digressioni gastro - filateliche a cura della Brigata di Cucina del Postalista |
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ihutilinanga | |||
Indonesia, 10 giugno 2009, Yvert 2416 | |||
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Parlare di cucina indonesiana, o almeno di una sola cucina indonesiana suona come un controsenso se si pensa alla conformazione geografica di quello che è lo stato-arcipelago più vasto del mondo: più di 2 milioni di chilometri quadrati divisi tra oltre 17.000 isole le cui dimensioni variano da quelle enormi della Nuova Guinea e del Borneo, che l'Indonesia spartisce con altri Stati (e che sono rispettivamente la seconda e la terza isola del pianeta per estensione) alla miriade di isolotti e scogli tra i quali veleggiavano un tempo, spinti dai venti della fervida immaginazione di Emilio Salgari, i praho della Tigre della Malesia. Tra questi due estremi, Sumatra, Giava ("solo" tredicesima per estensione, ma prima al mondo per numero di abitanti), l'incantevole Bali, e Celebes (in bahasa, Sulawesi), dalla cui parte settentrionale, ed esattamente dal distretto di Gorontalo, proviene la ghiottoneria del mese. Fa parte di un emissione del 2009 comprendente altri cinque valori, con la quale le Poste Indonesiane hanno inteso in qualche modo celebrare la varietà e la ricchezza delle tradizioni culinarie di un territorio tanto esteso e diversificato. Sei piatti provenienti da altrettante regioni, tutti diversi per alchimie di sapori e tutti uguali per bontà, tra i quali scegliere non è stato facile. Alla fine, e dopo diversi assaggi, la Brigata di Cucina ha deciso per una specialità dal nome impronunciabile, la ihutilinanga perché forse meglio delle altre coniuga due dei sapori più caratteristici di queste isole: il piccante dei peperoncini e il dolce del latte di cocco. Terreno d'incontro per questi due elementi, un letto di fette di melanzana spesse un paio di centimetri e cotte lentamente in padella fino a renderle morbidissime. Una volta cotte, le fette di melanzana, che devono restare integre e non finire col somigliare a una specie di purea, vengono adagiate su un piatto dove, se è la stagione giusta, si possono anche mettere delle sottilissime fette di pare, una sorta di melone amarognolo tipico di queste isole. Nel frattempo si sarà provveduto a soffriggere a fuoco vivo abbondante scalogno grossolanamente tritato e un buon pugno di peperoncini rossi (gli stessi che costituiscono l'ingrediente di base della temibile sambal oelek). L'operazione non è facile, perché gli effetti del peperoncino si fanno sentire, e non è raro vedere il cuoco in lacrime in questa fase della cottura. Quando il soffritto raggiunge lo stato di "quasi bruciato", allora è il momento di "spegnere" in qualche modo il tutto aggiungendo il latte di cocco e lasciando stufare a fuoco basso per alcuni minuti, trascorsi i quali la salsa così ottenuta viene addensata mediante l'aggiunta di uova che vengono "strapazzate" a fuoco alto. Il tutto si rovescia ben caldo sulle melanzane, magari spolverando questa sorta di "frittata" così ottenuta con un trito di saray, un'erba dal sapore vagamente acidulo (molto somigliante a quello del limone) che è un po' l'equivalente locale del prezzemolo: sta sempre in mezzo. Selamat Makan... |
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