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![]() digressioni gastro - filateliche a cura della Brigata di Cucina del Postalista |
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nasi lemak | |||
Indonesia, 6 luglio 2008, Yvert 2343 | |||
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Come ci è capitato già altre volte di dire, quando si parla di cucina indonesiana occorre fare mente locale (è proprio il caso di dirlo) alla conformazione geografica di questo enorme e popolosissimo stato il cui territorio comprende più di 17.000 isole, ognuna delle quali ha le sue tradizioni, e in cui convivono popoli di diverse etnie, religioni e, ovviamente, abitudini alimentari. Sull’isola di Sumatra, e in particolare nella regione centro-orientale di Riau, dove si è spinta questo mese l’allegra Brigata di Cucina del Postalista, l’etnia più largamente rappresentata è quella malese, e non c’è quindi da stupirsi se l’oggetto della nostra ghiottoneria, il nasi lemak, è addirittura considerato piatto nazionale in Malaysia, sulla sponda opposta dello stretto di Malacca. Qui a Sumatra, se si vuole gustare un buon nasi lemak c’è solo l’imbarazzo della scelta, perché quello che alla lettera si chiama “riso grasso” accompagna praticamente ogni momento della giornata, dalla colazione ai pasti principali, passando dai vari spuntini nei più svariati momenti della giornata. Si tratta di riso (nasi) basmati che, dopo essere stato lasciato in ammollo per diverse ore nel latte di cocco, viene cotto al vapore aggiungendo alla mistura di latte e cocco anche alcune erbe aromatiche per rendere ancora più appetitoso il risultato; la più usata è il pandano, ma anche la citronella è molto apprezzata, e c’è chi non disdegna l’aggiunta di qualche pezzo di zenzero. Questo procedimento di cottura conferisce al riso una consistenza quasi cremosa che spiega il termine lemak (grasso, ricco) usato per definire questo tipo di cottura. Il riso così preparato può semplicemente accompagnare, un po’ come il pane da noi, qualsiasi altro piatto, ma in quello che normalmente si intende come nasi lemak è piuttosto il riso ad essere accompagnato da diversi altri “condimenti”, tra i quali non mancano mai alcune fette di cetriolo, uova sode, acciughe essiccate e, naturalmente, il temibile sambal, la pasta di peperoncino speziata che si adatta a meraviglia al gusto delicato e comunque stuzzicante del riso cotto nel latte di cocco. La maniera di gran lunga più appetitosa di gustare il nasi lemak è comunque quella di farselo servire in una specie di imbuto di foglie di banano da uno degli innumerevoli chioschi ambulanti che qui si trovano praticamente dappertutto, aperti fin dalle prime ora del mattino per una buona colazione in tipico stile malese. Tra gli accompagnamenti che ognuno può scegliere di far aggiungere al “suo” nasi lemak, oltre alle già citate ikan bilis (le acciughe essiccate), all’uovo, al cetriolo e al sambal, ci sono innumerevoli altri ingredienti come i sambal sotong (seppioline in salsa piccante), il kankong saltato (una specie di spinaci), l’acar (verdurine sottaceto speziate) e, man mano che ci si avvicina all’ora di pranzo, specialità più sostanziose come l’ayam goreng (pollo fritto) o il rendang daging (manzo stufato a sua volta nel latte di cocco e variamente speziato); come semplice stuzzichino fuori pasto, capita infine di vederselo servire con arachidi arrostite. Ci avevano detto che, dalla colazione all’ultimo spuntino prima di andare a dormire, il nasi lemak può accompagnare tutta la giornata di un ghiottone, e noi dell’allegra Brigata di Cucina del Postalista, dopo aver provato, non possiamo far altro che confermare.
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