digressioni gastro - filateliche a cura della Brigata di Cucina del Postalista |
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poprtnik | |||
Slovenia, 25 novembre 2011, Yvert 777 | |||
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Per quanto aspro e impronunciabile il suo nome sia alle nostre lingue, il poprtnik è in realtà dolce ed estremamente gradevole al palato, in particolar modo a quello dei bimbi: si tratta infatti di uno dei dolci che tradizionalmente vengono prodotti e consumati in famiglia durante le festività natalizie. In Slovenia, anche se gli usi e costumi locali talvolta differiscono leggermente, è tradizione preparare insieme tutti i tre dolci tradizionali del periodo natalizio. Tutti appartenenti alla grande famiglia dei "pani dolci conditi", una volta terminata la preparazione vengono lasciati sulla tavola dal 24 dicembre fino al 6 gennaio. Generalmente denominati božicnik (da Božic, Natale in sloveno), i loro ingredienti sono quelli largamente impiegati anche in altre parti del mondo per dolci simili, e cioè noci, nocciole, mandorle, canditi, scaglie di cioccolato, uvetta e altra frutta secca, ma differiscono leggermente a seconda dell'occasione nella quale verranno consumati. Perfino la farina usata può non essere la stessa, alternando per le tre festività il frumento al grano saraceno e alla segale. Il dolce di Capodanno, chiamato generalmente potica, vede la predominanza delle noci, mentre quello destinato ad essere consumato nella notte di Natale (il classico božicnik) è spesso impreziosito da ricchissime decorazioni di pasta che rappresentano scene della Natività. Un'altra decorazione molto popolare, sempre di pasta è costituita da biscotti più duri, forgiati a forma di uccello, generalmente uno per ogni bambino presente in famiglia. Benché commestibili, questi uccelli vengono conservati da chi li riceve per diversi giorni, spesso fino all'Epifania, in una sorta di rituale propiziatorio per i doni che in quel giorno si spera di ricevere. L'ultimo ad essere consumato, ovviamente è quello dell'Epifania, e durante le due settimane in cui rimane sulla tavola viene coperto con una tovaglietta, che una volta in sloveno si chiamava prt: da qui pare abbia avuto origine il nome poprtnik che generalmente lo indica. Insieme al poprtnik (e fino a Capodanno, anche alla potica) sulla tavola vengono messi altri oggetti, sia sacri che profani: decorazioni di vario genere, croci, petardi, rosari, fuochi artificiali, vasetti contenenti acqua benedetta e cereali di vario tipo. Sotto il tavolo invece, con l'evidente scopo di invocare la protezione divina sulle attività lavorative della famiglia, vengono posti gli attrezzi normalmente usati nel lavoro di tutti i giorni: questa tradizione era fino a poco tempo fa particolarmente viva nelle zone rurali, dove non era infrequente vedere spuntare da sotto il tavolo il manico di una vanga o i denti di un forcone, il calcio di un fucile o le briglie del cavallo, una rete da pesca o un'incudine col suo bravo martello. Oggi queste usanze, almeno per gli adulti, si vanno perdendo. I bambini sloveni, invece, continuano a giocare con i loro biscotti a forma di uccello, aspettando per due settimane di ricevere, insieme ai loro regali, il permesso di divorare il poprtnik che li aspetta sotto la sua tovaglietta. |
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