digressioni gastro - filateliche a cura della Brigata di Cucina del Postalista |
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caldarroste | |||
Portogallo, 20 marzo 1996, Yvert 2095 | |||
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Le qualità nutritive delle castagne sono già descritte nel IV secolo a.C. da Senofonte e da Ippocrate, che ne esalta anche le proprietà lassative e astringenti. "Noci piatte" e "noci senza fessure", sono le locuzioni usate per definirle, anche se la nostra parola "castagna" deriva, tramite il latino "castaneum", proprio dal greco, e più precisamente dalla città di Kastania, in Tessaglia, a quanto pare particolarmente ricca di castagneti. Nel corso dei secoli, e in particolare a partire dal Medioevo, la castagna assunse un'importanza crescente nell'alimentazione umana arrivando ad essere, nelle stagioni invernali, la base dell'alimentazione di intere regioni. Si consumava prevalentemente bollita, come ingrediente di zuppe e minestre, o in accompagnamento di altre pietanze. Essiccata e macinata, era anche usata come base per la preparazione di polenta, pane e dolci, spesso mescolata a farine di altra provenienza, e questa usanza valse al castagno, in alcune zone dell'Europa centrale, il nomignolo di "albero del pane". Al giorno d'oggi le "ballotte" (castagne bollite spesso aromatizzate con finocchio selvatico) sono uno dei modi più comuni di gustare questo frutto, mentre la farina trova ampio impiego nella produzione di dolci caratteristici della stagione invernale: uno fra tutti, il rustico e saporito castagnaccio. Adottata anche dalla pasticceria più raffinata (marron glacé e Monte Bianco), la castagna resta tuttavia nell'immaginario collettivo strettamente legata a culture montanare e contadine, dove uno dei modi di cottura più diffuso, nelle lunghe serate invernali, era associato alle "veglie" intorno al focolare, quando le castagne venivano poste ad arrostire sulle braci magari utilizzando qualche vecchia padella ormai inservibile perché bucata. Così, quando la stagione invernale bussa alle porte, la parola castagna si associa immediatamente alle caldarroste e, soprattutto nelle città, ai venditori di caldarroste. Ultima e ostinata incursione di un mondo montanaro nel cuore delle nostre metropoli, spuntano agli angoli delle vie muniti del loro armamentario, e il fumoso aroma dei bracieri, unito alla magia di quel grumo di calore e sapore stretto in un cono di carta, rappresenta una tentazione spesso invincibile per grandi e, soprattutto, piccini. Destinati con tutta probabilità ad essere definitivamente spazzati via da una qualche regolamentazione di standardizzazione europea, sono stati celebrati nel 1996 da un'emissione dei Correios de Portugal facente parte di una serie di cinque valori (la seconda, dopo quella del 1995, e seguita negli anni successivi da altre) dedicata a "Professioni e personaggi del 19° secolo". |
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