digressioni gastro - filateliche a cura della Brigata di Cucina del Postalista |
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kalduny | |||
Bielorussia, 18 gennaio 2016, Yvert 929 | |||
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Wonton o jaozi in Cina, vareniki in Ucraina, ravioli in Italia, pierogi in Polonia e in Slovacchia e nella tradizione degli ebrei ashkenaziti, empanadas in Sudamerica… praticamente in tutto il mondo è possibile mangiare un piatto costituito essenzialmente da una pasta di acqua, farina e (poco) uovo non lievitata, lavorata fino a farne una sfoglia sottile che viene poi modellata come una sorta di tasca da farcire con un ripieno quasi sempre salato (anche se le varianti dolci non mancano) e poi bollita, cotta al vapore, arrostita o fritta, e finalmente condita con le salse più svariate. Secondo gli storici della gastronomia, tutto deriva dal manti, una sorta di grosso tortello molto spesso imbottito di carne di montone molto speziata, che dai deserti della Mongolia arrivò in Cina con gli imperatori mongoli della dinastia Yuan, si diffuse in tutta l'Asia Centrale lungo la Via della Seta, per poi conquistare l'Europa Orientale e da qui, qualche secolo più tardi, anche il Nuovo Mondo. La variante che questo mese delizia il palato dell'allegra Brigata di Cucina del Postalista è quella bielorussa, dove si chiamano kalduny. E dove una particolare preparazione, i kalduny alla Tyshkevich (dal nome di una famiglia un tempo molto potente), sono per lungo tempo stati considerati una sorta di biglietto da visita della cucina bielorussa, al punto che a loro è stata dedicata una emissione postale. Soppiantati durante la dominazione sovietica dai pelmeni, una variante russa che ha un aspetto simile ai nostri tortelloni, ripiena di patate e formaggio, bollita e servita con panna acida, i kalduny tradizionali bielorussi sono tornati a popolare le tavole dei ristoranti dopo la caduta dell'impero sovietico. Di forma circolare o semicircolare i kalduny alla Tyshkevich, molto apprezzati nella regione di Vilnius, hanno un ripieno di maiale affumicato e funghi, e benché vengano anch'essi spesso accompagnati con la smetana, i puristi preferiscono condirli con abbondante burro fuso. In Polesia invece, regione ricca di fiumi e paludi, va per la maggiore un ripieno di pesce di acqua dolce e uovo sodo: questa variante è quasi sempre fritta, a differenza della precedente che generalmente viene bollita. Accanto a queste due preparazioni principali ne esistono altre, come quella che prevede la cottura in brodo, anziché in acqua, di kalduny più piccoli che poi vengono consumati direttamente nel liquido di cottura (un po' come la wonton soup cinese, o i tortellini in brodo). Molto usati sono anche i ripieni a base di formaggio: secco o fermentato, dal sapore molto deciso; oppure fresco, più delicato e a volte addizionato di frutta secca, miele, o frutti di bosco. In quest'ultima versione i kalduny, di solito cotti in forno, spolverati di cannella e a volte conditi con sciroppo di frutta, costituiscono un ottimo dessert. Una ghiottoneria, in definitiva, talmente versatile da poter costituire un pasto di diverse portate, un veloce spuntino, una colazione energetica o un semplice stuzzichino. Смачна есці ўсім. |
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