digressioni gastro - filateliche a cura della Brigata di Cucina del Postalista |
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barbagiuans | |||
Principato di Monaco, 2005, Yvert 2491 | |||
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Chi, sentendo la parola Montecarlo, pensa a casinò, gran premio di Formula 1, porto gremito di yacht lussuosi e ristoranti dove per una cena si può spendere tranquillamente (oddio... proprio tranquillamente magari no) lo stipendio di un mese di onesto lavoro, resterà senza dubbio sorpreso nel sapere che il piatto nazionale del piccolo stato retto dal vecchio principe andato sposo, come in una favola, alla bella attrice di La finestra sul cortile, è un piatto povero, ma tanto povero che più povero non si può. Sto parlando dei barbagiuans: piccoli ravioli di pasta fritta, farciti con un impasto a base di bietole lasciate soffriggere in abbondante cipolla e arricchite con formaggio grattugiato e grasso di prosciutto cotto tritato, che vengono tradizionalmente consumati il 19 novembre in occasione della festa nazionale. Durante il resto dell'anno, tuttavia, rappresentano comunque uno spuntino veloce, magari uno stuzzichino, molto apprezzato dai veri vecchi monegaschi... o almeno dai pochi che sono rimasti. Il nome della specialità deriva da quello di un mitico personaggio, lo zio Giovanni, che li avrebbe inventati. Il termine "barba" in dialetto monegasco significa, appunto, "zio". Con un nome sostanzialmente analogo, e con qualche variante negli ingredienti, i nostri ravioli sono popolari anche in altre zone a cavallo tra Montecarlo e la frontiera italo-francese. A Nizza, per esempio vengono farciti con un impasto che, al posto delle bietole, prevede l'uso di zucca rossa. In Italia invece, nei dintorni di Ventimiglia, si fanno i cosiddetti barbagiuai, dove la zucca è gialla, e l'impasto è arricchito con un formaggio, il bruss, dal sapore molto deciso e tipico della cucina povera di una volta: veniva infatti prodotto a partire da croste e avanzi di altri formaggi, lasciati fermentare nella vinaccia della grappa prodotta artigianalmente dai contadini. Un piatto dunque davvero povero, ma assurto al rango di piatto nazionale del ricchissimo Principato di Monaco, che il 3 maggio del 2005 gli ha dedicato una emissione filatelica (Yvert 2491, dentellatura 13¼); la serie, dedicata alla gastronomia locale, comprende anche la fougassa, la pissaladière e la torta di bietole. |
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