Seconda edizione Riveduta, corretta ed ampliata
Pubblicazione didattica del CIFO - Collezionisti italiani di francobolli ordinari |
LESSICO
FILATELICO ITALIANO
Vocabolario dei termini e dei modi di dire
A
cura di |
Copyright ©2003 Giovanni Riggi di Numana |
Lettera
|
"F"
FACCIALE – Aggettivo
talvolta sostantivato – Qualifica nomi e sostantivi riferibili ad una faccia,
ad un viso, od anche ad un figura vista di fronte. In filatelia si aggrega a
sostantivi che hanno riferimenti al lato vignetta dei francobolli e che
qualificano i diversi esemplari. Spesso è aggregato a “Valore”: il valore
di facciale di un francobollo, o più semplicemente "il facciale", è
la cifra in denaro stampata nella vignetta per acquistarlo presso gli sportelli
postali o presso i distributori e rappresenta anche, quando il francobollo è in
validità, il suo potere di affrancatura. Dopo la scadenza di validità, quando
esiste, il valore di facciale ovviamente rimane ma non corrisponde più al
prezzo d’acquisto, che in genere aumenta in relazione alla rarità, alla
tiratura, alla richiesta del mercato filatelico e ad altri fattori legati al
mercato del francobollo. In alcuni casi del recente passato il valore di
facciale è stato eliminato da alcune nazioni filatelicamente rilevanti
(Usa,Francia,Canada ecc.), lasciando al colore l'individuazione della tariffa
postale che può assolvere. Ciò è avvenuto per evitare giacenze dei tagli più
comuni dopo il verificarsi di mutamenti tariffari. In altri casi, sempre dovuti
allo stesso motivo, sono stati prodotti francobolli con lettere alfabetiche al
posto della cifra (p.es. D = domestic – tariffa interna). Questi francobolli,
all’acquisto si pagano il prezzo della tariffa del primo porto lettere e
continuano ad avere lo stesso potere di affrancatura anche quando la tariffa è
mutata. In questo caso si tratta anche di una specie di scommessa sulla stabilità
delle tariffe postali (e del caro vita) effettuata da alcune amministrazioni
postali (vedi Francia) che in questo modo invitano i filatelisti
all’investimento ossia propongono di acquistare francobolli ad un prezzo per
rivenderli o applicarli alla posta dopo il successivo scatto tariffario.
L'Italia fino al 2003 non ha prodotto F. senza valore di facciale.
FACILITARE/TATO/A –
Verbo e aggettivi derivati - Rendere facile una procedura eliminando tutte o
alcune difficoltà. Esiste ad esempio la posta facilitata che non segue il
sistema postale generale e che rende più veloce il passaggio postale di alcune
corrispondenze. E' il caso delle buste primo giorno, le FDC, o quelle di altre
manifestazioni filateliche, che, preparate come le altre con francobolli ma in
genere senza indirizzo, ricevono la bollatura allo sportello e vengono
immediatamente riconsegnate al richiedente. Questo tipo di posta non viaggia,
non contiene nulla ed ha il solo scopo di documentare un avvenimento filatelico
con la presenza di un francobollo appena emesso e/o di un bollo datato. Esistono
però altri invii, in questo caso sicuramente trasportati dalle Poste, che
ammettono procedure facilitate in conseguenza ad es. di particolari accordi
intrattenuti tra amministrazioni postali diverse. E' il caso del CAI Post o
della Posta del giorno dopo, che richiedono la velocizzazione di molti controlli
di tipo amministrativo e/o doganale per ottenere una grande velocità di
trasporto e di consegna. Anche "il corso particolare", fino alla sua
fine (1998) era, in un certo senso, una facilitazione concessa dal sistema
pubblico per accelerare il trasporto di posta. Nel corso degli anni si sono
verificati infiniti casi di posta facilitata legati a particolari situazioni o
ad emergenze di vario genere (guerre, incidenti, alluvioni, terremoti ecc.). In
questi casi l'amministrazione postale italiana pubblica ha facilitato,
attraverso strutture provvisorie e temporanee l'accettazione, l'inoltro e la
consegna degli invii per favorire i contatti interpersonali interrotti dalle
calamità e per ritornare più facilmente alla normalità. Spesso in casi di
questo tipo la facilitazione è consistita nell'accettare e far viaggiare la
posta senza affrancatura come se fosse in franchigia; in altri la facilitazione
fu legata a trasporti eccezionali,a corrieri speciali o anche a più fattori tra
loro coerenti.
FACOLTATIVO/A –
Aggettivo - Indica che i compiti, gli impegni, i procedimenti, ecc. a cui si
riferisce sono "non obbligatori",
e che dipendono dalla libera volontà e dalla libera scelta delle
persone. Può anche esser connesso con sostantivi riferibili a questioni
postali. P.es. la frase "Sugellatura facoltativa", trascritto nelle
norme postali per l'assicurazione Convenzionale (dal 2000 per l’assicu-razione
ordinaria - max. 51,65 E.), significa che la sugellatura con ceralacca a fuoco o
con nastri adesivi di sicurezza non è obbligatoria come invece è per gli altri
tipi di assicurate. E' in realtà un modo di dire per dire che l'invio deve
essere chiuso senza particolari sicurezze ma che sarebbe meglio applicarle.
Altrettanto facoltativo è lo scrivere i dati del mittente al retro delle
lettere semplici o l'affrancamento delle lettere, ma se nel primo caso non c'é
punizione, nel secondo nel passato c'era la tassazione per il doppio del
mancante. Dal 1999 in un caso che nell’altro c’è il rischio della
distruzione dell’invio. Esistono perciò nelle questioni postali facoltà
assolute e altre relative: alcune non modificano nulla, altre nascondono
insidie e regole punitive e sono da considerare perciò facoltà limitate.
FACSIMILE
–
Sostantivo - Sinonimo di copia integrale, perfetta e in identica scala di un
documento, di una banconota, di un francobollo, di una firma ecc. Le copie
siffatte dovrebbero sempre riportare a stampa la parola "Facsimile"
posta in modo chiaro e visibile per non ingannare chi la osserva, ma ciò non è
sempre effettuato sia per disattenzione che per trarre lucro in transazioni
commerciali spesso fraudolente. In un intendimento più morbido nel settore
filatelico, alcune volte, su documenti originali e numerosi (specialmente Buste
viaggiate) di una certa importanza, vengono apposte firme di periti o degli
autori stessi dei documenti, realizzate da pantografi che guidano una penna (Autopen)
con l'autorizzazione dello stesso autore che vuole evitare al lunga fatica di
ripetere la firma. Queste firme “automatiche”, singolarmente non sono
riconoscibili da quelle vere ma se confrontate su numerosi multipli lo diventano
in quanto risultano tutte perfettamente identiche, mentre le firme autografe
hanno sempre qualche piccola diversità riconoscibile. I documenti postali che
le contengono sono comunque ricercati dai collezionisti, ma non hanno lo stesso
valore venale di quelle autografe.
FALSARIO
– Nome
proprio - Persona che, di nascosto e con astuzia, realizza documenti, banconote,
francobolli ad imitazione, quanto più possibile vicina, degli autentici. La
falsificazione subdola e non dichiarata è un reato e come tale è perseguita
dalla legge. Ciò è particolarmente vero
ed insidioso per lo Stato e per i
collezionisti nel caso della riproduzione di banconote, francobolli e documenti
pubblici correnti, ma non sempre è noto, chiaro e palese nella contraffazione
di altre carte o oggetti come ad es. i documenti postali del passato adatti al
collezionismo storico postale. La costruzione di documenti postali totalmente
inventati o la modificazione di altri attraverso l'applicazione di francobolli e
annulli anche originali ma realizzati a posteriori nel tempo, è ugualmente da
considerare falsificazione subdola, pericolosa e perseguibile. Contro questi
documenti spesso molti filatelisti ingannati possono fare poco o nulla, poichè
la legge non persegue specificatamente falsificazioni di questo tipo, ma
colpisce solo chi falsifica carte valore in corso. Falsari di materiale uscito
di corso spacciandolo per originale
a scopo di lucro, se scoperti, possono esser denunciati da chi è stato
raggirato. In realtà chi realizza documenti postali o anche francobolli di
epoca remota, non più validi alle affrancature e li regala, non è perseguibile
per legge. Ciò rende il mercato filatelico e antiquariale estremamente critico
poichè, anche se il falsario non trae lucro dalle sue imitazioni, e dai suoi
trucchi, con il passare del tempo o dei successivi proprietari, spesso si perde
la traccia iniziale e molti oggetti falsi vengono inconsciamente spacciati per
buoni a caro prezzo. Contro questi falsari si può agire solo per denuncia
diretta e personale e non d’ufficio. Storicamente il più grande falsario
filatelico conosciuto è stato il Sig. De Sperati (francese) che riuscì a
realizzare numerosi francobolli degli antichi stati assolutamente perfetti, tali
da ingannare anche i più esperti periti degli anni '20. Fu processato e fu
anche perdonato in omaggio alla sua abilità e in relazione al fatto che fece
modesto lucro del suo lavoro di falsario, ma contro l'impegno di non ap-plicarsi
più allo studio ed alla realizzazione di francobolli falsificati secondo le
tecniche originali. In qualsiasi caso ogni epoca filatelica e storica ebbe i
suoi falsari più o meno abili, talvolta scoperti, altre volte no, ed una delle
collezioni filateliche più interessanti ed intriganti è proprio quella di
raccogliere i francobolli falsi nuovi, usati o su busta (tra l’altro anche
piuttosto costosi), accostati ai veri, di ogni periodo dall’inizio
dell’epoca filatelica ad oggi.
FALSO – Aggettivo -
Qualifica oggetti, cose, documenti ecc. non autentici o non originali. Ha sempre
un significato negativo perchè a differenza di copia o imitazione, parole
dall’approssimativo simile significato, contiene il senso dell'inganno, ossia
la realizzazione di una copia per spacciarla come autentica e originale. Molto
spesso questo aggettivo viene usato a sproposito poichè l'oggetto imitato o
copiato perfettamente, è realizzato per proteggere l'originale o per
pubblicizzarlo senza correre rischi di furto o di danni. In questi casi la copia
è dichiarata "ab originalis" ed ha una funzione pubblica non
sospetta. In filatelia però i francobolli falsi non furono mai prodotti per
sostituire pubblicamente esemplari preziosi e rari, ma per ingannare la posta o
i filatelisti. In Italia fin dalle origini della filatelia, abbastanza spesso
sono stati prodotti francobolli falsi per l'affrancatura delle lettere (Falsi
per Posta),ma da qualche anno vengono anche prodotti molti francobolli non
garantiti, detti tappabuchi, creati per il mercato filatelico (Falsi per
Filatelia), realizzati ormai così bene che possono talvolta ingannare anche i
periti. Anche in questo campo le riproduzioni, le ristampe, le stampe postume,
se dichiarate tali non possono esser dichiarate "Falsi".
FALSIFICAZIONE
–
Sostantivo - Operazione del falsificare o anche lavoro del falsario per produrre
una copia non dichiarata ad imitazione dell’originale, per spacciata per tale.
Un tempo le operazioni per falsificare francobolli erano più semplici poichè
le tecniche di stampa erano meno complesse, ma con l'andar del tempo gli enti di
produzione dei valori postali si sono specializzati per impedire le
falsificazioni e oggi le tecniche per realizzare francobolli sicuri sono molto
avanzate e sofisticate tanto che i falsari possono produrre (con enormi
difficoltà e costi elevatissimi) francobolli molto simili a quelli originali ma
sempre non identici per qualche speciale caratteristica introdotta per
proteggerli appunto dalle falsificazioni. Oggi i francobolli falsi o sono
soltanto delle copie facilmente scopribili o sono delle imprese realizzate da
seri professionisti padroni della tecnica di stampa e dei mercati della carta
che realizzano francobolli difficilmente riconoscibili dagli originali per la
maggioranza dei filatelisti. La falsificazione più ingenua, facile, economica e
alla portata di tutti, oggi è la fotocopiatura di fogli completi di francobolli
con fotocopiatrici a colori in carta comune la cui qualità di riproduzione è
ormai elevatissima e che quindi riproduce esemplari dall'aspetto perfettamente
identico all'originale. La perforazione non è un grande problema perchè o è
inesistente o ci si rivolge ad aziende che vendono dentellatori abbastanza
simili a quelli filatelici ma realizzati per altri scopi, che possono essere
utilizzati facilmente. La scoperta dei falsi, fatta quasi sempre da filatelisti,
è quasi sempre legata al riconoscimento del tipo di stampa impiegato (spesso
rotocalco), dalla consistenza della carta utilizzata, da lievi diversità della
misura della dentellatura, e per la mancanza dei presidi di sicurezza
caratteristici delle emissioni filateliche (Filigrana, Fluorescenza, vernici
interferenziali ecc.). I falsi pericolosi, difficoltosamente riconoscibili anche
dai periti, sono quelli che utilizzano carta identica a quella originale
(filigranata, realizzata appositamente di nascosto o recuperata dai margini di
foglio di alcuni francobolli), dentellatori dalle misure identiche a quelli del
Poligrafico dello Stato, appositamente realizzati, e liquidi fluorescenti o
interferenziali. La stampa non è più un problema poichè qualsiasi stamperia
ben attrezzata utilizza sistemi fotografici con controllo digitale dei colori e
può quindi imitare graficamente qualsiasi stampa del passato e del presente.
FAME – Sostantivo -
Sensazione di forte disagio fisico dovuto a carenza alimentare. In filatelia la
parola indica il nome di un gruppo di emissioni filateliche emesse
contemporaneamente da numerose Amministrazioni Postali per ricordare la fame nel
mondo, una piaga che assilla quasi due terzi della popolazione mondiale.
FANTASMA – Sostantivo
- Immagine illusoria, priva di corrispondenza reale che fa apparire nella mente
delle persone oggetti e persone in forma evanescente e fugace che in qualche
caso e per qualcuno sembrano realtà. Il vedere un francobollo ove non c’è
accade anche in filatelia, ed è un fenomeno che interessa le taschine di
plastica trasparente di vecchia produzione (fino al 1970) sulle quali si può
ancora vedere un'immagine colorata semitrasparente e poco definita del
francobollo che in essa fu lungamente contenuto. Questa immagine deriva dal
"Sanguinamento dei colori" ossia dal verificarsi di un preciso
fenomeno fisico per il quale alcuni pigmenti superficiali dei colori dei
francobolli a contatto con la plastica della taschina si staccano dalla
superficie del francobollo su cui furono impressi e si insinuano nello spessore
della plastica stessa. Ciò si verifica in un particolare tipo di materia
plastica trasparente e flessibile a lungo utilizzato per produrre taschine
filateliche, durante il suo processo di indurimento e successivamente di
invecchiamento. Questo processo interessa prevalentemente la plastica
termoindurente, contenente cloruro di polivinile (PVC), e dura molti anni,
permettendo alla plastica di assorbire ed inglobare i pigmenti superficiali dei
colori delle immagini poste a contatto stretto. Nelle taschine in cui il PVC è
prevalentemente presente, quasi tutte quelle prodotte tra il 1955 al 1970, i
colori caldi (Rossi, Bruni, Aranciati e simili) sono stati più facilmente
assorbiti di altri ed in esse è facile intravedere il fantasma del francobollo
a lungo contenuto. Anche la Fluorescenza filatelica e stata spesso
"risucchiata" nella plastica termoindurente insieme ai colori secondo
lo stesso processo. Dal 1970 le percentuali di Cloruro di polivinile contenuto
nelle taschine commerciali per renderle flessibili sono irrilevanti e non sono
più pericolose per i francobolli a colori caldi o per la fluorescenza
filatelica. Le taschine con forte presenza di PVC sono scopribili con la
seguente prova: Si prende uno spezzone di 5/6 cm. di filo di rame elettrico
spelato, si riscalda una estremità con la fiamma di un accendino e la si
appoggia sulla plastica. Questa tende a fondere ed il filo di rame ne asporta
una piccola quantità fusa che, se esposta nuovamente alla fiamma, la colora. Se
il colore della fiamma è verde intenso, la plastica contiene molto PVC, se la
fiamma è leggermente verdina, la plastica contiene piccole quantità di PVC e
se è azzurrognola non contiene PVC. E' bene, in qualsiasi caso, sostituire le
taschine vecchie con delle nuove che non contengono più quantità di PVC
pericolose per la conservazione dei francobolli al fine di evitare
l’impoverimento della brillantezza e della lucidità delle vignette dei
francobolli.
FASCIA/FASCETTA –
Sostantivo – Bandella di piccole dimensioni realizzata con materiali morbidi e
sottili adatta ad avvolgere parzialmente e strettamente oggetti tra loro
accostati. In storia postale individuava un tipo di confezionamento idoneo a
tenere insieme fogli e documenti da spedire allo scoperto (non chiusi in buste).
Le fasce o le fascette di carta che avvolgevano parzialmente alcuni invii erano
il tipico sistema di spedizione di plichi, giornali e riviste, più
genericamente di stampati, dalle origini al 1998, ma non ancora del tutto
abbandonato, che individuava una tariffa postale particolare o particolarmente
agevolata. Oggi questa agevolazione tariffaria
per gli stessi stampati esiste ancora se le spedizioni sono continuative
e numerose ma è stata eliminata per le spedizioni singole, con o senza il
confezionamento sotto fascia. Giornali, stampe e libri detti “Sottofascia” o
tenuti insieme con una fascetta di carta robusta, disponevano nel passato di
tariffe agevolate tra le più basse esistenti, sia singolarmente tra privati che
in spedizioni singole e multiple da editori e da librai in quanto la loro
spedizione favoriva la crescita culturale della popolazione. Le fascette ancora
contenenti i giornali, affrancate con francobolli sono ricercate dal
collezionismo perché spesso rappresentano l’unico o uno dei pochi sistemi per
presentare gli usi isolati dei bassi valori. Molte contengono francobolli rotti
o difettosi in quanto i francobolli, applicati a cavallo tra fascetta e stampato
servivano anche a tenere insieme i due pezzi.
FASE – Sostantivo -
Periodo di tempo definito, compreso entro termini temporali e/o storici
stabiliti. Le fasi si susseguono o possono essere intervallate da periodi di
interfase.
FASULLO – Aggettivo -
Volgarmente sinonimo di falso, inesatto, sbagliato, talvolta anche impiegato in
letteratura filatelica. Francobollo, procedura, affrancatura, spedizione ecc.
accompagnati da questo aggettivo indicano materiale non buono o falso, spesso
anche inadatto al collezionismo.
FATTORINO –
Sostantivo - Persona che effettua commissioni, che porta qualcosa da un luogo
all'altro, su incarico di un ente di una ditta o anche di una persona. Molto
spesso il fattorino viene confuso col portalettere che in realtà compiendo
anche lui una commissione per conto d’altri, trasporta però solo lettere e
pacchi. A differenza del portalettere (o del Postino) il fattorino porta
qualsiasi cosa, dalle commissioni verbali a oggetti di qualsiasi tipo, posta
compresa, fino ad un certo volume, oltre il quale è necessario un
commissioniere, un facchino, un trasportatore, una organizzazione. Un fattorino
diventa Postino o Portalettere se al nome generico viene aggiunto “delle
Poste”.
FATTURA – Sostantivo
- Speciale invio postale che fino al 1999 disponeva di tariffa propria seguendo
alcune prescrizioni. Dall’agosto 1999, se spedito singolarmente, è
normativamente e tariffariamente pareggiato alla lettera. La fattura
commerciale, ossia il documento che contiene la specifica e l'ammontare di un
acquisto, obbligatorio per il controllo fiscale delle aziende, doveva essere
spedita aperta e non poteva essere accompagnata da alcuna altra comunicazione.
Se queste disposizioni erano rispettate la tariffa postale dal 1905 era
inferiore a quella della lettera, anzi dal novembre 1985 ebbe una ulteriore
riduzione se diretta verso grandi città. Prima del 1999 le fatture chiuse erano
tassate per il doppio del mancante rispetto al porto della lettera di
equivalente peso. L'abitudine di accompagnare la fattura con copia dell'ordine
di acquisto, pretesa spesso dagli enti pubblici, era considerata lettera e
quindi non godeva di tariffa inferiore alla lettera; questo è il motivo per cui
alcune buste contenenti fatture
furono tassate.
FAVORE – Sostantivo -
Buona disposizione d'animo verso qualcuno o qualcosa o anche aiuto o
agevolazione concessa a qualcuno in genere senza contropartita. Nelle questioni
filateliche e postali, la parola si connette spesso a Bolli quando si riferisce
alla concessione di annullamenti da parte delle poste in particolari occasioni,
anche in parziale applicazione delle norme postali. In genere i “bolli di
favore” vengono applicati da particolari sportelli postali in occasione di
emissioni o manifestazioni filateliche su richiesta dei filatelisti.
Affrancature e annullamenti su buste o su finti invii postali sono, in questi
casi occasionali, semplificate o ignorate; alcuni oggetti postali, se
immediatamente richiesti indietro, spesso vengono restituiti ai richiedenti
senza compiere alcun viaggio postale. Fino al 1999 su questi oggetti postali
doveva esser applicato il bollo “in corso particolare” (che per il
collezionismo indica palesemente che l’oggetto non ha viaggiato) ma che spesso
non veniva usato. Dopo il 1999 questo bollo è stato eliminato. Nel passato, ma
non è escluso anche ai giorni nostri, molti francobolli non comuni allo stato
di usato, vengono annullati su richiesta dei filatelisti dalle poste in fogli
interi, talvolta anche con data pregressa rispetto a quella di emissione, per
disporre di francobolli da collezione usati. Inoltre molti bolli o annullamenti
si dicono di favore quando, applicati su francobolli rari o di alto valore
sciolti, non mostrano la data ma solo una piccola parte del bollo o segni di
bollatura confusi che non permettono di leggere la data e il luogo di
applicazione. Si conoscono anche Bolli di favore dubbi o fraudolenti : sono
quelli applicati su francobolli e posta dopo la data di validità dei
francobolli stessi o in epoca successiva a quella del loro uso normale (anche
tardivo) per aumentare il valore commerciale dei francobolli stessi o degli
invii su cui furono applicati.
FAVORITO/A
–
Aggettivo - Spesso viene riferito a cose o questioni postali ed è sinonimo di
"preferenziale" o "di favore". Vedi le voci relative.
FEDE – Sostantivo -
Credenza ferma e certa, basata su convincimenti e non su prove reali. Spesso
sotto la formula “in fede” precede la firma al termine di documenti che
tendono a dichiarare qualcosa, responsabilizzando lo scrivente. In un altro
intendimento indirettamente connesso con la storia postale, la parola indica
documenti che accompagnavano persone o cose. Tali documenti, quali ad es. le
fedi di sanità, di nascita, di stato civile ecc., rilasciate e presentate alle
autorità pubbliche, garantivano che la persona transitante o le cose ricevute
(merci e posta), non portavano contagi, erano di questo o di quello stato civile
o ancora appartenevano a questa o a quella nazione. Dal punto di vista
filatelico collezionistico solo le fedi di sanità hanno interesse perchè
talvolta sono inserite (con parsimonia) nelle collezioni di posta prefilatelica
disinfettata.
FEDERAZIONE –
Sostantivo - Ente nazionale che unisce persone, associazioni, enti ecc. per
coordinare a livello generale le attività comuni, in genere rivolte ad un unico
scopo. La federazione che in Italia unisce i filatelisti e le associazioni
filateliche è denominata "Federazione fra le società filateliche
italiane", ha uno statuto proprio a cui tutti gli associati devono fare
riferimento, e vive delle quote sociali versate da chi si iscrive. La
federazione filatelica si occupa sopratutto del coordi-namento delle varie
manifestazioni filateliche effettuate sul nostro territorio, dei rapporti con il
Ministero delle Poste (quando esisteva) o con le Poste Italiane, nonchè dei
rapporti con tutte le consorelle delle altre nazioni del mondo. Per fare questo
lavoro ha bisogno anche del lavoro di molte persone, in genere filatelisti
avanzati, che suddivisi in organi consultivi o esecutivi, gestiscono la vita
filatelica pubblica della nazione e controllano che i regolamenti della
filatelia vengano rispettati. A sua
volta la nostra Federazione è affiliata alla FIP, Federazione Internazionale di
Filatelia, che cura ed affina i regolamenti dei concorsi filatelici adottati
dalle varie federazioni nazionali, cercando di unificarli, ammonisce le nazioni
che producono emissioni nocive, avvisa gli associati sulle falsificazioni,
organizza le manifestazioni internazionali, nomina i giurati filatelici in grado
di giudicare le collezioni a livello internazionale, riconosce quelli nominati
dalle federazioni associate e complessivamente favorisce i rapporti filatelici
tra le nazioni iscritte e in sviluppo.
FEDINA – Sostantivo -
Documento rilasciato in genere da tribunali e da organi pubblici su cui vengono
elencate le eventuali condanne penali o altri dati importanti della persona a
cui si riferisce. Parola che non ha diretto riferimento con questioni postali ma
spesso utilizzata quale diminutivo delle Fedi di Sanità o di altri documenti.
(vedi "Fede").
FERMO/A – Aggettivo
– Collegato a qualsiasi sostantivo (cose
o persone) indica un loro particolare stato d’essere : indica che sono
immobili o che non sono in movimento. In gergo postale può riferirsi ad esempio
a tariffe o a norme che per lunghi periodi possono rimanere stabili e senza
mutamenti. Ancora più spesso la parola è utilizzata negli indirizzi, quando è
riportata su oggetti postali lasciati o indirizzati a persone che non hanno
stabile dimora o che preferiscono avere indirizzo postale presso gli uffici
postali pubblici. In tale caso il nome del destinatario deve esser seguito dalla
dicitura "Fermo in posta" o Fermoposta" e dal nome dell'ufficio
postale in genere più comodo per il ritiro della corrispondenza stessa da parte
del destinatario. Il "Fermoposta" è uno tra i più antichi servizi
aggiuntivi delle Poste pubbliche che ha particolari norme proprie e che richiede
il pagamento di una tariffa apposita. Vedi la voce "Fermoposta".
FERMOPOSTA – Nome
proprio – Denominazione di un servizio postale particolare, anche
internazionale, che consente di inviare posta a persone senza indirizzo proprio
o che sceglie per vari motivi di servirsi dell’indirizzo di un ufficio postale
per riceverla. In qualsiasi ufficio delle Poste italiane il Fermoposta è
effettuato presso un particolare sportello aperto al pubblico che gestisce la
posta così indirizzata. A persone o enti che preferiscono servirsi del
Fermoposta è sufficiente indirizzare le corrispondenze facendo seguire al nome
del destinatario le formule "Fermoposta", "Fermo in Posta",
"F.P.", "Poste Restante" ecc., seguito dal nome dell'ufficio
e della località voluta dal destinatario. La posta giunta allo sportello viene
incasellata per cognome e rimane in attesa che si presenti il destinatario. La
giacenza di queste corrispondenze, stampe, pacchi anche raccomandati ed espressi
ma non assicurati, è di norma di 30 giorni, durante i quali può esser ritirata
dai destinatari (con controllo di documenti) o da altre
espressamente delegate, contro il versamento di una tariffa postale,
detta di fermoposta, che può esser pagata dal mittente in francobolli insieme
all’affrancatura o in segnatasse (o equivalenti) dai destinatari, applicati
sugli oggetti postali stessi. Secondo le regole del servizio il fermoposta
internazionale prepagato non è ammesso. Se gli oggetti non vengono richiesti
nel tempo stabilito, vanno prima in un deposito e poi alla distruzione. In
Italia, alle origini del servizio postale pubblico il fermoposta era
praticamente la regola di consegna, poi con l'avviamento della regolare
distribuzione postale attraverso i postini, dapprima fu favorito il prepagamento
del diritto di fermoposta con una tassazione minore rispetto a quella del
pagamento in arrivo, poi con l'andare del tempo il pagamento anticipato o
posticipato del servizio fu pareggiato. Le corrispondenze col fermoposta
prepagato sono particolarmente ricercate poichè la tariffa applicata in
francobolli risulta diversa da quelle applicata a quelle normali (tariffa del
porto + la tariffa del fermoposta). Particolarmente ricercate e rare sono le
corrispondenze in fermoposta prepagato affrancate in tariffa perfetta con un
solo francobollo. Con l’eliminazione dalla produzione dei segnatasse, dal 1999
il diritto di servizio non prepagato viene assolto con l’applicazione di
francobolli ordinari.
FERRO DI CAVALLO –
Nome proprio – In filatelia è la denominazione di una particolare emissione
italiana composta da un solo francobollo del periodo classico del Regno. Si
tratta dell'emissione provvisoria 1.1.1865 del 15 c. DLR sovrastampata 20 c. con
un tratto semiovale in nero, assai simile ad un ferro di cavallo, che circonda
la parte bassa del profilo di Vittorio Emanuele II. Il francobollo in questione
fu emesso in tre tipi diversi, ebbe una validità limitata in attesa
dell'emissione di francobolli definitivi ed è così caratteristico che fu
facilmente battezzato Ferro di Cavallo.
FERROVIARIO –
Aggettivo – Si connette a sostantivi, cose e persone che hanno riferimenti con
la "Ferrovia", con i treni e con “le strade ferrate”. In storia
postale e in marcofilia si riferisce quasi esclusivamente a posta e a bolli
trasportati o applicati sui treni, su vagoni postali, o in uffici dislocati in
stazioni ferroviarie, posta e bolli che per numerosi collezionisti si trasforma
in studi ed in collezioni specializzate. Bolli e posta si riconoscono per alcune
diciture contenute nei bolli stessi. (vedi "ambulante",
“messaggere”, "ascendente", "discendente" e simili).
FIAMMA – Sostantivo -
Componente del fuoco. In linguaggio postale e filatelico estero (specialmente
francofono – “la flamme” - talvolta anche italianizzato) è la
denominazione tecnica della targhetta pubblicitaria che spesso viene aggiunta ai
bolli meccanici. (vedi anche “Fuoco”)
FIERA – Sostantivo -
Alternativamente animale selvaggio e feroce e grande mercato di città o paese
che si tiene in particolari circostanze, spesso in concomitanza di feste locali,
ripetitivamente per molti anni successivi. Talvolta le fiere locali, nazionali e
internazionali hanno anche una sezione filatelica con esposizione e mercato
filatelico annesso. La più nota Fiera internazionale italiana è la Fiera di
Milano che si ripete nella primavera di ogni anno e che talvolta ha interesse
filatelico per la presenza di un ufficio postale interno con bollo proprio,
attrezzature postali speciali ed anche macchine per la produzione di articoli
filatelici dimostrativi e che nel passato fu motivo di emissioni filateliche
dedicate. La Fiera Italiana del Francobollo invece è dedicata alla filatelia
nazionale ed internazionale, avviene nella città di Riccione ogni anno al
termine di agosto o all'inizio di settembre ed avvia l'anno filatelico italiano.
In essa vedono la luce i nuovi cataloghi annuali di filatelia e trovano sfogo,
negli stand e nelle vie della cittadina romagnola, gli ultimi acquisti di
materiale filatelico al prezzo vecchio e i nuovi alla nuova quotazione. Le
manifestazioni fieristiche sono inoltre occasione per incontri specializzati,
conferenze, seminari oltre che di chiacchiere tra vecchi e nuovi amici. Esistono
comunque numerosissime altre Fiere che in Italia avvengono ripetitivamente anno
dopo anno e che spesso sono ricordate anche con annulli speciali figurati
applicati da uffici postali temporanei all’interno o all’esterno delle
manifestazioni (circa 200 all’anno).
FIGLIA – Sostantivo
– Stato di qualsiasi femmina esistente in natura che fu generata da una madre,
dalla quale in molti casi, specialmente per la razza umana, dipende o ha dipeso.
In similitudine, è anche il nome di una parte di una cedola di un bollettario,
numerata, a due sezioni, una delle quali è chiamata figlia rispetto ad
un’altra detta matrice o madre, sulle quali vengono riportati gli stessi dati
in modo che persone diverse possano possedere gli identici elementi scritti di
una operazione. Le cedole con matrice e figlia sono spesso utilizzate da
corrieri e da banche al fine di rilasciare una ricevuta del trasporto o della
transazione effettuato/a ai loro clienti. La produzione di francobolli in Italia
ha anche utilizzato lo stesso principio per affrancare due moduli identici, uno
dei quali, la figlia, dimostrava per il mittente il pagamento di una tariffa. Si
tratta dei francobolli per pacchi a due sezioni dal valore di facciale globale,
inventati nel 1914 per esser applicati una parte sul bollettino pacchi
(trattenuto dalla Posta) e sulla ricevuta (consegnata al mittente). l’Uso di
questi francobolli è giunto fino al 12 maggio 1992 data in cui furono posti
fuori corso per esser sostituiti con francobolli
di qualsiasi tipo applicati solo sul bollettino trattenuto dalle Poste. Dal 2001
i bollettini pacchi sono stati modificati e dal 2002 le tariffe postali di
queste spedizioni si possono applicare in francobolli correnti sugli involucri
dei pacchi stessi. Una situazione simile si è anche avuta per il pagamento
delle tariffe dei pacchi in concessione che fino al 1953 hanno utilizzato i
francobolli per pacchi ma che da quella data furono sostituiti con marche
apposite simili, anch’esse a due sezioni, esclusivamente utilizzate sulle
bollette di trasporto dei corrieri privati autorizzati. Anche in quest’ultimo
caso l’uso di marche madri e figlie fu lentamente abolito a partire dal 1984
con l’emissione di una marca unica, applicata solo sulla matrice del
bollettario, e successivamente da pagamenti forfettari effettuati dai
concessionari alle Poste.
FILATELIA – Nome
proprio – Passatempo o attività amatoriale o professionale che si dedica allo
studio, al collezio-nismo, allo scambio ed alla vendita di francobolli e posta.
La F. è probabilmente l'Hobby più frequentato al mondo poichè annovera
milioni di appassionati. In Italia i filatelisti sono centinaia di migliaia, ma
quelli che hanno maggiore interesse e solo talvolta sistematicità si valuta-
no intorno alle 100.000 unità. Sempre in Italia negli anni '90 i
filatelisti associati a club filatelici erano circa 30.000 dei quali circa la
metà iscritti alla Federazione italiana di Filatelia. Tra questi soltanto poche
migliaia seguivano molto da vicino le vicende filateliche nazionali ed
internazionali e meno di 1000 frequentavano i concorsi filatelici indetti
periodicamente dalla Federa-zione italiana e dalle consorelle internazionali.
Questi numeri sono, all’inizio del 2000, approssimati in eccesso, anzi si
stima che si siano ridotti del 20/30% poichè nuovi interessi hobbistici, nuovi
passatempi elettronici nati dopo il 1990 e la sostituzione dei francobolli con
numerosi surrogati hanno certamente ridotto l’interesse alla filatelia. Da
questi numeri si può concludere che seppur la filatelia è ancora il
divertimento serale e domenicale tra i più frequentati al mondo, poche persone
riescono a trasformare il piacere di possedere e collezionare francobolli e
posta in cultura approfondita ed in ricerca impegnata; la stragrande maggioranza
dei filatelisti trae divertimento e soddisfazione dal solo concetto di possesso
e dall'estetica delle immagini contenute, sfiorando appena la tecnologia, la
storia, la geografia, l'arte e le scienze connesse con la realizzazione dei
francobolli, con la storia delle comunicazioni e con lo sviluppo dei sistemi
postali. Ciò è anche conseguenza di una politica educativa del giovane diversa
ad quella passata e dalle nuove tecnologie postali necessarie per far correre le
notizie scritte più velocemente e con maggiore sicurezza. Anche se non esiste
la certezza della morte del francobollo nell’uso per cui è nato, le
tecnologie postali ricorrono sempre meno al pagamento delle tariffe col suo
impiego e quindi col decadere della sua funzione, è possibile che in futuro il
francobollo possa esser abbandonato e la filatelia del solo francobollo (non
della posta) possa divenire soltanto un hobby antiquariale molto selettivo e
molto meno popolare.
FILATELICO –
Sostantivo e aggettivo – E’ aggettivo se connesso ad un sostantivo. P.Es.:
interesse filatelico significa che una persona, un oggetto o un concetto hanno
un legame con la filatelia. "Il filatelico" è invece una persona che
si interessa di filatelia e che costruisce collezioni con francobolli e posta ma
a nostro avviso, per evitare facili confusioni tra aggettivo e sostantivo, è più
corretto dire "il filatelista".
FILATELISTA - Persona
che si occupa di filatelia, che realizza collezioni con francobolli e posta e
che fa di questa un hobby o un mestiere. (vedi anche "Filatelico")
FILETTO – Sostantivo
– Piccolo filo o anche sottile linea grafica adatta a dividere parti di
scritti e stampati. Termine adottato dalla filatelia per indicare una sottile
linea che delimita spazi su francobolli e fogli di francobolli. La presenza di
filetti sui fogli di francobolli o su singoli esemplari, specialmente per le
emissioni del periodo antico non dentellate, serviva a dividere gli spazi di
stampa tra esemplari contigui e guidava i tagli che dovevano esser compiuti con
le forbici per separare esemplari accostati. Il filetto lasciava tracce compiute
solo su qualche lato di ciascun esemplare, e mentre molti esemplari presentano
oggi filetti incompiuti su alcuni lati, pochi sono quelli che presentano filetti
completi su tutti i lati degli esemplari sforbiciati. Il conseguenza la sua
presenza sui francobolli non dentellati che lo possedevano, fornisce un valore
maggiore degli esemplari che ancora li posseggono rispetto a quelli che ne sono
privi in parte o in toto. In un intendimento diverso il filetto è anche una
linea che definisce nei francobolli una superficie o una parte di vignetta o
ancora tutta la vignetta. Il filetto di riquadro è la linea che contiene il
disegno della vignetta. La mancanza di questa linea o di alcune parti di essa
nei francobolli che la possiedono, fa del francobollo una varietà, talvolta
preziosa.
FILIGRANA – Nome
proprio – Nome di una particolare sezione dell’oreficeria che utilizza, per
la produzione di gioielli e ornamenti, sottili fili di alcuni metalli preziosi
tra loro intrecciati e saldati. È anche il nome di disegni visibili in
trasparenza nei fogli di carta pregiata realizzati con metodi manuali o a
mano/macchina secondo l’antica arte dei mastri cartai, fin dal 1300. La
costosa realizzazione di filigrane nello spessore dei fogli, visibili per
trasparenza, per la riduzione dello spessore dell’intreccio di fibre cartacee
lungo le linee del disegno, è servita non solo per personalizzare carte da
scrivere ma soprattutto per fornire ad alcuni tipi di carta delle garanzie di
non riproducibilità che, p.es. le carte valore, devono posse-dere. La filigrana
è quindi da secoli impiegata per produrre banconote e carte valore in genere,
tra cui anche moltissimi francobolli. Si può affermare che il presidio di
sicurezza fornito dalla filigrana (insieme a pochi altri – fondi di sicurezza,
fluorescenza, fustellature, vernici, ecc.) è difficilmente insidiato dai
falsari di francobolli perchè i costi delle lavorazioni e dei materiali
necessari sono molto elevati e perché non esistono operatori del settore
disponibili a riprodurre carta filigranate per scopi illeciti. La filigrana
filatelica fu impiegata nella produzione di francobolli fin dall’epoca degli
antichi stati, durante la quale alcuni tipografi iniziarono a produrre
francobolli falsi. In Italia oltre a quella appunto degli antichi stati, è
stata prodotta carta filatelica con disegni in filigrana contenuti in tutti gli
esemplari di ogni foglio stampato secondo la seguente sequenza cronologica :
dall’iniziale carta dalla filigrana “corona” utilizzata fino alla fine del
Regno d’Italia, si è passati a tappeti di “esagoni”, poi dall’inizio
della Repubblica a tappeti di “ruote alate” (3 tipi) e infine a quelli di
“stelle” (4 tipi) ancora oggi impiegati nella produzione dei francobolli
ordinari più usati e comuni. Per questioni di quantità e di costi, dal 1966 i
francobolli commemorativi e celebrativi tirati in numeri stabiliti e limitati di
esemplari non sono stati più prodotti con carta filigranata, ma con carta
patinata fluorescente che in qualche modo fornisce anche una sufficiente
garanzia dalle falsificazioni. Come qualsiasi altra caratteristica dei
francobolli, la filigrana può esser particolare (come la filigrana lettere),
difettosa e perfino mancante; in questi ultimi casi i francobolli sono varietà.
Grazie alla possibilità di stampare francobolli in carta filigranata con
disegni diritti o trasversali rispetto all’avanzamento della carta stessa,
alcuni francobolli dalla stessa vignetta possono possedere tappeti con i disegni
della filigrana diversamente orientati, permettendo a molti filatelisti di
creare collezioni specializzate, che in alcuni casi presentano esemplari di
grande valore economico (vedi p.es. i francobolli per macchinette). In alcuni
casi di falsificazione, i falsari per dare l’idea della filigrana e ingannare
le Poste, hanno prodotto esemplari con una pseudo filigrana lievemente riportata
a stampa con colori molto spenti e poco visibili sul retro dei francobolli, che
alla vista assomiglia grossolanamente a quella vera. I francobolli falsi finora
scoperti che presentano filigrana autentica, derivano dall’utilizzo dei bordi
di foglio di veri francobolli che possedevano ampi margini, ma sono anche stati
scoperti francobolli prodotti su fogli filigranati sottratti dalle forniture del
Poligrafico dello Stato prima di entrare nel ciclo produttivo o altri, in verità
pochi (di produzione tedesca), realizzati con carta falsa, veramente filigranata
ad imitazione di quella originale.
FILO
– Sostantivo -
Prodotto artigianale o industriale che si ottiene con la filatura di fibre
vegetali, animali ed artificiali finemente ritorte, adatto a produrre i tessuti.
In filatelia, un tipo di filo molto sottile di origine animale è stato in
alcune occasioni inserito nello spessore della carta su cui stampare francobolli
per trovare un sistema di sicurezza più economico della filigrana, ossia per
creare una carta speciale difficilmente riproducibile dai falsari. In questi
casi il filo usato fu di seta e fu scelto di questo materiale per la sua
particolare sottigliezza e compattezza. La tecnica del filo di seta non è stata
impiegata nella produzione filatelica italiana.
FINESTRATO/A –
Aggettivo – Si dice di oggetti o di edifici dotati di finestre o di aperture
protette da vetri o da pellicole trasparenti. Grazie a questa definizione
l’aggettivo si può riferire anche a buste di formato americano realizzate per
la corrispondenza in cui alcune superfici del frontespizio sono trasparenti, che
permettono di vedere una parte dello scritto interno, in genere dedicato al nome
e all’indirizzo del destinatario. Queste buste sono molto utili per le
corrispondenze commerciali e professionali in quanto le pratiche di spedizione
si riducono, ma dopo aver tolto lo scritto interno, non permettono più di
leggere il nome e la destinazione della lettera e quindi non consentono di
effettuare i controlli tariffari necessari al buon collezionismo storico
postale.
FIORINO – Nome
proprio - Denominazione di una moneta di alcuni antichi regni e stati come ad
esempio il Granducato di Toscana, e nome ancora recentemente utilizzato per la
moneta di alcuni stati stranieri (Olanda, Ungheria, ecc.) che però, per le
recenti questioni di unificazione monetaria europea, è stato abbandonato o sarà
presto abbandonato per esser sostituito con l’Euro.
FIRMA – Sostantivo
– Nome della formula, completa o ridotta ma sicuramente personalizzata ed
esclusiva, contenente il nome ed il cognome, che una persona appone di proprio
pugno alla conclusione di lettere scritti e documenti ecc. per riconoscere il
contenuto come proprio o per approvarlo se di altri o creato insieme ad altri.
Le firme in alcuni casi devono essere autografe, in altri
riprodotte oppure anche redatte a stampa, in relazione all’importanza e
alle necessità dello scritto e del documento firmato. In alcuni casi
filatelici, le firme hanno importanza determinante per garantire francobolli,
oggetti postali, provenienze ecc. e/o per conoscere l'autore di scritti e di
letteratura filatelica. Le firme dei periti filatelici non solo tendono a
garantire l'autenticità del materiale ma ne accrescono anche il valore venale
in quanto gli oggetti firmati non dovrebbero più avere la necessità di un
ulteriore lavoro di ricerca e di certificazione e quindi di altre spese. In
altri casi le firme autografe apposte alle corrispondenze, specialmente se di
personaggi famosi anche non più in vita, garantiscono valore ed attendibilità
ai documenti scritti. Le firme o le sigle peritali, trascritte a matita, si
trovano in genere al retro dei francobolli, sui bordi di foglio se esistenti, e
in caso di bolli, annulli, obliterazioni, ecc., in posizione loro vicina. Nel
caso di oggetti postali completi la firma peritale apposta in un angolo
certifica che a parere del perito tutti gli elementi dell’oggetto postale sono
garantiti autentici, altrimenti se apposta accanto ai francobolli e
all’obliterazione garantiscono rispettivamente solo i francobolli o
l’obliterazione. I francobolli e i documenti postali di maggior valore ed
interesse, oltre ad esser firmati dai periti, sono accompagnati da un
Certificato contenente una dichiarazione e la fotografia su cui compare la firma
per esteso del perito stesso. Quelli di interesse e valore medio o basso non
richiedono certificato accompagnatorio e sono firmati dai periti con firme
abbreviate o con la sola loro sigla autografa. Alcune buste presentano sul
frontespizio le firme dei mittenti o dei responsabili delle spedizioni postali
(vedi p.es. buste di Posta aerea, di Astrofilatelia ecc.) : queste firme dal
punto di vista filatelico non hanno grande importanza perché non sono elementi
filatelici e quindi, anche se gli oggetti su cui furono apposte hanno un
maggiore valore venale, non aggiungono nulla al materiale, ma ne garantiscono
l’originalità e in alcuni casi ne migliorano l’estetica.
FISCALE – Aggettivo -
Caratterizza cose e questioni riguardanti il fisco e le casse dello Stato,
altrimenti detto anche Erario pubblico. Alcune carte valore, per esempio le
marche da bollo, prodotte dallo Stato sono un sistema comodo e veloce per pagare
tasse e diritti per qualche servizio richiesto dai cittadini. Le marche fiscali
sono simili ai francobolli ma non possono esser utilizzate per affrancare la
posta poiché la loro emissione e la loro gestione è effettuata dal Ministero
delle Finanze e non da quello delle Comunicazioni. L'uso di Marche fiscali o più
semplicemente di "fiscali" (aggettivo sostantivato) al posto di
francobolli è perseguita dai verificatori postali; fino al 1999 richiedeva la
tassazione delle corrispondenze mentre da questa data può provocare la
distruzione degli invii. Eccezionalmente in tempi di emergenza, come ad esempio
al termine dell'ultima guerra mondiale, alcune marche fiscali sono state
applicate a invii postali con il consenso dell'amministrazione postale stessa e
sostituirono realmente i francobolli, ma ciò fu dovuto all'eccezionalità del
momento e all'emergenza esistente. La corrispondenza di emergenza affrancata con
fiscali è ricercata e di buon valore economico ma è possibile solo in momenti
storici ben definiti. Ogni altra applicazione di marche fiscali in sostituzione
di francobolli è considerata frode postale, che, se viaggiata e non
intercettata, è pur sempre collezionabile, ma molto spesso ha minor interesse
(non valore economico) della posta giustamente affrancata. Le marche fiscali
sono dal 1996 state inserite nella filatelia come se fossero francobolli, ma
sono trattate a parte in una specifica classe, la Fiscalistica, che possiede
regolamenti e concorsi a se stanti.
FISCALISTICA – Nome
proprio – Nome di una classe filatelica collezionistica recentemente annessa
dal 1996 alla Filatelia per la similitudine esistenti tra i francobolli e le
marche fiscali. E’ una classe filatelica a se stante con proprio regolamento e
proprie manifestazioni, talvolta unite a quelle filateliche, che ha numerosi
appassionati specialmente di estrazione dal mondo legale e amministrativo, che
vanta cataloghi, pubblicazioni e letteratura per classificare e studiare il
materiale antico e moderno esistente. Come la filatelia, la fiscalistica fa fede
a decreti, norme, leggi e regolamenti ed i Fiscali, o meglio le Marche Fiscali,
hanno avuto estrazione, storie e spesso gli stessi iter istituzionali dei
francobolli.
FLESSOGRAFIA – Nome
proprio – denominazione di un sistema di stampa utilizzato anche nella
produzione di alcuni francobolli italiani. Il metodo non è mai utilizzato da
solo perchè produce francobolli con inchiostri in rilievo sul piano di stampa e
quindi è stato utilizzato solo per aggiungere qualche elemento decorativo o
descrittivo, dalla superficie ridotta, all’interno di vignette già stampate
con altri metodi. Ricordiamo il
francobollo italiano del 1998 Giornata dell’Europa che nella versione
autoadesiva in libretti propone l’uso della flessografia per la sola scritta
“E” di euro, contenuta nella vignetta.
FLOREALE – Nome
Proprio – Nome comune di una importante ed ampia emissione ordinaria
definitiva del periodo classico del Regno d'Italia. La "Floreale" vide
la luce nel 1901, con l'ascesa al trono d'Italia di Vittorio Emanuele III, in 11
tagli diversi ma ebbe negli anni successivi numerose riemissioni con altri
valori di facciale o altri colori, subì molte sovrastampe su alcuni tagli già
emessi a causa degli aggiornamenti tariffari susseguiti al I conflitto mondiale
e per l’uso nelle occupazioni e nelle colonie, che complessivamente portano
tutta l'emissione a coprire un arco temporale di circa trenta anni con alcune
decine di francobolli diversi. Il collezionismo della Floreale è perciò molto
complesso e costoso non solo per la sua ampiezza ma sopratutto per i rari usi
degli alti valori. Anche se è ormai favorito da studi approfonditi di recente
pubblicazione, le collezioni sistematiche tradizionali e storico postali,
all’inizio del 2000 non sono ancora molte e completamente sviluppate. Il suo
nome deriva dall’ampio contorno dell'immagine del sovrano contenuto al centro
delle vignette che, secondo la moda dell'epoca, ha decorazioni e disegni secondo
lo stile artistico detto appunto "floreale" per l'abbondante
introduzione di elementi decorativi tratti da fiori, piante e foglie.
FLUORESCENZA – Nome
proprio - Caratteristica fisica naturale di alcuni minerali che illuminati con
luce ultravioletta restituiscono un colore del minerale diverso da quello
fornito in luce naturale. Questa caratteristica è stata aggiunta ai francobolli
moderni italiani e di altre nazioni per aumentare la sicurezza contro le
falsificazioni e per facilitare il loro annullamento automatico attraverso la
bollatura postale con macchine che leggono la fluorescenza, disponibili in molti
centri postali meccanizzati. La fluorescenza viene addizionata durante la
produzione della carta filatelica e delle carte valore in cartiera (esistono
pochi casi di aggiunta in fase di stampa o successivamente alla stampa)
immettendo nell'impasto cellulosico i luminofori, ossia polvere di alcuni
minerali che sono naturalmente fluorescenti. La caratteristica di questi
minerali è quella di cambiare risposta luminosa riflessa se colpiti da luce
ultravioletta e di tornare immediatamente al loro aspetto normale, non appena
tornano ad essere illuminati con la luce bianca solare o artificiale, a
differenza della fosforescenza (anch’essa utilizzata nei francobolli) che
mantiene una risposta luminosa breve o prolungata anche dopo l’oscuramento
della luce naturale o artificiale. La fluorescenza è stata perciò utilizzata
per attivare macchine bollatrici sensibili ad un colore dominante (per l'Italia
è il giallo vivo), veloci e quindi adatte a trattare i grandi volumi postali
attuali e a limitare, con il controllo del mercato dei luminofori costosi e
rari, la falsificazione delle carte valore. L'avviamento del sistema a carta
filatelica fluorescente in Italia si ebbe ufficialmente il 25.1.1968 con
l'emissione dalla seconda serie dedicata al CAP (Codice di avviamento postale).
Da quella data, con alcune varianti relative al tipo di carta filatelica
impiegato (filigranata o patinata) e con numerosi esperimenti, evidenziabili con
l'esame alla lampada di Wood, la fluorescenza è divenuta da molti decenni
caratteristica fondamentale e determinante per la produzione filatelica
italiana, pareggiabile alla dentellatura o alla filigrana. Seppur la
fluorescenza filatelica italiana ha fondamentalmente risposta giallo vivo, sono
riscontrabili tutte le tonalità del giallo fino al crema chiaro. In qualche
occasione, tra il 1980 ed il 1990 furono utilizzati anche luminofori a risposta
bianca e bianco azzurra, ma con scarso successo per la ridotta sensibilità dei
sensori elettronici delle bollatrici a questi colori. Raramente furono
utilizzati luminofori con risposta rosa o rossa. Ancor più raramente
francobolli italiani moderni e contemporanei (dopo il 1968) non possiedono
fluorescenza; ciò è accaduto per errore durante la produzione della carta. Le
varietà di fluorescenza hanno pari dignità e possibilità di classificazione
rispetto a quelle delle altre caratteristiche dei francobolli italiani, ma il
suo studio e le sue varianti sono ancora in sviluppo per le obiettive difficoltà
da parte dei filatelisti dell'impiego degli strumenti per riconoscerla. La
fluorescenza tende col tempo a perdersi perché il suo mantenimento dipende dal
sistema di conservazione dei francobolli : luce viva e sfregamento sono i
pericoli maggiori che tendono a ridurre la fluorescenza superficiale
specialmente sui francobolli in carta patinata verniciati con vernice
fluorescente dopo la stampa delle vignette (1983/4). L’impiego della
fluorescenza nei sistemi postali è comunque stata avviata fin dal 1928 perché
le polveri luminofore furono inizialmente addizionate ad alcuni inchiostri di
stampa, detti di sicurezza, impiegati sia nella stampa di carte valore (assegni,
azioni, polizze ecc.) che nelle affrancatrici automatiche (le rosse) della posta
e dei privati. Nel 1944 furono anche utilizzati inchiostri di stampa
fluorescenti per produrre le vignette di alcuni francobolli e successivamente,
fino al 1960, per ravvivare i colori ros-so/bruni delle vignette di alcuni
francobolli dai colori spenti o non ben riusciti (Democratica, Siracusana,
espressi, ecc.). (vedi anche "Fosforescenza").
FLUORESCENTE –
Aggettivo – Si riferisce a oggetti o cose che possiedono la fluorescenza.(vedi
"Fluorescenza").
FLUVIALE – Aggettivo
– Si aggiunge a sostantivi connessi
con i fiumi. Ha attinenza con la filatelia perché tra le infinite strade prese
dalle corrispondenze esiste anche quella fluviale, ossia esiste posta
trasportata su imbarcazioni lungo il corso dei fiumi che in qualche caso, come
nell'Europa centrale e dell'est, ha avuto regolarità, continuità ed anche
particolari emissioni filateliche. In Italia anche se certamente i fiumi ebbero
talvolta interesse nel trasporto postale, non conosciamo particolari segni o
normative che possano indicare trasporti postali fluviali, ad eccezione della
Posta dei Navigli (milanesi e veneti) tra il 1830 ed il 1860, piuttosto rara e
assai ricercata. Sulle lettere trasportate da barconi mercantili lungo i canali
d’acqua che circondano Milano e alcune città venete si possono trovare
infatti indicazioni manoscritte come p.es. "di Chiusa in Chiusa", da
"Custode in Custode (delle Chiuse)". Le acque e le chiuse erano allora
regolate da custodi, che nell'occasione si trasformavano in messaggeri postali e
che si passavano di mano in mano la posta talvolta trasportata, insieme alle
merci, sulle barche che percorrevano i canali nei due sensi.
FOGGIA
– Nome proprio
e sostantivo - Oltre a significati particolari di scarso o nullo interesse per
questa trattazione è sostantivo sinonimo di Forma, Figura, o Aspetto, usato
spesso per indicare similitudini o sottolineare diversità tra oggetti. Ad es. i
francobolli rettangolari hanno tra
loro un aspetto simile o anche una simile foggia, mentre francobolli triangolari
o romboidali o rotondi hanno foggia diversa.
FOGLIO – Sostantivo
– Materiale sottile e piano, spesso flessibile, di qualsiasi materiale duttile
o formabile. Spesso si riferisce alla carta che per essere utilizzata facilmente
è tagliata in fogli di forma rettangolare adatti alla stampa, alla scrittura o
all'incarto. I fogli da scrittura o da stampa che più interessano la filatelia
e la posta, hanno da tempo formati standardizzati suddivisi in categorie
distinte da sigle. Per la scrittura a mano o a macchina il formato lettera ha
sigla A4 e misure di 29x21 cm.. Il formato A3 è sempre rettangolare di
superficie doppia dell'A4 (due A4 accostati secondo l’altezza), mentre l'A2 è
doppio dell'A3 e via dicendo. I fogli per montare le collezioni filateliche
hanno dimensioni ideali di 29 x 23 (+1,-0), diverse per la larghezza da quelle
standardizzate ma sono accettate nei concorsi anche collezioni del formato A4
che però hanno il difetto di non riempire adeguatamente i quadri espositivi
predisposti per le esposizioni. Anche se i francobolli vengono prodotti in
dimensioni variabili, i fogli singoli utilizzati o le bobine da cui si traggono,
hanno dimensione variabile ma molto vicina a quella di una delle dimensioni del
francobollo moltiplicato per 10 per ridurre lo sfrido di carta pregiata.
In genere in Italia i francobolli di piccolo e medio formato furono e
vengono prodotti in fogli da 100 esemplari, mentre quelli di grande formato e/o
con appendici in fogli da 25,40,60 ecc. esemplari. Il foglio di francobolli è
considerato intero quando possiede ancora integri tutti i bordi o margini
esterni. In molti casi la presenza del bordo di foglio è determinante per
sapere come furono dentellati i francobolli, quali colori base furono utilizzati
nelle vignette, per stabilire la macchina da stampa e in molti casi anche il
valore di facciale complessivo dei francobolli contenuti. Nei cataloghi
specializzati il foglio di francobolli ha sempre l'indicazione del numero dei
francobolli contenuti indipendentemente dal numero degli esemplari stampati
inizialmente anche in un foglio più grande, poichè in molti casi i francobolli
italiani del passato furono prodotti su un unico foglio di maggiori dimensioni
in più gruppi (2,3,4 - dette anche tavole), e poi tagliati in fogli più
piccoli per poterli maneggiare con maggiore facilità. In questi casi, nei
cataloghi più accurati, viene scritto il numero degli esemplari contenuti nel
foglio singolo seguito da una parentesi con un segno di "x" ed un
ulteriore numero p.es. 2 ,3 o 4. Ad esempio 100(x4), indica che il foglio
di francobolli contiene 100 esemplari ma proviene da un foglio più
grande che conteneva 4 gruppi di 100, poi tagliato in 4 parti identiche,
ciascuna contenente un gruppo. Il riconoscimento delle tavole e dei gruppi è
talvolta facilitato dalla presenza sul bordo di foglio da alcuni numeri (numeri
di tavola) o di piccoli segni (ad es. puntini), apposti accanto ad uno dei
francobolli angolari marginali. Gli esemplari ancora dotati di bordo di foglio
contenente il possibile elemento di riconoscimento della tavola di provenienza
sono rari e di buon pregio economico. Dal settembre 2003 i fogli di francobolli
contengono sul margine destro di foglio anche un codice a barre utile alle
contabilità di chi produce e vende francobolli.
FOGLIETTO
–
Sostantivo, diminutivo di foglio, che ha assunto in filatelia un significato
proprio. Un genere si tratta di un foglio di piccole dimensioni di qualsiasi
sostanza adatto a qualsiasi scopo ma che in Filatelia contiene un piccolo gruppo
di francobolli uguali o diversi, ancora
uniti tra loro (in genere da 1 a meno di 20) circondati da un bordo di foglio
finito e ininterrotto, che sono stati emessi in questa forma. I francobolli dei
foglietti, molto spesso sono identici ad altri stampati in fogli più grandi
contenenti un numero superiore di pezzi. In
questi casi i francobolli isolati provenienti da fogli e da foglietti non sono
tra loro facilmente distinguibili, mentre esemplari dello stesso tipo con parti
o con totale bordo di foglio, permettono un agevole riconoscimento della
provenienza. La differenza è importante non solo dal punto di vista commerciale
ma sopratutto per la classificazione e la rarità in quanto, in genere, gli
esemplari provenienti da foglietti sono realizzati in numero notevolmente
inferiore a quelli prodotti in fogli. Il limite di definizione tra foglio e
foglietto è molto labile, poiché esistono casi in cui la quantità di
esemplari contenuti nei foglietti è abbastanza vicina a quella dei fogli (da 25
in su). In altri casi, alcuni francobolli inizialmente
prodotti in un certo numero di esemplari per foglio, furono ristampati in
fogli di maggiori dimensioni per poter disporre di quantità di esemplari
superiore, trasformando l'originario foglietto in foglio. E', ad esempio, il
caso dei recenti francobolli d'Italia denominati Alti Valori Cifre in Lire,
inizialmente tutti prodotti in fogli da 20 esemplari, poi ristampati (non tutti
i tagli) in fogli da 50 esemplari. Esistono infine alcune emissioni italiane
prodotte solo su carta di piccole dimensioni e con un solo esemplare al suo
interno o con un numero ridotto di esemplari tutti diversi tra loro (vedi p.es.
emissioni per Italia '85) che per convenzione sono stati chiamati foglietti
anche se quello contenente un solo francobollo può esser considerato più che
un foglietto un maxi-francobollo.
FONDO DI SICUREZZA –
Nome proprio complesso – In filatelia è la denominazione di una prestampa
quasi invisibile effettuata sulla carta destinata alla produzione di francobolli
prima di effettuare la vera stampa delle vignette dei francobolli stessi. Il
fondo di sicurezza lievemente impresso sulla carta filatelica rimane visibile, a
mezzo di strumenti ottici di ingrandimento adeguati, negli spazi non impegnati
dalla seconda stampa. Questa doppia stampa, una sull’altra, una pesante su una
quasi impercettibile, fu inventata nel 1860 circa in Gran Bretagna per poter
riconoscere i francobolli falsi da quelli veri, utilizzandola come elemento di
sicurezza contro le falsificazioni. Per i francobolli italiani il fondo di
sicurezza esistente sulla prima emissione definitiva, fu una eredità della
ditta inglese De La Rue che produsse le prime tirature dell’omonima serie e
che insegnò alla Zecca dello Stato italiana a stampare francobolli. Il fondo di
sicurezza introdotto inizialmente nell’emissione De La Rue, fu poi rapidamente
abbandonato per i costi e le complicazioni tecnico produttive che comportava.
Esistono comunque alcuni rari e ricercati esemplari dell’emissione DLR che,
prodotti per prova e per dimostrazione, contengono solo la stampa del fondo di
sicurezza con stampa più marcata.
FONTE -
Sostantivo - Sorgente naturale o artificiale d'acqua, luce ecc.. In
filatelia ed in letteratura filatelica la parola ha significato metaforico ed
indica i documenti, le testimonianze, gli scritti dai quali vengono attinte le
notizie e le informazioni su fatti storici, sulle tariffe postali, e sulle
vicende connesse con francobolli e posta. Le principali fonti di informazione
filateliche sono i decreti, i regolamenti, i codici, le norme pubblicate nel
corso del tempo dal Ministero delle Comunicazioni e dalle Poste, i cataloghi
filatelici ed ogni altro testo del settore.
FORFAIT/FORFETTARIO –
Sostantivo e aggettivo derivato - Francesismo italianizzato connesso in genere
con la parola "pagamento". Il pagamento forfettario o a Forfait è un
pagamento complessivo, globale, in genere preventivamente concordato che non
tiene in considerazione la quantità di materiale o di servizio da pagare e che
quindi non è dettagliato. Molti invii postali esteri, specialmente di stampati,
effettuati in grandi quantità vengono pagati a Forfait dallo speditore dopo il
calcolo ed il controllo dei volumi medi spediti all’anno o per volta. In
Italia è una forma di pagamento postale non adottata poichè le Poste hanno
sempre preferito stipulare contratti per quantità minime stabilite di
spedizioni, con tariffe decrescenti per scaglioni di quantità crescenti e per
periodicità stabilita. Il regime forfettario è stato invece adottato in Italia
per i trasporti dei pacchi in concessione effettuati dai corrieri privati dal
1990, calcolando i volumi medi dei trasporti effettuati dell’anno precedente
per il successivo ed eliminando le marche che fino a quel momento dovevano
pagare il diritto di concessione (fino a pacchi di 20 kg.) sulle bollette di
trasporto. Per similitudine, ricordiamo che le marche di recapito autorizzato
per la posta di città, utilizzate dalle Agenzie postali autorizzate, sono
anch’esse state eliminate dopo la cessazione delle concessioni determinata
dalla nuova situazione delle Poste Italiane (le Poste sono divenute
concessionarie del Ministero delle Comunicazioni e non possono quindi concedere
sub concessioni), a partire dalla fine del 1999.
FORMATO
– Sostantivo
e aggettivo – Come aggettivo non interessa questa trattazione. Come sostantivo
indica soprattutto una dimensione, una forma, ma può anche indicare un
contenitore o un recipiente fisico entro cui immettere cose e oggetti o un
contenitore virtuale in cui possono confluire argomenti e concetti (uso derivato
dalla lingua inglese). In filatelia si usa per indicare una forma o una
superficie di qualsiasi oggetto riferibile a posta e francobolli. Per
intenderci, ad esempio, per la nostra cultura il formato standard o normale dei
francobolli è quello rettangolare compreso fra circa 2x4 cm., mentre per le
buste collezionabili è di circa 11x16 cm.. Esistono ovviamente altri formati
standard, come quello per. es. delle buste del formato americano che hanno
dimensioni vicine a 11x23 cm, comode per velocizzare le spedizioni postali ma
che sono meno adatte al collezionismo filatelico. Qualsiasi altra dimensione di
francobolli e posta è comunque contenuta all’interno di un formato, che però
non è più standard ma anomalo, particolare, speciale, ecc.. Altri noti formati
standard sono ad esempio i fogli di carta per scrivere o per realizzare
collezioni filateliche, ma non possiamo dimenticare il significato della parola
in senso di contenitore, recipiente, derivato dal linguaggio televisivo
(format), in cui immettere oggetti o soggetti coerenti tra loro, diversi ma
ripetuti nel tempo. In questo senso la forma e le dimensioni delle collezioni da
concorso rientrano in un formato standard fisso e stabile per consentirne
l’esposizione ovunque.
FORNITURA –
Sostantivo - Insieme di merci e/o di mezzi necessari per effettuare un
determinato lavoro o un servizio, soprattutto nel senso della necessità di
acquistare o ricevere merci e mezzi per eseguire un lavoro o un servizio. In
gergo postale è il materiale fisico fornito dall'Amministrazione centrale per
il funzionamento degli uffici periferici, e che rappresenta in genere anche la
dotazione parziale o totale dell'ufficio stesso. La dotazione e le forniture
sono più o meno grosse in relazione all'importanza dell'ufficio e alla
popolazione da servire. Le forniture agli uffici postali possono essere
iniziali, una tantum o ripetitive per i materiali di consumo o di vendita. I
francobolli ed i valori postali, in relazione ai criteri suddetti, sono
normalmente oggetto di forniture ripetitive costanti, salvo variazioni
occasionali o modifiche strutturali dei sistemi e del servizio
da effettuare. Alcune varietà filateliche o francobolli insoliti si
rintracciano più facilmente conoscendo la data e la quantità delle forniture
filateliche dei diversi uffici postali.
FORTUNA – Sostantivo
- Ha numerosi significati in genere connessi con la buona o cattiva sorte. In
filatelia viene spesso connessa con la parola "affrancatura".
Affrancatura di fortuna è una affrancatura insolita per varie cause tra cui il
periodo, gli elementi costitutivi, il trasporto o altro che si sono aggregati
secondo una sequenza di concause fortuite, occasionali, talvolta di emergenza.
In queste affrancature è tipico l’uso di francobolli indebiti ma accettati
dalle Poste, in sostituzione di quelli normali, mancanti alla distribuzione per
qualche motivo. In realtà esiste una sottile differenza tra A. di fortuna e A.
di emergenza poichè la prima si riferisce ad un caso fortunato o fortunoso
(p.es. affiancamento di francobolli validi ma di emissione lontana tra loro,
accoppiamento raro, occasionale, di fortuna), mentre la seconda si riferisce ad
un caso di necessità, di obbligatorietà e che non aveva alternative (p.es. uso
di F. per pacchi in sostituzione di ordinari in periodo bellico).
FORWARD – Sostantivo
inglese – Per la storia postale italiana e mondiale indica un professionista
del trasporto postale che contro un pagamento, nel passato accettava commissioni
di inoltro postale internazionale nel periodo prefilatelico (1600/1830) quando
non esistevano ancora linee postali fisse e regolari e mancavano le convenzioni
postali interstato. Allora il servizio postale sulla media e lunga distanza era
effettuato attraverso una catena di persone che si conoscevano e che si
passavano le lettere di mano in mano lungo il percorso. Il commissioniere o
mediatore postale (traduzione imprecisa di Forward) aveva un recapito sulla
pubblica via, accettava le lettere da inoltrare, conosceva alcuni percorsi
postali ed i costi dei trasporti di alcune tratte, faceva pagare una cifra
comprendente una percentuale per se e per il primo o per qualche successivo
corriere diretto verso la località di destinazione della lettera e che
l’avviava. Il Forward sopravviveva e faceva fortuna se le lettere a lui
affidate giungevano a destino e se con lo stesso sistema giungevano le risposte.
Dall’organizzazione di alcuni forward derivano i primi sistemi di trasporto
postale regolare tra località lontane, anche separate da lunghissime distanze.
FOSFORESCENZA – Nome
proprio - Caratteristica fisica aggiunta ad alcuni francobolli esteri per
impedire la loro falsificazione e per favorire la bollatura postale delle
corrispondenze. I francobolli con fosforescenza addizionata sulla vignetta (in
genere a bande verticali) se colpiti dalla luce ultravioletta, mostrano le
strisce fosforescenti vivacemente luminose in tinte stabilite adatte ad attivare
meccanismi di bollatura automatica e a garantire una certa sicurezza contro la
falsificazione dei valori postali con il controllo del mercato dei fosfori. La
fosforescenza è assai simile alla fluorescenza da cui differisce per una
caratteristica irrilevante per la filatelia : mentre la fluorescenza cessa di
emettere luminosità vivace immediatamente dopo lo spegnimento della luce
ultravioletta, la fosforescenza rimane luminosa per qualche tempo, anche molto
lungo, dopo lo spegnimento della fonte ultravioletta. La fosforescenza non è
stata utilizzata sui francobolli italiani, ma ha invece avuto utilizzazione i
Italia in macchine postali
realizzate per la lettura del CAP che per funzionare avevano necessità di
tracce ottiche luminose dalla più lunga permanenza. Tra il 1975 ed il 1988
molti impianti di ripartizione a guida manuale stampavano sul fronte delle
corrispondenze alcune barrette fosforescenti semitrasparenti (codici a barre)
adatte a distin-guere automaticamente (con un lettore ottico) i diversi CAP
locali. Queste macchine furono abbandonate, in favore di stampanti ad
inchiostro, per la pericolosità verso la salute degli operatori, troppo tempo
esposti a polveri e frammenti fosforescenti. Le corrispondenze passate nei CPM
nel periodo suddetto, recano vicino all'area dell'indirizzo delle barrette
bianche o giallo chiaro che col tempo e con l'esposizione alla luce naturale
divengono scure, tendendo al nero. La Fosforescenza impiegata sui francobolli di
alcune nazioni e sulla posta italiana del periodo citato tende infatti col tempo
a perdersi, specialmente se colpita a lungo da luce molto intensa. Spesso accade
che le bande di vernice fosforescente trasparente si inscuriscono, divengono
sempre più visibili, nascondendo la stampa sottostante. Alle conoscenze attuali
il fenomeno può essere evitato se la conservazione viene effettuata in ambienti
bui ma non è noto se col passare di molti anni e malgrado una conservazione
accurata, l'inscurimento delle bande fosforescenti potrà sempre e comunque
verificarsi.
FRANCALETTERE – Nome
proprio – E’ la denominazione di una piccola serie di francobolli ordinari
perforati del periodo di Umberto I che videro la luce nel 1887 solo applicati su
biglietti postali. Si tratta di 4 esemplari (DLR Torino da 2 c. + 5, 10, e 20 c.
della Ima emissione umbertina) che presentano rispettivamente le perforazioni
C1, C4, 8-8 e C18 per indicare che il loro prezzo d’acquisto era ridotto di 1
o 2 cent. rispetto al valore di facciale (le cifre contenute nelle sigle
indicavano il valore in centesimi del prezzo di acquisto dell’intero
francalettere), mentre il loro potere d’affrancatura rimaneva quello del
facciale. Si acquistavano già applicati a biglietti postali che oltre a
contenere la carta su cui scrivere, presentavano tasselli pubblicitari che
permettevano di pagare la riduzione del costo delle affrancature e quello del
supporto cartaceo su cui scrivere. Filatelicamente sono francobolli a prezzo
ridotto con il nuovo valore scritto in perforazione. Si trovano usati, nuovi
senza gomma (sottratti ai biglietti postali nuovi) o su buste anch’esse
denominate francalettere in quanto il francobollo perforato + il biglietto
postale dovevano formare un’unità postalmente indisso-lubile. Tale connubio
fu però molte volte disatteso poiché le francalettere si potevano acquistare
senza affrancatura al prezzo di 3 decimi di cent. cad. (da affrancare con
francobolli normali) e perchè alcune persone, acquistando i biglietti
preaffrancati, recuperavano il francobollo per utilizzarlo su altri involucri,
risparmiando 1 o 2 cent.. Per impedire quest’ultima possibilità i francobolli
talvolta furono anche tagliati con una lama di rasoio per rendere più difficile
il loro recupero. Tutti i tipi di francalettere (biglietti postali senza
francobolli perforati, con francobolli perforati nuovi ed usati, nonché i soli
francobolli) sono rari, hanno valori commerciali rilevanti e si includono, oltre
che nel collezionismo strettamente tradizionale e storico postale, anche a
collezioni tematiche dedicate alla pubblicità.
FRANCOBOLLO – Nome
proprio – E’ il soggetto principale della filatelia intorno al quale si è
incentrato il collezionismo filatelico, ma è anche un “incidente” nel corso
della storia della Posta in quanto è uno dei sistemi (non il solo) con cui
pagare il porto delle corrispondenze effettuato a mezzo del servizio postale
pubblico. Oggettivamente è un piccolo frammento di carta pregiata equivalente a
carta valore, di forma regolare contenente una vignetta colorata, un valore
dichiarato (o anche noto ma non scritto) e il nome della nazione che lo ha
prodotto, o meglio in cui viene legalmente venduto per l’uso postale, per
pagare la posta del servizio postale nazionale. Fu inventato in Gran Bretagna
nel 1840 (1ma data d’uso 6 maggio) per poter esigere il porto delle
corrispondenze in anticipo rispetto all’effettuazione del servizio. Il
francobollo nacque e nasce ancora per servire e non per il collezionismo
filatelico e quindi la filatelia è una ricaduta storica dei motivi per cui fu
inventato. Fu adottato dagli antichi stati italiani a partire dal 1850 e divenne
il principale strumento di pagamento della posta italiana pubblica nella prima
fase del Regno d’Italia. Dal 1928 fu in parte sostituito dalle affrancature
meccaniche e successivamente da altre forme di pagamento, più adatte ai grandi
volumi spediti da numerosi utenti postali. A partire dal 1990 il suo uso sta
scemando grazie appunto ai surrogati che sono stati inventati e sta gradualmente
cedendo il suo posto a numerosissimi altri sistemi (Abbonamenti, affrancature
meccaniche, Tp Label, affrancature digitali, Postatarget, ecc.) a partire dal
1997. Il futuro del francobollo è probabilmente segnato, ma quando sarà
eliminato, non rimarrà solo un oggetto d’antiquariato ma resterà un punto di
riferimento nella storia dell’uomo, delle comunicazioni e della cultura.
Inoltre il collezionismo filatelico a cui ha dato origine, continuerà sia con
la posta che nel tempo ha viaggiato con lui sia con quella che si sta
trasformando con le odierne e future tecnologie postali. Insomma il francobollo
oltre a servire, ha insegnato un metodo collezionistico che continuerà a
divertire e ad elargire cultura e conoscenza a molti appassionati anche quando
scomparirà.
FUOCO
– Sostantivo -
Fenomeno fisico prodotto dalla combustione, spesso accompagnato da fiamme. In
filatelia la parola ha scarsa attinenza ma possono essere presi in
considerazione alcuni riferimenti a bolli occasionali italiani ed esteri in cui
è riportata la parola o parole dal senso assai vicino (p.es Incendio). Esistono
infatti casi in cui la posta recuperata da incendi o da incidenti legati al
fuoco, porta su di essa i segni della parziale combustione e spesso, per
giustificare l'incidente (in genere di forza maggiore) e lo stato in cui si
trovava, alcuni bolli applicati dalle amministrazioni postali dell’area in cui
si verificò l’incidente stesso. Talvolta, quando il destinatario era
individuabile, questi involucri bruciacchiati furono immessi in altre buste,
accompagnate da una lettera di scuse. Le corrispondenze con segni di combustione
e con bolli giustificativi sono ricercate dal collezionismo ed hanno un buon
valore commerciale. In un altro caso sempre inerente filatelia e posta, la
parola fuoco è connessa con la sigillatura delle corrispondenze assicurate che
dovevano fino a qualche anno fa, per norma, portare sigilli di protezione in
ceralacca, sostanza che notoriamente si applica "a Fuoco". La così
detta "sigillatura a fuoco" cara alle amministrazioni postali passate
di tutto il mondo ed ancora utilizzata da qualcuno, indica che le corrispondenze
assicurate (esclusa la convenzionale o quella contenente bassi valori
dichiarati) devono essere marcate con sigilli personalizzati su ceralacca colata
semiliquida sui margini delle chiusure, con l'ausilio del fuoco. L’uso della
ceralacca infuocata a partire della fine del 2000 tende ad esser superato e
sostituito da alcuni tipi di nastri adesivi di sicurezza che le Poste italiane e
di molte altre nazioni hanno già adottato ma che i privati non trovano
facilmente sul mercato e che quindi stentano ad imporsi sulla sigillatura a
fuoco.
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