digressioni gastro - filateliche
a cura della
Brigata di Cucina del Postalista

palha de abrantes
Portogallo, 31 agosto 1999, Yvert 2349
 
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Agosto... si fa affannosa la ricerca di un riparo dalla calura estiva, e l'allegra Brigata di Cucina del Postalista non ha trovato niente di meglio che rifugiarsi nel silenzio e nell'ombra di un chiostro carezzato dalle fresche correnti atlantiche.

Eccoci dunque in Portogallo, alla scoperta delle delizie della doçaria conventual, la dolcissima pasticceria dei conventi, i cui ingredienti di base sono le uova, e in particolare il loro tuorlo, e ovviamente lo zucchero.

Si tratta di una tradizione nata in queste terre nel quindicesimo secolo, quando la colonizzazione dell'isola di Madeira, terreno ideale per la coltivazione della canna, rese disponibili grosse quantità di zucchero.

L'altro elemento, il rosso delle uova, era già disponibile in abbondanza nei conventi delle suore, che facevano largo uso degli albumi per inamidare i loro bianchi veli. In quel periodo inoltre, una delle principali risorse economiche dei conventi era quella derivante dai servizi di lavanderia per conto degli ospedali, delle caserme, dei casati nobiliari e perfino della corte imperiale portoghese.

Normale quindi che, parallelamente all'utilizzo "industriale" degli albumi, si venisse a creare un surplus di tuorli, e siccome tutto questo ben di Dio non si poteva certo buttare via, ecco che nei vari monasteri dell'intero paese nacque una tradizione di pasticceria basata appunto sulla bianca polvere proveniente da Madeira e sulle gemas de ovo.

In pratica, ogni regione (e perfino ogni monastero) aveva una sua specialità. Dalle Trouxas del Beiro Litoral al Pudim e ai Dom-Rodrigos dell'Algarve, dal Pão-de-lõ dell'Estremadura alla Sericaia dell'Alentejo, per arrivare agli intriganti Papo-de-anjo (alla lettera "gozzo di angelo"). Tutti dolci ai quali le Poste Portoghesi hanno dedicato una duplice emissione, la prima nel 1999 e la seconda l'anno seguente.

Tra tante dolcissime delizie, quella che ci ha stregato è stata la Palha-de-Abrantes, che le buone suore del Ribatejo, regione situata una settantina di chilometri a nord-est di Lisbona nella quale è situata la città di Abrantes, producevano (e tuttora producono) facendo colare nell'olio bollente una mistura di zucchero, aromi di cui custodiscono gelosamente il segreto e rossi d'uovo sbattuti. L'operazione era (ed è) condotta con un continuo moto circolare, in modo che si vengano a formare dei sottilissimi fili fritti, e di qui il nome di Fios-de-ovo (fili d'uovo) con il quale è anche conosciuta questa specialità.

I gialli filamenti così ottenuti vengono poi ammucchiati sul piatto per essere serviti, e l'effetto visivo che se ne ricava è quello di un giallo covone di paglia: la Palha-de-Abrantes appunto, che degnamente accompagnata da un sorso di Ugni, vinello bianco fresco e fruttato tipico di queste parti, ha deliziato i nostri palati nel silenzio del monastero.

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