivo
ritrovata fra le mani della vittima o perlomeno trovare le tracce per una
pista per le indagini riguardo tale omicidio. Perché la trama è immaginata in
un futuro non ben precisato: la cosa sicura è che in questo domani nessuno sa
più leggere la scrittura corsiva. Corsivo è il participio passato del verbo
latino correre e la parola scritta in corsivo, senza più lettere staccate fra
loro come nello stampatello, può diventare fluente. Non è una nuova idea
quella di non riuscire più a leggere il corsivo (mentre lo stampatello è
risultato intramontabile nei secoli): senza andare troppo lontano nel tempo
infatti le scritture in corsivo ritrovate sui muri come graffiti negli scavi
di Pompei risultano per noi incomprensibili, segno che si configura un tratto
di scrittura più corruttibile dal tempo e dalla cultura.
L’interessante è che l’autore fa procedere la trama del giallo attraverso il
rivolgersi ad un filografo per poter decifrare uno scritto (ieri lo si avrebbe
chiamato semplicemente un esperto calligrafo, oggi un semiologo, domani un
filografo) quasi che la scrittura corsiva sia diventata in sé un codice,
concetto per noi e per il momento ancora bizzarro ma non del tutto da
scartare. Il nostro è il mondo della comunicazione: verbale, telefonica,
scritta (SMS prima di tutto) e il continuo decadimento numerico delle lettere
scritte a mano che riceviamo può essere una prova che alla fine la rivoluzione
digitale del secondo millennio avrà ormai cancellato il corsivo. Il presagio è
di un mondo il cui passato presto svanirà nell’effimera vita di uno stile di
comunicare senza più carta, senza più inchiostro. Un mondo senza più lettere:
ma la filografia domani sarà una nuova scienza dotta, oggi è invece solo un
aspetto del collezionismo.
Danilo Vignati
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Elena Cortesi - Reti
dentro la guerra, corrispondenza postale e strategie di sopravvivenza
(1940-1945) - Carocci editore www.carocci.it
, Roma 2008, 198 pagine, brossura, ISBN 975-88-430-4405-4, euro 19.10
Pubblicato con un contributo del
Dipartimento di Discipline Storiche dell’Università di Bologna, il volume
rappresenta per l’autrice non un traguardo (alla base vi è la sua tesi di
dottorato) quanto un successivo sviluppo teso a capire quale impatto ebbe la
Seconda guerra mondiale (una guerra del tutto totale come viene da alcune
parti incisivamente definita) sui ritmi quotidiani, sulle relazioni sociali,
sui tempi/spazi esteriori e interiori, sui sentimenti, le emozioni,
l’immaginario e le mentalità di militari e civili. Il testo ritiene che gli
studi del genere sulla seconda guerra mondiale non siano ancora andati
sufficientemente a vedere quali segni quel trauma abbia lasciato, quali vie ha
aperto e quali ha chiuso per la generazione dell’epoca e per quelle
successive. Mentre invece gli studi del genere abbondano per il periodo della
guerra del 15-18.
La scommessa dell’autrice è stata quella di concentrare l’analisi su tutta la
corrispondenza che, in originale o in documentazione, fosse disponibile presso
gli organi centrali che organizzavano il lavoro della censura postale. Quindi
una fonte già scelta rispetto all’ipotetica risorsa dal commercio attraverso
le lettere scampate sia dall’oblio del tempo e dalla comprensibile ricerca di
una inevitabile damnatio memoriae. Viene sviluppato quindi il concetto di
corrispondenza postale come strategia di sopravvivenza alla guerra e nel
successivo capitolo come strategie di sopravvivenza nelle lettere degli
italiani. Attraverso la lettura di centinaia di frasi estrapolate dalle
lettere affiora un’umanità lacerata dagli eventi da tutto ciò che di più caro
potesse legarli alla vita e al quotidiano perduto ed evocato. Non mancano
pensieri struggenti che danno veramente un’idea del dolore che ha accomunato
un’intera nazione e che ha trovato nella corrispondenza postale un modo o un
mezzo, a volte unico, per aggrapparsi ad un futuro di cambiamento che sarebbe
poi arrivato solo con la fine delle ostilità. Una disperazione che non vedeva
una via d’uscita dagli eventi traumatici quotidiani che sembra non avessero
mai fine, ma se ciò che chiamiamo disperazione è in realtà la dolorosa
impazienza della speranza non alimentata, moltissimi scritti qui raccolti
rappresentavano invece un modo per sperare, per condividere le preoccupazioni,
per fissare e lanciare lontano da se l’orrore della guerra. Con un occhio
anche rivolto al mondo della censura sapendo ciò che si può e non si può
scrivere.
Danilo Vignati
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M. Ferroni - M. Serone -
10 CENTES. PRIMA EMISSIONE DEL LOMBARDO VENETO - 152 pp. - ill. a colori e b/n
- brossura - ed. 2009 In italiano, inglese e abstract in tedesco - € 30,00
reperibile
www.vaccari.it
E-mail info@vaccari.it
Anni di studio dei due autori solo sul francobollo da 10 centesimi della prima
emissione del Lombardo Veneto sono condensati in questo volume secondo un
approccio scientifico per riprendere gli aspetti tecnici e verificare con gli
occhi di oggi quanto è già stato scritto nel passato da altri illustri
collezionisti senza dimenticare spunti di approfondimento più moderni.
L’approccio è di tipo classico descrivendo minuziosamente la vignetta
attraverso il progetto tipografico e la sua realizzazione di stampa. Sono
motivati i dubbi riguardo i quantitativi delle tirature proponendo valori
differenti rispetto a quelli ipotizzati da nomi prestigiosi del passato come
Müller, De Frank, Provera e Huber: infatti, gli autori ritengono plausibile
una tiratura per i francobolli in carta a mano maggiore delle stime
precedenti; per la carta a macchina ribalta invece i dati accettati nel tempo
proponendo una tiratura di circa 300.000 esemplari certamente inferiore agli
800.000 finora stimati.
Non manca di affrontare il problema della carta, della filigrana, delle sue
tipologie e la misurazione degli spessori diversi e viene proposta una
elencazione finora inedita delle località in cui fu utilizzato il 10 centesimi
carta a macchina.
Lo studio continua quindi ad affrontare il consueto approccio specialistico
sui francobolli del Lombardo Veneto per mezzo dell'esame delle numerose
caratteristiche tipografiche, delle prime tirature e della progressiva usura
dei cliché, che agevola la cronologia di apparizione delle varianti.
Inevitabile anche la disanima degli spazi tipografici, della distanza fra
francobolli all'interno dei fogli di stampa, dei punti di registro nei
margini, della stampa a margine, dei vari tipi di decalco, degli stemmi in
risalto, delle stampe a fisarmonica (pieghe di stampa), dei bordi di foglio e
delle croci di S. Andrea.
Un’accurata stampa del volume fa apprezzare la parte di studio dedicata ai
colori, individuando ben 10 tonalità per la carta a mano e 4 per la carta a
macchina.
Lo studio di stampo “cartotecnico” passa quindi la mano alla visione storico
postale dell'utilizzo di tale francobollo prendendo in esame gli usi in città,
nei distretti, le tariffe speciali e gli usi particolari di navigazione e
modulistiche d'epoca. Attingendo immagini da grandi collezioni specializzate,
sono illustrati i pezzi con le affrancature più spettacolari: le tre strisce
di otto conosciute e alcune grandi affrancature, usi particolari, frodi, "forwarded"
e i pezzi più rari della carta a macchina. Per poi passare alle molte
affrancature miste e alle date estreme d'uso; per finire con uno studio
approfondito sulle ristampe e su alcune loro particolarità.
E questa è solo la prima parte del volume: la seconda descrive con
illustrazioni anche ingrandite i molti difetti costanti di cliché con i
difetti più vistosi e noti, senza dimenticare che per qualcuno è stato
possibile mostrare i vari stadi di deterioramento del cliché tipografico
caratterizzanti gli anni di utilizzo per la stampa. Secondo gli autori questo
è il primo volume; la loro ambizione è di continuare con gli altri valori
della serie.
Danilo Vignati
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Storie di posta Nuova
serie Volume 1 - CIF Editore, Milano 2010, 176 pagine tutte a colori, euro
18,00,
www.unificato.it
Riprende dopo una pausa di un anno e mezzo (l’ultimo numero
era uscito nel maggio 2008) la pubblicazione della rivista Storie di Posta,
voce ufficiale dell’Accademia Italiana di Filatelia e Storia Postale. Cambiato
l’editore (prima Editoriale Olimpia la stessa di Cronaca Filatelica, adesso
CIF Catalogo Unificato) mantiene lo stesso formato ma cambia la cadenza: da
semestrale passa ad annuale.
Quindi più che una rivista diventa quasi un libro: questa prima uscita di
gennaio 2010 conta 176 pagine e l’unico difetto sembra il peso: se prima era
agevole leggerla in poltrona ora per non stancare il polso occorre sicuramente
un piano d’appoggio.
I contenuti sono quelli a cui ci eravamo abituati: alla fin fine la ricerca di
un collezionismo filatelico controcorrente se intendiamo la corrente un certo
conformismo al normale commercio filatelico. Perché parafrasando al contrario
l’incipit di Anna Karenina tutti i filatelici infelici si somigliano; ogni
filatelico felice è invece appagato a modo suo, sembra quasi il leit motiv di
tali letture e sicuramente lo spunto per deviare dalla strada già percorsa da
altri nel collezionismo filatelico. Come il breve pezzo una “Faccenda da
esposizione” che invita ad una maggior consapevolezza nell’acquisto e
nell’apertura mentale verso tutti i francobolli o l’altro articolo “Eccome se
esiste! E non è una varietà” (entrambi contenuti nella rubrica Spunti e
appunti) in cui si da enfasi all’introduzione ufficiale nel catalogo Unificato
della tiratura con inchiostro oleoso di alcuni francobolli del Pontificio.
Tiratura quindi di francobolli tipo e non tanto delle semplici varietà di
stampa.
Comunque il volume si apre con il consueto editoriale per passare poi alla
filatelia artistica con “La mail art è nata con il francobollo” un corposo
articolo (in fatto di immagini) teso a dimostrare visivamente come il mezzo di
comunicazione possa essere anche oggetto d’arte. A seguire la commemorazione
del terremoto di Reggio e Messina a cent’anni di distanza dal 1908 con la
ricerca di un certo parallelo con il sisma dell’Abruzzo.
Per gli interi postali e in particolare per i biglietti postali il 1946
nell’articolo si dimostra come sia stato un anno difficile per le
interpretazioni delle tariffe da adottare con il pasticcio di tariffe da
interpretare o da completare e che ha avuto ripercussioni anche nei cataloghi
moderni, non sempre attenti alla realtà delle cose.
Il viaggio di formazione è il tema del successivo articolo dove partendo da
una lettera con stampate delle illustrazioni del luogo di partenza (precursore
della cartolina illustrata) viene visto il Gran Tour (al contrario) da parte
di un rappresentante della borghesia italiana che si reca all’estero per
capirne gli usi e costumi.
Il successivo pezzo è un articolo di meta-filatelia che vuole illustrare la
storia della filatelia vista dalla parte dei protagonisti; una sorta di
racconto alla Honoré de Balzac (l’accostamento a Splendori e miserie delle
cortigiane viene quasi naturale) da cui sono richiamati in vita prese di
posizioni fra loro in antitesi di esperti e collezionisti, falsi filatelici e
collezioni stroncate, acquisti milionari e riapprodo sul mercato dei medesimi
pezzi con nuova vita davanti a sé. Sullo sfondo la bibliografia completa dello
studioso di storia postale che da il titolo all’articolo.
Segue un altro articolo di interi postali dimostrando come a volte si sorvoli,
sbagliando, su particolari che a prima vista non sembrino importanti e che
invece approfondendo svelano spunti per una nuova collezione specializzata.
Per finire ben 44 pagine sono dedicate alla recensione di volumi filatelici o
che abbiano attinenza con la filatelia in senso allargato. Visto il tempo
trascorso dal precedente numero di Storie di Posta, la mole dell’arretrato da
inserire nella rubrica “Il Club dell’occhio attento” ha richiesto giustamente
un quarto dello spazio del volume, inframmezzato da qualche pagina di
pubblicità che sarebbe stata meglio fosse stata posta tutta insieme alla fine
del testo. Spiace però scrivere che tanta critica, purtroppo non sempre
positiva, presente in questa rubrica alla fine stanca la lettura e non si sa
sino a che punto possa essere d’aiuto a chi legge.
Immaginatevi per assurdo una guida gastronomica che segnali anche i ristoranti
con qualche problema non solo d’immagine ma con delle pecche più o meno gravi.
A chi servirebbe? Essere presenti o assenti in una guida gastronomica è già il
succo del discorso. Per traslato anche su Storie di Poste dovrebbe valere
altrettanto.
Il citare è già un indizio di un’accettazione positiva e ai corsi
universitari, ove si insegna anche la recensione libraria o la critica
letterearia, mi sembra si dia ampio risalto alla benevolenza del recensore o
alla consapevolezza che, oltre l'intima struttura, c'é sempre un significato
complessivo che conduce per forza oltre il testo.
Ribadisco, è una piccola pecca e l’ideale è che tutta la letteratura
filatelica che sarà pubblicata prossimamente non sia idonea alle critiche e
non sia infarcita di errori.
Un’ultima considerazione. Quando il nuovo Editore aveva annunciato la ripresa
di questa testata aveva chiesto ai giornalisti di non risparmiare critiche.
Chi scrive ne aveva fatta subito una riguardo il prezzo di vendita che
probabilmente avrebbe escluso una buona fetta di lettori, ma si sbagliava.
Come sempre il taglio alto di una pubblicazione richiede anche qualche
sacrificio e bisogna dire che anche questa vale il suo prezzo.
Danilo Vignati
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n°42 di “Vaccari
magazine”, L'abbonamento annuale a “Vaccari magazine” costa 35,00 euro;
reperibile
www.vaccari.it
E-mail info@vaccari.it
In questo numero: "Arrestate de Sperati!" Era il 1909 di
Fabio Bonacina - I rapporti postali del Regno Lombardo Veneto con la Stato
Pontificio 1815-1866 di Lorenzo Carra - Considerazioni storico-postali di
Mario Mentaschi - Toscana, 10 febbraio 1849, abbassate le armi! Un uso inedito
dei comuni bolli "cittadini" durante il periodo della Repubblica Toscana di
Fabrizio Finetti - Osservazioni sulle raccomandate "di parte" nel Ducato di
Modena di Fabrizio Salami - Il servizio delle riscossioni di Alberto Del
Bianco - Storia Postale d'Italia. La corrispondenza civile nella Venezia
Giulia (1945-1947) di Luigi Sirotti - "... alle Loro Maestà ..." di Emilio
Simonazzi - Cronache Postali del Granducato. I bolli del capostazione di
Giuseppe Pallini - I transfer del 15 centesimi litografico 1863 del 1à tipo di
Adolfo Baffi - Quisquiglie filateliche nel Regno di Napoli di Fernando Marini
- Metamorfosi di un bollo postale. Appunti di storia postale napoletana di
Vito Mancini - Il computo delle tassazioni sulla corrispondenza pontificia
indirizzata nel Regno di Sardegna per la via di Toscana (1852 - 1855) di
Franco Faccio, Antonio Ferrario, Massimo Manzoni, Angelo Teruzzi - Le
comunicazioni postali tra l'Austria e il Regno di Sardegna poi Regno d'Italia
tra il 15 settembre 1859 ed il 15 maggio 1862 di Mario Cedolini, Massimo
Moritsch - Il servizio "provvisorio" della Compagnia Fraissinet (luglio -
settembre 1860) di Antonio Ferrario - Annullamenti degli Antichi Stati
Italiani. Considerazioni di Paolo Vaccari. |
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LA STORIA A PASSO
DI POSTA seimila anni di Servizio Postale di Maria Grazia Dosio
Libro Saggistica 132 pagine - 71 illustrazioni - colore - formato 15x23 in
vetrina da ottobre 2009 su Ilmiolibro.it Gruppo Editoriale l'Espresso - €
17,00
Presentazione Libro:
Lo scambio postale ha accompagnato la storia della nostra civiltà fin dai
tempi più antichi, interpretando in ogni epoca il carattere e lo spirito
dell’essere umano. Un tempo la posta veniva trasportata da postiglioni a piedi
o a cavallo: nel corso dei secoli, con il fiorire degli studi, dell’industria
e della tecnologia, e con l’affermarsi di nuovi ideali di vita, la realtà
postale ha subito radicali trasformazioni, ed oggi la posta viaggia anche
nello Spazio. Queste pagine raccontano la trasformazione dei servizi postali
attraverso le tappe fondamentali della storia umana, dalle antiche civiltà
alla società moderna, con particolare riguardo all’area italiana ma senza
tralasciare il panorama internazionale. Un racconto accompagnato da immagini e
documenti d’epoca a testimonianza degli eventi, attraverso un passato che ha
gradualmente costruito il nostro presente postale. Con uno sguardo verso il
futuro.
Note sull’autore:
Maria Grazia Dosio è nata a Milano e vive da sempre nella provincia dell’Alto
Milanese. Nonostante la formazione tecnico-commerciale, è sempre stata
attratta dalla parola scritta e dalle arti visuali.
Collezionista di francobolli e oggetti postali dall’infanzia, ha iniziato a
scrivere nel 2006 affiancando la passione per la scrittura a quella per le
immagini e per la cultura postale.
Per ulteriori informazioni:
http://mgdosio.myblog.it
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Paolo Bolognesi Dalla rivoluzione Francese al
Governo delle Romagne
224 pag. di testo + 125 pag. di solo fotografie
in B/N, brossura con copertina a colori, 2009, Edisai S.r.l. Ferrara tel. 0532
763429, euro 20,00
Il
lettore filatelico potrebbe (o dovrebbe) anche cercare di uscire dai soliti
stereotipi. È bello imbattersi, meglio sarebbe imbattersi sempre più spesso,
in studi storici che affrontino anche marginalmente l’aspetto filatelico come
aspetto storico. Può essere il caso di questo volume vincolato al periodo
compreso fra la rivoluzione francese e la caduta del potere temporale della
Chiesa sulle Legazioni delle Romagne. Anche se le intenzioni dell’autore, per
sua stessa ammissione, non hanno nessuna pretesa storica ma è solo un’opera di
divulgazione e quindi, di fatto, molto accessibile a chiunque.
L’interpretazione dei problemi del presente alla luce delle vicende del
passato è l’impegno di Paolo Bolognesi che parte dei moti e dalle pulsioni
della Rivoluzione Francese per arrivare al Governo Provvisorio delle Romagne
passando attraverso il ciclone napoleonico (a cui dobbiamo l’impostazione
dell’organizzazione postale moderna), la restaurazione (dopo il congresso di
Vienna) e le guerre risorgimentali. L’autore imputa alla contrapposizione fra
Chiesa e Stato la causa del rallentamento dell’armonico sviluppo dell’Italia
sino ai nostri giorni mentre dimostra che l’avvenimento del Governo
Provvisorio delle Romagne (che inizia il 12 giugno 1859 e si conclude il 12
marzo 1860 con l’ingresso del Regno di Sardegna a seguito del plebiscito) è
figlio della Rivoluzione Francese. Quindi un ritardo di oltre 50 anni
dall’evento francese.
Alla fine del testo altre 125 pagine con altrettante fotografie di manifesti e
proclami del nuovo corso politico alla cui testa prima vengono posti
personaggi piemontesi per passare poi a maggiorenti locali di nuova fede
sabauda così come possiamo evincere dalle firme apposte a questi documenti.
Fra i manifesti riportati anche quello dell’Abolizione dei francobolli con lo
stemma dello stato pontificio.
Le
conclusioni dell’autore sull’eredità di quel periodo sono molto chiare. La
fragilità politica e istituzionale dell’Italia, ancora oggi evidente, ci porta
ad affermare che il Risorgimento ci ha consentito di avere uno Stato ma non
una Nazione. Con questa frase ammette che il nostro paese non può non
avere una connotazione federale anche se molti oggi continuano a respingere
tale ipotesi. Con lo studio del passato si possono individuare i necessari
correttivi da apportare al sistema istituzionale attuale. Forse
ingenuamente l’autore non considera che la politica di questi giorni è più
impegnata alla contrapposizione fra due schieramenti alle prese, a latere, con
un sottobosco di meschinità di uno dei leader da una parte e con lotte
intestine all’interno di una Chiesa dall’altra. Con la possibile deriva di un
certo tipo di restaurazione teso a ricreare un (nuovo) potere assoluto
ancorché delegato dall’investitura del voto del popolo.
Danilo Paolo Vignati
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211 GIORNI NELLO SPAZIO -
ANATOLI N. BEREZOVOY - IL DIARIO, LA POSTA, LA STORIA 13 maggio - 10 dicembre
1982 Stazione Spaziale Orbitale SALYUT-7 - 56 pp. - ill. a colori - formato A4
- brossura - ed. 2009 collana "la Storia attraverso i documenti" In italiano -
2 edizioni - 2 editions ITALIANO - ENGLISH - OMAGGIO il francobollo
commemorativo della missione Cod. 2230IT- EUR 15,00
reperibile
www.vaccari.it
E-mail info@vaccari.it
L'avventura del volo umano e la conquista
dello Spazio da sempre hanno affascinato la mente dell'uomo. Attraverso la
fantasia dei miti alati e successivamente con la scienza e l'invenzione di
"macchine volanti", l'uomo ha rincorso il "sogno di volare" e numerose sono
state le tappe dello sviluppo del rapporto uomo-spazio.
A quarant'anni dal primo passo sulla Luna, e malgrado la conquista dello
Spazio, l'uomo sente ancora oggi più che mai il bisogno dei piccoli ma intensi
legami terreni, e la posta, attraverso la filatelia che ne è l'interprete,
diventa la miglior cronista della sua storia.
Le lettere, gli annulli, i francobolli, in questa breve panoramica di posta
spaziale legata al comandante della missione Elbrus, Anatoli Berezovoy, autore
delle prime lettere Spazio-Terra, ce lo dimostrano.
Anatoli Nikolaievich Berezovoy, 51o pilota e cosmonauta sovietico, comandante
della missione Elbrus sulla Stazione Spaziale Orbitale Salyut-7 dal 13 maggio
al 10 dicembre 1982, trascorre 211 giorni nello Spazio, a quel tempo record di
permanenza nello Spazio.
Durante la missione egli scrive un diario (dal 22 giugno al 29 novembre), un
racconto intimo ed affascinante delle sue esperienze, racconto che mostra il
vero lato umano del "vivere nello Spazio". Anatoli descrive la tristezza della
solitudine e della lontananza dalla famiglia, la pesantezza del lavoro
quotidiano, la preoccupazione per i problemi di salute, e traccia un amaro
resoconto delle difficoltà di sopravvivenza a rotture nell'equipaggiamento a
bordo e delle incomprensioni con il suo compagno di volo e con gli addetti ai
collegamenti Terra-Stazione.
Dalla descrizione dei collegamenti radio e TV, degli esperimenti biologici,
geografici e astrofisici e dei test medici si percepisce l'intenso desiderio
del cosmonauta per il successo della missione e l'importanza della stessa per
lo sviluppo della cosmonautica sovietica e mondiale.
Centrale nella narrazione è anche la corrispondenza, e in più pagine Anatoli
esprime la gioia che prova all'arrivo delle navicelle di rifornimento e
all'apertura dei sacchi contenenti i giornali, le riviste e la posta, "un
bicchiere d'acqua fresca nella rovente steppa". Ma si sofferma anche sulla
preparazione del materiale filatelico, lettere, cartoline e documenti da
riportare sulla Terra, "posta spaziale" che ci racconta l'unicità della vita
nello Spazio.
(recensione tratta da
www.vaccari.it)
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F. Filanci, C.
Sopracordevole e M.A. Bonelli - 4 Secoli di Posta, Francobolli & Interi
1607-2009, Unificato editrice per conto Azienda autonoma di Stato Filatelica e
Numismatica, 192 pag., 2009, edizione bilingue italiano/inglese, prezzo di
copertina € 8,00
Questo nuovo volume è stato presentato il 5 settembre 2009 con una conferenza
stampa durante la manifestazione San Marino 2009 alla presenza di 2 degli
autori. L’iniziativa di condensare in un volume tutta la produzione filatelica
non è nuova: da noi iniziò nei primi anni sessanta del secolo scorso le Poste
italiane con un grosso volume (più volte aggiornato con altri tomi anche ai
giorni d’oggi), poi una decina d’anni dopo ci pensò il Vaticano che adottò la
numerazione universale ed emise solo due volumi di cui uno d’aggiornamento e
poi più nulla. Ora tocca a San Marino e lo fa con l’ausilio di una casa
editrice commerciale (il volume comunque è venduto solo attraverso l’AASFN
della piccola Repubblica) e con il testo di tre studiosi di fama
internazionale ognuno per la propria specialità: Filanci per la filatelia,
Sopracordevole per gli interi postali e Bonelli per la storia patria. Ciò che
colpisce è il costo superpopolare per un volume interamente stampato a colori
ma è nella lettura attenta che si riesce a scoprire le vere qualità (tante) e
i difetti (pochi e veniali). Poiché è un prodotto nuovo è stato facile
instaurare una propria numerazione perché sono elencate cronologicamente tutte
le emissioni di carte valori postali secondo la data di emissione (sono
elencate invece a parte solo i buoni risposta internazionale, segnatasse,
vaglia, pacchi e curiosità). La cosa sorprendente è che vengono chiaramente
indicati come primi francobolli di San Marino quelli del Regno di Sardegna
(quarta emissione) e poi via via i De La Rue mentre l’emissione del 1877
(quella propriamente con lo stemma e la dicitura San Marino) parte dal numero
21.
Trattandosi di manuale-catalogo non sono riportate le quotazioni commerciali
ma al loro posto sono indicate le tiratura dei singoli francobolli. Per i
francobolli pre 1877 invece sono riportati i quantitativi consegnati dal Regno
d’Italia desunti da documenti dell’epoca.
Per quanto riguarda il problema dei foglietti nonostante la copiosa produzione
con cui San Marino si è sempre distinta, non vi è una rubricazione a parte ma
sono elencati con i francobolli tipo. Anche se quelli di recente produzione
(costituiti da 12 a 20 francobolli, quelli con grosso margine illustrato per
intenderci) sono riprodotti in formato molto ridotto. Non si fa invece cenno
della produzione in fogli da 25 francobolli dei tagli da 65 e 85 centesimi dei
giochi della XXIX olimpiade del 2008, recentemente portati all’onore della
cronaca e che stanno subendo in questi giorni l’ennesima speculazione. Come
ricorderete si tratta di fogli di cui si è appreso per caso l’esistenza quale
produzione da utilizzare per l’affrancatura dei passaporti filatelici che
tanto successo hanno all’estero dove San Marino è presente con un proprio
stand durante le esposizioni filateliche internazionali.
Complimenti comunque per questa pubblicazione che spero possa raggiungere il
più vasto uditorio possibile grazie al limitato prezzo con cui è ceduto e che
merita veramente di essere portato a conoscenza di tutti i collezionisti.
Grazie anche agli autori, ognuno per la propria parte, che hanno saputo creare
qualcosa di veramente utile e per certi versi un po’ rivoluzionario.
Mi piace ricordare l’intervento di Saverio Imperato quando alla presentazione
dei cataloghi svoltasi a Milano giovedì 10 settembre ha rimproverato ai tre
editori dei cataloghi nazionali (Bolaffi, Sassone e Unificato) di essersi
fossilizzati su un modo antiquato di fare cataloghi senza voler apportare e
contestualizzare le emissioni da loro censite con la Storia che li circonda.
Non sapeva che proprio San Marino ci era riuscita per prima.
Danilo P. Vignati
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E. Bertazzoli – B.
Ermentini – G. Roncetti: Perfin italiani catalogo delle perforazioni
commerciali di francobolli dell’area italiana, Edizione 2009, 300 pag. in B/N,
Vaccari ed., euro 55,00 - reperibile
www.vaccari.it
E-mail info@vaccari.it
Snobbati per anni da tanta filatelia italiana, i francobolli perforati stanno
ritrovando la propria dignità di oggetto da collezionare e solo in questo
nuovo millennio. Argomento di cui non esiste documentazione certa, dato che la
perforazione, ammessa dalle normative postali e tuttora valida, è una
manipolazione privata di un documento ufficiale quale può essere il
francobollo (o l’intero postale, più raramente).
Sorprende sapere da un catalogo che in Italia le varie perforazioni censite
ammontino a oltre un migliaio (comunque nel regno Unito sono 20 volte di più)
nella stragrande maggioranza con determinata l’effettiva paternità delle ditte
perforatrici ma con alcune incognite ancora da chiarire. Sì perché non basta
il solo francobollo perforato per risalire alla ditta utilizzatrice ma occorre
anche l’intero oggetto postale che l’ha utilizzato per avere la certezza del
mittente.
Ancora più sorprendenti le valutazioni base per i francobolli sciolti, mediate
da quelle in uso negli Stati Uniti, calcolate su soli 5 gradini dal comune al
rarissimo che espresse in euro passa da 0,50 centesimi per il comune ai 10,00
euro per i pezzi rarissimi, ovvero a pochissimi esemplari noti. Ovviamente
sono da considerare altri fattori per quanto riguarda documenti interi. Una
certa svalutazione per plichi di formato grande mentre è da considerare una
sensibile maggiorazione sia per servizi accessori sia per usi rari o
francobolli già di per sé di pregio. Non vi è riscontro (ma viene menzionato
nel catalogo) il fatto che nelle vendite in internet alcuni pezzi se non
ancora catalogati possano spuntare prezzi d’affezione.
Il catalogo presenta tutte le 1107 perforazioni censite presentate in ordine
alfabetico con la valutazione (in punti A, B, C, D, E) ed è completo di 32
schede su fogli trasparenti per verificare attraverso l’esatta misura,
comparata per sovrapposizione al francobollo, a quale ditta si riferisce. A
corredo un CD che contiene 608 riproduzioni a colori di documenti affrancati
con perfin. Un volume che è un’ottima base anche per impostare una collezione
fuori dal coro e che richieda un modesto impegno finanziario per l’acquisto
dei pezzi, un notevole impegno per la ricerca e una sicura soddisfazione per
il risultato.
Una nota curiosa: nei ringraziamenti si nota una netta prevalenza di nomi di
collezionisti genovesi, segno che sotto la “lanterna” questo tipo di
collezione è particolarmente sentita ed apprezzata.
Danilo P. Vignati
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Mario Coglitore, Il
timbro e la penna, La “nazione” degli impiegati postali nella prima metà del
Novecento, Milano 2008 Guerini e Associati
www.guerini.it
, pag. 351, € 28,00
Della collana “ripensare il 900” il
volume ripercorre la quotidianità dei travet delle Regie Poste nel periodo
compreso fra la marcia su Roma e l’immediato dopoguerra attraverso i documenti
ora presenti nell’archivio postale di Venezia e Torino ma che prima erano i
fascicoli del personale delle Poste di quelle due città. Una visione
completamente diversa della storia della posta attraverso la sostanza
antropologica che scaturisce dai dettagliati ed immensi repertori di storie
personali e soprattutto di occhiuta vigilanza dell’amministrazione sulla vita
dell’impiegato. La narrazione procede a strati o meglio per tre temi analitici
che sono l’intreccio del volume.
Per primo affrontando il quadro sociologico ed ideologico complessivo della
burocrazia con una sostanziale “categoria dello spirito” immutata nel tempo,
passando dall’età liberale al fascismo e poi alla fase repubblicana, senza mai
mutare completamente ma evolvendo per sovrapposizione di stili e con sfumature
diverse.
Poi con l’impiego femminile che ha una sua narrazione autonoma perché aveva
all’interno del pubblico impiego un’esistenza separata (ricordiamoci per
contestualizzare questo aspetto che il suffragio universale in Italia per le
donne è arrivato solo con le prime elezioni amministrative del 1946).
Un’esistenza contrattuale precaria con duri doveri e latitanza di diritti che
hanno portato comunque le donne italiane nelle Poste all’avanguardia nei
conflitti sindacali moderni.
L’ultima analisi è intorno ai temi della cultura di una piccola borghesia
dell’impiego, vivente all’interno di una “zona grigia” che ha la primaria
visione nella propria vocazione all’obbedienza per far fronte alle avversità
del mondo e alle vessazioni dei capi, quasi fossero due vere piaghe bibliche.
Quindi è l’affresco di una schiera di consuetudini di un ceto facente parte
nella società dell’epoca proprio come faglia di una geologia politica e
culturale che sì si divideva in formazioni sociali ma che erano in perenne
frizione fra loro. Speranze di riscatto all’interno del mito del “posto fisso”
con il rifiuto di ogni cambiamento che potesse disturbare la certezza della
normalità. Una normalità che agli occhi di oggi può sembrare meschina ma che
all’epoca era accettata da tutti perché il raggiungimento della meta era
arrivare ad avere il posto garantito a vita, anche se in prossimità della
messa in pensione. Fatti privati (molti, anche pettelogolezzi) e pubbliche
virtù (poche) di un tempo che sembra molto più lontano da noi di quello che
potrebbe essere. Una visione certamente poco avvertibile nello studio della
storia postale così come la intendiamo ma che ne ha permeato completamente il
mondo e questo studio ci porta a scoprire.
Danilo P. Vignati
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Simon Taxis and
the Posts of the State of Milan during the Renaissance (in Italian and in
English), published 2008 by the Museo dei Tasso e della Storia Postale,
Cornello dei Tasso, Bergamo, Italy,
(può essere acquistato e richiesto tramite)
www.museodeitasso.com, ISBN 13 978-88-87831-79-5,
236p, 30cm, price 40 euros + p&p.
In this sixth volume of the series
“Documents and Research” by the Tasso Museum, Giorgio Migliavacca and Tarcisio
Bottani underliner and document the figure and task of Simone Tasso (Cornello
1478, Milan 1562) Postmaster General of the Imperial Post in Milan, one of the
most important exponents of the family which created the post in Europe,
serving Popes, Kings and Emperors.
The Taxis postal empire began in the 14th
century in northern Italy and during the Renaissance and in the ensuing
centuries, the Taxis sistem spread throught Europe and the family’rise to the
highrst ranks of nobility.
The book is the result of just such news,
in-depth research carried out by the co-authors in archives in Italy, Spain,
France, Belgium, Germany, and Austria over a spain af three decades.
This beattifully illustrates book, in
full colour, with its array of detal on rates and routes and relationships
brings to life of the Taxis postal couriers in the 16th century.
The Taxis Postal History and History
Museum was opened in 1991 at Cornello dei Tasso, near Bergamo – a small town
in the Brembana Valley, cradle of the Taxis dynasty.
The Cornello Museum has gathered (brough
or donations) a remarkable quantity of documentation on the Taxis family and
has also establised an ungoing cultural collaboration with the princely of
Thurn und Taxis and with the postal museum at Regensburg.
E’ questo il sesto volume della serie
“Documenti e ricerche” del Museo dei Tasso.
Giorgio Migliavacca e Tarcisio Bottani evidenziano e documentano la figura e
l’attività di Simone Tasso (Cornello 1478, Milano 1562), Mastro Generale della
Posta Imperiale di Milano ed uno dei più importanti esponenti della famiglia
che creò la Posta in Europa, servendo papi, re ed imperatori.
L’impero postale dei Tasso cominciò nel XIV secolo nel nord Italia e si
sviluppò nel Rinascimento e nei secoli seguenti. Il sistema dei Tasso si
affermò in tutta Europa e la famiglia raggiunse i più alti livelli di nobiltà.
Il libro è il risultato di nuove e più estese ricerche portate avanti dai due
coautori in Italia, Spagna, Francia, Belgio, Germania e Austria nell’arco di
tre decenni.
Questo libro, riccamente illustrato, tutto a colori, con la sua serie di
dettagli sulle tariffe, le strade e le relazioni ci mostra l’attività postale
dei corrieri dei Tasso nel 16° secolo.
Il Museo dei Tasso e della Storia Postale è stato aperto nel 1991 a Cornello
dei Tasso, vicino a Bergamo, un piccolo paese della Val Brembana (iscritto fra
i Borghi più belli d’Italia), che è stato la culla della dinastia dei Tasso.
Il Museo di Cornello ha raccolto (con acquisti e soprattutto donazioni) una
notevole documentazione sulla famiglia Tasso ed ha allacciato proficue
collaborazioni culturali con i discendenti del Principato tedesco di Thurn e
Taxis e con il museo postale di Regensburg.
Il testo del libro è in italiano e in inglese.
Reviewed by Lorenzo Carra FRPSL.
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Storia Veneta n. 1
Aprile 2009, Elzeviro editrice, un numero 12,00 euro, abbonamento annuo 2009
(4 numeri) euro 40,00
www.elzeviroeditrice.com
Ricordare per non dimenticare. Si è
abbastanza abusato di quest’affermazione proprio negli ultimi tempi in cui
siamo sempre più sommersi dalla comunicazione. Comunicazione così globale
tanto da frastornarci per l’eccessiva offerta che ci arriva soprattutto da
Internet. Fa da contraltare, a causa degli inviluppi finanziari mondiali e per
riflesso quella dei consumi e delle spese delle famiglie, la crisi della carta
stampata con il pericolo di perdere tante testate storiche. In controtendenza
invece la nascita di una nuova rivista: Storia Veneta. Il primo numero di una
nuova rivista è sempre una piacevole sorpresa. Fiocco rosa quindi in casa
Elzeviro editrice per questo nuovo prodotto non solo rivolto al collezionista
o studioso di prefilatelia (il supporto culturale è dato proprio
dall’Associazione per lo Studio della Storia Postale che ha già una sua
rivista il Bollettino Prefilatelico e Storico Postale di cui conserva lo
stesso formato ma non la rilegatura). Nuova rivista che invece si rivolge a
chi pensa manchi la “voce” della storia dei Veneti, di un popolo di una gente
che ha vissuto, operato e lasciato una traccia nella grande pianura padana:
dalla Lombardia veneta al Friuli per poi scendere attraverso l’Istria e
la Dalmazia
fino al vicino oriente dove
la Serenissima
ha trovato la fonte delle propria ricchezza storica e commerciale.
In questo primo numero: i Remondini, una
casata di imprenditori a Bassano attivi nell’editoria quasi per caso; Dolo –
il Menacao la stazione di posta cavalli e la strada postale dove la storia
postale è occasione di ricerca per più larghi orizzonti storici; 1592-1610
Galileo Galilei a Venezia e a Padova, doveroso omaggio per l’anno astronomico
a un grande della scienza che non essendo veneto deve all’Università patavina
la possibilità di progredire nei propri studi; del commercio dei Veneti
nell’Asia viene riportata
la Memoria
letta all’Ateneo veneto da G. Berchet nel
1864 in
prossimità dell’apertura di Suez; briciole di storia con Il Gonfalone di
Perasto e Uno scultore trevigiano fra Otto e Novecento: Vittorio Celotti
1866-1942. Per finire la consueta rubrica bibliografica con recensioni di
volumi attinenti ai veneti.
Un saluto quindi al direttore della
rivista Adriano Cattani e in bocca al lupo alla caccia di nuovi lettori e
soprattutto di nuovi abbonati.
Danilo Vignati
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n°41 di “Vaccari
magazine”, L'abbonamento annuale a “Vaccari magazine” costa 35,00 euro;
reperibile
www.vaccari.it
E-mail info@vaccari.it
Sicilia tra i temi protagonisti del n°41,
di “Vaccari magazine”. Due gli articoli che ricordano -precisa il direttore
responsabile della rivista, Paolo Vaccari- il secolo e mezzo dall'apparizione
dei francobolli ritenuti i più belli del mondo. Il primo, dovuto a Francesco
Lombardo, si occupa della corsa da Palermo a Mazzara e dell'officina postale
di Partinico; il secondo, invece, è firmato da Emilio Simonazzi e illustra
alcune frodi centenarie. Naturalmente, il semestrale affronta anche altri
argomenti, ad esempio i rapporti postali tra Lombardo-Veneto e Pontificio
(articolo di Lorenzo Carra), i “cuori” toscani (Fabrizio Finetti), il 15
centesimi litografato uscito nel 1863 (Adolfo Baffi), il bollo per
raccomandate impiegato a Massa Carrara tra 1838 e 1861 (Paolo Vaccari), mentre
proseguono i lavori sui francobolli del Vaticano (Giovanni Fulcheris) e sulla
corrispondenza civile nella Venezia-Giulia all'indomani della Seconda guerra
mondiale (Luigi Sirotti). Non mancano le rubriche, con segnalazioni, trucchi e
falsi, approfondimenti dedicati alle cartevalori classiche. Complessivamente,
il semestrale conta 112 pagine a colori, oltre alla nuova edizione della
newsletter relativa alle collezioni filateliche che fanno capo alla British
library di Londra. L'abbonamento annuale costa 35,00 euro e comprende, in
omaggio, l'indice analitico dei primi quaranta numeri.
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CARTA BOLLATA E
MARCHE DA BOLLO DEL REGNO LOMBARDO VENETO e dei TERRITORI ITALIANI passati
all’IMPERO AUSTRIACO in uso dal novembre 1813 al 1871 - CON VALUTAZIONI di
Fortunato Marchetto
280 pp. - 514 ill. b/n - brossura - 2a ed. 2009 collana «gli Utili» In
italiano
Cod. 2202E- EUR 28,00
reperibile
www.vaccari.it
E-mail info@vaccari.it
Questa seconda edizione è stata
indirizzata alla ricerca ed allo studio degli usi della carta bollata e delle
marche da bollo dell'Austriaco Regno Lombardo-Veneto, ma anche di quelle in
uso nei territori italiani, confinanti con esso e raggruppati nei Kronland,
passati direttamente dal Regno d'Italia napoleonico all'Impero Austriaco, dal
novembre 1813 al 1871. Rispetto all'edizione precedente, oltre agli
aggiornamenti effettuati, comprendenti la conversione delle valutazioni da
lire a euro, e alla riorganizzazione del materiale, una nuova parte è stata
aggiunta per approfondire il discorso sulle marche da bollo in kreuzer e
fiorini usate nei Kronland, segnate sotto il prezzo colle lettere C.M. (Monete
di Convenzione).
Il presente lavoro è suddiviso nelle seguenti parti.
1) Carte bollate e monetazione cartacea usate subito dopo la caduta di
Napoleone e prima dell'inizio del Congresso di Vienna, cioè nel "periodo
transitorio" dell'austriaco Regno Lombardo-Veneto dal 1813 al 1815.
2) Carte del Regno Lombardo-Veneto bollate con bolli ordinari, straordinari e
di controlleria, e usate per atti civili, amministrativi, e giudiziari nel
periodo successivo alle decisioni del Congresso di Vienna e cioè dal 1815 al
30 ottobre 1854, mese in cui se ne ordinò la soppressione, anche se ne fu
tollerato l'uso fino alla fine del 1858.
3) Marche da bollo "italiane" usate dal novembre 1854 a tutto il 1859 nel
Regno Lombardo-Veneto e poi dal 1859 al 1866 nel Regno Veneto con valore prima
in centesimi e lire austriache, poi in kreuzer e fiorini e in soldi e kreuzer.
4) Marche da bollo di transizione "austro-italiane" e "italo-austriche" dal
1866 al 1870, valutate in fiorini e lire italiane ed in lire e fiorini.
5) Marche da bollo in kreuzer e fiorini, segnate sotto il prezzo colle lettere
C.M. (Monete di Convenzione), usate nei territori italiani (detti Kronland),
staccati dal Regno Lombardo-Veneto e attribuiti direttamente all'Impero
Austriaco per decisione del Congresso di Vienna nel 1815.
Una sezione dedicata a varietà, rarità e curiosità conclude il volume.
Dopo la sconfitta delle armate francesi, sia nel Regno di Sardegna, sia in
Lombardia che nel Veneto, si continuò per qualche tempo ad usare la stessa
carta bollata napoleonica, finché, esaurite le scorte e provveduta la nuova
carta recante le nuove filigrane e bollata coi nuovi bolli delle nuove
amministrazioni, non fu proibito l'uso dell'antica carta bollata e fu imposto
l'uso della nuova appena fabbricata.
Per quanto riguarda il Regno di Sardegna vennero rimesse in circolazione le
vecchie carte bollate del Regno di Sardegna, poi sostituite dalle carte
bollate del Regno d'Italia. Nel Regno Lombardo-Veneto, poiché per ragioni
militari e politiche si erano formate due distinte amministrazioni regionali
(Milano e Venezia), spesso in contrasto tra loro per antiche e recenti
rivalità, fu inizialmente concessa dall'Imperiale Regio Governo la libertà di
adattare alcune leggi generali (valevoli per tutto l'Impero Austriaco) alle
specifiche necessità delle singole Regioni. In particolare nel caso della
carta bollata, nei primi tempi, fu permesso l'uso di carte filigranate e
bollate con bolli e con filigrane diverse per le due amministrazioni, pur
senza renderne obbligatorio l'uso esclusivo in una o nell'altra delle due
Regioni. Pertanto, nella descrizione e nella numerazione che seguiranno,
verranno evidenziate, di volta in volta, le particolarità concernenti le
singole Regioni.
Alla fine del 1854 le carte bollate furono soppresse e sostituite dalle
artisticamente splendide nuovissime "marche da bollo italiane".
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I cambiamenti del territorio attraverso
una pregevole e minuziosa raccolta di cartoline ed immagini fotografiche
riguardanti Valvasone ed i paesi friulani, nonchè una breve storia postale,
corredate da didascalie; una pubblicazione che ancor prima della sua
pubblicazione ha destato notevole curiosità ed interesse. La presentazione
pubblica, con le modalità in fase di studio, si terrà oltre che a Valvasone
anche in alcune serate nei paesi limitrofi ed offre spunto per iniziative di
approfondimento storico che si potranno organizzare nel corso dell'anno.
La pubblicazione è stata curata dai collezionisti
Giuseppe Trevisan e Leonardo Zancope' ed è edito dal Circolo Culturale Erasmo
di Valvason con il contributo del Comune di Valvasone, della Fondazione CRUP e
della Provincia di Pordenone.
Il volume è già in distribuzione, al prezzo di euro 30,00, per ulteriori
informazioni Circolo Culturale Erasmo di Valvason - Piazza Castello 10 -
Valvasone - email
valvasonerasmo@gmail.com altre informazioni sul sito del Comune di
Valvasone
http://www.comune.valvasone.pn.it/, nella pagina eventi è possibile vedere
alcune pagine del volume. |
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Elogio della parola scritta – invito alla filografia,
illustrato a colori, copertina con sovracoperta, pag. 156, edizione 2008,
editore Umberto Allemandi in collaborazione con Giulio Bolaffi ed., euro 35,00
Dedicato a delle persone, credo, in via d’estinzione (se già non del tutto
estinte) ovvero alle ultime ragazze che scrivono ancora il loro diario questo
libro si presenta similmente come una delle edizioni di pregio pubblicate
dalle Banche per i loro migliori clienti. Strano destino quelle delle
pubblicazioni bancarie: a volte di grande spessore documentario raggiungono
invece come regalo persone che prevalentemente non nutrono nessunissimo
interesse per l’argomento svolto. Svogliatamente sfogliati, questi libri sono
destinati a raccogliere la polvere in pretenziose librerie a simulacro di
status symbol o invece raggiungono presto una fine ingloriosa accedendo al
mercatino delle pulci locale, avidamente però acquistati da bibliofili che ne
sanno dare il loro giusto valore anche se ne pagano un infimo prezzo.
Il libro è sviluppato con splendide illustrazioni di opere d’arte sulla pagina
di destra e un’esegesi di testi di lettere d’autore delle più svariate. Ogni
reperto filografico (il testo della lettera in questo caso ma che diventa vero
oggetto di collezione se raccolto nel documento originale) si presenta così
non solo come singolo testimone di un’epoca, di una civiltà, di una cultura ma
come un frammento irripetibile, qualcun altro potrebbe dire una tessera di un
mosaico ben più grande, dell’unica grande civiltà che abbia superato le
frontiere e abbracciato il genere umano: quella della scrittura. Qual è,
allora, l’uditorio a cui si rivolge il volume? Chi vuole raggiungere o chi
vuole accompagnare per mano ad una nuova scoperta? Non certo il collezionista
filatelico come i più lo intendono anche se in questo ambito buona parte del
discorso è favorito dal francobollo stesso (mezzo di trasmissione della
lettera in quanto espressione di valore depositato allo stato che ne permette
il trasporto) e una deviazione dell’interesse verso la filatelia pura (o la
storia postale) non è da sottovalutare o da scartare. Neppure l’ambito degli
studiosi potrebbe essere solleticato da questo interesse o nuovo modo di
vedere un singolo manoscritto. Difficile quindi pronosticare se il volume
raggiungerà il proprio lettore ideale: un lettore che deciderà se
nell’immediato futuro farsi accendere nella propria mente attraverso questa
lettura il sacro fuoco della ricerca fine a se stessa, una ricerca tesa verso
il bello, il buono e l’importante. L’importante inteso per la storia
dell’umanità quale passo per l’avanzamento della società perché per il bello
ed il buono, già dai tempi dei primi sofisti greci (e da Gorgia da Lentini in
poi) i due termini fra loro sono complementari e non disgiunti.
Quindi il libro vuole essere un invito a diventare un collezionista
filografico anche se questo deve sommare in sé due componenti indispensabili.
Una buona, meglio ottima, conoscenza umanistica non disgiunta, ahimè, da una
certa disponibilità finanziaria. Punto dolentissimo questo, affrontato con una
certa classe nelle ultime 9 pagine del volume in cui si danno delle
valutazioni approssimative per genere di oggetto. Approssimando il valore (o
il prezzo, talchè a volte i due concetti non coincidono) ad un bene che tutti
conoscono talvolta solo approssimativamente: il prezzo di una bicicletta di un
ciclomotore, di una macchina, di un jet. Bizzarro accostamento ma non poi così
tanto. Se il pensiero scritto deve raggiungere il destinatario deve comunque
essere mediato da un mezzo di trasporto. E se il mondo dell’auto è oggi
entrato in una crisi così profonda, sembra che la filatelia (nel volume
indicato come il rinascimento della comunicazione scritta) ne abbia già da
diversi anni preannunciato l’arrivo. Da una crisi possono sorgere nuove linfe
di crescita per superare i tempi bui. La filografia sarà in grado di fare
altrettanto?
D. Vignati
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Carlo Sopracordevole, La
ragazza delle farfalle - La copertina è di Franco Filanci. L’editore è Piazza
di Silea (Treviso). 12 € il prezzo di copertina.
e.mail info@piazzaeditore.it sito:
www.piazzaeditore.it
E’ il secondo libro di questo autore nel campo della
narrativa. Comprende 20 racconti di varia lunghezza, assai eterogenei tra loro
ma caratterizzati e legati da finali imprevisti o misteriosi. Uomini e
animali, passioni e timori, sentimento e ironia, tristezza e allegria sono
requisiti che insaporiscono gran parte delle storie e, in definitiva, delle
vicende umane. Uno di essi si occupa anche di filatelia, con un anziano
commerciante di francobolli che vivrà delle vicissitudini nel periodo delle
feste. Molte storie sono ambientate in una Venezia, sempre misteriosa e
fascinosa.
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FILATELICA, LA FILATELIA NEL III MILLENNIO - ATTI DEL SECONDO CONGRESSO
NAZIONALE - Rocca dei Bentivoglio - Bazzano (Bo) 14-15 giugno 2008 + CD con
tutte le immagini a colori
208 pp. - ill. b/n - brossura - ed. 2008 - Collana «gli Utili» - In
italiano € 25,00
reperibile
www.vaccari.it
E-mail info@vaccari.it
Atti del secondo Congresso "Filatelica", organizzato dal Forum Filatelia e
Francobolli e dalla Fondazione Rocca dei Bentivoglio, con la promozione del
Comune di Bazzano.
Il volume racchiude una serie di articoli sugli argomenti affrontati durante
l'incontro e la presentazione delle collezioni esposte, un insieme di temi
classici e temi più moderni, per accontentare i cultori di interessi assai
diversi.
Il congresso è una "ottima occasione di divulgazione e promozione filatelica.
La formula adottata ha fatto sì che la stampa (specializzata e non) parlasse
de "I segreti della grande filatelia alla portata di tutti"." (M.Mascagni -
Consigliere di Indirizzo della Fondazione)
"Con Filatelica sono i collezionisti ad organizzarsi, senza padrini, e a
realizzare un convegno filatelico dove al centro sta la cultura filatelica. E
siccome la cultura è il nostro fine, le collezioni esposte a Filatelica
vengono "spiegate" ai collezionisti dai loro creatori, e quest'anno per la
prima volta anche dibattute e votate dai presenti. È solo così che chi visita
una mostra diventa parte attiva della stessa." (G.Piccione - Amministratore
del Forum)
"Quest'anno ho voluto sperimentare una sorta di "processo" ad alcune
collezioni. Se non difficile è stato parlare della propria collezione, ben più
arduo è stato il compito di quanti si sono cimentati quali "difensori" o
invece "controrelatori" delle collezioni. I congressisti hanno così potuto
apprendere come si giudica una collezione, come la si valuta per ciò che
comprende ma anche per quanto in essa ancora manca ed, infine, hanno potuto
esprimere tutti la loro motivata valutazione. Una sorta di "giudizio popolare"
ma ponderato e competente." (A.Cerruti)
LE RELAZIONI
- Il 150° anniversario della battaglia di San Martino - Solferino, di Sergio
Leali
- Filatelia delle Galapagos e la posta in barile, di Fabio Vaccarezza
- Gli istituti culturali di Bazzano: l'Archivio Storico ed il Museo Civico, di
Rita Burgio
- La Sezione di Filatelia e Storia postale "Giorgio Tabarroni", di Otello
Sangiorgi
- I francobolli del Regno di Napoli usati durante il Regno d'Italia (1861) da
Napoli alle Puglie e viceversa, di Saverio Imperato (collezione discussa in
sala)
- The Burton de Pinedo Cover: nuove scoperte, di Alberto Coda Canati
- Le emissioni C.L.N.: francobolli o etichette? Un battesimo difficile, di
Gianfranco Pastormerlo e Luigi Pirani
- Il Governo Provvisorio delle Romagne, di Guido Morolli (collezione discussa
in sala)
- I primi trasporti di posta per ferrovia nello Stato Pontificio.
Affermazioni, dubbi, domande e qualche risposta, di Giuliano Padrin
- I servizi postali comunali nell'Italia del Nord (1944-1945), di Emilio
Zucchi
- I francobolli del Regno d'Italia emessi durante il Regno di Vittorio
Emanuele II, di Eric Werner (collezione discussa in sala)
- Studio sui difetti di cliché del 4 e dell'8 bajocchi della prima emissione
dello Stato Pontificio - 1852, di Giorgio Di Raimo
- Sulle varietà del Litografico del II tipo, di Paolo Cardillo
- La Trinacria e la Crocetta, di Enzo De Angelis e Mauro Pecchi
- Lombardo Veneto: errori e altro..., di Massimiliano Ferroni e Mario Serone
LE COLLEZIONI ESPOSTE
- Usi delle marche da bollo del Lombardo Veneto. La prima emissione
tipografica, di Fabrizio Balzarelli e Francesco Riboldi
- Roma-Frascati (1856-1860). Un servizio "espresso privato", di Giuliano
Padrin
- Linee di navigazione dell'arcipelago toscano, di Roberto Petrone
- Dallo Sparre ai De La Rue, di Giuseppe Cirneco
- L'Oltre Po mantovano, di Sergio Leali
- La prima emissione di cartoline postali del Regno d'Italia, di Flavio Pini
- Storia della guerra civile spagnola (1936-1939), di Egidio Errani
- I campi di concentramento di Fossoli e Bolzano, di Egidio Errani
- La posta della Repubblica dell'Ossola 1944, di Gianfranco Pastormerlo
- La posta da campo polacca in Italia, di Luigi Mobiglia
- "Mail Art" in Italia, di Vittorio Coscia |
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Giovan Battista Scirè –
Poste: dal cavallo a internet - Giunti editore, collana Atlanti illustrati,
192 pagine, euro 19,00,
presso tutte le librerie oppure
www.giunti.it
reperibile
www.vaccari.it
E-mail info@vaccari.it
Se la collana
“Le poste in Italia” di Laterza sta gradualmente
ricostruendo l'evoluzione del servizio rivolgendosi soprattutto agli addetti,
il libro “Poste - Dal cavallo a internet” (la cui bibliografia rinvia spesso
all'altra opera) guarda principalmente al grande pubblico, associando gli
approfondimenti alle immagini. Come d'altra parte dichiara il sottotitolo,
ossia “Storia illustrata dei servizi postali italiani”. Buona parte del
repertorio iconografico arriva dall'Archivio storico di Poste italiane e
testimonia il lavoro quotidiano ma anche - diverse istantanee, si capisce,
sono costruite, con il soggetto in
posa- l'orgoglio di vestire la divisa.
Organizzato in 192 pagine di grande formato e a colori (19,00 euro), il saggio
è scritto dallo “storico con la passione per l'Italia contemporanea”
Giambattista Scirè, che impiega un linguaggio divulgativo, semplificando
-forse pensando al lettore non specialista- alcuni concetti. È proposto da
Giunti in collaborazione con Poste shop, la società diretta da Marisa
Giannini. Al di là dei richiami al periodo antico -immancabile il “cursus
publicus” romano- lo studioso arriva molto presto all'Italia unita, da cui
comincia il suo viaggio. Viaggio che corre su due binari
paralleli: da una parte figura la grande storia,
quindi la politica, le guerre, l'economia, gli aspetti sociali, l'evoluzione
tecnica.
Dall'altra vi sono le conseguenze che la stessa
grande storia rovescia sul servizio, in tutti i suoi molteplici aspetti. Si
parla dunque di palazzi postali, considerati nell'Ottocento luoghi “di
socializzazione e di aggregazione”, e successivamente dal “forte significato
simbolico”. E si citano le nuove prestazioni consentite dallo sviluppo
industriale e scientifico (dal telegrafo ai mezzi di trasporto), i calendari
omaggio per far arrotondare gli introiti dei fattorini, i problemi sindacali,
il risparmio, la posta militare e quella coloniale, la meccanizzazione. Un
approfondimento è dedicato alle donne intese come lavoratrici e come mittenti,
poiché “la posta -si legge- è sempre stato un mezzo di comunicazione
privilegiato” per loro. La ricostruzione prosegue fino a quando il passato
diventa cronaca, con la nascita della società per azioni, il suo sito, il
restyling degli uffici, il recentissimo impegno come operatore telefonico
virtuale.
Naturalmente, ci si sofferma sul francobollo,
cioè “la più grande innovazione nel campo”, e sulla cartolina nel suo
itinerario “dalla guerra alle vacanze”, impiegata dall'autore anche come fonte
iconografica.
Vaccari News
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n°40 di “Vaccari
magazine”, L'abbonamento annuale a “Vaccari magazine” costa 35,00 euro; questo
numero comprende l'indice analitico degli argomenti trattati dal 1989 ad oggi.
reperibile
www.vaccari.it
E-mail info@vaccari.it
Studi riguardanti il periodo classico, soprattutto ottocentesco, esaminato nei
vari aspetti: storico-postali, tecnici, organizzativi, collezionistici. È il
taglio del semestrale “Vaccari magazine”, che con questo numero ha raggiunto
quota quaranta. Quindi, i vent'anni tondi. Come il “Sicilia 1859-1860”,
articolo di Francesco Lombardo riguardante le lettere viaggiate da Messina a
Genova attraverso i vapori postali francesi ed affrancate con le produzioni di
Sicilia, di cui fra pochi giorni, l'1 gennaio, si ricorderà il 150°
anniversario. Oppure il “Toscana, 2 agosto 1838 - Le novità arrivano dal
mare”, nel quale Fabrizio Finetti analizza i bolli impiegati allora;
“Affrancature di «raggio limitrofo» con francobolli del Regno d'Italia”, dove
Giovanni Boschetti esamina la corrispondenza transfrontaliera scambiata con
Veneto (allora soggetto a Vienna), Francia e Svizzera e all'interno
dell'Emilia; “Massa Carrara - La falsificazione del bollo a doppio cerchio
grande e quello a sei sbarre 1860”, che Paolo Vaccari dedica ad alcuni
documenti alterati per ingannare gli appassionati. Altri lavori vengono
sviluppati su più numeri del periodico. Fra essi, “I rapporti postali del
Regno Lombardo Veneto con il Granducato di Toscana 1818-1859” (di Lorenzo
Carra), “Storia postale d'Italia - La corrispondenza civile nella Venezia
Giulia 1945-1947” (Luigi Sirotti), “Uno per uno i francobolli dello Stato
della Città del Vaticano” (Giovanni Fulcheris). La pubblicazione, che
comprende approfondimenti di cronaca riguardanti “Filatelica 2008” e “Italia
2009”, conta 112 pagine a colori ed è associata alla newsletter delle
collezioni filateliche che fanno capo alla British library.
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RomaFil2008,
Esposizione Filatelica Nazionale - Edito da Poste Italiane per Romafil 2008, 128 pagine a colori, senza
indicazione di prezzo (ma dato in omaggio a profusione durante la
manifestazione) Trentaquattro articoli scritti da 32
giornalisti e scrittori dell’USFI chiamati a lasciare la propria impronta a
questa manifestazione da Michele Caso, presidente dell’AFI A. Diena e curatore
della pubblicazione. Anche se le foto sono un po’ sacrificate causa la folta
partecipazione degli scritti (non si è voluto lasciar fuori nessuno di chi ha
mandato uno scritto), è un volume quanto mai vario per i contenuti incentrati
sui tre settori della relativa esposizione (che poi è stata una prova generale
per Italia 2009): filatelia tradizionale, filatelia tematica e storia postale.
Un’impostazione “generalista” che consente di avere sia argomenti di qualità
sia argomenti di interesse generale e stimoli per approfondimenti.
Segnaliamo fra i titoli che più ci sono piaciuti: i buoni internazionali di
risposta, filatelia specializzata, secolo XIX estetica della corrispondenza,
Poste Vaticane e agevolazioni tariffarie. Il sommario completo si può vedere
su http://romafil.fsfi.it/pubblicazioni.php . Molto bella la copertina che
riporta il dettaglio centrale del francobollo da 100 lire serie Democratica.
Danilo Paolo Vignati
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Emilio Diena:
I Francobolli del Regno di Napoli e i due provvisori da
mezzo Tornese del 1860 - 312 pp. - 325 ill. b/n - brossura - rist. 1992
- 2a ed. 2008
collana "Ritrovati" - In italiano - euro 40,00
reperibile
www.vaccari.it
E-mail info@vaccari.it
150 anni fa i primi francobolli napoletani, ed ora, in
occasione di questo importante anniversario, viene riproposto lo studio di
Emilio Diena sui francobolli del Regno di Napoli.
La monografia, pubblicata prima a puntate nella rivista «Il Corriere
Filatelico» tra il 1929 ed il 1931, e subito dopo, nel 1932, in volume, è
giustamente considerata come il capolavoro di Emilio Diena.
Compilata negli anni della sua piena maturità, l’opera è il coronamento di
vari lustri di studi e ricerche su un argomento che da tempo stimolava ed
affascinava l’Autore, dati i molteplici problemi tecnico-grafici che esso
comportava (tavole, doppie incisioni, carte, gradazioni di colore) ed il loro
continuo intrecciarsi con argomenti storici e storico-postali.
A tutti gli interrogativi Emilio Diena seppe dare una risposta soddisfacente;
ed al frutto dei suoi studi dette un’organizzazione esemplare tanto che il
libro - a quasi ottant’anni dalla sua pubblicazione - continua ad essere
l’opera di riferimento per tutti gli specialisti del settore.
Ciò è dovuto in parte anche ad una sorta di lavoro di squadra: a parte la
collaborazione del figlio Alberto, che trascorse vari mesi a Napoli alla
ricerca di documenti ufficiali, Emilio Diena ebbe l’opportunità di consultare
tutti i più illustri collezionisti dell’epoca; e per il tentativo di
ricostruzione della tavola della «crocetta» ottenne anche da Sir Edward Demy
Bacon le fotografie degli 87 esemplari di quel raro 1/2 tornese esistenti
nella collezione Tapling.
Questa nuova edizione, inserita nella collana «i Ritrovati», si presenta come
la precedente ristampa del 1992, con prefazione di Enzo Diena, salvo che per
la nuova veste grafica.
Le 3 tavole fuori testo con le riproduzioni delle varietà del francobollo
Croce di Savoia da 1/2 tornese sono inserite nel volume.
Numerose illustrazioni di tutti i francobolli.
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