digressioni gastro - filateliche
a cura della
Brigata di Cucina del Postalista

cornetto di san martino
Polonia, 3 novembre 2017, Michel 4954
 
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Il cornetto, almeno dalle nostre parti, lo conoscono tutti. Tutti, almeno una volta nella loro vita, in piedi davanti al bancone di un bar, magari mentre fuori sta ancora facendo giorno, lo hanno inzuppato in una bella tazza di cappuccino fumante. E tutti, grazie anche al suono della parola croissant, che rievoca il rumore della sfoglia quando la si morde di gusto, lo legano alla tradizione gastronomica francese.

Giunge invece dalla Polonia, e più esattamente dalla città che della Polonia fu capitale secoli or sono, una rivendicazione di paternità che l’allegra Brigata di Cucina del Postalista non poteva ignorare.

Narra la leggenda che un numero imprecisato di secoli fa un pasticcere di Poznan del quale ignoriamo il nome, svegliato nella notte dell’11 novembre dal rumore degli zoccoli di un cavallo, si sia affacciato alla finestra e abbia visto in mezzo alla strada san Martino (quello del mezzo mantello donato al povero) sul suo cavallo bianco; il santo si voltò, accennò un saluto e scomparve, ma il nostro pasticcere si accorse che sul selciato era rimasto un ferro di cavallo: fu questo evento a dargli l’idea di un dolce la cui forma ricordasse in qualche modo il ferro perso dal destriero del santo.

Diversi secoli più tardi, siamo ormai nel 1891, don Jan Lewicki, parroco di San Martino a Poznan, in occasione della ricorrenza del santo chiese ai fedeli di preparare qualcosa da mangiare da portare in chiesa per poter offrire un banchetto ai poveri della parrocchia. Józef Melzer, uno dei pasticceri più celebri della città, preparò alcune teglie di cornetti dal ripieno particolarmente ricco e fantasiosamente decorati, e questa pratica fu negli anni seguenti adottata anche da altri pasticceri e fornai.

Nella nuova veste quello che ormai è diventato il Rogal Swietomarcinski, il cornetto di san Martino, prevede l’uso di pasta sfoglia a 81 strati e un ripieno di semi di papavero bianco, vaniglia, datteri, fichi secchi, uvetta, e buccia d’arancia; a decorare il prodotto finito, una glassatura cosparsa di noci e nocciole tostate e tritate. Questo speciale tipo di croissant è oggi regolamentato da un rigoroso disciplinare e può essere sfornato solo da pasticceri che abbiano sostenuto un esame davanti alla commissione della Confraternita dei Pasticceri e Panettieri di Poznan; in città esiste anche un Museo del Cornetto che attrae migliaia di turisti.

Il luogo e il momento ideale per gustarlo è, ovviamente, l’11 novembre lungo viale San Martino a Poznan: la festa-mercato ha tradizionalmente inizio alle 11 del mattino, ora in cui nel 1891 si teneva la messa solenne al termine della quale i doni dei fedeli venivano distribuiti ai poveri. Si calcola che in questa giornata venga consumata la metà dei due milioni e mezzo di rogale prodotti annualmente in Polonia, e se si considera che il peso di ogni cornetto, secondo il disciplinare, deve oscillare intorno ai 200 grammi si tratta di circa 250 tonnellate di dolci.

A favorire lo straordinario successo di quello che i polacchi ritengono essere il discendente diretto e legittimo del primo croissant della storia gastronomica, oltre alla sua indubbia bontà e alla devozione a san Martino di Tours, contribuisce anche il fatto che l’11 novembre in Polonia è festa nazionale: si celebra l’indipendenza dall’Impero Austro-Ungarico, ottenuta nel 1918, e questa sovrapposizione di date ha finito col conferire al nostro cornetto anche una valenza patriottica.

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