il postalista
PREMESSA
Lettera
"A"
"B"
"C"
"D"
"E"
"F"
"G"
"H"
"I"
"J"
"K"
"L"
"M"
"N"
"O"
"P"
"Q"
"R"
"S"
"T"
"U"
"V"
"W"
"X"
"Y"
"Z"
|
"T"
TABACCAIO/CHERIA
- Sostantivi. In Italia il tabaccaio e' una persona specializzata ed autorizzata
dallo Stato nella vendita di tabacchi e di carte valori (ambedue generi prodotti
e/o controllati dallo Stato) su cui la cosa pubblica ha imposto ed impone ancora
un monopolio al fine di imporre delle gabelle. I tabaccai possono quindi vendere
al pubblico su concessione statale i valori bollati, tra cui i francobolli,da
cui traggono un aggio, ed insieme alle Poste, sono i distributori istituzionali
del francobollo. Lo fanno all'interno di negozi aperti sulla pubblica via,
denominati Tabaccherie (distinte da particolari targhe e simboli, compreso
quello di stato), rispettando dei turni di chiusura e di apertura stabiliti e
controllati da uffici di Stato, in quanto esercitano per la societa' un pubblico
servizio. L'importanza delle Tabaccherie nel nostro paese e' grande in quanto
permette a chiunque di acquistare dei generi di largo consumo a prezzi fissi,
tra cui appunto i francobolli anche quando gli uffici postali sono chiusi. Per
divenire tabaccai sono necessari molti requisiti, primo fra tutti l'avere una
fedina penale pulita in quanto chi esercita questo mestiere rappresenta lo Stato
gestendo in suo nome e a prezzi stabiliti i valori bollati che la cosa pubblica
richiede su molti documenti e sulla posta. I francobolli prodotti e venduti
dallo Stato ma oggi al servizio di un suo concessionario (le Poste Italiane Spa),
sono una voce non marginale del bilancio dei tabaccai perche' dalla loro vendita
in esclusiva ottengono un discreto guadagno. Di recente alcune Tabaccherie
particolarmente attive ed attrezzate, dislocate in aree mal servite dalle Poste
pubbliche sono state abilitate a funzionare anche come ufficio postale con la
possibilita' di accettare anche posta pregiata. Questa innovazione e' stata
avviata nel 1999 ed ha buona possibilita' di espansione futura se non verra'
mantenuta la copertura postale che nel 2002 sembra essere soddisfacente.
TABELLA - Sostantivo. Quadro riassuntivo di dati o
di indicazioni utili a molte persone, spesso raccolti in un reticolo
cartesiano che li separa e li ordina. La piu' nota e' la tabella della
moltiplicazione, ma ne esistono infinite altre, utili anche in filatelia, per
riassumere dati complessi e articolati come tariffe ed emissioni. Le tabelle
possono svilupparsi graficamente in semplici elenchi, ma sopratutto in reticoli
cartesiani a due dimensioni incrociando due dati diversi. L'informatica e le
scienze esatte hanno sviluppato e facilitato enormemente l'espressione di
concetti sotto forma di tabelle, aiutando la lettura e la comprensione
essenziale e riassuntiva di dati multipli incrociati. Le tavole piu' utili alla
filatelia sono relative alle tariffe postali in relazione al tempo, disponendo
ad esempio in ascissa gli oggetti postali e in ordinata i periodi tariffari o
viceversa, ed inserendo nel reticolo derivato le tariffe relative.
TABULATO - Sostantivo. Forma di tabella espressa in
genere
in lunghi elenchi molto spesso prodotti da elaboratori elettronici. A differenza
delle Tabelle con cui possono esser confusi, i tabulati non sono solo un elenco
riassuntivo di cifre e parole ma possono anche contenere dati che derivano da
una elaborazione di altri dati e informazioni che richiedono o l'opera lunga e
complessa di personale specializzato o piu' breve di macchine elettroniche,
colcolatori e ordinatori che facilitano il lavoro e riducono enormemente i tempi
di realizzazione. Seppur gia' utilizzati in filatelia non hanno per ora in
questa materia un grande sviluppo ma in futuro, specialmente per ottenere dati
complessi (p. es. dati sul movimento postale, dati statistici o conclusivi di
carattere commerciale e mercantile o altro ancora) dovranno essere piu'
utilizzati.
TAGLIANDO - Sostantivo. Pezzo di carta o di
cartoncino in genere di piccole dimensioni contenente alcune diciture, staccato
o tagliato da un blocchetto contenente numerosi multipli simili in genere
numerati progressivamente che ha il significato di ricevuta o di garanzia per un
pagamento o un servizio acquistato,restando una parte in mano del concessionario
e una parte in mano al fruitore. Puo' essere anche sinonimo di cedola, coupon,
talloncino o ricevuta, in relazione a cio' che garantisce. Talvolta e' la
frazione di un documento realizzato in una sola copia che si taglia dal
documento stesso (o biglietto, o azione ecc.) che serve per dimostrare che il
documento e' stato veramente redatto ed esiste o per vantare un diritto. In
questa ottica puo' essere soprattutto considerato come una ricevuta. In
filatelia non ha molti riferimenti, ma in Posta puo' aver importanza in
relazione ad alcuni documenti che vengono abitualmente utilizzati negli uffici
postali, come ad esempio le ricevute delle raccomandate e di altri invii
pregiati, che possono prendere il nome di tagliandi o tagliandini (specilamente
in passato quando le ricevute dovevano esser veramente tagliate dai modulari).
In alcuni rari casi i tagliandi di ricevute postali sono importanti per il
collezionismo non solo per dimostrare la reale spedizione di corrispondenze
pregiate o l'avvenuto pagamento dei servizi a cui si riferiscono ma perche'
possono avere su di se l'applicazione di francobolli in pagamento di diritti o
disposizioni postali particolari o qualche annotazione utile alla storia da cui
traggono origine.
TAGLIARE - Verbo. Azione di suddivisione di un
oggetto in parti, in genere effettuata con strumenti da taglio. Nel caso che ci
interessa maggiormente, il materiale da tagliare e' carta o cartone e quindi gli
strumenti piu' idonei sono lame, forbici, o taglierine, la cui azione tende
dividere il materiale seguendo linee precise e nette anche adatte ad evitare
sprechi o a seguire delle tracce. In genere con strumenti comuni come quelli
citati vengono "tagliate" carte sottili o tenere ma alcuni tagli si possono
realizzare senza strumenti se sono gia' stati previsti nella fabbricazione deli
oggetti, ossia se la separazione di parti e' gia' insita nell'oggetto. E' il
caso dei francobolli che in genere, fin dal tempo degli Antichi Stati, dopo i
primi infelici esempi di produzioni senza facilitazione nella separazione degli
esemplari contenuti nei fogli, vengono realizzati in fogli contenenti molti
esemplari che, per essere facilmente separati, dispongono di perforazioni
lineari (dentellatura) o di tagli non passanti (fustellatura) che circondano
ogni francobollo. L'operazione di separazione si dice volgarmente "rompere" o
"tagliare" il foglio, probabilmente originando quest'ultimo termine dal
primigenio reale taglio con stumenti a lama che doveva esser effettuato per
separare i primi francobolli emessi senza dentellatura. Il taglio manuale dei
fogli riesce quasi sempre bene grazie alla distanza tra le perforazioni
predisposta nella maggioranza dei casi, ma talvolta e' rischiosa a causa di
perforazioni troppo distanti tra loro (dentellatura inferiore a 11) oppure da
caratteristiche insite nella fabbricazione della carta filatelica. In
quest'ultimo caso, se la carta ha fibre di cellulosa lunghe e grossolane (non
fini e corte) la possibilita' di danneggiare qualche esemplare e' elevata in
quanto la resistenza delle fibre lunghe e spesse tende a "guidare" la linea di
separazione anche sui ponti cartacei che uniscono i francobolli tra loro e
quindi a uscire dalla linea teorica ideale predisposta dalla dentellatura. Il
"tagliare" quindi fogli di francobolli a mano per ottenere esemplari sciolti o a
piccoli gruppi non e' sempre facile e sicura : per fare cio' con maggiore
sicurezza e' sempre bene piegare piu' volte gli esemplari da separare sulle
linee di dentellatura per sfibrare e indebolire la carta dei ponti tra un
dentello e l'altro prima di "tagliare" o "rompere". L'uso delle forbici o di
lame per compiere la stessa operazione, seppur e’ teoricamente molto corretto,
risulta comunque sconsigliabile per la fermezza e l'orientamento con cui è
necessario usare uno strumento che non lascia scampo anche in caso di
modestissimi errori. L'esempio della facilita' con cui si puo' tagliar male i
francobolli con forbici e lame a mano e' fornito dalla grande quantita' di
esemplari corti, lunghi, larghi ancora esistenti delle emissioni non dentellate
del primo periodo filatelico degli antichi stati, oggi considerati di scarto o
di scelta inferiore.
TAGLIO - Sostantivo o presente del verbo tagliare
da cui deriva. E' l'effetto del tagliare, ossia e' la conseguenza di una
sforbiciata o di una coltellata. In filatelia, ed in altre arti grafiche, puo' pero' avere significati particolari e specifici che stanno nel gergo e nel
linguaggio filatelico. Ne citiamo due molto diversi fra loro ma di grande
rilevanza filatelica. Il primo si riferisce al valore di facciale contenuto
nelle vignette che in alternativa si dice infatti anche "taglio". Si usa
specialmente quando ci si riferisce a francobolli di una stessa serie realizzata
in molti esemplari con vignette simili per disegno ma diverse per colore o per
altre caratteristiche (per es. Siracusana). E' frequente leggere in letteratura
che una emissione si esprime in 3,15,25 "tagli": cio' vuol dire che quella
emissione ha 3 o 15 o 25 valori di facciale diversi in genere su una sola
vignetta, ma non significa nella maggioranza dei casi che l'emissione dispone di
3, 15 o 25 francobolli diversi. I due dati possono coincidere, ma il piu' delle
volte i valori di facciale sono quantitativamente meno dei francobolli tipo
dell' emissione perche' nel tempo possono nascere francobolli dallo stesso
valore di facciale con caratteristiche diverse (ad es. il taglio da 100 L. della
Siracusana o il 450 L. dei Castelli). La parola "Taglio" viene utilizzata anche
per indicare una particolare varieta' filatelica pregiata : il "Taglio di
rasoio" o "taglio chirurgico" filatelico e' una doppia traccia colorata (di uno
dei colori utilizzati nella stampa) che si puo' vedere su qualche raro
francobollo stampato in rotocalcografia. Si tratta di un modesto doppio spruzzo
di inchiostro che e' trafilato da una fessura delle macchine da stampa, spinto
dai meccanismi pneumatici che lo polverizzano in minute goccioline e che si
esprime in due linee colorate e sfumate parallele, tra loro distanziate da una
linea non colorata spessa qualche decimo di millimetro o poco piu', per una
lunghezza di qualche centimetro (fino a 20). La colorazione e' in genere molto
visibile e modifica sensibilmente l'aspetto del francobollo, rendendolo
diverso, talvolta unico, ma sopratutto poco comune e quindi ricercato dai
cultori delle varieta'. I tagli di rasoio si sviluppano in altezza o in
larghezza del francobollo (raramente in leggera diagonale) in quanto vengono
prodotti dalle macchine mentre i fogli corrono sull'impianto e quindi seguono la
direzione dello scorrere della carta. Per quanto riguarda l'Italia e'
trasversale o parallelo al dritto della vignetta, ma ne esistono alcuni
lievemente inclinati rispetto ad uno due assi della vignetta, originati dagli
stessi spruzzi di inchiostro ma verificati mentre la carta per qualche causa
accidentale non era perfettamente allineata alla direzione di avanzamento.
TALCO - Sostantivo. Minerale tenero di colore
bianco verdastro che si sfalda e si riduce in polvere finissima utile all'uomo
in vari impieghi tra cui la cosmetica. Viene spesso combinato con l'acido borico
per ottenere il Borotalco, una polvere finissima utilizzata come dopobagno
profumato per ottenere un effetto igroscopico e la sensazione di pulito. Il
Talco in polvere finissima ha la caratteristica di non graffiare e risulta
pertanto molto utile per separare superfici lisce che a diretto contatto fra
loro tenderebbero rigarsi e a saldarsi anche senza collanti per la sola forza di
coesione fornita dall'umidita' atmosferica. In questo uso molti filatelisti
hanno utilizzato il talco, piu' spesso il borotalco, pensando di conservare
fogli di francobolli fra loro strettamente impilati senza temere di ritrovali
incollati fra loro. I fogli di francobolli cosi' trattati scivolano tra le dita,
spesso profumano e mostrano un aspetto cromatico attenuato a causa della polvere
finissima che li ricopre. A parte azioni accurate di pulizia che devono esser
compiute per eliminare la polvere, il rischio legato all'uso di polveri fini per
creare una sottilissima intercapedine tra fogli di carta e' legato al fatto che
l'umidita' atmosferica viene da queste attirata e concentrata e quindi l'impiego
di talco o borotalco (ancora peggio) e' sconsigliato. Molti fogli si sono
comunque salvati da danni rilevanti a causa di questo trattamento solo perche'
l'ambiente di conservazione era secco, ma se fosse stato umido o molto umido il
talco avrebbe attirato l'accqua ambientale e si sarebbe unito ed impastato alla
colla, e avrebbe fatto aderire con maggiore facilita' i fogli contigui. In
conclusione l'uso del talco e del borotalco, un tempo consigliato, e' da evitare
e da sostituire con dei fogli di carta velina, di carta seta, di pergamino o
similari da frapporre fra fogli di francobolli nuovi con gomma integra da
conservare a lungo.
TALLONCINO - Sostantivo. Piccolo frammento di carta
con diciture stampate o scritte, staccato da un foglio o da un blocchetto di
cui faceva parte, in genere rilasciato come ricevuta o dimostrazione
dell'esistenza del documento da cui deriva o ancora di un servizio acquistato.
Ha significato simile a "Tagliando" (a cui rimandiamo il lettore) ma rispetto a
questo e' termine piu' vicino alle cose filateliche e postali. Talloncino era
ad esempio il nome del piccolo rettangolino di carta staccato da un bollettario,
contenente un numero e una lettera (R - raccomandata, A - Assicurata, V - Valore
ecc.) che veniva applicato agli invii pregiati fino al 1998 o poco dopo, prima
dell'informatizzazione e della tracciatura delle corrispondenze accettate agli
sportelli, oggi adottato per questi gli iinvii pregiati. Questi talloncini, di
vario colore in relazione al servizio fornito (bianchi per raccomandate a
pagamento, rosa per raccomandate in franchigia, verdi per assicurate, aracioni
per assicurate per l'estero ecc.), avevano una corrispondenza alfanumerica sui
bollettari degli uffici postali accettanti e sulla ricevuta rilasciata ai
clienti. Ancora oggi il rettangolino di carta autoadesiva applicato alle
corrispondenze pregiate accettate dagli uffici postali e' denominato talloncino,
anche se le procedure e il materiale utilizzato allo stesso scopo oggi e'
diverso dal passato.
TAMPONE - Sostantivo. Ha diversi significati ma in
quello per noi piu' interessante, indica un oggetto da scrivania che contiene
l'inchiostro utilizzato per la bollatura su cui appoggiare o battere i timbri
per inchiostrarli. Possono esser di qualsiasi forma e sono costituiti in genere
da una scatola impermeabile che,aprendosi,mostra un panno forte a trama molto
fine che copre una imbottitura tessile compatta e robusta, su cui si versano i
liquidi colorati adatti alla bollatura. L'inchiostro o il liquido da bollatura
viene versato sulla tela esterna, e viene assorbito dall'imbottitura lentamente
ma in grande quantita', distribuendosi negli interstizi delle fibre tessili che
la compongono in cui rimane protetto per non macchiare e per evitare una
evaporazione rapida. La tela esterna rimasta intrisa dall'inchiostro e
continuamente rifornita dall’imbottitura sottostante, permette ai timbri battuti
su di essa di ricoprirsi di un velo di inchiostro fresco che puo' essere
ribattuto su francobolli e posta, asciugandosi poco dopo, riproducendo
l'impronta del bollo stesso in modo indelebile. Questa tecnica di bollatura
utilizzata in tutti gli uffici ma sopratutto dalle Poste e' rimasta praticamente
immobile dal lontano passato ma da qualche anno (dal 1992) sono stati adottati
anche dalle Poste italiane per le bollature di precisione, dei timbri autoinchiostranti con un meccanismo s molla, di nuova concezione, che contengono
i tamponi nel loro interno e che permettono di bollare le corrispondenze con una
semplice pressione, in una sola operazione, senza l'uso di un tampone
tradizionale.
TAPPA - Sostantivo. Ha un doppio significato. In un
caso indica un posto, un luogo assistito, in cui viaggiatori, sportivi,
escursionisti fanno una sosta per riposare, nell'altro indica anche un percorso
limitato tra una sosta e la successiva per interrompere un lungo viaggio. Viene
qui ricordata perche' nel periodo prefilatelico, ma anche successivamente la
posta si fermava ai posti di tappa, luoghi attrezzati in sequenza su un percorso
stabilito, denominati piu' brevemente come "poste", dove si sostituivano i
corrieri ed i cavalli e dove i passeggeri delle corriere si riposavano e
trovavano ristoro. In gergo piu' strettamente postale e piu' vicino al nostro
tempo erano luoghi di scambio postale, attrezzati con uffici e con personale.
TAPPETO - Sostantivo. Tessuto morbido e robusto,
frutto di tessitura di fibre naturali (lana, canapa, ecc.) adatto ad essere
calpestato o a ricoprire pareti e superfici, con disegni colorati, spesso
geometrici, variabili in relazione alla provenienza. Il vocabolo,seguito da una
specificazione, e' stato adottato anche dalla filatelia per indicare i diversi
tipi di carta filigranata (ossia contenente nel suo spessore disegni
paragonabili a quelli dei tappeti). La carta filatelica filigranata assume
quindi denominazioni diverse in relazione al disegno contenuto. Per l'Italia
esistono fondamentalmente 4 tipi di carte filigranate : a tappeto di corone, di
esagoni, di ruote e di stelle (con alcune varianti) : ogni francobollo contiene
in trasparenza uno o piu' disegni di uno dei tipi suddetti, regolarmente
ripetuti e distribuiti nella sua superficie, in modo da garantire l'autenticita'
della carta e quindi degli esemplari. In qualche raro caso esistono esemplari
dallo stesso disegno, colore e valore di facciale stampati su carte dal diverso
tappeto filigranato (p.es. Siracusana) : a causa di questa diversita'
produttiva, questi francobolli sebbene di uguale aspetto assumono un proprio
numero di catalogo e sono considerati, ciascuno, come francobolli tipo.
TARIFFA - Sostantivo. E' la definizione letterale
piu' precisa del costo o del prezzo di una merce o di una prestazione.
Normalmente, da quando non si usa piu' lo scambio delle merci e delle
prestazioni e si e' adottato il denaro come valore di scambio, la tariffa e' una
cifra, un ammontare in moneta corrente, che si deve pagare per ottenere una
merce o un servizio. Nel mondo attuale le tariffe piu' importanti, quelle che
condizionano la vita della popolazione, sono intese come cifre fisse, ossia la
merce o il servizio possono esser ottenuti da chiunque, su un territorio vasto,
nelle stesse quantita' e con lo stesso risultato,pagando la stessa cifra. Si
preferisce usare il termine tariffa, e non costo o prezzo, proprio quando
l'ammontare e' fisso ed e' stabilito dalle autorita' della nazione. I servizi
strategici di ogni nazione moderna (energia, trasporti pubblici, poste ecc.)
possono essere ottenuti contro il pagamento di tariffe stabili che restano in
vigore a lungo e permettono a chiunque di calcolare i costi delle altre merci,
dei servizi e del lavoro di tutti. La variazione delle tariffe che avviene ogni
tanto, e' conseguenza di molti fattori il cui principale e' l'inflazione o la
deflazione monetaria conseguente alla bilancia dei pagamenti con l'estero. A
parte queste considerazioni che vanno oltre lo scopo di questo testo, le tariffe
interessano la posta e quindi la filatelia, poiche' ad ogni tipo di spedizione
postale corrisponde un costo diverso e ad ogni francobollo viene assegnato un
valore per pagarlo. Le migliaia di francobolli che nel tempo sono nati, sono la
conseguenza principale della variazione delle tariffe. Le tariffe postali sono
contenute in genere in grandi tabulati detti "tariffari" i quali hanno un
periodo di validita' piu' o meno lungo in relazione all'andamento dell'economia
nazionale, e devono essere sostituiti da uno nuovo, nel momento in cui si
verificano sostanziali variazioni dei costi delle materie prime e dell’energia.
In Italia le variazioni tariffarie postali di una certa consistenza che si sono
verificate dall'origine al 2002 sono circa 120 ed hanno interessato in qualche
caso anche oltre 500 voci diverse. Tutte le variazioni tariffarie postali
importanti (quelle cioe' che hanno interessato molte voci contemporaneamente),
eccetto una nel periodo fascista, modificarono le tariffe in crescendo, ossia
furono conseguenza di un periodo inflattivo monetario. Specialmente nel periodo
repubblicano compreso fra gli anni 1970/90 le variazioni si intensificarono a
causa di una lunga crisi economica e dell'aumentare del debito pubblico e le
voci tariffarie si moltiplicarono per l'incremento del numero dei servizi
offerti dalle Poste. Anche periodi difficili successivi a fatti straordinari
(come le guerre 1914/25 e 1940/46) hanno portato a variazioni tariffarie piu'
frequenti ed economicamente piuttosto consistenti. Se alle origini le tariffe
postali italiane erano poche ed essenziali (meno di 30), col crescere delle
pretese dell’utenza e del miglioramento delle tecnologie postali aumentarono
quantitativamente sempre piu' fino a raggiungere negli anni ’80 quasi 500 voci
diverse. Soltanto negli ultimi anni si e' avuta una contrazione del numero delle
voci tariffarie in attuazione del passaggio della gestione da pubblico a privato
e della costituzione dell'Unione Europea. La politica di riduzione, di
assimilazione o di eliminazione di alcuni tipi di invio e' ancora in atto
all'alba del 3° millennnio, ma ha stravolto il tariffario postale che
tradizionalmente era in uso nei decenni precedenti. L'arrivo del sistema
prioritario, l'eliminazione di infinite tariffe distinte per distanza, la
riduzione del numero degli scaglioni di peso e l'assimilazione di molti invii
postali tra loro (lettere, stampe, cartoline, fatture, cedole ecc.) in
precedenza con tariffe proprie, ha oggi ridotto enormemente il numero
complessivo delle tariffe e promette di ridurlo ancora in futuro.
TARIFFARIO - Sostantivo. Tabella stampata o
tabulato di pubblica conoscenza, contenente, in un certo ordine e suddivisione, un elenco di tariffe, espresse in moneta corrente, ciascuna
corrispondente ad un ammontare in denaro per ottenere una merce o un servizio.
Il Tariffario postale e' uno dei tanti tariffari esistenti ; contiene
soprattutto tariffe semplici, ossia direttamente corrispondenti all'ammontare da
impiegare in francobolli o surrogati per la spedizione di corrispondenze
semplici e pacchi ordinari divisi in scaglioni di peso e in alcuni casi in
gruppi o per distanza, ma contiene anche i dati per conoscere tariffe complesse
ottenute dalla somma dei porti semplici suddetti con i diritti postali ossia per
pagare i servizi aggiuntivi eventualmente richiesti. Possono anche contenere
tariffe o diritti relativi ad altri servizi postali che non postali effettuati
dalle Poste. La lettura del tariffario non sempre e' facile perche' spesso deve
essere interpretato, in quanto in molti casi e' necessario conoscere molte
regole postali non riportate nei dati aggregati al tabulato stesso. Inoltre in
esso molti termini sono abbreviati o legati ad un gergo postale particolare non
conosciuto dalla maggioranza dei cittadini. Nel nostro paese i tariffari postali
devono eser pubblicati dalla G.U., sono elaborati dalle Poste in particolari
bollettini informativi in forma completa e contemporaneamente sono anche
ridotti in forma di tabelle riassuntive essenziali per i clienti normalivengono
anche prodotti da editori privati specializzati per la vendita al dettaglio.
Forme piu' ridotte di tariffari sono anche riportate sui cataloghi filatelici,
cronologicamente intercalate alle emissioni filateliche, o in tabelle compresse
all'interno di altre pubblicazioni filateliche. Dal 1980 numerosi cultori di
storia postale hanno pubblicato volumi e tavole contenenti la storia ed elenchi
dettagliati delle variazioni tariffarie postali italiane di particolari periodi
o di tutti i tempi e moltissime collezioni storico postali complesse, di rcente
realizzazione contengono spesso parti piu' o meno grandi del tariffario generale
italiano a chiarimento e giustificazione del materiale contenuto. I tariffari
sono infine assolutamente necessarie per controllare e classificare il
materiale postale in vendita o trovato.
TASSA/RE/TO/A - Sostantivo, verbo e aggettivi
derivati. La tassa e' un ammontare di denaro che si paga per ottenere un
servizio o per annullare una multa. Nel parlare comune non si differenzia molto
da "Imposta", e per molti ha lo stesso significato perche’ comunemente indica un
tributo dovuto allo Stato per contribuire, ciascuno con le proprie capacita',
alla vita pubblica. La tassa, in gergo postale, puo' anche essere sinonimo di
tariffa per pagare un servizio, ma indica per la maggioranza degli utenti
postali il pagamento di una una multa dovuta alle poste per qualche infrazione.
Nel linguaggio corrente si dice anche che per usufruire del servizio postale
bisogna pagare le tasse postali e che per effettuare la regolare spedizione di
un invio bisogna pagare un ammontare che corrisponde ad una tariffa ma si dice
anche che se non si affranca o si affranca con meno del dovuto si rischia una
punizione che nel passato corrispondeva ad una multa o meglio ad una tassa pari
al doppio del mancante. La confusione non e' poca ed e' sostenuta anche da
frequenti modi di dire imperfetti del linguaggio filatelico che non hanno ancora
trovato una definizione chiara. Citiamo a sostegno di questa osservazione che
per le lettere prefilateliche che mostrano sul fronte o sul retro grandi numeri
manoscritti o alcune formule scambiate spesso per scarabocchi, si dice
comunemente che contengono "segni di tassa" che in realta' rappresentavano
l’ammontare delle tariffe nella moneta con cui il servizio postale era pagato
inizialmente o doveva esser incassato a destino (bajocchi, soldi, quattrini,
kreuzer ecc.). ll tassare e' invece una operazione finanziaria che indica
l'applicazione di una tassa o di un tributo. Per quanto riguarda la Posta e la
filatelia "Tassare" indica l'applicazione di punizione pecuniaria per una
infrazione tariffaria o normativa scoperta dai funzionari postali sulle
corrispondenze spedite. Anche se dall'agosto 1998 la tassazione della Posta non
e' piu' possibile per il cambiamento delle norme postali, per circa 140 anni le
corrispondenze non affrancate o sottoaffrancate venivano evidenziate con
segnalazioni scritte (tra cui la "T" di Tassata) da un gruppo specializzato di
impiegati postali,i verificatori, che lavoravano in qualsiasi punto della rete.
Queste corrispondenze venivano "tassate" per un ammontare doppio del mancante
con l'applicazione da parte degli uffici postali delle citta' di destino di
speciali francobolli nati solo per questo uso, chiamati appunto segnatasse. Le
corrispondenze tassate o piu' semplicemente "le Tassate" sono quelle che
mostrano non solo segni di tassa (tassa o multa segnalata ma non ancora
richiesta), ma sopratutto l'applicazione di segnatasse o di loro surrogati
(tassazione meccanica) per poter chiedere al destinatario finale il denaro
corrispondente ai segnatasse applicati. Dal punto di vista collezionistico le
corrispondenze tassate sono sempre interessanti e sono spesso oggetto di
particolare collezionismo storico postale in quanto non solo mostrano spesso
francobolli insoliti come i segnatasse, ma perche' permettono di indagare sul
motivo della tassazione e di risalire alle regole postali vigenti al momento
della spedizione.
TASSATIVO - Aggettivo. Si aggrega in genere a
sostantivi come "ordine", "disposizione", "norma" la cui esecuzione non
consente deroghe o eccezioni e che quindi e' assoluta. Nel corso del periodo
filatelico nel servizio postale e nel mondo filatelico italiano non si ricordano
disposizioni realmente tassative, ma ne sono esistite alcune, definibili come
obbligatorie, che in particolari periodi furono applicate con fermezza e
decisione. L'affrancatura delle corrispondenze passo' ad esempio da facoltativa
a obbligatoria (ma non tassativa) all'inizio del regno d'Italia e rimase tale
fino al 1998 poiche' chi non affrancava o affrancava male non rischiava molto :
al massimo il destinatario pagava una tassa (parola da cui origina quella che
esaminiamo) consistente nel doppio del mancante ma la corrispondenza arrivava
comunque. Dall'agosto 1998, con la nuova gestione delle Poste italiane, la norma
che richiede l'affrancatura obbligatoria e' divenuta invece praticamente
tassativa in quanto le corrispondenze non affrancate o sottoaffrancate se non
hanno riferimenti del mittente, vanno al macero, ossia non consentono un perdono
o un rimedio anche costoso. Da un lontano tempo in cui le Poste private o
pubbliche avevano norme tassative e la mancata consegna delle missive era punita
con pene gravi come la fustigazione e l'impiccagione dei corrieri inadempienti,
dopo un rilassamento delle pene ammorbidite col correre dei secoli, consentendo
sempre una giustificazione al ritaro o alla perdita delle corrispondenze o alla
inesattezza delle tariffe sempre rimediabile con una tassa pecuniaria o con
nulla, all'inizio del 3° millennio si sta tornando gradualmente alla
tassativita' delle norme in quanto per ridurre i tempi di consegna ed
accontentare clienti sempre piu' esigenti, bisogna affidarsi a norme non solo
piu' restrittive ma anche assolute che non ammettono eccezioni, ossia tassative.
TASSELLO - Sostantivo. Piccolo pezzo di materiale
solido, compatto e robusto spesso cubico o cuneiforme che si inserisce in una
fenditura per bloccare, fermare, stabilizzare delle parti instabili. E' oggi
anche il nome di una specie di chiodo o gancio a vite che serve per appendere in
modo robusto e definitivo cose alle pareti. Per quanto riguarda la filatelia e'
un piccolo oggetto utilizzato nella produzione dei francobolli, originato
dall'esperienza delle antiche tipografie, che serve per bloccare e fissare
stabilmente le matrici di stampa di tipo piano (in qualche caso anche
cilindriche) alle rotative. Si tratta di blocchetti cubici o parallelepipedi di
varie dimensioni che vengono fermati con viti o altri meccanismi alle matrici
per fissarle alla struttura ma anche per centrare la matrice rispetto alla
carta da stampa. In alcuni casi che interessano direttamente il disegno nei
fogli di alcuni francobolli, esattamente i segni contenuti nei bordi di foglio.
In questi casi si tratta di blocchetti spaziatori che contengono tratti, segni,
numeri, disegni da stampare sulla carta contemporaneamente ai francobolli. Sono
mobili e sostituibili in modo da consentire la stampa di segni e disegni
diversi. Nella produzione dei francobolli italiani hanno avuto largo uso per
stampare segni sui bordi di foglio al fine principale di impedire ai falsari di
utilizzare la carta filigranata bianca che li contorna. I disegni a Guilloche, a
Greche, a Onde e altri che contornano i gruppi di francobolli contenuti in un
foglio, sono prodotti quindi da tasselli spaziatori contenenti motivi di stampa
diversi in relazione alle dimensioni dei fogli, alle disponibilita' esistenti,
alla macchina da stampa utilizzata e al formato dei francobolli. Questi tasselli
hanno avuto particolare sviluppo con le emissioni repubblicane e tra queste
ricordiamo l'emissione Alti Valori Cifre prodotta in foglietti di piccolo
formato contenenti 20 esemplari con un margine inferiore piuttosto ampio. In
questi francobolli, per ciascun taglio e senza una regola fissa, sono state
utilizzate in tirature successive numerose serie di tasselli (una decina) con
segni grafici diversi (greche) che caratterizzano appunto le tirature e che sono
oggetto di studio filatelico e di collezionismo specializzato. Conclusivamente i
segni ed i disegni di stampa presenti sui bordi di foglio di numerosi
francobolli italiani sono prodotti a mezzo di serie di tasselli coerenti (con
disegni continui su tasselli accostati) e mobili, applicati ai cilindri o alle
tavole di stampa.
TAVOLA - Sostantivo. Vocabolo con molti significati
nel linguaggio comune. In filatelia viene utilizzato per indicare la pietra,
il cilindro metallico o plastico inciso (ossia la matrice) con le impronte dei
francobolli contenute in un foglio intero o addirittura di piu' fogli (quando
erano prodotti contemporaneamente piu' fogli insieme - sui cataloghi indicati
con la sigla 50x4, 100x4, 100x3 ecc.).Fin dall'origine della produzione
filatelica, qualsiasi fosse il metodo utilizzato per la stampa, per ogni
francobollo nato ed anche per alcuni non emessi, fu realizzata almeno una tavola
piana o cilindrica contenente tutte le impronte dei francobolli di un foglio (o
di piu' fogli) che doveva servire per stamparli. In Italia per molti decenni a
ciascuna tavola via via prodotta nel susseguirsi delle emissioni,fu assegnato un
numero o una sigla marcata sul margine della tavola stessa che compare sul bordo
di foglio finito stampato con uno dei colori utilizzato per la vignetta, che
permette di stabilire la tiratura e in molti casi l'anno di produzione. Nel
passato, quando la tecnologia produttiva era ancora primitiva, venivano
assegnati anche piu' numeri di tavola allo stesso francobollo : cio' perche'
l'usura o la rottura delle impronte richiedeva la realizzazione di altre matrici
e quindi di altre pietre o cilindri che consentissero la produzione di
francobolli perfetti nel tempo. Esistono pertanto francobolli particolari con
bordo di foglio che mostrano (ovviamente se hanno ancora il bordo di foglio
integro e leggibile) dei numeri (romani o arabi) che li rendono preziosi,
supervalutati e particolarmente ricercati dal collezionismo filatelico avanzato.
L'uso dell'applicazione del numero di tavola che era regolare sui francobolli
italiani dalle origini fino a circa il 1930, divenne saltuario nel decennio
successivo e fu abbandonato dopo il 1940 per la sostituzione delle macchine e
dei sistemi produttivi superati dal tempo. Il numero di tavola veniva assegnato
non solo per documentazione interna della stamperia di Stato, ma sopratutto per
il magazzinaggio delle
tavole e dei cilindri, per ritovarli in caso di ripresa della produzione, cosa
estremamente comune nel lontano passato quando le produzioni erano realizzate su
richiesta e sui consumi, e quando i francobolli erano sopratutto di tipo ordinario definitivo, dalla tiratura non prestabilita. A partire dal secondo
dopoguerra i fogli di francobolli italiani presentano un altro tipo marcatura :
si tratta di una numerazione sul bordo di foglio non dipendente dalla tavola o
dal cilindro, ma da un contatore che permette al Poligrafico dello Stato di
controllare la quantita' di produzione giornaliera, mensile, o totale. Questo
numero, talvolta combinato con lettere dell'alfabeto, anche se non e' piu' il
numero di tavola, viene inesattamente ancora da molti definito come tale. I
primi francobolli d'Italia hanno numeri di tavola molto bassi stampati sul
bordo di foglio contenuti in piccoli cerchi o in piccole cartelle colorate, ma
nel giro di pochi decenni i numeri applicati ai francobolli piu' comuni
raggiunsero le 4 cifre. In qualche caso ad alcuni francobolli rimasti in validita' per decenni, come ad esempio i 3 esemplari dell'emissione Leoni e i
francobolli derivati, furono assegnati alcune decine di numeri di tavola diversi
la cui ricerca ed individuazione e' ancora in corso oggi.
TELAIO - Sostantivo. Oltre ad una macchina da
tessitura indica uno strumento di lavoro di varie tecnologie produttive che in
genere e’ realizzato in legno o metallo dalla diversa forma e dimensione
(comunque sempre chiusa), il cui compito e’ tenere ferma e stabile una rete di
fili,delimitando uno spazio o un volume. Nel caso che interessa la filatelia, e'
uno strumento utilizzato nella fabbricazione della carta secondo il procedimento
manuale, o comunque non troppo automatizzato, che serve per stendere su una
reticella a maglia fine, sottesa appunto dal telaio, l'impasto semiliquido di
fibre di cellulosa per trattenerle e impilarle in strato sottile ed essiccarle
facendo trafilare l’acqua attraverso la reticella, al fine di creare un foglio
di carta alla volta. La rete, in genere molto fine e ralizzata in filo di rame,
permette lo sgocciolamento dell'acqua dell'impasto ed il telaio stabilisce la
dimensione del foglio di carta. Nelle antiche cartiere ed in quelle che ancora
oggi lavorano a mano, i telai sono numerosissimi e vengono adoperati da
maestranze molto specializzate che riescono a produrre molti fogli della stessa
dimensione e quasi dello stesso peso. Le reticelle sottese dai telai, possono
esser realizzate secondo una trama regolare (come una stoffa o una tela) a cui
possono esser aggiunti disegni, loghi, stemmi e scritte per poter ottenere,
fogli di carta che presentano in trasparenza gli stessi disegni,loghi e scritte
inserite nelle reticelle. Questi telai producono quindi carta a mano detta
filigranata per usi personalizzati o piu’ spesso per usi di sicurezza come
quella per la stampa di banconote o di valori bollati, compresi molti
francobolli. I telai per la produzione di carta nobile filigranata vengono nella
maggior parte dei casi conservati per essere riutilizzati in caso di produzioni
ripetitive anche distanti nel tempo ed esistono quindi nelle cartiere
specializzate nella produzione di carta a mano, degli archivi di telai tanto
piu' importanti quanto piu' antica e' la cartiera.
TELECOMUNICAZIONE - Sostantivo. Definisce ogni
procedimento adatto a trasmettere informazioni, dati, suoni, immagini ecc. a
distanza superiore di quanto possa fare la voce e la vista umana. Le
telecomunicazioni si dividono in gruppi quali quelle telefoniche, telegrafiche,
televisive, radiofoniche, ogni altro tipo derivato adatto a trasmettere dati
chiari o criptati (trasmissione dati, telecomandi a distanza ecc.) e postali. Le
Telecomunicazioni sono per ogni nazione strategiche in quanto piu' e' attivo ed
efficiente lo scambio di dati, notizie, informazioni ecc., tanto piu' la nazione
e' avanzata nel contesto mondiale. Fin dalle origini i governi si sono occupati
di regolare e migliorare le telecomunicani sopratutto per controllarle e per non
consentire a gruppi privati di influire troppo pesantemente nelle sorti della
nazione. In Italia intorno al 1860/70 quando stava iniziando la storia di
telegrafo e telefono, il Ministero dei Lavori pubblici da cui dipendava il
servizio postale fu suddiviso e nacque il Ministero delle Poste e
Telecomunicazioni che con varie denominazioni, aggiornamenti e funzioni e'
giunto fino ai giorni nostri per governare e regolamentare l'intricata e non
sempre chiara storia dei vari sistemi di trasmissione via via nati. Si puo' dire
che il Ministero delle Telecomunicazioni e' stato o e' ancora in Italia il
padrone dei sistemi di trasmissione e o li gestisce in proprio o attraverso
concessionari controllati,ossia attraverso aziende private di interesse
pubblico o a capitale misto pubblico/privato. Le Poste che ebbero perfino una
parte nella definizione del Ministero (Min. delle Poste e delle Telec.) dal 1996
sono state concesse a privati, Le Poste italiane spa, che gestiscono e stanno
trasformando il vecchio ed elefantino sistema statale economicamente passivo in
una azienda piu' agile adatta a mantenere un livello di servizio elevato
ottenendo anche degli utili. Questa trasformzione e' ancora in atto ed e'
sorvegliata per il Governo nazionale dal Ministero delle Telecomunicazioni che
pero' ha altre e piu' importanti precedenze ed urgenze quali ad esempio la
telefonia e le emissioni televisive ed informatiche che avranno in tempi brevi
la parte preponderante nella trasmissione dei dati, delle informazioni e anche
delle corrispondenze e stanno quindi relegando gradualmente ma rapidamente in
secondo piano il tradizionale e secolare scambio della posta. Il passaggio da
Pubblico a Privato delle Poste italiane iniziato nel 1995,definito nel 1996, si
sta completando col tempo : nel 2002 anche se la maggior parte delle questioni
sono definite non è ancora concluso per il forte debito contratto nei decenni
precedenti con la Banca d’Italia e quindi con la cosa pubblica.
TELEFONO/FONICO - Sostantivo e aggettivo derivato.
E' uno strumento elettrico che permette di trasmettere suoni e voci a distanza
mediante cavi sottili. E composto da un microfono da un altoparlante,da un
circuito elettrico e da una tastiera alfanumerica, che, riunite in una scatola,
sono collegate attraverso un cavo ad un altro strumento identico distante. I due
strumenti possono quindi ricevere e trasmettere voci e suoni permettendo una
conversazione tra persone lontane. In versioni piu' recenti di grande successo
puo' trasmettere e ricevere nello stesso modo ma senza collegamenti diretti
(senza fili) ossia si comporta come una radio ricetrasmittente ed e' quindi
portatile ed autonomo. E' uno strumento che ormai ha raggiunto praticamente ogni
luogo ed abitante del mondo ed e' prodotto in infiniti esemplari che per essere
distinti uno dall'altro hanno necessita' di numeri di identificazione assegnati
a ciascun possessore dello strumento. I telefoni sono collegati con una rete
incredibilmente fitta di cavi e di collegamenti che avvolgono oggi tutto il
mondo abitato che spesso si congiungono in punti strategici (le centrali
telefoniche) necessari per dividere le linee, per moltiplicarle e per ripararle
in caso di guasti. La rete telefonica fissa (quella con cavi) e' di proprieta'
suddivisa in tante parti (gestori), sopratutto nazionali, che, ai confini, si
collegano tra loro permettendo di connettere popoli distanti di lingua diversa
che cosi' si possono parlare annullando le distanze. L'invenzione del telefono
che insieme al telegrafo ha iniziato la globalizzazione delle attivita' umane si
deve all'italiano Antonio Meucci e risale al 1871, ma le prime applicazioni su
scala industriale si devono allo statunitense A.G. Bell. Le industrie nate
dalle applicazioni telefoniche sono oggi tra le più potenti e ricche del mondo e
sono considerate strategiche dai governi nazionali dove prevalentemente operano
e sono quindi controllate da specifici Ministeri (Min. delle Telecomunicazioni).
L’ evoluzione dell'industria telefonica e’ oggi di grande importanza in quanto
la rete telefonica fissa si sta lentamente ma sicuramente trasformando in
"mobile" permettendo a qualsiasi cittadino del mondo di possedere uno
strumento svincolato dalla rete di cavi originariamente necessaria. Oggi i telefoni
portatili sono comunissimi e di relativamente basso costo per i vantaggi nelle
cumunicazioni che portano sopratutto in aree sguarnite di cavi telefonici,
rendendo possibili conversazioni e comunicazioni tra persone che si spostano
sulla superficie del globo. Questa trasformazione e' stata resa possibile a
mezzo della miscelazione delle comunicazioni radio con quelle telefoniche e
attraverso la tecnologia spaziale che a mezzo dei satelliti fissi in orbita
terrestre rimbalzano le comunicazioni telefoniche in qualsiasi punto della terra
praticamente in tempo reale. Il telefono lentamente ma certamente sta
rosicchiando una parte consistente delle comunicazioni scritte, un tempo le
uniche possibili. L'immediatezza ed il rapporto diretto tra le persone, nonche'
la velocita' di comunicazione stanno sostituendo buona parte dei messaggi brevi
che non richiedono la trasmissione di documenti e materiali ; in conseguenza la
massa del corriere postale a causa del telefono si sta gradualmente riducendo
ponendo in crisi i sistemi postali in tutto il mondo e minando l'esistenza del
francobollo cosi' caro alla filatelia. Con alta probabilita' nel giro di qualche anno (siamo nel 2002) pur continuando ad esistere le comunicazioni scritte,
il francobollo sara' eliminato imputando al telefono ed ai suoi derivati la
causa principale della sua morte.
Dal punto di vista strettamente filatelico e storico postale il telefono ha
avuto una parte rimarchevole in almeno un paio di settori : ricordiamo ad
esempio che intorno agli anni 1950/60 il telefono in Italia fu utilizzato per
trasmettere i telegrammi sia nel senso della spedizione che del ricevimento
(trasmissione da centri senza uffici postali- ricevimento per via telefonica dei
testi prima di ricevere a domicilio i moduli scritti a mezzo dei postini). Una
scelta simile fu anche effettuata in Francia che ammise e tariffo' un servizio
di lettura urgente delle lettere ordinarie per via telefonica prima della reale
consegna delle missive a casa dei destinatari. In questo caso, piuttosto
costoso, le lettere dovevano essere consegnate agli sportelli postali e dovevano
esser corredate di una speciale etichetta contenente il numero telefonico del
destinatario in modo che giunta nella citta' di destinazione, l'ultimo ufficio
postale ricevente potesse leggere (essendo autorizzato ad aprirla) per via
telefonica il contenuto al destinatario finale prima di consegnare la lettera al
suo domicilio. Il sistema non ebbe successo sia per questioni di privacy che per
la modesta riduzione dei tempi che consentiva e dopo breve tempo fu abbandonato.
TELEGRAFO/GRAFICO - Sostantivo e aggettivo derivato. Come
sostantivo e' un dispositivo ottico,meccanico o elettromeccanico per lo
scambio di messaggi mediante la trasmissione di segnali in codice che scorrono
visivamente o all'interno di fili. In piu' recenti versioni il telegrafo senza
fili e' una combinazione del telegrafo tradizionale con le trasmissioni radio
che possono fare a meno dei fili. Il telegrafo a filo e' costituito
essenzialmente da un interruttore, da un tasto telegrafico,che permette o
interrompe il passaggio della corrente elettrica per periodi brevissimi o piu'
lunghi attraverso il filo che collega la stazione trasmittente a quella
ricevente. Un sistema scrivente ad elettrocalamita permette di tracciare su
carta una serie di punti e linee che in varia combinazione e sequenze e secondo
pause prestabilite trascrivono le lettere dell'alfabeto, i numeri e la
punteggiatura oggetto della comunicazione. Il codice che permette di trasformare
lettere e numeri in punti e lineette e' il codice Morse (dal nome del suo
inventore). I telegrafo ottico, utilizzando impulsi luminosi visibili simili a
quelli Morse, permette a persone e a veicoli di comunicare a vista (fu ed e'
ancora utilizzato in Marina per le comunicazioni tra navi in navigazione
vicina). Il telgrafo fu una delle prime dotazioni importanti delle Poste che
effettuarono un servizio telegrafico tra uffici collegati da fili (p. es.
terraferma/isole) e successivamente un servizio radiotelegrafico tra mezzi in
movimento ed alcuni uffici attrezzati di radio ricetrasmittenti (p.es.
navi/terraferma e viceversa). In quest'ultimo caso fu di grande importanza
l'ufficio radiotelegrafico di Genova che permise la trasmissione di lettere tra
i piroscafi intercontinentali e l'Italia nel periodo 1920/30 e la trasmissione
delle lettere oceaniche (fino al 1960 circa). Il telegrafo che nella sua
versione in codice ha avuto utilizzo fino a circa il 2000 e' ora stato
completamente sostituito per le poste dal servizio telex e fax (vedi voce
"telescrivente"). Le lettere oceaniche italiane dispongono di una soprascritta
dedicata, hanno affrancatura interna perche' partivano da Genova, potevano
esser richieste a bordo delle navi presso l'ufficio radiotelegrafico di bordo,
pagando una tariffa particolare legata al numero delle parole contenute. Sono
rare ed in genere ormai reperibili solo nelle aste. Il telegrafo fu inventato
dal francese C.Chappe intorno alla fine del 18° secolo mentre il telegrafo
elettrico fu sviluppato da Morse intorno al 1850 e perfezionato da E. Baudot.
Intorno al 1930 il telegrafo pur mantenedo i principi originali si e'
trasformato in telescrivente applicando in cascata macchine che possono trasmettere e ricevere messaggi e testi in chiaro piuttosto che in codice Morse e
da quel momento fini' l'epoca dei telegrafisti e dei radiotelegrafisti che
avevano una grande abilita' manuale nel comporre i messaggi con punti e linee.
TELEGRAMMA - Sostantivo. Modulo postale apposito,
adatto a contenere un messaggio in genere breve ed in forma letteraria ridotta,
trasmesso per via telegrafica elettrica tra quasi tutti gli uffici postali
italiani e del mondo. E' in realta' l'espressione in chiaro di un messaggio
scritto da un mittente,trasmesso dall'ufficio postale accettante all'ufficio
postale piu' vicino al destinatario per via telegrafica, riscritto dall'ufficio
ricevente su un modulo particolare e consegnato al destinatario nel piu' breve
tempo possibile a mezzo di postini appositi o a mezzo del telefono e poi
consegnato con la posta ordinaria quotidiana. I telegrammi sono contenuti in un
settore particolare della storia postale in quanto in genere non sono affrancati
e quindi sfuggono in qualche modo alla classificazione postale abituale, ma ne
fanno parte a pieno titolo, anzi permettono la costruzione di collezioni
specializzate di gran pregio che attraversano anche il periodo prefilatelico e
giungono ai nostri giorni. Alcuni moduli postali italiani ed esteri del passato
predisposti per la trascrizine dei telegrammi hanno un aspetto molto grazioso,
hanno piacevoli e complesse decorazioni variabili in relazione all'occasione
dell'invio (auguri, nascite, matrimoni ecc.), altri hanno inserti pubblicitari a
pagamento che consentono loro di rientrare anche in altre collezioni storico
postali e tematiche. I telegrammi si effettuano negli uffici postali e in Italia
si pagano in relazione alla lunghezza del testo con denaro contro ricevuta ma
sono esistiti anche i telegrammi pagati in francobolli da applicare sui moduli :
risalgono agli anni 1958/65 e sono stati realizzati in un'area del centro Italia
(Macerata e dintorni) in cui gli uffici postali erano molto distanti fra loro.
In questa area alcuni recapiti pubblici come bar/tabaccherie e posti telefonici
pubblici furono autorizzati dalle Poste all'invio di telegrammi al posto degli
uffici postali. In questi luoghi attrezzati di moduli,di francobolli e di
telefono,i titolari dei locali accettavano i telegrammi facendo pagare in
francobolli l'ammontare delle tariffe postali (un tanto a parola) che
applicavano sul modulo stesso e trasmettevano per via telefonica il testo
all'ufficio postale attrezzato di telegrafo piu' vicino il quale poi inoltrava
il messaggio a destino. L'affrancatura era annullata dai gestori con bolli
simili a quelli postali autorizzati dalle Poste Italiane. Non sono comuni e sono
ricercati per le collezioni di storia postale del periodo
Siracusana/Michelangiolesca.
TELESCRIVENTE - Sostantivo. Macchina scrivente a
distanza. Per molto tempo, a partire dagli anni '50, ed ancora oggi all'inizio
del III millennio, serve a scrivere messaggi e sopratutto notizie urgenti da
trasmettere immediatamente in altri luoghi o uffici, dove e' richiesta una copia
in chiaro dattiloscritta. Utilizza una evoluzione dei sistemi telegrafici,
trasformando automaticamente impulsi elettrici (oggi anche elettronici) in
caratteri alfanumerici in chiaro quindi immediatamente leggibili. Ha funzione
bidirezionale, ossia la macchina che riceve puo' anche trasmettere e si utilizza
come una semplice macchina da scrivere, disponendo di una tastiera praticamente
identica. Ad ogni battuta sulla tastiera si innesca una combinazione di 5
impulsi che via cavo telegrafico viene trasmessa a distanza ad una macchina
corrispondente che, a sua volta trasforma gli impulsi ricevuti in caratteri,
stampando il messaggio su carta. Puo' in funzioni automatiche avanzate
trasmettere oltre 400 caratteri al minuto ma ha bisogno di una serie di
impulsi particolari per riconoscere esattamente il destinatario e per avviarsi e stopparsi. E'utilizzata sopratutto dal giornalismo, da grandi aziende che
hanno molte sedi da informare identicamente e contemporaneamente, dalle Poste
e da numerosi altri grandi comunicatori per trasmettere informazioni e testi
urgenti. Il sistema, come quello telegrafico, telefonico e televisivo e'
controllato in Italia dal sistema pubblico essendo una delle forme di
comunicazione ancora molto utilizzate. I testi prodotti dalle telescriventi
non sono oggetto di collezionismo filatelico, ma stanno nella storia delle
comunicazioni.
TELEX - Sostantivo. Nome con cui si definisce la
rete telegrafica che consente di stabilire collegamenti automatici fra
telescriventi nazionali ed internazionali. La rete italiana e' pubblica ed e'
la stessa rete che consente di trasmettere le corrispondenze telegrafiche e
quindi anche i telegrammi, ma viene divisa in "telex"(quella pubblica -
funzionante anche tra pubblico e privato), "publitelex" (quella postale) e "telestato"(quella
per comunicazioni tra enti di stato). Il traffico internazionale e' infine
convogliato sulla rete denominata "gentex". Le reti publitex e telestato non
sono raggiungibili dalla rete telex anche se tutte sono connesse tra loro e
utilizzino le stesse centrali operative. Se non in casi estremamente ridotti i
messaggi telex non hanno ancora avuto grande attenzione da parte dei filatelisti e degli studiosi di storia postale, anche se l'affinità e' molta.
TEMA - Sostantivo. Sinonimo accettato dai
filatelisti per definire un "argomento" o un "soggetto" per realizzare una
trattazione filatelica o una collezione. Da questo termine nasce la "classe
tematica" che contiene tutte le collezioni filateliche a tema o a soggetto,
anche se quest'ultima definizione e' stata abbandonata da tempo essendo troppo
limitativa. Molti temi o argomenti possono permettere la costruzione di
collezioni filateliche in quanto molti francobolli, bolli e altri oggetti
postali nascono per commemorare, festeggiare, ricordare, persone e fatti o per
illustrare argomenti di interesse generale. In conseguenza puo’ esser
considerato abbastanza facile affrontare un tema con fantasia e
cultura,miscelando parole a francobolli, bolli e posta, raccontando una storia ;
in questa ottica il collezionismo tematico, che appare piu’ descrittivo che
tecnico, sembra essere il metodo collezionistico preferito dalla maggior parte
dei filatelisti nel mondo. Per molti infatti aggiungere al francobollo,al
bollo,alla posta una grande quantita' di dati culturali connessi, con una buona
dose di fantasia e di originalita' e' il massimo del soddisfacimento filatelico
possibile e li induce a costruire collezioni piu' personali,meno fredde, meno
tecniche e scontate di quelle dei filatelisti tradizionali o storico postali o
anche delle altre classi in cui la filatelia e' suddivisa. Inoltre i temi sono
infiniti e consentono di spaziare con francobolli e posta di tutto il mondo e di
tutti i tempi, ed anche se piu' collezionisti affrontassero lo stesso tema, gli
elaborati che potrebbero nascere sarebbero tutti diversi in quanto ciascuno
inserirebbe testi, sequenze, interpretazioni del materiale scelto diversi,
seguendo la propria cultura e personalita', facendo delle loro collezioni degli
unicum. Le collezioni a "soggetto" sono oggi aggregate a quelle tematiche ma
sono ormai superate in quanto si e' compreso che il francobollo non vale solo
per cio' che raffigura e che puo' essere interpretarlo ed inserito in un
contesto culturale, storico, tecnico scientifico e artistico molto piu' ampio
del solo aspetto estetico della sua vignetta.
TEMATICA - Sostantivo. In senso generale indica un
complesso di concetti tra loro connessi, o motivi artistici o ideologici di un
autore, di uno studioso o di un'epoca o di un testo, ma in linguaggio filatelico
indica una Classe filatelica in cui inserire un genere collezionistico
particolare, precisamente quello che fa riferimento ad un "tema" per costruire
una collezione, concatenando una sequenza logica francobolli, bolli, posta e
quant'altro concerne il mondo postale. (vedi "Tema"). La Tematica e' una delle
classi piu' frequentate dalla filatelia perché offre ai collezionisti di unire
francobolli all’intelligenza e alla cultura con molta fantasia e grandi
capacita' narrative, piuttosto che dati strettamente tecnici o storici,
prevalentemente richiesti dalle altre classi filateliche. Nella tematica si
riconoscono moltissimi filatelisti anche se molti non si rendono conto che e' il
sistema piu' complesso, difficile e meno guidabile per collezionare bene
francobolli e posta. Per i buoni conoscitori di filatelia la tematica e' dunque
la specialita' filatelica meno favorevole per realizzare una buona collezione
filatelica.
TEMPERATURA - Sostantivo. Caratteristica fisica dei
corpi solidi,liqui e gasosi che esprime lo stato termico in cui si trovano e che
dipende dalla quantita' di calore in essi contenuta. La temperatura condiziona
lo stato dei corpi, tanto da modificarlo in presenza di grande caldo o grande
freddo (vedi acqua che da liquida diventa solida ecc.). La temperatura ha
proprie unita' di misura : si misura in gradi Celsius (C°) o Farenheit (F) in
relazione all'area culturale in cui si misura. In qualsiasi caso lo "zero
assoluto" (la temperatura minima possibile) e' comune ad ambedue le scale e
corrisponde a -273 C° circa, sotto la quale non si puo' scendere e che e' la
temperatura dei corpi che si trovano nel vuoto cosmico. La temperatura si
trasferisce da un corpo all'altro in relazione alla loro vicinanza e quindi
influenza moltissimo lo stato dei corpi non soltanto in senso cosmico, ma
anche in senso pratico. La vita umana e' possibile e ragionevole solo se la
temperatura ambientale e' compresa entro certi limiti (compresi mediamente tra 0
e +40 C°) ma l'uomo ha reso possibile la sopravvivenza anche a temperature
inferiori o maggiori per tempi tanto piu' brevi quanto maggiori sono i limiti
raggiunti. Il sole e' il grande motore della vita sul nostro mondo : la
temperatura della terra dipende dai raggi solari che la scaldano e dal calore
assorbito dagli oggetti colpiti dai raggi stessi che trasmettono il calore per
irraggiamento intorno a loro grazie alla loro inerzia termica (caratteristica
propria di ogni materiale). Se i raggi del sole non raggiungessero la terra
quotidianamente, in meno di 48/60 ore la temperatura terrestre raggiungerebbe
valori cosi' bassi da distruggere la vita. In conseguenza all’importanza della
temperatura nelle cose umane, anche francobolli e posta dipendono dal caldo e
dal freddo presente negli ambienti di lavorazione e conservazione. Temperature
troppo alte (superiori a 40 C°) o troppo basse (inferiori a 0 C°) rendono i
francobolli e la carta fragile o attaccabile da agenti esterni che normalmente
non sono dannosi. La temperatura ideale per la conservazione e la manipolazione
e' compresa fra +15 e +25 C°. Il grande freddo indurisce la gomma e la carta che
si frammentano e si rompono, mentre il grande caldo tende a rammollire, a
imbrunire e a cuocere e quindi a distruggere ogni cosa. Inoltre la temperatura
ambientale e' contemporaneamente influenzata dalla quantita' d'acqua presente
nell' ambiente : se il caldo e' molto secco (poca umidita')la fragilita' e
l'imbrunimento si accelerano e se il freddo e' altrettanto secco la possibilita'
che carta e gomma si frantumino piu' rapidamente si accentua. Al contrario se
caldo o freddo si trovano in presenza di forte umidita' ambientale inosorgono
danni di natura diversa. Il calore umido provoca l'insorgenza di muffe e ruggine
mentre il freddo umido provoca condensa e quindi penetrazione d'acqua nella
carta e lo scioglimento o il rammollimento della gomma con danni irreversibili a
francobolli, buste e collezioni. In conseguenza allo stretto rapporto che lega
temperatura e umidita' si consiglia quindi di conservare e manipolare
francobolli e posta in condizioni di temperatura compresi tra 15 e 28 C° e di
umidita' relativa compresa fra il 40 e 70 %. Altre situazioni termoigrometriche
non esasperate e mantenute a lungo, comunque al di fuori dei limiti citati,
possono facilmente provocare danni che si sviluppano lentamente in tempi
mediamente lunghi (qualche anno).
TEMPO - Sostantivo. Nozione astratta a cui si
riferiscono gli avvenimenti secondo una sequenza riferibile al passato, al
presente e al futuro. Come tutti sanno e' misurabile secondo delle formule
matematiche che legano il sorgere ed il calar del sole, le leggi del pendolo e
la rotazione della terra intorno al sole. Anche se esiste il concetto di tempo
assoluto,il tempo che conta per l'uomo e' quello "relativo" che scorre in una
sequenza di avvenimenti e che e' strettamente connesso al luogo in cui gli
avvenimenti si verificano. Nel mondo moderno il luogo non e' solo il posto ove
si verificano i fatti, ma una serie di luoghi vicini e coerenti tra loro in cui
il fatto ha le ricadute piu' immediate : sono quindi state create aree del
mondo in cui, per convenzione, il tempo scorre identicamente,
indipendentemente dal tempo astronomico. Per questo motivo localita' distanti
tra loro disposte sui paralleli hanno la stessa ora e lo stesso giorno anche se
il sole sorge e tramonta in momenti diversi. La suddivisione del globo terraqueo
in spicchi con il cambio orario secondo delle linee che vanno da un polo
all'altro (meridiani) e' frutto della convenzione mondiale sullo scorrere del
tempo.
L'unita' di misura e' il minuto secondo (1") che ha sottomultipli e multipli.
Nelle questioni postali e filateliche i sottomultipli non hanno senso mentre
assumono molta importanza le ore ed i giorni, anzi le piu' recenti leggi sull'
affidamento dei servizi postali ad aziende capaci di effettuarli sono
vincolate al tempo di trasmissione che, in relazione alle distanze e agli
oggetti, varia e permette perfino una differenziazione tariffaria. Il tempo e'
importante perche' non torna mai indietro, non si puo' recuperare e condiziona
ogni storia ed avvenimento che si verifica successivamente condizionando le
notizie ed i fatti che invecchiano rapidamente. La sequenza degli avvenimenti
piccoli e grandi e la velocita' dello scambio delle comunicazioni condizionano cio' che sta per avvenire ed e' il motivo principale per cui la posta deve
passare attraverso leggi temporali precise. I bolli postali a datario mobile
registrano il tempo di passaggio e di trasmissione della posta (nel passato
anche le ore avevano importanza) ed hanno valore assoluto e garantito perfino
nelle controversie legali in quanto i bolli non possono essere anticipati o
posticipati per inderogabile norma postale universale.
TEMPORANEO - Aggettivo. In genere si riferisce a
soggetti non definitivi, che hanno una limitata, provvisoria e transitoria
durata temporale. Il caso postale e filatelico piu' comune si riferisce ad
uffici o a trasporti postali istituiti provvisoriamente, in attesa di una
stabilizzazione delle situazioni contingenti o per una nuova sperimentazione.
In rari casi italiani sono stati anche prodotti bolli speciali nelle cui
diciture compare anche la parola "temporaneo", ma i casi piu' famosi si
riferiscono agli "sportelli avanzati" ossia ad uffici postali temporanei
istituiti o per questioni eccezionali o per stagionalita'. A questo termine si
puo' assimilare anche un gruppo di emissioni Vaticane prodotte per affrancare la
posta partita dagli uffici postali della Citta' del Vaticano nei periodi di
mancanza di un Pontefice, ossia tra la morte del precedente e la nomina del
successivo Papa. In questi casi le serie di francobolli vengono denominate
"provvisorie" perche' hanno validita' ed uso temporaneo negli interregni tra due
pontefici. Anche tutte le emissioni sovrastampate, in questa ottica, sono da
considerare temporanee in quanto sono state realizzate per superare un breve
periodo, in attesa di un mutamento della situazione per cui sono nate e quindi
di una loro sostituzione definitiva.
TENACE - Aggettivo. Caratteristica fisica di
sostanze liquide, fluide o plasmabili a seccare (oppure se gia' divenute
secche a rinvenire a mezzo di un solvente) adatte a consentire un rapido e
robusto incollaggio tra due superfici solide su almeno una delle quali furono
spalmate. Aggettivo che quindi in filatelia si riferisce specialmente alle colle
o alle gomme solubili, spalmate ed essiccate al verso di francobolli per consentir
loro di divenire tenacemente adesivi ai supporti cartacei su cui devono esser
applicati. Per motivi pratici, incollaggi tenaci si possono ottenere tra
francobolli e carta con collanti a solvente acquoso che rinvengono facilmente
con l'umidificazione senza nascondere insidie per la salute umana. In periodo
recente per evitare l'umettazione delle gomme filateliche spesso effettuato con
la saliva secondo una prassi comune ma considerata antigienica, sono state
poste in uso da parte di molte amministrazioni postali, compresa quella
italiana, colle sintetiche autoadesive (con solventi non acquosi) che permettono
incollaggi tenaci e robusti senza o con scarsa possibilita' di recupero degli
esemplari passati per posta ma non bollati, La colla di questi francobolli pero’
tende ad essiccare col tempo, senza una possibilita’ di rinvenimento alla
portata di tutti, imponendo un uso non troppo tardivo di questi francobolli
rispetto al momento di produzione e creando non pochi problemi di magazzinaggio
e di scorte.
TENERO - Aggettivo. Caratteristica fisica di
sostanze solide che al contrario di quelle dure, si lasciano piegare o rompere
facilmente e perfino plasmare modificando la loro forma. In filatelia e'
parola poco usata ; si adatta talvolta ad indicare una caratteristica della
carta di francobolli e posta, che tende a rompersi o a strapparsi con l'applicazione di forze anche molto modeste. Accade spesso in francobolli realizzati in
carta poco robusta e spessa con dentellatura inadatta (minore di 11) quando
anche la minima forza applicata per la loro separazione provoca la perdita di
parte dei denti o strappi indesiderati della carta stessa. I tali casi la carta
piu' che tenera si definisce sottile e fragile in rapporto alla dentellatura
applicata.
TERMITE - Sostantivo. Piccolo animale dell'ordine
degli Isotteri. Assomiglia alle formiche ma in genere e' leggermente piu'
grande. Vive in colonie sociali come parassita del legno in cui scava lunghe e
complesse gallerie. Nutrendosi di cellulosa e' un grave pericolo per le biblioteche e la carta. Infestazioni di termiti sono possibili nel
sud dell'Italia e si conoscono casi in cui anche francobolli e posta a lungo
dimenticati siano stati/a distrutti/a dalle termiti. Possono esser effettuati
trattamenti antitermite preventivi, ma quando il danno e' gia' stato effettuato
non c'e' piu' molto da fare. Libri, albums e carte impilate vengono traforati/e
da gallerie di ampie dimensioni e quindi pagine o fogli presentano fori
irregolari difficilmente ricostruibili. Per evitare questo raro flagello, in
Italia e' sufficiente areare le biblioteche, sfogliare qualche volta libri e
albums e lasciare qualche granello di timolo o di equivalente sostanza tra i
piani degli armadi (come per i Pesciolini d'argento o altri insetti infestanti
parassiti della cellulosa).
TERREMOTO - Sostantivo. Fenomeno terrestre e marino
(in tal caso si dice maremoto) per il quale il terreno si scuote anche molto
violentemente, provocando modificazioni geofisiche e danni alle strutture
costruite dall'uomo. Allo stato attuale e' largamente imprevedibile e quindi
oltre alla paura provocata dall'improvvisa instabilita' del terreno puo'
provocare morti e feriti per il crollo improvviso dei manufatti umani. Il
movimento tellurico provocato dalla forza geotermica della terra, spesso in aree
particolarmente dense di vulcani, parte da un centro, detto epicentro, e si
propaga negli strati superficiali del terreno di una vasta area secondo onde di
carattere ondulatorio o sussultorio di varia ampiezza spesso tali da far
sobbalzare e ondulare montagne, città ed edifici, fessurando la terra e creando
nelle popolazioni appunto panico, distruzione e morte. I terremoti sono
frequentissimi ma spesso non sono avvertiti dall'uomo ; quando i movimenti
tellurici sono avvertiti dalla popolazione entrano in una scala di pericolosità
crescente (Scala Mercalli e/o Richter) che indica il rischio e i danni che
possono provocare o che hanno provocato. L'Italia ha una parte del suo
territorio a rischio sismico ed ha subito nel corso dei secoli terremoti
devastanti che hanno provocato migliaia di morti e enormi rovine. In epoca
filatelica si ricorda il terremoto di Messina del 1908 e altri terremoti di
minore entità nella seconda meta' del XX secolo ma comunque molto distruttivi in
Campania, Sicilia e nel Veneto. Immediatamente dopo i terremoti piu' gravi degli
ultimi 20 anni, le Poste hanno, nelle aree colpite, reso franche le
corrispondenze dei mittenti per un breve periodo (qualche mese) con la semplice
applicazione di scritte come "zona terremotata" o simili sugli involucri ed ha
raccolto e distribuito la Posta a mezzo di veicoli mobili sul territorio.
L'esenzione tariffaria e' stata anche concessa agli sfollati nei campi di
assistenza realizzati dallo Stato in aree distanti da quella terremotata (Vedi
terremoto della Campania e dell'Irpinia - 1980). In alcuni casi sono stati anche
applicati dei bolli amministrativi che spiegavano i motivi per cui la posta dei
terremotati poteva esser inviata senza il pagamento delle tariffe postali.
Corrispondenze con diciture, bolli o altre annotazioni, senza affrancatura,
partite da aree terremotate per qualche mese dopo il fenomeno tellurico, non
sono comuni e vengono ricercate dai collezionisti per documentare le esenzioni
tariffarie postali autorizzate.
TERRITORIO - Sostantivo. Regione geografica in
genere di grande estensione con aree dalle caratteristiche simili (t. montagnoso,
pianeggante ecc.) o simili per motivi sociali (t.francese, italiano ecc.). Anche
le poste hanno diviso le aree di competenza in territori che spesso non
coincidono con le divisioni geografiche o geopolitiche in quanto seguono
criteri di economicita' e di praticita' nel lavoro di scambio postale quotidiano
a cui sono predisposte. Tale criterio fu anche adottato ai primordi dei servizi
postali ed e' ancora attivo negli scambi internazionali nelle aree di confine ma
e' particolarmente presente negli scambi postali interni facilitati o al
contrario resi difficili da strade, passi montagnosi o dalla vicinanza o
lontananza dalle grandi strutture postali direzionali e di lavorazione. Ad
esempio la città di Novara ed il suo circondario, seppur si trovano nella
Regione Piemonte, dipendono postalmente da Milano, citta' lombarda, piuttosto
che da Torino in quanto la distanza e' molto minore e le strade sono molto
veloci. Suddivisioni geografiche postali di questo tipo sono storicamente state
create anche nel lontano passato (1840/60), quando lo scambio postale tra aree
confinanti di alcune nazioni potevano usufruire di scambi e di tariffe postali
ridotte (raggio limitrofo - eccezione alle Convenzioni internazionali) in
conseguenza delle brevi distanze che le lettere dovevano compiere anche se erano
dirette all’estero.
TESSERA - Sostantivo. Piccolo frammento regolare e
sottile di un mosaico, ma anche piccolo cartoncino (o anche un libretto)
stampato,spesso completato a mano, contenete le generalita' di una persona e
la sua fotografia (non sempre) che serve come documento di riconoscimento o come
attestato per fruire di servizi particolari. In genere e' un documento che
documenta l'iscrizione di una persona ad un gruppo o ad una associazione. Nel
caso filatelico piu' rilevante, oltre a dimostrare l'appartenenza di una persona
ad un club o a un circolo filatelico, si riferisce alla Tessera di riconoscimento Postale ossia ad un documento rilasciato dalle Poste del nostro paese per
facilitare ai possessori il ritiro di posta pregiata o lo scambio di denaro
attraverso tutti gli sportelli postali sul territorio nazionale. Questo
documento e' un oggetto postale con tariffa propria, pagata in francobolli e
quindi contiene francobolli in quantita' e valore variabile in relazione al
momento del suo rilascio. Le tessere di riconoscimento postale sono pezzi
importanti, necessari in tutte le buone collezioni storico postali, non rari,
ma spesso dimenticati.
TESTO - Sostantivo. Oltre ad altri significati che
non interessano questa trattazione, e' l'insieme delle parole che
costituiscono uno scritto completo o uno stampato unitario ed e' il nome
specifico di alcuni scritti importanti come alcune leggi complesse dello Stato o
di alcuni documenti ufficiali ossia quelli che fanno "Testo" e sono il vangelo
in una specifica materia. Per i Francobolli e per le regole postali sono i Testi
Unici, i decreti legge, le leggi in genere che sono stati scritti per imporre
norme certe e valide per chiunque sul territorio di una nazione. In un significato piu' ampio indica anche il nome di un libro che contiene tutto o la
maggior parte dello scibile su una materia.
TESTONE/I - Sostantivo. Indica genericamente una
testa grossa ma in filatelia e' il nome di due francobolli italiani
repubblicani che presentano appunto il disegno della testa dell'Italia turrita
di dimensioni maggiori rispetto a quelle della stessa testa nei francobolli di
piu' basso taglio. Si tratta dei due ultimi valori della Siracusana nati nel
dicembre del 1954 nei valori da 100 e 200 L. con filigrana ruota su carta di
piu' grande formato rispetto ai francobolli della stessa emissione e di minor
facciale nati nel 1953. Per distinguerli da quelli di minor formato ma dello
stesso valore nati successivamente, sono stati battezzati "Testoni". Sono
francobolli ordinari prodotti in calcografia, dalla dentellatura lineare e dalle
varietà numerose. In questa versione ebbero vita breve in quanto tra il 1956 ed
il 1957 furono ristampati su carta filigranata a tappeto di stelle, rimanendo in
validita' fino all'inizio del 1988. Anche in queste nuove versioni i due
francobolli sono abitualmente denominati "Testoni", ma ovviamente, per
distinguere i due tipi oltre alla numerazione che e' diversa, nel parlare e
nello scrivere devono esser definiti con la specifica della filigrana (per es.
Testone ruota da 100 L. - Testone stelle da 200 L.).
TETE BECHE - Sostantivo. Termine esclusivamente
filatelico di origine francese adottato anche dalla filatelia italiana per
indicare una coppia orizzontale o verticale di francobolli ancora uniti tra
loro le cui vignette sono state stampate l'una al contrario dell'altra, ossia
con una rotazione delle figure di 180°. Queste coppie sono rare e si
riferiscono a francobolli piuttosto datati, in genere del 1860/70, di altri
stati (essenzialmente della Francia che li ha quindi battezzati). La produzione
di questi francobolli e' conseguenza del processo di stampa inizialmente realizzato a tasselli mobili da accostare gli uni agli altri per costituire il foglio
di francobolli. In questa operazione di accostamento poteva essere invertita per
errore la posizione di qualche esemplare permettendo la realizzazione di un
foglio con esemplari Tete Beche (accento circonflesso sulle "e" centrali delle
due parole). Al controllo, dopo la stampa del foglio, l'errore normalmente
veniva corretto e tutti i fogli successivi quindi non possedevano piu' esemplari
contrapposti, rendendo raro il reperimento di molte coppie siffatte.
TIGNOLA - Sostantivo. Nome di una larva di farfalla
che in relazione alla specie si sviluppa in ambienti diversi e si nutre della
cellulosa del legno, di tessuti, di carta ecc., recando loro grave danno
(rotture, perforazioni ecc.). A questo gruppo di animali appartengono ad
esempio le tarme che se non disturbate per lungo tempo possono danneggiare
intere biblioteche e grandi archivi cartacei. Contro le Tignole sia in forma di
larva che di farfalla si puo' agire con degli antiparassitari a lenta
vaporizzazione lasciati accanto alle carte e ai tessuti da proteggere (ad es.
timolo o simili). L'uso di antitarme tradizionali di uso domestico per la
carta filatelica e' sconsigliabile in quanto reazioni chimiche lente tra i
vapori delle varie sostanze chimiche combinate ed i componenti della carta
stampata, scritta e colorata, possono danneggiare la carta stessa piu' delle
tarme, producendo viraggi di colore e riducendo la brillantezza degli inchiostri
di stampa, senza possibilita' di recupero.
TIMBRARE - Verbo. Indica l'azione della timbratura,
ossia la battuta o la compressione con una certa forza di un timbro avente ad
una estremita’ un'impronta contenente disegni e scritte, umida di inchiostro su
una superficie assorbente che accetta l'impronta stessa. La timbratura e' in
genere una azione che richiede una modesta forza o compressione ed e' quindi
possibile effettuarla a mano, impugnando il timbro e schiacciandolo o battendolo
con un colpo secco e deciso sulla superficie da marcare. In relazione al tipo di
timbro e alla superfice su cui imprimere l'impronta, cambia la forza con cui
abbattere o schiacciare il timbro sull'oggetto da marcare ma normalmente, per
usi correnti come la marcatura superfici piane di carta, cartone, legno, stoffe
ecc., la forza rimane modesta ed e' possibile quasi sempre applicarla
manualmente. Ovviamente se le operazioni di timbratura sono da applicare con
particolare cura o forza e sono molto frequenti richiedendo una buona qualita'
dell'impronta, e' necessario utilizzare dei meccanismi o delle macchine
timbratrici piu' o meno complesse che rendono costante e sempre leggibile
l'impronta del timbro sulle diverse superfici possibili. L'azione del timbrare
e' tipico dei sistemi postali in quanto le corrispondenze devono contenere
indelebilmente su di se i dati del loro viaggio a garanzia del buon
funzionamento del sistema stesso. Il marcare la posta con simboli, nomi di
luoghi e date e' stato fin dalle origini dei sistemi postali organizzati una
esigenza dei gestori ed una garanzia degli utilizzatori e quindi a partire dalla
fine del 1700 circa il timbrare e' divenuto una operazione necessaria a tutti
sistemi postali del mondo che perdura fino ai nostri giorni ma che oggi presenta
delle alternative dallo stesso significato e funzione (vedi p.es. etichette
prestampate con i dati di avviamento) adatte a far risparmiare tempo e denaro
riducendo i tempi di lavorazione avvantaggiando contemporaneamente la velocita’
dlle consegne. In ogni ufficio postale esiste almeno uno specialista di
bollatura e talvolta le Poste italiane hanno effettuato concorsi tra i
dipendenti per controllare la velocita' e la qualita' di bollatura, ma per la
grande quantita’ di posta ordinaria raccolta in buca sono stati realizzati dei
grandi centri di bollatura meccanizzati strategicamente sparsi sul territorio
che permettono di marcare con i dati di partenza, di transito e talvolta di
arrivo la grande massa delle corrispondenze affidate alla Posta. L'operazione
manuale o meccanica deve esser compiuta presto e bene (con bolli chiari e
leggibili) per dimostrare che il sistema ha funzionato e che puo' esser
controllato dagli utenti e anche (da pochi anni) dall'affidatario pubblico (il
Ministero delle Comunicazioni) che per legge deve controllare il livello di
servizio delle Poste italiane, prelevando campioni casuali di posta bollata da
trasportare in tempi stabiliti in Italia o all'estero (J+ 2,3,4 ecc.). Avendo le
impronte dei bolli postali ancora oggi validita' legale, la bollatura dovrebbe
sempre esser di buona qualita', ossia l'impronta del timbro deve esser leggibile
perche' il bollo postale fa fede nel contenzioso. In conseguenza il "timbrare"
la posta e' una operazione responsabile per le Poste ed ha per la filatelia
importanza capitale.
TIMBRO - Sostantivo. Strumento di piccole
dimensioni, composto in genere da una impugnatura manuale che sostiene una
incisione, una impronta negativa di materiale duro (metallo plastica o gomma
dura) che se portato a contatto con superfici lisce assorbenti, in genere piane
e di varia natura (carta, cartone, stoffa, legno ecc.), imprime scritte e/o
dati, utilizzando inchiostri applicati o spalmati sull’impronta stessa. E’
realizzato in modo resistente e duraturo per marcare con le stesse diciture e
disegni cose diverse in usi multipli e ripetitivi. Il timbro e' uno degli
oggetti piu' comuni negli uffici e nelle industrie di qualsiasi tipo, ove spesso
ne esistono molti con diverse funzioni e diciture. La loro applicazione su
documenti o oggetti tende a dimostrare che l'oggetto sulla cui superfice appare
la sua impronta e' stato prodotto, transitato, passato, visto da o in
quell'ufficio o azienda produttrice e che quindi qualcuno ha preso in carico
l’oggetto su cui e’ stato applicato e per un tempo determinato o indeterminato
ne e' o e’ stato anche il responsabile. I timbri quindi sono oggetti
indispensabili per il lavoro di moltissime officine e soprattutto della maggior
parte degli uffici pubblici e privati e sono affidati a funzionari responsabili
della loro funzione e significato. Gli uffici pubblici dispongono di timbri
ufficiali riconosciuti dalla legge che validano ad esempio atti e documenti che
senza la loro impronta non hanno valore. Sono timbri assegnati dallo Stato alle
autorità pubbliche, hanno uso riservato a una o a poche persone ed hanno spesso
il potere di spalancare porte o penalizzare persone. La maggior parte degli
uffici privati hanno solo dei timbri di servizio le cui impronte servono a
segnalare questioni di lavoro interne, ma alcuni uffici, come quelli postali,
dispongono di numerosi bolli, suddivisi in tipi, che servono a marcare
indelebilmente la posta ed i documenti accettati, che transitano o che vengono
consegnati ai clienti. Alcuni timbri postali hanno impronte fisse mentre altri,
hanno una impronta composta da una parte fissa ed una mobile, che permette di
variare le scritte dell'impronta stessa. Hanno in genere una impugnatura in
legno ed una parte terminale piana di metallo duro temperato che sopporta
migliaia di colpi ripetuti, applicati con la forza delle braccia degli operatori
o con l'ausilio di piccoli meccanismi. Le diciture fisse e/o mobili sono incise
o fuse sull’impronta metallica in negativo, e se premute su un tampone
inchiostrato e battute con forza su superfici lisce e assorbenti, lasciano la
loro impronta positiva sulle superfici. Nel caso postale, lasciano la loro
impronta sulla carta o sul cartone degli involucri postali. Il timbro postale
piu' comune e' l'annullatore dell’affrancatura detto anche "datario" o guller in
quanto tra le scritte contiene la data del giorno in cui il bollo fu applicato.
I bolli a datario hanno ovviamente un meccanismo mobile che permette di variare
la data quotidianamente e nel passato anche l'ora della bollatura. La parte
fissa, abitualmente denominata "corona",porta in genere diciture di localita' o
di appartenenza del bollo o sigle e costringe quindi il timbro a rimanere
sempre nello stesso ufficio anche se si sposta di localita'. Gli inchiostri
postali, di vario colore ma prevalentemente neri, si imprimono sulla carta, su
documenti e su francobolli e grazie alla loro indelebilita' restano impressi per
decine e centinaia di anni dimostrando in forza di legge che quell'oggetto
postale in quel giorno e in quell'ora fu visto e lavorato in quell'ufficio.
Esistono numerosi tipi di timbri postali : in Italia, oltre agli annullatori
di varie forme (tondi,quadrati,esagonali,ottagonali,a bandiera a sbarre,a
punti,a data,a canocchiale,meccanici,manuali,muti ecc.) e dimensioni (in genere
comprese tra i 3 e gli 6 cmq. per i rotondi manuali e i 3x10 per i meccanici
rettangolari meccanici o meccanico/manuali), esistono i bolli lineari,gli
ovali, gli amministrativi, quelli a targhetta e numerosi altri adatti a funzioni
diverse nell'ambito dell'organizzazione e della suddivizione dei compiti
nell'espletamento del servizio.
TINTA - Sostantivo. Sinonimo di tintura ossia di un
materiale che serve per tingere e per colorare stabilmente oggetti e cose, di
varia consistenza e stato fisico (liquido o solido). Le tinte solide sono adatte
ad esser addizionate a solventi liquidi in varie proprorzioni per produrre i
colori dell’intensita’ necessaria ai processi di coloritura. Le tinte si possono
miscelare tra loro per creare colori intermedi e varianti cromatiche e possono
anche esser diluite con liquidi incolori che non modificano i colori ma che li
rendono più o meno intensi e vivi. L'arte della tintura e' complessa, richiede
alta specializzazione e segue molte leggi fisiche la cui conoscenza e'
indispensabile per l'industria della stampa, della tessitura e di altre
produzioni. Si puo' affermare che una tinta gradevole rende gli oggetti, oltre
che meglio riconoscibili, piu' appetibili, apprezzati e commerciabili e quindi
le tinte, la tintura (in questo caso l’arte di utilizzare le tinte) hanno
fondamentale importanza nella produzione degli oggetti, compresi i francobolli e
la carta su cui scrivere. Anche se all'origine furono utilizzate tinte forti e
scure per colorare i primi francobolli, oggi e' stato compreso che e' meglio
produrre esemplari dalle tinte piu' delicate e chiare per consentire agli
inchiostri dei bolli annullatori di esser piu' facilmente visti e quindi per
evitare riutilizzi di quelli gia' usati. Anche la carta su cui scrivere, non
puo' avere nell'uso normale tinte forti e scure in quanto sarebbero necessari
inchiostri da scrittura di colore contrastante per poter distinguere bene
lettere e parole. Esistono comunque carte colorate anche intensamente e infiniti
inchiostri di colori diversi che permettono giochi cromatici graziosi, forse
artistici ma che non rientrano nella normalita'. La carta bianca o tenuemente
colorata e' quella che contrasta meglio con gli inchiostri neri o blu e che
percio’ viene piu’ frequentemente utilizzata per consentire una piu' facile
lettura dei messaggi e della carta stampata. La combinazione e l'accostamento
artistico delle tinte ha permesso di realizzare quadri, dipinti ed anche tutti i
francobolli esistenti ed e’ per questo che per inventare francobolli sono
necessari veri e propri artisti che conoscono perfettamente i diversi tipi di
colori esistenti e l'arte della tintura.
TIPO - Sostantivo. E' sinonimo di alcuni altri
sostantivi come "Modello" (p.es. Mercedes tipo 200) o come "Forma originale" o
anche "originale di riferimento" che fa testo o da cui prendono origine altre
forme simili derivate. Nel contesto filatelico questa parola e' fondamentale
in quanto se riferita a Francobollo, per es. "Francobollo tipo" indica il
francobollo originale nella forma in cui e' nato, dalla quale possono esserne
derivate altre simili ma non identiche. I francobolli tipo sono i piu'
importanti tra tutti in quanto sono gli originari ed hanno diritto ad un numero
di classificazione proprio (nei testi e nei cataloghi. La sequenza numerale dei
cataloghi segue l'emissione dei francobolli tipo e non per. es. quella delle
loro varieta' o delle varianti che possono derivare dall'originale nel tempo.
Nel caso dei francobolli gia’ classificati come tipo la variazione di una delle
caratteristiche fondamentali di produzione (come dentellatura, carta, filigrana,
formato, fluorescenza, colori base ecc.) definisce un nuovo tipo mentre altre
caratteristiche secondarie (come ad es. varianti occasionali di colore, forma
di distribuzione come ad es. libretti o fogli, errori di produzione nella
dentellatura, gomma, stampa ecc.) non definiscono un nuovo tipo ma una varieta’.
Cio' pero’ dipende spesso dall'importanza e dallo scopo della variazione. Ad es.,in
genere variazioni cromatiche dello stesso francobollo sono varieta', ma se la
stampa dello stesso francobollo in un altro colore e' conseguenza al
raggiungimento di uno scopo, p.es. per un'azione antifalsificazione, il nuovo
francobollo diventa Tipo. La produzione dello stesso francobollo in fogli con
gomma vinilica e in libretti con gomma autoadesiva da luogo a due tipi diversi
in quanto si e' modificata la caratteristica fondamentale di forma distribuitiva e di caratteristica fisica. Non lo da se lo stesso francobollo
viene prodotto in parte con gomma arabica e in parte con gomma vinilica senza
modificare altre caratteristiche di produzione. Se quindi e' di estrema
importanza stabilire se un francobollo è "tipo" o no, non sempre e' facile ed
automatico farlo. La regola generale dominante per l'Italia stabilisce che tutti
i francobolli annunciati,definiti e nati dalle Poste in forma ufficiale sono
francobolli Tipo. A questi se ne aggiungono altri, definiti Tipo dai filatelisti
e dai cataloghisti, che seppur non annunciati dalle Poste nascono in grande
quantita’ (ad es. una tiratura)con qualche variante, perfettamente
riconoscibile ; citiamo ad esempio nell'emissione Castelli il 50 L. che e' nato
in una tiratura millesimato o i tagli da 50, 100 e 550 L. che per un periodo
ristretto sono nati in grande quantità con dentellatura P 13 1/4 x 13 1/4
anziche' 14 x 13 1/4. Non tutti i cataloghi ed i filatelisti sono d'accordo su
queste definizioni e quindi esistono per alcuni francobolli disparita' di vedute
che danno luogo a diversita' nella numerazione dei francobolli tipo nei
cataloghi. A nostro parere se il francobollo e' annunciato descritto e prodotto
dalle Poste, nella sua versione orinaria e' un francobollo tipo, ma lo e' anche
quando la variante, nata senza annuncio, e' importante e ben riconoscibile e la
quantita' di pezzi prodotti e' grande. Non lo e' nei numerosissimi altri casi,
specialmente nel caso di piccole differenze occasionali, di anomalie presenti in
quantita’ ridotte di esemplari o delle curiosita', che in genere derivano da
errori o irregolarita’ di produzione occasionali. Per la maggioranza dei
filatelisti e per molti cataloghisti questi esemplari sono inseriti negli
elenchi delle piccole o grandi Varieta'.
TIPOGRAFIA - Sostantivo. Procedimento di stampa che
utilizza matrici o forme in rilievo per marcare carta o altri supporti
(differenza fondamentale dagli altri sistemi di stampa). E' prevalentemente
utilizzato per stampare lunghi testi con poche illustrazioni (libri, giornali)
in molte copie. Nel lontano passato fu anche utilizzato per produrre qualche
francobollo ma fu abbandonato per la facilita' della sua riproducibilita' e
quindi per il timore di falsificazioni. Nel linguaggio comune pero' il termine
indica anche uno stabilimento di stampa e quindi appare ambiguo quando lo
produce stampati anche con altri sistemi di stampa (rotocalcografia, offset
ecc.). Il sistema tipografico di stampa utilizza in genere caratteri e forme
mobili che si accostano tra loro secondo un progetto di lavoro su un piano o su
un cilindro sul quale viene schiacciato il foglio di carta da stampare. In
macchine piu' complesse lo schiacciamento della carta non avviene direttamente
dal cilindro o dalla lastra portaimpronte ma attraverso 1 o 2 cilindri in gomma
intermediari che trasferiscono le impronte inchiostrate catturate sulla matrice.
Il processo tipografico puo' anche assere a piu' colori se si mettono in
sequenza piu' macchine tipografiche ciascuna attrezzata per stampare un solo
colore. In filatelia non ha grande rilevanza in quanto, come gia' detto, i
francobolli prodotti con questo sistema nel mondo ed in Italia sono pochi e
piuttosto datati.
TITOLARE - Sostantivo. Indica una persona che ha
ottenuto un titolo, un riconoscimento, una nomina ufficiale in virtu' della
quale esercita stabilmente una professione (medico, professore scolastico ecc.)
o e' il responsabile di un ufficio riconosciuto dalla cosa pubblica
(catasto,tributi ecc.) o ancora il gestore di un negozio che vende valori e
merci prodotte dallo stato (tabaccaio) o anche il responsabile di un Ente di una
Azienda per le quali ha la rappresentativita' e la responsabilita' ecc.. E'
quindi anche riferibile ad una categoria di funzionari o dirigenti o
responsabili di uffici postali centrali e periferici. In passato il
riconoscimento ufficiale della titolarieta' e dell'incarico all'interno del
sistema postale era stabilito oltre che da una nomina, anche dal possesso di un
timbro con il quale siglava i documenti che visionava e approvava. L'impronta di
questo bollo (di forma quadrata o rettangolare verticale) conteneva la dicitura
"Il Titolare" che poteva anche apparire su corrispondenze ma non come
annullatore dell'affrancatura. In genere era apposto al retro di corrispondenze
di provenienza o di avvio insolito, che richiedevano l'autorizzazione del
responsabile dell'ufficio. Tali corrispondenze sono rare e ricercate dai
collezionisti di storia postale, specialmente militare, dato che tale impronta
e' stata impiegata piu' o meno regolarmente in genere su corrispondenze
provenienti da uffici di Posta Militare.
TITOLO - Sostantivo. In genere e' la scritta posta
al di sopra di un testo, di un articolo o di un libro e che spesso indica o
suggerisce cio' che lo scritto contiene ma ha anche molti altri significati in
relazione al contesto in cui si trova o alle parole con cui questo termine e'
unito (Titolo cavalleresco, professionale, di credito, di Stato ecc.). Per
quanto si riferisce alla Posta si inseriscono molti "titoli" negli indirizzi,
talvolta pomposi, altri di cortesia, altri ancora di diritto, spesso utili per
individuare bene i destinatari ed evitare spesso delle omonimie. Specialmente
nel lontano passato si usava e si abusava dei Titoli, ma bisogna ricordare che
per buona parte del periodo prefilatelico coloro che scrivevano e leggevano
erano solo i notabili ed erano loro che prevalentemente si scambiavano
corrispondenze. Tra queste hanno particolare pegio e rarita' quelle dirette o
scritte a/da grandi personaggi che richiedevano obbligatoriamente i titoli ( a
Sua Eccellenza, Maesta',ecc.)
TOLLERARE/TO/ANZA - Verbo, aggettivo derivato e
sostantivo. In genere indica il subire, il sostenere, il sopportare qualcosa
senza troppo spiacevoli conseguenze. Nel contesto filatelico e postale indica
normalmente un uso di francobolli e di regole impreciso o effettuato per es.
oltre una data stabilita. L'uso, ad esempio, di francobolli scaduti di validita'
e' o puo' esser tollerato per qualche tempo dopo la loro scadenza in quanto e'
possibile che gli avvisi effettuati dalle Poste non hanno raggiunto tutti i
cittadini e quindi qualcuno, seppur a torto, ha continuato ad usare i
francobolli usciti di corso. Nel tempo sono anche state tollerate tariffe
imprecise (anche in meno ma se per poco denaro) nel caso in cui non esistevano
tagli di francobolli tali da raggiungere l'esatto ammontare. In letteratura
filatelica o nelle descrizione di materiale si usa spesso definire molte tariffe
inesatte per mancanza o eccedenza di piccoli ammontare come "tariffe tollerate"
o "affrancatura tollerata", approfittando del fatto che, specialmente in caso
di lieve insufficienza o altra irregolarita',le Poste non applicarono
tassazioni per evitare spese maggiori e fatica per recuperare poco denaro. Le
Poste, se per principio devono essere severe e intransigenti, devono tollerare
talvolta qualcosa di poco rilevante, specialmente in questioni di denaro, per
non subire un danno maggiore.
TOMO - Sostantivo. Sinonimo di "Libro" ma col
sottinteso che si tratta di un libro piuttosto voluminoso, impegnato, corposo,
difficile, spesso suddiviso in parti separate (piu' volumi) e forse anche un
poco noioso. Termine letterario riferibile anche ad opere filateliche, quando si
tratta di libri complessi, prevalentemente tecnici, divisi in parti, dal
contenuto molto dettagliato, composto da moltissime pagine.
TONALITA' - Sostantivo. Termine prevalentemente
musicale ma utilizzato anche nella grafica e nell'arte per indicare un
particolare colore diverso da quello base, attraverso un'accurata scelta di
qualche aggettivo o sostantivo da aggregare al colore base per descriverlo. Per
es. per indicare varie differenze cromatiche del colore Verde, si puo’
specificare Verde limone vivo, intenso, oppure carico, smorto, opaco ecc.. E'
una definizione complessa spesso utile in filatelia nel definire una
classificazione o la data di nascita di qualche francocobollo italiano del
lontano passato utilizzando le gradazioni e la tonalita' riconoscibili da
specialisti del colore impiegato. Molti filatelisti e numerosi periti si sono
cimentati ad esempio con i colori della "Quarta emissione di Sardegna" avendo
compreso che le tirature sono distinguibili dal tono del loro colore degli
esemplari, ma ancora oggi molti appassionati compongono pagine dello stesso
francobollo, accostando esemplari di diverse gradazioni di colore per seguirne
le varianti nel tempo. Se fino a qualche decennio fa tale collezionismo era
molto valutato e solo alla portata di specialisti, oggi e' invece molto limitato
in quanto l'avanzamento delle tecnologie chimiche ed ottiche hanno prodotto
molti dubbi di originalita’ e quindi hanno ridotto l'interesse sulle varianti
cromatiche dei francobolli, imputabili molto spesso a manipolazioni provocate o
a fattori occasionali senza particolare significato filatelico. Spesso le
varianti di tonalita' rispetto all'originale piu’ evidenti sono infatti
conseguenti a manipolazioni nascoste di filatelisti per ottenere vantaggi
economici e sono diventate molto pericolose ed insidiose in quanto e' difficile
stabilire a prima vista se si tratta di originali o di trucchi. In genere i
trucchi effettuati anche con metodi moderni sono scopribili, ma la loro scoperta
richiede l'intervento di specialisti e di strumenti costosi che rendono questo
tipo di collezionismo dubbio e quindi tanto meno frequentato quanto piu’ le
definizioni delle tonalita' risalgono a molti anni fa. Inoltre la
classificazione delle tonalita' anche se effettuata da periti, ha subito nel
recente passato gravi critiche in quanto anche senza manipolazioni artificiose i
francobolli modificano il loro colore col passare del tempo, con l'esposizione
alla luce naturale e con l'invecchiamento. Anche se il cercare di collezionare
scale cromatiche dello stesso francobollo puo' esser un grande divertimento ed
una piacevole ricerca, la validita' di tali collezioni e' ormai considerata
relativa se non si conoscono analisi colorimetriche precise della stampa nel
giorno in cui fu effettuata e strumenti popolari e poco costosi in mano ai
filatelisti che permettano di rilevarne la loro variazione naturale nel tempo o
la loro modificazione forzata effettuata da qualcuno a scopo di inganno.
TOPONIMO - Sostantivo. Indica il nome proprio delle
località, quello che viene riportato sulle carte geografiche e, in genere, anche
su molti bolli degli uffici postali. Ad es. Roma e' il toponimo della capitale
d'Italia. Non sempre i bolli postali annullatori riportano il toponimo completo
delle città e cittadine italiane, ma ne riducono spesso la lunghezza o ne
eliminano una parte per poterlo contenere in forma comprensibile nel ridotto
spazio delle corone dei bolli postali.
TORCHIARE/TURA - Verbo e sostantivo derivato.
Indica l'azione dello spremere, dello schiacciare a mezzo di un torchio (vedi
"torchio"). Oltre ad esser utilizzato in molte attivita’ umane (p.es. per
ottenere l’olio e il vino) fu uno dei primi sistemi di stampa e fu il sistema
anche applicato in filatelia per imprimere immagini a secco in rilievo
all'interno delle vignette di alcuni francobolli degli antichi Stati, stirandone
la carta. In genere la torchiatura filatelica utilizzo’ e nel caso potrebbe
ancora utilizzare un meccanismo a vite che schiaccia lentamente una matrice in
rilievo in metallo dura, mobile e negativa sulla carta appoggiata su una
superfice fissa e tenera o perfettamente corrispondente ad un incavo duro e
fisso, speculare rispetto alla matrice. Essendo la carta un materiale tenero e
duttile, si stira facilmente (prima di rompersi) e la forza da applicare per
ottenere immagini in rilievo non e' grande, ma per produrre immagini precise e
dettagliate i meccanismi devono essere precisi ed e' necessario utilizzare
stampi e controstampi accuratamente combinati tra loro. L’altezza o l’incavo
delle impronte rispetto alle due superfici dello stesso foglio, anche se
leggermente variabili, ma sempre contenute in qualche decimo di millimetro, non
possono superare certi livelli perché condizionati dalla qualita’ e dallo
spessore della carta e dalla potenza del torchio.
TORCHIO - Sostantivo. Macchina semplice che
utilizzando due piani,uno fisso e l'altro mobile dotato di guide e di una vite
che lo fa alzare e scendere, o di un sistema meccanico comprimente, schiaccia,
spreme,frutti e prodotti naturali oppure stampa e imprime parole e disegni sulla
carta facendo aderire il piano mobile all’altro, schiacciando con forza una
matrice o dei materiali. In relazione alla lavorazione e al materiale da
schiacciare ha dimensioni variabili, da tavolo o da industria. Serve per
estrarre succhi da vegetali (uva, olive), per spianare delle superfici
raggrinzite, per stringere e compattare vari componenti tra loro ( p. es. fogli
di carta in legatoria), per stampare comprimendo matrici inchiostrate alla carta
su cui imprimere scritti e figure e per infiniti altri lavori. E' una macchina
universale dalla storia che risale alla notte dei tempi e che ha anche alcuni
riferimenti alla filatelia. Non soltanto servi' per produrre e stampare la
carta, ma nel caso che ci interessa di piu' fu utilizzata per imprimere delle
immagini a secco su alcuni francobolli italiani e su alcune corrispondenze pontifice riferibili al servizio postale. In questi casi si tratta di impronte
con diciture ed immagini schiacciate con piccole matrici negative (come i bolli
a secco), che restano impresse nello spessore della carta, considerate
difficilmente contraffattibili e che quindi forniscono una garanzia di
origininalita' elevata. I piu' importanti uffici pubblici producono ancora oggi
documenti marchiati con bolli a secco dalla difficile riproducibilita', prodotti
con piccoli torchi manuali o con macchinette a leva. Nel settore postale
esistono esempi di bolli a secco utilizzati solo su documenti importanti (p. es.
sulle tessere di riconoscimento postale) ma esiste un capitolo storico postale
antico e controverso che prende in considerazione alcune lettere prefilateliche
dello Stato Pontificio, del periodo 1560/1700 circa, che recano impresse nella
carta delle sigle a secco (in genere delle lettere dell’alfabeto), realizzate
con piccoli torchi da tavolo. Alcuni studiosi pensano che siano riferibili ai
corrieri pontifici che trasportavano la posta degli alti prelati di quel tempo
ma altri contestano questo parere in quanto in molti casi furono applicati a
lettera aperta (censura?, archiviazione?). A parte il possibile lavoro postumo
di abili falsari di questo specifico caso, esiste un forte interesse generico
sui bolli a secco perche' molte antiche lettere non solo di area pontificia,
presentano impronte in rilievo prodotte da piccoli torchi che servivano per
chiudere e siglare le lettere e che rappresentavano il marchio o la firma del
mittente, garantendone la provenienza. Queste lettere non sono comunissime e
sono oggetto, specialmente se di alcuni periodi e zone (vedi ad es. Repubblica
di Venezia) oltre che di studi anche di collezionismo specializzato.
TRACCIA - Sostantivo. In genere piccolo segno poco riconoscibile e
visibile, lasciato da qualcuno o qualcosa su una superficie. Parola utilizzata
spesso in letteratura filatelica per indicare piccoli ma significativi segni su
posta e francobolli. Quando ad esempio un francobollo nasce quasi perfetto ma
lievemente incompleto e' possibile intravedere parti della vignetta incomplete o
alcuni colori attenuati che sfumano verso il bianco della carta sottostante alla
stampa. In questi casi si dice che parte della stampa o dei colori sono in
traccia. La parola viene anche utilizzata in riferimento ai bolli, quando non
sono leggibili, ma si vede che furono comunque applicati. Le corrispondenze con
bolli in traccia ma poco o per nulla leggibili perdono fortemente valore
documentario e venale. La parola viene anche spesso usata collegata alla parola
Linguella : si dice che alcuni francobolli hanno "traccia di linguella" quando
il dorso gommato di esemplari nuovi risulta spelacchiato o intaccato (non
danneggiato, assottigliato o rotto) per l'asportazione di una linguella.
Questi francobolli, non rotti o difettosi non sono pero' piu' integri e quindi
per molti non hanno piu' il valore teorico assegnato dai cataloghi agli
esemplari perfetti ; nei listini di vendita e nei cataloghi hanno un simbolo
distintivo composto da un cerchietto con un punto o un altro cerchietto piu'
piccolo all'interno ed una quotazione spesso molto inferiore a quella del
corrispondente nuovo illinguellato.
TRADIZIONALE - Aggettivo. Si associa spesso a
sostantivi per indicare un modo di fare che si fonda sulla tradizione o su una
lunga e antica consuetudine. Nel contesto in cui ci troviamo viene
fondamentalmente associato alla parola Filatelia per definire un modo di
collezionare francobolli e per individuare una precisa Classe filatelica in cui
inserire alcune collezioni da concorso. In "Filatelia tradizionale" sono
inserite le collezioni di francobolli che accostano principalmente in ordine
cronologico francobolli nuovi o usati o su frammento, accettandone solo i loro
impieghi tipici originari, possibilmente isolati, trascurando completamente
tariffe e annullamenti. In questa classe filatelica sono anche ragionevolmente
inseribili invii postali completi se dimostrano per es. i primi o gli ultimi
impieghi e le localita' insolite dove i francobolli, oggetto della collezione,
furono straordinariamente utilizzati o dove per caso giunsero. La maggioranza
delle collezioni mondiali sono di questo tipo e si puo' affermare che la classe
filatelica tradizionale e' la regina della filatelia (in rapporto alle altre
classi filateliche) ma si deve anche ricordare che la classe storia postale e'
la madre storica della F. tradizionale e che la tematica, l'altra classe
filatelica molto frequentata, deriva dalla tradizionale accostando francobolli a
bolli e posta con riferimenti, soggetti e temi comuni o collegabili. Malgrado
l'attuale maggior interesse a collezionare i francobolli attraverso il loro uso
e quindi un odierno maggior interesse per la storia postale, il modo
"tradizionale" cronologico resta ancora il piu' semplice, il piu’ ovvio e
praticato nel mondo.
TRAFFICO - Sostantivo. Nel comune modo di dire
indica la circolazione di veicoli e persone, o anche un movimento di merci o di
denaro, spesso sottintendendo che e' ai limiti del lecito, ma data l'ampiezza e
la genericita' del suo significato, e' un vocabolo adottato anche dalle
Amministrazioni postali per indicare il movimento provocato dagli scambi
postali. Per traffico postale si intende il movimento delle corrispondenze e dei
pacchi scambiato tra enti, nazioni, uffici, località ecc. in ambedue i sensi di
spostamento. L'esistenza di linee postali dirette e' indice di grande traffico
postale, mentre l'affidamento a terzi o a linee derivate indica nella
maggioranza dei casi un traffico postale ridotto o modesto.
TRAFORO/ARE/TO - Sostantivo, verbo e aggettivo
derivato. Sinonimi di "Foratura","Forare" e "Forato" (trapassare da parte a
parte un oggetto). Nel linguaggio filatelico queste parole indicano comunemente
una perforazione puntiforme continua, spesso articolata secondo un disegno
preciso, effettuata con speciali meccanismi su francobolli e posta, nonche’
l'azione complessa per effettuarla o ancora l'aggettivo derivato. I francobolli
erano e possono ancora essere traforati a mezzo di aghi cilindrici di piccole
dimensioni taglienti e scaricati (che eliminano il truciolo) - o con fustelle -
allineati in file regolari in modo da seguire sigle,loghi e semplici disegni
contenuti nello spazio delle vignette. I francobolli traforati con sigle e
scritte, autorizzati e consentiti da molte amministrazioni postali del mondo
sono quindi privi di un parte delle vignette, ma non possono renderla
irriconoscibile e devono quindi avere dimensionamenti complessivi contenuti.
Grandi traforature circolari centrali furono uilizzate p.es. dalla Svizzera per
distinguere alcuni esemplari ordinari di alcune emissioni,o per impedire il
riciclaggio della carta filatelica contenuta nei ponti di fogli contigui, ma le
perforazioni piu' comuni, piuttosto frequenti in passato, oggi realizzate solo
per vezzo, furono realizzate per inserire nei francobolli piccoli loghi e
lettere dell'alfabeto che permettevano di riconoscere ai corrispondenti e alle
Poste la proprieta' degli esemplari utilizzati sulle corrispondenze, ossia
indicavano chi era stato l'acquirente del francobollo. Serviva p.es. in molte
aziende per evitare i furti di francobolli da parte dei dipendenti (dovevano
esser utilizzati su carta intestata) o come segno distintivo di qualche persona.
Le Poste fino al 1910 circa permisero la perforazione dietro una autorizzazione
e controllavano attraverso i verificatori la corrispondenza dei clienti che
usavano francobolli perforati. Se la busta non era intestata al titolare
dell’autorizzazione alla perforazione, avvisavano l'azienda o il titolare
stesso che scopriva cosi' l'ammanco e il dipendente o il ladro che sottraeva
francobolli. Dopo il 1910 perforare i francobolli con loghi e sigle fu
liberamente consentito dalle Poste alla condizione che la carta mancante non
fosse superiore al 10% della superfice del francobollo. I francobolli traforati
sono molti e stanno nella storia filatelica italiana e di molte nazioni del
mondo. Filatelicamente vengono denominati "Perfin" e sono oggetto di
classificazione e di collezionismo specializzato ; salvo eccezioni hanno un
valore leggermente superiore all'equivalente nuovo o usato. In Italia la
perforazione fu anche utilizzata dalle Poste per inviare esemplari nuovi come
campioni o saggi con la perforazione "Saggio" o Specimen" all'interno della
vignetta ma le perforazioni piu' importanti, rare e significative della nostra
filatelia risalgono al periodo 1887/1915 e si riferiscono ai cosi' detti "francalettere",
ossia ad alcuni francobolli di Umberto II, della floreale e dell'emissione
Leoni con perforazioni in lettere e cifre autorizzate dalle Poste (C1, C4, 8 8,
C18, CC e R.D.M.) che riducevano il valore di acquisto rispetto al valore di
facciale se applicati a particolari carte postali contenenti avvisi pubblicitari
che pagavano la differenza di valore e contemporaneamente fornivano sostegno ad
associazioni di invalidi civili e di guerra. I francbolli a prezzo ridotto, cosi' vengono denominati, sono rari, si trovano praticamente solo sulle buste
pubblicitarie per cui furono realizzati, molto saltuariamente sciolti,e sono
contenuti in un capitolo particolarmente importante della filatelia italiana.
TRAM - Sostantivo. Mezzo di trasporto urbano in
genere alimentato da energia elettrica ma originariamente a trazione animale.
Si ricorda in flatelia in quanto questo mezzo fu utilizzato per trasportare
posta all'interno delle città sfruttando le linee che collegavano la periferia
con le stazioni ferroviarie o con alcuni centri postali dai quali la posta
veniva inoltrata piu' celermente. I tram di alcune citta' tra il 1910 ed il 1930
e successivamente tra il 1950 ed il 1960 furono attrezzati di piccole cassette
postali che potevano esser utilizzate alle fermate di tutto il percorso. Quando
il veicolo giungeva vicino alle stazioni o ai centri di smistamento postale le
casette venivano svuotate e la posta poteva immediatamente essere lavorata
riducendo molto i tempi di giacenza delle lettere nelle buche cittadine o negli uffici postali periferici. In alcuni casi la posta cosi' trasportata in
alcune citta' (Roma e Bergamo) nel periodo 1910/30, disponeva di un bollo
talvolta annullatore in cartella piccola senza datario che, riportando la
scritta "casette postali sui tram" o simile, segnalava il trasporto veloce
cittadino iniziale. Le corrispondenze ancora esistenti con questo bollo non sono
molte, hanno un discreto valore venale e sono ricercate attivamente dal collezionismo storico postale del periodo "Leoni".
TRAMITE - Sostantivo. Ha vari significati tra cui
"sentiero, percorso" oppure indica "per mezzo di..." o anche "fare da
intermediario, da collegamento" ecc. In questi due ultimi significati ha una
straordinaria importanza postale in quanto specifica il modo o il mezzo con cui
molte corrispondenze del passato ed anche del presente sono state portate a destino. "per tramite del sig. X.Y." "per la cortesia del...." erano ad esempio
delle diciture scritte sui frontespizi di corrispondenze del passato per
descrivere ai destinatari il modo con cui i mittenti avevano inviato le loro
corrispondenze, in genere non utilizzando il canale postale pubblico. Sono
pero' esistiti ed esistono infiniti modi di trasmissione postale pubblica
effettuati per tramite, ossia attraverso
l'opera di un sistema postale diverso da quello che avvia la posta. Gli accordi
postali (Convenzioni) tra amministrazioni sovrane sono la piu' grande
espressione del significato della parola. Gia' alle origini dei sistemi
oganizzati era difficile che l'amministrazione postale accettante potesse portare le corrispondenze internazionali fino a destino quindi doveva appoggiarsi
alle amministrazioni postali confinanti o ad altre piu’ lontane in relazione
alle destinazioni finali, con le quali doveva trovare accordi di amicizia, di reciprocita' ed economici per stabilire le tariffe di accettazione e garantire
il servizio sulle lunghe distanze internazionali ai propri cittadini. Nacquero
cosi' i primi trasporti postali "per tramite" ossia che richiedevano un
affidamento successivo ad amministrazioni postali diverse da quella originaria.
Ad es. tra il 1840 ed il 1859 agli albori del sistema postale sardo, la posta
per le Americhe doveva essere affidata alle Poste francesi o inglesi e quella
per gli stati nordici alla Svizzera che a sua volta aveva accordi con le
amministrazioni postali tedesche in una catena di affidamenti e di suddivisione
tariffaria complessa e difficile da ricostruire. Attualmente il mondo postale
internazionale vive di trasporti postali "per tramite", superando perfino
l'intermediazione dell'UPU, ente che il mondo civilizzato del passato aveva
istituito per facilitare gli accordi internazionali sul trasporto per tramite.
Con la privatizzazione attuale di molti sistemi postali nazionali, oggi la posta
per tramite assume un aspetto ancora piu' complesso in quanto le triangolazioni
postali possibili con l'attuale "remailing" sono infinite. Oggi e' possibile che
posta Milano per Milano possa raggiungere l'Olanda o l'Ungheria per poi tornare
vicino al luogo della partenza seguendo leggi dell'economia spesso
incomprensibili ma certamente esistenti e valide in funzione al minor costo e
alla maggiore velocita’ possibile richiesto dai mittenti.
TRANSATLANTICO - Aggettivo e sostantivo. Come
aggettivo In genere e' riferibile a qualcosa o a persona che sta al di la
dell'Oceano Atlantico o ancora a trasporti che collegano le due sponde di questo
Oceano. In filatelia l'aggettivo viene utilizzato per trasporti e per posta che
collega l'Europa con le Americhe e viceversa. L'aggettivo sostantivato
singolare, il transatlantico, e' una nave che compie traversate dell'Atlantico
con passeggeri e merci. Negli anni '30/'60 del secolo scorso queste navi
disponevano di uffici postali di bordo, con bolli propri per la posta ordinaria
e di altri servizi postali innovativi (posta oceanica, telegrafo, posta
catapultata ecc., in genere citati sugli involucri) che rendono questa posta
pregiata e rara. Bisogana qui ricordare che le navi sono territorio delle
nazioni di cui battono bandiera e quindi le corrispondenze dalle navi dovevano e
devono ancora esser affrancate con i francobolli della nazione di appartenenza
anche se le spedizioni si verificavano molto lontano dal territorio nazionale.
Per l'Italia bisogna anche ricordare alcuni bolli a targhetta di grande effetto
che contenevano la pubblicità dei transatlantici di linea verso le Americhe. Il
sostantivo, al plurale, i transatlantici, oltre a significati ovvi, e' stato
utilizzato in letteratura per ricordare i piloti italiani che nel 1933, guidati
da Italo Balbo, fecero per la prima volta la traversata atlantica in formazione
di stormo, stupendo tutto il mondo, a dimostrazione che all'epoca l'aviazione
italiana era la piu' tecnologicamente avanzata del mondo. (vedi "trasvolata")
Per questa straordinaria vicenda storica del volo mondiale, l'Italia produsse
alcune serie di francobolli, i famosi trittici che affrancarono la posta
trasportata con quel volo. Questa posta e' rara, costosa e ancora oggi
contestata dalla filatelia internazionale in quanto i Trittici per molti anni
non vennero considerati francobolli ma vignette. Oggi la questione e'
praticamente superata e anche i cataloghi piu' restii hanno classificato questi
rettangoli dentellati nelle loro pagine come francobolli a tutti gli effetti.
TRANSITARE - Verbo. Sinonimo di "passare". In
filatelia e' verbo utilizzato per indicare il passaggio di corrispondenze in un
luogo postale preciso, come ad es. un uffico postale, un centro di smistamento,
un nodo postale, in genere garantito dalla presenza di un bollo, detto di
transito, applicato al retro, raramente sul fronte delle corrispondenze stesse.
Tale bollo dimostra che l’invio, durante il suo viaggio, ha sostato o e' passata
di mano in un certo luogo, in una certa citta' e in un certo ufficio postale e
serve non solo per dimostrare il lavoro postale compiuto o per rintracciare la
posta scomparsa o ritardata, ma anche per indicare la strada che ha fatto per
raggiungere la destinazione, passando in un luogo piuttosto che in un altro.
Questa pratica era abituale in passato quando le vie postali erano diverse,
alternative e diversamente costose e la posta era quantitativamente limitata, ma
con l'esplosione delle comunicazioni postali, per evitare perdite di tempo e
accelerare l'avviamento o il riavviamento,la bollatura in transito in Italia e'
lentamente stata eliminata per cui la presenza attuale di bolli di transito e'
insolita e rara, anzi nel 2002 e' quasi nulla. Il bollo di transito ed il
transitare della posta in certi luoghi, facendo parte della storia della posta e
della storia postale, e' straordinariamente utile per il collezionismo
filatelico e in conseguenza nelle descrizioni dei pezzi si dovrebbe far sempre
riferimento a questi bolli per stabilire il percorso ed i tempi di trasporto
delle corrispondenze.
TRANSITO - Sostantivo. Sinonimo di passaggio di
attraversamento. In genere si riferisce a cose o a mezzi di trasporto piu' che
a persone (solo in linguaggio burocratico). Spesso si collega ad altre parole,
come nel caso filatelico che piu' ci interessa : si riferisce in questo caso
spesso ad un tipo di bollo che viene applicato in uffici postali o in centri di
raccolta postale in cui la posta si ferma per breve tempo e poi prosegue per
raggiungere la destinazione. (vedi "Transitare"). Si tratta dei bolli di
transito che furono applicati sul retro, raramente sul fronte, della posta che
passava in certi punti della rete postale, ossia in alcuni nodi presso i quali
la posta veniva passata di mano da un trasportatore postale all'altro per
cambiare spesso direzione di viaggio. I bolli di transito erano utilizzati per
garantire i tempi e la sicurezza della posta e per segnalare le strade postali
alternative che poteva percorrere. Nelle indagini storico postali questi bolli
sono fondamentali in quanto permettono di ricostruire la storia del viaggio
delle corrispondenze collezionate. La mancanza di bolli di transito al verso
delle lettere italiane dalle origini al 1995 circa, in storia postale e'
considerata un punto debole del materiale, perché dovendo quasi sempre esserci,
nasconde talvolta qualche insidia filatelica (p. es. posta non viaggiata).
L'abitudine di applicare i bolli di transito in Italia risale alle piu' antiche
origini del sistema postale ma con la privatizzazione delle Poste avvenuta a
partire dal 1995, l'applicazione dei bolli di transito (come anche quelli di
arrivo) e' stata gradualmente abbandonata nel trattamento della posta per
l'interno, costando troppo denaro e tempo. Solo la corrispondenza internazionale
ha ancora nel 2002 qualche traccia del sistema di riscontro fornita dai bolli di
transito.
TRANSITORIO - Aggettivo. Indica nei sostantivi a
cui e' connesso una sorte o una vicenda passeggera, di breve durata o
provvisoria. In filatela si puo' significativamente associare per es. a
Periodo (vedi anche "transizione") o a bollo o ancora a sistema e via dicendo,
indicando che l'oggetto a cui si riferisce ha avuto vita breve e non definitiva.
Si puo' affermare che qualsiasi oggetto o soggetto filatelico definito
transitorio e' normalmente non comune e piuttosto ricercato dal collezionismo in
quanto in genere non ha avuto molto tempo per esprimersi.
TRANSIZIONE - Sostantivo. Indica in genere un
periodo o uno stato di cose che si frappone fra uno originario ed un'altro
successivo, completamente diverso,normalmente detto definitivo ed indica uno
stato o un periodo provvisorio, limitato nel tempo, adatto a consentire un
passaggio piu' tranquillo da una situazione spesso difficile ad una successiva
in genere migliore ma comunque fortemente diversa. In filatelia in genere si
riferisce ad un periodo breve in cui si sono verificate emissioni filateliche
legate prevalentemente a sostanziali variazioni di regime. Ad esempio il periodo
tra la caduta della Monarchia e l'avvento della Repubblica in Italia (maggio
1946) e' un tipico periodo di transizione di breve durata che individua un certo
tipo di affrancature e di bollature. Per la Città del Vaticano la morte di un
papa e la sua sostituzione sottintendono un periodo di transizione in genere
distinto da emissioni provvisorie o di transizione.
TRANVAI/VIA - Sostantivi. Sinonimi di "Tram" o di
"Linea tranviaria". (vedi "Tram").
TRASCRIVERE/ZIONE - Verbo e sostantivo. Come verbo
indica la ricopiatura di uno scritto ma in un significato di carattere legale
significa riportare su un altro documento o su un registro gli estremi del
documento originale in modo da poter risalire all'originale e al suo contenuto.
La trascrizione serve per realizzare altri documenti totalmente o parzialmente
copiati dall'originale che servono in pratiche diverse per risalire alle origini
delle storie legali o pubbliche a cui si riferiscono. Se un tempo il ricopiare
era l'unico modo per allargare la conoscenza degli scritti, recentemente il
trascrivere e la trascrizione sono operazioni burocratiche adatte, talvolta
obbligatorie, per permettere a molti interessati di risalire attraverso piu'
archivi allo stesso scritto originario. Molti atti pubblici devono essere
infatti "trascritti" per legge su appositi registri e tutte le ricevute postali
ad esempio devono essere duplicate per poter consentire al mittente e alle Poste
di risalire agli estremi di una spedizione. L'operazione di trascrizione e' oggi
spesso materialmente evitata dalle fotocopie, dalla carta copiativa o da moduli autocopiativi, ma con alcuni limiti per atti di particolare rilevanza (per es.
la legalizzazione delle copie) in modo da poter inserire i documenti o i loro
estremi in posti diversi come se fossero originali.
TRASLUCIDO - Aggettivo. Riferibile a superfici
lisce e lievemente lucide che in qualche caso possono anche essere
semitrasparenti (se il materiale è molto sottile). Si usa talvolta per
descrivere le caratteristiche di qualche francobollo che malgrado una stampa
opaca ha una superficie patinata piuttosto brillante e lucida.
TRASMETTERE/MISSIONE - Verbo e sostantivo derivato.
Come verbo e' comune sinonimo di "inviare" o "spedire" ma indica piu'
esattamente "far passare o trasferire" da un luogo o da una persona ad
un'altro/a qualcosa. La differenza seppur sottile e' evidente per le
trasmissioni radio o televisive che trasferiscono notizie musica o immagini e
non oggetti, ma non lo e' quando nel linguaggio corrente si sente dire "ti
trasmetto la posta, un documento, un libro ecc.". Il modo di dire e' oggi
ambiguo perche' essendo possibile, non si comprende bene se la posta viene
consegnata, spedita, trasportata o se, tradotta in onde elettromagnetiche, viene
trasferita per via radio o telefonica. Questo spostamento di significato e' il
risultato di un grande avanzamento tecnologico e di una adattamento del
linguaggio da comune e letterale a burocratico, in genere assunto da alcuni
ambienti tecnici di lavoro che hanno bisogno di parole convenzionali degli
addetti ai lavori ed hanno pochi rapporti con un vasto pubblico. Nel campo
filatelico e per le Poste ha infatti significato ambiguo in quanto indica o una
spedizione di materiale postale vero e proprio o l’invio di una comunicazione
elettromagnetica di qualsiasi tipo, derivata da una comunicazione scritta,
mentre per l'utente postale indica nella stragrande maggioranza dei casi solo la
spedizione reale di lettere e documenti. Le stesse osservazioni si possono
riferire al sostantivo "trasmissione" che genericamente ha il significato di
inviare notizie o musica attraverso onde elettromagnetiche via radio,
televisione e telefono, mentre in un contesto postale, indica, quasi sempre una
materiale spedizione di corrispondenze e pacchi da un luogo ad un altro.
TRASPARENTE - Aggettivo. Caratteristica fisica di
solidi, gas e liquidi che seppur frapposti alla vista, lasciano vedere o
intravedere che cosa c'e' oltre il loro spessore. In filatelia e numismatica
hanno interesse alcune vernici trasparenti applicate per vario motivo ad alcuni
francobolli e alla carta valore che permettono di vedere la stampa o le scritte
coperte dal loro spessore. Ad esempio le vernici trasparenti fluorescenti che
applicate ai francobolli, sfruttando le caratteristiche di alcuni speciali
minerali, da qualche decennio (i primi esperimenti risalgono al 1944) permettono
la bollatura automatica delle corrispondenze ed una protezione
antifalsificazione dei valori postali. (Vedi "Fluorescenza"). Esiste una seconda
vernice trasparente, detta interferenziale, utilizzata su alcune parti dei
francobolli successivi al 1998 (Emissione ordinaria Donne e francobolli per il
servizio Prioritario), che sono realmente trasparenti se guardate diagonalmente,
ma che diventano cangianti (color oro metallizzato) e poco trasparenti se
guardate verticalmente (all'interno di un cono di pochi gradi). Queste
costosissime vernici dal mercato ristretto, hanno fondamentalmente funzione di
sicurezza antifalsificazione nel campo dei valori postali e nella cartamoneta
ma servono sopratutto per impedire la riproduzione a colori dei francobolli e
della carta moneta a mezzo delle moderne fotocopiatrici che realizzano copie
quasi indistinguibili dagli originali ma che in questo caso producono copie
difettose nelle aree verniciate con le vernici interferenziali.
TRASPORTO - Sostantivo. nome generico di una
operazione di spostamento di cose e persone da una localita' all'altra a mezzo
di veicoli o persone. I trasporti postali sono complessivamente le operazioni di
spostamento della posta da un luogo all'altro, effettuato con mezzi e persone di
una struttura che nel caso italiano si chiama "Poste" (oggi Poste Spa). I
trasporti, nonche' i mezzi e le strutture che li permettono, sono considerati
strategici per una nazione, tanto da aver meritato a lungo nel nostro paese
l’interesse di più Ministeri (Trasporti, Telecomunicazioni, Lavori pubblici,
ecc.). In storia postale sono piuttosto interessanti alcuni trasporti di posta
effettuati eccezionalmente o straordinariamente in occasioni particolari in
concomitanza o in relazione ad esempio con viaggi unici, p.es, voli iniziali o
sperimentali, oppure vicende militari, sportive e scientifiche temporanee (vedi
p.es. trasvolate o anche piu' recentemente la ripetizione del viaggio di terra
Pechino Parigi effettuato con mezzi delle Poste italiane). Citiamo anche un
bollo del periodo fascista creato per i giochi sportivi di Livorno diventato
famoso per un errore nelle diciture (Eccezzionale oppure Eccezionale).
TRASVERSALE ed anche TRAVERSO - Aggettivo,
raramente sostantivato. Si connette con molte parole (via, partito, concetto,
linea, ecc.). In filatelia si attribuisce talvolta a via, strada, cammino e
simili per indicare un flusso postale che attraversa fisicamente un altro flusso
in genere di piu' grande entita'. Ad esempio i "cammini traversi" sono quelli
che in Sicilia in epoca prefilatelica percorrevano vie interne poco battute ma
spesso piu' rapide per raggiungere, in alternativa alle strade costiere, le
stesse destinazioni o anche destinazioni non raggiunte dai cammini normali.
L'avvio dei cammini postali traversi e' in genere legato a nodi postali
importanti laddove le corrispondenze devono esser divise per andare su strade
diverse diagonali o ortogonali alla via principale.
TRASVOLATA/RE - Sostantivo e verbo derivato.
Attraversamento di un territorio o di un oceano per via aerea e verbo connesso. Lungo volo aereo, senza sosta per mancanza di basi di rifornimento o di
appoggio intermedie che rihiede tempo, grande conoscenza delle rotte e in alcuni
casi anche di grande preparazione. Specialmente le prime trasvolate di mari e
territori ebbero grande difficolta', incertezza e preparazione e sono
considerate delle vere imprese storiche. La posta ebbe grande interesse a queste
imprese in quanto il superamento per via aerea degli oceani (Atlantico,
Pacifico) permetteva di ridurre enormemente i tempi di trasmissione delle
corrispondenze e significava anche metaforicamente ridurre le distanze. Le prime
trasvolate tentarono spesso infelicemnte di trasportare posta quale iniziale
scopo e giustificazione dell'impresa e quindi sono oggetto di particolari studi
filatelici in quanto la posta trasportata, se esistente, e' in genere poca e di
grande valore documentario e venale. Anche se i primi trasporti postali aerei
furono sulla terraferma o su mari interni, le prime vere trasvolate si
effettuarono sull'Atlantico (Lindbergh, 1927, senza posta) e poi sul pacifico ma
prima furono precedute da numerosi tentativi falliti, ricordate anche con
trasporti postali, francobolli e bolli speciali oggi rari che avviano le
numerosissime collezioni di "trasvolate" realizzate da molti aerofilatelisti di
molte nazioni. Per l'Italia esiste un grande capitolo collezionistico di grande
interesse e valore dedicato alle "Trasvolate" in quanto agli esordi
dell'aeronautica non piu' sperimentale (1925/35) il nostro fu uno dei primi
paesi al mondo che tentarono e riuscirono ad effettuare trasporti postali aerei
non solo interni e su mari vicini ma anche su oceani e su lunghe distanze
(Trittici, Balbo ecc.).E' infatti italiana la prima trasvolata atlantica in
formazione di stormo (1933) che apri' la strada a servizi aerei regolari per le
Americhe, ma esistono anche trasvolate compiute dai francesi (Africa, Asia) e
poi dagli Inglesi (India, Australia), dai tedeschi (Zeppelin) e poi dagli
Statunitensi (Pacifico) che ereditarono,con lo sviluppo della loro aviazione
militare dopo la II guerra mondiale, l'arte di aprire le strade del cielo alla
posta, alle merci e ai passeggeri. Le Collezioni dedicate alle trasvolate sono
difficili, la storia che sottintendono e' complessa, il materiale dei primi voli
e' raro e costoso e quindi e' una specialita' per pochi Nei concorsi e'
contenuta nella classe "Aerofilatelia".
TRATTA - Sostantivo dai numerosi significati.
Quello che ci interessa si riferisce ad una distanza geografica fra due punti
congiunti da uno o piu' sistemi di trasporto o di un percorso lungo da
effettuare in qualsiasi modo ma a tappe. I viaggi, tra cui anche quelli postali,
possono esser suddivisi in piu' tratte (o tappe) in relazione ai tempi di
percorrenza, ai cambi dei mezzi di trasporto, alle condizioni delle vie e di
altre combinazioni possibili. Specialmente i viaggi postali sulle grandi
distanze, vengono divisi in più tratte, con soste e ripartenze nei nodi postali
ove i sacchi postali sono scambiati e dove devono cambiare direzione,
responsabilità di gestione o ancora attendere le coincidenze d'imbarco sui
successivi mezzi di trasporto per giungere a destino. Nodi postali importanti
sono i punti di scambio internazionale (confini, aereoporti, porti ecc.) o gli
uffici postali che concentrano la posta proveniente da varie città per separarla
in relazione alla direzione che devono ancora prendere o anche per cambiare
sistema di trasporto (per es. passando da via di terra a via di mare o aerea o
viceversa). Per una corrispondenza transoceanica italiana dal 1928 in poi, le
tratte principali che si possono distinguere sono in genere 3, una di terra in
Italia, una marittima o aerea ed un'altra di terra nel paese di destinazione. In
passato le tratte erano piu' complesse di oggi ed erano sopratutto condizionate
dall'esistenza o meno di convenzioni postali tra paesi confinanti e di
tassazioni spesso pagate in parte in partenza e in parte in arrivo, in relazione
agli scambi postali possibili tra paesi vicini o per trasporti effettuati per
tramite di altre nazioni. Le tratte, specialmente ai primordi dei sistemi
postali nazionali moderni (1840/60), distinguono quindi spesso le frazioni di
tariffe postali spettanti alle diverse amministrazioni postali interessate al
trasporto e sono quindi di particolare rilevanza nelle descrizioni del materiale
nelle collezioni di storia postale.
TRATTAMENTO - Sostantivo. Indica l'insieme delle
operazioni e dei procedimenti che permettono di raggiungere determinati
risultati in qualsiasi materia. Il termine si usa frequentemente anche in
filatelia per indicare per es. un metodo tecnico di lavoro (p.es. lavaggio dei
francobolli) e in storia della Posta per indicare il sistema di movimentazione
delle corrispondenze. Il trattamento delle corrispondenze e' per le Poste di
qualsiasi paese fondamentale per ridurre i costi e accelerare il servizio. Viene
in genere espresso in manuali di lavoro o di servizio che indicano al personale
quali sono ad esempio le sequenze delle operazioni, da quante persone devono
esser compiute, per quantita' stabilite di invii, e in quanto tempo devono esser
concluse. Ottimizzando il trattamento delle corrispondenze si risparmia denaro e
si velocizza il sistema. In gergo postale puo' essere sinonimo di lavorazione.
TRATTATO/ZIONE - Sostantivi. Il primo ha diversi
significati Indica in un caso un'opera scritta, in genere sistematica di
carattere tecnico scientifico, compresi anche alcuni studi ponderosi ed
analitici di filatelia, in altri casi indica un documento complesso stipulato
fra stati sovrani per regolare rapporti o patti reciproci, come ad esempio i
trattati di pace o commerciali. Spesso nei patti fra Stati viene anche ricordato
lo scambio postale che viene poi regolamentato con accordi specifici e
dettagliati successivi tra i tecnici specialisti delle nazioni coinvolte. Per
trattazione si intende lo svolgimento approfondito e sistematico scritto, ma
anche verbale, di un argomento tecnico specialistico. Molti articoli filatelici
lunghi sono delle trattazioni se non sono troppo superficiali su una materia
troppo vasta e se esaminano tutti risvolti di un argomento ben definito.
TRATTEGGIO - Sostantivo. Modo di disegnare e di
esprimere la profondita' di campo nella grafica, consistente nell'accostamento
di linee sottili, in genere parallele, dalla diversa intensita' che possono
definire sia la sagoma principale dell'immagine che i chiaroscuri. E' un sistema
proprio di alcuni artisti o in genere dell'arte grafica che ha utilizzato il
metodo anche per realizzare alcuni francobolli. Quasi tutti i francobolli
calcografici utilizzano ampiamente nell'incisione delle lastre il tratteggio per
dare il senso della terza dimensione o della profondita', con l’accostamento di
linee sottili e parellele di diversa intensita', lunghezza, andamento o
inclinazione, all’interno delle sagome dei disegni contenuti nelle vignette.
TRATTENERE - Verbo. Far ritardare qualcuno o
qualcosa che si vuol muovere o anche tenere fermo qualcosa in un luogo per un
certo tempo, oltre quello tecnico necessario alla normale attività. Il
trattenere la posta significa fermarla nel suo cammino e ritardarla con grave
danno per i corrispondenti. Fermare a lungo la posta puo' esser casuale o
incidentale, e talvolta e' obbligatorio perche' legato a fatti importanti come
ad esempio il controllo del contenuto o le censure politiche, economiche
militari ed amministrative, superando anche il principio di riservatezza che il
mondo riconosce alla posta. La presenza di fascette o nastri o ancora di bolli
che indicano una apertura e una successiva richiusura degli invii, indica che le
lettere sono state trattenute per un certo tempo in cui non hanno viaggiato
durante il quale ne sono stati controllati i contenuti. In genere la posta
trattenuta per qualche motivo giustificato ha delle segnalazioni su di se, per
es. bolli o le suddette fascette o indicazioni che giustificano il ritardo ;
quella trattenuta per errore in genere non ha altre segnalazioni che le date
dei bolli di partenza e arrivo, mente quelle trattenute e ritardate per
incidente contengono spesso bolli con la motivazione del ritardo (incidente areo,
naufragio, incendio ecc.). (Vedi anche "trattenuta")
TRATTENUTA - Aggettivo spesso congiunto alla parola
corrispondenza per indicare che l'invio fu fermato nel suo cammino per qualche
motivo casuale o giustificato. Molta posta censurata del periodo della II guerra
mondiale porta su di se un bollo in cartella che dice "corrispondenza trattenuta
dalla censura dal..., al..." in modo da giustificare il ritardo nella consegna.
In una forma addolcita utilizzata nella prima guerra mondiale, talvolta la
parola trattenuta e' stata sostituita da "ritardata" che comunque ha lo stesso
significato. In tempo di pace puo' verificarsi lo stesso problema ma legato a
fondati motivi fiscali. I controlli di corrispondenza sospetta per contenere
valuta o sostanze proibite o pericolose, comporta la fermata dell’invio,
qualche controllo a vista o al tatto, altri controlli con macchine a raggi X, ma
non permette alle autorita' di polizia l'apertura. La lettera viene quindi
trattenuta, il destinatario viene chiamato negli uffici della polizia postale e
intimato di aprirla in presenza di funzionari e quindi consegnata nelle parti
consentite al destinatario. Se si rifiuta l’apertura pubblica l'invio viene
ancora trattenuto per un tempo indeterminato o fino a quando qualche elemento di
controllo consente alle autorita' la consegna o anche viene resa al mittente.
TRATTINO - Sostantivo. Piccolo segno in genere ad
andamento orizzontale, un breve segmento di linea, utile nella grafica e nella
scrittura (si frappone per es. tra due parole o frasi o indica l'inizio di un
capoverso). Nel disegno delle vignette dei francobolli italiani sono stati
talvolta impiegati dei trattini,specialmente per separare parole o concetti di
alcune diciture. Ad esempio quelle al pedice delle vignette.
TRATTO - Sostantivo e aggettivo (dal verbo trarre).
In genere come sostantivo indica un breve segmento di linea diritta o curva
utilizzato nel disegno e nella grafica. Nei disegni essenziali l'accurata e
sapiente disposizione e miscelazione dei tratti compone figure e chiaroscuri
formando l'immagine. Specialmente nelle immagini di piccole dimensioni, come
nelle vignette dei francobolli, l'uso del tratto e' determinante per dare forma
e ombre ai soggetti e rendere le figure riconoscibili. Lunghezza, ondulazione,
spessore e accostamento di piu' tratti (il tratteggio - vedi voce dedicata) sono
quindi alla base della realizzazione delle vignette e, in alcuni tipi di stampa
(calcografia), sono il sistema migliore per dare in pochissimo spazio
tridimensionalita' e profondita' di campo al soggetto. La grande abilita' dei
bozzettisti e degli incisori delle matrici delle vignette filateliche sta
proprio nella distribuzione spaziale ed artistica dei tratti con i quali dare
forma alle immagini.
TRENO - Sostantivo. Nel linguaggio comune indica un
mezzo di trasporto pubblico composto da una motrice motorizzata che trascina dei
vagoni su una strada metallica fissa (binari) propria ed esclusiva che tocca
citta' e cittadine per trasportare merci e passeggeri da un punto all'altro di
una nazione su brevi e lunghi percorsi, a orari stabiliti. Fa parte di un
sistema di trasporti a rete e a nodi, strategico e insostituibile ovunque ci
siano persone e merci, adatto a facilitare i loro spostamenti a basso costo.
Nella storia della posta i treni hanno avuto sempre importanza straordinaria in
quanto, specialmente dalle origini, ad essi fu affidato il compito di
trasferire la maggior parte del corriere postale nazionale ed internazionale.
Anche se i treni non toccano tutte le citta' e cittadine, riducono comunque le
distanze e accelerano i tempi di consegna della posta. Il legame tra posta e
treni e' sottolineato dal fatto che molti vagoni ferroviari sono ancora oggi
appositamente costruiti ed attrezzati per i trasporti postali e per decine di
anni, dalle origini fino al 1980 circa, alcune speciali vetture furono
attrezzate di veri e propri uffici postali viaggianti, detti Ambulanti, dotati
di personale e di bolli (con la dicitura "Ambulante" - vedi voce dedicata su
questo stesso testo) per accettare sulle banchine delle stazioni la posta
direttamente dagli speditori. Inoltre nello stesso periodo ed ancora oggi sulle
tratte piu' importanti alcuni vagoni dei convogli o addirittura interi convogli
sono stati e sono tuttora destinati al solo trasporto dei sacchi postali. Tra il
1950 ed il 1980 gli uffici ambulanti sui treni furono gradualmente eliminati ma
fu mantenuto su qualche tratta il solo servizio di bollatura delle
corrispondenze (non quello dell'accettazione) consegnate dai mittenti alle
banchine ferroviarie o caricate dalle Poste sui treni senza bollatura (treni
"Messaggeri - vedi voce su questo stesso testo). Gli uffici postali ambulanti ed
i messaggeri ebbero numerosi bolli propri, che sono stati e sono ancora oggetto
di studi e di collezionismo specializzato. Anche i bolli con la dicitura
"Turno" nella corona (vedi voce dedicata su questo stesso testo) hanno origine
dagli uffici postali sui treni. Le collezioni marcofile esistenti, dedicate alla
posta bollata sui treni sono molte e la letteratura specializzata e' ampia
permettendo la costruzione di elaborati complessi e varabili in relazione al
tempo in quanto la rete postale italiana e' cresciuta e si e' adeguata a quella
ferroviaria col passare degli anni, dalle origini fino all'avvento della rete
postale aerea notturna che ha gradualmente ridotto l'importanza dei trasporti
postali ferroviari nazionali sulla media e lunga distanza. La prima ferrovia fu
realizzata in Gran Bretagna utilizzando locomotive inventate da Stephenson (1830
circa). In Italia la prima ferrovia congiunse Napoli con Portici (1839) ma non
ebbe funzione postale ; solo piu' tardi, col crescere della tecnologia
ferroviaria i treni ebbero il compito dei trasporti postali, come ad es. accadde
per le Ferrovie del Granducato di Toscana (La Leopolda e altre) che divennero
anche esclusiviste postali, potendo affrancare e consegnare la posta in proprio
per oltre un decennio prima dell'unificazione dell'Italia. Gli antichi Stati
italiani avviarono praticamente i trasporti postali ferroviari che furono
ereditati dai sardi e che sono, in parte, ancora oggi il nucleo principale del
trasporto postale ordinario nel nostro paese. Anche se tra il 1970 ed oggi si e'
avviata la rete postale aerea notturna che copre le maggiori distanze allo
stesso prezzo con maggiore velocita' e che ha ridotto il rapporto
Poste/Ferrovia, l'arrivo dei treni ad alta velocita' puo' far tornare il massimo
interesse delle Poste ai trasporti postali ferroviari in quanto le stazioni,
tutte dotate da tempo immemorabile di strutture postali funzionanti, si trovano
all'interno delle citta' e quindi sostanzialmente piu' vicine, ai centri di
ripartizione, distribuzione e di arrivo o di partenza delle corrispondenze
trasportate.
In filatelia hanno anche importanza oltre ai vari bolli citati, anche quelli, in
genere amministrativi, di alcuni treni speciali che furono talvolta preparati
per avvenimenti straordinari (treni militari, ospedale) o anche i bolli legati a
disastri ferroviari (crash) che provocarono la distruzione o il danneggiamento
di molte corrispondenze, poi ugualmente recapitate. Le corrispondenze che li
contengono hanno grande interesse e discreto valore commerciale ed un buon
numero di collezionisti specializzati che le associano a quelle simili, derivate
da disastri marittimi ed aerei.
TRIANGOLO/ARE - Sostantivo e aggettivo derivato.
Come sostantivo indica una superficie piana delimitata da tre lati rettilinei,
che puo' essere regolare o irregolare. I Triangoli regolari si possono
distinguere in T. Rettangoli (con un angolo retto), Ottusangoli( con un angolo
ottuso) e Acutangoli (con tutti angoli acuti) o anche in T. Equilateri (i lati
lunghi uguali), Isosceli (due lati uguali) o Scaleni (tutti i lati diversi). Le
superfici triangolari anche in filatelia possono essere infinite, ma solo le
forme regolari hanno avuto utilizzazione per realizzare francobolli in quanto
solo queste possono essere stampate in multipli su superfici piu' grandi
contenenti piu' triangoli senza avere un forte sfrido della carta pregiata. Solo
alcune nazioni (come ad es. Capo di Buona Speranza, San Marino, Lituania ecc.)
nel tempo hanno prodotto francobolli triangolari, in genere di forma isoscele,
ma si sono complicate la vita ed hanno avuto costi superiori alla media in
quanto per produrre fogli di francobolli con le macchine da stampa e
dentellatrici esistenti, hanno dovuto ricorrere ad artifici (francobolli tete
beche) a punzoni speciali, a separazioni complesse e via dicendo. La forma
triangolare e' oggi pressoche' dimenticata ma potra' forse ancora essere
utilizzata in futuro per produzioni filateliche limitate e speciali non adatte
al consumo quotidiano. L'aggettivo "triangolare" ovviamente si riferisce a
superfici delimitate su tre lati.
TRICOLORE - Sostantivo ed aggettivo. Come
sostantivo e' la denominazione volgare della nostra bandiera nazionale, ma puo'
esserlo di qualsiasi altra nazione che nel suo vessillo contiene tre colori
diversi. Come aggettivo e' in genere riferto a oggetti che nella loro unita'
contengono tre colorazioni distinte. In Filatelia l'aggettivo talvolta
accompagna la parola affrancatura,volendo significare che i francobolli
applicati (tre o piu' di tre) su un invio sono di tre colori diversi. Le
affrancature tricolori composte da tre o piu' francobolli della stessa emissione
hanno grande pregio ed un forte plusvalore rispetto alle affrancature singole e
multiple e sono quindi molto ricercate dal collezionismo avanzato. Sono
possibili in genere nell'uso di francobolli ordinari definitivi che disponendo
di un ventaglio di valori di facciale, talvolta si combinano tra loro in
affrancature corrispondenti a tariffe perfette. Affrancatura tricolore e
Tricolore si possono confondere in un unico caso filatelico,per il quale, per
ironia della sorte, nel Lombardo Veneto percorso dall'anelito rivoluzionario
nazionale alcuni patrioti realizzarono con emissioni filateliche (quindi
filoaustriache) alcune affrancature in tariffa con francobolli di colore
bianco, rosso e verde (quindi con i colori della desiderata bandiera italiana).
L'affrancatura era possibile utilizzando un intero e due francobolli che in
barba all'invasore, proponevano una affancatura perfetta che sottintendeva
un'espressione patriottica pubblica e"legale".
TRIELINA - Sostantivo. Nome popolare del
Tricloroetilene, liquido volatile appartentemente simile all'acqua, prodotto
dall'industria chimica per uso industriale (solvente) o per uso domestico (per
smacchiare e sgrassare) che permette il viraggio di alcuni tipi di colori e
modifica altre sostanze. E' praticamente presente in tutte le case ed e' quindi
uno dei piu' disponibili prodotti chimici per tentare di intaccare le
caratteristiche fisiche dei francobolli. La trielina modifica per esempio i
colori di stampa di moltissimi francobolli e provoca l'abbattimento della
fluorescenza variandone sensibilmente le caratteristiche fisiche originarie,
consentendo quindi a qualcuno di spacciare gli esemplari cosi' modificati come
varieta' pregiate. Il raggiro perpetrato non e' spesso facilmente scopribile, ma
alcuni specialisti possono riconoscere il materiale modificato e scoprire il
trucco utilizzato da persone di pochi scrupoli per gabbare dei filatelisti a
caccia di rarita' inesistenti.
L'azione della trielina sui francobolli e' normalmente rapida poiche' bastano
pochi minuti di immersione nel liquido incolore per provocare variazioni
irreversibili ma le variazioni provocate sui francobolli sono tanto piu’
evidenti e quindi scopribili, quanto piu’ a lungo gli esemplari rimasero immersi
nella trielina.
TRITTICO - Sostantivo. Nome filatelico, ereditato
dalla storia dell'arte, di gruppi di tre francobolli composti da tre vignette
diverse, spesso anche graficamente coerenti, congiunti tra loro a mezzo della
dentellatura. Nella filatelia italiana i trittici finora prodotti non sono molti perche' sono costosi e di non agevole realizzazione. Il piu' celebre fu
realizzato nel 1933 per ricordare la trasvolata atlantica in formazione di
stormo compiuta da 20 idrovolanti dell'aeronautica militare guidati dal Gen.
Italo Balbo e da altri comandanti e relativi equipaggi che ebbero anche il
compito di trasportare posta affrancata in tariffe particolari con i trittici in
questione. Questi francobolli furono pero' a lungo contestati dall'Upu e dalla
filatelia di altre nazioni in quanto prodotti su iniziativa privata, solo
sostenuta dalla Poste Italiane per ragioni di Stato. I trittici di cui si dice
sono in realta' 20 diversi, in quanto in ogni foglio composto da 20 esemplari
completi, ne fu sovrastampato uno col nome abbreviato del comandante di ogni
aereo che fece la trasvolata. Da questi primi esemplari ne derivarono altri tra
cui il servizio di Stato n.1 italiano, francobollo utilizzato solo per posta di
stato e alcuni francobolli coloniali italiani. Nel tempo, nel periodo
repubblicano, ne furono prodotti altri che pero' non sono cosi' famosi ed
importanti come quelli citati. Il problema che tali emissioni pongono sono
relativi al fatto che i trittici possono esser considerati una unita' (nei
cataloghi talvolta lo sono malgrado che si tratti di tre vignette diverse spesso
dal diverso disegno e valore di facciale) oppure tre francobolli diversi
ciascuno con numero di catalogo proprio. Per i trittici Balbo il problema e'
maggiore in quanto soltanto i tre francobolli insieme potevano coprire la tatariffa
postale della lettera trasportata nel volo verso l'America, ma esistono
esemplari separati dello stesso trittico e perfino corrispondenze di vario
genere e destinazione affrancate con trittici incompleti. Nel periodo
repubblicano che ha qualche emissione effettuata in trittico, il problema e'
minore in quanto ogni francobollo componente e' stato considerato dalle Poste
separabile e quindi ha numerazione e impieghi propri. Come i trittici Balbo,
quelli repubblicani hanno avuto la sorte di affrancare ancora uniti un solo
tipo di corrispondenza in perfetta tariffa. I francobolli nati in trittico per
il collezionismo dovrebbero essere conservati congiunti ed hanno maggior valore
ed interesse se sono anche applicati su corrispondenze ancora uniti tra loro.
Fanno eccezione solo gli impieghi disgiunti dei francobolli dei trittici Balbo
che se utilizzati all'epoca su corrispondenze naturali hanno maggiore rarita'
e valore degli usi congiunti. In epoca repubblicana sono anche nati francobolli
diversi congiunti in numero superiore a tre. Per questi valgono le stesse
osservazioni qui riportate per i trittici repubblicani.
TRUCCO/CARE/CATO - Sostantivo e verbo ed aggettivo
collegati. Hanno diversi significati in relazione al contesto in cui le parole
vengono impiegate. Se utilizzate per esempio nella Cosmetica indicano un sistema
di abbellimento delle persone a mezzo di creme, belletti e profumi ; se
utilizzate nel gergo teatrale e nello spettacolo indicano una materia di
studio e un'arte per creare personaggi completamente diversi dagli attori che li
interpretano. Se pero' sono utilizzati come termini generici, tendono ad
indicare un imbroglio, una truffa, un sotterfugio, una operazione nascosta
adatta a far apparire una cosa al posto di un'altra per ingannare il prossimo e
per ottenere denaro indebito. In filatelia assume quasi esclusivamente
quest'ultimo significato in quanto indica una manipolazione per nascondere
difetti o mancanze in francobolli e posta per poterli vendere con un maggior
utile. I francobolli truccati a cui quasi per magia sono scomparsi difetti (di
dentellatura o assottigliamenti o tracce di linguella), sono piuttosto frequenti
in quanto i francobolli perfetti hanno una quotazione di mercato molto piu'
elevata ; posta con bolli postumi o anticipati applicati nascostamente per
creare una rarita' postale o francobolli a cui e' stata sostituita una filigrana
con un'altra sono altri tipi di trucchi filatelici che per alcuni imbroglioni
sono un buon sistema per sbarcare il lunario. In genere i trucchi filatelici non
sono considerati falsificazioni perche' si tratta sempre di materiale originale
abilmente e nascostamente manipolato approfittando di qualche facilitazione
insita nel materiale stesso, ma dal punto di vista legale rappresentano sempre,
come le falsificazioni, una truffa. La difesa del collezionista si attua
inviando il materiale dubbio, sospetto o dal prezzo molto inferiore al
ragionevole ai periti, ma anche se le perizie filateliche spesso scoprono il
trucco, talvolta l'abilita' dei "truccatori" e' cosi' grande da ingannare intere
generazioni di collezionisti e schiere di periti. Specialmente in caso di
acquisti importanti e' sempre il caso di chiedere la perizia del materiale prima
di pagare.
TRUPPA - Sostantivo. Denominazione generica dei
militari di bassa forza, denominati soldati, che si distinguono dagli ufficiali
che li comandano. Questa distinzione e' importante per la filatelia in quanto i
soldati di truppa e non i graduati e gli ufficiali, hanno avuto diritto per
decenni alla tariffa postale ridotta sulle corrispondenze ricevute (non per
quelle spedite). Dalle origini d'Italia,fino al 1998 solo i soldati semplici in
Italia potevano infatti ricevere posta ordinaria (senza servizi aggiunti)
affrancata con la meta' della tariffa corrente e in tempo di guerra delle
speciali cartoline da spedire in franchigia. Contemporaneamente gli ufficiali in
tempo di guerra ebbero uno sconto tariffario attivo del 50% sulle stesse
cartoline o su altri interi preaffrancati (vedi caso della busta da 10 c. Leoni
della I guerra mondiale) ma nessuna tariffa agevolata in arrivo. Riassumendo, i
militari di truppa hanno goduto sempre, dalle origini fino all’agosto del
1998,di una riduzione tariffaria passiva pari al 50 % delle tariffe semplici
ordinarie e di una franchigia totale contingentata attiva in tempo di guerra. I
graduati invece hanno goduto di una tariffa ridotta attiva pari al 50% solo in
tempo di guerra ma nessuna tariffa ridotta attiva o passiva in tempo di pace.
TURACCIOLO - Sostantivo. Parola che indica un
piccolo strumento in genere di sughero, di forma cilindrica, adatto a chiudere e
sigillare bottiglie o contenitori, che non ha molto a che fare con la filatelia.
Esiste pero' un riferimento storico interessante che racconta di un turacciolo
di sughero, idoneamente scolpito su uno dei suoi lati tronchi, utilizzato, in
mancanza di altri strumenti idonei, come bollo postale. Si tratta di un bollo
utilizzato dalle truppe di occupazione francesi quando cacciarono le truppe
italiane dal Fezzan, che fu "inventato" da un solerte militare per bollare ed
inoltrare con la parvenza della realta' le corrispondenze spedite nei giorni
successivi all'occupazione degli uffici postali ex-italiani in Fezzan. Le
corrispondenze con l'impronta di questo bollo non sono molte e sono ricercate
dal collezionismo storico postale italiano e francese specializzato che si
occupa di quell'area africana.
TURCHESE - Sostantivo. Nome di una pietra
semipreziosa di colore azzurro/verde che e' divenuto per questo motivo il nome
di un colore, il Turchese, spesso impiegato in varie tonalita' nelle vignette di
molti francobolli di tutto il mondo. Molti cataloghi internazionali del passato
nel definire i colori dei francobolli citano il turchese intendendo una tinta
azzurro verdastra, ma con le nuove scale cromatiche,adottate anche dalla
filatelia, e sapendo che le miscele e le sovrapposizioni di colori utilizzate
per la stampa dei francobolli sono oltremodo variabili,i nuovi cataloghi hanno
adottato altre definizioni per tutti i colori, compreso il turchese che risulta
però troppo generico per definire le sue numerose tonalità. Ad esempio una cosa
e' dire azzurro verdastro ed un'altra dire verde azzurro o verde azzurrastro.
Seppur in ambedue i casi si intende un colore simile al turchese),il primo e' un
azzurro con infiltrazioni verdi, il secondo e' un verde con infiltrazioni
azzurre, distinguendo cosi' un esemplare piu' azzurrastro da un'altro
prevalentemente piu' verdastro.
TURISMO/STICO - Sostantivo e aggettivo derivato. Il
sostantivo indica lo spostamento temporaneo di persone dalla loro sede abituale
ad altre sedi provvisorie, in genere per brevi periodi a scopo di vacanza o di
svago. Le conseguenze del Turismo sono importanti anche per la posta in quanto
le localita' turistiche modificano sensibilmente la loro necessita' di servizi e
di rifornimenti in relazione all'affluenza turistica e quindi pongono in
difficolta' le strutture postali per l'irregolarita' dei bisogni (p.es.
rifornimenti di francobolli) e per volumi e frequenza di trasporti. Questi
periodi sono quasi sempre prevedibili e coincidono spesso con l'estate ed i
periodi di vacanza degli italiani e del turismo internazionale. Il rafforzamento
temporaneo di molti uffici a maggior traffico estivo e' ormai diventato di
routine, ma nel passato (anche recente-1950/90) fu necessario alle Poste
italiane perfino la formazione di uffici postali temporanei in località non
servite (sportelli avanzati) o l'invio di speciali uffici postali mobili su
camion e pullmann attrezzati. I particolari bolli postali di questi speciali
uffici sono piuttosto rari e ricercati dal collezionismo specializzato. Anche
l'infelice esperimento delle macchinette distributrici di francobolli (f. in
bobina) in Italia nacque sopratutto in funzione al flusso turistico, ma fu
rapidamente abbandonato per il continuo danneggiamento e furto effettuato dal
pubblico in luoghi non sorvegliati da maestranze postali o dalla polizia.
L'aggettivo si aggrega a molti sostantivi : ricordiamo nel settore che ci
interessa le numerose emissioni filateliche dette "Turistiche" in quanto furono
previste per promuovere il turismo celebrando localita' ad alta vocazione
turistica.(vedi "Turistica").
TURISTICA - In genere aggettivo ma in filatelia
italiana la parola e' stata sostantivata per indicare una serie di emissioni
annuali del periodo Repubblicano che avevano l'intendimento di promuovere la
conoscenza nazionale ed internazionale di alcune cittadine storiche, culturali,
montane, marine, climatiche ecc. a forte vocazione turistica. Le vignette di
queste emissioni contengono esclusivamente scorci o panorami delle localita'
interessate. Secondo la classificazione ufficiale delle Poste italiane la prima
emissione "Turistica" e' del 1973 (Carnevale di Viareggio), seguita da un'altra
sempre nel 1973 (Torre di Pisa) e poi ancora seguite regolarmente, anno dopo
anno,fino ad oggi (2002) da 28 emissioni spesso composte da diversi esemplari
(anche di 4 francobolli) in genere dallo stesso valore di facciale, la cui
espansione ha permesso un particolare collezionismo specializzato di vario tipo
(tradizionale, storico postale, tematico) che considera soltanto queste
emissioni. Le "turistiche" qui ricordate non devono infine esser confuse con
altre simili dedicate dall'Italia alla celebrazione di localita' e citta'. Ne
esistono infatti altre intitolate p. es. "Turismo" o simile che non fanno parte
di questo gruppo perche' non non ebbero, per la loro nascita, la motivazione
della promozione turistica come invece fu per queste.
TURNO - Sostantivo. Periodo di tempo di molte
occupazioni e lavori che richiedono la copertura del servizio oltre le otto
normali ore lavorative. In tali casi molti lavoratori si alternano in periodi,
detti turni, in modo da mantenere stabile la continuita' del servizio. Alcune
grandi aziende e molti servizi di interesse pubblico, richiedono un lavoro a
turni successivi e continui, suddiviso spesso in 4 periodi giornalieri di 8 ore
per coprire tutto l'arco della giornata. Si definisce in genere 1° turno quello
che va dalle ore 6,00 alle 14,00, il 2° dalle 14,00 alle 22,00 e via dicendo
fino alla copertura delle 24 ore giornaliere, ma possono esser adottati altri
metodi di divisione in relazione a lavori piu' pesanti o a coperture del
servizio inferiori alle 24 ore. Il lavoro a Turni e' tipico anche delle Poste e
di alcuni servizi connessi con i trasporti postali che devono esser espletati
nell'arco delle 24 ore. In alcun casi la Parola "Turno" seguita in genere da un
numero, e' stata perfino utilizzata in alcune scritte in alcuni bolli postali
annullatori. Si tratta o di bolli interni alle Poste o di altri applicati su
corrispondenze bollate su uffici postali mobili come quelli sui treni ambulanti
o messaggeri. Le corrispondenze che mostrano tali annulli sono piu' pregiate di
altre essendo stato sempre limitato il loro impiego e pertanto sono diventate
oggetto di collezionismo e di letteratura specializzate. Ad essi e' collegata
per es. la velocizzazione dei trasporti postali degli anni 1960/80, ma con
l'avvento della rete aerea postale notturna che dal 1970 ha sostituito in parte
il trasporto postale sui treni, i bolli annullatori con la dicitura "Turno
n...." si sono gradualmente ridotti fino a cessare la loro funzione intorno alla
fine del 2000 col termine del lavoro di bollatura sui treni.
TURRITO/A - Aggettivo. Riferibile a qualsiasi cosa
che ricordi o abbia la forma o contenga riferimenti alle torri, ossia a edifici
a sviluppo verticale e a base ridotta rispetto al corpo dell'edificio a cui sono
connesse e che quindi emergono in altezza. Non ha particolari riferimenti
filatelici ad esclusione del fatto che l'aggettivo, in questo caso soggettivato,
e' una delle denominazioni volgari di una importante emissione filatelica
italiana repubblicana: la Turrita, altrimenti detta "Siracusana" o anche "Italia
Turrita" nella quale l'unico soggetto delle numerosissime vignette prodotte e'
il volto di profilo di una donna (l'Italia) con il capo cinto da una corona di
torri (immagine tratta da una moneta dell'antica Siracusa).
Si tratta di una emissione complessa, nata originariamente nel 1953, vissuta
fino all'inizio del 1988, a cui appartengono oltre 170 francobolli tipo diversi
che hanno accompagnato gli italiani per ben 36 anni e che quindi si e'
sviluppata in cosi' numerosi esemplari per seguire l'andamento dell'inflazione
monetaria di questo lungo periodo.
il postalista
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