digressioni gastro - filateliche a cura della Brigata di Cucina del Postalista |
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tufèja | |||
Stati Uniti d'America, 16 marzo 2006, Yvert 3769a | |||
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Io non sono un filatelista. Lo è mio padre, e aiutando lui a mettere on line le pagine dei Corrieri del Mangia per il Postalista mi sono avvicinato al mondo della filatelia, facendo la conoscenza di Roberto Monticini. E Roberto, apprezzando il lavoro da me fatto per soddisfare le richieste di mio padre (che tra noi chiamavamo scherzosamente “il tiranno”), pensò bene di affibbiarmi un altro dei suoi “autori”, se possibile ancora più preciso e pignolo di mio padre, con in più una grossa esperienza tipografica che lo rendeva particolarmente competente ed esigente: rispondeva al nome di Gianni Settimo, e lo ribattezzai quasi subito “il tiranno piemontese”. Come tutte le persone di carattere, Gianni aveva un caratteraccio, e siccome quanto a caratterino anche io non scherzo la nostra collaborazione, che ha prodotto diverse rubriche tematiche alcune delle quali ancora oggi tengo in vita, fu fin dall’inizio ricca di discussioni a volte anche molto accese: non dico litigi, ma quasi. Da uno di questi diverbi nacque l’idea di una rubrica tutta mia, questa che state leggendo. Dell’allegra Brigata di Cucina del Postalista, Gianni è stato dunque nume tutelare e socio fondatore; mi è perciò grato ricordarlo adesso, a due anni dalla sua dipartita, riproponendo (senza cambiare nemmeno una virgola) una delle ricette che periodicamente mi invitava ad andare ad assaggiare in certe trattorie di cui lui conservava il segreto. Non ho mai avuto modo di farlo, e la cosa ancor oggi mi pesa. Lo faccio ora, invitando tutti i lettori e i collaboratori del Postalista a sedersi idealmente a tavola col mio amico Giviesse intorno a una ottima tufèja... All'osservatore distratto o superficiale il fagiolo di Saluggia potrà sembrare un comune borlotto. Si tratta invece di una varietà locale specifica, la cui coltivazione in loco è attestata fin dal 1535, che grazie alle condizioni climatiche della zona è venuta nel corso dei secoli ad assumere caratteristiche organolettiche particolarmente apprezzate da cuochi e ghiottoni. Tra le tante varietà raffigurate in effigie al nostro francobollo, che viene da oltreoceano ed il cui realizzatore con tutta probabilità ignora perfino l'esistenza della città di Saluggia, la più vicina come aspetto esteriore al "nostro" fagiolo è quella in basso a destra, parzialmente nascosta da un fagiolo giallo e uno rosso. |
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